La terra desolata: differenze tra le versioni
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|titolo = La terra desolata
|titoloorig = The Waste Land
|titolialt = La terra devastata
|titoloalfa = Terra desolata
|immagine = The waste land(1922)Eliot Boni.djvu{{!}}page=9
|didascalia = Frontespizio della versione in volume (dicembre 1922)
|autore =
|annoorig = 1922
|annoita =
|genere = [[poesia]]
|sottogenere = [[poemetto]]
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}}
'''''La terra desolata''''' (''The Waste Land'') è un poemetto del 1922 di [[T. S. Eliot]]. È probabilmente l'opera più celebre del poeta anglo-americano, vissuto tra [[XIX secolo|Ottocento]] e [[XX secolo|Novecento]], ed è considerata uno dei capolavori della [[modernismo (letteratura)|poesia modernista]]. La prima pubblicazione
== Storia editoriale ==
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=== Titolo ===
== Contenuti ==
In effetti, in questo poemetto ci sono voci diverse di diverse persone che parlano talvolta lingue diverse: il primo titolo di una sezione introduttiva, divisa in due parti e soppressa per consiglio di Pound, era "He Do the Police In Different Voices", una frase di [[Charles Dickens]] (tratta dal suo romanzo ''Our Mutual Friend'') che significa "rifà la polizia con voci diverse", detto di un ragazzo che sapeva leggere in modo particolarmente vivace le notizie di cronaca nera sul quotidiano. Le diverse voci possono essere di personaggi (come Marie, la nobildonna lituana che parla per prima nel poemetto, o la coppia di sposi nella seconda sezione), oppure citazioni delle più disparate opere letterarie e artistiche in generale (nel poemetto si trovano versi di [[Dante Alighieri|Dante]], [[Charles Baudelaire|Baudelaire]], [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]] e numerosi altri poeti, ma anche brani del ''[[Tristano e Isotta (opera)|Tristano e Isotta]]'' di [[Richard Wagner]]). Tra le voci si distingue quella di [[Tiresia]], che funge da [[alter ego]] del poeta, ma è al tempo stesso il personaggio ripreso dall'[[
Il poemetto è diviso in cinque movimenti, tanto che alcuni studiosi lo hanno paragonato a una sinfonia, o un quartetto per archi (la struttura in cinque parti torna non a caso nell'ultima grande opera poetica di Eliot, i [[Quattro quartetti]]).
L'epigrafe in apertura del poema doveva essere ''“The horror! The horror!”'' (''"L'orrore, l'orrore!"''), da ''[[Cuore di tenebra]]'' di [[Joseph Conrad]], ma [[Ezra Pound]], che non stimava affatto Conrad, dissuase il poeta: fu così che il [[poemetto]] si aprì con un frammento dal ''[[Satyricon]]'', in ogni caso assai adatto. La [[Sibilla]] di cui parla la citazione è naturalmente la profetessa greca che risiedeva a [[Cuma]], celebre per gli oracoli enigmatici. La sua aspirazione più profonda era quella di invecchiare senza mai morire: il dio [[Apollo]] esaudì il suo desiderio, ma la sua vita - secondo [[Petronio Arbitro|Petronio]] - divenne un'agonia di noia, poiché essa, rinsecchita e chiusa in un'ampolla, veniva tormentata da gruppi di ragazzi fastidiosi. Il testo di Petronio è formato da frasi in latino e in greco, il che allude alla mescolanza di lingue (di nuovo le ''"different voices"'' di Dickens) che attraversa il poemetto.
''“Il miglior fabbro”'' è un verso di Dante ([[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]] XXVI, 117) che elogia la maestria del poeta provenzale [[Arnaut Daniel]]. Questa dedica all'amico Ezra Pound, poeta modernista egli stesso, fu aggiunta da Eliot nel [[1923]] come segno di gratitudine per l'aiuto nei tagli del poemetto stesso.
''The Waste Land'' è un prestito da [[Jessie Weston]], autrice di ''From
=== I. La sepoltura dei morti ===
Il poemetto si apre con l'inizio della primavera, un evento festoso (finisce la penuria invernale di cibo, torna la stagione dei frutti e delle messi). Per Eliot, con una tipica ironia modernista, "aprile è il mese più crudele": davanti al rifiorire della natura, l'uomo moderno, vuoto e senza scopo, sente in modo ancor più doloroso la propria sterilità interiore. I lillà sono un [[correlativo oggettivo]] per indicare il ricordo, il passato e sono i fiori connessi con i riti della fertilità.
