Federconsorzi: differenze tra le versioni
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{{Organizzazione
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}}
▲}}{{P|Il tono della voce tende a descrivere l'ente con eccessivo catastrofismo, relegando i meriti a pochissime righe|agricoltura|settembre 2023}}
La '''Federconsorzi''' (nome abbreviato della '''Federazione italiana dei consorzi agrari''', siglato '''FEDIT''') era una istituzione privata ed organo fondamentale della politica agricola statale italiana, per tornare poi ad una struttura privatistica fino ad essere travolta nel 1991 da una vicenda scandalosa e da una crisi irreversibile.<ref name="Onta nazionale"/>
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L'origine storica della Federconsorzi viene, infatti, individuata ai [[Monte frumentario|monti frumentari]], che nel 1863 erano ben 2.051, prima di essere "spazzati via" dalle riforme dirigistiche dello Stato unitario. Altro vanto della Federconsorzi dell'epoca fu l'istituzione delle [[cattedre ambulanti di agricoltura]], una benemerita istituzione per diffondere la conoscenza della scienza agronomica negli ambienti rurali. Il primo direttore generale, poi nominato presidente nel 1905, fu [[Giovanni Raineri (politico)|Giovanni Raineri]]. La prima guerra mondiale, con l'importazione massiccia di derrate alimentari dal mercato americano, lanciò la Federconsorzi come importantissimo strumento [[Annona (economia)|annonario]].
[[File:Giovanni Raineri.jpg|thumb|250px|Giovanni Raineri, primo ''direttore generale'' e presidente dal 1905]]
=== Il periodo fascista ===
La Federconsorzi rivestì un ruolo importante tra le due guerre, appoggiando l'intera [[politica agraria del fascismo]].<ref>idem, ''Federconsorzi: frumento e gagliardetti'', ibidem, n. 10, 6 mar. 1993</ref> L'economia basata sull'[[autarchia]], attuata successivamente all'[[assedio societario]], favorì la [[gestione ammassi]]: il grano e gli altri prodotti essenziali per l'alimentazione della popolazione dovevano essere "ammassati" obbligatoriamente presso i consorzi agrari, in modo da rendere più razionale ed efficiente il settore e mantenere una struttura più facilmente trasformabile in [[economia di guerra]].
==== Tessera annonaria ====
La struttura federconsortile fu dapprima chiamata a sostenere il peso dalla gestione degli ammassi durante il periodo del [[Tessera annonaria|tesseramento alimentare]], poi fu di nuovo lo strumento principale attraverso cui gli Stati Uniti rifornirono dapprima la parte d'Italia via via liberata e poi dell'intera Italia e degli aiuti del [[piano Marshall]] concretizzatisi nei fondi [[Piano Marshall|E.R.P.]]. La struttura Federconsortile era rimasta prevalentemente intatta, senza grossi traumi rispetto alla precedente esperienza fascista.
=== Il dopoguerra ===
Alla fine del secondo conflitto mondiale, con il nuovo ordinamento del 1948, i consorzi agrari, governati dalla Federconsorzi, divennero società private, ma con accesso al denaro pubblico. Per cui [[Paolo Bonomi]], fondatore della [[Coldiretti]], prese il potere per conto della [[Democrazia Cristiana]], con lo scopo di controllare soldi e voti sfruttando la tradizione cattolica dei contadini ed il fatto che il Ministero dell'agricoltura era e sarebbe rimasto a lungo in mano allo Scudo Crociato. Così facendo, Bonomi divenne uno dei principali baluardi delle forze di centro rispetto alle sinistre.<ref>idem, ''Federconsorzi: conquista democristiana e riforma mancata'' ibidem, n. 12, 20 mar. 1993</ref>
[[File:Bonomi-costituente.jpg|thumb|250px|Paolo Bonomi fondatore della Coldiretti]]
Epiche furono le battaglie - condotte da cultori di scienze agrarie come [[Manlio Rossi-Doria]],<ref>[https://agrariansciences.blogspot.com/2015/11/storia-della-federconsorzi-leta-degli.html?m=1 Antonio Saltini, ''Storia della Federconsorzi- “L'età degli ammassi e del "muro anticomunista"'', 5ª parte, 13 novembre 2015].</ref> giornalisti e polemisti coraggiosi, come [[Mario Pannunzio]], [[Ernesto Rossi]] e il settimanale ''[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]'', da grandi tribuni parlamentari come [[Gian Carlo Pajetta]] - sulla situazione di privilegi di cui godeva la Federconsorzi, che, fu affermato, determinava l'elezione di un centinaio di parlamentari democristiani. Con l'uscita di scena di Bonomi, l'uomo di potere divenne [[Arcangelo Lobianco]]. Nel frattempo, la Federconsorzi perse alcune buone intuizioni, facendosi "soffiare" il ''business'' del mais e della soia (dal gruppo [[Ferruzzi]]) e l'organizzazione dei [[Supermercato|supermercati]] (dalla [[Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue]]).
