Arcore: differenze tra le versioni
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|Nome = Arcore
|Panorama = Chiesa San Eustorgio Arcore.jpg
|Didascalia = La [[Chiesa di Sant'Eustorgio (Arcore)|parrocchiale di
|Bandiera = Arcore-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
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|Divisione amm grado 2 = Monza e Brianza
|Amministratore locale = Maurizio Bono
|Partito =
|Data elezione = 18-10-2021
|Data istituzione =
|Sottodivisioni = [[Bernate (Arcore)|Bernate]], Bruno, Cà, Cà Bianca<ref name="incomune.interno.it">
▲|Sottodivisioni = [[Bernate (Arcore)|Bernate]], Bruno, Cà, Cà Bianca<ref name="incomune.interno.it">[http://incomune.interno.it/sites/incomune/files/contenuti/statuti/statuto-comune-mb-arcore.pdf Comune di Arcore - Statuto]</ref>
|Divisioni confinanti = [[Biassono]], [[Camparada]], [[Concorezzo]], [[Lesmo]], [[Usmate Velate]], [[Villasanta]], [[Vimercate]]
|Zona sismica = 3
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}}
'''Arcore''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|/ˈarkore/}}<ref>{{DOP|id=1005979}}</ref>, ''
Si trova nella [[pianura padana]] a nord-est di [[Milano]], da cui dista
La testimonianza [[Archeologia|archeologica]] più antica rinvenuta ad Arcore è rappresentata da una lastra marmorea dedicata a tale Giulia Drusilla, databile al [[I secolo]], mentre i primi accenni documentati che nominano la comunità arcorese si rifanno a pochi documenti risalenti al [[IX secolo]].
Il paese è inoltre noto in quanto all'interno del suo territorio si trovano l'ex Villa Giulini-Casati-Stampa, ora [[Villa San Martino (Arcore)|Villa San Martino]], e la [[Villa Borromeo d'Adda]].
{{TOClimit|3}}
== Geografia fisica ==
{{Vedi anche|Geografia della Lombardia}}
=== Territorio ===
Il territorio di Arcore è esteso per {{M|9
Confina con i comuni di [[Biassono]], [[Camparada]], [[Concorezzo]], [[Lesmo]], [[Usmate Velate]], [[Villasanta]] e [[Vimercate]].
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Arcore, e più in generale la [[Brianza]], gode di un [[clima temperato]], mediamente umido in tutte le stagioni, con estati calde e afose ed inverni freddi e con percentuali di precipitazioni (soprattutto di carattere nevoso) non molto alte.
I dati provenienti dalla [[Stazione meteorologica di Milano Brera]] indicano, in base alla media trentennale di riferimento ([[1961]]-[[1990]]) per l'[[Organizzazione meteorologica mondiale]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai
Le [[precipitazioni]] medie annue sono di {{M|895
{{ClimaAnnuale
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=== Sismologia ===
Dal punto di vista [[Sismologia|sismico]] presenta un [[Classificazione sismica|rischio]] molto basso e distribuito in modo uniforme su tutto il territorio. Il comune è stato infatti classificato come zona 4<ref>{{cita testo|url= http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/rischio-sismico/perProvincia.pdf|titolo= Sito della protezione civile|accesso= 23 settembre 2012|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20090418213644/http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/rischio-sismico/perProvincia.pdf
== Storia ==
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Sull'origine di Arcore non esiste documentazione certa: dall'[[etimologia]] si può dedurre un'origine romana. L'etimologia del nome Arcore è infatti controversa: alcuni lo ricollegano al semidio [[Ercole]], per il cui culto forse sorgeva un tempio in suo onore, altri lo associano ad un arco eretto dai romani.
