Palazzo Davanzati: differenze tra le versioni
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{{Museo
|Nome = Museo di Palazzo Davanzati<br />(Museo della casa fiorentina antica)
|Stato = Italia
|Località = Firenze
|Tipologia = [[Arte]], [[Architettura]]
|Data di fondazione = 1350 circa
|Proprietà = Stato Italiano
|Gestione = Musei del Bargello
|Direttore = Paola d'Agostino
|Visitatori = 9.597
|Anno visitatori = 2022
|Sito = https://www.bargellomusei.beniculturali.it
|Note visitatori = <ref name="Visitatori e introiti dei musei">Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, [http://www.statistica.beniculturali.it/rilevazioni/musei/Anno%202014/MUSEI_TAVOLA7_2014.pdf Visitatori e introiti dei musei]</ref>
}}
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[[File:Palazzo davanzati 1880.jpg|thumb|Il palazzo nel 1880, con le botteghe al piano terra]]
Il palazzo rappresenta un ottimo esempio di architettura residenziale fiorentina del [[Trecento]], costruito verso la metà del secolo dalla famiglia Davizzi, mercanti benestanti dell'[[arte di Calimala]] (o dei Mercantanti). Fu residenza degli Ufficiali della Decima (l'ufficio che raccoglieva le denunce delle proprietà private per l'applicazione delle tasse), poi passò nel 1516 ai [[bartolini Salimbeni|Bartolini]], e da questi fu venduto nel 1578 a [[Bernardo Davanzati]], famoso storico e letterato, la cui [[Davanzati|famiglia]] si estinse nel 1838. Il palazzo godette di un certo splendore alla fine del Settecento, quando ospitò l'[[Accademia degli Armonici]], alla quale parteciparono compositori come [[Luigi Cherubini]] e [[Pietro Nardini]].
Quando l'ultimo esponente dei Davanzati, Carlo, si suicidò nel 1838, l'immobile fu poco dopo suddiviso in più quartieri e soffrì, oltre a svariate manomissioni, di un progressivo abbandono, fatta eccezione per alcuni interventi di restauro promossi attorno al 1884 dalla proprietà Orfei. Nel 1902, una stanza del palazzo fu presa in affitto da [[Giovanni Papini]] e [[Giuseppe Prezzolini]], insieme a [[Giovanni Costetti]], [[Adolfo De Carolis]], [[Alfredo Bona]], [[Ernesto Macinai]], [[Giuseppe Antonio Borgese]], per fondarvi la [[rivista letteraria]] ''[[Leonardo (rivista)|Il Leonardo]]''<ref>[[Giovanni Papini]], ''Palazzo Davanzati'', in: ''Id.'', ''[[Un uomo finito]]'', 1913, p. 80.</ref>, edita dalla [[Vallecchi]], di cui furono pubblicati venticinque fascicoli, dal 4 gennaio 1903 all'agosto 1907<ref>[[Giovanni Papini]], ''Palazzo Davanzati'', in: ''Id.'', ''[[Un uomo finito]]'', 1913, p. 81.</ref>. Fu proprio Papini a testimoniare lo stato di degrado dell'edificio nelle pagine di ''Un uomo finito'': «tutto sudicio e buio, colle scale mezze rovinate, i muri graffiati; i ballatoi murati a metà e il gran cortile pieno di svolte a sghembo, d'angoli pisciosi e di casse abbandonate»<ref>''Lettera di Prezzolini a Papini 9PPr'', datata Firenze, 29 novembre [[1902]]; in: Giovanni Papini e [[Giuseppe Prezzolini]], ''Carteggio. I, 1900–1907. Dagli «Uomini Liberi» alla fine del «Leonardo»'', [[Edizioni di Storia e Letteratura]], 2003, n. 93, p. 216.</ref>.
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Nel 1920 la casa era stata riarredata e di nuovo il mobilio fu oggetto di vendita nel [[1924]], ma questa volta invece di andare disperso venne acquistato dagli antiquari di origine egiziana Vitale e Leopoldo Bengujat, che affittarono anche l'edificio e di lì a poco lo acquistarono (1926), facilitati da una serie di sfortune commerciali del Volpi. Nel [[1934]] l'arredo venne venduto all'asta e acquistato dalla Spanish Art Gallery.
