Open source: differenze tra le versioni
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[[File:Screenshot_libreoffice_ita_5.2.png|thumb|upright=1.3|[[LibreOffice]], esempio tipico di [[software]] open source. Qui uno [[screenshot]] alla versione 5, anno 2016.]]
Con '''''open source''''' (in [[lingua italiana|italiano]] '''sorgente
== Storia ==
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Verso la fine degli [[anni 1950|anni cinquanta]], e soprattutto negli [[anni 1960|anni sessanta]], è stato possibile riusare lo stesso codice e distribuirlo anche se in modo oggi ritenuto piuttosto artigianale, ovvero con nastri e [[scheda perforata|schede perforate]]. Questo fenomeno diventò evidente soprattutto quando si affermò il vantaggio di usare una stessa porzione di codice, il che presupponeva di avere macchine uguali e problemi simili.
Fino a tutti gli [[anni 1970|anni settanta]], anche se in misura decrescente, la componente principale e più costosa di un computer era l'[[hardware]], il quale era comunque inutile in assenza di software. Da ciò la scelta dei produttori di hardware di vendere il loro prodotto accompagnato da più software possibile e di facilitarne la diffusione, fenomeno che rendeva più utili le loro macchine e dunque più concorrenziali. Il software, tra l'altro, non poteva avvantaggiare la concorrenza in quanto funzionava solo su un preciso tipo di computer e non su altri, spesso neanche su quelli dello stesso produttore. Un altro fattore che favorì lo sviluppo di software condiviso fu la diffusione di [[Linguaggio di programmazione|linguaggi di programmazione]]. Specie in ambito scientifico un programma scritto in [[Fortran]] poteva essere scambiato tra diversi ricercatori. La disponibilità del codice sorgente era indispensabile per apportare le piccole modifiche rese necessarie dai "dialetti" adottati dalle varie ditte per il linguaggio di programmazione.
Lo sviluppo dei [[sistema operativo|sistemi operativi]]<ref>I sistemi operativi nascono alla fine degli anni Cinquanta. tra i primi si può ricordare lo'' SHARE Operating System ''dell'[[IBM]] (1959)</ref> rese i programmi sempre più portabili, in quanto lo stesso sistema operativo, con gli stessi [[compilatore|compilatori]] veniva offerto dal produttore sui suoi diversi modelli di hardware. La presenza di sistemi operativi funzionanti per macchine di differenti produttori hardware ampliava ulteriormente le possibilità di usare lo stesso codice in modo relativamente indipendente dall'hardware usato. Uno di questi sistemi operativi era [[Unix]], iniziato nel [[1969]] come progetto all'interno di un'impresa delle [[telecomunicazioni]], la [[AT&T]]. Una famosa causa [[antitrust]] contro la AT&T le vietò di entrare nel settore dell'informatica. Questo fece sì che Unix venisse distribuito ad un prezzo simbolico a buona parte delle istituzioni [[università|universitarie]], le quali si ritrovarono ad avere una piattaforma comune, ma senza alcun supporto da parte del produttore. Si creò spontaneamente una rete di collaborazioni attorno al codice di questo sistema operativo, coordinata dall'[[University of California, Berkeley|Università di Berkeley]], da dove sarebbe poi uscita la versione [[Berkeley Software Distribution|BSD]] di Unix, che diventa da un lato un centro di sviluppo ed innovazione, dall'altro è la base di partenza per numerosi ''[[Fork (sviluppo software)|fork]]''.
=== Lo sviluppo di Unix
[[File:AT&THQDallas.jpg|thumb|[[AT&T]], inventore presso i [[Bell
Considerato che la condivisione del codice è nata insieme all'informatica, piuttosto che di origini dell'Open Source potrebbe essere più appropriato parlare, invece, di ''origine del software proprietario'', ed esaminare il contesto ''storico'' in cui questa origine ha avuto luogo.
