Liudolfo di Svevia: differenze tra le versioni

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|predecessore = [[Ermanno I di Svevia|Ermanno I]]
|data di nascita = [[930]]
|data di morte = [[6 settembre]] [[957]]
|luogo di morte = [[Pombia]]
|sepoltura = [[Abbazia di Sant'Albano]]
|successore = [[Burcardo III di Svevia|Burcardo III]]
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|GiornoMeseMorte = 6 settembre
|AnnoMorte = 957
|Attività = duca
|Nazionalità =
|Categorie = no
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== Biografia ==
Liudolfo nel 947 si unì in matrimonio con Ida, figlia del [[Corradinidi|corradinide]] [[Ermanno I di Svevia|Ermanno di Svevia]] e di [[Regelinda]]. Attorno al 950 fondò [[Stoccarda]]. Il 16 ottobre 948 visitò l'[[abbazia di San Gallo]] assieme al duca e suocero [[Ermanno I di Svevia|Ermanno I]]<ref>{{Cita libro|curatore=Gian Carlo Alessio|traduttore=Gian Carlo Alessio|titolo=[[Cronache di San Gallo]]|anno=2004|editore=[[Giulio Einaudi Editore]]|città=[[Torino]]|p=471, nota 287|ISBN=88-06-17085-6}}</ref>: ivi era presente una disputa tra l'abate Cralone (fuggito alla corte di Ottone I non appena seppe dell'arrivo di Liudolfo) e alcuni suoi monaci e nominò come "anti-abate" Annone, fratello di Cralone, il quale morì un anno e mezzo dopo<ref>{{Cita libro|curatore=Gian Carlo Alessio|traduttore=Gian Carlo Alessio|titolo=[[Cronache di San Gallo]]|anno=2004|editore=[[Giulio Einaudi Editore]]|città=[[Torino]]|pp=181-183|capitolo=[[Eccardo IV di San Gallo]], 71|ISBN=88-06-17085-6}}</ref>. Nel 950 divenne [[Ducato di Svevia|duca di Svevia]], succedendo al suocero.
 
Liudolfo si indispettì per le mosse del padre: egli non solo aveva invaso l'[[Regno d'Italia (Sacro Romano Impero)|Italia]], regno vicino al suo ducato, ma aveva anche sposato [[Adelaide di Borgogna (imperatrice)|Adelaide]]; quest'ultimo matrimonio rischiava, se avesse fruttato un erede maschio, di metterlo in secondo piano. Un primo segnale di disubbidienza venne dato in occasione della Pasqua del [[952]], anno in cui Liudolfo non partecipò assieme alla famiglia alle celebrazioni, fatto che mirava a indebolire Ottone di fronte ai maggiorenti dell'impero; nonostante ciò la maggior parte di questi si presentò comunque alle celebrazioni, dimostrando in tal modo la loro lealtà dei confronti di Ottone<ref name=":3">{{Cita libro|autore=Peter H. Wilson|traduttore=Giulia Poerio|titolo=Il Sacro Romano Impero, Storia di un millennio europeo|editore=[[Il Saggiatore (casa editrice)|Il Saggiatore]]|pp=678-679|ISBN=978-884282404-6}}</ref>.
 
=== La ribellione ===
La ribellione si inserisce nel contesto delle dispute tra aristocratici e nelle sue risoluzioni e non erano tentativi dei nobili di fermare con le armi la creazione di una centralizzazione monarchica<ref name=":3" />. Le scaramucce e i combattimenti tra le due parti servivano ad acquisire maggior potere contrattuale negli accordi che gli arcivescovi di Magonza [[Federico di Magonza|Federico]] (dalla parte dei ribelli) e l'arcivescovo di Colonia [[Bruno I di Colonia|Brunone]] stavano segretamente portando avanti<ref name=":3" />.
 
