Laude (Jacopone da Todi): differenze tra le versioni

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Le '''''Laude''''' di [[Jacopone da Todi]] sono componimenti di tema religioso che si rifanno al genere della [[lauda]], assai diffuso in [[Umbria]] tra il [[XII secolo]] e il [[XV secolo]].
|titolo = Laude
|annoorig = 1490
|genere = lauda
|lingua = it
|altrelingue = , [[dialetti umbri|volgare umbro]]
|immagine = Iacopone da Todi – Laude, 1974 – BEIC 1851919.pdf
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Le '''''Laude''''' di [[Jacopone da Todi]] sono componimenti di tema religioso che si rifanno al genere della [[Lauda (musica)|lauda]], assaimolto diffuso in [[Umbria]] tra il [[XII secolo]] e il [[XV secolo]].
 
Al modulo popolareggiante della [[Lauda (musica)|lauda]], [[Jacopone da Todi|Jacopone]] aggiunge i toni individuali di un'anima inquieta e tormentata. Le sue 9392 laudaelaude, nella forma di ballate in [[settenario|settenari]] e [[ottonario|ottonari]], sono una rappresentazione impietosa della realtà umana e terrena, attaccata violentemente per la sua caducità e vanità.
 
Talvolta, Jacopone si limita alla denuncia commossa e ardente; altre volte, come nel ''Pianto della Madonna'' (uno dei capolavori che fanno di lui la più grande personalità della nostra storia letteraria prima di [[Dante Alighieri|Dante]]), traduce l'ansiosa passione umana in figure potentemente drammatiche, poste di fronte al mistero della saggezza divina.
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== Bibliografia critica ==
===Edizioni===
[[File:Iacopone - Laudi, adi ventotto del mese di septembre MCCCCLXXXX - 514316 00026.jpg|thumb|Edizione 1490]]
L'''[[editio princeps]]'' delle laudae jacoponiche risale al [[1490]]: ''Laude di frate Iacopone da Todi impresse per me Ser Francesco Buonaccorsi in [[Firenze]], 28 settembre 1490''. All'edizione Buonaccorsi si rifà ancora esplicitamente il primo editore novecentesco di Jacopone, G. Ferri (''Le laude secondo la stampa fiorentina del 1490'', [[Roma]], [[1910]]; ristampato nel [[1915]] presso l'editrice [[Giuseppe_Laterza_e_figli|Laterza]] di [[Bari]] nella collana "Scrittori d'italia"; ristampato ancora nel [[1930]] a cura di S. Caramella); mentre con B. Brugnoli (''Le satire di Iacopone da Todi'', [[Firenze]], [[1914]]) compare il primo "non felice tentativo parziale di [[edizione critica]]" (secondo il parere di [[Gianfranco Contini]]).
[[FIle:Paolo Uccello 040.jpg|thumb|Jacopone in un affresco di [[Paolo Uccello]]]]
L'''[[editio princeps]]'' delle laudae jacoponiche risale al [[1490]]: ''Laude di frate Iacopone da Todi impresse per me Ser Francesco Buonaccorsi in [[Firenze]], 28 settembre 1490''. All'edizione Buonaccorsi si rifà ancora esplicitamente il primo editore novecentesco di Jacopone, G. Ferri (''Le laude secondo la stampa fiorentina del 1490'', [[Roma]], [[1910]]; ristampato nel [[1915]] presso l'editrice [[Giuseppe_Laterza_e_figliGiuseppe Laterza e figli|Laterza]] di [[Bari]] nella collana "Scrittori d'italiaItalia"; ristampato ancora nel [[1930]] a cura di S. Caramella); mentre con B. Brugnoli (''Le satire di Iacopone da Todi'', [[Firenze]], [[1914]]) compare il primo "non felice tentativo parziale di [[edizione critica]]" (secondo il parere di [[Gianfranco Contini]]).
 
Le prose attribuite a Jacopone vengono pubblicate da A. Levasti nei ''Mistici del Duecento e del Trecento'', [[Milano]], [[1935]].
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Un'ulteriore [[edizione critica]] delle ''Laude'', a cura di Mancini, esce a [[Bari]] presso gli "Scrittori d'Italia" nel [[1974]].
Un'importante antologia delle ''Laude'', alla cui edizione hanno collaborato F.B. Ageno e [[Gianfranco Contini|G. Contini]], si legge nei ''Poeti del Duecento'', a cura di quest'ultimo, usciti a [[Milano]] e a [[Napoli]] nel [[1960]] per la casa editrice [[Riccardo Ricciardi editore|Ricciardi]].
La parte del laudario Urbinate che secondo Contini "per ragioni stilistiche va assegnata a Jacopone" si legge in ''Iacopone e il laudario Urbinate'', a cura di R. Bettarini, [[Firenze]], [[1969]].
Le prose latine attribuite a Iacopone di Todi si leggono anche in un'edizione a cura di Menestò, [[Bologna]], [[1979]].
 
