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|Data istituzione =
|Altitudine =
|Abitanti = 1097
|Note abitanti = {{Istat|060|50|2022}}
|Aggiornamento abitanti = 31-01-2023
|Sottodivisioni = San Pietro, Serre, Colle Posta, Immoglie, Colleruta, Campo trivolte, Casale, Casalucra, Ciacca, Chiuselle, Collepanico, Remune, Borgo Castellone, Fontitune, Antica, Liscia, Rocca degli Alberi, San Gennaro, San Giuseppe, Valle Porcina
|Divisioni confinanti = [[Alfedena]] (AQ), [[Atina]], [[Barrea]] (AQ), [[Gallinaro]], [[Pizzone]] (IS), [[San Biagio Saracinisco]], [[Sant'Elia Fiumerapido]], [[Settefrati]], [[Villa Latina]]
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}}
 
'''Picinisco''' (''Pëcënìschë'' in dialetto locale) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 1{{Popolazione|ITA}} 097abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Frosinone]] nel [[Lazio]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Il comune è ubicato presso il confine con l'[[Abruzzo]] e il [[Molise]]: condivide con [[Acquapendente]], [[San Vittore del Lazio]], [[Cittareale]] e [[Accumoli]] la particolarità di essere uno dei cinque comuni laziali il cui territorio comunale confina con più regioni diverse da quelle di appartenenza. Picinisco giace su un'altura di natura rocciosa a 725 metri s.l.m. nella [[valle di Comino]]. Occupa una superficie di circa 6000 ettari, gran parte dei quali all'interno del [[parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise]].<ref>{{Cita web|url= http://www.parcoabruzzo.it/paesi.php |titolo= I paesi del parco/parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise}}</ref> [[File:Picinisco.JPG|left|thumb|Picinisco]]Il territorio, prevalentemente montuoso, interessa il versante occidentale del [[monte Meta]] (2.242 metri) che dà il nome all'[[monti della Meta|omonima catena]]. La parte più dolce e collinare è attraversata da due fiumi, il [[Mollarino]] che nasce dal monte La Monna (Mainarde) e il [[Melfa]] che sgorga da un'alta roccia calcarea nella Valle di Canneto, a {{M|1020 |u=m s.l.m.}}
 
Il gruppo montuoso del monte Meta si estende dal [[Sangro]] al [[Volturno]], si mantiene altissimo con i fianchi dirupati a picco e con vette che superano i duemila metri; queste, dirigendosi dal monte Petroso alla Costa dell'Altare, dividono il panorama in due settori, uno del versante abruzzese-molisano, l'altro del versate laziale.
 
Le cime più importanti sono: il [[monte Petroso]] (2.249 m), il [[monte Altare (Abruzzo)|Monte Altare]] (2.174 m), il [[monte Tartaro]] (2.191 m), [[Torretta di Paradiso]] (1.976 m), il [[monte a Mare]] (2.161 m), la [[Metuccia]] (2.105 m), il [[monte Forcellone]] (2.030 m), il monte Cavallo (2.039 m), il [[monte Mare]] (2.005 m)<ref>{{Cita web |url=http://www.urbanisticaecasa.regione.lazio.it/cartanet/ |titolo=Sistema Informativo Territoriale del Lazio |accesso=5 aprile 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130317093649/http://www.urbanisticaecasa.regione.lazio.it/cartanet/ |dataarchivio=17 marzo 2013 |urlmorto=sì }}</ref>[[File:Monte Cavallo e Monte Forcellone.jpg|thumb|upright=1.4|Panoramica M.Cavallo e M.Forcellone|left]]
 
=== Clima ===
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Per oltre tre secoli, dal 1193 al 1503, il territorio cominense non ebbe che brevi periodi di quiete; al pari di altre regioni del Regno fu turbato da tumulti, sconvolgimenti e guerre. [[Normanni]], [[Suebi|Svevi]], [[Angioini]], [[Aragonesi]], [[Francesi]] e [[Spagnoli]] vi piombarono a intervalli.
 
Con il susseguirsi sul trono di [[Napoli]] di varie dinastie straniere anche le contrade del Cominese venivano cedute a diverse casate. Picinisco passò dai [[D'Aquino (famiglia)|d'Aquino]] ai [[Cantelmo]] e da questi ai [[Borgia]], per poi passare al [[Navarro]], al [[Raimondo de Cardona (generale)|Cardona]], aai [[Matteo diDi Capua]] e in ultimo ai Gallio.
 
Nel Cinquecento la zona venne funestata dai [[briganti]], stanziatisi a Picinisco nel 1590; il fenomeno si ripresentò anche alla fine del Settecento e, con carattere differente, dopo l'[[Risorgimento|unificazione d'Italia]].
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Nel 1927, nell'ambito di un'ampia revisione amministrativa operata dal [[regime fascista]], Picinisco passò dalla provincia di [[Terra di Lavoro]] alla [[Regione Lazio]] divenendo parte della neo-costituita [[Provincia di Frosinone]].
 
UnNegli periodo funesto è rappresentatoanni dalla [[seconda guerra mondiale]], quandotra il 1941 e il 1943, Picinisco è uno dei comuni del Lazio adibiti a luogo di internamento civile. Vi giungono in soggiorno coatto rifugiati di varie nazionalità, inclusi una quindicina di [[ebrei internati in Italia|profughi ebrei]].<ref>[https://campifascisti.it/scheda_campo.php?id_campo=966 Picinisco].</ref> Il periodo più difficile viene dopo l'8 settembre 1943 con il passaggio del fronte. Il paese trovandosi sulla [[Linea Gustav]] subì l'occupazione da parte dei soldati tedeschi che rastrellarono gli ebrei rifugiati e fecero sfollare gli abitanti. Bombardato, il paese fu sottoposto ad angherie e venne liberato la mattina del 29 maggio 1944 dalle truppe italiane ([[Corpo Italiano di Liberazione]]). Nonostante il pericolo di arresto e la fuga, nessuno degli ex-internati ebrei risulta negli elenchi dei deportati.<ref>[http://www.annapizzuti.it/regioni/lazio.php Ebrei stranieri internati nel Lazio].</ref>
 
Nel dopoguerra, a causa di una forte crisi economica, un'importante emigrazione ridusse notevolmente il numero degli abitanti spopolando numerose frazioni.