L'essere e il nulla: differenze tra le versioni
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| Riga 1: {{Libro |tipo =  |titolo = L' |titoloorig = L'Être et le néant: Essai d'ontologie phénoménologique |titoloalfa = Essere e il nulla, L' |immagine = |didascalia = |annoorig = 1943 |annoita = 1958 |genere = saggio |sottogenere =  Riga 23 ⟶ 22: }} '''''L' == L’essere è considerato nel '''fenomeno''' (essere del fenomeno) e nella '''coscienza''' (essere della coscienza); l’analisi, condotta con metodo fenomenologico, giunge dall’«essere del fenomeno» alla coscienza che, nel «cogito preriflessivo», si rivela come «coscienza (di) sé», il cui «tipo di essere» non è «un possibile prima dell’essere, ma […] la sorgente e la condizione di ogni possibilità».  In tale prospettiva è l’«esistenza» stessa della coscienza a implicarne «l’essenza» (Introduzione). L’'''‘essere-in-sé’''' (être-en-soi), ossia l’essere dei fenomeni, statico e atemporale, «massiccio», «opaco» e «brutalmente esistente», che «non può mai essere altro che ciò che è»; '''l’‘essere-per-sé’''' (être-pour-soi), ossia l’essere della coscienza, dinamico e temporale, che si «crea» costantemente e «non può coincidere con sé».  L’essere-per-sé, antitetico all’essere-in-sé, in quanto lo nega, delimitandolo e circoscrivendolo continuamente, si configura come non-essere e ciò avvia la riflessione ontologica sul nulla.  L'''’essere-per-sé della coscienza è infatti negazione (négatité) mediante la quale essa genera il «nulla»''' (néantisation) dentro e intorno a sé. La negazione riposa sulla condizione ineliminabile della '''«libertà»'''; l’uomo, per poter porre il nulla, «deve» essere libero, poiché in caso contrario la coscienza apparterrebbe completamente all’essere-in-sé e le modalità dell’interrogazione e della negazione non sorgerebbero. Tale libertà è presenza del «nulla» dentro di noi, è «angoscia» di essere proiettati verso un cangiante essere-per-sé, cui le «routines» e i comportamenti di «malafede» non possono ovviare; l’uomo è «condannato alla libertà». Il per-sé comporta un mondo in cui sono presenti altre coscienze e la relazione con gli altri comporta una reciproca oggettivazione e reificazione, ossia il «per-altri» (par-autrui) rivelato dall’analisi fenomenologica dello «sguardo», della «vergogna», dell’«odio» e del linguaggio, in cui Sartre recupera la riflessione hegeliana della dialettica servo-padrone. L’esistenza degli altri definisce lo scenario in cui l’anelito all’«autenticità» si realizza, ==Edizioni italiane== * {{Cita libro|titolo=L'essere e il Nulla|trad=Giuseppe Del Bo|edizione=Collezione Arcobaleno n.5|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1958|p=759}} * {{Cita libro|titolo=L'essere e il Nulla|trad=Giuseppe Del Bo|edizione=Collezione La Cultura n.92|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1964|p=756}} * {{Cita libro|titolo=L'essere e il Nulla|trad=Giuseppe Del Bo|altri=a cura di F. Fergnani e M. Lazzari|edizione=Collezione La Cultura|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=2014|isbn=978-88-428-2059-8}} == Note == Riga 37 ⟶ 50: == Bibliografia == * Virgilio Melchiorre, ''Essere e parola: idee per una antropologia metafisica ==Voci correlate== Riga 46 ⟶ 59: == Collegamenti esterni == * {{Collegamenti esterni}} * [http://www.filosofico.net/sartre5es6erenul75la.htm ''Sinossi dell'opera''] a cura di [[Giuseppe Tortora]] su filosofico.net {{Controllo di autorità}} {{Portale|filosofia [[Categoria:Opere di Jean-Paul Sartre]] | |||