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Il commissariamento, deciso da Goria dopo tre ore di riunione a porte chiuse a Palazzo Chigi con il presidente del consiglio, il ministro del bilancio, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, il segretario della Democrazia Cristiana e il presidente della Coldiretti (Lobianco) fu il principio della fine: il mondo bancario, pesantemente esposto, revocò tutti i [[Fido bancario|fidi]]. Il 4 luglio fu avanzata dai neo-nominati commissari di governo la domanda di [[concordato preventivo]], approvata nel gennaio 1992.
Tra i professionisti che si sono succeduti nelle cariche di responsabilità della procedura, si segnalano Nicola Picardi, [[Enrico Gabrielli (giurista)|Enrico Gabrielli]] e [[Sergio Scicchitano]]
===L’omologazione del concordato===
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=== La previsione dello scioglimento ===
Già nel 1999 con apposita legge si prevedeva lo scioglimento della Federconsorzi, ossia subito dopo la presentazione del rendiconto che doveva essere effettuato entro sei mesi<ref>Con l'articolo 9 della stessa legge, era stato fissato in 6 mesi il termine per la presentazione del rendiconto delle cessate gestioni delegate dallo Stato alla Federconsorzi e non ancora definite, ma la definizione si è trascinata per un decennio</ref>. La legge n. 410 del 1999, all'articolo 5, comma 2,<ref>[[s:Commissione parlamentare di inchiesta sulla Federconsorzi/Audizioni/31|wikisource]]</ref> aveva disposto lo scioglimento della Fedit, ai sensi dell'articolo 2544 c.c.<ref>In data 15 febbraio 2000, è stato nominato il commissario liquidatore nella persona del consigliere Giovanni Marrocco.</ref>, era previsto lo scioglimento della ''vecchia Federconsorzi'' ma nel 2010 una nuova norma introdotta come emendamento nell'ambito del ''decreto milleproroghe'' ha cancellato questo obbligo.<ref>{{Cita web |url=http://www.studiliberali.it/uploads/Agricoltura/LA_FEDERCONSORZI_19.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=5 dicembre 2011 |dataarchivio=29 giugno 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130629222446/http://www.studiliberali.it/uploads/Agricoltura/LA_FEDERCONSORZI_19.pdf |urlmorto=sì
=== Il seguito della procedura ===
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=== Le assemblee societarie del 2011 ===
Dopo 20 anni in cui in presenza del commissariamento governativo gli organi sociali avevano cessato di funzionare, il nuovo commissario governativo, appoggiato dai [[consorzio agrario|consorzi agrari]] tornati ''in bonis'', rilanciò la proposta di non procedere allo scioglimento della Federconsorzi,<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=1056582 il Velino/AGV Agenzia Giornalistica il Velino - NAPOLITANO: EVASORI NON MERITANO DI ESSERE ITALIANI<!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> convocando l'assemblea dei soci per far sì che la ''vecchia'' Federconsorzi avesse titolo per rivendicare i crediti nascenti dalle gestioni ammassi. Dopo una prima assemblea di aprile<ref>{{Cita web |url=http://www.conipiediperterra.com/si-e-riunita-dopo-15-anni-l%E2%80%99assemblea-di-federconsorzi-0414.html |titolo=Si è riunita dopo 15 anni l'assemblea di Federconsorzi {{!