Ciò potrebbe far supporre, pur con i dovuti accorgimenti, una possibile nascita del borgo di Arcore fin dall'[[epoca romana]]. Ad avallare questa ipotesi concorrono diversi elementi: com'è infatti noto, all'epoca della conquista romana, il territorio rurale veniva suddiviso in ''centurie'', secondo le linee incrociate del ''[[Cardine (storia romana)|cardo]]'' e del ''[[decumano]]''. Questa [[centuriazione]] serviva per fare le assegnazioni di terre ai cittadini delle colonie di nuova fondazione; tracce di tale suddivisione sono ancora visibili sui rilevamenti cartografici della fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]], mettendo in evidenza resti di centuriazione localizzati intorno a quella che oggi è la Cascina del Bruno<ref>{{cita testo|url=http://www.comune.arcore.mb.it/allegati/sviluppoterritorio/Documento%20di%20Piano%20-%20testo%20unico.pdf|titolo= Sito istituzionale del comune|accesso=23 settembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150405074733/http://www.comune.arcore.mb.it/allegati/sviluppoterritorio/Documento%20di%20Piano%20-%20testo%20unico.pdf
È inoltre recentemente emerso che il territorio dell'attuale comune era attraversato, in epoca romana, dalla strada che univa [[Mediolanum]] a [[Lecco|Leucum]], passando per [[Monza|Modicia]]. Nell'area dove si è successivamente evoluto il paese di Arcore erano poste due [[pietre miliari]]: la prima, che contrassegnava una stazione di posta, si trovava all'altezza dell'attuale Cascina Sentierone, mentre la seconda presumibilmente nel luogo dove poi sorse il monastero benedettino di Sant'Apollinare<ref>Luisa Dodi, ''La storia di Arcore: fra amene ville, signorili giardini, vita contadina e mondo dell'industria'', Comune di Arcore, 1996.</ref>.
A questa documentazione si collega l'epigrafe riportata su una lastra marmorea romana<ref>{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/cassiciaco/brianza_romana/localita/arcore.html|titolo= Iscrizione a Giulia Drusilla, figlia di Germanico|accesso=23 settembre 2012}}</ref>, unica testimonianza archeologica ritrovata ad Arcore, ora conservata presso il [[Civico museo archeologico di Milano]]<ref>{{cita testo|url=http://noicittadini.net/pdf/ARCORE03.pdf|titolo= Sito noi cittadini.net|accesso=23 settembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120323222817/http://www.noicittadini.net/pdf/ARCORE03.pdf
=== Il Medioevo e l'età Moderna ===
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Dal [[XVI secolo]], quando il paese era chiamato Arcone, diverse famiglie nobiliari lombarde ([[Casati (famiglia)|Casati]], [[Durini]], Giulini, Vismara, [[D'Adda]], Barbò) spostano la propria residenza lungo tutta la [[Valle del Lambro]] e la Bassa Brianza e vi edificano importanti ''ville di delizia'', tra cui ad Arcore la [[Villa Borromeo d'Adda]], la Villa "La Cazzola" e la [[Villa San Martino (Arcore)|Villa San Martino]] (già Giulini Della Porta, Casati, Stampa di Soncino), favoriti dalla buona collocazione geografica e dalle agevoli comunicazioni. La costruzione dell'attuale chiesa parrocchiale risale al [[1759]]<ref>Gianni Buonomo, ''Arcore, un popolo la sua chiesa il suo territorio'', Gruppo Culturale Sant'Eustorgio, 1994.</ref>.
A metà del [[XVIII secolo|Settecento]] Arcore conta 580 abitanti<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/toponimi/8000013/|titolo= Comune di Arcore, sec. XIV - 1757|accesso=23 settembre 2012}}</ref> divisi tra il paese e le due frazioni riconosciute (Cascina del Bruno e [[Bernate (Arcore)|Bernate]], che subirà nei successivi due secoli un continuo passamano con il comune di [[Usmate Velate]]).
==== Il castello di Arcore ====
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=== L'età contemporanea ===
In seguito all'annessione delle provincie lombarde, all'epoca [[Impero austro-ungarico|austriache]], al [[regno di Sardegna (1720-1861)|regno di Sardegna]] (e con la definitiva [[Risorgimento|unificazione d'Italia]]), Arcore venne dotata di una nuova amministrazione, con un sindaco, una giunta e un consiglio comunale<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/toponimi/8000013/|titolo= Comune di Arcore, 1859 - 1971|accesso=23 settembre 2012}}</ref>.
Nel 1869 alla cittadina, ancora di poche migliaia di abitanti, venne aggregata la frazione di Cassina Palazzina, staccatasi dal comune di [[Lesmo]].
