Processo di Bobigny: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
+ categoria
 
(3 versioni intermedie di 2 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{O|diritto|febbraio 2025}}
{{W|diritto|gennaio 2025|commento=la voce inizia come una voce di diritto ma ad un certo punto compare il {{tl|Bio}}. alcune note sono ripetute identiche salvo indicazione della pagina, andrebbe usato il {{tl|Cita}}}}
Il '''processo di Bobigny''' fu un procedimento penale celebrato a [[Bobigny]] nell'ottobre e novembre del 1972. Si trattò di un [[processo per aborto]], la cui imputata fu la minorenne [[Marie-Claire Chevalier]], accusata di aver interrotto la gravidanza l'anno precedente. Alla fine del procedimento, l'imputata venne assolta. Questo processo contribuì al raggiungimento della depenalizzazione dell'[[aborto]] in Francia, avvenuto per mezzo della [[Loi Veil]] del 1975.
 
== La contraccezioneContraccezione e l'aborto in Francia ==
Già a partire dalla sconfitta con la Germania del 1870, la Francia divenne teatro di scontri tra sostenitori dell'aborto e oppositori<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bibia Pavard|anno=2019|titolo=The Right to Know? The politics of Information about Contraception in France (1950s-80s)|rivista=Medical history|volume=vol. 63|numero=n. 2|pp=174-175|doi=10.1017/mdh.2019.4}}</ref>. Dopo la fine del [[Prima guerra mondiale|Primo conflitto mondiale]], nel 1920 venne approvata una legge che proibì l'aborto, la vendita di contraccettivi e la diffusione della «''anti-conception propaganda''»<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|autore=Bibia Pavard|data=2019|titolo=The Right to Know? The Politics of Information about Contraception in France (1950s–80s)|rivista=Medical History|volume=vol. 63|numero=n. 2|p=174|doi=10.1017/mdh.2019.4}}</ref>.[[File:Rue Marie-Andrée-Lagroua-Weill-Hallé (Paris) -panneau de rue.jpg|miniatura|Via dedicata a Marie-Andrée Lagroua Weill-Hallé|sinistra]]
Durante l’occupazione nazista, l’aborto era punito con la pena di morte, in quanto venne considerato dal [[regime di Vichy]] come «crimine contro la sicurezza dello Stato»<ref name=":3" />. Nel dopoguerra, invece, con la caduta del regime nazista, l’aborto tornò a essere vietato dalla [[legge del 1920]]<ref name=":3">{{Cita libro|autore=Lorenza Perini|titolo=Il corpo del reato. Parigi 1972 - Padova 1973: storia di due processi per aborto|data=2014|editore=BraDypUs|città=Bologna|p=19|ISBN=9788898392148}}</ref>.
Riga 13 ⟶ 11:
A partire dagli anni Settanta, grazie alla comparsa del [[Movimento femminista]], la contraccezione e l'aborto vennero considerati come mezzi per sostenere [[l'emancipazione femminile]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bibia Pavard|titolo=The Right to Know? The Politics of Information about Contraception in France (1950s–80s)|rivista=Medical History|volume=vol. 63|numero=n. 2|p=179|doi=10.1017/mdh.2019.4}}</ref>. Le militanti fecero in modo che le donne prendessero coscienza e conoscenza del proprio corpo.
 
== Gli eventiEventi antecedenti al processo di Bobigny ==
 
=== Il manifestoManifesto delle 343 ===
I collettivi femministi, attraverso le loro iniziative, aiutarono a concorrere al raggiungimento della Loi Veil del 1975. Tra queste vi fu quello che accadde nell'aprile del 1971, quando nella rivista di sinistra «[[Le Nouvel Observateur]]» venne pubblicato dal collettivo femminista separatista, formato cioè da sole donne, «[[Movimento per la liberazione della donna]]» il [[Manifesto delle 343]], il quale provocò una cesura profonda<ref name=":5" />.
[[File:Simone de Beauvoir 1955.jpg|miniatura|Simone De Beauvoir, firmataria del Manifesto delle 343 e fondatrice, con Gisèle Halimi, dell'associazione «Choisir».]]
Infatti, per mezzo di questo manifesto, le 343 donne firmatarie dichiararono pubblicamente di aver abortito su uno dei periodici francesi più venduti (tiratura 350.000 copie a settimana), rifiutando in modo deciso l'anonimato con cui questa pratica, in quanto venne vista come uno stigma sociale, normalmente avveniva. Il manifesto delle 343 ebbe tra le firmatarie più conosciute: l’autrice [[Simone de Beauvoir|Simone De Beauvoir]], l’avvocata franco-tunisina [[Gisèle Halimi]] che difenderà Marie-Claire Chevalier nel processo di Bobigny, la regista [[Agnès Varda]], l’attrice [[Jeanne Moreau]], la cantante [[Brigitte Fontaine]]. Con questo manifesto si cominciò a mettere in discussione ciò che si riteneva essere il destino di ogni donna: la maternità. Fu un momento cruciale non solo per la depenalizzazione dell’aborto, ma anche per l’emancipazione femminile. L’obiettivo del documento fu quello di rivendicare con forza l’aborto libero e gratuito<ref>{{Cita web|lingua=fr|url=https://www.nouvelobs.com/culture/20041126.OBS2461/la-liste-des-343-francaises-qui-ont-le-courage-de-signer-le-manifeste-je-me-suis-fait-avorter.html|titolo=La liste des 343 Françaises qui ont le courage de signer le manifeste "Je me suis fait avorter"|accesso=19 gennaio 2025}}</ref>.
 
