5 Astraea: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m refuso, doppio punto |
m Bot: numeri di pagina nei template citazione e modifiche minori |
||
| (48 versioni intermedie di 25 utenti non mostrate) | |||
Riga 32:
}}
'''Astrea''' ([[Designazione provvisoria degli asteroidi#Le convenzioni precedenti|formalmente]] '''5 Astraea''' ovvero '''5 Astræa''' nella prima letteratura scientifica; dal [[lingua greca|greco]] Ἀστραῖα, ''Astraia'') è un grande [[asteroide]] della [[fascia principale]], con un diametro medio superiore ai 100 km.<ref name=Massiero/> Fu il quinto [[asteroide]] a essere scoperto, l'8 dicembre [[1845]] da [[Karl Ludwig Hencke]] dalla sua città natale di Driesen, in [[Prussia]].<ref name=Scoperta/><ref>{{cita web|url=http://dawn.jpl.nasa.gov/DawnCommunity/flashbacks/fb_09.asp|titolo=Astronomical Sport with Bigger and Better Telescopes|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150626121236/http://dawn.jpl.nasa.gov/DawnCommunity/flashbacks/fb_09.asp|dataarchivio=26 giugno 2015|urlmorto=si}}</ref> Fu così nominato in onore della [[Mitologia greca|dea greca]] della [[Giustizia]], [[Astrea (divinità)|Astrea]],<ref name=denominazione/> su indicazione di [[Johann Franz Encke|Johann Encke]].<ref name=Hind/>
Astrea si compone di [[silicato|silicati]] di [[ferro]] e [[magnesio]], come gli altri [[asteroide di tipo S|asteroidi di tipo S]] - classe a cui spettroscopicamente appartiene.<ref name=Hanus_p14/> Percorre un'[[orbita]] inclinata di circa 5° rispetto al piano dell'[[eclittica]], mediamente [[eccentricità orbitale|eccentrica]], che completa in 4 anni e 47 giorni,<ref name=DatiOrbitali/> nella porzione intermedia della fascia degli asteroidi. È il prototipo della [[
Sebbene non sia fisicamente rimarchevole, la sua scoperta, avvenuta 38 anni dopo quella di [[4 Vesta|Vesta]], ravvivò la ricerca di nuovi asteroidi nella
== Osservazione ==
All'[[Opposizione (astronomia)|opposizione]], Astrea raggiunge mediamente una magnitudine pari a 9,8
== Storia delle osservazioni ==
Riga 45:
[[File:Karl Ludwig Hencke.png|thumb|left|[[Karl Ludwig Hencke]] scoprì Astrea l'8 dicembre [[1845]].]]
Alla fine del [[XVIII secolo|Settecento]], nell'ambito della comunità astronomica tedesca era avvertita l'importanza di verificare la correttezza della [[legge di Titius-Bode]], magari individuando il pianeta da essa previsto tra le orbite di [[Marte (astronomia)|Marte]] e [[Giove (astronomia)|Giove]]. Per raggiungere tale obiettivo, nel 1787 [[Franz Xaver von Zach|von Zach]] aveva iniziato a redigere un [[catalogo stellare|catalogo]] delle stelle presenti in una fascia centrata sull'[[eclittica]], ritenendo ciò necessario per individuare eventuali oggetti in movimento. Nove anni dopo, nel 1796, il tema fu oggetto di una conferenza convocata
von Zach intendeva chiedere a [[Giuseppe Piazzi]] (e ad altri 17 astronomi europei) di partecipare alle attività di ricerca, ma prima che ciò avvenisse, il 1º gennaio [[1801]], l'astronomo palermitano individuò il primo asteroide, [[Cerere (astronomia)|Cerere]], nel corso di osservazioni di verifica del catalogo redatto da [[Nicolas-Louis de Lacaille|Lacaille]] che stava conducendo dall'[[osservatorio di Palermo]].<ref>{{cita libro |autore=G. Piazzi |wkautore=Giuseppe Piazzi |titolo=
Assumendo corretta questa congettura, risultava plausibile che esistessero altri frammenti, le cui orbite avrebbero presentato delle similitudini rispetto a quelle di Cerere e Pallade; in
