Polaris: differenze tra le versioni
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|declinaz = {{DEC|+89|15|51}}
|distanza_anniluce = {{M|448|ul=al}} ({{M|137|ul=pc}})
|lat_galattica = 123,28055°<ref name=Simbad/>
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|classe_spettrale = F8Ib<ref name=Simbad/> / F6V / F3V
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|età = 75 milioni di anni<ref name=Bond2018/>
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Poiché si trova quasi perfettamente sulla proiezione in cielo dell'asse di rotazione della [[Terra]] "sopra" il [[polo nord]], Polaris è apparentemente ferma nel cielo, mentre tutte le altre stelle dell'[[emisfero boreale]] sembrano ruotarle attorno. È così un ottimo punto di riferimento per la [[Navigazione astronomica|navigazione celeste]] nell'emisfero nord della [[Terra]], visto che data la sua [[declinazione (astronomia)|declinazione]] resta invisibile nell'[[emisfero australe]]. Polaris definisce il vero [[azimut]] nord solo due volte nell'arco delle 24 ore. Durante il resto della giornata è solo un'approssimazione, che deve essere corretta usando le apposite tabelle.
L'antichità dell'uso di questa stella è testimoniata dal fatto che è stata trovata nelle prime tavolette [[Assiria|assire]] conosciute, tuttavia a causa della [[precessione degli equinozi]] essa ciclicamente si avvicina e allontana dal polo nord celeste e non è stata sempre un riferimento come nella nostra era, trovandosi a solo 1 grado di distanza dal vero polo nord celeste, e descrivendo quindi un piccolo cerchio di circa 2° di [[Diametro angolare|diametro]].
Nel [[2750 a.C.]] era [[Thuban]] nei pressi del polo nord celeste, mentre il navigatore greco [[Pitea]] descrisse il polo nord celeste come privo di stelle nel 320 a.C.. Tuttavia già nella [[tarda antichità]] Polaris è diventata un punto di riferimento, e descritta come sempre visibile da [[Giovanni Stobeo]], nel [[V secolo]]. Infine, la stella è sempre descritta come "polare" nel [[pieno Medioevo]]. Nel 1926 l'allora territorio dell'[[Alaska]] decise di creare una propria bandiera, e in questa vennero raffigurate le sette stelle dell'[[Orsa Maggiore]] e la Stella polare<ref>{{cita web|url=http://www.phy6.org/stargaze/Spolaris.htm|titolo=Finding the Pole Star|editore=phy6.org}}</ref>.
Nell'opera ''Giulio Cesare'' di [[William Shakespeare|Shakespeare]], scritta intorno al 1599, Cesare descrive se stesso "costante come la stella polare",<ref>{{cita web|url=http://www.poesieracconti.it/aforismi/a/william-shakespeare/frase-438|titolo=William Shakespeare-aforismi|editore=poesieeracconti.it}}</ref> in realtà
==Osservazione==
[[File:Alfa Ursae Minoris.jpg|thumb|left|Una fotografia di Polaris]]
Polaris si trova facilmente nel cielo notturno: è sufficiente seguire la linea formata da [[Merak (astronomia)|Merak]] e [[Dubhe]] (β e α [[Orsa Maggiore|Ursae Majoris]]), le due stelle al margine del [[Grande Carro|Gran Carro]]. È anche possibile seguire il punto centrale della 'W' formata da [[Cassiopea (costellazione)|Cassiopea]]. Avendo una [[Declinazione (astronomia)|declinazione]] di +89° 15′, è in pratica invisibile dall'[[emisfero australe]], mentre è [[Astro circumpolare|circumpolare]] in tutto l'[[emisfero boreale]] della Terra, dove rimane apparentemente immobile durante tutto l'anno. Avendo una magnitudine di +1,97, è possibile scorgerla anche dai piccoli e medi centri urbani moderatamente affetti da [[inquinamento luminoso]].