=== L'associazioneAssociazione femminista «Choisir» ===
A contribuire al raggiungimento della depenalizzazione dell'aborto in Francia, concorse anche la creazione dell'associazione femminista «[[Choisir]]» fondata tra il 1971 e il 1972 da Simone De Beauvoir e Gisèle Halimi, la quale ebbe tre obiettivi: «rendere la contraccezione libera, totale e gratuita»<ref name=":9">{{Cita libro|autore=Traduzione di Vittoria Nencini Baranelli|curatore=Associazione «Choisir»|titolo=Un caso di aborto: il processo Chevalier|anno=1974|editore=Einaudi|città=Torino|p=189}}</ref>, che era diventata una pratica legale dal 1967, «ottenere la soppressione di tutti i testi repressivi relativi all'aborto, difendere gratuitamente e assistere qualunque persona accusata di aborto o di complicità in esso»<ref name=":9" />. Quest'ultimo punto si realizzerà, per esempio, nel 1972 quando Halimi difenderà Marie-Claire nel processo di Bobigny.
 
== L'imputata Marie-Claire Chevalier ==
[[File:Tombe de Marie-Claire Chevalier à Meung-sur-Loire.jpg|sinistra|miniatura|Tomba di Marie-Claire Chevalier a Meung-sur-Loire]]
Marie-Claire ([[Meung-sur-Loire]], [[12 luglio 1955]] – [[Orléans]], [[23 gennaio 2022]]), viveva con la madre Michèle nubile, vicino a Parigi. La situazione economica della famiglia era molto precaria, in quanto a mantenerle era solamente lo stipendio della madre, bigliettaia della metro a Parigi<ref name=":5">{{Cita pubblicazione|autore=Carlo Cavicchioli|data=12 ottobre 1972|titolo=Cortei e scontri a Parigi per un'imputata d'aborto|rivista=La Stampa|volume=a. 106|numero=n. 224|p=13}}</ref>, in quanto il padre le aveva abbandonate.
 
Nell'autunno del 1971 accadde «che un compagno di scuola, tale Daniel P., la minaccia, la picchia e poi la costringe a un rapporto sessuale. Marie-Claire resta incinta. Si rende subito conto del problema e cerca aiuto presso la madre, con la quale ha un buon rapporto e si confida»<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Lorenza Perini|titolo=Il corpo del reato. Parigi 1972 - Padova 1973: storia di due processi per aborto|data=2014|editore=BraDypUs|città=Bologna|p=22|ISBN=9788898392148}}</ref>. Così la madre, dopo aver avuto la conferma da Marie-Claire che non avrebbe voluto tenere il bambino, la aiutò ad abortire<ref name=":6" />.
 
La madre Michèle decise così di rivolgersi alle proprie colleghe, due delle quali la aiutarono nella ricerca, per trovare un'''[[abortion provider]]'' (espressione utilizzata dalla storiografia anglofona, per indicare le persone, con formazione medica e non, che eseguono aborti; la formula scelta evita il ricorso a espressioni stigmatizzanti come “mammana”, “praticona”, “medicona” ecc), in quanto, a causa della propria condizione economica, non potevano permettersi un aborto sicuro in cliniche private estere dove l'interruzione di gravidanza era permessa dalla legge, in Francia, infatti, l'aborto, fino al 1975, era considerata una pratica illegale<ref name=":5" />.
 
A procurarle l'aborto fu [[Madame Bambuck]], la quale utilizzò la [[tecnica della sonda]]. Questa pratica, come spesso avveniva, provocò a Marie-Claire una grave emorragia, costringendola a recarsi in ospedale. Come accadeva spesso alle migliaia di donne che ricorrevano a questa tecnica abortiva, i medici non la denunciarono, in quanto i sintomi di un aborto procurato sono indistinti da quelli a seguito di un aborto spontaneo<ref>{{Cita web|url=https://it.wikipedia.org/wiki/Aborto|titolo=Aborto|accesso=2 febbraio 2025|urlarchivio=/web/20250202115359/https://it.wikipedia.org/wiki/Aborto}}</ref>. Per questo motivo, la maggior parte delle donne non vennero punite.
 
Marie-Claire tornò a casa «guarita e libera»<ref name=":1" />. A denunciarla fu Daniel P., il ragazzo che l'aveva violentata, poiché volle distogliere l'attenzione dal suo caso, in quanto venne accusato di aver rubato un'auto<ref name=":10" />.
 