Assieme al duca e cognato [[Corrado di Lotaringia]] <ref>Corrado aveva sposato la sorella di Liudolfo, [[Liutgarda. (dinastia ottoniana)|Liutgarda]].</ref> e all'arcivescovo di Magonza [[Federico di Magonza|Federico]] prese parte, nel corso dell'[[autunno]] [[952]], a una ribellione contro il proprio padre. Egli si trovava in [[Franconia]] quando seppe delle «insidie segrete» del figlio, del genero e dell'arcivescovo di Magonza. Il sovrano inviò dei delegati chiedendo la resa del figlio e la sua apparizione davanti al tribunale reale<ref name=":3" />. Egli non si presentò, così come Corrado; Ottone quindi privò quest'ultimo del ducato di Lotaringia (assegnato poi all'arcivescovo di Colonia e fratello [[Bruno I di Colonia|Brunone]]), senza però emanare una sentenza direttamente contro Liudolfo<ref name=":3" />. Ottone quindi radunò un esercito e marciò verso Magonza, conquistando o costringendo alla resa ogni città dalla parte dei ribelli. Dopo aver fatto uno scambio di ostaggi, Ottone chiese al figlio di rilevare i nomi do coloro che lo avevano aiutato nella ribellione e di consegnarli, offrendogli poi il perdono. Liudolfo rifiutò di violare i giuramenti che aveva stretto. Lo zio Enrico di Baviera lo esortò a continuare la ribellione e rientrò a Magonza. La decisione di continuare la lotta fece sì che si unisse a lui [[Ecberto il Guercio]]<ref name=":1">{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|pp=133-137|capitolo=Libro II, 6-8|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref><ref name=":2">{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo|Tietmaro]]|traduttore=Matteo Taddei|titolo=Cronaca di Tietmaro|collana=Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo|editore=Pisa University Press|pp=52-53|capitolo=Libro II, 6-8|ISBN=978-8833390857}}</ref>.
 
Una notte scappò di nascosto da Magonza assieme ai suoi uomini e catturò la città di Ratisbona oltre ad altre città attorno, scacciando al zia Giuditta, che partì assieme ai figli. Liudolfo tentò quindi di corrompere [[Teodorico di Haldensleben|Teodorico]], futuro margravio della [[Marca del Nord|Nordmark]], e [[Wichmann II il Giovane|Wichmann il Giovane]], fratello di Ecberto il Guercio, che stavano assediando Magonza. Teodorico rifiutò, invece Wichamann passò dalla parte di Liudolfo e del fratello. Il sovrano marciò verso la Baviera, ma «trovò tutte le porte chiuse»; egli quindi devastò la regione e tornò indietro<ref name=":1" /><ref name=":2" />.
 
Liudolfo «senza più speranze di opporre resistenza al suo re», decise quindi di allearsi con gli ungari, ma questi decisero autonomente di saccheggiare la Franconia. Ottone li scacciò e invase nuovamente la Baviera ribelle. Gli ungari si arresero. mentre Ottone assediò per un mese e mezzo i ribelli a Ratisbona, i quali si arresero per carenza di viveri nel [[954]]<ref name=":1" /><ref name=":2" />. Ottone restituì quindi il ducato di Baviera al fratello e duca di questa Enrico. Liudolfo, sempre più isolato (Corrado ormai si era arreso) si riconciliò con il padre con un atto di ''[[deditio]]'' in cui si presento scalzo davanti al padre durante una battuta di caccia autunnale nei pressi di [[Weimar]]<ref name=":0" />, ma venne dallo stesso privato del ducato in maniera definitiva. L'atto sancì la coesione della famiglia reale nel momento in cui gli ungari stavano invadendo il regno<ref name=":3" />, invasione che culminò con la loro sconfitta nella [[battaglia di Lechfeld]] l'anno successivo. Corrado il Rosso, che si era arreso prima di Liudolfo, vide già all'inizio della ribellione il suo ducato, come già detto, assegnato a [[Bruno I di Colonia|Brunone]], arcivescovo di Colonia e fratello del sovrano; egli accettò questa sottrazione per avere il perdono reale<ref name=":3" />.
[[File:Otto I 62n 140 B page-0001.jpg|miniatura|La sottomissione di Liudolfo al padre Ottone I]]
 
