Ansaldo 210/22 Mod. 1935: differenze tra le versioni
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{{F|armi d'artiglieria|marzo 2022|oltre al numero irrisorio di note, fonti del tutto insufficienti, di cui una (scribd) a pagamento. Voce totalmente inaffidabile.}}
{{
|Arma = Artiglieria
|Nome=210/22 Modello 35
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|Note=I dati con * si riferiscono alla ''granata 210/22 mod 35''
}}
L'
▲L'[[obice]] '''210/22 mod 35''' fu un pezzo di [[artiglieria]] [[italia]]no utilizzato nel corso della [[seconda guerra mondiale]], successivamente rimase in servizio nell'artiglieria pesante dell'Esercito Italiano per essere radiato nel [[1969]].
== Le origini ==
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La bocca da fuoco dell'obice 210/22 in batteria si appoggiava su un [[affusto]] a doppia coda divaricabile, bloccato al suolo da due [[Vomere (artiglieria)|vomeri]], appoggiato su un sottoaffusto quando il pezzo era in posizione di tiro. Dato che i martinetti per abbassare l'affusto sul sottoaffusto erano interni a quest'ultimo il tempo di messa in batteria del pezzo era di soli venti-trenta minuti. La possibilità di ruotare le code anche nel piano verticale garantiva al pezzo un buon adattamento al terreno. Il sistema adottato permetteva inoltre di ruotare il pezzo in posizione, permettendo quindi un settore di tiro a ''tout azimuth'' oltre ai 70° dell'arco di bandeggio.
La [[bocca da fuoco]], del peso di 4755 kg, era su un tubo di forza esterno ed una camicia interna, separabile a freddo. Questo fatto permetteva la sostituzione della camicia nelle officine campali, senza che il pezzo dovesse essere trasportato fino alle officine specializzate. L'[[otturatore (armi)|otturatore]] era a vitone, con settori filettati di 60°, alternati a settori vuoti, la tenuta era assicurata da un anello plastico, compresso dalla "testa a fungo" dell'otturatore. Il peso dell'otturatore era di 300 kg ed era portato da una mensola incernierata verticalmente. Il freno di [[rinculo]] era di tipo idraulico, con corsa variabile in funzione dell'elevazione del pezzo. Per ridurre gli sforzi necessari ad elevare la canna il pezzo era fornito di due equilibratori idropneumatici.
Il congegno di mira (poco usato, in quanto l'arma era poco usata per il tiro diretto) era ad alzo e mira indipendenti con cannocchiale panoramico.
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La prima serie di pezzi fu commissionata all'Ansaldo ed alla OTO il 1º ottobre [[1938]], per una quantità di 24 esemplari in totale, equamente divisi fra le due società. Una seconda commessa fu emessa per 66 pezzi nel [[1939]], ridotta nel 1941 a 46 pezzi ed ulteriormente ridotta a 34 nel [[1943]]. La produzione dal 1939 al 1943 sembra essere stata di 85 complessi<ref>Da N. Pignato e F. Cappellano, art. cit. pag 8 risulta che ne furono consegnati 9 entro il 1939, 30 nel 1941, 30 nel 1942 e 16 nel 1943, comunque gli autori stessi sollevano dubbi su queste cifre.</ref>; secondo invece lo Speciale Esercito Italiano nel 1943 (ed Albertelli, 2013), Cappellano riporta a p.169 il riassunto dato da un documento segreto della produzione Ansaldo, fino al 31 marzo 1943, in cui non figura alcuna produzione di obici da 210/22 mm fin dal 1940.
Il primo
Nel 1943 fu costituito in Italia un secondo gruppo su 210/22, il LXXIV gruppo, che non divenne mai operativo.
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Dopo l'8 settembre 1943 la produzione del pezzo proseguì negli stabilimenti OTO, per la [[Wehrmacht]], che ne ebbe un totale di 22, denominati ''21 cm H 520(i)'' (Obice italiano da 21 cm numero 520).
Dopo la guerra i reggimenti di artiglieria pesante (che riprese la denominazione precedente al [[1936]]) furono ricostituiti, ed il 1º aprile [[1952]] fu costituito il [[5º Gruppo volo|V Gruppo]] obici 210/22 (9º Reggimento artiglieria pesante) a [[Trento]], i primi tre pezzi presero parte alle esercitazioni del [[1952]] nella conca di [[Asiago]]. Il V gruppo nel dicembre dello stesso anno fu rinominato ''I gruppo''. Dopo aver partecipato ad esercitazioni negli anni successivi, il [[1º Gruppo volo|I gruppo]] nel giugno del [[1955]] rilasciò i 210/22 per passare all'[[
L'unica nazione in cui fu esportato il 210/22 Mod 35 fu l'[[Ungheria]], che acquistò 8 obici del primo lotto, costruiti dalla OTO, il pezzo fu utilizzato a partire dal 1940 come ''21 cm 39M'', constatando alcune deficienze nell'affusto, furono rinforzate le ruote e fu introdotta una barra di collegamento fra le code, portando all'obice ''21 cm 40Ma''. Sebbene la commessa totale fosse di 14 pezzi, sembra che ne siano stati consegnati solo 12<ref>N. Pignato e F. Cappellano, art. cit. pag 13.</ref>.
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{{Artiglieria italiana II GM}}
{{portale|
[[Categoria:Artiglierie di calibro uguale o superiore a 160 mm]]
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