Carta celeste: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: specificità dei wikilink e modifiche minori
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: numeri di pagina nei template citazione
 
(28 versioni intermedie di 13 utenti non mostrate)
Riga 1:
[[File:Planisphæri cœleste.jpg|upright=1.4|thumb|Planisfero celeste di Frederik[[Frederick de Wit]] del XVII secolo.]]
Una '''carta celeste''' è una carta del [[cielo]] notturno;. inIn senso moderno, rappresenta le principali [[stelle]] e le [[costellazione|costellazioni]] del cielo.
 
==Storia==
[[File:Nebra Scheibe.jpg|thumb|Il disco di Nebra]]
=== Paleolitico ===
Le più antiche testimonianze conosciute di qualcosa che assomigli ad una rappresentazione del cielo notturno sono addirittura più risalenti<ref name=":0" /> di quelle che possono essere considerate le più antiche carte geografiche.
In questo senso può essere considerata la più antica carta stellare una zanna di [[mammuth]] intagliata, scoperta in Germania nel 1979. Questo oggetto risale a 32.500 anni fa e presenta un disegno che ricorda la [[Orione (costellazione)|costellazione di Orione]]<ref name=":0">{{Cita news|nome=David |cognome=Whitehouse
|data=21 gennaio 2003
|titolo='Oldest star chart' found |editore=[[BBC]]
|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/2679675.stm |accesso=29 settembre 2009 }}</ref>.
 
Tuttavia, la maggioranza delle testimonianze paleolitiche, interpretate come immagini di costellazioni, sono costituite da pitture parietali. Sui muri delle grotte di [[Lascaux]] sono stati, infatti, osservati dei puntini dipinti databili al 16.500 a.C. che rappresentano il cielo notturno ed in cui si possono riconoscere [[Vega]], [[Deneb]] e [[Altair]] (il cosiddetto [[Triangolo estivo]]), nonché le [[pleiadi (astronomia)|Pleiadi]].
Riga 19:
 
===Antichità===
[[File:Atlas (Farnese Globe).jpg|thumb|200px|L{{'}}''Atlante Farnese'']]
La più antica rappresentazione conosciuta dell'intero cielo notturno risale all'antico Egitto ed è quella che si trova nella tomba di [[Senenmut]].
Essa risale al [[XIV secolo a.C.]]<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=von Spaeth |nome=Ove
Riga 26:
|data=2000 |volume=42
|url=http://www.moses-egypt.net/star-map/senmut1-mapdate_en.asp
|accesso=21 ottobre 2007 | doi=10.1034/j.1600-0498.2000.420301.x|bibcode= 2000Cent...42..159V |pp=159–179159-179}}</ref>.
 
I più antichi [[catalogo stellare|cataloghi stellari]] noti furono redatti dagli astronomi babilonesi alla fine del [[II millennio a.C.]], durante il [[Cassiti|periodo cassita]]<ref name="north 1995 30 31">{{Cita libro|cognome=North |nome=John |data=1995
|titolo=The Norton History of Astronomy and Cosmology
|città=New York-Londra |pp=30–3130-31
|editore=W.W. Norton & Company | isbn=0-393-03656-1}}</ref>.
 
Le più antiche osservazioni astronomiche cinesi risalgono a prima dell'epoca dei [[Regni combattenti]] (476–221 a.C.), ma la più antica rappresentazione grafica cinese del cielo è una scatola laccata datata al 430 a.C., benché questa raffigurazione non mostri singole stelle.
 
