Fossò: differenze tra le versioni

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| Divisione amm grado 1 = Veneto
| Divisione amm grado 2 = Venezia
| Amministratore locale = FedericaAlberto BoscaroBaratto
| Partito = [[lista civica]] di [[centro-sinistradestra]] Fossò attiva
| Data elezione = 164-510-20112021
| Data istituzione =
| Altitudine =
| Abitanti = 7020
| Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens/query.php?lingua=ita&Rip=S2&Reg=R05&Pro=P027&Com=17&anno=2021&submit=Tavola Dato Istat] - Popolazione residente al 31 marzo 2021 (dato provvisorio).
| Aggiornamento abitanti = 31-3-2021
| Sottodivisioni = [[Sandon]]
| Divisioni confinanti = [[Campolongo Maggiore]], [[Camponogara]], [[Dolo (Italia)|Dolo]], [[Sant'Angelo di Piove di Sacco]] (PD), [[Stra]], [[Vigonovo]]
| Zona sismica = 43
| Gradi giorno = 2432
| Diffusività =
| Nome abitanti = fossolesi
| Patrono = [[san Bartolomeo Apostolo]]
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}}
 
'''Fossò''' (''Fosò'' in [[lingua veneta|veneto]]<ref>{{cita libro|Renzo |Ambrogio|Nomi d'Italia: origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni|2004|Istituto geografico De Agostini}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:7020Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[città metropolitana di Venezia]] in [[Veneto]]. Fa parte dell'[[unione di comuni]] [[Riviera del Brenta#La .22Citt.C3.A0 della Riviera del Brenta.22|"Città della Riviera del Brenta"]].
 
== Geografia fisica ==
Il Comune di Fossò si trova a circa {{M|14&nbsp;|u=km}} da [[Padova]] e a circa {{M|30&nbsp;|u=km}} da [[Venezia]], nella zona denominata [[Riviera del Brenta]] (in senso ampio). Si trova vicino al fiume [[Brenta]], passante per la frazione Sandon. Il territorio è particolarmente pianeggiante e fertile, da favorire la coltura di grano, mais e soia.
 
== Storia ==
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Il Comune di Fossò sorge in una fertile area pianeggiante, nella zona della [[Riviera del Brenta]] tra Padova e Venezia. Il toponimo può essere fatto derivare da ''Fossatum'', riferito ad un probabile ramo minore del Brenta.
 
Le tracce più antiche della presenza umana nell’attuale territorio comunale risalgono al periodo paleoveneto e romano, come documentano alcuni reperti, tra cui un interessante bronzetto databile al IV secolo a.C., rinvenuti da Diego Mazzetto e donati al comuneComune di Fossò, oggi esposti in una vetrina presso la biblioteca.
 
Il documento più antico che cita il nome del paese risale al 1025: l'imperatore [[Corrado II il Salico|Corrado II detto "il Salico"]] conferma l’acquisizione da parte di Bono, abate di Sant’Ilario, di più poderi (''massericias'') dislocati in varie località deldella territoriozona, tra cui Fossò. Un atto di compravendita di terreni, di poco posteriore (1073), rileva inoltre che il paese è già formato, attribuendogli il titolo di “villa”, e specifica che è posto nella giurisdizione della “pieve” di Sermacia, cioè l’attuale Vigonovo.
 
Più documenti rilevano che dal XII al XV secolo il territorio di Fossò fu soggetto a Padova, benché, limitatamente alla seconda metà del XIII secolo, alcuni diritti giurisdizionali fossero appannaggio della potente famiglia, di origine feudale, Delesmanini.
 
Valutazioni basate sul numero dei "[[Fuoco (demografia)|fuochi]]", censiti nel 1281 dal Comune di Padova, fanno desumere che allora la popolazione, composta da 41 famiglie, si aggirasse attorno alle 300 unità. Sembra però, che il paese avesse una certa importanza: "imposizioni" sancite dagli statuti cittadini gli avevano assegnato quote superiori rispetto a quelle delle località vicine.
 
Estraneo alle principali direttrici di marcia del tempo, fu appena sfiorato dalle continue guerre che allora Padova ebbe a sostenere; solo nel 1380 fu teatro di uno scontro che portò all'affondamento, in un ramo minore del Brenta (probabilmente il fiume Cornio), di nove barche cariche di rifornimenti per le truppe veneziane, impegnate contro le padovane milizie dei Carraresi. Passato nel XV secolo sotto il dominio della Repubblica di Venezia, Fossò visse l'esistenza relativamente tranquilla dei piccoli centri agricoli.
 