Nel [[1821]] [[Karl Ludwig Hencke]], impiegato presso l'ufficio postale di [[Drezdenko|Driesen]], in [[Prussia]], allestì un osservatorio astronomico privato presso la propria abitazione, acquistando un telescopio da [[Joseph von Fraunhofer]]. Dopo il suo ritiro dall'ufficio postale nel 1837 per motivi di salute, si dedicò pienamente all'attività astronomica, stabilendo contatti con [[Johann Franz Encke]].<ref name=Hamel>{{Cita|Jürgen Hamel|p. 481|Hamel}}, 2007.</ref> Ricevette così delle copie delle ''Berliner Akademische Sternkarten'', mappe del cielo realizzate presso l'[[osservatorio di Berlino]] contenenti tutte le stelle fino alla 9 [[magnitudine apparente|magnitudine]] entro 15° dall'[[equatore celeste|equatore]].<ref name=Hind120>{{Cita|John Russell Hind|p. 120|Hind}}, 1852.</ref> Per
Nella notte dell'8 dicembre 1845, Hencke stava eseguendo osservazioni di Vesta in una zona del cielo a lui ben nota nella
Karl Hencke invitò Johann Encke ad assegnare un nome all'asteroide,<ref name=Hind>{{cita|J. R. Hind|pp. 120-121|Hind}}, 1852.</ref> che fu così battezzato in onore della [[Mitologia greca|dea greca]] della [[Giustizia]], [[Astrea (divinità)|Astrea]], già identificata dai [[Antichi Greci|Greci]] nella
=== Osservazioni successive ===
[[File:5 Astraea, Ceres size comparison.jpg|thumb|Confronto tra le dimensioni di Astrea (a sinistra) e di [[Cerere (astronomia)|Cerere]].]]
Astrea fu oggetto di osservazioni volte soprattutto a misurarne la posizione, in modo da determinarne l'[[orbita]], e le dimensioni. Johann Encke calcolò una prima orbita già nei giorni seguenti alla scoperta. I dati relativi al nuovo pianeta non contraddicevano la congettura di Olbers sull'origine degli asteroidi, che ne risultò quindi rafforzata. Olbers, deceduto nel 1840, non
[[John Russell Hind]], nel suo trattato ''The Solar System: Descriptive Treatise Upon the Sun, Moon, and Planets, Including an Account of All the Recent Discoveries'' del 1852, ben evidenzia le difficoltà incontrate nell'osservazione di Astrea negli anni seguenti alla sua scoperta:
{{citazione|Astrea non sarà osservabile senza un telescopio abbastanza buono; e, per quanto possa essere potente lo strumento utilizzato, è necessario avere una conoscenza piuttosto esatta della sua posizione rispetto alle stelle vicine, per non osservare l'oggetto sbagliato. All'[[opposizione (astronomia)|opposizione]] del 1847 non è stata più luminosa di una stella della decima magnitudine, e nessuna [[carta celeste]] finora pubblicata include stelle così fievoli.|{{Cita|John Russell Hind|p. 121|Hind}}, 1852|Astræa will not be seen without a tolerably good telescope; and, however powerful may be the instrumental means employed, it is necessary to have a pretty exact
Nel 1847, due mesi dopo l'opposizione, Astrea raggiunse la dodicesima magnitudine, risultando osservabile solo attraverso i telescopi più potenti.<ref>{{Cita|John Russell Hind|p. 121|Hind}}, 1852.</ref> [[Karl Christian Bruhns]] propose nel 1856 una prima stima del diametro di Astrea (valutato in circa 98