Segue un flashback che ci riporta al clima dell'[[Europa centrale]] intorno alla [[prima guerra mondiale]], con un chiaro riferimento alla [[Rivoluzione russa]] al verso 12. L'eleganza delle persone che frequentano i luoghi più alla moda dell'Europa rivela un'ansia comunicata grazie ai bruschi cambiamenti di sintassi. Il primo dei numerosi personaggi che popolano il poemetto è Marie, che è stata identificata come la contessa [[Maria Luisa Larisch-Wallersee]]<ref>Dieter Fuchs, '''''MYTH TODAY: The Bavarian-Austrian subtext of T.S. Eliot "The Wasteland"'', in ''Poetica'', n. 44, 2012, p.382.</ref>, nipote dell'Imperatrice d'Austria [[Elisabetta di Baviera]], che il giovane Eliot avrebbe conosciuto a Monaco proprio nell'[[Hofgarten (Monaco di Baviera)]] citato al v.10.<ref>Susan Stewart, ''The Ruins Lesson'', 2020, p. 263.</ref>
Le allusioni all'[[Antico Testamento]] (v. 20: [[Ezechiele (profeta)|Ezechiele]] predica contro la malvagità degli Israeliti, v. 22: [[Dio]] dice ad Ezechiele che romperà gli idoli eretti da [[Israele]] a falsi dèi) offrono un parallelo tra la domanda di Ezechiele “Figliuol d'uomo, queste ossa possono vivere?” e quella del poeta che chiede al lettore “quali rami crescono su queste macerie?”, una domanda retorica, dato che quest'ultimo conosce soltanto “un mucchio di frante immagini, dove batte il sole, e l'albero secco non dà riparo, e il canto del grillo non dà ristoro”. L'appassionato ma condannato amore di [[Tristano e Isotta]] è preso a modello universale, in modo da ridimensionare il moderno concetto di questo sentimento.
Alle citazioni da Wagner (in tedesco) segue un excursus ironico sulle figure profetiche personificate da Madame Sosostris, una chiromante dal nome che sembra una banale imitazione di qualche dea egiziana, nonostante le sue predizioni si rivelino vere. Qui Eliot ha l'opportunità di inserire un altro importante tema del poemetto, quello dei tarocchi e dei loro simboli. La Belladonna è un veleno, mentre la dama delle rocce rimanda alla Monna Lisa per la sua enigmaticità. Il mercante con un occhio solo si riferisce a Mr Eugenedes, oltre che alla figura del Jack.
In seguito il poeta si riferisce alla [[Città di Londra|City]], il quartiere finanziario di [[Londra]], simbolo dell'aridità del [[capitalismo]] e della società moderna. La critica alla City riprende gli stilemi provenienti da Baudelaire e Dante. Il poeta considera i suoi cittadini, bloccati in una routine distruttiva, paragonandoli dapprima agli ignavi dell'Inferno, a causa della loro totale indifferenza nei confronti del prossimo, e successivamente alle anime del limbo che, come loro, sperano in una vita migliore, ma non hanno alcuna speranza di cambiare la loro statica routine.
La figura di Stetson è paragonabile a quella dell'amico [[Ezra Pound]] che usava portare un cappello Stetson. Con il riferimento alla [[Prima guerra punica]] Eliot intende universalizzare il problema, che altrimenti rimarrebbe legato alla città di Londra. Questa sezione si conclude con un riferimento alla prefazione de ''[[I fiori del male]]'' di Baudelaire "Au lecteur" che descrive l'uomo affondato nella stupidità, nel peccato e votato al male, ma, tuttavia, il peggior mostro del serraglio infame dei suoi traviamenti è la Noia, definita come "monstre delicat". "Tu,
▲Questa sezione si conclude con un riferimento alla prefazione de ''[[I fiori del male]]'' di Baudelaire "Au lecteur" che descrive l'uomo affondato nella stupidità, nel peccato e votato al male, ma, tuttavia, il peggior mostro del serraglio infame dei suoi traviamenti è la Noia, definita come "monstre delicat". "Tu, lettor, lo conosci quel mostro delicato, ipocrita lettore, mio pari, mio fratello!"