Caduta la Repubblica di Venezia per mano di Napoleone, nel 1806 furono creati i comuni di Fossò e di Sandon, che furono assegnati al Dipartimento del Brenta, per essere poi trasferiti l'anno successivo al Dipartimento dell'Adriatico.
 
Con la sconfitta di Napoleone e la conseguente pace di Vienna, neI 1815 il Veneto passò sotto l'Austria eed il comune di Sandon fu unito a Fossò, divenendone sua frazione.
 
Nel secolo successivo, con lo scoppio della Prima guerra mondiale, furono numerosi i cittadini di Fossò e Sandon destinati al fronte. Scampati alla disfatta di Caporetto, molti soldati degli eserciti in rotta, giunsero nel territorio comunale. ''“Sono affamati e privi di ogni cosa''– scrisse nella Cronistoria parrocchiale il sacerdote don Giovanni Roncaglia- ''e si fa a gara tra la popolazione per soccorrerli”.'' Il lieto evento della fine della guerra trova in don Roncaglia un attento testimone: ''“Giunse nel pomeriggio improvvisa la notizia che è cessata la guerra e che il 4 novembre 1918 si sarebbe firmato l’armistizio. Con il permesso dell’autorità militare alle ore 2, fra il delirio di tutto il popolo, vengono solennemente suonate le campane che, da tanto tempo, tacevano.”''
 
Il secondo conflitto mondiale, iniziato nel 1940 con la dichiarazione di guerra di Mussolini, coinvolse significativamente i paesi di Fossò e Sandon: la strada provinciale era frequentemente percorsa da mezzi bellici e truppe in spostamento; il ponte sul fiume Brenta fu più volte oggetto di bombardamenti.
 
Dal secondo dopoguerra il comune di Fossò ha avuto un discreto sviluppo economico, legato soprattutto alla produzione di calzature; ciò ha favorito l'espansione urbanistica e l'incremento della popolazione del capoluogo. L'attuale sviluppo ha trasformato il comune, un tempo basato essenzialmente sulle coltivazioni agricole, in un'area prettamente industriale, artigianale e commerciale, che convive con un'agricoltura moderna e razionale. Grazie alla presenza di una manodopera di alta specializzazione, le più grandi ''griffe'' della moda internazionale hanno scelto le aziende di Fossò per realizzare le calzature legate al loro marchio.
 
Il Comune di Fossò è il luogo dove, nel 2023, è avvenuto l'[[omicidio di Giulia Cecchettin]].
 
=== Simboli ===
Lo stemma e il gonfalone del Comune di Fossò sono stati concessi con [[decreto del presidente della Repubblica]] del 26 giugno 1955.<ref>{{cita web |url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?823 |titolo= Fossò, decreto 1955-06-26 DPR, concessione di stemma e gonfalone |editoresito= Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico, Fascicoli comunali |posizione= busta 270, fascicolo 4278.6 |accesso= 9 ottobre 2024 }}</ref>
; Stemma:
{{citazione|[[Troncato]] di rosso e di verde, alla [[Fascia (araldica)|fascia]] d'argento, sormontata da una [[Stella (araldica)|stella]] di 8 punte dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.}}
Il gonfalone è un drappo troncato di verde e di rosso.<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/4329861a-e70f-4944-92af-e09f46b8b7d4/770-fosso|titolo=Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di Fossò|accesso=9 ottobre 2024|sito=ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref>
 
;Gonfalone:
{{citazione|drappo troncato di verde e di rosso…''}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
 
=== Antica chiesa parrocchiale dedicata a san Bartolomeo ===
Un piccolo mistero avvolge le origini della primitiva chiesa di Fossò. Il più antico documento rinvenuto, che ne cita l’esistenza, risale al 2 giugno 1085: è un contratto di vendita tra Giovanni ''di prete Rozo'', Serena Guiperga, Giovanni e Domenica a favore di Cono, riguardante una masseria ''in loco et fundo Fossato que iacet non longe da Ecclesia Sancto Martino.''
 
Le notizie successive riguardanti il sacro edificio sono del 18 giugno 1130, quando il vescovo di Padova san Bellino, nel confermare ai canonici della cattedrale i beni avuti in dono dai suoi predecessori, dichiara: ''“Ego Bellinus paduanus… ''concedo ''capellam Sancti Bartholomei de Fossato”''.
 
