Regno di Samo: differenze tra le versioni
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|nomeCorrente = Regno di Samo
|linkLocalizzazione = Sámova říše.png
|didascaliaLocalizzazione =
|lingua = [[Lingua proto-slava|Proto-slavo]]
Gli [[Slavi]] giunsero nell'attuale Slovacchia meridionale nel [[IV secolo]]. Nel [[VI secolo|VI]] giunsero anche in Moravia, nella Boemia nord-occidentale, nella Bassa Austria settentrionale, nella zona che successivamente diventerà la Carantania (approssimativamente Carinzia, Tirolo dell'est e Stiria), nel nord della [[Slovenia]] e della [[Croazia]]. Insediamenti isolati di Slavi si riscontrano anche in territorio [[Ungheria|ungherese]], mentre i [[Gepidi]] si erano stabiliti dal [[455]] in Ungheria orientale e in [[Transilvania]]. L'Ungheria occidentale, invece, era stata occupata dal [[547]] dai [[Longobardi]], provenienti dal [[Norico]]. I territori a sud appartenevano all'[[Impero Bizantino]], quelli a nord e a est all'egemonia slava. A ovest, infine, vi era il confine con il regno dei Franchi.▼
|capitale principale = Morava (attuale [[Devín]], [[Slovacchia]])
|governo = [[Monarchia]]
|inizio = [[631]]
|primo capo di stato = [[Samo (sovrano)|Samo]]
|evento iniziale = vittoria di Samo contro [[Dagoberto I]]
|fine = [[658]]
|evento finale = Morte di Samo
|periodo massima espansione =
|periodo popolazione =
}}
'''Regno di Samo''' è il nome [[Storiografia|storiografico]] con cui è nota una confederazione di tribù slave, inclusi [[cechi]], [[slovacchi]], [[sorabi]] e altre tribù [[Slavi occidentali|slave occidentali]] lungo il fiume [[Danubio]], raccoltesi attorno al mercante [[Franchi|franco]] [[Samo (sovrano)|Samo]] tra il [[631]] e il [[658]].<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Maddalena Betti|titolo=The Making of Christian Moravia (858-882): Papal Power and Political Reality|url=https://books.google.com/books?id=MdLYAQAAQBAJ&pg=PA18|data=24 ottobre 2013|editore=BRILL|isbn=978-90-04-26008-5|p=18}}</ref><ref name=":1">{{Cita libro|autore=Zdeněk Váňa|titolo=The World of the Ancient Slavs|url=https://books.google.com/books?id=rSomAQAAMAAJ|anno=1983|editore=Wayne State University Press|p=67}}</ref>
La collocazione geografica del regno di Samo è tutt'oggi oggetto di discussione fra gli studiosi, soprattutto mitteleuropei. L'assenza di fonti scritte affidabili e l'impossibilità di datare con precisione i ritrovamenti archeologici hanno dato adito a diverse interpretazioni.▼
È probabile che la confederazione comprendesse le odierne [[Moravia (Repubblica Ceca)|Moravia]], [[Slovacchia]] sud-occidentale, [[Bassa Austria]] e forse l'antica regione della [[Carantania]]<ref>Il nome ''Carantania'', tuttavia, appare solo in fonti successive al 660.</ref> (approssimativamente Alta [[Carinzia]], [[Tirolo Orientale]], [[Stiria]] e [[Carinzia (provincia storica slovena)|Carinzia slovena]]), anche se c'è chi sostiene che si trovasse esclusivamente a sud del [[Danubio]]<ref name=Nagy>Lo studioso ungherese Peter Püspöki Nagy lo sostiene nel III capitolo del suo articolo [http://www.magtudin.org/puspoki%20Eng.%201.htm ''The power of facts''].</ref>. Più tardi, arrivò forse ad inglobare anche la [[Boemia]], la [[Sorabia]] o ''Sorbia'' (corrispondente in parte all'attuale [[Lusazia]]).