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La suddivisione della AT&T in 26 società, le cosiddette ''[[AT&T#Storia|Baby Bell]]'', permise alla AT&T di usare logiche prettamente commerciali nella distribuzione del suo sistema operativo Unix, innalzando notevolmente i costi delle licenze e impedendo la pratica delle [[Patch (informatica)|patch]]. Il [[1982]] fu anche l'anno della divisione delle diverse versioni commerciali di Unix, portate avanti dai singoli produttori di hardware. Questi ultimi, effettuando delle piccole modifiche alla propria versione del sistema operativo, impedirono ai propri utenti l'utilizzo di altri sistemi, facendo in modo che i programmi scritti per la propria versione di Unix non funzionassero su versioni concorrenti.
===
[[File:Richard_Stallman_at_LibrePlanet_2019.jpg|thumb|[[Richard Stallman]]]]
Al [[Massachusetts Institute of Technology|MIT]] la sostituzione dei computer fece sì che i programmatori non potessero accedere al sorgente del nuovo [[driver]] di una [[stampante]] Xerox per implementarvi una funzionalità gradita in passato: la segnalazione automatica che vi erano problemi con la carta inceppata. Contemporaneamente, società private cominciarono ad assumere diversi programmatori del MIT, e si diffuse la pratica di non rendere disponibili i sorgenti dei programmi firmando [[Accordo di non divulgazione|accordi di non divulgazione]]
In questo contesto molti programmatori
{{citazione|L'obiettivo principale di GNU era essere software libero. Anche se GNU non avesse avuto alcun vantaggio tecnico su UNIX, avrebbe avuto sia un vantaggio sociale, permettendo agli utenti di cooperare, sia un vantaggio etico, rispettando la loro libertà. Tale progetto, finanziato dalla FSF, venne pertanto portato avanti da programmatori appositamente stipendiati. I principali contributi vennero da Stallman stesso: il [[compilatore]] [[GNU Compiler Collection|gcc]] e l'[[editor di testo]] [[Emacs]]. Furono sviluppate anche altre componenti di sistema UNIX, alle quali si sono aggiunte varie applicazioni e veri e propri giochi. Questi programmi furono distribuiti per circa 150$ che oltre a coprire i costi di riproduzione garantivano un servizio di supporto al cliente. L'unica condizione era che tutte le modifiche eventualmente effettuate su tali programmi venissero notificate agli sviluppatori.
Nacque così la [[GNU General Public License]] (GPL), il preambolo del cui [[manifesto (programma)|manifesto]] comincia con:
{{citazione|
Gli [[anni 1980|anni ottanta]] sono caratterizzati da alcuni eventi importanti, tra i quali l'introduzione nel mercato di quello che verrà chiamato [[Personal Computer]] (PC), ovvero un elaboratore con un proprio processore concepito per essere utilizzato da un solo utente alla volta. Il prodotto di maggior successo, il PC della [[IBM]], si differenziava dai progetti precedenti in quanto non utilizzava componenti IBM, ma sia per il software che per l'hardware si affidava alla produzione da parte di terzi. Ciò rese possibile da un lato ad altre imprese di clonare il [[PC IBM]], abbattendone notevolmente i costi, dall'altro permise a parecchie società di produrre dei software applicativi standard, in concorrenza gli uni con gli altri, basandosi su un unico sistema operativo, anche se inizialmente i principali produttori di software erano identificabili con prodotti per specifiche applicazioni.
Il notevole ampliamento del mercato rese possibili economie di scala e si instaurò una sorta di [[sinergia]] tra quelli che sarebbero diventati i principali attori del settore: il produttore dei processori Intel e il produttore del sistema operativo e di applicativi per ufficio [[Microsoft]]. La maggiore potenza dei processori rese possibile lo sviluppo di programmi più complessi, la maggiore complessità degli applicativi e del sistema operativo richiesero processori più potenti instaurando in un certo modo un circolo vizioso di aggiornamenti continui.
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Sempre negli anni ottanta vennero introdotte le [[workstation]], ovvero un sistema basato su terminali (i [[client]]) e computer centrali (i [[server]]). Si tratta di sistemi derivati concettualmente dai [[mainframe]] e basati essenzialmente su sistemi operativi UNIX proprietari. L'hardware stesso varia sul lato server dai mainframe ai PC, mentre su lato client vengono impiegati soprattutto i PC. Ciò favorì lo sviluppo di software sia per i client, utilizzati spesso da persone con scarse conoscenze informatiche, che per i server, il cui funzionamento viene solitamente garantito da personale informatico particolarmente qualificato.