Nel 1917, l'astronomo giapponese [[Kiyotsugu Hirayama]] si dedicò allo studio del moto degli asteroidi e, confrontandoli attraverso tre parametri orbitali ([[moto medio]], [[inclinazione orbitale|inclinazione]] ed [[eccentricità orbitale|eccentricità]]), individuò cinque raggruppamenti, successivamente indicati come [[Famiglia di asteroidi|famiglie di asteroidi]] o famiglie Hirayama.<ref name=Yoshihide>{{cita libro |lingua=inglese |autore-capitolo=Yoshihide, K. |capitolo=Kiyotsugu Hirayama and His Families of Asteroids (invited) |titolo=Proceedings of the International Conference (November 29-December 3, 1993. Sagamihara, Japan) |editore=Astronomical Society of the Pacific |anno=1993 |url=http://adsabs.harvard.edu/full/1994ASPC...63....1K |accesso=11 settembre 2011}}</ref> Dirk Brouwer assegnò alcuni asteroidi alla [[famiglia Astrea]] (indicata come Gruppo 23 nel suo lavoro), dal nome dell'oggetto più grande del gruppo, nel 1951.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Secular variations of the orbital elements of minor planets |autore=Dirk Brouwer |rivista=Astronomical Journal |volume=56 |numero=1189 |pp=9-32 |anno=1951 |doi=10.1086/106480}}</ref> Nel 1978, A. Carusi ed E. Massaro rianalizzarono in modo statistico i parametri orbitali di migliaia di asteroidi, individuando altri 34 membri della famiglia.<ref name=CarusiMassaro>{{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Statistics and mapping of asteroid concentrations in the proper elements space |autore=A. Carusi |coautori=E. Massaro |rivista=Astronomy and Astrophysics Suppl. |volume=34 |pp=81-90 |anno=1978 |url=http://cdsads.u-strasbg.fr/abs/1978A%26AS...34...81C |accesso=12 agosto 2015}}</ref>
Nel 1921, [[Eugenio Padova]] fornì una prima stima del [[periodo di rotazione]] di Astrea in 7,27 ore;<ref>{{cita pubblicazione |autore=Eugenio Padova |titolo=Osservazioni fotometriche dei pianeti (5) Astrea, (44) Nysa e (8) Flora |rivista=Memorie della Società Astronomia Italiana |volume=2 |pp=82-92 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1921MmSAI...2...82P}}</ref> valore, tuttavia, ben lontano da quello effettivo. Una misura alquanto precisa del periodo di rotazione fu eseguita da Y. C. Chang e C. S. Chang,<ref>{{cita pubblicazione |autore1=Y.C. Chang |autore2=C.S. Chang |anno=1962 |rivista=Acta
Nel 1971, [[David Allen (astronomo)|David Allen]] suggerì che le dimensioni dei maggiori asteroidi potessero essere dedotte dalla misura delle loro emissioni nell'[[radiazione infrarossa|infrarosso]].<ref>{{Cita|D. A. Allen||Allen71}}, 1971.</ref> La tecnica fu adottata inizialmente sugli asteroidi più massicci, con osservazioni da Terra, e, successivamente al lancio del satellite [[IRAS]] nel 1983, in modo sistematico a tutti gli asteroidi noti, nell'ambito dell'IRAS Minor Planet Survey. Per Astrea, [[Edward F. Tedesco]] e colleghi dedussero un diametro medio di {{tutto attaccato|119,07 ± 6,5 km}}.<ref name=IRAS>{{cita|E.F. Tedesco ''et al.''|p. 1061|IRAS}}, 2002.</ref> L'osservazione degli asteroidi della fascia principale nell'infrarosso è stata ripetuta negli [[Anni 2010|anni duemiladieci]] con il [[Wide-field Infrared Survey Explorer]] lanciato nel 2009 dalla [[NASA]] e con [[Telescopio spaziale AKARI|AKARI]] della [[JAXA]], ottenendo valori leggermente minori per le dimensioni di Astrea. Nel 2005, Astrea è stata osservata con il [[Telescopi Keck|telescopio Keck II]], che monta [[Ottica adattiva|ottiche adattive]]; ciò ha permesso di ottenere un'idea di massima della sua forma,<ref name=Hanus2013>{{Cita|J. Hanuš ''et al.''||Hanus_2013}}, 2013.</ref> così come l'osservazione di alcune [[occultazione|occultazioni stellari]] da parte dell'asteroide.<ref>
{| class="wikitable"
! Stella !! Data di [[occultazione (astronomia)|occultazione]]
Riga 93:
[[File:AnimatedOrbitOf5Astraea.gif|thumb|In blu l'orbita di 5 Astraea, in rosso l'orbita dei pianeti interni e di Giove.]]
