Jacques Callot: differenze tra le versioni
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A quindici anni entrò presso la bottega dell'orafo [[Demange Crocq]], dove apprese i rudimenti del disegno con [[Jacques de Bellange]] e [[Claude Deruet]] oltre all'uso del [[bulino]].
Successivamente, nel [[1608]] si trovò a [[Roma]], presso l'incisore di [[Troyes]] [[Philippe Thomassin]], dove perfezionò la pratica con il bulino, copiando le opere di maestri italiani e fiamminghi. In questa fase rimase attratto dalle opere di [[Agostino Carracci]].
Nel [[1612]] si trasferì a [[Firenze]], restandovi per nove anni sotto la protezione di [[Cristina di Lorena]]. Qui incise, presso l'incisore [[Giulio Parigi]], nel [[1616]] circa le ''Tentazione di sant'Antonio'', nel [[1617]] la serie dei ''Capricci di varie figure'', ispirata al teatro, al costume popolare e al Carnevale, tra il 1619 e il 1620 le sei tavole di corredo alla prima edizione del ''Solimano'' di [[Prospero Bonarelli della Rovere|Prospero Bonarelli]], infine nel [[1620]] la ''Fiera dell'[[Impruneta]]''. A [[Firenze]] sperimentò la tecnica dell'[[acquaforte]] che diverrà una delle sue modalità espressive preferite. Le sue [[Incisione francese nel XVII secolo|incisioni]] evidenziarono un linguaggio artistico piuttosto personale e originale, a metà strada tra il galante e il grottesco, sorretto da un gusto compositivo estremamente raffinato.<ref>"Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol. III, pag.4</ref>
Nel [[1621]] tornò in [[Lorena (regione francese)|Lorena]] e si stabilì a Nancy, dove incise i disegni riportati dalla Penisola: i ''Gobbi'', i ''[[Balli di Sfessania]]'' e la ''Grande Passione''.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Ferrari-Barassi |nome=Elena |titolo=Black Slaves' Music and Dance in the Sixteenth and Sventeenth Centuries: Spanish, Italian and French Reflections |rivista=Music in Art: International Journal for Music Iconography |volume=45 |numero=1–2 |data=2020 |pp=
Nel [[1624]] si sposò con Catherine Kuttinger.
Nel [[1627]]
Tra il [[1628]] e il [[1631]] soggiornò più volte a [[Parigi]], dove affidò a [[Israël Henriet]] l'edizione delle sue lastre.
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Dal suo cognome derivano le cosiddette ''figurine alla Callot'' che sono miniature comiche o grottesche eseguite, per decorare tabacchiere e scatoline, in oro o in argento, o dipinte su porcellana. In Italia sono anche conosciute come ''caramogi''.
== Opere ==
=== Le Miserie della guerra ===
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=== Varie figure di gobbi ===
La serie di Callot «ispirò serie di figurine in porcellana della famosa manifattura inglese di [[porcellana di Derby|Derby]]»<ref>{{cita pubblicazione |nome= Casa d'Aste|cognome=Pandolfini |titolo= Asta, 0276|città=Firenze | anno= 2018|mese= 26 novembre |url= https://www.pandolfini.it/it/asta-0276/illustrati-600-callot-jacques-raccolta-di-.asp|lingua= |accesso= 19 marzo 2023 |}}</ref> e di altre società, che crearono personaggi di ceramica note come ''Mansion House Dwarves'' o ''Grotesque Dwarves''. Il primo titolo deriva da un padre e un figlio pagati per girovagare per la [[Mansion House (Londra)|Mansion House di Londra]] indossando cappelli oversize<ref>{{cita pubblicazione |nome = Treccani Vocabolario on line|titolo= Oversize|url= https://www.treccani.it/vocabolario/oversize/|lingua= it|accesso= 19 marzo 2023}}</ref> che contenevano pubblicità.<ref>{{cita pubblicazione
=== L'humour di Callot ===
Insieme a [[Stefano della Bella]] Jacques Callot si riallaccia all'attività di Annibale Carracci, l'unico caricaturista riconosciuto dei tre [[Carracci|fratelli bolognesi]], che dettero vita, a Bologna, all'[[Accademia degli Incamminati]]. La [[caricatura]], fino a quel momento, si era identificata con la rappresentazione della bruttezza, come nel caso di [[Leonardo da Vinci]]<ref>{{cita pubblicazione |nome= Michel|cognome=Melot |titolo=L'oeil qui rit. Le pouvoir comique des images |editore=Office du livre |città=Fribourg (Swisse) |anno= 1973|pp= 25
=== I Sette Peccati Capitali ===
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