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=== Simboli ===
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 gennaio 1955.<ref
{{citazione|[[Interzato in fascia]]: nel primo di rosso, alla [[Mitra (araldica)|mitra]] d'argento; nel
La mitra abbaziale ricorda i tre monasteri esistenti un tempo sul territorio dell'attuale comune; l'arco romano è un'[[arma parlante]] che richiama il toponimo ''Arcore'' e le antiche origini del paese; la terza partizione riprende elementi del blasone della famiglia D'Adda (''fasciato ondato d'argento e di nero; col capo cucito d'oro, all'aquila di nero, coronata del campo'').
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di azzurro.<ref>{{Cita
== Società ==
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{{Approfondimento
|allineamento = destra
|titolo = Origini e simbologia dello stemma<ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/108/004/stemma.html|titolo= Origini dello stemma|accesso=23 settembre 2012}}</ref>
|contenuto = L'origine dello stemma del Comune di Arcore si ispira senza dubbio a tre diverse finalità: evidenziare nell'emblema parte della sua storia, presentare una figura che richiami il suo nome, ricordare un'antica famiglia lombarda legata alla sua storia.
Per evidenziare la finalità storica, nella sezione più elevata dello stemma è stata inserita la figura della mitra, a ricordo di tre monasteri esistenti anticamente sul suo territorio. Per ricordare il nome del Comune, nella sezione centrale è stata inserita la figura dell'arco romano. Infine, nella sezione inferiore è stato inserito il fasciato contrinnestato di nero e d'argento, che costituisce l'elemento caratterizzante dello stemma della famiglia d'Adda.
Si osserva, peraltro, che attualmente il Comune di Arcore fa uso di uno stemma lievemente diverso da quello concessogli nel 1955. La differenza si riscontra nella terza sezione dell'emblema araldico: il fasciato contrinnestato di nero e d'argento è stato trasformato ora in un campo d'argento carico di una fascia contrinnestata di nero.<ref>{{cita web |titolo= Arcore |url= https://www.mb.provincia.mb.it/comuni_old/Arcore.html |sito= Provincia di Monza e della Brianza |accesso= 7 novembre 2022 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20221107114117/https://www.mb.provincia.mb.it/comuni_old/Arcore.html |urlmorto= sì }}</ref>}}
[[File:Oratorio della Madonna del Rosario.jpg|thumb|Oratorio della Madonna del Rosario, in Cascina del Bruno, secondo dopoguerra]]
Nella fascia di età da 0 a 14 anni vi sono {{formatnum:2426}} bambini e ragazzi (pari al 13,6%); i giovani dai 15 ai 25 anni sono {{formatnum:1782}} (pari al 9,9%); gli adulti dai 26 ai 64 anni sono {{formatnum:9903}} e rappresentano poco più della metà della popolazione (55,5%, di cui il 28,4% tra i 26 e i 45 anni e il 24,1% tra i 46 e i 64 anni); infine gli anziani con età superiore ai 65 anni sono {{formatnum:3727}} (pari al 20,9%). Di questi, quelli con età superiore ai 75 sono {{formatnum:1594}}.
La popolazione femminile rappresenta il 51,5% del totale. I nuclei familiari sono {{formatnum:7719}} di cui ben il 31,4% costituite da un solo componente, poco meno del 30% da due componenti, il 20% da tre componenti.<ref>{{cita web|
*580 nel [[1751]]
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Gli stranieri residenti nel comune sono {{formatnum:1402}}, ovvero il 7,9% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2010/index.html|titolo=Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2010 per sesso e cittadinanza|editore=ISTAT|accesso=22 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120125212336/http://demo.istat.it/str2010/index.html
# [[Romania]], 252
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=== Istituzioni, enti e associazioni ===
==== Corpo musicale Città di Arcore ====
<ref>{{cita web|url= http://www.bandarcore.it/index.php|titolo= Sito ufficiale del Corpo musicale città di Arcore|accesso= 22 dicembre 2012|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131003042606/http://www.bandarcore.it/index.php
Fondata nel marzo del [[1992]] su iniziativa della sezione locale dell'[[Associazione nazionale carabinieri|Associazione nazionale carabinieri - Generale c.a. Dalla Chiesa]], ad oggi è diretta dal maestro Pasquale Vaccarella. Collegata all'attività concertistica (in territorio comunale attiva durante le principali feste locali e nazionali), il corpo musicale ha anche attivato una scuola di musica. Attualmente, la sua sede è ubicata in via Belvedere, 22.