}} Con i piedi per terra<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=5 dicembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304083312/http://www.conipiediperterra.com/si-e-riunita-dopo-15-anni-l%E2%80%99assemblea-di-federconsorzi-0414.html |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlmorto=sì }}</ref> e poi di giugno<ref>[http://www.winenews.it/i-capolavori-dell-agroalimentare-d-italia/23029/anche-qeusta-e-italia-a-15-anni-dal-suo-ultimo-incontro-di-scena-a-roma-assemblea-federconsorzi-con-un-commissario-nominato-dal-ministro-delle-politiche-agricole-odg-illustrazione-dello-stato-di-liquidazione WineNews - ANCHE QUESTA È ITALIA … A 15 ANNI DAL SUO ULTIMO INCONTRO, DI SCENA A ROMA ASSEMBLEA FEDERCONSORZI, CON UN COMMISSARIO NOMINATO DAL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICO...<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.agricoltura24.com/fedit-a-giugno-presenta-il-bilancio/p_3086.html |titolo=Fedit a giugno presenta il bilancio - News - Agricoltura24<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=5 dicembre 2011 |dataarchivio=18 giugno 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110618084214/http://www.agricoltura24.com/fedit-a-giugno-presenta-il-bilancio/p_3086.html |urlmorto=sì }}</ref> ed una dell'11 novembre<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://dbase1.ipzs.it/fcgi-free/db2www/gufffree/gup2.mac/testo_voce?docid=2011123N11007&aagu=2011&tb_numgu=123&tb_suppl=N Guritel - avviso abbonati GU 2013<!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> per adeguare lo statuto alle nuove normative, era fissata un'assemblea per il 28 novembre che avrebbe dovuto rieleggere il consiglio di amministrazione. Di fatto si è però limitata ad approvare il bilancio sociale.<ref>{{Cita web|url=http://www.24oreagricoltura.it/dettaglio.asp?id=965|titolo=La Federconsorzi riscrive lo statuto|autore=Annamaria Capparelli|sito=24ORE Agricoltura|data=15 novembre 2011|accesso=20 settembre 2021|urlarchivio=https://archive.
==Le inchieste==
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La vicenda penale seguì due percorsi:
* uno presso il Tribunale di Roma,<ref>Proc. n.3988/93,</ref> per i reati fallimentari inerenti alle attività svolte dagli amministratori fino al commissariamento. Gli imputati sono stati prosciolti per intervenuta prescrizione ex art.129 c.p.p., nell'udienza del 31 marzo 2008 svoltasi presso la I sezione, dopo che era stato riconosciuto dagli stessi, un misero risarcimento danni alle parti civili costituite. Ma la Cassazione, con una sentenza depositata in data 5 marzo 2010, rinviò alla Corte d'Appello di Roma per il giudizio di secondo grado gli ex amministratori, i sindaci e i direttori generali della holding agricola. Infatti, per la Suprema Corte, contrariamente al verdetto del Tribunale di Roma del marzo 2008, i reati non possono considerarsi estinti. Pertanto a distanza di anni si riaprì il caso Federconsorzi, che fu nei fatti il crack che anticipò l'era di [[tangentopoli]].<ref>[[s:Federconsorzi: storia di un'onta nazionale/III/2|Antonio Saltini
* uno presso il Tribunale di Perugia,<ref>proc.n.474/96 R.G.</ref> per l'attività svolta dagli organi della procedura. L'organo giudicante ha pronunciato sentenza di condanna nei confronti degli imputati, unitamente alla società che aveva rilevato i beni della Federconsorzi a prezzo vile. In un primo tempo la vicenda vide coinvolti anche [[Cesare Geronzi]]<ref>Cesare Geronzi trovò a Perugia un Gip che, pur convinto che fosse avvenuto qualcosa di strano nell'operazione di vendita in blocco del patrimonio, lo ritenne, in quanto direttore generale del [[Banco di Santo Spirito]], non responsabile delle decisioni prese dal consiglio di amministrazione e dal presidente della banca. Il procuratore generale di Perugia, presentò appello contro il suo proscioglimento, perché riteneva che il direttore generale non fosse una figura secondaria e passiva. Il Tribunale ritenne inammissibile l'appello perché ritenuto tardivo (Guido Buschettu, novembre 2007 in "{{Collegamento interrotto|democraziaLegalità.it}}").