Ugo Procacci: differenze tra le versioni

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{{Bio
'''Ugo Procacci''' ([[Firenze]], [[1905]] - [[1991]]), storico dell'[[arte]] italiano, specialista di teoria del [[restauro]].
|Nome = Ugo
|Cognome = Procacci
|Sesso = M
|LuogoNascita = Firenze
|GiornoMeseNascita = 31 marzo
|AnnoNascita = 1905
|LuogoMorte = Firenze
|GiornoMeseMorte = 19 febbraio
|AnnoMorte = 1991
|Epoca = XX
|Attività = storico dell'arte
|Attività2 = funzionario
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , specialista di pittura medievale e teoria del [[restauro]]
|Immagine = procacci.jpg
|Didascalia = Ugo Procacci nel 1978
}}
 
== Biografia ==
Laureatosi in [[Storia dell'arte]] nel [[1927]], con una tesi su [[Spinello Aretino]], si dedicò anche agli studi storici sotto la guida di [[Gaetano Salvemini]], suo grande maestro.
Socio fondatore del [[Circolo Rosselli]], aderì successivamente al movimento [[Antifascismo|antifascista]] [[Giustizia e Libertà]], fondato nel [[1929]].
 
Nato a Firenze nel 1905, si dedicò prima agli studi storici sotto la guida di [[Gaetano Salvemini]], suo grande maestro, per poi laurearsi in [[Storia dell'arte]] nel 1927, con una tesi su [[Spinello Aretino]].
Secondo un moderna concezione, fondò nel [[1934]] il "Laboratorio di restauro dei dipinti" di [[Firenze]], dove coniugò l'interesse per l'attività di restauro allo studio del patrimonio artistico del territorio [[Toscana|toscano]]. Si occupò da vero pioniere delle tecniche artistiche dei maestri del passato.
Antifascista, fu socio fondatore del [[Fratelli Rosselli|Circolo Rosselli]] e aderì, durante la [[Seconda guerra mondiale]], al [[Comitato di liberazione nazionale]].
 
Secondo una moderna concezione, fondò nel 1932 il "Gabinetto di restauro dei dipinti" di [[Firenze]], dove coniugò l'interesse per l'attività di restauro allo studio del patrimonio artistico del territorio [[Toscana|toscano]]. Il laboratorio da lui fondato confluì poi, nel 1975, all'atto di creazione del [[Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|Ministero per i beni e le attività culturali]], nel nuovo istituto di restauro nato dalla fusione con l'antico opificio [[Medici|mediceo]] e chiamato [[Opificio delle Pietre Dure]]. Procacci, coadiuvato da restauratori del calibro di Augusto Vermerhen, prima, e Gaetano Lo Vullo, poi, si occupò da vero pioniere di affiancare la ricerca al restauro, creando praticamente dal nulla la storia delle tecniche artistiche.
Negli anni [[1946]]-[[1947|47]] per la prima volta venne resa nota l'attività del Laboratorio ed in modo particolare il suo intento scientifico, aspetto particolarmente innovativo rispetto alla tradizionale cultura del restauro, ancora molto spesso affidata a tradizioni ed usi tramandati nel tempo. Il Gabinetto dei restauri si inserì a pieno titolo nei più importanti dibattiti internazionali e raggiunse così alti livelli tecnici e fama internazionale.
 
Negli anni [[1946]]-[[1947|47]] per la prima volta venne resa nota in modo estensivo, attraverso mostre aperte al pubblico e non più solamente attraverso articoli in riviste specializzate, l'attività del Laboratorio ede in modo particolare il suo intento scientifico, aspetto particolarmente innovativo rispetto alla tradizionale cultura del restauro, ancora molto spesso affidata ancora a tradizioni ed usi tramandati nel tempo. Il Gabinetto dei restauri si inserì a pieno titolo nei più importanti dibattiti internazionali e raggiunse così alti livelli tecnici e fama internazionale.
Nel [[1958]] Procacci divenne Soprintendente ai monumenti di Firenze, [[Arezzo]] e [[Pistoia]] (fino al [[1964]]) ed in tale veste affrontò l'emergenza dell'[[alluvione di Firenze|alluvione fiorentina]] del [[1966]].
 
