Programma Apollo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Annullata la modifica 131922309 di 37.163.12.176 (discussione)
Etichetta: Annulla
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: numeri di pagina nei template citazione
 
(34 versioni intermedie di 20 utenti non mostrate)
Riga 22:
[[File:KSC-69P-0856.jpg|thumb|Il centro di controllo di lancio durante la missione [[Apollo 12]]]]
 
Il '''programma Apollo''' fu un [[programma spaziale]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] che portò allo sbarco dei primi uomini sulla [[Luna]]. Concepito durante la presidenza di [[Dwight D. Eisenhower|Dwight Eisenhower]] e condotto dalla [[NASA]], Apollo iniziò veramente dopo che il presidente [[John Fitzgerald Kennedy| John F. Kennedy]] dichiarò, durante una sessione congiunta al [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso]] avvenuta il 25 maggio 1961, obiettivo nazionale il far "''atterrare un uomo sulla Luna''" entro la fine del decennio.
 
Questo obiettivo fu raggiunto durante la missione [[Apollo 11]] quando, il 20 luglio 1969, gli [[astronauta|astronauti]] [[Neil Armstrong]] e [[Buzz Aldrin]] sbarcarono sulla Luna, mentre [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]] rimase in [[Orbita selenocentrica|orbita lunare]]. Apollo 11 fu seguita da ulteriori sei missioni, l'ultima nel dicembre 1972, che portarono un totale di dodici uomini a camminare sul nostro satellite naturale. Questi sono stati gli unici uomini a mettere piede su un altro [[corpo celeste]].
 
Il programma Apollo si svolse tra il 1961 e il 1972 e fu il terzo programma spaziale di voli umani (dopo [[programma Mercury|Mercury]] e [[Programma Gemini|Gemini]]) sviluppato dall'agenzia spaziale civile degli Stati Uniti. Il programma utilizzò la [[navicella spaziale Apollo]] e il [[razzo vettore]] [[Saturn (famiglia di razzi)|Saturn]], successivamente utilizzati anche per il programma [[Skylab]] e per la missione congiunta americana-[[unioneUnione sovieticaSovietica|sovietica]] [[Apollo-Soyuz Test Project]]. Questi programmi successivi sono spesso considerati facenti parte delle missioni Apollo.
 
Il corso del programma subì due lunghe sospensioni: la prima dopo che nel 1967 un incendio sulla [[rampa di lancio]] di [[Apollo 1]], durante una simulazione, causò la morte degli astronauti [[Gus Grissom]], [[Edward White]] e [[Roger Chaffee]]; la seconda dopo il viaggio verso la Luna di [[Apollo 13]] nel 1970 durante il quale si verificò un'esplosione sul [[Apollo Command/Service Module|modulo di servizio]] che impedì agli astronauti la discesa sul nostro satellite e li costrinse a un rischioso rientro sulla [[Terra]].
Riga 36:
{{vedi anche|Guerra fredda}}
 
Nel corso degli anni cinquanta del [[XX secolo|Novecento]], tra gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e l'[[Unione Sovietica]] era in pieno svolgimento la cosiddetta [[guerra fredda]], che si concretizzò in interventi militari indiretti ([[guerra di Corea]]) e in una corsa ad armamenti sempre più efficienti e in particolar modo allo sviluppo di [[Missile balistico intercontinentale|missili intercontinentali]] capaci di trasportare [[bomba nucleare|testate nucleari]] sul territorio nazionale avversario. Il primo successo in questo campo lo ebbero i sovietici che lanciarono nel 1956 il razzo ''[[R-7 SemyorkaSemërka]]''. Gli Stati Uniti si adoperarono allora per cercare di colmare il divario, impiegando grandi risorse umane ed economiche. I primi successi americani arrivarono con i razzi [[PGM-11 Redstone|Redstone]] e [[SM-65 Atlas|Atlas]]<ref>{{cita libro|urlcapitolo=http://history.nasa.gov/SP-4201/ch1-5.htm|capitolo=Redstone and Atlas|autore=Swenson, L.S. Jr.|coautori=Grimwood, J.M.; Alexander, C.C.|titolo=This New Ocean: A History of Project Mercury|editore=NASA History Series|anno=1989|lingua=en|accesso=3 marzo 2011|volume=SP-4201|oclc=569889}}</ref>.
 
=== La corsa allo spazio ===
Riga 50:
=== Annuncio del programma ===
{{vedi anche|Presidenza di John Fitzgerald Kennedy#Corsa allo spazio|Scegliamo di andare sulla Luna}}
Il programma Apollo fu il terzo progetto di lanci spaziali umani intrapreso dagli Stati Uniti, benché i relativi voli seguissero sia il primo programma ([[Programma Mercury|Mercury]]) sia il secondo ([[Programma Gemini|Gemini]]). L'Apollo originalmente fu concepito dalla amministrazione Eisenhower come un seguito al programma Mercury per le missioni avanzate Terra-orbitali, ma fu completamente riconvertito verso l'obiettivo risoluto di [[allunaggio]] "entro la fine decennio" dal presidente [[John F. Kennedy]] con il suo annuncio a una sessione speciale del [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso]] il 25 maggio del 1961<ref>{{cita web|url=https://www.archive.org/details/jfks19610525|titolo=Discorso pronunciato dal presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy il 25 maggio 1961|lingua=en|accesso=3 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190613155730/https://archive.org/details/jfks19610525|urlmorto=no}}</ref><ref>Gli esperti della NASA avevano indicato che l'atterraggio sulla Luna poteva essere realizzato già nel 1967, ma l'amministratore dell'agenzia, [[James E. Webb]], ha preferito aggiungere due anni per tenere conto di potenziali contrattempi (Fonte: NASA - Monografia Progetto Apollo: un'analisi retrospettiva).</ref>
 