Nell'esaminare la curiosa circostanza che cita il sacro edificio a distanza di pochi anni con due titolari diversi, (san Martino nel 1085 e san Bartolomeo nel 1130), monsignor Giuseppe Bellini, nella sua raccolta di note storiche sulla chiesa di Fossò, redatta nel 1957 in occasione dell’inaugurazione della nuova chiesa, offriva come spiegazione il fatto che in origine esistessero due distinte cappelle e, per circostanze ignote, fosse stata in seguito abbandonata quella dedicata a san Martino in favore di quella di san Bartolomeo.
[[File:Chiesa antica san Bartolomeo.jpg|miniatura|L'antica chiesa dedicata a san Bartolomeo]]
Tra i primi rettori della chiesa, di cui si ha notizia, è ricordato nel 1297 ''“presbiter Galbertus”.''
 
La chiesa dedicata a san Bartolomeo fu consacrata l'8 settembre 1335, come documenta una lapide in origine posta sopra la facciata, poi trasferita in sacrestia eed oggi, dopo l’ultimo restauro, murata nella parte nord della navata, che recita:
 
MCCCXXXV INDICTIONE III DI MARIAE VIII SEPT. FUIT CONSECRATA ECCLESIA SAN BARTOLOMEI.
 
Nel corso della visita pastorale avvenuta nell’ottobre del 1489 al tempo del vescovo [[Pietro Barozzi]], sono annotate importanti notizie sull’antica chiesa, così descritta: ''“La cappella di san Bartolomeo di Fossati'' (Fossò) ''sotto la pieve di Sarmacia'' (Vigonovo) ''è larga sei passi, lunga nove, è alta dieci piedi dove inizia il soffitto. È divisa in due parti da un muretto di laterizio alto quattro piedi. Ha tre altari, uno al centro della parete orientale e altri due nella parte delle donne. Ci sono altri due altari non consacrati e che non devono essere consacrati, uno a destra e uno a sinistra dell’altare centrale. Il soffitto è tutto di legno tappezzato con dei quadrati che lo compongono. Le pareti in parte sono bianche, in parte dipinte. Il pavimento è in cotto a spina di pesce. Il beneficio è di 36 campi che vengono dati in affitto, si raccoglie anche il quartese relativamente a tutti i parrocchiani. C’è la fraglia'' (confraternita) ''di San Sebastiano”''.
 
Nel corso della citata visita pastorale, il parroco di Fossò don Paolo Contarini documentava la presenza all'interno della chiesa di una tavola dipinta (andata perduta), con i santi Rocco e Sebastiano, cari alle invocazioni della popolazione contro le pestilenze.
 
La visita pastorale del vescovo Antonio Giustiniani è la prima dopo i lavori di risistemazione della chiesa, avvenuti nel 1761, come documenta l’iscrizione posta nella facciata: ''“Per Iddio Uno e Trino e per San Bartolomeo il tempio che era piccolo e rozzo fu ampliato e ornato con lavoro unanime dei fedeli della parrocchia nell’anno del Signore 1761”.''
 
Con il rinnovamento della chiesa, sopra il timpano furono poste le statue dei santi Bartolomeo, Lorenzo e Gaetano. Nelle nicchie della facciata, rimaste vuote fino al 1920, furono poste delle statue raffiguranti i santi Pietro e Paolo, donate dal prof. Vittorio Menin di Camponogara, nipote del parroco di Fossò Fortunato Menin.
 
I lavori di abbellimento della chiesa coinvolsero anche la parte interna con decorazioni a stucco e con l’esecuzione dell’affresco, attribuito al pittore veneziano [[Giambattista Canal]], raffigurante la ''Gloria di san Bartolomeo.''
 
Con l’ampliamento del 1761, la chiesa si rivelò ancora insufficiente per le necessità della parrocchia. Negli ''Annuari Diocesani'', si scopre che, a partire dal 1824, la popolazione di Fossò crebbe sopra i 1000-1500 abitanti nell’Ottocento, per poi superare le {{formatnum:2000}} unità nei primi decenni del Novecento (2050 unità nel 1910, 2550 nel 1916).
 