=== La seconda ribellione e la morte ===
Nel [[956]] «guastato dai consigli di nobili perversi», si ribellò nuovamente al padre e si recò in [[Regno d'Italia (Sacro Romano Impero)|Italia]]<ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|p=141|capitolo=Libro II, 12|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref><ref name="ref_A">{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo|Tietmaro]]|traduttore=Matteo Taddei|titolo=Cronaca di Tietmaro|collana=Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo|editore=Pisa University Press|p=54|capitolo=Libro II, 12|ISBN=978-8833390857}}</ref>; la ribellione non ebbe conseguenze, in quanto morì inaspettatamente l'anno seguente, il 6 settembre 957 a causa di [[febbre|febbri]] a Pombia, vicino a [[Novara]], mentre stava ritornando in Germania<ref>[[Vitichindo di Corvey]], ''Res Gestae Saxonicae'', III, 57.</ref>. Il padre seppe della sua morte mentre era impegnato in una campagna contro i [[redari]], e lo «pianse il figlio proprio come [[Davide]] aveva pianto [[Assalonne]]»<ref name="ref_A" /><ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|p=44|capitolo=Saggio introduttivo|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|p=143|capitolo=Libro II, 12|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo|Tietmaro]]|traduttore=Matteo Taddei|titolo=Cronaca di Tietmaro|collana=Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo|editore=Pisa University Press|p=54|capitolo=Libro II, 12|ISBN=978-8833390857}}</ref>. Il suo corpo fu trasportato dal fratellastro [[Guglielmo di Magonza|Guglielmo]] (che dal 954 fu arcivescovo di Magonza)<ref name=":0">{{Cita libro|autore=[[Hagen Keller]]|curatore=Giovanni Isabella|titolo=Gli Ottoni. Una dinastia imperiale fra Europa e Italia (secc. X e XI)|data=Dicembre 20182012|editore=[[Carocci Editore]]|città=[[Vignate]] (MI)Roma|ppp=54-56|capitolo=2. Una nuova dinastia regia|ISBN=978-88-430-5714-6}}</ref> oltre le Alpi e fu sepolto nell'[[abbazia di Sant'Albano]] a [[Magonza]]<ref name=":0" />, stesso luogo in cui venne sepolta [[Liutgarda (Ottonen)|Liutgarda]] pochi anni prima<ref name=":0" />.
 
== Famiglia e figli ==
Liudolfo sposò Ida nel 947 ed ebbero due figli:
*[[Ottone I di Svevia e Baviera|Ottone]] (*? †[[982]]), duca di Svevia e di Baviera<ref name=":0" />;
 
* [[OttoneMatilde III di Svevia e BavieraEssen|OttoneMatilde]] (*?-[[9821011]]), duca[[Abbazia di Svevia eEssen|badessa di BavieraEssen]]<ref name=":0" />;.
*[[Richlinde]]? (*? †?), la questione dell'esistenza di un'ulteriore figlia, Richlinde appunto, è oggetto di dibattito tra gli storici. Secondo l'interpretazione di [[Armin Wolf (storico)|Armin Wolf]], avrebbe contratto matrimonio con Cuno di Öhningen, generando [[Corrado I di Svevia]], che nel [[982]] subentrò ad [[Ottone I di Svevia e Baviera|Ottone I]] come [[Ducato di Svevia|duca di Svevia]]. L'alleanza matrimoniale risulterebbe di particolare rilievo, poiché costituirebbe il legame genealogico tra i [[Dinastia ottoniana|Liudolfingi]] e i [[Corradinidi]]<ref>{{Cita|Armin Wolf /I}} e {{Cita|Armin Wolf /II}}. Per le posizioni contrarie invece: {{Cita|Eduard Hlawitschka /I}} e {{Cita|Eduard Hlawitschka /II}}.</ref>.
* [[Matilde II di Essen|Matilde]] (?-[[1011]]), [[Abbazia di Essen|badessa di Essen]]<ref name=":0" />.
Gli storici dibattono tutt'ora sulle'esistenza di un'altra figlia, che si chiamava [[Richlinde]] (secondo lo storico [[Armin Wolf (storico)|Armin Wolf]]) che sposò Cuno di Öhningen, il cui figlio, [[Corrado I di Svevia|Corrado I]], divenne il successore di Ottone I in Svevia nel 982; questa unione rappresenterebbe la connessione genealogica tra i Liudolfingi e i [[Corradinidi]]<ref>Armin Wolf: Wer war Kuno „von Öhningen“? Überlegungen zum Herzogtum Konrad von Schwaben († 997) und zur Königswahl im Jahr 1002. In: Deutsches Archiv 36 (1980), S. 25–83; Armin Wolf: Ahnen deutscher Könige und Königinnen. In: Herold-Jahrbuch. Neue Folge, 15. Band (2010), S. 77ff. Zur Gegenposition: [[Eduard Hlawitschka]]: Wer waren Kuno und Richlind von Öhningen. Kritische Überlegungen zu einem neuen Identifizierungsvorschlag. In: Zeitschrift für Geschichte des Oberrheins 128 (1980) Seite 1–49; Eduard Hlawitschka: Die Ahnen der hochmittelalterlichen deutschen Könige, Kaiser und ihrer Gemahlinnen (2006)</ref>.
 