{{Citazione|…credo che questo paese debba impegnarsi a realizzare l'obiettivo, prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra. Non ci sarà in questo periodo nessun progetto spaziale più impressionante per l'umanità, o più importante nell'esplorazione a lungo raggio dello spazio; e nessuno sarà così difficile e costoso da realizzare…|[[John F. Kennedy]]|…I believe that this nation should commit itself to achieving the goal, before this decade is out, of landing a man on the Moon and returning him safely to the Earth. No single space project in this period will be more impressive to mankind, or more important in the long-range exploration of space; and none will be so difficult or expensive to accomplish…|lingua=en}}
[[File:Kennedy Giving Historic Speech to Congress - GPN-2000-001658.jpg|thumb|Il [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente degli Stati Uniti]] [[John F. Kennedy|Kennedy]] annuncia il programma durante una sessione speciale del Congresso.]]
Nel discorso che diede inizio al programma Apollo, Kennedy dichiarò che nessun altro programma avrebbe avuto un effetto così grande sulle mire a lungo termine del programma spaziale americano. L'obiettivo fu poi ribadito in un ulteriore celebre discorso ("''[[Scegliamo di andare sulla Luna|We choose to go to the Moon]]...''")<ref>{{Citazione|Abbiamo scelto di andare sulla Luna in questo decennio e di fare le altre cose, non perché non sono facili, ma perché sono difficili obbiettivi, perché questo obiettivo servirà a misurare e organizzare al meglio le nostre energie e competenze, perché questa è una sfida che siamo disposti ad accettare...|[[John F. Kennedy]], ''"We choose to go to the Moon..." - discorso del 12 settembre 1962''|We choose to go to the Moon. We choose to go to the Moon in this decade and do the other things, not because they are easy, but because they are hard, because that goal will serve to organize and measure the best of our energies and skills, because that challenge is one that we are willing to accept...|lingua=en}}</ref> il 12 settembre 1962. All'inizio del suo mandato, nemmeno Kennedy aveva intenzione di investire molte risorse sull'esplorazione spaziale<ref>{{cita|J. Villain|p. 67|JVI}}.</ref>, ma i successi sovietici e il bisogno di recuperare il prestigio dopo il fallimentare [[sbarco nella Baia dei Porci]], gli fecero cambiare velocemente idea<ref>{{cita|Xavier Pasco|pp. 83-84|XP}}.</ref>.
 
La proposta del presidente ricevette un immediato ed entusiastico sostegno sia da ogni forza politica sia dall'opinione pubblica, spaventata dai successi dell'astronautica sovietica<ref>{{cita|Xavier Pasco|p .75|XP}}.</ref>. Il primo bilancio del nuovo programma spaziale denominato Apollo (il nome fu scelto da [[Abe Silverstein]] allora direttore dei voli umani<ref>{{cita web|url=http://history.nasa.gov/SP-4407vol7Chap2.pdf|titolo=Exploring the Unknown Project Apollo: Americans to the Moon|p=3|autore= John M. Logsdon (NASA)|accesso=13 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090813004421/http://history.nasa.gov/SP-4407vol7Chap2.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>Abe Silverstein era già stato l'ideatore del nome del [[programma Mercury]] ([[Mercurio (divinità)|Mercurio]] e [[Apollo]] sono entrambi dei della [[mitologia romana]]). Inoltre, a posteriori, è stato trovato che Apollo è l'[[acronimo]] di ''America's Program for Orbital and Lunar Landing Operations''.</ref>) fu votato all'unanimità dal [[Senato degli Stati Uniti|Senato]]. I fondi disponibili per la NASA passarono da 500 milioni di [[dollaro|dollari]] nel 1960 a 5,2 miliardi nel 1965. La capacità di mantenere pressoché costanti i finanziamenti per tutta la durata del programma fu anche merito del direttore della NASA [[James E. Webb|James Webb]], veterano della politica, che riuscì a fornire un sostegno particolarmente forte al presidente [[Lyndon Johnson]], succeduto a Kennedy [[Assassinio di John F. Kennedy|assassinato nel 1963]], e forte sostenitore del programma spaziale.
 
== Sviluppo del programma ==
Riga 90:
* Il [[John F. Kennedy Space Center|Kennedy Space Center]] (KSC), situato presso [[Merritt Island]] in [[Florida]], da cui verranno lanciati i giganteschi razzi del programma Apollo. La NASA costruì la sua base di lancio a [[Cape Canaveral]], vicino a quella utilizzata dall'aeronautica militare. Il centro si occupava dell'assemblaggio e controllo finale del razzo vettore nonché delle operazioni relative al suo lancio. Qui, nel 1956, vi erano impiegate 20&nbsp;000 persone. Il cuore del centro spaziale era costituito dal ''[[Complesso di lancio 39|Launch Complex 39]]'' dotato di due [[rampa di lancio|rampe di lancio]] e di un enorme edificio di assemblaggio: il ''[[Vehicle Assembly Building]]'' (altezza 140 metri), in cui potevano essere assemblati più razzi Saturn V contemporaneamente. Il primo lancio da questo centro è avvenuto per l'[[Apollo 4]] nel 1967<ref name=centri/><ref>{{cita web|url=https://www.nasa.gov/centers/kennedy/about/history/story/ch4.html|titolo=Storia del Kennedy Space Center - Capitolo 4|lingua=en|editore=KSC (NASA)|accesso=11 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091028122933/http://www.nasa.gov/centers/kennedy/about/history/story/ch4.html|urlmorto=no}}</ref>.
 