Con la costruzione della nuova chiesa, edificata nel secolo scorso in un terreno vicino, l’antica parrocchiale perse la sua funzione originaria e fu chiusa. Gli altari e le statue presenti all’interno, così come l’antico organo posto sul ballatoio ligneo sopra la porta d’ingresso, gli arredi e alcuni dipinti furono trasferiti nel nuovo edificio, mentre altre opere d’arte furono vendute per affrontare i debiti contratti per la nuova parrocchiale. Dal 1957 in poi gli spazi interni dell’antica chiesa furono utilizzati per gli usi più diversi: teatro parrocchiale, magazzino, sala giochi, palestra e perfino ''campo da pallavolo.''
 
Fu il parroco don Piero Casello, nei primi anni Novanta del secolo scorso, a valutare l’idea di restituire all’originale splendore l’antico edificio, sotto la direzione dell’ing. Lorenzo Salmaso. Recupero che, dopo anni di lavori, ha visto la sua conclusione nel 2005.
[[File:Crocifisso Trecentesco.jpg|miniatura|Il Crocifisso Trecentesco]]
 
Nell'antica chiesa si conservano alcune importanti opere d'arte: Il dipinto raffigurante il ''Sacro Cuore di Gesù tra san Filippo Neri e san Luigi Gonzaga'', datato e firmato da Alessandro Longhi e documentato come sua ultima opera prima della morte. Riscoperto da Diego Mazzetto in un magazzino della parrocchia, il dipinto fu restaurato da Sara Grinzato e Giorgia Busetto nel 2014.
 
Di importante valore storico-artistico è il ''Crocifisso'' "gotico doloroso" risalente alla fine del Trecento e attribuito alla famiglia di artisti veneziani Moranzone. La preziosa opera è stata valorizzata attraverso un attento restauro, eseguito da Giorgia Busetto e Sara Grinzato sotto il diretto controllo della Soprintendenza. Concluso nel 2019, il restauro ha messo in evidenza splendidi dettagli originali nascosti dal tempo e da interventi precedenti. Il recupero del Crocifisso è stato coordinato da Diego Mazzetto, che ha raccolto i fondi da sponsor privati, tra cui il Rotary club Venezia Riviera del Brenta, l'associazione Cavalieri al Merito [[File:Dipinto Longhi .jpg|miniatura|Il dipinto di [[Alessandro Longhi]] documentato come ultima opera dell'artista prima della sua morte]]
[[File:Dipinto Longhi .jpg|miniatura|Il dipinto di Alessandro Longhi documentato come ultima opera dell'artista prima della sua morte]]
della Repubblica Italiana della Riviera del Brenta, il Comune di Fossò, aziende e privati. All'inaugurazione dell'opera, avvenuta il 7 aprile 2019, hanno partecipato oltre 500 persone.
 
Completano il patrimonio artistico della chiesa il dipinto dell'altare maggiore, attribuito a Pier Antonio Novelli, la ''Via Crucis'' con incisioni del Settecento e l'affresco sul soffitto raffigurante la ''Goria di san Bartolomeo'', attribuito al pittore veneziano Giambattista Canal.
 
=== Nuova chiesa arcipretale ===
[[File:La nuova chiesa arcipretale..jpg|miniatura|La nuova chiesa arcipretale.]]
Don Giovanni Roncaglia, originario di [[Centrale (Zugliano)|Centrale di Zugliano]] (Vicenza), nel giorno del suo ingresso a Fossò, avvenuto nel 1909, notò come in chiesa la gente fosse stipata per mancanza di spazio e subito pensò all'esigenza di un nuovo edificio sacro. Le condizioni del paese, privo allora di industrie e commerci, con il terreno spezzettato in piccole ''chiusure'' appena bastanti a dare da vivere, logli consigliarono però di attendere.
 
Giunse intanto la [[prima guerra mondiale]] con le conseguenti difficoltà. Nel 1928 a don Roncaglia sembrò propizio il momento per tentare l'avvio dell'impresa e incaricò l'architetto [[Ferruccio Chemello]] di Vicenza di preparare il progetto che fu approvato dalla commissione d’arte sacra diocesana il 4 febbraio 1929. Esso contemplava la conservazione provvisoria della vecchia chiesa, costruendo la nuova all'intorno. Terminati i lavori, la vecchia chiesa sarebbe stata demolita.
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Tra le opere d’arte più antiche, meritano di essere ricordati i due altari trasferiti dalla chiesa settecentesca. Il primo conserva il dipinto raffigurante san Lorenzo (recentemente restaurato) e il secondo la statua della Madonna. Il ''San Lorenzo'' è firmato "Vason 1894", ma presumibilmente si tratta di un'opera più antica, in quanto don Giuseppe Bellini nei suoi scritti afferma che il Vason l’ha solo restaurato.
 