Successivamente, "allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]], il palazzo, oramai di proprietà di un gruppo antiquario londinese, fu requisito e dato in gestione al [[Monte dei Paschi]]: fu adibito a ufficio di carte annonarie e di controllo dei consumi del Comune di Firenze; ufficio impianti elettrici delle Ferrovie dello Stato; Commissione provinciale di Censura. Alla fine della guerra il palazzo venne reso al proprietario e tramite il conte [[Alessandro Contini Bonacossi]] venne acquistato dallo Stato nel 1951"<ref>Mazzino Fossi</ref>.
Destinato a ospitare il Museo dell'Antica Casa Fiorentina, inaugurato nel 1956, il palazzo conobbe nuovi restauri diretti da Alfredo Barbacci, ed ebbe un nuovo arredamento per le cure di Filippo Rossi e [[Luciano Berti]], vedendo qui confluire dipinti, arredi e oggetti d'uso domestico dal [[Museo Nazionale del Bargello]], dalle Gallerie fiorentine e da donazioni di privati.
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Varcata la soglia del portone si accede a un vano che anticamente era la loggia privata della famiglia, aperta sulla strada. Nel tempo qui furono anche tenute delle botteghe, tamponandone le aperture.
È coperta da [[Volta a crociera|volte a crociera]] e divisa in tre [[campate]]. Sul soffitto si vedono quattro piombatoi di difesa, aperture con le quali si poteva sorvegliare dal primo piano la loggia e scacciare eventuali aggressori gettando proiettili e liquidi bollenti. Sulla parete frontale si vede dipinto uno stemma dei [[Corbinelli (famiglia)|Corbinelli]] e altri stemmi dei [[Davizzi]]. Frammenti di pitture parietali staccati, del tutto simili a quelli delle stanza del palazzo nelle sale superiori, provengono dalle case dei Davanzati, dei Pilli e dei Lamberti che, un tempo nei vicoli attigui, vennero demolite durante il [[Risanamento di Firenze]]. Due lapidi in marmo ricordano i lavori di ripristino dell'epoca di [[Elia Volpi]]. Nelle vetrine si trovano alcune memorie fotografiche dell'antico allestimento dell'antiquario e di alcuni suoi colleghi che gli succedettero nella proprietà, e cimeli, come l'antico album delle firme dei visitatori.
=====Cortile=====
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<gallery>
Palazzo davanzati, cortile, view 04.JPG|Cortile
Palazzo davanzati, cortile, capitello con ritratti della famiglia davizzi.JPG|Capitello trecentesco con
Palazzo davanzati, cortile, leoncino 01.JPG|Leoncino trecentesco sulla balaustra della prima rampa di scale
Palazzo davanzati, cortile, affresco staccato-2.jpg|La ''Madonna'' duecentesca
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Al primo piano si trovano un salone "madornale", che corrisponde alla loggia del pian terreno, una sala da pranzo, uno studiolo e una camera da letto, che corrispondono al portico del cortile.
Il salone principale, dotato di ben cinque finestre e dal soffitto riccamente decorato (originale trecentesco nella prima e seconda campata a destra di chi entra, quattrocentesco nella terza e quarta), mostra alle pareti ganci per drappi e arazzi. Vi sono appesi due arazzi a colonna e una spalliera con [[grottesche]] dell'arazzeria fiorentina della prima metà del XVII secolo. Appesi alla parete d'ingresso si trovano tre busti di imperatori romani in [[terracotta invetriata]], opera di [[Benedetto Buglioni]].
Su una credenza toscana quattrocentesca si trovano alcune sculture, come una ''Madonna del libro'' di scuola ferrarese (1450 circa), una ''Madonna della Misericordia'' con stemmi [[Serragli]] attribuita a [[Marco della Robbia]] e proveniente dal [[Carmine (Firenze)|Carmine]] (1528), un altarolo dipinto di scuola fiorentina del 1450-1475 circa, una statuetta di santo papa di scuola lombarda (forse dei fratelli De Donati) del 1490-1510 circa.
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Alla parete lungo la strada due seggioloni in noce di fattura italiana del 1650 circa, e un armadino intarsiato a motivi geometrici (bottega fiorentina del XV secolo), che è sormontato da un ''Busto di fanciullo'' in marmo, attribuito a [[Antonio Rossellino]].
Al centro della sala, su un tavolo in noce fiorentino del XVI secolo, vi sono due cofanetti nello stesso materiali e coevi per datazione e fattura. Sulla parete destra una coppia di arazzi a colonna di fattura medicea del 1550-1600 circa, e un armadio toscano a tre sportelli (XVI secolo), su cui sono collocati due angeli portacero di fattura senese e la ''[[Madonna col Bambino (Brunelleschi)|Madonna col Bambino]]'' in stucco e gesso,
Nel salone si trovano inoltre una ''Madonna in trono col Bambino'' in legno policromo (scuola umbra, metà del XIII secolo).
