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{{nota disambigua|||titolo2=Stella del Nord (film)|titolo3=Stella polare (disambigua)|Stella del Nord|redirect2=Stella Polare}}
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Il sistema è dominato da una stella [[supergigante gialla]] [[variabile cefeide]] (Polaris A), e da due meno luminose compagne di [[Classificazione stellare|classe]] F, poco più massicce del [[Sole]]. La magnitudine di Polaris A varia da 1,86 a 2,13, in un periodo di 3,97 giorni<ref name="AlcyonePolaris">{{Cita web |url=http://www.alcyone.de/cgi-bin/search.pl?object=HR0424 |titolo=Polaris (The bright star catalogue) |accesso=9 settembre 2012 |dataarchivio=22 aprile 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080422043005/http://www.alcyone.de/cgi-bin/search.pl?object=HR0424 |urlmorto=sì }}</ref>. La compagna più distante dalla supergigante, α UMi B, fu scoperta nel [[1780]] da [[William Herschel|Herschel]].
Poiché si trova quasi perfettamente sulla proiezione in cielo dell'asse di rotazione della [[Terra]] "sopra" il [[Polo Nord]] (che definendo così il polo nord celeste), la Polare è apparentemente ferma nel cielo, mentre tutte le altre stelle sembrano ruotarle attorno. È così un ottimo punto di riferimento per la [[navigazione celeste]]. L'antichità dell'uso di questa stella è testimoniata dal fatto che è stata trovata nelle prime tavolette [[Assiri|assire]] conosciute. Nella nostra era, la Polare si trova a circa 1 grado di distanza dal vero polo nord celeste, e descrive quindi un piccolo cerchio di circa 2° di diametro. La Polare definisce il vero [[azimuth]] nord solo due volte nell'arco delle 24 ore. Durante il resto della giornata è solo un'approssimazione, che deve essere corretta usando le apposite tabelle.▼
== Storia delle osservazioni e ruolo di stella polare ==
{{vedi anche|Stella polare}}
▲Poiché si trova quasi perfettamente sulla proiezione in cielo dell'asse di rotazione della [[Terra]] "sopra" il [[
L'antichità dell'uso di questa stella è testimoniata dal fatto che è stata trovata nelle prime tavolette [[Assiria|assire]] conosciute, tuttavia a causa della [[precessione degli equinozi]] essa ciclicamente si avvicina e allontana dal polo nord celeste e non è stata sempre un riferimento come nella nostra era, trovandosi a solo 1 grado di distanza dal vero polo nord celeste, e descrivendo quindi un piccolo cerchio di circa 2° di [[Diametro angolare|diametro]].
Nel [[2750 a.C.]] era [[Thuban]] nei pressi del polo nord celeste, mentre il navigatore greco [[Pitea]] descrisse il polo nord celeste come privo di stelle nel 320 a.C.. Tuttavia già nella [[tarda antichità]] Polaris è diventata un punto di riferimento, e descritta come sempre visibile da [[Giovanni Stobeo]], nel [[V secolo]]. Infine, la stella è sempre descritta come "polare" nel [[pieno Medioevo]]. Nel 1926 l'allora territorio dell'[[Alaska]] decise di creare una propria bandiera, e in questa vennero raffigurate le sette stelle dell'[[Orsa Maggiore]] e la Stella polare<ref>{{cita web|url=http://www.phy6.org/stargaze/Spolaris.htm|titolo=Finding the Pole Star|editore=phy6.org}}</ref>.
Nell'opera ''Giulio Cesare'' di [[William Shakespeare|Shakespeare]], scritta intorno al 1599, Cesare descrive se stesso "costante come la stella polare",<ref>{{cita web|url=http://www.poesieracconti.it/aforismi/a/william-shakespeare/frase-438|titolo=William Shakespeare-aforismi|editore=poesieeracconti.it}}</ref> in realtà a Shakespeare non era nota la precessione degli equinozi e lo scostamento della stella polare dal polo nord celeste<ref>{{cita web|url=https://medium.com/spazio-tempo-luce-energia/la-stella-polare-una-supergigante-incostante-ed-enigmatica-post-n-1-4b44e7131a25|titolo=La Stella Polare, una supergigante incostante ed enigmatica}}</ref>. In futuro, il polo nord celeste si allontanerà da Polaris dopo il [[XXI secolo]] e passerà per [[Alrai|Gamma Cephei]] tra circa 2000 anni, mentre [[Deneb]] tornerà ad essere la stella polare tra meno di 8000 anni<ref>{{cita web|autore=[[James B. Kaler|Jim Kaler]]|url=http://stars.astro.illinois.edu/sow/deneb.html|titolo=Deneb}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Arthur P. Norton|data=1973|titolo= Norton's Star Atlas. Edinburgh|anno=1978|url=https://archive.org/details/nortonsstaratlas0000nort|editore=Sky Publishing|pagine=10|capitolo =4500 years ago it was Thuban (α Draconis); 8000 years hence it will be Deneb|isbn=0-85248-900-5}}</ref>.