Ida sopravvisse al marito per 30 anni e morì il 17 maggio 986.
 
== BibliografiaAscendenza ==
{{Ascendenza
*[[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia medievale'', Firenze, [[Le Monnier]] Università, 2006. ISBN 8800204740.
| 1 = Liudolfo di Svevia
| 2 = [[Ottone I di Sassonia]]
| 3 = [[Eadgyth]]
| 4 = [[Enrico I di Sassonia]]
| 5 = [[Matilde di Ringelheim]]
| 6 = [[Edoardo il Vecchio]]
| 7 = [[Elfleda (moglie di Edoardo il Vecchio)|Elfleda]]
| 8 = [[Ottone I di Sassonia (duca)|Ottone I di Sassonia]]
| 9 = [[Edvige di Babenberg]]
|10 = [[Teodorico di Ringelheim]]
|11 = Rinilde di Frisia
|12 = [[Alfredo il Grande]]
|13 = [[Ealhswith]]
|14 = Æthelhelm di Wiltshire
|16 = [[Liudolfo di Sassonia]]
|17 = Oda di Billung
|18 = [[Enrico di Franconia]]
|19 = [[Ingeltrude]]
|20 = Reginhart
|21 = Matilda
|22 = Godefrid di Frisia
|24 = [[Etelvulfo del Wessex]]
|25 = [[Osburga]]
|26 = Æthelred Mucel
|27 = Eadburh
}}
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
*{{Cita pubblicazione|titolo = Wer waren Kuno und Richlind von Öhningen? Kritische Überlegungen zu einem neuen Identifizierungsvorschlag|autore = [[Eduard Hlawitschka]]|rivista = Zeitschrift für die Geschichte des Oberrheins|volume = 128|anno = 1980|pp = 1-49|lingua = de|città = Karlsruhe|altri=Fotocopia|cid = Eduard Hlawitschka /I}}
*{{Cita pubblicazione|titolo = Wer war Kuno „von Öhningen“? Überlegungen zum Herzogtum Konrad von Schwaben († 997) und zur Königswahl im Jahr 1002|autore = Armin Wolf|rivista = Deutsches Archiv für Erforschung des Mittelalters|volume = 36|numero = 1|anno = 1980|pp = 25-83|lingua = de|altri=Sonderdruck; disponibile nel Familienarchiv Decker-Hauff, Hauptstaatsarchiv Stuttgart Q 3/36 b Bü 2428|cid = Armin Wolf /I|url = http://www.landesarchiv-bw.de/plink/?f=1-2532472}}
*{{Cita libro|titolo = Storia medievale|autore1 = [[Franco Cardini]]|autore2 = Marina Montesano|editore = Le Monnier Università|città = Firenze|anno = 2006|ISBN = 8800204740|cid = Cardini, Montesano}}
*{{Cita pubblicazione|titolo = Ahnen deutscher Könige und Königinnen. Alternativen zu dem Werk von Eduard Hlawitschka|autore = Armin Wolf|rivista = Herold-Jahrbuch. Neue Folge|volume = 15|anno = 2010|pp = 77-198|lingua = de|cid = Armin Wolf /II}}
*{{Cita pubblicazione|titolo = Die Ahnen der hochmittelalterlichen deutschen Könige, Kaiser und ihrer Gemahlinnen. Ein kommentiertes Tafelwerk|autore = Eduard Hlawitschka|rivista = Monumenta Germaniae Historica, Hilfsmittel|volume = 29|editore = Harrassowitz Verlag|città = Wiesbaden|anno = 2013|pp = XLVIII + 482, con 10 doppie tavole|isbn = 978-3-447-10059-5|altri=Volume III: 1198–1250, completamento dell'opera con i volumi I (2006) e II (2009)|lingua = de|cid = Eduard Hlawitschka /II}}
 
== Voci correlate ==
*[[Ottone I di Sassonia]]
*[[Ducato di Svevia]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
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|successivo = [[Burcardo III di Svevia|Burcardo III]]
}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|medioevo}}