== Storia ==
=== Prima di Samo ===
▲Gli
A turbare questa situazione giunsero in Ungheria orientale, provenienti dalle steppe asiatiche, i nomadi [[Avari]], i quali si allearono con i Longobardi contro i Gepidi, che sconfissero definitivamente nel [[567]]. Costretti alla migrazione anche i Longobardi, che si dirigeranno in [[Italia]], gli Avari stabilirono lungo il [[Danubio]] il loro [[khaganato]]. Questo forte regno avaro sottomise nel [[VI secolo]] gli Slavi circostanti. Fra il [[595]] e il [[602]] si protrasse una guerra quasi ininterrotta fra gli Avari e l'Impero Bizantino (''vedi in proposito'' le [[Campagne balcaniche dell'imperatore Maurizio]]), che portò il khaganato sull'orlo del collasso, distruggendo così in mito dell'invincibilità degli Avari che si era venuto a creare.
=== La ribellione ===
[[File:Historical_map_of_the_Balkans_around_582-612_AD.jpg|thumb|La locazione del [[Khanato degli Avari]] verso il 600.]]
Il testo della ''[[Cronaca di Fredegario]]'' prende avvio dagli anni [[623]]-[[624]], durante il quarantesimo anno di regno del re franco [[Clotario II]]. In questi anni il ''negotians'' (mercante o negoziatore) Samo, assieme ad altri compagni, intraprese un viaggio d'affari «in Sclavos, cognomento Winidos»<ref name=Fredegario>[[Fredegario|Cronaca di Fredegario]], (IV, 48; 68)</ref> («presso gli Slavi detti [[Venedi]]»). Nonostante il divieto dell'autorità franca, Samo, così come molti altri mercanti dalle [[Gallia|Gallie]], organizzava carovane commerciali, soprattutto per fornire armi agli Slavi. Le "carovane" a quei tempi, erano ben fornite e protette anche militarmente da soldati armati, poiché i viaggi in terre straniere, soprattutto se carichi di merci di valore, erano assai pericolosi. Secondo alcune fonti non completamente attendibili, Samo era addirittura un mercante di [[schiavi]], che ricercava fra gli Slavi nuove "merci".
In questi anni gli Slavi stavano dando avvio ad una ribellione contro il dominio avaro. Le ragioni erano, secondo le fonti, principalmente l'obbligo di militare nelle prime file dell'esercito avaro, di versare un alto tributo e gli [[stupro|stupri]] sistematici delle donne slave perpetrati quando, ogni anno, gli Avari passavano l'inverno presso gli Slavi. I ribelli, quindi, non erano veri e propri Slavi, bensì [[meticci]] avaro-slavi, di madre slava e padre avaro.{{citazione|Ogni anno, gli Unni [Avari] giungevano dagli Slavi, con l'intento di svernare assieme; poi, prendevano per sé le mogli e le figlie degli Slavi e vi giacevano assieme, e tra gli altri maltrattamenti [già menzionati], gli Slavi erano anche costretti a pagare tributi agli Unni. Tuttavia, i figli degli Unni, che erano [allora] cresciuti con le mogli e le figlie di questi Venedi, non poterono più alla lunga sopportare questa oppressione e rifiutarono l'obbedienza agli Unni, dando vita, come già accennato, a una ribellione. Quando allora l'esercito dei Venedi marciò contro gli Unni, il [sopra menzionato] mercante Samo lo accompagnò. Così, il coraggio di Samo si dimostrò in modi meravigliosi e un'enorme massa di Unni cadde sotto la spada dei Venedi.|''[[Cronaca di Fredegario]]'' (642 circa), Libro IV, Sezione 48<ref>Walter Pohl|url=https://books.google.it/books?id=ZoR1DwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|titolo=The Avars: A Steppe Empire in Central Europe, 567-822|anno=2018|città=Ithaca e Londra|editore=Cornell University Press|isbn=978-15-01-72940-9</ref>}} La ribellione scoppiò proprio mentre gli Avari, assieme ai Persiani [[Sasanidi]] e con l'ausilio di forze di Slavi meridionali, si preparavano all'invasione di [[Costantinopoli]] nell'anno [[623]] e forse tale rivolta dovette il suo successo proprio a questa circostanza. Gli Avari, dal canto loro, subirono una sconfitta a Costantinopoli nel [[626]], il che diede avvio ad una seconda ribellione.