Il cadavere che Stetson ha sotterrato dovrà germogliare e dunque permettere la rinascita dell'uomo; il Cane dovrà però essere tenuto lontano in quanto disotterrandolo ne impedirebbe la rinascita (''contra'' A. Serpieri, secondo il quale sarebbe il dissotterramento ad avviare il ciclo della vita). È quello che l'uomo in fondo si augura: preferisce restare con la propria coscienza addormentata, in quell'inverno che lo tiene al caldo, coperto 'di neve immemore', correlativo oggettivo della coscienza ottenebrata. Ed infatti il lettore è 'ipocrita', complice e fratello del poeta, che ha appena definito l'aprile come il mese più crudele, proprio perché con la primavera determina il risveglio della natura (ovvero della coscienza) dando impulso alla rigenerazione della vita.
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La conversazione delle due donne, inoltre, accenna alla [[prima guerra mondiale]] e alle sue conseguenze, perché il marito di una delle due è stato da poco smobilitato, e non è più lo stesso uomo di prima (accenno probabilmente ai problemi psicologici dei reduci).
I rapporti tra uomo e donna sono considerati sterili in questa Terra, poiché manca la comunicazione, sia verbale che sessuale. La frequente richiesta del barista enfatizza la pressione del tempo che scorre, fino ad arrivare all'addio di [[Ofelia (Amleto)|Ofelia]], preso dall{{'}}''[[Amleto]]'', “Good night, ladies, good night, sweet ladies, good night, good night”.
=== III. Il sermone del fuoco ===
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Il tema della decadenza è ripreso con la visione di Londra, che ha perso tutto il suo fascino spirituale: anche il mercante di [[Smirne]] è la versione decadente dei commercianti fenici che, secondo la Weston, diffusero la conoscenza dei riti della fertilità (l'hotel Metropole citato nella poesia era un noto ritrovo per incontri omosessuali, quindi per una forma di sessualità che non dà progenie, torna il tema della sterilità).
In questo contesto si inserisce il [[
La figura di [[Tiresia]] riprende il filone profetico, essendo quest'ultimo il massimo dei profeti del mondo classico. Poiché aveva infastidito due serpenti mentre questi copulavano, fu trasformato in donna, fino tornare uomo dopo sette anni. Intanto, [[Giove (divinità)|Giove]] e [[Giunone]] stavano discutendo quale dei due sessi godesse di più nell'atto sessuale: lo chiesero a Tiresia, ed egli rispose che a godere di più era la donna. Giunone, in collera, lo condannò alla cecità, ma Giove lo premiò concedendogli il dono di vedere il futuro.
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La sezione tra i versi 215 e 248 è narrata da [[Tiresia]]. La scena descritta è lo squallido incontro di due amanti: lei, “stanca e annoiata”, è indifferente alle provocazioni di lui, “uno degli umili a cui la sicurezza s'addice come un cappello di seta su un milionario di Bradford”, una città famosa per aver sfruttato l'industria bellica durante la prima guerra mondiale; l'ora di sesso si consuma in breve, e al risveglio la donna non si preoccupa dell'assenza dell'amante, ma “mette al grammofono un'aria di danza”.
La musica da ballo, con cui la donna anestetizza i suoi sentimenti, pervade la città ed è un freddo ricordo dell'insensibilità umana. La descrizione del Tamigi evoca da un lato la celebrazione dell'oro del [[Reno]] da parte di [[Richard Wagner|Wagner]] (quindi anche la musica del grande compositore tedesco, contrapposta alla musica pop suonata dal grammofono della donna), da un altro l'ammonimento di [[Joseph Conrad]], autore ammirato da Eliot, sulla depravazione umana, che può arrivare ad annullare l'intera civiltà.
Seguono le tre “ninfe” del [[Tamigi]], che raccontano la stessa storia di profanazione sessuale e confusione, ma sembrano non avere alcuna speranza nei confronti di una nuova vita, e formano un climax di degradazione.
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Tòpos del canto è, in contrapposizione al fuoco, simbolo di lussuria e di depravazione, l'acqua, che invece infonde un senso di purezza.