== Ambiente galattico e distanza ==
Le [[coordinate galattiche]] di Polaris sono 123,28° e +26,46139°<ref name=Simbad>{{cita web|url=http://simbad.u-strasbg.fr/simbad/sim-id?protocol=html&Ident=polaris&NbIdent=1&Radius=2&Radius.unit=arcmin&submit=submit+id|titolo=alf UMi -- Classical Cepheid Variable}}</ref>. Una [[longitudine galattica]] di circa 123° significa che la linea ideale che congiunge il Sole e Polaris, se proiettata sul [[piano galattico]], forma con la linea ideale che congiunge il Sole con il [[centro galattico]] un angolo del medesimo valore. Ciò significa che Polaris è un po' più lontana dal centro galattico rispetto al Sole. Una [[latitudine galattica]] di circa +26° significa che Polaris si trova più a nord rispetto al piano in cui sono posti anche il Sole e il centro galattico.
Secondo misure effettuate da un team di astronomi internazionali attraverso il telescopio russo BTA, Polaris si trova a 325 [[anno luce|anni luce]] (ovvero 99 [[parsec]]) di distanza dalla Terra.<ref>{{Cita web|editore=[[National Geographic Society|National Geographic]]|url=http://www.nationalgeographic.it/scienza/2012/12/14/news/quant_distante_la_stella_polare_sapevatelo-1413027/|titolo=Quanto è distante la stella polare?|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203094256/http://www.nationalgeographic.it/scienza/2012/12/14/news/quant_distante_la_stella_polare_sapevatelo-1413027/ |dataarchivio=3 dicembre 2013|data=14 dicembre 2012}}</ref> Questa misura sarebbe notevolmente inferiore alla precedente (433 anni luce) osservata attraverso il satellite europeo [[Hipparcos]] nel 1990.<ref name="Rett_dist">{{cita web|autore=[[Piero Bianucci]]|url=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=49&ID_articolo=129&ID_sezione=72&sezione=Il%20Cielo |titolo=Distanze cosmiche: ultime notizie da Hipparchos|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090702024349/http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=49&ID_articolo=129&ID_sezione=72&sezione=Il%20Cielo|dataarchivio=2 luglio 2009|editore= [[La Stampa]].it |data=7 febbraio 2008}}</ref> Messa in discussione fu l'accuratezza di Hipparcos nella misura della parallasse di stelle binarie con componenti variabili cefeidi, come Polaris.<ref>{{cita pubblicazione|autore=D. G. Turner ''et al.''|data=2012|titolo=The Pulsation Mode of the Cepheid Polaris}}{{arXiv|1211.6103v1}}</ref> Un passo importante per la misurazione della parallasse è stato dato dal [[satellite Gaia]] che, dal [[2013]], ha analizzato [[astrometria|astrometricamente]] stelle fino a {{M|26 000|ul=al}} di distanza<ref>{{cita web|url=http://sci.esa.int/science-e/www/area/index.cfm?fareaid=26|titolo=GAIA|editore=[[Agenzia spaziale europea|ESA]]}}</ref>. La misura della parallasse di Gaia del 2020 è stata di 7,2869 [[milliarcosecondo|mas]], per cui la distanza di Polaris risulta essere di 447,6 anni luce, valore non troppo dissimile da quello del satellite Hipparcos del 2007.<ref name=GaiaDR3>{{Cita pubblicazione|titolo=Gaia Data Release 3|autore=A. Vallenari|etal= (Gaia Collaboration)|anno=2020|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=674|numero=A1|url=https://vizier.cds.unistra.fr/viz-bin/VizieR-5?-ref=VIZ651e94182856c6&-out.add=.&-source=I/350/gaiaedr3&-c=037.66481575235%20%2b89.26082950884,eq=ICRS,rs=2&-out.orig=o|doi=10.1051/0004-6361/202243940}}</ref>▼
==Caratteristiche del sistema==
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L'altra compagna, Polaris Ab, è stata scoperta per via [[spettroscopio|spettroscopica]] nel 1929, e nel 2006 è stata risolta dal [[telescopio spaziale Hubble]]. Questa componente è una [[Stella di classe F V|nana-bianco gialla di sequenza principale]] di classe F6V avente una massa 1,26 volte quella solare, distante mediamente {{M|18,5|ul=UA}} dalla principale e con un periodo orbitale di 29,6 anni<ref name="JK">{{Cita web|url=http://stars.astro.illinois.edu/sow/polaris.html|titolo=Polaris|sito=stars.astro.illinois.edu|accesso=2021-05-29}}</ref><ref name=Evans>{{cita pubblicazione|autore=N. R. Evans ''et al.''|data=2008|titolo=Direct Detection of the Close Companion of Polaris with Thehubble Space Telescope|rivista=[[Astronomical Journal|The Astronomical Journal]]|volume= 136|numero=3|p=1137|doi=10.1088/0004-6256/136/3/1137}}</ref>.