Samo, assieme agli altri mercanti, prese parte alla lotta, inevitabilmente a fianco degli Slavi e la sua «capacità militare» fu, secondo la ''Cronaca di Fredegario'', decisiva per la vittoria slava. Per gli storici questo passo può indicare tanto che il contributo di Samo sia stato "diretto" (in quanto buon combattente e/o comandante o in quanto la scorta militare della sua carovana si sia rivelata fondamentale nei combattimenti), quanto che il suo aiuto sia consistito, più indirettamente, in forniture di armi e nello stabilire contatti con il re franco. Se, come sembra, Samo prese il potere durante la prima ribellione del 623-624, il suo potere fu senza dubbio consolidato durante quella del 626, a seguito della sconfitta avara a Costantinopoli.<br />In ogni modo Samo fu proclamato ''rex'' dagli Slavi. Alcuni storici propongono il titolo di "comandante" o "principe". ''Rex'' era, oltretutto, lo stesso titolo che portava il sovrano dei Franchi. Esistono però altre ipotesi più o meno probabili circa l'ascesa al potere di Samo. Così non è da escudere, che fosse stato mandato presso gli Slavi proprio da [[Dagoberto I]], figlio di Clotario II, a quel tempo nominato dal padre principe dell'[[Austrasia]]. Lo scopo di una tale azione, sarebbe stato quello di frapporre un ulteriore potere fra gli Avari e il regno franco, così da potersi meglio difendere da aggressioni avare. Altri, al contrario, vedono in Samo un "candidato di compromesso", attorno al quale i vari capi slavi si sarebbero potuti unire. La scelta sarebbe infatti ricaduta su di uno straniero, onde evitare di opporre così i capi slavi uno all'altro (un po' come accadrà con la figura del [[podestà (medioevo)|podestà]] nella realtà comunale italiana).
=== Samo regnante ===
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Samo si adattò rapidamente al nuovo contesto culturale in cui si ritrovò, così diverso da quello franco. Nella ''Cronaca di Fredegario'' si riporta che Samo ebbe ben 12 mogli slave, con le quali generò 22 figli e 15 figlie. A detta di alcuni storici, si trattava di donne provenienti dalle famiglie a capo delle diverse tribù su cui Samo regnava, quindi di "matrimoni politici" che avrebbero portato così all'unione delle dodici stirpi sotto uno stesso individuo. Tuttavia, considerando i molteplici significati assegnati al numero dodici dalla simbologia numerica [[Medioevo|medievale]], tale dato non è da considerare completamente affidabile.<br>▼
▲Samo si adattò rapidamente al nuovo contesto culturale in cui si ritrovò, così diverso da quello franco. Nella ''[[Cronaca di Fredegario]]'' si riporta che Samo ebbe ben 12 mogli slave, con le quali generò 22 figli e 15 figlie. A detta di alcuni storici, si trattava di donne provenienti dalle
Per il resto, la ''[[Cronaca di Fredegario]]'' ci informa sul regno di Samo solo in ragione delle sue relazioni con i Franchi. Così, viene indicato che i territori liberati dalla presenza avara furono visitati da altri mercanti franchi. Questo deve aver alquanto allarmato ed infastidito le popolazioni slave, le quali, nel [[631]]-[[632]], derubarono e uccisero un gruppo di mercanti. A seguito di ciò, Dagoberto mandò ambasciatori nel regno di Samo, pretendendo un risarcimento per le morti e per il furto subito a danno dei franchi. Tale occasione, infatti, costituì per Dagoberto un pretesto per avviare una più intensa "politica orientale", e comunque, proteggere gli interessi franchi anche all'interno di una sfera d'influenza straniera, era uno dei compiti del re. Le negoziazioni diplomatiche, condotte da un rappresentante di Dagoberto (Sichario o Sicario), non portarono ad alcun esito: ▼
▲Per il resto, la ''