Il cosiddetto ''[[Atlante Farnese]]'', oggi conservato al [[Museo Archeologico Nazionale di Napoli]], è una copia risalente al [[II secolo]] di una statua di [[età ellenistica]] che rappresenta il [[titani|titano]] [[Atlante (mitologia)|Atlante]] che regge la [[sfera celeste]] sulle spalle. È la più antica rappresentazione rimasta delle costellazioni secondo l'astronomia [[Grecia antica|greca]] e raffigura anche alcune coordinate celesti. In virtù dello spostamento delle costellazioni derivante dalla [[precessione]], confrontando la posizione delle stelle con quella attuale sulla rete delle coordinate celesti, si può determinare l'epoca in cui furono eseguite le osservazioni astronomiche su cui si basa la statua. Si è così giunti alla conclusione che sia rappresentato il cielo nell'anno 125 ± 55 a.C. e questo suggerisce che l{{'}}''Atlante Farnese'' sia basato sul catalogo delle stelle di [[Ipparco di Nicea]]<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Schaefer |nome=Bradley E.
|titolo=The epoch of the constellations on the Farnese Atlas and their origin in Hipparchus's lost catalogue
|rivista=Journal for the History of Astronomy
|volume=36/2 |numero=123 |pp=167–196167-196
|data=maggio 2005 | bibcode=2005JHA....36..167S }}</ref>.
Un esempio di rappresentazione del cielo notturno di età romana è il cosiddetto [[Zodiaco di Dendera]], datato al 50 a.C.. Si tratta di un [[bassorilievo]] scolpito sul soffitto del [[Tempio di Dendera]]. È un planisfero celeste che raffigura lo [[Zodiaco]], tuttavia le stelle non sono indicate<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Evans |nome=James
|titolo=The Material Culture of Greek Astronomy
|rivista=Journal for the History of Astronomy
Riga 52:
 
===Medioevo===
[[File:Dunhuang star map.jpg|thumb|260pxupright=1.2|Particolare della carta di Dunhuang]]
La più antica carta stellare manoscritta esistente è stata scoperta nelle [[Grotte di Mogao]] lungo la [[via della seta]]: si tratta della [[carta celeste di Dunhuang]], un rotolo lungo 210&nbsp;cm e largo 24,4&nbsp;cm, che rappresenta il cielo fra le [[declinazione (astronomia)|declinazioni]] di 40° sud e 40° nord in dodici pannelli, più un tredicesimo pannello che mostra la calotta celeste settentrionale. La carta rappresenta 1.345 stelle, riunite in 257 [[Asterismo|asterismi]]. La datazione è incerta, ma è stimata intorno al 705–10 d.C.<ref name="193247613X">{{Cita libro|autore1=Whitfield, Susan
|wkautore1=Susan Whitfield
|autore2=Sims-Williams, Ursula
|titolo=The Silk Road: trade, travel, war and faith |editore=Serindia Publications, Inc.
|pp=81–8681-86 |data=2004
| isbn=1-932476-13-X }}</ref><ref name="jahh12" /><ref>{{Cita web|nome=Jean-Marc |cognome=Bonnet-Bidaud
|data=27 giugno 2009 |titolo=The Oldest Extand Star Chart
Riga 66:
|titolo=The Dunhuang Chinese sky: A comprehensive study of the oldest known star atlas
|rivista=Journal of Astronomical History and Heritage
|volume=12 |numero=1 |pp=39–5939-59
| bibcode=2009JAHH...12...39B | arxiv=0906.3034 }}</ref>.
 
In [[astronomia islamica|ambito musulmano]] la prima carta celeste precisa fu quella redatta dall'astronomo persiano [[Abd al-RahmanRahmān al-SufiSūfi]] nel suo lavoro del 964 intitolato ''[[Libro delle stelle fisse]]''. L'opera rappresentava un aggiornamento delle parti VII.5 e VIII.1 dell'[[Almagesto]] di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]]. Il libro di al-Sufi conteneva immagini delle costellazioni e rappresentava le stelle più luminose come puntini. Il manoscritto originale non ci è pervenuto, tuttavia una copia del 1009 è conservata presso l'[[Università di Oxford]]<ref name="193247613X" /><ref name="jahh12" />.
 
In Europa, a partire dal [[IX secolo]] si verificò una moltiplicazione delle rappresentazioni delle costellazioni, soprattutto come illustrazioni di esemplari del ''Poeticon Astronomicon'' di [[Igino (astronomo)|Igino]], che nel Medioevo era diventato la fonte di base per conoscere i miti riguardanti le costellazioni. Queste raffigurazioni, in genere, quando disegnavano le stelle, le collocavano sistematicamente in posizioni di fantasia, in modo da adattarsi ai disegni delle costellazioni.
Riga 76:
 
===Età moderna===
[[File:Albrecht_Dürer_-_The_Northern_Hemisphere_of_the_Celestial_Globe_-_WGA7195.jpg|300 px|rightupright=1.4|thumb|Incisione su legno di Albrecht Dürer del 1515]]
Il manoscritto su pergamena intotolato ''De Composicione Spere Solide'' fu probabilmente redatto a [[Vienna]] nel 1440 e consisteva in una carta celeste in due parti, che rappresentavano le costellazioni dell'emisfero boreale celeste e quelle dell'[[eclittica]]. Questo testo può esser servito da modello per la successiva carta di Albrecht Dürer<ref>{{Cita libro|autore=Harley, John Brian|autore2=Woodward, David
|titolo=The History of cartography |anno=1992|url=https://archive.org/details/historycartograp00harl_672|volume=2
|edizione=seconda edizione |editore=Oxford University Press U.S.
|pp=60–61[https://archive.org/details/historycartograp00harl_672/page/60 60]–61 |data=1987 | isbn=0-226-31635-1 }}</ref>.
 