Altri centri della NASA ebbero un ruolo marginale o temporaneo sul lavoro svolto per il programma Apollo. Nel [[John C. Stennis Space Center|Centro Spaziale John C. Stennis]], allestito nel 1961 nello Stato del [[Mississippi (stato)|Mississippi]], furono predisposti nuovi banchi di prova utilizzati per testare motori a razzo sviluppati per il programma<ref>{{cita web|url=http://www.spaceline.org/capehistory/3a.html|titolo=The history of Cap Canaveral : chapter 3 NASA arrives (1959-present)|accesso=6 luglio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090917031235/http://www.spaceline.org/capehistory/3a.html|urlmorto=no}}</ref>. Il Centro di ricerca Ames, risalente al 1939 e situato in [[California]], era dotato di [[galleria del vento|gallerie del vento]] utilizzate per studiare il rientro nell'atmosfera della navicella Apollo e perfezionarne la forma. Il [[Langley Research Center]] (1914), con sede a [[Hampton (Virginia)|Hampton]] ([[Virginia]]), disponeva anch'esso di ulteriori gallerie del vento. Presso il [[Jet Propulsion Laboratory]] (1936), a [[Pasadena (California)|Pasadena]], vicino a [[Los Angeles]], specializzato nello sviluppo di sonde spaziali, furono progettate le famiglie di veicoli spaziali automatici che produssero le mappe lunari e acquisirono le conoscenze sull'ambiente lunare indispensabili per rendere possibile il programma Apollo<ref name=centri/><ref>{{cita web|url=https://www.nasa.gov/centers/kennedy/about/history/story/ch4.html|titolo=Kennedy Space Center Story - Chapter 4|lingua=en|editore=KSC (NASA)|accesso=11 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091028122933/http://www.nasa.gov/centers/kennedy/about/history/story/ch4.html|urlmorto=no }}</ref>.
 
=== Il ruolo dell'industria aeronautica ===
[[File:Apollo 17 The Last Moon Shot.jpg|thumb|Il razzo [[Saturn V]] pronto sulla [[rampa di lancio]] 39-A per la missione [[Apollo 17]]]]
La realizzazione di un programma così ambizioso rese necessaria una decisiva crescita del settore dell'industria aeronautica, sia per quanto riguarda il personale addetto (la NASA passò da 36 500 addetti a 376 500) sia nella realizzazione d'impianti di grandi dimensioni.
 
Riga 145:
L'astronauta [[Donald Kent Slayton|Deke Slayton]] (selezionato per il programma Mercury ma successivamente non ritenuto idoneo al volo a causa di un problema [[cuore|cardiaco]]) assunse il ruolo di leader informale ma efficace del corpo astronauti, occupandosi della selezione degli equipaggi per ogni missione e facendo da portavoce negli interessi degli stessi durante lo sviluppo del progetto<ref>{{cita|W. David Compton|Selecting and training the crews: Organizing the Astronaut Corps|WDC}}.</ref>.
 
La navicella Apollo fu originariamente progettata per dare una piena autonomia di azione all'equipaggio in caso che si fosse verificata una perdita delle comunicazioni con il centro di controllo. Questa autonomia, prevista dai [[software]] del sistema di navigazione e controllo, sarebbe tuttavia stata significativamente ridotta, nel caso si fosse resa necessaria una modifica sostanziale delle procedure di una missione. Infatti era il centro di controllo di Houston che forniva i parametri essenziali, quali la posizione della navetta nello spazio e i valori corretti della spinta necessaria per ogni accensione del motore principale. Nel momento in cui si realizzarono i primi voli sulla Luna, solamente il centro di controllo a terra possedeva la potenza di calcolo necessaria per poter elaborare i dati telemetrici e stabilire la posizione della navetta. Tuttavia, durante il volo, era il computer di bordo ad applicare le dovute correzioni in base ai suoi sensori. Inoltre, il computer, fu essenziale nel controllo del motore (grazie alla funzione di pilota automatico) e nel gestire numerosi sottosistemi<ref>{{cita|James E. Tomayko|Chap. 2 Computers On Board The Apollo Spacecraft - The need for an on-board computer|CONA}}.</ref>. Senza il computer, gli astronauti non avrebbero potuto far scendere il modulo lunare sulla Luna, perché solo con esso era possibile ottimizzare il consumo di carburante al fine di soddisfare i bassi margini disponibili<ref>{{cita|Mindell|ppp. 249|DIG}}.</ref>.
 
[[File:Lunar Landing Research Vehicle in Flight - GPN-2000-000215.jpg|thumb|Un astronauta si addestra sul ''[[Lunar Landing Research Vehicle]]'' presso la [[Edwards Air Force Base|base aerea Edwards]].]]
 