=====Sale dei merletti e dei ricami=====
Nella prima sala attigua al salone si trova esposta la collezione di [[merletti]] ad ago ed a fuselli di fattura europea, oltre ai ricami, il tutto databile tra il XVI e il XX secolo. Interessante è la raccolta di [[imparaticcio|imparaticci]], cioè quei pezzi dai motivi più fantasiosi usati come esercizio per apprendere l'arte del ricamo. Dopo il 2014 tutta questa collezione è stata riallestita al terzo piano, e questa saletta destinata a deposito.
=====Sala dei Pappagalli=====
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=====Sala dei Pavoni=====
[[File:Sala dei pavoni, veduta 01.JPG|thumb|Sala dei Pavoni. Sul letto è esposta la copia della [[Coperte Guicciardini|Coperta Guicciardini]]]]
Attraverso uno stretto corridoio si arriva alla camera nuziale, detta anche "sala dei Pavoni" dagli affreschi sulle pareti, con una finta tappezzeria a motivi geometrici (con leoni, corone e [[giglio di Francia|gigli di Francia]]) e una fila di stemmi di famiglie alleate ai Davizzi tra pavoni e altre figure.
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Altre opere sono: il tabernacolo con ''Santo Stefano'' è opera di [[Spinello Aretino]]; un bronzetto di ''Venere e Cupido'' della bottega di [[Tiziano Aspetti]] (1590-1600 circa); un ''Profilo di giovinetto'' in marmo di scuola fiorentina (1450-1500 circa) e un ''Santo'' di scuola lombarda del XV secolo. In una cornice della fine del XV-inizio del XVI secolo si trova la ''Trinità con i santi Domenico e Girolamo'' della scuola di [[Jacopo del Sellaio]];. L{{'}}''Iniziazione di Icaro'' è forse un'opera giovanile di [[Andrea del Sarto]].
===== Camera
[[file:Camera della castellana di vergy, veduta 01.JPG|thumb|La camera da letto]]
Al secondo piano, la camera da letto è l'unico ambiente che conserva la decorazione di affreschi (le altre sono pitture murali). In una fascia figurata si trova una serie di storie amorose, di avventura e di morte, tratte dalla leggenda medievale della [[Castellana di Vergi]].
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====Terzo piano====
[[file:Camera delle impannate, veduta 01.JPG|thumb|La camera delle Impannate]]
Al terzo piano si trova la ''Camera delle Impannate'', con le pareti dipinte con un fregio di un verziere con vasi. Il letto è antico, del XVI secolo, con elementi dei secoli XVII e XIX; la coperta ricamata è di manifattura siciliana del XIX secolo. Conserva un cassone toscano della prima metà del XV secolo, uno specchio cinquecentesco rimaneggiato nell'
All'ultimo piano si trovava poi la cucina, posta in alto per evitare di impregnare la casa di fumi e vapori ed anche per consentire una rapida fuga in caso di incendi. Oggi è arredata con un armadino dell'Italia del Nord (seconda metà del XVI secolo), un tavolo di bottega toscana (fine del XVI secolo) e vari utensili antichi e strumenti da lavoro femminili: impastatoio, girarrosto, spremiagrumi, lumi, telai, ferro per stirare, rocca per filare, ecc.
La stanza attigua, che corrisponde ai saloni nei piani inferiori, già conservava conserva un forziere di bottega senese del XIV secolo e alcuni pannelli didattici sulla vita quotidiana nel Trecento; dopo il 2020 è stata allestita per ospitare le ricche collezioni tessili, in vetrine e cassettiere.
==Note==
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*''Una casa fiorentina del Trecento: Palazzo Davanzati'', in "''Antichità Viva''", I, 1962, 7, pp. 34-47;
*Claudio Savolini, ''The Palazzo Davanzati'', in "''Apollo''", LXXXI, 1965, pp. 302-305;
*[[Kirsten Aschengreen Piacenti
*{{bps|Limburger-Fossi 1968}}, n. 226;
*''Il museo di Palazzo Davanzati a Firenze'', a cura di [[Luciano Berti]], Milano, Electa, 1971;
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[[Categoria:Case museo della Toscana]]
[[Categoria:Musei di Firenze]]
[[Categoria:Davanzati]]
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