Astrea segue un'orbita compresa tra quelle di [[Marte (astronomia)|Marte]] e [[Giove (astronomia)|Giove]], nella porzione intermedia della [[fascia principale|fascia degli asteroidi]], che completa in 4,13 [[anno|anni]] (4 anni e 47 giorni circa). L'orbita presenta un'[[inclinazione orbitale|inclinazione]] di 5,36° rispetto al piano dell'[[eclittica]] ed un'[[eccentricità orbitale|eccentricità]] di 0,191.<ref name=DatiOrbitali/> Al [[perielio]], l'asteroide è raggiunge una distanza dal Sole di poco superiore alle 2 [[Unità astronomica|UA]], mentre all'[[afelio]] supera le 3 UA.
Astrea [[rotazione|ruota]] in direzione [[Moto progrado|prograda]] in 16,80061 ore, con il polo Nord puntato in direzione delle [[Sistema di coordinate eclittiche|coordinate eclittiche]] (β, λ) = (40°, 126°).<ref name=Durech_2011/>
Come detto, sono stati individuati diversi asteroidi che presentano parametri orbitali prossimi a quelli di Astrea, ovvero [[semiasse maggiore]] compreso tra {{
== Formazione ==
La [[fascia principale]] degli asteroidi si compone di [[planetesimi|oggetti]] sopravvissuti, relativamente intatti, al processo di [[nebulosa solare|formazione del sistema solare]],<ref>{{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Compositional structure of the asteroid belt |autore=Gradie, J. |coautori=Tedesco, E. |rivista=Science |volume=216 |numero=25 |anno=1982 |pp=1405-1407 |doi=10.1126/science.216.4553.1405 |url=
== Caratteristiche fisiche ==
Riga 106:
[[File:Moon and Asteroids 1 to 10.svg|thumb|Dimensioni dei primi dieci asteroidi scoperti nella [[fascia principale]] confrontati con la [[Luna]] della Terra. Astrea è contraddistinto dal numero 5 al centro dell'immagine.]]
La [[massa (fisica)|massa]] di Astrea non è ancora stata determinata.<ref name=Baer_PDS>{{cita web |autore1=J. Baer |autore2=S. Chesley |autore3=D. Britt |titolo=Asteroid Masses V3.0. EAR-A-COMPIL-5-ASTMASS-V3.0 |sito=NASA Planetary Data System |anno=2012 |editore=NASA |url=http://sbn.psi.edu/pds/resource/astmass.html |accesso=6 dicembre 2016 |lingua=en}}</ref> Nel 2001, l'astronomo polacco G. Michalak ne ha assunto il valore pari a {{tutto attaccato|1,5 × 10<sup>-12</sup> [[Massa solare|M<sub>⊙</sub>]]}}, pari a {{tutto attaccato|2,9 × 10<sup>18</sup> kg}}, per stimare l'effetto perturbativo dovuto ad Astrea nel suo studio volto alla determinazione della massa di altri otto asteroidi.<ref>{{Cita|G. Michalak||Michalak}}, 2001.</ref> Stime eseguite da W. M. Folkner e colleghi del [[Jet Propulsion Laboratory]] nel 2009<ref name=Folkner>{{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=The Planetary and Lunar Ephemeris DE 421 |autore1=W.M. Folkner |autore2=J.G. Williams |autore3=D.H. Boggs |rivista=The Interplanetary Network Progress Report |volume=42-178 |pp=1-34 |anno=2009 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2009IPNPR.178C...1F |abstract=sì}}</ref> hanno suggerito un valore pari a {{tutto attaccato|2,38 ± 0,238 × 10<sup>18</sup> kg}}.