=== La ricerca dell'affidabilità ===
Fin dall'avvio del programma, la NASA dovette dimostrare molta attenzione al problema relativo dell'[[affidabilità]] dei complessi sistemi che si apprestava a progettare. Inviare degli astronauti sul suolo lunare è infatti un'operazione assai più rischiosa di un volo in orbita terrestre dove, in caso di problemi, il rientro verso la Terra può essere attuato in tempi brevi grazie all'accensione dei retrorazzi. Diversamente, una volta che la navetta spaziale ha lasciato l'orbita, la possibilità di far ritorno a Terra è strettamente vincolata al corretto funzionamento di tutti i principali sottosistemi. In maniera empirica, la NASA, stabilì che le missioni avrebbero dovuto avere una probabilità di successo del 99% e che la possibile perdita dell'equipaggio dovesse essere inferiore allo 0,1%<ref>{{cita web|url=http://history.nasa.gov/SP-4223/ch14.htm|titolo=SP-4223 Before This Decade Is Out... - Interview Maxime Faget|editore=NASA|data=19 settembre 2001|accesso=10 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091013223225/http://history.nasa.gov/SP-4223/ch14.htm|urlmorto=no}}</ref><ref>Un membro appartenente alle società di consulenza, ha sottolineato che il tasso di perdita prefissato come obiettivo non era molto diverso da quello della probabilità di morte in un gruppo di tre uomini di 40 anni per un periodo di 2 settimane.</ref>. Questi valori non tennero però conto dei possibili impatti con micrometeoriti e degli effetti dei raggi cosmici (in particolare nell'attraversamento delle [[fasce di van Allen]]), allora poco conosciuti. La progettazione dei sottosistemi e dei componenti di base dei vari veicoli utilizzati per il programma necessitava, pertanto, di raggiungere tali obbiettiviobiettivi.
[[File:Apollo 15 descends to splashdown.jpg|thumb|left|[[Apollo 15]] poco prima dell'[[ammaraggio]]: si noti che un [[paracadute]] non si è dispiegato completamente; tuttavia il corretto funzionamento degli altri due non ha compromesso la sicurezza.]]
Tali requisiti furono raggiunti grazie alle diverse opzioni tecniche che vennero scelte. Ad esempio, uno dei sistemi più critici fu quello relativo ai sistemi di propulsione primari. Se il motore principale (sia del modulo lunare sia del modulo di comando) si fosse reso inutilizzabile, la nave spaziale non avrebbe potuto lasciare la Luna o correggere la rotta verso la Terra, con la conseguente perdita certa dell'equipaggio. Per rendere i motori affidabili, fu scelto di utilizzare [[propellente ipergolico|propellenti ipergolici]] in cui la [[combustione]] avveniva in maniera spontanea quando messi a contatto e non grazie a un sistema di accensione che poteva non funzionare. Inoltre, la pressurizzazione dei combustibili avveniva grazie a dei serbatoi di [[elio]] e questo permetteva di eliminare l'uso di fragili e complesse [[turbopompa|turbopompe]].
Riga 189:
! [[Saturn V]]
|- align=center
! Carico utile<br /><small>in [[Low earth orbit|orbita bassa]] (LEO)<br />all'[[TransManovra Lunardi Injectioninserzione translunare|traiettoria verso lainserzione Lunatranslunare]] (TLI)</small>
| 9&nbsp;t (LEO)
| 18,6&nbsp;t (LEO)
Riga 308:
</div>
 
Raggiunta l'orbita bassa, la navicella Apollo (CSM e LEM) compiva un giro e mezzo intorno alla Terra, ancora agganciata al terzo stadio del razzo; quindi, una nuova accensione del motore ([[manovra di inserzione translunare]]) inseriva il complesso in un'[[Trans Lunar Injection|orbita di trasferimento]] verso la Luna. All'accensione corrispondeva un incremento della velocità di 3&nbsp;040&nbsp;m/s (10&nbsp;900&nbsp;km/h). Poco dopo la fine della accensione, il Modulo di Comando e Servizio (CSM) si staccava dal resto del complesso, compiva una rotazione di 180° e agganciava il modulo lunare (LEM), ancora situato nel suo alloggiamento ricavato nel razzo. Controllato l'allineamento e pressurizzato il LEM, quest'ultimo veniva estratto a una velocità di {{M|30|ul=cm/s}}, grazie a delle molle pirotecniche situate sulla sua carenatura. Il terzo stadio, ormai vuoto, iniziava una traiettoria differente andando, a seconda della missione, in orbita [[Sole|solare]] o a schiantarsi contro la Luna<ref>{{Cita|Woods|pp. 103-127|HOW}}.</ref>.
 
Durante il viaggio di 70 ore verso la Luna, potevano essere effettuate delle modifiche alla traiettoria al fine di ottimizzare il consumo finale di [[propellente]]. Sul veicolo era immagazzinata una quantità relativamente elevata di combustibile, superiore a quanto fosse necessario per compiere tali manovre. Soltanto il 5% del quantitativo presente a bordo, infatti, era effettivamente impiegato per le correzioni di rotta. La navetta, inoltre, era posta in lenta rotazione intorno al proprio asse longitudinale, in modo da limitare il riscaldamento, riducendo il periodo di esposizione diretta verso il Sole<ref>{{Cita|Woods|pp. 139-140|HOW}}.</ref>.
 