Di un certo interesse è il dipinto raffigurante la ''Madonna del Rosario'', eseguito su lamina di rame alla fine del Seicento, conservato in sacrestia, dove si possono ammirare anche i ritratti dei parroci di Fossò susseguitisi nel tempo. Notevole è infine il portale in bronzo che dà accesso alla chiesa. Opera dell’artista padovano Sergio Rodella, al suo interno sono raffigurate, oltre alle immagini dei vescovi Girolamo Bortignon e [[Filippo Franceschi]], quelle dei [[Papa Giovanni XXIII|papi Giovanni XXIII]] e [[Papa Giovanni Paolo I|Giovanni Paolo I]].<ref>{{cita web |url= https://www.comune.fosso.ve.it/home/vivere/FOSSO--E-SANDON-STORIA/chiesa-del-700/chiesa-parrocchiale.html |titolo= La nuova chiesa di Fossò |autore= Chiesa di Fossò |accesso= 13 agosto 2021 |dataarchivio= 13 agosto 2021 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210813164726/https://www.comune.fosso.ve.it/home/vivere/FOSSO--E-SANDON-STORIA/chiesa-del-700/chiesa-parrocchiale.html |urlmorto= sì }}</ref>
 
=== L'oratorio della Madonna del Rosario di Campoverardo donato al cappellano di Fossò attraverso la "Mansioneria Mescalchin" ===
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Un poetico ricordo su questo palazzo ci è stato tramandato da Giovanni Muneratti, del ramo della famiglia dimorante a Campocroce di Mirano, che, ricordando le visite ai cugini di Fossò, verso la metà del secolo scorso scriveva: ''"Quando si andava a Fossò, era sempre d'estate. E negli assolati pomeriggi di quei giorni, sempre così si incontrava o ritrovava la casa: una creatura possente, ma come tesa ad occultarsi, a ripararsi, a difendersi. E subito, nella mia fantasia di bambino, la sua bellezza tramutava quella difesa in mistero, in segreti antichi da riservare a pochi eletti la sua grandezza e nobiltà. Con quest'animo vi giungevo davanti e ne restavo, ne resto ancora nella memoria, preso, incantato…"''
[[File:Portale palazzo Muneratti.jpg|miniatura|L'antica mura con l'imponente portale di palazzo Contarini Muneratti]]
Al di là dei ricordi e delle immagini, di tutto ciò non resta che il rimpianto per la perdita di un edificio monumentale: sicuramente tra i primi e più antichi esempi di villa veneta edificati nella terraferma. Se le tristi vicende legate alla distruzione fossero andate diversamente, oggi la sua presenza sarebbe sicuramente un vanto per i cittadini di Fossò e per gli appassionati di arte e di storia.<ref>{{cita web |url= https://www.comune.fosso.ve.it/home/vivere/PALAZZO-CONTARINI-POI-MUNERATTI.html |titolo= Palazzo Contarini poi Muneratti |autore= Comune di Fossò |accesso= 13 agosto 2021 |dataarchivio= 13 agosto 2021 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210813193343/https://www.comune.fosso.ve.it/home/vivere/PALAZZO-CONTARINI-POI-MUNERATTI.html |urlmorto= sì }}</ref>
 
=== Municipio ===
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|Luciano Compagno
|[[Lista civica]]
|[[Sindaco (ordinamento italianoItalia)|Sindaco]]
|
}}
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|[[2009]]
|Guido Carraro
|[[CentrosinistraCentro-sinistra]]
|[[Sindaco (ordinamento italianoItalia)|Sindaco]]
|
}}
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|Luciano Compagno
|[[Lista civica]]
|[[Sindaco (ordinamento italianoItalia)|Sindaco]]
|
}}
Riga 214 ⟶ 208:
|Paola Spatuzza
|[[Commissario prefettizio]]
|[[Sindaco (ordinamento italianoItalia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2011]]
|[[2021]]
|''in carica''
|Federica Boscaro
|[[CentrosinistraCentro-sinistra]]
|[[Sindaco (ordinamento italianoItalia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2021]]
|''in carica''
|Alberto Baratto
|[[Centro-destra]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}