Così l'11 ottobre 1972 iniziò il processo a Marie-Claire, accusata di aver abortito l'anno precedente, presso il Tribunale dei Minori a Bobigny. Vennero inoltre messe sotto accusa come «complici la mamma, le due amiche che l'hanno consegnata e aiutata e la "fabbricante di angeli" (gli ''abortion providers'' venivano definiti in francese ''[[faiseuse d'anges]]'', cioè fabbricanti di angeli) Madame Bambuck»<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=Pinuccia Bonetti|data=10 dicembre 1972|titolo=Tutta Parigi con lei|rivista=Noi Donne|volume=a. XXVII|numero=n. 49|p=23}}</ref>.
 
== IlSvolgimento del processo ==
Durante il processo vennero giudicate Marie-Claire Chevalier per aver interrotto la gravidanza, come complici la madre Michèle, le sue colleghe e Madame Bambuck per aver procurato l'aborto alla giovane ragazza<ref name=":1" />. Lo storico [[Giambattista Scirè]] ha descritto questo caso come: «uno dei tanti in cui l'indigenza e l'ignoranza avevano portato una ragazza a una gravidanza indesiderata e poi all'aborto»<ref>{{Cita libro|autore=Giambattista Scirè|titolo=L’aborto in Italia. Storia di una legge|anno=2008|editore=Mondadori|città=Milano|p=36|ISBN=9788861595231}}</ref>.
[[File:Gisele Halimi Front de Gauche 2009-03-08.jpg|miniatura|L'avvocata femminista franco-tunisina Gisèle Halimi]]
Riga 69 ⟶ 67:
Grazie all'avvocata Halimi, sostenuta dall'istanza testimoniale, alla fine del processo Michèle venne punita con «una multa per lei (che non dovrà pagare), una pena simbolica per Madame Bambuck, l'assoluzione per le altre»<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Pinuccia Bonetti|data=10 dicembre 1972|titolo=Tutta Parigi con lei|rivista=Noi Donne|volume=a. XXVII|numero=n. 49|p=25}}</ref>.
 
=== L'importanzaImportanza del processo ===
Il processo di Bobigny, dal punto di vista mediatico, fu un successo. Per settimane esso catalizzò l'attenzione dei media, l'aborto divenne il centro del dibattito pubblico non solo francese, o europeo, ma addirittura occidentale. Infatti, gli Stati Uniti seguirono con attenzione lo svilupparsi del dibattito attorno a questo tema. Questo perché, solo pochi mesi dopo, ci sarà la sentenza della [[Corte suprema degli Stati Uniti d'America|Corte Suprema]] [[Roe contro Wade|Roe vs Wade]] del 1973.
 
Riga 78 ⟶ 76:
Il dibattito che si creò attorno al processo, diffuso attraverso i media, portò i suoi frutti. Infatti già nel dicembre 1974, il ministro della Sanità del governo [[Jacques Chirac|Chirac]] [[Simone Veil]], propose una legislazione, ricordata con il nome Loi Veil, per la depenalizzazione dell'aborto, approvata il 1 gennaio 1975<ref>{{Cita libro|autore=Lorenza Perini|titolo=Il corpo del reato. Parigi 1972 - Padova 1973: storia di due processi per aborto|data=2014|editore=BraDypUs|città=Bologna|p=72|ISBN=9788898392148}}</ref>.
 
== Gli echiEchi del processo in Italia ==
Il dibattito costruito in Francia, attorno alla piaga dell'aborto clandestino grazie al processo di Bobigny, uscì dai confini e arrivò anche in Italia, dove, anche qui stavano avvenendo manifestazioni, organizzate dalle organizzazioni femministe, per chiedere la legalizzazione della pratica abortiva<ref>{{Cita libro|autore=Giambattista Scirè|titolo=L’aborto in Italia. Storia di una legge|data=2008|editore=Mondadori|città=Milano|p=46|ISBN=9788861595231}}</ref>.
 
Riga 91 ⟶ 89:
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
=== Fonti primarie ===
Riga 101 ⟶ 100:
 
=== Fonti secondarie ===
 
* Bibia Pavard, ''The Right to Know? The Politics of Information about Contraception in France (1950s–80s)'', in ''Medical History'', vol. 63, n. 2, 2019, pp. 173-188, DOI:10.1017/mdh.2019.4.
* Giambattista Scirè, ''L’aborto in Italia. Storia di una legge'', Milano, Mondadori, 2008, ISBN 9788861595231.
Riga 109 ⟶ 107:
 
== Voci correlate ==
 
* [[Aborto]]
* [[Contraccezione]]
Riga 122 ⟶ 119:
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
* Archivio «La Stampa» - http://www.archiviolastampa.it/
* Archivio «Il Corriere» - https://archivio.corriere.it/Archivio/pro/landing.shtml
Riga 128 ⟶ 125:
* «Le Nouvel Observateur» - https://www.nouvelobs.com/culture/20041126.OBS2461/la-liste-des-343-francaises-qui-ont-le-courage-de-signer-le-manifeste-je-me-suis-fait-avorter.html
{{Portale|storia|Politica|Francia|Femminismo}}
 
[[Categoria:Processi]]
[[Categoria:Aborto]]
[[Categoria:Quinta Repubblica francese]]