[[File:Polaris system.jpg|thumb|Rappresentazione artistica del sistema di Polaris.]]
▲Secondo misure effettuate da un team di astronomi internazionali attraverso il telescopio russo BTA, Polaris si trova a 325 [[anno luce|anni luce]] (ovvero 99 [[parsec]]) di distanza dalla Terra.<ref>{{Cita web|editore=[[National Geographic Society|National Geographic]]|url=http://www.nationalgeographic.it/scienza/2012/12/14/news/quant_distante_la_stella_polare_sapevatelo-1413027/|titolo=Quanto è distante la stella polare?|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203094256/http://www.nationalgeographic.it/scienza/2012/12/14/news/quant_distante_la_stella_polare_sapevatelo-1413027/ |dataarchivio=3 dicembre 2013|data=14 dicembre 2012}}</ref> Questa misura sarebbe notevolmente inferiore alla precedente (433 anni luce) osservata attraverso il satellite europeo [[Hipparcos]] nel 1990.<ref name="Rett_dist">{{cita web|autore=[[Piero Bianucci]]|url=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=49&ID_articolo=129&ID_sezione=72&sezione=Il%20Cielo |titolo=Distanze cosmiche: ultime notizie da Hipparchos|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090702024349/http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=49&ID_articolo=129&ID_sezione=72&sezione=Il%20Cielo|dataarchivio=2 luglio 2009|editore= [[La Stampa]].it |data=7 febbraio 2008}}</ref> Messa in discussione fu l'accuratezza di Hipparcos nella misura della parallasse di stelle binarie con componenti variabili cefeidi, come Polaris.<ref>{{cita pubblicazione|autore=D. G. Turner ''et al.''|data=2012|titolo=The Pulsation Mode of the Cepheid Polaris}}{{arXiv|1211.6103v1}}</ref> Un passo importante per la misurazione della parallasse è stato dato dal [[satellite Gaia]] che, dal [[2013]], ha analizzato [[astrometria|astrometricamente]] stelle fino a {{M|26 000|ul=al}} di distanza<ref>{{cita web|url=http://sci.esa.int/science-e/www/area/index.cfm?fareaid=26|titolo=GAIA|editore=[[Agenzia spaziale europea|ESA]]}}</ref>. La misura della parallasse di Gaia del 2020 è stata di 7,2869 [[milliarcosecondo|mas]], per cui la distanza di Polaris risulta essere di 447,6 anni luce, valore non troppo dissimile da quello del satellite Hipparcos del 2007.<ref name=GaiaDR3>{{Cita pubblicazione|titolo=Gaia Data Release 3|autore=A. Vallenari|etal= (Gaia Collaboration)|anno=2020|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=674|numero=A1|url=https://vizier.cds.unistra.fr/viz-bin/VizieR-5?-ref=VIZ651e94182856c6&-out.add=.&-source=I/350/gaiaedr3&-c=037.66481575235%20%2b89.26082950884,eq=ICRS,rs=2&-out.orig=o|doi=10.1051/0004-6361/202243940}}</ref>
===Variabilità===
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