Matteo Ripa: differenze tra le versioni
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|GiornoMeseMorte = 29 marzo
|AnnoMorte = 1746
|Epoca = 1700
|Attività = missionario
|Nazionalità = italiano
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== Biografia ==
Nato a Eboli da una nobile famiglia dello Stato di Giffoni, casale Prepezzano, da Giovan Filippo Ripa, [[barone]] di Pianchetelle e medico, e da Antonia Longo, nel borgo medievale che circondava l'antico castello normanno, il giovane Matteo trascorse i primi anni della sua infanzia con i fratelli Tommaso, Diego, e Lorenzo. Si dice di lui che possedesse un'innata propensione per l'arte, ma a quel tempo il figlio di un barone non poteva concedersi solo ai ''“''piaceri dell'ozio''”'' e fu spinto per questo all'avvocatura. Ma in quegli anni il [[Regno di Napoli]], come l'Europa tutta, fu interessato da una fervida attività missionaria e Matteo, ispirato da una pura idea religiosa che non era la realtà grossolana e mondana di un prete nel suo pubblico uffizio, entrò nella Congregazione dei preti secolari missionari. Durante il suo soggiorno-studio a [[Roma]], venne a contatto con il problema dei ''“''Riti cinesi''”'', i criteri liturgici che caratterizzavano l'azione dei [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]] che in [[Cina]] conducevano la loro azione e che furono condannati dalla Santa Sede nel 1704: oggetto della Legazione che [[Papa Clemente XI]] decise di inviare in Cina, sotto la guida di [[Carlo Tommaso Maillard de Tournon]] (1705-06).
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Nei primi giorni di gennaio 1710 furono a Macao, ove incontrarono finalmente il Legato Tournon, che nel frattempo aveva tristemente concluso la sua Legazione ed era stato messo in domicilio coatto sotto la guardia dei portoghesi, e gli consegnarono ufficialmente la berretta cardinalizia. Poco dopo la morte del Legato, avvenuta l'8 giugno di quell'anno, Ripa fu chiamato - insieme a Pedrini e Bonjour - alla Corte dell'Imperatore [[Kangxi]] (della Dinastia Qing, di origini mancesi), ove rimase per circa tredici anni, dal febbraio [[1711]] al novembre [[1723]], lavorando in qualità di pittore ed incisore su rame al servizio dell'Imperatore stesso.
Presso il palazzo estivo di Jehol, in [[Manciuria]], Ripa incise anche 36 vedute della villa su lastre di rame per stampare copie che l'imperatore potesse donare ai suoi familiari e dignitari. Ebbe anche molte difficoltà a costruirsi un torchio calcografico e a procurarsi le materie prime per fare gli acidi e gli inchiostri per la stampa. Tornando in Europa avrebbe portato con sé copie delle vedute della villa di Jehol, che furono molto apprezzate in [[Inghilterra]] da architetti in cerca di soluzioni innovative da sperimentare nella progettazione di ville e giardini. La conformazione dei giardini inglesi è dovuta anche alla incisioni
Dando libero sfogo alla sua idea di evangelizzazione, tra ire e dissapori, tentò di aprire una scuola a [[Pechino]] per l'educazione di giovani cinesi, cui affidare il compito di diffondere il [[Cristianesimo]]
=== Fondazione del Collegio dei Cinesi in Napoli ===
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* DI FIORE G., ''La Legazione Mezzabarba in Cina (1720-1721)'', Istituto Universitario Orientale, Collana “Matteo Ripa” VII, Napoli 1989
* Dreyfus P., ''Matteo Ricci. Le jésuite qui voulait convertir la Chine'', Parigi, Éditions du Jubilé, 2004
* Fatica Michele, "L'Istituto Orientale di Napoli come sede di scambio culturale tra Italia e Cina nei secoli XVIII e XIX", in: ''Scritture di storia'', n. 2, 2001, pp.
* Fatica M., ''Le sedi dell'Istituto Universitario Orientale (1729-2000)'', Istituto Universitario Orientale, Napoli, 2002
* Fatica M., ''Matteo Ripa e il Collegio dei Cinesi di Napoli (1682-1869), percorso documentario e iconografico, catalogo della Mostra'', Archivio di Stato di Napoli, 18 novembre 2006-31 marzo 2007, Napoli, 2006
* Fatica M., "Note sul viaggio di Pietro Guo in Italia, 1859-1860", in: ''Scritture di storia'', n. 2, 2001, pp.
* Malpica C., "Il Collegio de' Cinesi in Napoli. L'apostolo", in: ''Poliorama pittoresco'', n. 41 del 25 maggio 1839, pp.
* Prandi F., ''Matteo Ripa. Memoirs of Father Ripa, during Thirteen Years' Residence at the Court of Peking in the Service of the Emperor of China. With an account of the foundation of the college for the education of young Chinese at Naples. Selected and translated from the Italian by Fortunato Prandi'', Elibron Classics, ''2002'' (riedizione dell'originale curato nel 1844 a Londra da John Murray)
* NARDI G., “Cinesi a Napoli”, 268 pp., Ed. Dehoniane, Napoli, 1976.
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== Collegamenti esterni ==
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