Nel 1958 il Procacci divenne Soprintendente ai monumenti e alle Belle Arti di Firenze, [[Arezzo]] e [[Pistoia]] (duplice carica che tenne fino al 1964, anno in cui lasciò ad altri l'incarico della tutela architettonica per continuare a svolgere quello delle Belle Arti); in tale veste affrontò l'emergenza dell'[[alluvione di Firenze|alluvione fiorentina]] del 1966, disastroso evento da cui il patrimonio artistico fiorentino riuscì a riemergere soprattutto grazie alla sua forza, tenacia e capacità organizzativa. Nel 1968 riceve ad honorem le chiavi della città di Morlupo per meriti alla Resistenza.
Tra i maggiori scritti:
* ''La tecnica degli antichi affreschi e il loro distacco e restauro''. Firenze, Comitato della II Mostra di affreschi staccati, [[1958]].
* ''Sinopie ed affreschi''. Firenze, Cassa di risparmio, [[1960]]. Ponderoso volume nel quale vengono ripercorse le fasi tecniche relative alla pittura murale.
* ''Il Vasari e la conservazione degli affreschi della cappella Brancacci al Carmine e della Trinità in Santa Maria Novella''. Roma, De Luca, [[1956]].
 
Dopo il pensionamento nel 1972, Procacci iniziò la carriera di [[docente universitario]] presso l'Istituto di Storia dell'Arte della facoltà di Lettere dell'[[Università di Firenze]], insegnando Tecniche artistiche, Storia del restauro e Uso dei documenti storici per la storia dell'arte. Divenne così maestro della generazione oggi ai massimi livelli della tutela artistica in Italia.
[[Categoria:Storici dell'arte italiani|Procacci, Ugo]]
 
[[Categoria:Biografie|Procacci, Ugo]]
Procacci fu tra i primi fautori di un atteggiamento moderno e consapevole riguardo al restauro delle opere d'arte: studiando sia le fonti scritte disponibili ([[ricettari]] antichi, [[Trattato (opera)|trattati]] in materie artistiche, ecc.) studiò a ritroso le tecniche di produzione artistica degli antichi artefici e vi innestò con giudizio i metodi di ricerca e di diagnosi moderni. I suoi studi furono particolarmente importanti nel campo dell'[[affresco]]: egli infatti, dovendo operare spesso secondo le conoscenze dell'epoca, nel restauro delle pitture murali con la metodica dello [[Strappo (affresco)|strappo]], s'impegnò nell'importantissimo recupero delle [[sinopia|sinopie]], cioè dei disegni preparatori su muro, sottostanti l'[[intonaco]].
 
[[Accademia dei Lincei|Accademico dei Lincei]], morì nella città natale, a ottantacinque anni, nel 1991.
 
==Opere==
Alcuni tra i suoi scritti principali
* ''La tecnica degli antichi affreschi e il loro distacco e restauro''. Firenze, Comitato della II Mostra di affreschi staccati, [[1958]].
* ''Sinopie ed affreschi''. Firenze, Cassa di risparmio, [[1960]]. Ponderoso volume nel quale vengono ripercorse le fasi tecniche relative alla pittura murale.
* ''Il Vasari e la conservazione degli affreschi della cappella Brancacci al Carmine e della Trinità in Santa Maria Novella''. Roma, De Luca, [[1956]].
* ''Beato Angelico al Museo di San Marco a Firenze''. Milano, Silvana editoriale d'arte, 1972.
* ''Come nasce un affresco''. Firenze, Bonechi, 1975.
* ''La Galleria dell'Accademia di Firenze''. Roma, La libreria dello stato, 1951.
* ''Masaccio. La Capella Brancacci''. SADEA/Sansoni Editori, Firenze, 1965.
* ''La casa Buonarroti a Firenze''. Milano, Electa, 1967.
* ''Studi sul catasto fiorentino'', Firenze, Olschki, 1996 (postumo).
 
==Bibliografia==
*''Ugo Procacci a cento anni dalla nascita (1905-2005), Atti della giornata di studio'' (Firenze, 31 marzo 2005), a cura di M. Ciatti, C. Frosinini, Edifir, Firenze 2006.
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://www.raiplay.it/video/2016/10/Unora-con-Ugo-Procacci-un-custode-di-Firenze-f9d4286f-e5f0-4b66-a6d4-1c96e9a86cf9.html]''Il custode di Firenze'' - Filmato RAI del 1972 dedicato alla figura di Ugo Procacci <small> |URL consultato il 29/05/2019</small>
 
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