<ref name=Carry12>{{Cita|B. Carry||Carry2012}}, 2012.</ref> Infine, William Zielenbach nel 2011 ha indicato come migliore stima della massa dell'asteroide il valore di {{tutto attaccato|4,327 ± 1,136 × 10<sup>-12</sup> M<sub>⊙</sub>}}, pari a {{tutto attaccato|8,604 ± 2,258 × 10<sup>18</sup> kg}},<ref name=Zielenbach>{{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Mass Determination Studies of 104 Large Asteroids |autore=William Zielenbach |rivista=The Astronomical Journal |volume=142 |numero=4 |
Il diametro medio di Astrea è stato stimato nel 2002 in {{tutto attaccato|119,07 ± 6,5 km}} tramite osservazioni nell'[[radiazione infrarossa|infrarosso]] nell'ambito dell'IRAS Minor Planet Survey.<ref name=IRAS/> Osservazioni ripetute con [[Wide-field Infrared Survey Explorer|WISE]] hanno condotto nel 2011 a rivedere leggermente al ribasso le dimensioni di Astrea, stimate in {{tutto attaccato|106,699 ± 3,140 km}}.<ref name=Massiero>{{Cita|J.R. Masiero ''et al.''||Massiero2011}}, 2011; {{Cita|J.R. Masiero ''et al.''|p. 4|Massiero2011}}, 2012.</ref> Infine, osservazioni eseguite con il [[telescopio spaziale AKARI]] hanno fornito {{tutto attaccato|110,8 ± 1,4 km}}.<ref name=Hanus_p14>{{Cita|J. Hanuš ''et al.''|p. 14|Hanus_2013}}, 2013.</ref> Un valore simile, {{tutto attaccato|110 ± 14 km}}, è stato ottenuto da osservazioni nel visibile condotte con i [[telescopi Keck]];<ref name=Hanus_p14/> mentre i dati raccolti nell'occultazione stellare del 2008 suggeriscono il valore di {{tutto attaccato|115 ± 6 km}}.<ref>{{Cita|J. Ďurech ''et al.''||Durech_2009}}, 2009.</ref> Questi valori indicano che Astrea è l'oggetto più piccolo tra i [[Lista di asteroidi (1-1000)|primi dieci asteroidi scoperti]], seguito da [[8 Flora|Flora]].
Astrea potrebbe presentare una [[densità]] prossima ai 3,7 × 10<sup>3</sup> [[chilogrammo|kg]]/[[metro cubo|m³]],<ref name=calcolata/> valore prossimo a quello determinato per altri asteroidi rocciosi.
=== Composizione ===
Riga 118:
L'[[albedo geometrica]] è stata valutata pari a 0,2268 ± 0,027 nel corso dell'IRAS Minor Planet Survey<ref name=IRAS/> e rivista in 0,274 ± 0,033 grazie alle osservazioni condotte nel corso della missione Neo-WISE.<ref name=albedo>{{cita web |lingua=en |autore1=A.K. Mainzer |autore2=J.M. Bauer |autore3=R.M. Cutri |autore4=T. Grav |autore5=E.A. Kramer |autore6=J.R. Masiero |autore7=C.R. Nugent |autore8=S.M. Sonnett |autore9=R.A. Stevenson |autore10=E.L. Wright |titolo=NEOWISE Diameters and Albedos V1.0. EAR-A-COMPIL-5-NEOWISEDIAM-V1.0 |sito=NASA Planetary Data System |anno=2016 |editore=NASA |url=http://sbn.psi.edu/pds/resource/neowisediam.html |accesso=8 dicembre 2016}}</ref> Astrea, cioè, riflette circa il 27% della luce solare incidente.
