Open innovation: differenze tra le versioni
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L''''open innovation''' o '''innovazione aperta''' è un modo di gestire l'innovazione in netto contrasto con la gestione tradizionale dei laboratori di ricerca delle corporation, caratterizzata dalla segretezza delle scoperte e senza dunque aperture. L'open innovation è anche un mindset, un modo di concepire le attività di ricerca e sviluppo nell'[[era dell'informazione]] e della [[globalizzazione]] basato sull'apertura.
Il mutamento dei processi economici dovuti principalmente alla [[globalizzazione]] ha costretto ad una riformulazione del concetto tradizionale di [[innovazione]]. Questo nuovo contesto economico, dove la convergenza delle [[tecnologia|tecnologie]] [[mercato]] ha reso il processo di innovazione maggiormente rischioso e i [[mercato|mercati]] integrati hanno abbassato la vita media dei prodotti, ha stimolato una revisione e un aggiornamento della nozione di innovazione. Tra i primi a rispondere a questa esigenza troviamo [[Henry Chesbrough]] che nel saggio ''“The era of open innovation”'' (2003), focalizza l'attenzione sulla trasformazione in atto del modello di innovazione tradizionale, che può essere definito come <nowiki>''</nowiki>closed innovation<nowiki>''</nowiki>, e i nuovi paradigmi che invece spingono verso una apertura nella ricerca di innovazione oltre i confini dell'[[impresa]].▼
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== Modelli tradizionali di innovazione ==
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Non si ritiene che sia più necessario sviluppare internamente la ricerca per generare valore, ma la tendenza è quella di puntare su di un [[modello di business]] che sappia sfruttare e valorizzare al meglio le migliori innovazioni che il mercato offre all'esterno, trasferendole all'interno del nostro modello di [[business]]. La creazione di valore passa così da essere il risultato della trasformazione interna di input in output, nella sintesi migliore tra risorse interne ed esterne. L'innovazione chiusa offre benefici nel momento in cui la rete interna è molto estesa da possedere tutte le risorse per poter sviluppare con continuità nuovi prodotti o servizi, quando però questo viene a mancare diventa più vantaggioso per l'azienda mettere in atto un ''networking'' che includa agenti esterni come università, [[Startup (economia)|start-up]], istituti pubblici e privati, fornitori esterni, creando un flusso mobile di informazione e scambio più adattabile alla situazione attuale.
Inoltre, l'utilizzo di risorse esterne permette una riduzione del processo che intercorre dall'ideazione di un prodotto alla sua effettiva commercializzazione. Per il passaggio da un modello tradizionale a quello dell'open innovation è stato di fondamentale importanza l'incremento sostanziale del numero di risorse esterne a cui le aziende possono attingere ed i soggetti utili alla cooperazione e collaborazione.
Poiché l’Open Innovation include un'ampia gamma di fonti interne ed esterne come fonte di innovazione, essa può essere analizzata non solo a livello aziendale, ma anche a livello inter-organizzativo, intra-organizzativo, extra-organizzativo e a livello di settore industriale, ecosistema regionale o ecosistema sociale.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Marcel|cognome=Bogers|nome2=Ann-Kristin|cognome2=Zobel|nome3=Allan|cognome3=Afuah|data=2017-01|titolo=The open innovation research landscape: established perspectives and emerging themes across different levels of analysis|rivista=Industry and Innovation|volume=24|numero=1|pp=8-40|lingua=en|accesso=2023-03-19|doi=10.1080/13662716.2016.1240068|url=https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/13662716.2016.1240068}}</ref> Studi recenti inoltre evidenziato come l’Open Innovation scaturisca da decisioni a livello individuale (decisori aziendali, manager e imprenditori), il suo lato umano e cognitivo e il modo in cui i decisori costruiscono la scelta tra l'implementazione dell'Open Innovation e approcci più tradizionali all'innovazione (ad esempio, l'innovazione chiusa).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Marcel|cognome=Bogers|nome2=Nicolai J.|cognome2=Foss|nome3=Jacob|cognome3=Lyngsie|data=2018-02|titolo=The “human side” of open innovation: The role of employee diversity in firm-level openness|rivista=Research Policy|volume=47|numero=1|pp=218-231|lingua=en|accesso=2023-03-19|doi=10.1016/j.respol.2017.10.012|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S0048733317301828}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Giacomo|cognome=Marzi|nome2=Mohammad|cognome2=Fakhar Manesh|nome3=Andrea|cognome3=Caputo|data=2023-01|titolo=Do or do not. Cognitive configurations affecting open innovation adoption in SMEs|rivista=Technovation|volume=119|p=102585|lingua=en|accesso=2023-03-19|doi=10.1016/j.technovation.2022.102585|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S0166497222001328}}</ref>
== Svantaggi ==
* minore capacità di appropriarsi dell’innovazione, in quanto non si ha più il diritto a brevettare se l’innovazione è già stata divulgata. Tuttavia l'innovazione può essere brevettata prima di divulgarla da uno o più delle parti che collaborano allo sviluppo dell'innovazione in base al contratto stipulato per la collaborazione;
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== Edizioni italiane ==
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== Bibliografia ==
* Paolo Divizia, Dall’Open Innovation al Personal Innovation Network, www.pagamentidigitali.it (2021)
* Luca Quarantino, Luigi Serio, L'innovazione aperta in Sviluppo&Organizzazione, n°234, ESTE – Edizioni Scientifiche Tecniche Europee, 2009
* [[Henry Chesbrough]], Open Innovation: Researching a New Paradigm, Oxford University Press, 2006
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