Carta celeste: differenze tra le versioni

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[[File:Planisphæri cœleste.jpg|upright=1.4|thumb|Planisfero celeste di Frederik[[Frederick de Wit]] del XVII secolo.]]
Una '''carta celeste''' è una carta del [[cielo]] notturno. In senso moderno, rappresenta le principali [[stelle]] e le [[costellazione|costellazioni]] del cielo.
 
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|data=2000 |volume=42
|url=http://www.moses-egypt.net/star-map/senmut1-mapdate_en.asp
|accesso=21 ottobre 2007 | doi=10.1034/j.1600-0498.2000.420301.x|bibcode= 2000Cent...42..159V |pp=159–179159-179}}</ref>.
 
I più antichi [[catalogo stellare|cataloghi stellari]] noti furono redatti dagli astronomi babilonesi alla fine del [[II millennio a.C.]], durante il [[Cassiti|periodo cassita]]<ref name="north 1995 30 31">{{Cita libro|cognome=North |nome=John |data=1995
|titolo=The Norton History of Astronomy and Cosmology
|città=New York-Londra |pp=30–3130-31
|editore=W.W. Norton & Company | isbn=0-393-03656-1}}</ref>.
 
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|titolo=The epoch of the constellations on the Farnese Atlas and their origin in Hipparchus's lost catalogue
|rivista=Journal for the History of Astronomy
|volume=36/2 |numero=123 |pp=167–196167-196
|data=maggio 2005 | bibcode=2005JHA....36..167S }}</ref>.
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===Medioevo===
[[File:Dunhuang star map.jpg|thumb|upright=1.2|Particolare della carta di Dunhuang]]
La più antica carta stellare manoscritta esistente è stata scoperta nelle [[Grotte di Mogao]] lungo la [[via della seta]]: si tratta della [[carta celeste di Dunhuang]], un rotolo lungo 210&nbsp;cm e largo 24,4&nbsp;cm, che rappresenta il cielo fra le [[declinazione (astronomia)|declinazioni]] di 40° sud e 40° nord in dodici pannelli, più un tredicesimo pannello che mostra la calotta celeste settentrionale. La carta rappresenta 1.345 stelle, riunite in 257 [[Asterismo|asterismi]]. La datazione è incerta, ma è stimata intorno al 705–10 d.C.<ref name="193247613X">{{Cita libro|autore1=Whitfield, Susan
|wkautore1=Susan Whitfield
|autore2=Sims-Williams, Ursula
|titolo=The Silk Road: trade, travel, war and faith |editore=Serindia Publications, Inc.
|pp=81–8681-86 |data=2004
| isbn=1-932476-13-X }}</ref><ref name="jahh12" /><ref>{{Cita web|nome=Jean-Marc |cognome=Bonnet-Bidaud
|data=27 giugno 2009 |titolo=The Oldest Extand Star Chart
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|titolo=The Dunhuang Chinese sky: A comprehensive study of the oldest known star atlas
|rivista=Journal of Astronomical History and Heritage
|volume=12 |numero=1 |pp=39–5939-59
| bibcode=2009JAHH...12...39B | arxiv=0906.3034 }}</ref>.
 
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|titolo=The measurement of starlight: two centuries of astronomical photometry
|url=https://archive.org/details/measurementofsta0000hear |pp=[https://archive.org/details/measurementofsta0000hear/page/9 9]–10 |editore=Cambridge University Press
| isbn=0-521-40393-6 }}</ref>. Fu il primo atlante celeste a rappresentare entrambi gli emisferi. L{{'}}''Uranometria'' conteneva 48 carte di costellazioni tolemaiche, una tavola dellecon dodici costellazioni australi e due tavole che rappresentavano i due emisferi in proiezione stereografica polare<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|nome=N. M.|cognome=Swerdlow|autore2=|autore3=|data=agosto 1986|titolo=A Star Catalogue Used by Johannes Bayer|rivista=Journal of the History of Astronomy|volume=17|numero=50|pp=189–197189-197|lingua=en|accesso=dicembre 2020|doi=10.1177/002182868601700304|bibcode=1986JHA....17..189S}}</ref>.
Le posizioni delle stelle erano basate sulle osservazioni di [[Tycho Brahe]].
 
Da un punto di vista artistico si segnala la ''[[Harmonia Macrocosmica]]'' di [[Andreas Cellarius|Andrea Cellario]] del [[1661]], che certo da un punto di vista scientifico si colloca al di sotto di opere più dettagliate come l{{'}}''Uranometria''.
 
Il polacco [[Johannes Hevelius]] pubblicò il suo ''Firmamentum Sobiescianum sive Uranographia'' nel [[1690]]. Era costituito da 56 grandi carte a doppia pagina dedicate ad altrettante costellazioni. Per disegnare le tavole dell'[[emisfero boreale]], Hevelius utilizzò le proprie osservazioni integrandole con i dati delle ''[[Tavole rudolfine|Tabulae Rudolphinae]]'', pubblicate da [[Keplero]] nel [[1627]] utilizzando le osservazioni effettuate da [[Tycho Brahe]].<br/>Per disegnare le tavole dell'[[emisfero australe]], Hevelius fece riferimento alle misure registrate nel 1676 da [[Edmond Halley]] durante la spedizione scientifica nell’[[isola di Sant’Elena]], nell’Atlantico meridionale, non limitandosi, così, a copiare i dati forniti da altri astronomi e ormai vecchi di un secolo. Hevelius introdusse undici nuove costellazioni, fra cui lo [[Scudo (costellazione)|Scudo]], la [[Lucertola (costellazione)|Lucertola]], i [[Cani da caccia (costellazione)|Cani da caccia]].[[File:Ursa Minor constellation map.svg|thumb|La costellazione dell'orsaOrsa minoreMinore rappresentata con le linee di congiunzione]]
Hevelius pubblicò vari altri libri che contenevano rappresentazioni cartografiche di pianeti e comete.
 