In prossimità della Luna, veniva acceso il motore del modulo di servizio per frenare la navetta e metterla in orbita lunare. Nel caso che l'accensione non fosse riuscita, la navetta, dopo aver compiuto un'orbita intorno alla Luna, avrebbe ripreso autonomamente la via della Terra, senza dover utilizzare i motori. La scelta di questa traiettoria di sicurezza contribuì alla salvezza della missione Apollo 13. Poco dopo il motore del modulo di comando-servizio veniva azionato ulteriormente per posizionare il complesso su un'orbita circolare a 110&nbsp;km di altezza<ref>{{cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.html|titolo=Apollo 11 press kit|ppp=26-33|lingua=en|editore=NASA|data=1969|accesso=10 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091016122754/http://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.html|urlmorto=no}}</ref>.
 
=== Discesa e atterraggio sulla Luna ===
Riga 365:
[[File:Apollo 10 Lunar Module Rendezvous.jpg|thumb|Rendezvous, in orbita lunare, del LEM e del CSM nella missione [[Apollo 10]]]]
 
Nella fase di ascesa il LEM raggiungeva il modulo di comando che era rimasto ad attenderlo in orbita lunare con a bordo un astronauta. L'obbiettivoobiettivo veniva realizzato in due sottofasi: la prima consisteva nel decollo dal suolo lunare e nell'immissione in orbita lunare bassa; da qui iniziava la seconda che, utilizzando accensioni ripetute del [[motore a razzo]] e il [[Reaction control system|sistema di controllo di assetto]], portava il LEM ad allinearsi e agganciarsi al modulo di comando.
 
Prima del decollo, al fine di determinare la traiettoria migliore, era inserita nel computer di bordo la posizione precisa del LEM sulla superficie lunare. La base del LEM, ovvero il modulo di discesa, rimaneva sulla Luna e fungeva da [[rampa di lancio]] per il modulo superiore che, con a bordo gli astronauti, decollava. La separazione avveniva grazie a delle piccole cariche pirotecniche che tagliavano i quattro punti in cui i due moduli erano collegati, tranciando anche i cavi e i tubi.
 
Dopo essere decollato, il modulo di ascesa compiva prima una traiettoria verticale per poi gradualmente inclinarsi al fine di raggiungere un'orbita ellittica di 15×67&nbsp;km.
Riga 383:
Il modulo di servizio veniva sganciato e abbandonato poco prima dell'ingresso in atmosfera, portando con sé il motore principale e la maggior parte delle forniture residue di ossigeno ed [[energia elettrica]]. Il rientro avveniva con un angolo ben preciso, fissato a 6,5° con una tolleranza massima di 1°. Se l'angolo di ingresso fosse risultato troppo grande, lo [[scudo termico]], che era progettato per resistere a temperature di 3&nbsp;000 [[°C]], avrebbe subito un riscaldamento eccessivo e ciò avrebbe condotto al suo cedimento e alla distruzione del veicolo. Se, viceversa, l'angolo fosse stato troppo basso, la navetta sarebbe rimbalzata sull'atmosfera portandosi in una lunga orbita ellittica che avrebbe condannato l'equipaggio a non poter fare più ritorno a Terra.
 
Entrato in atmosfera, il modulo di comando subiva una decelerazione di 4 [[Accelerazione di gravità|g]], perdendo tutta la sua velocità orizzontale e scendendo con una traiettoria quasi verticale. A 7&nbsp;000 metri di altitudine, la protezione finale conica della navetta veniva espulsa e due piccoli [[paracadute]] venivano dispiegati per stabilizzarla e ridurre la sua velocità da 480 a 280&nbsp;km/h. A 3&nbsp;000 metri, tre piccoli paracadute pilota venivano espulsi lateralmente per permettere di estrarre i tre principali che permettevano di completare dolcemente la discesa. La navetta ammarava nell'[[oceano]] a una velocità di 35&nbsp;km/h. Subito i paracadute venivano rilasciati e venivano gonfiati tre palloni per impedire che la nave si girasse a portare la punta sotto l'acqua. Nei pressi del punto di ammaraggio stazionavano delle navi da recupero che provviste di elicotteri raggiungevano l'equipaggio e lo trasportavano a bordo. Successivamente veniva recuperato anche il modulo di comando e issato sul ponte di una [[portaerei]]<ref>{{cita|Patrick Maurel|pp. 220-221|PMA}}.</ref><ref>{{cita web|url=http://history.nasa.gov/alsj/a15/a15mrp6.pdf|titolo=Apollo 15 Mission support performance|editore=NASA|ppp=154|accesso=11 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100313212359/http://history.nasa.gov/alsj/a15/a15mrp6.pdf|urlmorto=no }}</ref>.
 