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=== Architetture civili ===
[[File:Arcore.jpg|thumb|[[Villa Borromeo d'Adda]]]]
''Villa di delizia'' e complesso di edifici circondato da un parco, risalenti al [[XVII secolo|XVII]]-[[XVIII secolo]], aperto al pubblico e ospitante parzialmente (nella foresteria e nelle costruzioni adiacenti ed all'entrata del parco) la sede del Comune<ref>Luisa Dodi, La storia di Arcore: fra amene ville, signorili giardini, vita contadina e mondo dell'industria,
L'attuale villa, vero e proprio simbolo della cittadina, è stata completamente ristrutturata dall'Amministrazione Comunale che ne è proprietaria, è in realtà un complesso di due differenti ville: la prima, risalente al [[XVII secolo|milleseicento]], e la seconda (detta ''la Montagnola'') di un secolo circa posteriore, ad opera dell'abate Ferdinando D'Adda ed unite, a metà [[XIX secolo|ottocento]], dall'architetto [[Giuseppe Balzaretto]], rivedendone le facciate in stile [[Eclettismo (arte)|eclettico]] ed occupandosi anche della progettazione e realizzazione del parco di circa 30 ettari che circonda idealmente tutto il complesso.
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Degni di nota anche l'edificio delle scuderie e, soprattutto, la cappella Vela, costruita ancora una volta su commissione dal [[Giuseppe Balzaretto|Balzaretto]] per Isabella Isimbardi, moglie del marchese Giovanni D'Adda, con all'interno sculture in marmo di [[Vincenzo Vela]] (da cui prende il nome).
Già Casati-Stampa, completa di attiguo parco, risalente al [[XV secolo]]<ref>Rossana Bossaglia, ''L'arte dal manierismo al primo Novecento - Storia di Monza e della Brianza'', Il Profilo editore, Milano, 1971.</ref> come [[Ordine di San Benedetto|monastero benedettino]], venne acquistata e restaurata nel corso del [[XVIII secolo]] dai conti Giulini. L'edificio fu disposto o forse mantenuto dai Giulini nella tipica struttura a U aperta verso il paese. Durante queste opere di trasformazione fu impostato anche il grande viale d'accesso lungo un asse prospettico che, partendo dalla piazza antistante villa Borromeo, si spinge verso Ovest oltrepassando a cannocchiale l'edificio, nella sequenza corte d'onore, arco centrale del portico e apertura corrispondente nel salone; quindi attraversa il giardino e, infine, fiancheggiato da un lungo filare d'alti pioppi, si prolunga fino al [[Lambro]], distante qualche chilometro.
[[File:001VillaSMartino.JPG|thumb|left|[[Villa San Martino (Arcore)|Villa San Martino]]]]
Un impianto scenografico imponente, capace di far colloquiare l'edificio, il parco secolare e il verde agricolo circostante. L'asse prospettico all'ingresso, sebbene ora parzialmente interrotto visivamente da una macchia verde di alberi e arbusti e dal muro di cinta, è rimasto sostanzialmente integro nel corso del tempo. Dopo le trasformazioni compiute dai Giulini, la villa passò ai Casati nella prima metà dell'Ottocento a seguito del matrimonio di Anna Giulini Della Porta ([[1818]]-[[1883]]) con [[Camillo Casati]] ([[1805]]-[[1869]]) e, alla fine di quello stesso secolo, pervenne quindi al ramo dei [[Casati Stampa di Soncino]]. Il conte [[Alessandro Casati]] ([[1881]]-[[1955]]), che vi abitò sino alla propria morte, ne ingrandì la biblioteca e vi ospitò a più riprese l'amico [[Benedetto Croce]]. Alla dipartita del conte l'immobile passò a suo nipote, ovverosia il suo parente più prossimo, marchese Camillo Casati Stampa di Soncino ([[1927]]-[[1970]]). Questi risiedette saltuariamente nella villa. Suicidatosi il 30 agosto 1970<ref>
Il 26 luglio [[1972]] Bergamasco venne nominato Ministro dei rapporti con il Parlamento nel [[Governo Andreotti II|secondo governo Andreotti]]<ref>
[[File:Palazzo Durini.JPG|thumb|left|Palazzo Durini]]
Situato nella frazione di [[Bernate (Arcore)|Bernate]], venne costruito tra il [[XVI secolo|XVI]] ed il [[XVII secolo]] dalla famiglia [[Durini]] per controllare le cinque corti rustiche della zona, già densamente popolata durante l'epoca [[Medioevo|medievale]]. L'edificio, costituito a pianta pseudo rettangolare, si affaccia sulla piazza conte Durini, ed è articolato da un corpo principale a tre livelli caratterizzato, al piano terra, da un [[portico]] a tre archi, e da due ali laterali, più basse e modeste.