Sebbene le osservazioni condotte con i telescopi Keck abbiano permesso di risolvere la forma dell'asteroide,<ref name=Hanus_p14/> non hanno però consentito di individuare alcuna [[Caratteristica di albedo|
== Note ==
== Bibliografia ==
=== Libri ===
* {{cita libro |lingua=en |autore-capitolo=John Russell Hind |anno=1852 |titolo=The Solar System: Descriptive Treatise Upon the Sun, Moon, and Planets, Including an Account of All the Recent Discoveries |editore=G. P. Putnam |città=New York |pp=120-121 |capitolo=Astræa |url=https://archive.org/details/solarsystemdescr00hind |accesso=8 agosto 2015 |cid=Hind}}
* {{cita libro |lingua=la |autore=C. Bruhns |anno=1856 |titolo=De Planetis Minoribus inter Martem et Jovem circa Solem versantibus |editore=Tesi di dottorato, Osservatorio di Berlino |url=
* {{cita libro |lingua=en |titolo=Biographical Encyclopedia of Astronomers |url=https://archive.org/details/biographicalency00hock_878 |curatore=Thomas Hockey, Katherine Bracher, Marvin Bolt, Virginia Trimble, Richard Jarrell, JoAnn Palmeri, Jordan D. Marché, F. Jamil Ragep |autore-capitolo=Jürgen Hamel |editore=Springer Science & Business Media |anno=2007 |isbn=978-0-387-30400-7 |capitolo=Hencke, Karl Ludwig |p=[https://archive.org/details/biographicalency00hock_878/page/n518 481] |cid=Hamel}}
* {{cita libro |lingua=en |autore=Gerald North |titolo=Astronomy in Depth |editore=Springer Science & Business Media |anno=2012 |isbn=978-0-85729-426-5 |cid=North}}
* {{cita libro |lingua=en |titolo=Is Pluto a Planet?: A Historical Journey through the Solar System |autore=David A. Weintraub |editore=Princeton University Press |anno=2014 |isbn=978-1-4008-5297-0 |cid=Weintraub}}
Riga 134:
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Announcement of his discovery of Astræa |autore=Karl Ludwig Hencke |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, |volume=7 |numero=3 |pp=27-35 |anno=1846 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1846MNRAS...7...27H |accesso=6 ottobre 2015 |cid=Scoperta}}
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=The new planet Astræa |rivista=The American Journal of Science and Arts |anno=1846 |volume=51 |numero=3 |pp=443-445 |curatore=Benjamin Silliman, James D. Dana |url=https://books.google.it/books?id=hhtFAQAAMAAJ&pg=PA443&dq=%22#v=onepage&q&f=false |accesso=21 ottobre 2015 |cid=Scoperta2}}
* {{cita libro |lingua=en |titolo=The recent progress of astronomy: especially in the United States |autore-capitolo=Elias Loomis |editore=Harper |anno=1851 |capitolo=The Discovery of Several Asteroids |pp=60-71 |url_capitolo=https://books.google.it/books?id=QlFYAAAAYAAJ&pg=PA60&dq=#v=onepage&q&f=false |accesso=21 ottobre 2015 |cid=Loomis}}
* {{cita libro |lingua=en |autore-capitolo=D. A. Allen |anno=1971 |capitolo=The method of determining infrared diameters |
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Determination of asteroid masses. II. (6) Hebe, (10) Hygiea, (15) Eunomia, (52) Europa, (88) Thisbe, (444) Gyptis, (511) Davida and (704) Interamnia |autore=G. Michalak |rivista=Astronomy and Astrophysics |volume=374 |pp=703-711 |anno=2001 |doi=10.1051/0004-6361:20010731 |cid=Michalak}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=The Supplemental IRAS Minor Planet Survey |anno=2002 |autore=Tedesco, E.F. |coautori=Noah, P.V.; Noah, M.; Price, S.D. |rivista=The Astronomical Journal |volume=123 |numero=2 |pp=1056-1085 |doi=10.1086/338320 |url=http://iopscience.iop.org/1538-3881/123/2/1056/pdf/1538-3881_123_2_1056.pdf |accesso=30 settembre 2011 |cid=IRAS}}