</ref> e [[Sergio Cragnotti]],<ref>[[s:Federconsorzi: storia di un'onta nazionale/III|Antonio Saltini ''Polenghi Lombardo: una vendita da annullare'' Terra e Vita 1997]]</ref> e si concluse solo nel 2006 con la definitiva assoluzione da parte della Corte di Cassazione di [[Pellegrino Capaldo]] e di [[Ivo Greco]].
Quando era uscito il dispositivo della Corte d’Appello di Perugia nel giugno 2004, tutta la stampa aveva salutato l’assoluzione di Pellegrino Capaldo (l'ex presidente della Banca di Roma) ed Ivo Greco (ex presidente della Sezione fallimentare del Tribunale di Roma ed anche, poi, del Tribunale dei Ministri) dall’accusa di bancarotta fraudolenta per dissipazione, come un gran ribaltamento delle condanne a 4 anni di reclusione fatta dal Tribunale. Nel mese di settembre 2004, uscite le motivazioni, emergeva chiaramente, però, che la ricostruzione dei fatti avanzata dall’accusa restava confermata in pieno<ref>Nel leggere le 330 pagine della sentenza balza subito all’occhio un fatto molto evidente: la Corte d’appello dice chiaramente che i beni di Federconsorzi sono stati venduti a prezzo “vile” e che mancano all’appello almeno 1.100 miliardi di lire.</ref>, così come aveva deciso la corte nel 1º grado. La Corte d’appello dovette assolvere gli imputati perché, non essendo provato il dolo, nel dubbio gli imputati vanno dichiarati esenti dalla responsabilità penale.<ref>Secondo la legge italiana quando l’assoluzione degli imputati avviene con una formula che non esclude che i fatti siano accaduti, coloro che si ritengono danneggiati hanno la possibilità di iniziare una causa civile per chiedere il risarcimento dei danni, in quanto l’accadimento può essere valutato diversamente rispetto al giudizio penale. Nel giudizio civile è diverso il criterio di accertamento del nesso di causalità, il quale, risponde alla logica del “più probabile che non”; in altre parole, nel giudizio civile si segue la regola della preponderanza dell’evidenza.</ref>
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A seguito di separazione dei giudizi, avvenuta con ordinanza del Giudice datata 28 ottobre 2013, sette ex dipendenti avevano ribadito e riproposto la richiesta del 2004 con le stesse motivazioni allo stesso Tribunale (N. R.G.80863/2013): per essi, il giudice ha ritenuto che la causa risarcitoria dovesse proseguire sulla doglianza per cui, con la mancata applicazione del D.lgs. 7 Maggio 1948 n. 1235, risulterebbe del tutto evidente la responsabilità per culpa in vigilando del Ministero dell'agricoltura, cui competevano specifici obblighi di controllo e vigilanza sulla Federazione Italiana dei Consorzi Agrari e sui Consorzi Agrari.<ref>L’art. 35 del D.lgs.n.1235/1948 prevede espressamente che "ai consorzi agrari e alla federazione dei Consorzi Agrari sono applicabili le disposizioni degli artt. 2542 e 2545 c.c.: i poteri previsti dalle predette disposizioni sono esercitati dal Ministero dell'agricoltura e delle foreste. Quest’obbligo di controllo avrebbe dovuto esplicarsi anche in una vera e propria analisi della gestione. A fronte dell’inadempimento di questo obbligo, per i ricorrenti si è avuto un illecito commesso e reiterato per parecchi anni, almeno dal 