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Le facciate esterne risentono invece di restauri posteriori e sono databili al [[1922]], quando, alla morte del conte Carlo Durini, il palazzo venne venduto ad alcuni coloni affittuari che lo scorporarono in tre distinti edifici, che hanno così perso in gran parte la loro primigenia uniformità strutturale ed artistica.
Costruita alla fine del [[XVIII secolo]], si sviluppa su tre piani con l'aggiunta, posteriore, di due ali più basse ed allungate. Circondata da numerose cascine, presenta, oltre ad una folta macchia d'alto fusto circondata da un muro di cinta, una caratteristica torre belvedere probabilmente eretta in epoca più recente (intorno alla fine del [[XIX secolo]]). È attualmente adibita ad abitazione privata.
[[File:013VillaRavizza.JPG|thumb|left|Il giardino all'italiana di Villa Ravizza]]
Casotto di caccia e villa privata cinque-seicentesca a pianta rettangolare, inserita in un parco di proprietà e costruita e progettata dall'architetto [[Pellegrino Tibaldi]], è situata fuori dal centro abitato della città in direzione dei cosiddetti boschi di Arcore, nel nord-ovest del paese.
Situata in Via Monte Grappa e risalente al [[XVIII secolo]], presenta, cinto da cancellate in ferro battuto, un giardino - tra i più belli e suggestivi della [[Brianza]], progettato dall'architetto [[Lodovico Barbiano di Belgiojoso]] - composto da una serie di terrazzamenti e di statue e piante pregiate, nonché un ponticello a più archi che lo collega alla villa di proprietà privata.
Antico [[mulino ad acqua|mulino da grano ad acqua]], situato in via Molini di Mezzo, è costituito da un edificio di mattoni e travi di legno, sorretti da pilastri in muratura, su una pianta rettangolare. L'entrata, anticipata da un porticato, introduce ai locali interni del piano terra; il primo piano è invece raggiungibile tramite una scala esterna, in ferro battuto come le ringhiere dei balconi. Documenti circa la sua esistenza risalgono ai primi decenni del [[XVII secolo]]<ref>ASMi (M-CART-18) Carta dell'ing. Barca, 1615.</ref>.
Cascina ottocentesca<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-00421/|titolo= pagina sulla cascina Bice dal sito lombardiabeniculturali.it |accesso=23 settembre 2012}}</ref> costituita da un ampio corpo centrale rettangolare affacciato su via Michelangelo Buonarroti, aperta nella parte centrale, rientrante, da un portico a quattro archi, a cui corrisponde al piano superiore un analogo [[loggiato]], sostenuto da colonne.
Situato in Via Umberto I, a breve distanza da Piazza della Chiesa, si presenta come unedificio a due piani, con una particolare pianta a T rovesciata, venne edificato tra la fine del [[XIX secolo]] e l'inizio del [[XX secolo|XX]] come nuova sede del [[Comune|municipio]] cittadino. Dopo il trasferimento, verso la metà degli anni sessanta, degli uffici comunali in una nuova palazzina in via Roma, il palazzo venne destinato prima come sede della biblioteca civica e successivamente, dagli anni ottanta, alla scuola statale Olivetti.