=== Saggi ===
L'interpretazione, che possiamo grosso modo definire romantica, di uno Jacopone "primitivo", voce di una spiritualità popolare, già avallata da [[Francesco De Sanctis]] nella [[Storia_della_letteratura_italiana_Storia della letteratura italiana (Francesco_De_SanctisFrancesco De Sanctis)|Storia della letteratura italiana]], viene ripresa a fine [[Secolo XIX secolo|Ottocento]] nella celebre definizione di D'Ancona (''Jacopone da Todi: il giullare di Dio del secolo XIII'', in ''Studj sulla letteratura italiana de'primi secoli'', [[Milano]], [[1891]]), a cui farà ancora eco Parodi (''Il giullare di Dio'', in ''Poeti antichi e moderni'', [[Firenze]], [[1923]]).
 
A partire dagli [[anni 1920|anni venti]] cresce l'interesse di numerosi critici per la componente mistica dell'opera di Jacopone (Underhill, ''Jacopone da Todi poet and mistic'', [[Londra]], [[1919]]; D'Ascoli, ''Il misticismo nei canti di frate Iacopone da Todi'', [[Recanati]], [[1923]]; [[Natalino Sapegno]], ''La "santa pazzia" di Frate Iacopone e le dottrine dei mistici medioevali'', in "Archivium romanicum" VII, 1923; Novati, ''L'amor mistico in San Francesco d'Assisi ed in Jacopone da Todi'', in ''Freschi e minii del Dugento'', [[Milano]], [[1925]]; Russo, ''Iacopone da Todi mistico-poeta'', in ''Problemi di metodo critico'', [[Bari]], [[1929]]; Vinai, ''Iacopone e San Bonaventura'', in "Cultura Neolatina" I, [[1941]]).
 
Con gli interventi di [[Natalino Sapegno|Sapegno]] e Novati la figura del poeta umbro viene inquadrata sul complesso sfondo della cultura religiosa, e in particolare [[francescano|francescana]], del [[Secolo XIII|Duecento]] e del [[Secolo XIV|Trecento]] (anticipatori, in questo senso, il lavoro di Ozanam, ''Les poetes francescains en Italie au XIII siécle'', [[Parigi]], [[1859]], e l'articolo di Gottardi, ''L'albero spirituale in Iacopone da Todi'', in "Rassegna critica della letteratura italiana XX, [[1915]]).
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L'attenzione di Sapegno per l'opera jacoponica è testimoniata ancora dal volume ''Frate Iacopone'', [[Torino]], [[1926]], e dal saggio ''Problemi di critica jacoponiana'', in "Civiltà moderna" II, [[1930]].
 
Non più "giullare di Dio" dunque, ma "poeta e mistico", o semplicemente "poeta", come lo definiscono Russo (''Iacopone da Todi poeta'', in "Belfagor" 6, [[1952]]) e Monteverdi nel suo intervento al primo convegno del Centro di studi sulla spiritualità medioevale (pubblicato in ''Iacopone e il suo tempo (13-[[15 ottobre]] [[1957]])'', [[Todi]], [[1959]], liquidando così definitivamente la concezione "primitivista" di D'Ancona. In seguito Cudini (''Saggio per l'aggiunta di due laude extravaganti alla vulgata iacoponica'', in "[[La Rassegna della letteratura italiana]]" LXIX, [[1965]]) e Tappa, (''Contatti fra la poesia di Iacopone da Todi e la lirica siciliana e provenzale'', in "Testo" II, [[1981]]) contribuiranno ad allargare l'orizzonte culturale di questo poeta che fu, come scrive Contini nella ''[[Letteratura Italiana delle Origini]]'', "in possesso di buona cultura, fosse pure per rifiutarla".
 
Numerosi gli interventi di Franca B. Ageno sul poeta di [[Todi]]; (''Per un commento a Iacopone'', in "Convivium", [[1950]]; ''Questioni di autenticità nel laudario iacoponico'', in "Convivium", N.S. VII, [[1952]]; ''Per il testo di "Donna de paradiso"'', in "Rassegna letteraria italiana" LVII, [[1953]]): saggi che si possono leggere come preliminari all'[[edizione critica]] del [[1960]], (già preannunciata da [[Gianfranco Contini|Contini]], ''Per l'edizione critica di Iacopone'', ibid.). In seguito l'articolo ''Sull'invettiva di Iacopone da Todi contro Bonifacio VIII'', in "Lettere italiane" XVI, [[Firenze]], [[1964]], prende le mosse dalla lauda ''O papa Bonifazio - molto hai iocato al monno'' per calare la figura e l'opera di Jacopone nel burrascoso scenario della lotta tra Conventuali e Spirituali, dell'assedio di [[Palestrina]] e dello "schiaffo" di [[Anagni]].
 