==Osservazione==
[[File:Alfa Ursae Minoris.jpg|thumb|left|Una fotografia di Polaris]]
Polaris si trova facilmente nel cielo notturno: è sufficiente seguire la linea formata da [[Merak (astronomia)|Merak]] e [[Dubhe]] (β e α [[Orsa Maggiore|Ursae Majoris]]), le due stelle al margine del [[Grande Carro|Gran Carro]]. È anche possibile seguire il punto centrale della 'W' formata da [[Cassiopea (costellazione)|Cassiopea]]. Avendo una [[Declinazione (astronomia)|declinazione]] di +89° 15′, è in pratica invisibile dall'[[emisfero australe]], mentre è [[Astro circumpolare|circumpolare]] in tutto l'[[emisfero boreale]] della Terra, dove rimane apparentemente immobile durante tutto l'anno. Avendo una magnitudine di +1,97, è possibile scorgerla anche dai piccoli e medi centri urbani moderatamente affetti da [[inquinamento luminoso]].
== Ambiente galattico e distanza ==
Le [[coordinate galattiche]] di Polaris sono 123,28° e +26,46139°<ref name=Simbad>{{cita web|url=http://simbad.u-strasbg.fr/simbad/sim-id?protocol=html&Ident=polaris&NbIdent=1&Radius=2&Radius.unit=arcmin&submit=submit+id|titolo=alf UMi -- Classical Cepheid Variable}}</ref>. Una [[longitudine galattica]] di circa 123° significa che la linea ideale che congiunge il Sole e Polaris, se proiettata sul [[piano galattico]], forma con la linea ideale che congiunge il Sole con il [[centro galattico]] un angolo del medesimo valore. Ciò significa che Polaris è un po' più lontana dal centro galattico rispetto al Sole. Una [[latitudine galattica]] di circa +26° significa che Polaris si trova più a nord rispetto al piano in cui sono posti anche il Sole e il centro galattico.
Secondo misure effettuate da un team di astronomi internazionali attraverso il telescopio russo BTA, Polaris si trova a 325 [[anno luce|anni luce]] (ovvero 99 [[parsec]]) di distanza dalla Terra.<ref>{{Cita web|editore=[[National Geographic Society|National Geographic]]|url=http://www.nationalgeographic.it/scienza/2012/12/14/news/quant_distante_la_stella_polare_sapevatelo-1413027/|titolo=Quanto è distante la stella polare?|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203094256/http://www.nationalgeographic.it/scienza/2012/12/14/news/quant_distante_la_stella_polare_sapevatelo-1413027/ |dataarchivio=3 dicembre 2013|data=14 dicembre 2012}}</ref> Questa misura sarebbe notevolmente inferiore alla precedente (433 anni luce) osservata attraverso il satellite europeo [[Hipparcos]] nel 1990.<ref name="Rett_dist">{{cita web|autore=[[Piero Bianucci]]|url=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=49&ID_articolo=129&ID_sezione=72&sezione=Il%20Cielo |titolo=Distanze cosmiche: ultime notizie da Hipparchos|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090702024349/http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=49&ID_articolo=129&ID_sezione=72&sezione=Il%20Cielo|dataarchivio=2 luglio 2009|editore= [[La Stampa]].it |data=7 febbraio 2008}}</ref> Messa in discussione fu l'accuratezza di Hipparcos nella misura della parallasse di stelle binarie con componenti variabili cefeidi, come Polaris.<ref>{{cita pubblicazione|autore=D. G. Turner ''et al.''