=== Stazioni ferroviarie di Arcore ===
*[[Stazione di Arcore]] stazione ferroviaria posta sulla linea [[Ferrovia Milano-Lecco|Lecco-Milano]]
*[[Stazione di Buttafava]] sulla linea [[Ferrovia Monza-Molteno|Monza-Molteno]], presso la località [[Buttafava]]
=== Architetture industriali ===
Sorto per volere di [[Giuseppe Gilera]] nel [[1916]], esso fu dapprima ubicato presso alcuni capannoni dell'industria Bestetti, e solo successivamente nell'attuale sede in via Cesare Battisti; con la sua chiusura, nel [[1993]], ad oggi sopravvivono quelli che furono i locali amministrativi e gli uffici della casa motociclistica. Attualmente è in fase di progettazione la trasformazione di questi edifici, in tempi ancora da stabilire, in un complesso museale dedicato al mondo della [[Gilera]]<ref>{{cita web|
=== Architetture religiose ===
{{vedi categoria|Chiese di Arcore}}
[[File:Cappella della peste, Arcore.JPG|thumb|La cappella della peste]]
Piccola cappella aperta, situata all'interno del parco della [[Villa Borromeo d'Adda|villa Borromeo]], edificata nel XVII secolo dopo la morìa di [[peste di San Carlo]] e quella del [[Peste del 1630|1630]] che colpì in particolar modo [[Milano]] ed il suo circondario.
Line 317 ⟶ 314:
Esternamente, una copertura emiciclica di [[rame]] è posta a protezione della volta esterna; internamente, la facciata è invece molto semplicemente intonacata di bianco, mentre la [[abside|conca absidale]] è di un azzurro tenue. Tra di esse, su un bordo aggettante anch'esso bianco, è dipinta, a lettere maiuscole nere, questa frase: {{Citazione|Cappella della peste 1576 1630}}
Costruita tra il [[1850]] ed il [[1853]] per volere di Giovanni D'Adda all'interno del complesso di [[Villa Borromeo d'Adda|Villa Borromeo]], venne commissionata all'architetto [[Giuseppe Balzaretto]] (già chiamato alla creazione dell'attiguo parco) ed agli scultori ticinesi [[Lorenzo Vela|Lorenzo]] e [[Vincenzo Vela]] per contenere le spoglie di Maria Isimbardi ([[Milano]], 1827 - [[Muggiò]], 1849), sua moglie.
Il piccolo edificio, a pianta ottagonale, presenta un pavimento marmoreo a motivi geometrici complessi, da cui si innalzano le otto piccole absidi. La raffinatezza della cappella è impreziosita da alcune statue, anch'esse commissionate dal conte Giovanni, in marmo bianco sulle quali spicca, con estrema malinconia, quella della giovane Maria Isimbardi sul suo letto di morte.
Restaurata con l'acquisizione della Villa da parte del comune negli anni settanta del [[XX secolo]], è mensilmente visitabile<ref>{{cita web|
[[File:Chiesa San Eustorgio Arcore.jpg|thumb|La chiesa di Sant'Eustorgio]]
Dedicata a [[Eustorgio di Milano|Sant'Eustorgio da Milano]], è la più importante e tra le più antiche della città, risalente al [[XIII secolo]]<ref>
L'ultimo importante restauro venne avviato, con il benestare delle potenti famiglie locali ([[Durini]] e [[D'Adda]] in primis) nel [[1759]] e si concluse definitivamente soltanto nel [[1891]] con la sua consacrazione da parte del cardinale [[Agostino Gaetano Riboldi]] (sebbene i lavori esterni fossero già stati completati nel [[1805]]).
Line 334 ⟶ 331:
[[File:Chiesa di Santa Maria Nascente e di San Giacomo.JPG|thumb|left|Chiesa di Santa Maria Nascente e di San Giacomo]]
Chiesa-Monastero [[Alto Medioevo|alto medievale]], situata nel nord-est della città, tra Arcore e la frazione [[Bernate (Arcore)|Bernate]], risalente al [[X secolo]] e dedicata a [[Apollinare di Montecassino|Sant'Apollinare]] abate di [[Montecassino]].
Line 341 ⟶ 338:
Recentemente restaurato, ad oggi viene ancora fruito da una comunità di monaci e da un centro di accoglienza per anziani.
Chiesa parrocchiale della frazione di [[Bernate (Arcore)|Bernate]] sita in piazza conte Durini e costruita come cappella privata tra i secoli XVI e XVIII, a pianta rettangolare e dotata di un piccolo campanile. L'attuale configurazione (lesene e timpano dentellato) è invece riconducibile agli inizi del [[XIX secolo]].