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Asteroid models from combined sparse and dense photometric data |autore1=Josef Ďurech |etal=s |rivista=Astronomy and Astrophysics |volume=493 |numero=1 |anno=2009 |pp=291-297 |doi=10.1051/0004-6361:200810393 |cid=Durech_2009}}
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Astrometric Masses of 26 Asteroids and Observations on Asteroid Porosity |autore=J. Baer |coautori=S. R. Chesley, R. D. Matson |rivista=The Astronomical Journal |volume=141 |numero=5 |anno=2011 |doi=10.1088/0004-6256/141/5/143 |cid=Baer2011}}
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Combining asteroid models derived by lightcurve inversion with asteroidal occultation silhouettes |autore1=Josef Ďurech |etal=s |rivista=Icarus |volume=214 |numero=2 |pp=652-670 |anno=2011 |doi=10.1016/j.icarus.2011.03.016 |url=http://astro.troja.mff.cuni.cz/projects/asteroids3D/download/durech_et_al_2011_occ_paper.pdf |accesso=9 settembre 2016 |cid=Durech_2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303214312/http://astro.troja.mff.cuni.cz/projects/asteroids3D/download/durech_et_al_2011_occ_paper.pdf |dataarchivio=3 marzo 2016 |urlmorto=sì }}
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Main Belt Asteroids with WISE/NEOWISE. I. Preliminary Albedos and Diameters |autore=Joseph R. Masiero |etal=s |rivista=The Astrophysical Journal |volume=741 |numero=2 |anno=2011 |doi=10.1088/0004-637X/741/2/68 |cid=Massiero2011}}
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Preliminary Analysis of WISE/NEOWISE 3-Band Cryogenic and Post-cryogenic Observations of Main Belt Asteroids |autore=Joseph R. Masiero |etal=s |rivista=The Astrophysical Journal Letters |volume=759 |numero=1 |p=L8 |anno=2012 |doi=10.1088/2041-8205/759/1/L8 |cid=Massiero2012}}
* {{cita pubblicazione |lingua=en |autore1=B.D. Warner |autore2=A.W. Harris |autore3=P. Pravec |anno=2009 |rivista=Icarus |volume=202 |pp=134-146 |titolo=The asteroid lightcurve database |doi=10.1016/j.icarus.2009.02.003 |url=http://www.MinorPlanet.info/lightcurvedatabase.html |cid=LCDB |accesso=27 dicembre 2017 |dataarchivio=16 dicembre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171216050541/http://www.minorplanet.info/lightcurvedatabase.html |urlmorto=sì }} Aggiornato il 7 dicembre 2015.
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Density of asteroids |autore=B. Carry |rivista=Planetary and Space Science |volume=73 |numero=1 |anno=2012 |pp=
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Sizes of main-belt asteroids by combining shape models and Keck adaptive optics observations |autore1=J. Hanuš |autore2=F. Marchis |autore3=J. Ďurech |rivista=Icarus |volume=226 |numero=1 |pp=1045-1057 |anno=2013 |doi=10.1016/j.icarus.2013.07.023 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2013Icar..226.1045H |accesso=9 settembre 2016 |cid=Hanus_2013}}
*{{cita pubblicazione |lingua=en |autore1=A. Milani |wkautore1=Andrea Milani Comparetti |autore2=A. Cellino |autore3=Z. Knežević |autore4=B. Novaković |autore5=F. Spoto |autore6=P. Paolicchi |titolo=Asteroid families classification: exploiting very large data sets |rivista=Icarus |volume=239 |pp=46-73 |anno=2014 |doi=10.1016/j.icarus.2014.05.039 |url=
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
| |||