{{quote|...Samo, non volendo ricevere Sichario, gli vietò di presentarsi al suo cospetto. Allora Sichario, indossata una veste di tipo slavo, giunse con i suoi al [suo] cospetto ed espose a Samo tutte le cose che egli aveva causato. Ma, come è tipico dei pagani e della superbia degli stolti, Samo non fece nulla per rimediare a ciò che i suoi avevano commesso, limitandosi semplicemente stabilire dei principi di reciproca giustizia, riguardo a questa e altre accuse sorte fra le due parti. Sichario, a sua volta ambasciatore di scarsa furbizia, pronunciò contro Samo improperi (...), e minacce, in quanto Samo ed il popolo del suo regno avrebbero dovuto prestare "servitium" a Dagoberto. Samo allora rispose sgomento: "La terra che abbiamo, appartiene a Dagoberto, così come noi stessi siamo suoi, a condizione che lui intenda conservare l’amicizia con noi." Sichario disse: "Non è possibile che i servi del Dio cristiano possano stringere amicizia con i cani." Di contro, Samo disse: "Se voi siete i servi di Dio, e noi siamo i cani di Dio, mentre voi agite ininterrottamente contro di lui, noi abbiamo avuto il permesso di lacerarvi con morsi." E così Sichario fu allontanato dal cospetto di Samo.|Cronaca di [[Fredegario]], IV, 68.|…Samo nolens Sicharium videre, nec ad se eum venire permitteret; Sicharius vestes indutus ad instar Sclavinorum cum suis ad conspectum pervenit, Samoni universa quae injuncta habebat nuntiavit. Sed ut habet gentilitas et superbia pravorum, nihil a Samone quae sui admiserant est emendatum, nisi tantum placita vellens instituere, ut de his et aliis intentionibus, quae inter has partes ortae fuerant, justitia redderetur in invicem. Sicharius, sicut stultus legatus, verba improperii (...), et minas adversus Samonem loquitur, eo quod Samo et populus regni sui Dagoberto deberent servitium. Samo respondens jam saucius [Clar., caucius] dixit: Et terram quam habemus Dagoberti est, et nos sui sumus, si tamen nobiscum disposuerit amicitias conservare. Sicharius dicens: Non est possibile, ut Christiani Dei servi cum canibus amicitias collocare possint, Samo e contrario dixit: Si vos estis Dei servi, et nos sumus Dei canes, dum vos assidue contra ipsum agitis, nos permissum accepimus vos morsibus lacerare. Ejectus est Sicharius de conspectu Samonis.|lingua=la}}▼
▲{{
Al precipitare della situazione, Dagoberto decise di guidare, in quello stesso anno, con l'aiuto di popoli alleati, una campagna contro Samo. Gli [[Alemanni|Alamanni]], sotto la guida di [[Crodoberto]], attaccarono i confini del regno di Samo. I Longobardi [[Friuli|friulani]] irruppero nel regno probabilmente da sud e occuparono la "''regio Zellia''", probabilmente l'odierna [[Gailtal]], in [[Carinzia]]. Il comandante delle truppe d'Austrasia (forse lo stesso Dagoberto) doveva penetrare nel cuore del regno. Tuttavia, i tre comandanti non riuscirono a riunirsi e, mentre i primi due rientrarono vittoriosi con diversi prigionieri al seguito, le truppe franche d'Austrasia, dopo [[Battaglia di Wogastisburg|tre giorni d'assedio infruttuoso]] a Wogastisburg (la cui localizzazione rimane ignota), subirono una pesante sconfitta. I restanti guerrieri di Dagoberto furono costretti a fuggire, abbandonando tutte le armi e le tende sul posto. Fallì così il tentativo di rovesciare Samo.[[File:King Samo.jpg|thumb|upright=0.8|Affresco presumibilmente rappresentante Samo, all'interno della Rotonda di Santa Caterina a [[Znojmo]].]]Subito dopo, gli Slavi intrapresero, sotto la guida di Samo, numerose incursioni in [[Turingia]] (resasi indipendente approfittando della debolezza di Dagoberto) e nella parte orientale del [[Franchi|Regno franco]]. Inoltre [[Dervan (sovrano)|Dervan]] (''Drvan''), un sovrano (di discussa storicità) dei [[Sorbi (gruppo etnico)|Sorbi]] insediatosi fra l'[[Elba (fiume)|Elba]] e la [[Saale]] che fino ad allora si trovava sotto l'influenza dei Franchi, si unì a Samo.