===
[[File:LinuxCon_Europe_Linus_Torvalds_03_(cropped).jpg|thumb|[[Linus Torvalds]]]]
Benché [[Internet]] avesse visto la luce già negli anni settanta, è soltanto agli inizi degli anni novanta, con la diffusione del protocollo [[Hypertext Transfer Protocol|HTTP]] e la nascita dei primi [[browser]], che cominciò ad essere diffuso prima in ambito accademico e poi in modo sempre più capillare anche tra semplici privati.
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Torvalds distribuì il proprio lavoro tramite Internet e ricevette immediatamente un ampio riscontro positivo da parte di altri programmatori, i quali apportarono nuove funzionalità e contribuirono a correggere errori riscontrati. Nacque così il [[Linux (kernel)|kernel Linux]], il quale fu subito distribuito con una [[licenza libera]].
Internet dal canto suo, rende possibile la comunicazione tra persone molto distanti in tempi rapidi e a basso costo. Inoltre rende possibile la distribuzione di software direttamente dalla rete, riducendo ulteriormente i costi di duplicazione e le difficoltà a reperire il software stesso. La diffusione dei [[CD-ROM]] come supporto privilegiato di raccolte di software rese possibile il fenomeno delle cosiddette [[Distribuzione (software)|distribuzioni]].
Linux può essere considerato come il primo vero progetto "open source" cioè come il primo progetto che faceva affidamento essenzialmente sulla collaborazione via Internet per progredire; fino ad allora, infatti, anche i progetti di software libero come Emacs erano stati sviluppati in maniera centralizzata seguendo un progetto prestabilito da un ristretto numero di persone, in base cioè ai principi 'standard' di [[ingegneria del software]]. Si assumeva valida anche per i progetti open source la '[[legge di Brooks]]', secondo cui "aggiungere sviluppatori a un progetto in corso di implementazione in realtà rallenta il suo sviluppo", legge che ovviamente non è applicabile a un progetto di sviluppo open source.
Agli inizi degli anni novanta, l'idea delle licenze liberali era rappresentata soprattutto da Richard Stallman e la sua FSF, ovvero le licenze liberali per eccellenza erano la GPL e la [[GNU Lesser General Public License|LGPL]] che però venivano ritenute "contagiose", in quanto a partire da un codice licenziato con la GPL qualsiasi ulteriore modifica deve essere distribuita con la stessa licenza. Le idee stesse di Stallman venivano viste con sospetto dall'ambiente commerciale statunitense, il che non facilitava la diffusione del software libero. Per favorire dunque l'idea delle licenze liberali nel mondo degli affari, [[Bruce Perens]], [[Eric S. Raymond]], Ockman e altri cominciarono nel [[1997]] a pensare di creare una sorta di [[lobby]] a favore di una ridefinizione ideologica del software libero, evidenziandone cioè i vantaggi pratici per le aziende e coniarono il termine "''Open Source''". Ciò anche al fine di evitare l'equivoco dovuto al doppio significato del termine "free" nella lingua inglese, visto che spesso veniva interpretato come "gratuito" invece che come "libero". L'iniziativa venne portata avanti soprattutto da parte di Raymond che, in occasione della liberalizzazione del codice sorgente di [[Netscape]], voleva utilizzare un tipo di licenza meno restrittivo per le aziende di quanto fosse la GPL.
La scelta a favore dell'
la Netscape, l'IBM, la [[Sun Microsystems]] e l'[[Hewlett-Packard|HP]], facilitarono inoltre l'accettazione del movimento Open Source presso l'industria del software, facendo uscire l'idea della "condivisione del codice" dalla cerchia ristretta nella quale era rimasta relegata fino ad allora. Venne cioè accettata l'idea che l'open source fosse una metodologia di produzione software efficace, nonostante nel suo famoso saggio ''[[La cattedrale e il bazaar]]'', Eric S. Raymond avesse esplicitamente criticato i tradizionali metodi di ingegneria del software, metodi che fino a quel momento avevano dato buoni frutti. Va notato come i primi programmi 'liberi', come il [[GNU Compiler Collection|GCC]], seguivano ancora il modello a cattedrale; solo successivamente progetti come [[EGCS]] adottarono il modello a bazaar.
