Le Calanche: differenze tra le versioni
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'''Le Calanche''' è il nome di una montagna dell'[[isola d'Elba]], sede di un insediamento dell'[[Età del Bronzo]], il più elevato dell'isola (900 m). Dalle Calanche inizia la [[Via ferrata del Monte Capanne]].
{{Citazione|''Muraglioni in pietra a secco che delimitano una piazzaforte con stretto passaggio lastricato'' (...) ''si trovano pochi metri più in basso del vertice delle Calanche, sul versante meridionale; appaiono come cupe strutture difensive, nidi d'aquile, roccia fatta memoria.''|Silvestre Ferruzzi, ''Synoptika''}}
==Nome==
Il [[toponimo]] ''Calanche'', attestato dal [[1738]], deriva dagli stretti canaloni (''calanche'') che, specialmente sul versante meridionale, dividono le plurime cime rocciose della montagna.
==Descrizione==
Il sito, facente parte degli [[insediamenti protostorici del Monte Capanne]], è caratterizzato da una [[piazzaforte]] con uno stretto ingresso ed una bassa [[cinta muraria]] che si adatta alle aspre condizioni orografiche del luogo. Nei pressi si trova la '''Grotta alle Pecore''', un riparo rupestre frequentato dal [[Paleolitico]] sino al [[II millennio a.C.]], insieme alle formazioni rocciose della '''Cote Alta''', della '''Cote Ritta''' e del '''Gobbetto'''. Nella zona è presente una [[necropoli]] rupestre riferibile all'Età del Bronzo. I reperti rinvenuti sono costituiti da vasellame frammentario con [[ingobbio]], orci frammentari, vasetti miniaturistici e rocchetti in [[argilla]].
[[File:Masso del Gobbetto (isola d'Elba).jpg|thumb|Il Gobbetto]]
==Ambiente naturale==
Ciò che più caratterizza
[[File:Tasso (Taxus baccata) Calanche - Elba.jpg|thumb|Il [[Taxus baccata|tasso]] monumentale delle Calanche in località Altarini]]
==L'''Ode alle Calanche''==
«''Vi saluto, montagne amiche e belle, dalle cime selvagge e frastagliate, baciate a sera dalle prime stelle, all'alba carezzate dalle fate. Quando il sole vi bacia e vi fa d'oro vanno estasiate per l'ammirazione, e nel dolce tramonto pur v'adoro, cangianti tra il violetto e l'arancione. V'amo, rocce dilette, o mie Calanche, quando la primavera vi ridesta, quando la neve vi fa tutte bianche nel crudo inverno dalla faccia mesta. Quando l'autunno pigro e sonnolento vi reca un senso di malinconia, quando vi turba l'impeto del vento a voi pensa l'ansiosa anima mia. Quando l'estate canta una canzone, portandovi le ninfe inghirlandate, brucia nel cuor per voi la mia passione, con un sospir di cose desiate. Son vostra figlia, cime predilette, e per voi sento in me sorgere il canto. Vorrei potervi dir cose mai dette e baciarvi così, tra riso e pianto. Ma siete voi così vicine a Dio che mi sento smarrire nel pensiero. Chiudo così quel canto nel cuor mio donandovi il mio amor, caldo e sincero''» Tecla Galli (27 dicembre [[1945]])
==Bibliografia==
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* Gino Brambilla, ''Le impronte degli antichi abitatori dell'isola d'Elba'', Pavia 2003
* Silvestre Ferruzzi, ''Synoptika'', Portoferraio 2008
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Portale|Archeologia|Toscana}}
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