Semiosfera: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: numeri di pagina nei template citazione |
|||
(13 versioni intermedie di 9 utenti non mostrate) | |||
Riga 11:
Un approccio del genere si basa sul presupposto che l’oggetto isolato possa costituire un modello di tutte le qualità del fenomeno più complesso a cui l’analisi dovrebbe pervenire. Ma questo secondo Lotman non è possibile nel caso dello studio della cultura, perché un fenomeno in isolamento non è in grado né di funzionare né di produrre nuova informazione, quindi non può essere assunto come modello della cultura cui appartiene.
Il meccanismo di generazione di informazione per Lotman può essere solo dialogico: l’asimmetria tra le parti in dialogo costituisce un [[processo traduttivo]] che risulta in un incremento informativo. Qualora le parti dovessero essere in tutto e per tutto identiche, lo scambio si risolverebbe in una pura tautologia<ref>{{Cita libro|autore=Jurij Lotman|titolo=La semiosfera. L'asimmetria e il dialogo nelle strutture pensanti|annooriginale=1985|editore=Marsilio|città=Venezia|ISBN=88-317-4703-7}}</ref>.
Un sistema di segni isolato, per quanto ben strutturato, non può funzionare da solo. Per questo deve essere preso in considerazione all’interno dell’analisi della semiosfera di cui è parte:<blockquote>L’universo semiotico può essere considerato un insieme di testi e di linguaggi separati l’uno dall’altro. In questo caso tutto l’edificio apparirà formato da singoli mattoni. È però più feconda l’impostazione opposta. Tutto lo spazio semiotico si può considerare infatti come un unico meccanismo (se non come un organismo) […] Se si mettono insieme più bistecche non si ottiene un vitello, mentre tagliando un vitello si possono avere bistecche. Allo stesso modo, sommando una serie di atti semiotici particolari, non si otterrà l’universo semiotico. Al contrario, soltanto l’esperienza di questo universo - ovvero la semiosfera - fa diventare realtà il singolo atto segnico<ref>{{Cita libro|autore=|titolo=Ibid.|editore=|p=58}}</ref>.</blockquote>Se la semiosfera è lo spazio necessario alla vita di una determinata cultura, i suoi tratti salienti saranno la delimitazione, ovvero la presenza di un ''confine'' che separi, anche se non ermeticamente, uno spazio culturale da un altro, e la presenza di ''meccanismi traduttivi'' che operano all’interno della sfera e tra una sfera e l’altra.
Riga 20:
La semiosfera è circoscritta e delimitata da un confine principale dagli spazi circostanti, che sono extrasistematici o appartengono ad altre semiosfere. Dalla prospettiva di una cultura, ciò che è oltre il confine principale è non semiotico ed è incomprensibile. Questa caratteristica implica la separazione tra un “nostro” e un “altro” (tra un “noi” e un “loro”), ovvero tra uno spazio interno alla semiosfera ed uno ad essa esterno.
L'opposizione tra interno ed esterno è molto importante e caratterizzante rispetto ad una cultura. Lotman fa, tra gli altri, l'esempio della cultura greca classica che contrapponeva il proprio spazio interno organizzato a uno spazio
Per quanto riguarda lo spazio interno, esso è caratterizzato da confini secondari, che delimitano lo spazio riservato ai singoli sistemi di segni.
Un’altra divisione importante all’interno della semiosfera è quella tra periferia e centro. La periferia - luogo di sistemi mobili e dinamici - si contrappone al centro. Al centro della semiosfera vi è il suo nucleo identitario, i sistemi più stabili e dominanti. Il centro, quindi, ha il compito di fornire un’autodescrizione (che può essere più o meno rigida) della cultura e di favorire l’omogeneità della semiosfera. Al contrario, la periferia della semiosfera è un'area dinamica, bilingue, dove due semiosfere entrano in contatto e dove avvengono continui scambi tra l’esterno e l’interno. Affinché i testi esterni risultino comprensibili occorre tradurli in uno dei linguaggi della semiosfera. Il confine, che è poroso e permeabile, è il luogo dove avvengono i processi traduttivi: <blockquote>“il confine semiotico è la somma dei filtri di traduzione. Passando attraverso questi, il testo viene tradotto in un’altra lingua (o lingue) che si trovano fuori dalla semiosfera data”<ref>{{Cita libro|nome=|titolo=Ibid.|anno=|editore=|
=== Meccanismi traduttivi ===
Riga 34 ⟶ 33:
Un buon esempio portato da Lotman è il caso dei [[Decabrismo|decabristi]]. Questi giovani rivoluzionari russi di estrazione nobiliare crearono, secondo Lotman, un nuovo modello di comportamento esempio di impegno civile, che ispirò le generazioni a venire e che deriva dall'imitazioni di figure letterarie del passato<ref>{{Cita libro|autore=Jurij Lotman|titolo=Tesi per una semiotica della cultura|url=http://www.larici.it/architettura_ambiente/composizione/lotman/lotman_uniroma1.pdf|annooriginale=1973|editore=Meltemi|città=Roma}}</ref>.