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Alla filosofia del movimento open source si ispira il movimento di [[contenuto aperto]]: in questo caso, ad essere liberamente disponibile non è il codice sorgente di un software, ma contenuti editoriali quali [[testo|testi]], [[immagine|immagini]], [[video]] e [[audio|musica]]. [[Wikipedia]] è un chiaro esempio dei frutti di questo movimento. Attualmente, l'open source tende ad assumere rilievo filosofico, consistendo in una nuova concezione della vita, aperta ed ostile a qualsiasi [[appannaggio]] esclusivo, che l'open source si propone di superare mediante la [[condivisione della conoscenza]].
Open source e [[software libero]], seppure siano sovente utilizzati come sinonimi, hanno definizioni differenti: l'[[Open Source Initiative]] ha definito il termine "open source" per descrivere soprattutto libertà sul [[codice sorgente]] di un'opera.<ref>{{Cita web|url=https://opensource.org/osd|titolo=The Open Source Definition|lingua=en|accesso
== Caratteristiche ==
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# '''servizio di supporto a pagamento''': il programma è gratuito, ma si paga per avere il supporto dello sviluppatore; se il supporto prevede donazioni, si può ritenere simile al punto precedente;
# '''sponsorizzazione''': il programma o il sito che lo ospita può contenere il nome o altro tipo di pubblicità ad un'azienda che supporta economicamente lo sviluppatore; può anche accadere che un'azienda si occupi dello sviluppo di un programma gratuito e conti sulla pubblicità che riscuoterà da esso per farsi conoscere;
# guadagni grazie alla '''didattica''': se il prodotto creato è particolarmente complesso, ad esempio nel caso di un nuovo linguaggio di programmazione o di una particolare [[Libreria (software)|libreria]] (o [[framework]], ecc.), lo sviluppatore può guadagnare grazie all'organizzazione di corsi di apprendimento del prodotto stesso, la vendita di manuali e libri a supporto ecc. Questo tipo di guadagno può risentire della concorrenza dei manuali che sono o saranno pubblicate gratuitamente in rete da parte di utenti, e può dar vita ad una strategia di mercato piuttosto complessa. Nei casi di librerie (o framework) che vogliono fare concorrenza a prodotti esistenti, si deve convincere gli utilizzatori che essi siano validi al confronto degli altri prodotti disponibili. Il produttore può anche rendere disponibile in rete delle introduzioni all'apprendimento del proprio prodotto, che però non coprono tutte le potenzialità dello stesso, cercando allo stesso tempo di creare una comunità di supporto ed un gergo che l'accomuni. Il gergo può far uso di termini nuovi che rimpiazzano quelli già in uso, giustificati con motivazioni diverse (ad esempio, le "[[Funzione (informatica)|funzioni]]" in [[Java (linguaggio di programmazione)|Java]] sono chiamate "[[Metodo (programmazione)|metodi]]", nonostante compiano azioni o restituiscano un risultato di un'elaborazione). Talvolta può dar vita ad una serie di acronimi che rendono quasi criptico il linguaggio (si veda il framework [[Spring Framework|Spring]]). In tal modo si riesce a far diminuire il numero degli autodidatti che imparano in rete, spingendo chi vuole apprendere a comprare libri per l'apprendimento e le pratiche ottimali da seguire e/o seguire corsi e contemporaneamente si crea una comunità di sviluppatori fedele nel tempo, spesso unita anche da una "filosofia" di programmazione. Dunque, la caratteristica di questo modello può spingere i manutentori del progetto ad aumentare artificiosamente la complessità del software e diminuire la leggibilità del codice, contrastando almeno in parte i principi della semplicità di condivisione della conoscenza che animano invece altri tipi di progetti, sempre open-source.