{{immagine grande|Manned Lunar Landing Mission Profile.jpg|900px|Schema di procedure riferito a una tipica missione lunare con equipaggio umano}}
 
== Le missioni ==
Line 395 ⟶ 393:
=== La preparazione ===
{{Vedi anche|Programma Gemini|Programma Ranger|Programma Surveyor}}
Gli americani iniziarono il loro programma spaziale umano con il [[programma Mercury]]. Il suo obiettivo era però limitato a portare in orbita un uomo e senza aver la possibilità di compiere manovre. Il 12 giugno 1963 il programma era stato dichiarato terminato a favore di uno nuovo che sarebbe servito per mettere a punto alcune tecniche necessarie per poter raggiungere l'obbiettivo della discesa sulla Luna: il [[programma Gemini]] che, nonostante fosse stato annunciato dopo il programma Apollo, è considerato come "propedeutico" a esso. Gemini prevedeva infatti di raggiungere tre obbiettiviobiettivi da realizzarsi in orbita terrestre:
* Mettere a punto i sistemi di manovra, localizzazione e [[rendezvous]] nello spazio;
* Realizzare delle [[attività extraveicolare|attività extraveicolari]];
Line 479 ⟶ 477:
Nulla di tutto ciò fu effettivamente fatto e dei tre razzi Saturn V rimasti dopo Apollo 17, solo uno venne parzialmente riutilizzato<ref>Il 14 maggio 1973, una versione modificato del Saturn V a due stadi (denominata [[Saturn INT-21]]), portò in orbita la prima [[stazione spaziale]] statunitense ''[[Skylab]]''.</ref>, gli altri sono in mostra in [[museo|musei]]<ref>{{cita web|url=http://www.experiencefestival.com/a/Saturn_V_-_Saturn_V_vehicles_and_launches/id/2136924|titolo=Saturn V vehicles and launches|accesso=5 marzo 2011|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070930024044/http://www.experiencefestival.com/a/Saturn_V_-_Saturn_V_vehicles_and_launches/id/2136924}}</ref>.
 
Il progetto dell{{'}}''Apollo Telescope Mount'', basato sul LEM e destinato a voli con il modulo di comando-servizio su razzi [[Saturn IB]], fu successivamente utilizzato come componente dello ''[[Skylab]]'', che risultò essere l'unico sviluppo del programma di applicazioni dell'Apollo. Alla conclusione del programma, inoltre, le apparecchiature dell'Apollo non vennero più riutilizzate, a differenza della navicella sovietica ''[[Programma Sojuz|Sojuz]]'', originariamente progettata per entrare in orbita lunare, i cui derivati servono ancora la [[Stazione Spazialespaziale Internazionaleinternazionale]].
 
Tra i principali motivi che portarono alla decisione di chiudere il programma Apollo, ci fu sicuramente il calo di interesse da parte dell'opinione pubblica e l'elevato costo del suo mantenimento. Quando il presidente Kennedy annunciò l'intenzione di intraprendere un programma per scendere sulla Luna venne fatto un preliminare di costo di 7 miliardi di dollari ma si trattava di una stima difficilmente determinabile e [[James E. Webb]], [[amministratore della NASA]], cambiò le previsioni in 20 miliardi<ref name=Butts>{{cita web|autore = Glenn Butts, Kent Linton|titolo = The Joint Confidence Level Paradox: A History of Denial, 2009 NASA Cost Symposium|accesso = 28 aprile 2009|pp = 25–2625-26|url = http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/nexgen/Nexgen_Downloads/Butts_NASA's_Joint_Cost-Schedule_Paradox_-_A_History_of_Denial.pdf|lingua = en|editore = NASA|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20111026132859/http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/nexgen/Nexgen_Downloads/Butts_NASA%27s_Joint_Cost-Schedule_Paradox_-_A_History_of_Denial.pdf|dataarchivio = 26 ottobre 2011}}</ref>. La stima di Webb destò molto scalpore all'epoca, ma a posteriori risultò la più accurata. Il costo finale del programma Apollo fu annunciato durante un congresso nel 1973 ed è stato calcolato in 25,4 miliardi di dollari<ref>{{cita conferenza|conferenza=Sottocommissione sui Voli Spaziali Umani e Commissione delle Scienze e dell'Astronautica|titolo=Costo definitivo programma Apollo|anno=1973|organizzazione=NASA|pp=Parte 2, p. 1271}}.</ref>. Questo include tutti i costi di ricerca e sviluppo, la costruzione di 15 razzi Saturn V, 16 moduli di comando e servizio, 12 moduli lunari, oltre lo sviluppo dei programmi di supporto e amministrazione<ref name=Butts/>.
 
== Significato del programma Apollo ==
Line 555 ⟶ 553:
=== Programma Constellation ===
{{vedi anche|Programma Constellation}}
Il 20 luglio 1989, per il 20º anniversario dello sbarco di Apollo 11, il presidente statunitense [[George H. W. Bush]] ha lanciato un ambizioso programma denominato ''Space Exploration Initiative'' (SEI)<ref>{{cita web|url = http://history.nasa.gov/sei.htm|titolo = The Space Exploration Initiative|autore = Steve Garber|editore = NASA History Division|accesso = 19 ottobre 2009|lingua = en|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20091004012902/http://history.nasa.gov/sei.htm|urlmorto = no}}</ref>, che avrebbe portato all'installazione di una base permanente sulla Luna. Il suo costo stimato, la mancanza di sostegno nell'opinione pubblica e le forti riserve del [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso]] hanno però fatto fallire il progetto. Nel 2004, suo figlio [[George W. Bush]] ha reso pubblici gli obiettivi a lungo termine per il programma spaziale, nel momento che il [[disastro dello Space Shuttle Columbia|disastro del Columbia]] e il prossimo completamento della [[Stazione Spazialespaziale Internazionaleinternazionale]] imponevano scelte per il futuro. Il progetto, denominato ''[[Vision for Space Exploration]]'' metteva l'esplorazione umana dello spazio come obiettivo principale e preventivava un ritorno sulla Luna nel 2020 per la preparazione di una successiva missione umana su [[Marte (astronomia)|Marte]].<ref>{{cita web|url=http://history.nasa.gov/Bush%20SEP.htm|titolo=President Bush Announces New Vision for Space Exploration Program|autore=George Bush|data=gennaio 2004|accesso=11 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041018053912/http://history.nasa.gov/Bush%20SEP.htm|urlmorto=no}}</ref>
 