Un’idea centrale nella semiotica di Lotman è che la comunicazione è in sé di natura traduttiva<ref>{{Cita libro|autore=Anna Maria Lorusso|titolo=Semiotica della cultura|annooriginale=2010|editore=Laterza|ISBN=978-88-420-9117-2}}</ref>: lo scambio comunicativo e il dialogo da un soggetto A ad un soggetto B non sono mai passaggi di informazione inerti. Visto che due soggetti non possono essere uguali (perché avranno vissuto esperienze almeno parzialmente diverse, avranno memorie diverse) rimarrà nel loro scambio almeno una piccola percentuale di incomunicabilità. È proprio questa asimmetria, per quanto minima, che produce nuova informazione nello scambio comunicativo. Di qui è evidente la natura eminentemente dialogica e plurilinguistica che guida la concezione di Lotman: <blockquote>"La creatività, infatti, secondo Lotman nasce sempre e solo nella relazione (la relazione con l’Altro, col diverso, con l’esterno - tutti modi per dire: con un altro linguaggio) e dunque il pluralismo della cultura non è tanto una caratteristica di fatto quanto una condizione ''sine qua non'' "<ref>''ibid.
== Connessioni ad altri settori ==
Riga 41 ⟶ 40:
Il concetto di semiosfera, nato per studiare fenomeni nell’ambito della cultura, si è rivelato di interesse anche per campi ibridi come la [[biosemiotica]], paradigma che, dopo la morte di Lotman, si è molto evoluto a [[Università di Tartu|Tartu]].
Alla fine degli anni '90 Kalevi Kull<ref>Kalevi Kull,"On Semiosis, Umwelt, and Semiosphere". in ''Semiotica'' vol. 120(3/4), pp.299–310, http://www.zbi.ee/~kalevi/jesphohp.htm {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170910205443/http://www.zbi.ee/~kalevi/jesphohp.htm |data=10 settembre 2017 }}.</ref>, docente di biosemiotica all’ateneo tartuense, proponeva un rinnovamento all’interno della biologia a partendo da spunti derivanti dalla semiotica.
Il nodo principale dell’argomentazione di Kull si basava sulla distinzione tra organismi viventi e non viventi presentata da [[Walter Elsasser|Elsasser]]<ref>Walter Maurice Elsasser. Atom and Organism: A New Approach to Theoretical Biology. Princeton: Princeton University Press, 1966.</ref>, per cui solo i primi avrebbero capacità creative. Kull nota che la creatività può essere accostata a ciò che si intende con semiosi. La semiosi quindi verrebbe a costituire il discrimento tra organismi viventi e non. A partire da tali premesse, Kull lega il concetto lotmaniano di semiosfera a quello di [[Umwelt]] sviluppato da [[Jakob Johann von Uexküll|Jakob von
== Note ==
Riga 51 ⟶ 48:
== Bibliografia ==
* Kalevi Kull, "On Semiosis, Umwelt, and Semiosphere", in ''Semiotica'' 120(3/4), pp.299-310, https://web.archive.org/web/20170910205443/http://www.zbi.ee/~kalevi/jesphohp.htm.
* Annamaria Lorusso, ''Semiotica della cultura,'' Laterza, Roma-Bari, 2010.
* Jurij Lotman, ''La semiosfera. L'asimmetria e il dialogo nelle strutture pensanti,'' Marsilio, Venezia, 1985.
|