1980 sino al commissariamento, da parte del Ministero dell'agricoltura. Anche la Commissione parlamentare d'inchiesta, come pure la Commissione ministeriale Poli Bortone, sono per essi giunte a questa conclusione; solo la giustizia ordinaria non ha mai individuato i responsabili del crack. Per i ricorrenti, le componenti dell’illecito si possono identificare in causa, evento e danno, oltre il nesso di casualità che lega la causa (fatto) all'evento e l'evento al danno: l'evento è il risultato finale del comportamento illecito, mentre il danno è la conseguenza del fatto illecito. Quindi, l’idea di illecito - nella sua comune accezione - bene può riferirsi a qualsiasi fatto che costituisce la trasgressione ad una regola: se la regola violata è una legge, la nozione di illecito per i ricorrenti si applica anche nel caso Fedit e viene a coincidere con quella del danno risarcibile secondo la normativa vigente.</ref> Per costoro il rovinoso crack della Federconsorzi è stato interamente provocato da chi ha gestito la struttura dal dopoguerra in poi: essi lamentano che il Giudice non ha giudicato il Ministero dell'agricoltura per le gravi colpe di mancata vigilanza, così come era la domanda, ma il commissario di governo, nonché liquidatore della Federconsorzi, e tutto ciò che è scaturito dall’atto quadro. Secondo la tesi dei ricorrenti, se tutti avessero fatto il proprio dovere (ministri e direzioni deputate al controllo), la crisi non sarebbe nata ed il crack non sarebbe mai avvenuto, a tutto vantaggio dell'agricoltura italiana”.<ref>Per questo motivo il loro legale nel 2018 chiese al nuovo governo di dare “il via ad una stagione che veda il raggiungimento di un accordo transattivo e finalmente si concluda questa vicenda con una giusta equa riparazione dei danni subiti dai suoi assistiti”. Tutto ciò, secondo il legale, anche in considerazione che “i miei assistiti non vogliono riesumare la Federconsorzi, né tantomeno vogliono contribuire a pagare onorari e strutture a gestioni commissariali”. I 7 ex dipendenti, "hanno già dato economicamente anche per i precedenti legali, quest'ultimi, non lì hanno trattati per il meglio, solo perché si sono rifiutati di sottoscrivere un accordo transattivo che, secondo il giudizio dei miei clienti, non vedrà mai la fine". Il legale concludeva dichiarando che: "raggiungere un accordo con la struttura Ministeriale, significa non solo vedere la conclusione di questa vicenda ancora irrisolta per equa riparazione, ma anche sanare un'ingiustizia che si protrae da oltre 1/4 di secolo": {{Cita web|url=http://www.olioofficina.it/societa/italia/una-vecchia-irrisolta-vicenda.htm|titolo=Una vecchia irrisolta vicenda :: OlioOfficina Magazine|accesso=2019-01-22}}</ref>
==Crediti verso lo Stato==
Una sentenza di Cassazione del 2013 ha accertato un credito verso lo
== Note ==
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== Voci correlate ==
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* [[Tito Vezio Zapparoli]]
* [[Politica agraria del fascismo]]
* [[Squadra Calcio FEDIT]]
* [[Consorzi agrari d'Italia]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|s= Federconsorzi: storia di un'onta nazionale|s_preposizione=su|s_etichetta=Federconsorzi: storia di un'onta nazionale|n =Categoria:Scandalo Federconsorzi}}
{{interprogetto/notizia| Immobili a prezzo di saldo, anzi venduti a peso d'oro|etichetta=Immobili a prezzo di saldo, anzi venduti a peso d'oro}}
== Collegamenti esterni ==
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