|data=2012|titolo=The Pulsation Mode of the Cepheid Polaris}}{{arXiv|1211.6103v1}}</ref> Un passo importante per la misurazione della parallasse è stato dato dal [[satellite Gaia]] che, dal [[2013]], ha analizzato [[astrometria|astrometricamente]] stelle fino a {{M|26 000|ul=al}} di distanza<ref>{{cita web|url=http://sci.esa.int/science-e/www/area/index.cfm?fareaid=26|titolo=GAIA|editore=[[Agenzia spaziale europea|ESA]]}}</ref>. La misura della parallasse di Gaia del 2020 è stata di 7,2869 [[milliarcosecondo|mas]], per cui la distanza di Polaris risulta essere di 447,6 anni luce, valore non troppo dissimile da quello del satellite Hipparcos del 2007.<ref name=GaiaDR3>{{Cita pubblicazione|titolo=Gaia Data Release 3|autore=A. Vallenari|etal= (Gaia Collaboration)|anno=2020|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=674|numero=A1|url=https://vizier.cds.unistra.fr/viz-bin/VizieR-5?-ref=VIZ651e94182856c6&-out.add=.&-source=I/350/gaiaedr3&-c=037.66481575235%20%2b89.26082950884,eq=ICRS,rs=2&-out.orig=o|doi=10.1051/0004-6361/202243940}}</ref>
==Caratteristiche del sistema==
Il sistema è composto da una [[stella]] [[supergigante gialla]] di [[classificazione stellare|tipo spettrale]] F7 e da due compagne [[Stella di classe F V|nane bianco-gialle]] di [[classificazione stellare|tipo spettrale]] F. Polaris B, la più distante dalla supergigante, scoperta da [[William Herschel]] nel [[1780]], è una stella di classe F3V posta a {{M|2 400|ul=UA}} di distanza, che ha un [[Periodo di rivoluzione|periodo orbitale]] di almeno 42 000 anni ed una [[Massa (fisica)|massa]] pari a {{M|1,39|ul=masse solari}}. Non è completamente chiaro se Polaris B sia effettivamente legata alla cefeide: uno studio del 2018 ha calcolato l'età di Polaris B in 2,1 miliardi di anni, notevolmente maggiore dell'età della principale, stimata in 75 milioni di anni, mentre le stelle di sistemi multipli nascono solitamente nello stesso momento dalla stessa nube molecolare. Gli autori dello studio suggeriscono due possibilità per spiegare questa discrepanza; o la componente B non è gravitazionalmente legata al sistema oppure uno delle due stelle si trova in una fase molto peculiare.<ref name=Bond2018>{{Cita pubblicazione|titolo=Hubble Space Telescope Trigonometric Parallax of Polaris B, Companion of the Nearest Cepheid|autore=Howard E. Bond|etal=si|rivista=The Astrophysical Journal|volume=853|numero=1|data=gennaio 2019|url=https://iopscience.iop.org/article/10.3847/1538-4357/aaa3f9}}</ref>
L'altra compagna, Polaris Ab, è stata scoperta per via [[spettroscopio|spettroscopica]] nel 1929, e nel 2006 è stata risolta dal [[telescopio spaziale Hubble]]. Questa componente è una [[Stella di classe F V|nana-bianco gialla di sequenza principale]] di classe F6V avente una massa 1,26 volte quella solare, distante mediamente {{M|18,5|ul=UA}} dalla principale e con un periodo orbitale di 29,6 anni<ref name="JK">{{Cita web|url=http://stars.astro.illinois.edu/sow/polaris.html|titolo=Polaris|sito=stars.astro.illinois.edu|accesso=2021-05-29}}</ref><ref name=Evans>{{cita pubblicazione|autore=N. R. Evans ''et al.''|data=2008|titolo=Direct Detection of the Close Companion of Polaris with Thehubble Space Telescope|rivista=[[Astronomical Journal|The Astronomical Journal]]|volume= 136|numero=3|p=1137|doi=10.1088/0004-6256/136/3/1137}}</ref>.
[[File:Polaris system.jpg|thumb|Rappresentazione artistica del sistema di Polaris.]]
===Variabilità===
[[File:AlphaUMiLightCurve.png|thumb|left|La [[curva di luce]] di Polaris tracciata dai dati di [[TESS]].]]
Polaris A è classificata come [[variabile Cefeide]]; la sua magnitudine varia da 1,86 a 2,13 in un periodo di 3,97 giorni<ref name="AlcyonePolaris" />.