Questi modelli di business tipici non sono al momento distinti da una [[tassonomia]] condivisa. È anche possibile, dunque, che un certo progetto Open Source venga iniziato sotto un certo [[modello di business]], ma poi prosegua sotto un altro.
=== Studi e ricerche ===
OSPA (Open Studies for Public Administration) è un gruppo di lavoro dell'[http://www.concreta-mente.it Associazione Concreta-Mente] orientato a studiare il tema dell'innovazione organizzativa e tecnologica nella Pubblica Amministrazione. Integra competenze verticali di origine accademica e professionale con l'obiettivo di formulare proposte concrete e presentarle ai decisori istituzionali nel contesto di eventi pubblici. Il gruppo di lavoro OSPA organizza annualmente dal 2008 un convegno nel quale sono presentati e discussi con interlocutori di diverse estrazioni i risultati delle ricerche sull'innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni. Ad oggi ha coinvolto nelle sue attività: 6 Università e Centri di Ricerca Nazionali, più di 50 aziende del settore privato, oltre 250 Amministrazioni Pubbliche sia locali che centrali.
[https://web.archive.org/web/20150923210123/http://www.concreta-mente.it/images/opensource/concretamente_ospa08_callforideas_v07-cp.pdf OSPA 2008] è stato il primo momento in Italia di incontro e confronto tra PA, imprese e università sul tema dell'open source nelle Pubbliche Amministrazioni. L'iniziativa dei convegni OSPA è poi proseguita negli anni successivi.
A partire dagli spunti raccolti nel corso della prima edizione, il convegno OSPA 2009 è stato dedicato a verificare l'esistenza di interrelazioni tra cambiamento organizzativo e adozione di soluzioni open in 16 diverse amministrazioni, e ad approfondirne la natura. I casi di studio esaminati, i risultati della ricerca e le discussioni attivate sono stati raccolti nel volume [http://www.lulu.com/shop/leonardo-bertini-and-tommaso-federici-and-andrea-montemaggio-and-paolo-spagnoletti/open-source-nella-pubblica-amministrazione-ospa-09/paperback/product-6270404.html Open Source nella Pubblica Amministrazione - OSPA '09].
L'edizione OSPA 2010[7] è stata orientata all'approfondimento verticale su due temi di grande rilevanza per la promozione e valutazione dell'innovazione nella PA: il Riuso di soluzioni software tra amministrazioni diverse, e il Total Cost of Ownership, come strumento per supportare le decisioni di adozione. Anche in questo caso, i risultati delle ricerche presentati al convegno e le riflessioni degli esperti intervenuti sono stati raccolti in un volume, [http://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/ospa-10---strumenti-per-linnovazione-nella-pa/18661303?productTrackingContext=search_results/search_shelf/center/1 OSPA 10 - Strumenti per l'Innovazione nella PA ] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20210119112052/https://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/ospa-10---strumenti-per-linnovazione-nella-pa/18661303?productTrackingContext=search_results/search_shelf/center/1 |date=19 gennaio 2021 }}, che si può anche [http://www.lulu.com/product/ebook/ospa-10---strumenti-per-linnovazione-nella-pa/18852634?productTrackingContext=search_results/search_shelf/center/2 scaricare gratuitamente] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20210119113742/https://www.lulu.com/product/ebook/ospa-10---strumenti-per-linnovazione-nella-pa/18852634?productTrackingContext=search_results/search_shelf/center/2 |date=19 gennaio 2021 }}.
=== Software open source maggiormente
I software applicativi open source attualmente più diffusi sono [[Mozilla Firefox|Firefox]], [[VLC media player|VLC]], [[Gimp]], [[7-Zip]], [[Apache OpenOffice|OpenOffice]], [[LibreOffice]], [[Rufus (software)|Rufus]] oltre ad un gran numero di progetti rivolti non all'utente finale ma ad altri programmatori.<ref>[http://www.osscensus.org/packages-rank-public.php The Open Source Census] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110727155832/https://www.osscensus.org/packages-rank-public.php |data=27 luglio 2011 }}</ref> Sono inoltre degne di nota le famiglie di [[sistema operativo|sistemi operativi]] [[Berkeley Software Distribution|BSD]], [[GNU]], [[Android]] e il [[Linux (kernel)|kernel Linux]] i cui autori e fautori hanno contribuito in modo fondamentale alla nascita del movimento. La comunità open source è molto attiva, comprende decine di migliaia di progetti,<ref>[http://freecode.com/ Freecode directory (cfr. numero di progetti con una licenza approvata da OSI)]</ref> numero tendenzialmente in crescita.