Un marinaio morto, dai tratti che sembrano quelli del Vecchio Marinaio di [[Samuel Taylor Coleridge|Coleridge]], racconta la storia di un'uscita per andare a pescare finita in tragedia. L'episodio ha molti collegamenti con il viaggio di Ulisse come lo avevano immaginato Dante e [[Alfred Tennyson|Tennyson]], ovvero un viaggio a cui Ulisse era stato spinto dall'insaziabile curiosità: insaziabile perché neppure di fronte alla morte il marinaio si arrenderà, non riuscendo ad accettare neppure la vecchiaia. Connettere Ulisse a un marinaio fenicio non è poi tanto strano: scrivendo il suo [[Ulisse (Joyce)|Ulisse]], [[James Joyce|Joyce]] era stato ispirato dall'idea che dietro la figura del navigatore greco ci fosse una più antica leggenda di origine semitica, la storia di un marinaio fenicio; infatti, nel romanzo di Joyce, Ulisse è incarnato da un irlandese di discendenza ebraica, Leopold Bloom.
La morte di Fleba, “che un tempo è stato bello e ben fatto”, ne purifica la vita trascorsa secondo la logica del “guadagno e della perdita”. L'intero canto è un ammonimento al lettore: chiunque cada nella tentazione si perde in quei gorghi che spolpano le ossa in sussurri, ponendo un termine alla sua futile vita.
Dietro la figura di Fleba il Fenicio si può vedere anche il tema degli dèi morenti, Osiride in particolar modo.
Questa sezione è stata interpretata in due modi: o significa morte per acqua senza resurrezione o simboleggia la morte sacrificale che precede la rinascita. La maggior parte dei critici, però,
=== V. Ciò che disse il tuono ===
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Gli abitanti della terra desolata accettano un tipo di vita minimale senza la speranza di una resurrezione: sono uomini vuoti, cui solo il distante brontolio di un tuono suggerisce la primavera. Eliot descrive il viaggio attraverso la Terra Desolata di due cavalieri alla ricerca del Sacro Graal; essi sono intimoriti dall'apparente malevolenza di questo territorio così inospitale.
Grazie alle note lasciate dal poeta stesso, si capisce che dietro questa vicenda si nasconde il viaggio verso [[Emmaus]] e la decadenza dell'Europa orientale, che ha il suo epicentro nella Russia del 1917: la rivoluzione comunista offre profezie deludenti alle cieche masse, che ora vacillano nel loro deserto spirituale. Lo stesso concetto troviamo espresso in un'opera di [[
I pellegrini alla ricerca del Graal credono di essere accompagnati da una terza persona, come avvenne a [[Ernest Shackleton|Ernest Henry Shackleton]] nella sua [[Spedizione Endurance|spedizione]] in [[Antartide]]. Eliot stesso in una nota scrive di essersi ispirato a un resoconto della spedizione di Shackleton in cui si riferiva che ''"il gruppo degli esploratori, allo stremo delle forze, aveva continuamente l'illusione che ci fosse una persona in più di quante non se ne potessero effettivamente contare."''<ref>T. S. Eliot, ''La terra desolata'', Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 1985 (int., trad. e note di Alessandro Serpieri) p. 118</ref>
La “materna lamentazione” ci ricorda le parole di Gesù: “figlie di [[Gerusalemme]], non piangete per me, ma per voi stesse e per i vostri figli”.
Vengono descritti tutti gli orribili dettagli del viaggio dei cavalieri, che sono scherniti da eco e allucinazioni: stanno per impazzire, quando un lampo annuncia loro l'arrivo della pioggia tanto attesa. Nei versi compresi tra il 395 e il 422 Eliot critica lo
Il canto del gallo è il risveglio della coscienza umana reso possibile dalle parole in sanscrito del tuono. Queste formule fanno parte delle [[Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad]], e iniziano tutte con “Da”, la radice delle parole sanscrite dell'area semantica di “dare”, ma anche il suono onomatopeico del tuono.
Il poemetto termina, dunque, dopo i toni surrealistici e apocalittici, con
== Temi principali ==
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Nel testo sono individuabili alcuni fondamentali nuclei tematici, che spesso corrispondono a miti tratti dalla tradizione occidentale (ma non solo, visto che la ''Terra desolata'' è intessuta di riferimenti al buddismo, in special modo nell'ultima sezione). Essi sono:
* Il mito del Graal e la ''queste'' del cavaliere Parsifal (ripresa, tra l'altro, dal [[
* I riti di fertilità descritti nel trattato di antropologia [[Il ramo d'oro]] di Sir [[James George Frazer|James Frazer]], che [[T. S. Eliot|Thomas Stearns Eliot]] aveva letto con grande interesse, nei quali il sacrificio di un dio (p.es. l'egizio Osiride, ma anche Cristo) riporta la fertilità, e quindi la vita, al popolo che lo adora. I riti sono rievocati nel contesto di un mondo contemporaneo che è marcato da sterilità spirituale; quest'ultima s'incarna nel poemetto in una serie di figure di matrimoni e coppie sterili.