La variabilità di Polaris è stata sospettata già nel [[1852]], e fu confermata nel [[1911]] da [[Ejnar Hertzsprung]]<ref>{{cita pubblicazione|Hertzsprung, Ejnar |data=agosto 1911|titolo=Nachweis der Veränderlichkeit von α Ursae Minoris|lingua=tedesco|rivista=[[Astronomische Nachrichten]]|volume= 189|numero=6|p=89|doi=10.1002/asna.19111890602}}</ref>. Sia l'ampiezza che la durata della variabilità sono cambiate nel corso del tempo. Prima del 1963 l'ampiezza della magnitudine era di 0,1, e continua a decrescere molto gradualmente. Dopo il [[1966]] l'ampiezza della magnitudine si ridusse rapidamente, fino a essere di 0,05 magnitudini, e da allora variò in modo irregolare su questo valore. Il periodo della variazione fino al 1963 era aumentato costantemente di 4 [[secondo|secondi]], per poi rimanere costante per tre anni e, a partire dal 1966, aumentare nuovamente, mentre misure più recenti mostrano un periodo di 3,2 secondi.
Polaris pareva, alla fine del [[XX secolo]], essere uscita dall'instabilità di stella variabile, e la tendenza riguardo alla sua fluttuazione di luminosità lasciava pensare che a breve non avrebbe più presentato variazioni rilevanti. Al contrario, è stato osservato che la variazione in luminosità di Polaris A è risalita al 4%, facendo pensare ad un nuovo ciclo d'instabilità, anche se questi cambiamenti normalmente avvengono in milioni di anni, quindi il fenomeno non appare chiaramente spiegabile sulla base delle teorie evolutive conosciute.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/scienza_e_tecnologia/stella-polare/stella-polare/stella-polare.html?ref=hpspr1| titolo =La Stella Polare sorprende: "Il suo respiro riprende vigore"| autore= Andrea Bettini| editore = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]].it| giorno=22| mese=07| anno=2008}}</ref>. Ricerche riportate dalla rivista scientifica [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[Science]] indicano che Polaris è oggi 2,5 volte più luminosa di quando la osservava [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]], quando era di una magnitudine più debole<ref>{{cita pubblicazione|autore=Irion, R.|data=2004|titolo=American astronomical society meeteng: As Inconstant as the Northern Star|rivista=[[Science]]|volume=304|numero=5678|pp=1740-1741|doi=10.1126/science.304.5678.1740b}}</ref>.
==Etimologia==
Il nome proviene dal [[lingua latina|latino]] '''Stella polaris''', letteralmente ''"Stella polare"''. Data la sua vicinanza al polo nord celeste la stella ha ricevuto vari nomi nel corso della storia; i [[Antica Grecia|naviganti greci]] la chiamavano '''Kynosoura''' o '''Cynosura''', il cui significato è ''"la coda del cane"'', o anche Fenice, o Stella Fenicia. Nell'[[Storia della Cina|antica Cina]] era conosciuta con nomi diversi, come '''Pih Keih''', '''Ta Shin''' e '''Tien Hwang Ta ti''', ''"il gran governante del cielo"''. Nel nord dell'[[India]] era conosciuta invece come '''Grahadhara''', ''"l'appoggio dei pianeti"'', mentre a [[Damasco]] la si conosceva come '''Mismar''', ''"l'ago"'', o ''"il chiodo"''<ref>{{cita libro |cognome=Allen |nome=Richard Hinckley |editore=Courier Dover Publications |titolo=Star Names — Their Lore and Meaning | url =http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Gazetteer/Topics/astronomy/_Texts/secondary/ALLSTA/home.html|accesso=8 settembre 2012|anno=1889 |lingua= inglese|isbn=0-486-21079-0 |pagina=563 |capitolo=Ursa Minor | urlcapitolo = http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Gazetteer/Topics/astronomy/_Texts/secondary/ALLSTA/Ursa_Minor*.html}}</ref>.
== Note ==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Stella polare]]
* {{STL|Sigma|Oct}}, la stella polare meridionale
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
* {{collegamenti esterni}}
*{{cita web|url=http://simbad.u-strasbg.fr/simbad/sim-id?protocol=html&Ident=polaris&NbIdent=1&Radius=2&Radius.unit=arcmin&submit=submit+id|titolo=V* alf UMi -- Classical Cepheid (delta Cep type)}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|stelle}}
[[Categoria:Stelle di classe spettrale F]]
[[Categoria:Variabili Cefeidi]]
[[Categoria:Supergiganti gialle]]
[[Categoria:Stelle triple]]
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