Il primo planisfero celeste fu infatti stampato nel [[1515]] da [[Albrecht Dürer]], Johannes Stabius e Conrad Heinfogel<ref>[http://naa.net/ain/personen/Duerer_Sternkarten.asp Astronomie in Nürnberg. Die Sternkarten von Albrecht Dürer], consultato il 9 dicembre 2013</ref><ref>{{cita web | url=http://www.deutschlandfunk.de/astronomie-albrecht-duerer-und-die-sternkarte.732.de.html?dram:article_id=270423 | titeltitolo=Albrecht Dürer und die Sternkarte |autore=Dirk Lorenzen | hrsglingua=[[Deutschlandfunk]] de|operaaccesso=Sternzeit | datum= 9 dicembre 2013 2020| zugriffopera=2013-12-09Sternzeit}}</ref><ref>[http://www.lindahall.org/events_exhib/exhibit/exhibits/stars/hon.htm lindahall.org] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131214013322/http://www.lindahall.org/events_exhib/exhibit/exhibits/stars/hon.htm |data=14 dicembre 2013 }}, consultato il 9 dicembre 2013</ref>, e si compone di due carte che raffigurano l'intera volta celeste: una l'emisfero a nord dell'[[eclittica]] e uno quello a sud<ref>A differenza delle moderne carte celesti, che assumono come centro i [[polo celeste|poli celesti]]. In proposito si deve notare che i poli dell'eclittica sono fissi, mentre i poli celesti si spostano per effetto della [[precessione degli equinozi]].
Si veda anche [http://naa.net/ain/personen/Duerer_Pole.asp Astronomie in Nürnberg. Himmelspol und Pol der Ekliptik], consultato il 9 dicembre 2013</ref>.
[[File:JostBurgi-MechanisedCelestialGlobe1594.jpg|left|thumb|Mappamondo celeste meccanico di [[Jost Bürgi]] (1594)]]
Riga 89:
Il ''De le stelle fisse'' (1543) e un altro libro, sempre del Piccolomini, dal titolo ''Della sfera del mondo'' (1540) vennero pubblicati in un unico e rarissimo volume, per la prima volta nel 1548.
Durante l'età delle esplorazioni i viaggi nell'[[emisfero australe]] portarono alla scoperta di nuove costellazioni. In particolare i navigatori olandesi Pieter Dirkszoon Keyser e [[Frederick de Houtman]], che nel [[1595]] andarono nelle [[Indie Orientali Olandesi]], raccolsero i dati che confluirono nel mappamondo celeste di [[Jodocus Hondius]] del [[1601]], il quale così aggiunse dodici nuove costellazioni.
 
Nel [[1603]] uscì l{{' }}''[[Uranometria]]'' di [[Johann Bayer]]<ref>{{Cita libro|nome=J. B. |cognome=Hearnshaw |anno=1996
|titolo=The measurement of starlight: two centuries of astronomical photometry
|url=https://archive.org/details/measurementofsta0000hear |pp=9–10[https://archive.org/details/measurementofsta0000hear/page/9 9]–10 |editore=Cambridge University Press
| isbn=0-521-40393-6 }}</ref>. Fu il primo atlante celeste a rappresentare entrambi gli emisferi. L{{'}}''Uranometria'' conteneva 48 carte di costellazioni tolemaiche, una tavola dellecon dodici costellazioni australi e due tavole che rappresentavano i due emisferi in proiezione stereografica polare<ref>{{Cita pubblicazione|cognomeautore=Swerdlow |nome=N. M. |cognome=Swerdlow|autore2=|autore3=|data=agosto 1986|titolo=A Star Catalogue Used by Johannes Bayer|rivista=Journal of the History of Astronomy|volume=17|numero=50|pp=189-197|lingua=en|accesso=dicembre 2020|doi=10.1177/002182868601700304|bibcode=1986JHA....17..189S}}</ref>.
Le posizioni delle stelle erano basate sulle osservazioni di [[Tycho Brahe]].
|titolo=A Star Catalogue Used by Johannes Bayer
|rivista=Journal of the History of Astronomy
|volume=17 |numero=50 |pp=189–197
| bibcode=1986JHA....17..189S
|accesso=30 settembre 2009 }}</ref>.
Le posizioni delle stelle erano basate sulle osservazioni di [[Tycho Brahe]].
 