Alle vicende dell'ordine francescano accordano largo spazio anche [[Arsenio Frugoni]] (''Iacopone francescano'', ne "[[Il Veltro]]" I, [[1957]]) e S. Cristaldi (''Iacopone da Todi e la povertà francescana'', negli "Atti dell'[[Accademia Nazionale dei Lincei]] (Classe di Scienze morali, storiche e filologiche)" CCCLXXVII ([[1981]]), vol.XXXVI).
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Nella'' Letteratura religiosa del Duecento e del Trecento'', [[Firenze]], [[1967]], G. Getto approfondisce soprattutto la componente realista nell'opera jacoponica (il titolo del capitolo a lui dedicato è ''Il realismo di Iacopone da Todi'').
 
L'edizione manciniana delle ''Laude'' nel [[1974]] è preceduta da numerosi interventi dello studioso, tra i quali: ''Per una nota agiografica su Jacopone da Todi'', in "Convivium", [[1951]]; ''Due postille iacoponiche'', in "Convivium", N.S. VII, [[1952]]; ''La prigionia di Iacopone e l<nowiki>' </nowiki>'empiasto' di fra Gentile'', in "Rassegna della letteratura italiana", [[1960]]; ''Testimonianze e documenti per un laudario iacoponico del Trecento'', in "[[Lettere italiane]]" XV, [[1963]], e il ''Saggio per l'aggiunta di due laude extravaganti alla vulgata iacoponica'', in "Rassegna della letteratura italiana" LXIX, [[1965]]: quest'ultimo si sofferma, come già un decennio prima qualche articolo di F.B.Ageno, su questioni di attribuzione. ("Mettere ordine nel laudario, espellerne i numerosi apocrifi, recuperare le non poche laude che corrono anonime, è stato ed è compito, arduo quanto appassionante, della nuova [[filologia]]", aveva affermato Contini). Mancini è tra i relatori del Convegno storico Iacoponico del [[1980]] (''Tradizione e innovazione in "Donna de Paradiso"'', in ''Atti del Convegno storico Iacoponico. [[Todi]] 29-[[30 novembre]] [[1980]]'', [[Firenze]] 1981).
 
Alla figura ed all'opera di Jacopone dedicano naturalmente un paragrafo tutte le Storie della [[letteratura italiana]], a partire dalla [[vallardiAntonio Vallardi Editore|vallardiana]]ana ''Storia letteraria d'Italia'', nel volume ''Il Duecento'' di G.Bertoni ([[Milano]], [[1939]]; cap. XII: ''La lirica religiosa''). Nella ''Storia della letteratura italiana'' di F.Flora ([[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]], [[1940]], si parla di Jacopone nel cap. ''Gli umbri e la poesia religiosa'', vol.I, paggpag.53-63. Nell'omonima Storia [[Garzanti Editore|Garzanti]] ([[Milano]], [[1976]]), G. Petrocchi è l'autore del capitolo su ''La letteratura religiosa'' (vol.I, paggpag.692-706). Il primo volume della ''Letteratura Italiana. Storia e Testi'' ([[Giuseppe_Laterza_e_figliGiuseppe Laterza e figli|Laterza]], [[Bari]], [[1970]]-80), curato da [[Emilio Pasquini]] e A. E . Quaglio, dedica a Jacopone un'ampia antologia di testi nel cap. V, ''La Lauda'' (paggpag. 493-541). Nella collana Marzorati di ''Orientamenti culturali'' Maria Sticco traccia una [[biografia]] ed un profilo dell'opera di Jacopone in un capitolo a lui dedicato nei ''Minori'' ([[Milano]], [[1961]]; vol.I, pagg. 129-159). F.Bruni, infine, è autore del cap. ''Jacopone, la lauda e la letteratura religiosa'' nella ''Storia della civiltà letteraria italiana'' [[UTET]], [[Torino]], [[1990]] (Vol. I, pagg. 121-153).
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [https://web.archive.org/web/20060508093705/http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia/catalogo/browse/autore-autore.xq?autore=Iacopone%20da%20Todi ''Laude''] ([[1974]]) e ''Le laude'' ([[1915]] e [[1930]]), testi integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]]
*{{collegamento interrotto|1=[httphttps://knol.google.com/k/paolo-canettieri/le-laude-di-iacopone-da-todi/vyvpjuoxc2n0/17# "Introduzione e Commento delle Laude] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}
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[[Categoria:ComponimentiOpere poeticidi italianiJacopone da Todi]]
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