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Questa è la prima fonte attestata che testimoni la presenza di Slavi a nord dei [[Monti Metalliferi]]. Sulla base di queste notizie, viene dedotto da molti storici che a quel tempo anche la [[Boemia]] occidentale e i territori della cosiddetta "''Bavaria slavica''" ([[Baviera]] centro-orientale) facessero parte del regno di Samo. Altri ritengono invece che Dervan stesse attraversando le terre al confine fra il
Gli slavi
Non abbiamo altre indicazioni su Samo e il suo regno, quindi è probabile che fino alla sua morte non si siano avuti altri conflitti degni di nota fra i Franchi e Samo. Dalla durata del suo regno, che, stando alle fonti, durò 35 anni, possiamo dedurre che Samo morì attorno al 658.
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Per i seguenti 150 anni non abbiamo alcuna fonte scritta sul destino del regno di Samo. Sulla base dei ritrovamenti archeologici, possiamo intuire che verso il [[650]] gli Avari siano ritornati nell'attuale Slovacchia meridionale e nell'[[VIII secolo]] nella Moravia meridionale, ricominciando a vivere in simbiosi con gli Slavi. Gli Slavi insediati nelle regioni del nord e dell'ovest rimasero, invece, indipendenti dal dominio avaro.
Le fonti scritte ricominciano nell'[[VII secolo]], nel contesto della lotta fra i Franchi guidati da [[Carlo Magno]] contro gli Avari ([[788]]/[[791]] - [[796]]/[[803]]), sconfitti dai Franchi nel [[799]] o nell'[[802]]/803. Carlo Magno fu sostenuto in queste battaglie dagli Slavi (ad esempio nel 791 e nel [[795]]), i quali portarono avanti anche le loro proprie battaglie (l'"''infestatio Sclavorum''" degli anni 802–[[805]]<ref>[http://www.thelatinlibrary.com/annalesregnifrancorum.html [[Annales Regni Francorum]]], DCCCV</ref>). A quel tempo esistevano nell'area danubiana centrale entrambi i principati slavi di [[Principato di Moravia|Moravia]] e di [[Principato di Nitra|Nitra]] (unitisi nella [[Grande Moravia]] nell'[[833]]). Non ci fu, in ogni modo, una connessione politica o istituzionale fra il regno di Samo e i due principati, tuttavia si può rilevare archeologicamente una continuità insediativa e culturale. Questa continuità non può ovviamente essere chiamata in causa per una ricostruzione dei processi politici, ma creò i presupposti economici e sociali per la nascita di entrambi i principati, e quindi per la Grande Moravia. Inoltre, il fatto che, al momento della nascita della Grande Moravia, nelle fonti non siano più indicati nomi di tribù degli Slavi in Moravia e Slovacchia (diversamente da quelli in Boemia e [[Polonia]]), ma che essi vengano solo menzionati come Moravi, o Slavi moravi (così come nell'elenco dell'anonimo [[Geografo bavarese]] dell'[[845]] ''Descriptio civitatum et regionum ad septentrionalem plagam Danubii''), lascia pensare che fossero già nate strutture politico-statali eredi probabilmente del regno di Samo, più stabili delle federazioni di tribù.<br>▼
▲Le fonti scritte ricominciano nell'[[
▲===Collocazione geografica===
▲{{S sezione|Stati scomparsi}}
== Note ==
▲La collocazione geografica del regno di Samo è tutt'oggi oggetto di discussione fra gli studiosi, soprattutto mitteleuropei. L'assenza di fonti scritte affidabili e l'impossibilità di datare con precisione i ritrovamenti archeologici hanno dato adito a diverse interpretazioni.
<references />
[[Categoria:Stati scomparsi]]▼
== Bibliografia ==
* Lech Leciejewicz, ''Gli slavi occidentali: origini delle società e delle culture feudali''. Spoleto: [[Centro italiano di studi sull'alto medioevo]], 1991
== Altri progetti ==
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