[[File:Altair-Lander.jpg|thumb|Rappresentazione artistica del ''lander'' lunare che avrebbe dovuto riportare gli astronauti sulla Luna nel [[2020]].]]
Line 567 ⟶ 565:
L'11 dicembre 2017, il presidente Trump ha firmato la [[direttiva sulla politica spaziale 1]]. Tale politica prevede che l'amministratore della NASA "conduca un programma di esplorazione innovativo e sostenibile con partner commerciali e internazionali per consentire l'espansione umana attraverso il sistema solare e per riportare sulla Terra nuove conoscenze e opportunità". Lo sforzo intende organizzare in modo più efficace il governo, l'industria privata e gli sforzi internazionali verso il ritorno degli umani sulla Luna e gettando le basi per l'eventuale [[Esplorazione di Marte|esplorazione umana di Marte]].
 
Il 26 marzo 2019, il vicepresidente [[Mike Pence]] ha annunciato che l'obiettivo di sbarco sulla Luna della NASA sarebbe stato accelerato di quattro anni con un atterraggio previsto nel 2024. Il 14 maggio 2019, l'[[amministratore della NASA]] [[Jim Bridenstine]] ha annunciato che il nuovo programma sarebbe stato nominato Artemis da [[Artemide]], la sorella gemella di [[Apollo]] e la dea della Luna nella [[mitologia greca]]. Nonostante i nuovi obiettivi immediati, al 2020 le missioni su Marte entro il 2030 sono ancora previste.<ref>{{Cita web|url=https://www.nasa.gov/specials/moontomars/index.html|titolo=NASA: Moon to Mars|sito=NASA|accesso=2 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190805055135/https://www.nasa.gov/specials/moontomars/index.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.space.com/nasa-names-moon-landing-program-artemis.html|titolo=NASA Names New Moon Landing Program Artemis After Apollo's Sister|autore=Robert Z. Pearlman 14 May 2019|sito=Space.com|lingua=en|accesso=2 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200329194245/https://www.space.com/nasa-names-moon-landing-program-artemis.html|urlmorto=no}}</ref>
 
== Note ==
Line 576 ⟶ 574:
 
* {{cita libro|lingua=en|titolo=Apollo Program Summary Report|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/alsj-JSC09423.html|id=JSC-09423|editore=Lyndon B. Johnson Space Center, NASA|città=Houston, Texas|data=aprile 1975}}
* {{cita libro|lingua=en|cid=CF|autore1=G. Brooks|autore2=James M. Grimwood|autore3=Loyd S. Swenson|titolo=Chariots for Apollo : A History of Manned Lunar Spacecraft|anno=1979|url=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/contents.html|accesso=3 maggio 2019|dataarchivio=9 febbraio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080209003722/http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/contents.html|urlmorto=sì}}
* {{cita libro|lingua=en|cid=WDC|autore=W. David Compton|titolo=Where No Man Has Gone Before : A History of Apollo Lunar Exploration Missions|anno=1989|url=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4214/contents.html|accesso=3 maggio 2019|dataarchivio=23 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191023085209/https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4214/contents.html|urlmorto=sì}}
* {{cita libro|lingua=en|cid=SAT|autore=Roger E. Bilstein|titolo=Stages to Saturn : A Technological History of the Apollo/Saturn Launch Vehicles|anno=1996|url=http://history.nasa.gov/SP-4206/sp4206.htm}}
* {{cita libro|lingua=en|cid=ER|autore=Hansen, James R|titolo=Enchanted Rendezvous : John C. Houbolt and the Genesis of the Lunar-Orbit Rendezvous Concept|anno=1995|url=http://history.nasa.gov/monograph4.pdf}}
* {{cita libro|lingua=en|cid=RL|autore=Roger D. Launius|titolo=Apollo : A Retrospective Analysis|anno=1994|url=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/Apollomon/cover.html|accesso=3 maggio 2019|dataarchivio=13 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170213215937/http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/Apollomon/cover.html|urlmorto=sì}}
* {{cita libro|lingua=en|cid=VBE|autore=F. V. Bennett|titolo=Apollo lunar descent and ascent trajectories|anno=1970|url=https://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/19700024568_1970024568.pdf}}
* {{cita libro|lingua=en|cid=TRK|autore=Richard W. Orloff (NASA)|titolo=Apollo by the numbers : A Statistical Reference|anno=2000-2004|url=http://history.nasa.gov/SP-4029/Apollo_00g_Table_of_Contents.htm}}
Line 588 ⟶ 586:
* {{cita conferenza|lingua=en|cid=CUL|conferenza=Conferenza NASA Remembering Space Age|titolo=Remembering Space Age: remembrance and cultural representation of the space age (SP-2008-4703)|anno=2008}}
* {{cita conferenza|lingua=en|cid=SOC|conferenza=Conferenza NASA|titolo=Societal impact of spaceflight (SP-2007-4801)|anno=2007|url=http://history.nasa.gov/sp4801-part1.pdf}}
* {{cita libro|lingua=en|cid=CONA|autore=James E. Tomayko|titolo=Computers in Spaceflight The NASA Experience|anno=1988|url=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/computers/Compspace.html|accesso=3 maggio 2019|dataarchivio=9 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190709013133/https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/computers/Compspace.html|urlmorto=sì}}
 