Nel secolo successivo il francese [[Nicolas-Louis de Lacaille]] approfondì lo studio del cielo australe e compilò il catalogo ''Coelum Australe Stelliferum'', che fu pubblicato postumo nel [[1763]].
 
===Età contemporanea===
Fino al [[XVII secolo]] le carte celesti davano maggiore importanza alle figure che le costellazioni dovevano rappresentare: così, ad esempio, se si voleva rappresentare la [[Orione (costellazione)|costellazione di Orione]], si disegnava, sovrapposta alle stelle, una raffigurazione, spesso estremamente ricca di particolari, del [[Orione (mitologia)|relativo eroe mitologico]]. Carte di questo tipo, spesso riunite in [[atlante celeste|atlanti celesti]], avevano soprattutto uno scopo illustrativo.
 
Nel [[1801]] [[Johann Elert Bode]] pubblicò il suo atlante intitolato ''Uranographia'', che oltre alle costellazioni tolemaiche conteneva tutte le nuove costellazioni proposte dagli astronomi negli ultimi due secoli. Vi erano infatti le costellazioni introdotte nel [[Seicento]] da Bayer e da Hevelius, le 14 nuove costellazioni australi proposte nel [[Settecento]] da [[Nicolas-Louis de Lacaille|Lacaille]], tre nuove costellazioni introdotte da [[Jérôme Lalande]] fra il 1795 e il 1799 e diverse nuove costellazioni inventate dallo stesso Bode, come la [[Macchina Elettrica (costellazione)|Macchina Elettrica]]. L'atlante di Bode era composto da 20 tavole di grande formato e conteneva oltre 17.200 stelle e più di 100 costellazioni, raffigurate con rappresentazioni artistiche.<ref>[http://www.bo.astro.it/~biblio/atlas/bode-it.htm Johann Elert Bode - Uranographia]</ref> Bode riportò anche i confini delle costellazioni, rappresentati con linee tratteggiate. Con Bode si concluse l'epoca dei grandi atlanti che riuscivano a conciliare sia l'aspetto scientifico (accuratezza nel mostrare la posizione delle stelle) che l'aspetto artistico (rappresentazioni grafiche dei personaggi e degli oggetti rappresentati dalla costellazione).
In conseguenza della sempre maggiore mole di dati non si poté più rappresentare le costellazioni come figure e ci si limitò a tratteggiare le linee di congiunzione fra le stelle principali. Ma anche queste linee oggi sopravvivono solo nelle carte celesti destinate alla divulgazione.
 
Nei successivi atlanti, l'aspetto artistico comincerà progressivamente a scomparire. In conseguenza della sempre maggiore mole di dati, non si poté più rappresentare le costellazioni come figure e ci si limitò a tratteggiare le linee di congiunzione fra le stelle principali. Ma anche queste linee oggi sopravvivono solo nelle carte celesti destinate alla divulgazione.
 
Le moderne carte celesti hanno infatti abbandonato questi sistemi di mappatura in favore di uno più rigorosamente scientifico: le figure sono scomparse e al loro posto vengono indicati i numeri di catalogo delle stelle e spesso un buon numero di [[oggetti del profondo cielo]], come [[ammassi stellari]], [[nebulose]] e [[galassie]]. Il [[Sole]], la [[Luna]] ed i [[pianeta|pianeti]] del [[Sistema Solare]] non sono quasi mai indicati, poiché la loro posizione in cielo muta velocemente.
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In questo ambito è esemplare il progetto della ''[[Carte du Ciel]]''. Esso fu concepito nel [[1887]] dal direttore dell'[[osservatorio di Parigi]], [[Amédée Mouchez]], il quale comprese le possibilità che offrivano le nuove tecniche fotografiche, che avrebbero rivoluzionato il processo di realizzazione delle carte celesti.
Egli ideò un progetto che avrebbe occupato 22000 lastre fotografiche dell'intero cielo, ognuna di dimensioni 2°×2°, e stilò una lista di osservatori nel mondo, ad ognuno dei quali assegnò una sezione separata del cielo su cui lavorare.
 
Nel [[1922]] l'[[Unione Astronomica Internazionale]] (IAU) decise di razionalizzare la cartografia celeste, predisponendo un elenco ufficiale di 88 [[costellazione|costellazioni]] che coprivano tutto il cielo. L'incarico di fissare con precisione i confini delle costellazioni venne affidato all'astronomo [[Eugène Joseph Delporte]]. Il lavoro di Delporte fu ratificato ufficialmente dall'IAU nel [[1928]].<ref>{{Cita web|url=https://www.iau.org/public/themes/constellations/|titolo=International Astronomical Union {{!}} IAU|sito=www.iau.org|accesso=2021-06-19}}</ref> Delporte pubblicò il suo lavoro nel [[1930]], corredato di tavole e carte stellari.<ref>Eugène Delporte, ''Délimitation scientifique des constellations, tables et cartes,'' IAU, University Press, Cambridge, 1930</ref>
 
==Tipologie di carte celesti==
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[[File:Coronelli globe celeste.jpg|thumb|Globo celeste realizzato da [[Vincenzo Coronelli]] per [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] intorno al 1683]]
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Lista delle costellazioni]]
* [[Costellazioni obsolete]]
 
==Altri progetti==