Da un punto di vista artistico si segnala la ''[[Harmonia Macrocosmica]]'' di [[Andreas Cellarius|Andrea Cellario]] del [[1661]], che certo da un punto di vista scientifico si colloca al di sotto di opere più dettagliate come l{{' }}''Uranometria''.
 
Il polacco [[Johannes Hevelius]] pubblicò il suo ''Firmamentum Sobiescianum sive Uranographia'' nel [[1690]]. Era costituito da 56 grandi carte a doppia pagina dedicate ad altrettante costellazioni. Per disegnare le tavole dell'[[emisfero boreale]], Hevelius utilizzò le proprie osservazioni integrandole con i dati delle ''[[Tavole rudolfine|Tabulae Rudolphinae]]'', pubblicate da [[Keplero]] nel [[1627]] utilizzando le osservazioni effettuate da [[Tycho Brahe]].<br/>Per disegnare le tavole dell'[[emisfero australe]], Hevelius fece riferimento alle misure registrate nel 1676 da [[Edmond Halley]] durante la spedizione scientifica nell’[[isola di Sant’Elena]], nell’Atlantico meridionale, non limitandosi, così, a copiare i dati forniti da altri astronomi e ormai vecchi di un secolo. Hevelius introdusse undici nuove costellazioni, fra cui lo [[Scudo (costellazione)|Scudo]], la [[Lucertola (costellazione)|Lucertola]], i [[Cani da caccia (costellazione)|Cani da caccia]].[[File:Ursa Minor constellation map.svg|thumb|La costellazione dell'orsaOrsa minoreMinore rappresentata con le linee di congiunzione]]
Hevelius pubblicò vari altri libri che contenevano rappresentazioni cartografiche di pianeti e comete.
 
Nel secolo successivo il francese [[Nicolas-Louis de Lacaille]] approfondì lo studio del cielo australe e compilò il catalogo ''Coelum Australe Stelliferum'', che fu pubblicato postumo nel [[1763]].
 
===Età contemporanea===
Fino al [[XVII secolo]] le carte celesti davano maggiore importanza alle figure che le costellazioni dovevano rappresentare: così, ad esempio, se si voleva rappresentare la [[Orione (costellazione)|costellazione di Orione]], si disegnava, sovrapposta alle stelle, una raffigurazione, spesso estremamente ricca di particolari, del [[Orione (mitologia)|relativo eroe mitologico]]. Carte di questo tipo, spesso riunite in [[atlante celeste|atlanti celesti]], avevano soprattutto uno scopo illustrativo.
 
Nel [[1801]] [[Johann Elert Bode]] pubblicò il suo atlante intitolato ''Uranographia'', che oltre alle costellazioni tolemaiche conteneva tutte le nuove costellazioni proposte dagli astronomi negli ultimi due secoli. Vi erano infatti le costellazioni introdotte nel [[Seicento]] da Bayer e da Hevelius, le 14 nuove costellazioni australi proposte nel [[Settecento]] da [[Nicolas-Louis de Lacaille|Lacaille]], tre nuove costellazioni introdotte da [[Jérôme Lalande]] fra il 1795 e il 1799 e diverse nuove costellazioni inventate dallo stesso Bode, come la [[Macchina Elettrica (costellazione)|Macchina Elettrica]]. L'atlante di Bode era composto da 20 tavole di grande formato e conteneva oltre 17.200 stelle e più di 100 costellazioni, raffigurate con rappresentazioni artistiche.<ref>[http://www.bo.astro.it/~biblio/atlas/bode-it.htm Johann Elert Bode - Uranographia]</ref> Bode riportò anche i confini delle costellazioni, rappresentati con linee tratteggiate. Con Bode si concluse l'epoca dei grandi atlanti che riuscivano a conciliare sia l'aspetto scientifico (accuratezza nel mostrare la posizione delle stelle) che l'aspetto artistico (rappresentazioni grafiche dei personaggi e degli oggetti rappresentati dalla costellazione).
In conseguenza della sempre maggiore mole di dati non si poté più rappresentare le costellazioni come figure e ci si limitò a tratteggiare le linee di congiunzione fra le stelle principali. Ma anche queste linee oggi sopravvivono solo nelle carte celesti destinate alla divulgazione.
 