=== Autori vari ===
Line 599 ⟶ 597:
* {{cita libro|autore=Stephen B. Johnson|titolo=The Secret of Apollo: Systems Management in American and European Space Programs|editore=Johns Hopkins Univ|anno=2006|lingua=en|isbn=978-0-8018-8542-6}}
* {{cita libro|autore=Kenneth W. Gatland|titolo=L'esplorazione dello spazio: tecnologia dell'astronautica|città=Novara|editore=Istituto geografico De Agostini|anno=1983|isbn=no}}
* {{cita libro|cid=PAV|autore=David M. Harland|anno=2009|titolo=Paving the way for Apollo 11|url=https://archive.org/details/pavingwayforapol0000harl|editore=Springer|lingua=en|isbn=978-0-387-68131-3}}
* {{cita libro|autore=Antonio Lo Campo|titolo=Storia dell'astronautica|città=Roma|editore=L'Airone|anno=2000|isbn=88-7944-467-0}}
* {{cita libro|cid=PMA|autore=Patrick Maurel|anno=1972|titolo=L'escalade du Cosmos|editore=Bordas|lingua=fr|isbn=no}}
Line 609 ⟶ 607:
* {{cita web|autore=Paolo Pognant|titolo=La conquista della Luna - Storia delle missioni Apollo|url=http://www.grangeobs.net/apollo.pdf|accesso=13 marzo 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110723135947/http://www.grangeobs.net/apollo.pdf|urlmorto=no|cid=Pognant}}
* {{cita libro|autore=Andrew Smith|titolo=Polvere di Luna. La storia degli uomini che sfidarono lo spazio|editore=Cairo Publishing|anno=2006|isbn=978-88-6052-032-6}}
* {{cita libro|cid=JVI|autore=Jacques Villain|anno=2007|titolo=À la conquête de l'espace : de Spoutnik à l'homme sur Mars|url=https://archive.org/details/laconqutedelespa0000unse|editore=Vuibert Ciel & Espace|lingua=fr|isbn=978-2-7117-2084-2}}
* {{cita libro|cid=HOW|autore=W. David Woods|anno=2008|titolo=How Apollo flew to the moon|editore=Springer|lingua=en|isbn=978-0-387-71675-6}}
* {{cita libro|autore=Guido Weiller|titolo=Missilistica e astronautica|collana=Enciclopedia italiana delle scienze, vol. Meccanica. Mezzi di trasporto, tomo 2|città=Novara|editore=Istituto geografico De Agostini|anno=1970|pp=732-768|isbn=no}}
Line 629 ⟶ 627:
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/history/apollo/index.html|titolo=Sito web ufficiale del Programma Apollo|lingua=en|accesso=28 febbraio 2007|dataarchivio=1º febbraio 2012|urlarchivio=https://www.webcitation.org/657cbaWpY?url=http://spaceflight.nasa.gov/history/apollo/index.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/contents.html|2=Chariots for Apollo: A History of Manned Lunar Spacecraft By Courtney G Brooks, James M. Grimwood, Loyd S. Swenson|lingua=en|accesso=3 maggio 2019|dataarchivio=9 febbraio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080209003722/http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/contents.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/cover.htm|2=NASA SP-4009 The Apollo Spacecraft: A Chronology|lingua=en|accesso=3 maggio 2019|dataarchivio=9 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171209084600/https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/cover.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://history.nasa.gov/SP-4029/SP-4029.htm|SP-4029 Apollo by the Numbers: A Statistical Reference by Richard W. Orloff|lingua=en}}
* {{cita web|https://www.hq.nasa.gov/alsj/frame.html|The Apollo Lunar Surface Journal|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.apolloarchive.com/|Archivio del Progetto Apollo|lingua=en}}
* {{cita web|1=http://science.ksc.nasa.gov/history/apollo/apollo.html|2=Progetto Apollo (Kennedy Space Center)|lingua=en|accesso=29 ottobre 2004|dataarchivio=13 febbraio 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050213035933/http://science.ksc.nasa.gov/history/apollo/apollo.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.nasm.si.edu/collections/imagery/apollo/apollo.htm|2=Il programma Apollo (National Air and Space Museum)|lingua=en|accesso=29 ottobre 2004|dataarchivio=31 luglio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080731231101/http://www.nasm.si.edu/collections/imagery/apollo/apollo.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/diagrams/apollo.html|2=Project Apollo Drawings and Technical Diagrams|lingua=en|accesso=3 maggio 2019|dataarchivio=14 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190714111257/https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/diagrams/apollo.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/diagrams/diagrams.htm|2=Technical Diagrams and Drawings|lingua=en|accesso=3 maggio 2019|dataarchivio=14 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190714111347/https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/diagrams/diagrams.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.astronautix.com/|Enciclopedia Astronautica Astronautix|lingua=en}}
 
{{PresidenzaL.B.Johnson}}
{{PresidenzaKennedy}}
{{CronoUSA}}
{{Navigazione Apollo}}