Attualmente (primavera [[2012]]) è in corso la ristrutturazione, ormai prossima alla conclusione, dell'edificio, compresi i ricchi affreschi delle volte e dell'[[abside]], e della piazza circostante.
Dedicato alla [[Madonna del Rosario]]<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-00423/?view=luoghi&hid=560.741&offset=23&sort=sort_int|titolo= l'oratorio dal sito lombardiabeniculturali.it|accesso=23 settembre 2012}}</ref>, sorge nella frazione Cascina del Bruno e si presenta come un piccolo edificio ad [[Aula (chiesa)|aula]] con un [[campanile a vela]], di dimensioni piuttosto ridotte, tuttora funzionante. Esso è inglobato nel complesso di edifici della omonima cascina da cui prende nome la frazione.
Tra le altre [[Chiesa (architettura)|chiese]] di Arcore ricordiamo:
* la cappella di Villa Ravizza, situata nel margine sud-ovest del parco della villa;
Line 366 ⟶ 363:
* 3 scuole elementari pubbliche e 1 privata;
* 1 scuole medie inferiori pubbliche e 1 privata.
Per quanto riguarda l'istruzione secondaria nel territorio cittadino è presente un istituto superiore privato<ref>{{cita web|url=http://www.ist-santadorotea.it/site/liceo-scientifico.php|titolo= Sito web ufficiale dell'istituto|accesso=23 settembre 2012}}</ref> e un distaccamento del corso magistrale di restauro dell'[[Accademia di belle arti di Brera]] nelle Scuderie di [[Villa Borromeo d'Adda|Villa Borromeo]].
==== Biblioteche ====
Arcore è dotato di una [[biblioteca]] pubblica, dedicata all'artista Nanni Valentini e situato in via Gorizia 20<ref>{{cita web|
Inoltre, il sistema bibliotecario arcorese rientra nel ''Sistema bibliotecario del Vimercatese'', che comprende le biblioteche di [[Vimercate]], [[Agrate Brianza]], [[Aicurzio]], Arcore, [[Basiano]], [[Bellusco]], [[Bernareggio]], [[Burago di Molgora]], [[Busnago]], [[Cambiago]], [[Camparada]], [[Caponago]], [[Carnate]], [[Cavenago di Brianza]], [[Concorezzo]], [[Cornate d'Adda]], [[Correzzana]], [[Grezzago]], [[Lesmo]], [[Masate]], [[Mezzago]], [[Ornago]], [[Pozzo d'Adda]], [[Ronco Briantino]], [[Sulbiate]], [[Trezzano Rosa]], [[Trezzo sull'Adda]], [[Usmate Velate]], [[Vaprio d'Adda]], per un bacino d'utenza complessivo di circa
=== Feste e ricorrenze ===
{{C|La sezione contiene Eventi di dubbia rilevanza nazionale e scarsa enciclopedicità scritti con linguaggio da volantino turistico. Da allineare a [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Eventi]].|Eventi|maggio 2020}}
==== Arcore Street Festival ====
Evento artistico-culturale - nato nel [[2003]] - nel corso del quale si esibiscono artisti, musicisti, giocolieri e teatranti coinvolgendo tutto il centro storico cittadino, in particolar modo le vie Umberto I e Gorizia. Organizzato ogni terza domenica di giugno dal progetto Piano Locale Giovani delle politiche giovanili del territorio<ref>
==== Cioccoarcore ====
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==== La Fiera di Sant'Eustorgio ====
L'evento sociale più importante del paese, tenuto il lunedì della terza settimana di settembre<ref>{{cita web|url=http://www.visitbrianza.it/index.phtml?Id_VMenu=450&daabstract=779|titolo=Scheda della fiera sul sito VisitBrianza|accesso=22 dicembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120922104834/http://www.visitbrianza.it/index.phtml?Id_VMenu=450&daabstract=779
==== Il palio dei Rioni ====
Creata su ispirazione degli antichi [[Palio|palii medievali]] ma caratterizzata da prove di abilità più semplici e paesane (come, ad esempio, il [[Albero della cuccagna|palo della cuccagna]]), vede la partecipazione di quattro compagini: Bernate e boschi, La Ca, Cascina del Bruno e Arcore nord/sud (prima separate).