Nei successivi atlanti, l'aspetto artistico comincerà progressivamente a scomparire. In conseguenza della sempre maggiore mole di dati, non si poté più rappresentare le costellazioni come figure e ci si limitò a tratteggiare le linee di congiunzione fra le stelle principali. Ma anche queste linee oggi sopravvivono solo nelle carte celesti destinate alla divulgazione.
 
Le moderne carte celesti hanno infatti abbandonato questi sistemi di mappatura in favore di uno più rigorosamente scientifico: le figure sono scomparse e al loro posto vengono indicati i numeri di catalogo delle stelle e spesso un buon numero di [[oggetti del profondo cielo]], come [[ammassi stellari]], [[nebulose]] e [[galassie]]. Il [[Sole]], la [[Luna]] ed i [[pianeta|pianeti]] del [[Sistema Solare]] non sono quasi mai indicati, poiché la loro posizione in cielo muta velocemente.
 
Un altro radicale cambiamento nella redazione delle carte celesti fu rappresentato dall'invenzione della fotografia.
In questo ambito è esemplare il progetto della ''[[Carte du Ciel]]''. Esso fu concepito nel [[1887]] dal direttore dell'[[osservatorio di Parigi]], [[Amédée Mouchez]], il quale comprese le possibilità che offrivano le nuove tecniche fotografiche, che avrbberoavrebbero rivoluzionato il processo di realizzazione delle carte celesti.
Egli ideò un progetto che avrebbe occupato 22000 lastre fotografiche dell'intero cielo, ognuna di dimensioni 2°&times;2×2°, e stilò una lista di osservatori nel mondo, ad ognuno dei quali assegnò una sezione separata del cielo su cui lavorare.
 
Nel [[1922]] l'[[Unione Astronomica Internazionale]] (IAU) decise di razionalizzare la cartografia celeste, predisponendo un elenco ufficiale di 88 [[costellazione|costellazioni]] che coprivano tutto il cielo. L'incarico di fissare con precisione i confini delle costellazioni venne affidato all'astronomo [[Eugène Joseph Delporte]]. Il lavoro di Delporte fu ratificato ufficialmente dall'IAU nel [[1928]].<ref>{{Cita web|url=https://www.iau.org/public/themes/constellations/|titolo=International Astronomical Union {{!}} IAU|sito=www.iau.org|accesso=2021-06-19}}</ref> Delporte pubblicò il suo lavoro nel [[1930]], corredato di tavole e carte stellari.<ref>Eugène Delporte, ''Délimitation scientifique des constellations, tables et cartes,'' IAU, University Press, Cambridge, 1930</ref>
 
==Tipologie di carte celesti==
Riga 129 ⟶ 130:
 
==Note==
[[File:Moon by Johannes hevelius 1645.PNG|250 px|thumb|Carta della Luna disegnata da Hevelius]]
[[File:Coronelli globe celeste.jpg|thumb|Globo celeste realizzato da [[Vincenzo Coronelli]] per [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] intorno al 1683]]
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Lista delle costellazioni]]
* [[Costellazioni obsolete]]
 
==Altri progetti==
Riga 141 ⟶ 146:
*{{cita web|http://www.mhhe.com/physsci/astronomy/arny_3e_update/constellation_quiz/assets/constel_tutmod.html|Una guida online per usare una carta celeste|lingua=en}}
*{{en}}[http://idp.bl.uk/database/oo_loader.a4d?pm=Or.8210/S.3326 La prima carta celeste del mondo] da Dunhuang, sulla [[Via della Seta]]
*{{cita web|1=http://astroclub.tau.ac.il/skymaps/monthly/|2=Carte celesti mensili per ogni posizione della Terra|lingua=en|accesso=3 settembre 2008|dataarchivio=13 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070913163917/http://astroclub.tau.ac.il/skymaps/monthly/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.atlascoelestis.com/index.htm|Atlas Coelestis}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|astronomia}}