* I tarocchi, che un saggio della scrittrice inglese Jessie Weston (intitolato ''From Ritual to Romance'') aveva riconnesso al ciclo di leggende arturiane e al mito del Graal. Va detto che oltre ai veri arcani maggiori Eliot inserisce nel poemetto per la maggior parte carte di sua invenzione.
* La simbologia primaverile, che ritorna frequentemente nella letteratura inglese, a partire dai ''[[I racconti di Canterbury (poema)|I racconti di Canterbury]]'' di [[Geoffrey Chaucer]]. La primavera nella Terra desolata però non porta fertilità e vita, e la quinta parte è in parte ambientata in un deserto, in parte segnata dall'attesa ansiosa della pioggia rigeneratrice (quella cantata da Chaucer nel suo poema) che però non arriva.
* Lo squallore e l'alienazione della vita metropolitana nell'età moderna, contrapposta ironicamente al mito e ai grandi classici della letteratura antica. Nelle loro incarnazioni moderne le figure della tradizione occidentale, come Tiresia, o il [[Re Pescatore]], subiscono inesorabilmente un degrado.
Il poemetto, nonostante
== Influenza nella cultura di massa ==
* Brani di ''La terra desolata'' sono letti dal Colonnello Kurtz nel film [[Apocalypse Now]], di [[Francis Ford Coppola]], come altri brani di Eliot tratti dalla poesia ''[[Gli uomini vuoti]]'', mentre viene ripresa, tra i libri letti da Kurtz, la copertina del libro di [[Jessie Weston]], ''[[From Ritual to Romance]]'', {{cn|al quale Eliot si ispira per La terra desolata.}}
*[[Francesco Guccini]] cita ''La terra desolata'' di Eliot nella sua ''Canzone dei dodici mesi''.
* Nel 1969 i [[Deep Purple]] fecero un riferimento alla Sepoltura dei Morti per la traccia ''April'' dell'omonimo album [[Deep Purple (album)|''Deep Purple'']].
* Nel 1971 i [[Pooh]] si ispirano al poemetto per il brano ''Terra desolata'', quarta traccia dell'album ''[[Opera prima]]''.
* Nel 1973 i [[Genesis]] fecero chiaramente riferimento all'opera nella citazione alla figura di [[Tiresia]], nel brano ''The Cinema Show'', tratto da ''[[Selling England by the Pound]]''.
* Nel 1975 gli [[Stormy Six]] includono il brano ''La sepoltura dei morti'', ispirato all'omonimo passaggio di Eliot nel loro disco
* [[Jovanotti]] ha dichiarato di aver scritto il brano del 2011 ''[[La notte dei desideri (Jovanotti)|La notte dei desideri]]'' dopo aver letto l'opera, citandola anche all'interno del testo della canzone.
* I [[Pet Shop Boys]] affermano di essersi ispirati a questo poema nello scrivere il testo del brano [[West End Girls]].
* Alcuni versi dell'opera vengono riportati durante la sequenza nel deserto del videogioco ''[[Uncharted 3: L'inganno di Drake]]''.
* [[Stephen King]] si è ispirato al poema di Eliot per la saga de [[La torre nera]].
* Claudio Risé, ne dà un'interpretazione secondo la psicologia analitica junghiana e la mitoanalisi in: ''Vita selvatica. Manuale di sopravvivenza alla modernità'' (con Francesco Borgonovo). Lindau, 2017, ISBN 978-88-6708-669-6 e in: ''Parsifal. L'iniziazione maschile all'amore''. Editrice La Scuola, 2016, ISBN 978-88-350-4348-5
* Le parole di Tiresia del [[#III. Il sermone del fuoco|sermone del fuoco]] sono declamate dallo spirito dell'indovino di Kattegat che parla a Bjorn nell'episodio ''[[Episodi di Vikings (sesta stagione)#Il profeta|Il profeta]]'' della serie televisiva ''[[Vikings]]''.
* Nel 2019, Hozier ha pubblicato il suo secondo album, dal titolo ''Wasteland, Baby!'' L'influenza della poesia di Eliot si rinviene nelle tematiche dell'album, oltre che nel titolo.