La prima edizione del ''Palio di Sant'Eustorgio'' si è disputata in [[Villa Borromeo d'Adda]] nel settembre del [[2007]] ed è stata vinta dalla squadra della frazione di Arcore Nord. Nel settembre del [[2008]], sempre in concomitanza con la Fiera di Sant'Eustorgio, è stata invece la squadra della frazione di [[Bernate (Arcore)|Bernate]] ad aggiudicarsi il Palio, così come nelle edizioni [[2009]], [[2010]] e [[2011]]. Nel [[2012]] infine, il titolo è stato vinto dalla frazione della Ca'<ref>{{cita web|url= http://www.mbnews.it/cultura/80-cultura/27232-palio-musica-e-danze-la-fiera-di-arcore-e-sempre-un-successo-anche-in-tono-minore.html|titolo= resoconto di mbnews dell'edizione 2012 del Palio di Arcore|accesso= 22 dicembre 2012|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20121018075712/http://mbnews.it/cultura/80-cultura/27232-palio-musica-e-danze-la-fiera-di-arcore-e-sempre-un-successo-anche-in-tono-minore.html
==== VolontariAMO ====
La Fiera della solidarietà e degli stili di vita, considerata la ''vetrina ufficiale del mondo del volontariato in Brianza''<ref>{{cita web|
=== Cucina ===
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=== Industrie ===
[[File:Acciaierie Falck, Arcore.jpg|thumb|left|Acciaierie Falck alla fine degli [[anni 1960]]]]
Lo sviluppo industriale arcorese nasce, molto probabilmente, in concomitanza con la costruzione, negli anni settanta del [[XIX secolo]], della stazione ferroviaria sulla linea [[Ferrovia
Nel [[1909]] nasce l'azienda motociclistica [[Gilera]], marchio che in pochi anni diverrà uno dei più noti in Europa e nel mondo, e, negli stessi anni, accanto allo stabilimento Zerboni (che poi diverrà [[Falck (azienda)|Falck]]) prende piede la ditta Carlo Bestetti<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-00417/|titolo= Ditta Carlo Bestetti |accesso=23 settembre 2012}}</ref>, un aeroporto per aerei da guerra e piccoli aerei commerciali, distrutto dai partigiani nel [[1945]].
Infine, nell'immediato dopoguerra, [[Giuseppe Perego (imprenditore)|Giuseppe Perego]], da responsabile carpentiere Falck fonda, nel [[1949]] la [[Peg Pérego]], oggi produttrice ed esportatrice a livello internazionale di passeggini ed accessori d'infanzia.
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== Infrastrutture e trasporti ==
=== Trasporto pubblico ===
Il territorio di Arcore è servito dal [[trasporto pubblico]] tramite due stazioni ferroviarie poste su due distinte ferrovie ([[Stazione di Arcore]], posta sulla ferrovia [[Ferrovia
Fra il [[1880]] e il [[1915]] la località era altresì servita dalla dismessa [[tranvia Monza-Barzanò-Oggiono]], successivamente sostituita da linea automobilistica.
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== Sport ==
[[File:Eddy Merckx en 1971.jpg|miniatura|Eddy Merckx con la maglia Molteni (1971)]]
La società di pallavolo, Pallavolo Casati milita nella serie D.
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Nel [[1976]] l'ultima tappa del [[Giro d'Italia 1976|Giro d'Italia]], fu divisa in due semitappe la prima delle quali, a cronometro individuale, si disputò con partenza e arrivo ad Arcore.
La [[Molteni]] Arcore è stata una squadra maschile di ciclismo su strada italiana, attiva tra i professionisti dal 1958 al 1976. Con la Molteni, tra il 1971 e il 1976, gareggiò [[Eddy Merckx]], il corridore più vincente della storia del ciclismo.
=== Impianti sportivi ===
Il centro sportivo cittadino principale si trova in via San Martino e comprende piscine coperte e scoperte, due campi da calcio, una palestra ed una pista di pattinaggio.
È inoltre presente il Palazzetto dello sport PalaUnimec<ref>{{cita web|url=http://blog.libero.it/palaunimec/|titolo= PalaUnimec, palazzetto dello sport di Arcore|accesso=22 dicembre 2012}}</ref>.
== Note ==
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[[Categoria:Arcore| ]]
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