Repubblica parlamentare: differenze tra le versioni
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{{F|diritto costituzionale|arg2=politica|marzo 2011}}
La '''repubblica parlamentare''' è una [[forma di governo]] in cui la rappresentanza
[[File:Forms of government.svg|miniatura|{{legenda|#ff9a33|'''Repubblica parlamentare'''}}▼
▲{{legenda|#ff9a33|Repubblica parlamentare}}
{{legenda|#3355dd|[[Repubblica presidenziale]]}}
{{legenda|#66bb66|Sistemi dove l'esecutivo viene eletto dal parlamento, ma non dipende da esso ([[Repubblica
{{legenda|#f0e847|[[Repubblica semipresidenziale]]}}
{{legenda|#e75353|[[Monarchia parlamentare]]}}
{{legenda|#ee1af9|[[Monarchia costituzionale]]}}
{{legenda|#801a80|[[Assolutismo monarchico|Monarchia assoluta]]}}
{{legenda|#aa6f33|[[Monopartitismo|Repubbliche monopartitiche]]}}
{{legenda|#b9b9b9|Situazione politica frammentata o incerta}}
{{legenda|#6b8e23|Paesi in cui sono state sospese le disposizioni costituzionali riguardanti l'esecutivo}}]]
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* Equa divisione dei poteri senza alcun rischio di possibili derive [[Autoritarismo|autoritarie]] da parte di alcun organo statale.
* Più
* Nel caso in cui il Capo del Governo non risponda più alle esigenze dei cittadini, il parlamento, cioè la rappresentanza di questi ultimi, può facilmente destituire il Premier per nominare un altro.
Gli svantaggi sono due:
* Il capo dello Stato non ha sostanziali poteri propri: rappresenta l’unità nazionale ma non detiene poteri politici.
* Il capo del governo, nelle
=== Un esempio di repubblica parlamentare: l'Italia ===
L'[[Italia]] è un esempio di repubblica parlamentare<ref>M. Dogliani, ''Il sistema costituzionale'', in M. Firpo, N. Tranfaglia, P. G. Zunino (a cura di), ''Guida all’Italia contemporanea 1861-1997'', II, Istituzioni politiche e forme di governo, Milano, Garzanti, 1998.</ref>. Per la [[Corte costituzionale
Il [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] viene eletto ogni sette anni dal Parlamento in seduta comune, integrato dai delegati regionali dei rispettivi Consigli (tre per ogni [[Regioni d'Italia|Regione italiana]] ad eccezione della Valle d'Aosta, che ne ha uno solo), tramite voto segreto e con la maggioranza qualificata (due terzi dell'assemblea) o con la maggioranza assoluta dalla quarta votazione in poi (cioè con il voto favorevole della metà più uno degli aventi diritto). Egli ha il potere di sciogliere le camere e di nominare il Governo, ma non può essere sfiduciato dal Parlamento, anche se in seguito a gravi violazioni della Costituzione può essere messo in stato d'accusa dalle Camere per alto tradimento. La sua eventuale destituzione, però, deve essere decisa dalla [[Corte costituzionale
Il Governo è composto dal [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio dei ministri]] e dai vari ministri che variano nel numero in base alle decisioni dei governi; una volta nominato dal Presidente della Repubblica, esso deve presentarsi alle Camere per chiedere la fiducia. Una mozione di sfiducia può essere presentata in qualsiasi momento da un decimo dei componenti di una camera e, nel caso il Governo sia sfiduciato, il Presidente della Repubblica può nominarne un altro o, se non riesce a trovare nessuna coesione tra i partiti per formare una nuova maggioranza di Governo, firma il decreto di scioglimento anticipato delle due Camere, sancendo il ritorno del paese alle [[Elezione|elezioni]]<ref>Mauro Volpi, ''Lo scioglimento anticipato del Parlamento e la classificazione dei regimi contemporanei'', Rimini, Maggioli, 1983.</ref>. Come si può dedurre, la vita politica dei governi italiani è sempre stata molto legata a quella del Parlamento. Il profilo di garanzia del Presidente e il potere del Parlamento sull'intero governo hanno reso i governi italiani suscettibili alle maggioranze parlamentari.
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