Per quanto riguarda il web, oltre l'80%<ref>{{Cita web|url = https://w3techs.com/technologies/overview/programming_language/all|titolo = Usage Statistics and Market Share of Server-side Programming Languages for Websites, January 2016|accesso=3 gennaio 2016|sito = w3techs.com}}</ref> dei siti
[[MediaWiki]], il software utilizzato da [[Wikipedia]], è un [[software libero]] e rientra nella definizione di open source.<ref>{{Cita web|url=https://www.mediawiki.org/wiki/MediaWiki|titolo=MediaWiki|lingua=en|accesso=13 aprile 2016
== Commissioni e audizione alla Commissione Cultura della Camera italiana ==
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* un'analisi dell'approccio open source per favorire cooperazione applicativa, interoperabilità e riuso.
I lavori della Commissione, presieduta dal prof. Meo, si sono svolti essenzialmente in modalità on-line supportati dall'Osservatorio OSS del [[CNIPA]]. Si sono svolte anche attività di audizione, in particolare la Commissione ha supportato l'organizzazione del convegno [https://web.archive.org/web/20150923210123/http://www.concreta-mente.it/images/opensource/concretamente_ospa08_callforideas_v07-cp.pdf Open Source Open Ideas for Public Administration] - OSPA 2008 promosso dall'[http://www.concreta-mente.it Associazione Concreta-Mente]. Nell'aprile 2008 la Commissione ha prodotto una prima bozza di Relazione.<ref>[http://www.innovazionepa.gov.it/ministro/salastampa/notizie/1022.htm Archivio Notizie<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080505192553/http://www.innovazionepa.gov.it/ministro/salastampa/notizie/1022.htm |data=5 maggio 2008 }}</ref>
Nel 2007 il tema dell'open source è stato portato autorevolmente presso il Parlamento italiano. La commissione cultura della Camera ha ascoltato, nella forma di una ''audizione'', il prof. [[Arturo Di Corinto]], [[Richard Stallman]] e Bruce Perens<ref>{{Cita web |url=http://www.dicorinto.it/wp-content/uploads/2007/06/rassegna-stampa-rep-sw.pdf |titolo=Rassegna stampa |accesso=28 giugno 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110810224851/http://www.dicorinto.it/wp-content/uploads/2007/06/rassegna-stampa-rep-sw.pdf |urlmorto=sì }}</ref> in un'audizione ufficiale dalla commissione cultura della Camera dei deputati. Anche il convegno ''Condividi la conoscenza'' (organizzato in più edizioni) ha tentato di allargare la base di adesione del mondo accademico sull'''open source'' e sull'Open content con l'obiettivo di fare ascoltare la propria voce anche dal mondo politico.
==Direttiva Cyber Resilience Act==
Nel 2023 la bozza della direttiva UE ''[[Cyber Resilience Act]]'' è stata definita da alcuni operatori del settore, come, per esempio, Linux Foundation, "dissuasiva" nei confronti dei programmatori e metterebbe a rischio la programmazione dei software open source perché trasferisce in capo ai programmatori la responsabilità di eventuali vulnerabilità informatiche.<ref>{{cita web|url=https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AEcTDEJD|titolo=Perché il Cyber Resilience Act preoccupa chi sviluppa software open source? }}</ref>
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Giovanna Frigimelica, Andrea Marchitelli, ''
*Daniele Masini, [http://danielemasini.altervista.org/infolinux.php ''Informatica e GNU/Linux''], (GNU FDL).
*Daniele Medri, ''Linux Facile'', (copyleft) [https://web.archive.org/web/20140427031747/http://linuxfacile.medri.org/].
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{{Controllo di autorità}}
{{portale|software libero
[[Categoria:Contenuti aperti]]
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