== Note ==▼
* Nel 2022, la band heavy metal italiana [[Stranger Vision]] ha pubblicato ''Wasteland'', un concept album interamente ispirato al poemetto di Eliot.<ref>{{Cita web|url=http://www.metallized.it/recensione.php?id=19248|titolo=Recensione Stranger Vision - Wasteland|cognome=Calloni|nome=Simone|sito=Metallized.it|lingua=IT|accesso=2022-12-09}}</ref>
<references/>▼
== Edizioni ==
* {{Cita libro|lingua=en|editore=Horace Liveright|cognome=T. S. Eliot|titolo=Waste Land|città=New York|accesso=14 aprile 2015|data=1922|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=2624597&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL7&pds_handle=}}
===
* {{cita libro|trad=[[Luigi Berti (scrittore)|Luigi Berti]]|titolo=Poesie|anno=1935|editore=Guanda|città=Parma|oclc=878305656|sbn=UFI0242298}}
* ''Sulla poesia e sui poeti'', trad. di [[Alfredo Giuliani]], Milano, Bompiani, 1960; Milano, Garzanti, 1975.
* ''Poesie'', prefazione e trad. di [[Roberto Sanesi]], Milano
* ''La terra desolata. Frammento di un agone. Marcia trionfale'',
* ''T. S. Eliot tradotto da
* ''Ezra Pound: metrica e poesia'', a cura di Laura Caretti, Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1967.
* ''La terra desolata'', trad. di [[Elio Chinol]], con 11 disegni di [[Ernesto Treccani]], Ravenna, Loperfido, 1972; a cura di R. Pretto, Interno Poesia Editore, 2022, ISBN 978-88-855-8381-8.
* ''La terra desolata'',
* ''La terra desolata'', trad. e cura di [[Angelo Tonelli]], Collezione Lekythos n. 15, Milano, Crocetti, 1992; Introduzione di [[Czesław Miłosz]], Milano, Feltrinelli, 1995; versione riveduta, Milano, Feltrinelli, 2005.
*in ''Opere
* {{cita libro|autore=T. S. Eliot|altri=a cura e traduzione di [[Massimo Bacigalupo]]|titolo=Poesie (1905-1920)|url=https://archive.org/details/poesie190519200000elio|anno=1995|editore=Newton Compton|città=Roma|oclc=860269357|sbn=MIL0347504|isbn=9788881830169}}
* ''La terra desolata'', tradotto da Erminia Passannanti, Mask Press Oxford, 2011, ISBN 978-1-4812-7723-5.▼
* ''La terra desolata'', a cura di Giuseppe Massara, con una nota di [[Nadia Fusini]], Brescia, L'Obliquo, 2002.
* {{Cita libro|titolo=La terra desolata|trad=Carlo Franzini|edizione=Collana classici|editore=Book edizioni|anno=2013|isbn=978-88-723-2694-7}}
▲* ''La terra desolata'',
* {{cita libro|trad=Aimara Garlaschelli|altri=introduzione di Anthony Leonard Johnson|titolo=La terra desolata|anno=2018|editore=Edizioni ETS|città=Pisa|isbn=978-88-467-4952-9}}
* {{Cita libro|titolo=La terra desolata|altri=Introduzione e trad. di Martina Belelli|editore=Santelli|anno=2019|isbn=978-88-312-5523-3}}
* {{cita libro|titolo=La terra devastata|altri=trad. e cura di Carmen Gallo|edizione=Collana La Cultura|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=2021|isbn=978-88-428-2910-2}}
* {{Cita libro|titolo=La terra desolata|altri=a cura di Sara Ventroni|edizione=Collana Poesia|editore=Ponte alle Grazie|città=Milano|anno=2022|isbn=978-88-333-1909-4}}
▲== Note ==
▲<references/>
== Voci correlate ==
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* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.bartleby.com/201/1.html|Testo completo e annotato in inglese su Bartleby.com}}
* {{
* {{cita web|http://www.limbasarda.it/ita/lette/lete_deso.html|Testo completo in sardo del poema}}
* {{cita web
* {{cita web|http://eliotswasteland.tripod.com/|Testo integrale}}
* {{cita web|http://world.std.com/~raparker/exploring/thewasteland/explore.html|Commenti e studi|lingua=en}}
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