Odobenus rosmarus: differenze tra le versioni

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Viene suddiviso in tre [[sottospecie]]: il tricheco dell'Atlantico (''[[Odobenus rosmarus rosmarus]]''), diffuso nell'[[oceano Atlantico]], il tricheco del Pacifico (''O. r. divergens''), diffuso nell'[[oceano Pacifico]], e ''O. r. laptevi'', proprio del [[mare di Laptev]].
 
Il tricheco è facilmente riconoscibile per le [[zanne]] lunghe e prominenti, i [[Vibrissa|baffi]] e la grande mole. Gli esemplari adulti possono pesare più di 1&nbsp;700&nbsp;kg <ref name="Walrus: Physical Characteristics">{{cita web|lingua=en|url=http://www.seaworld.org/infobooks/walrus/phycharwal.html|titolo=Walrus: Physical Characteristics|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120710175302/http://www.seaworld.org/infobooks/walrus/phycharwal.html }}</ref> e, tra i [[Pinnipedia|pinnipedi]], sono superati in dimensione solamente dalle due specie di [[Mirounga|elefante marino]].<ref name="Fay85">{{Cita pubblicazione|autore = Fay, F.H.|anno = 1985|url = http://www.science.smith.edu/departments/Biology/VHAYSSEN/msi/default.html|titolo = Odobenus rosmarus|rivista = Mammalian Species|volume = 238|pp = 1–71-7|doi = 10.2307/3503810|numero = 238|jstor = 3503810}}</ref>
 
Vive prevalentemente nelle acque poco profonde della [[piattaforma continentale]] oceanica, trascorrendo gran parte dell'esistenza sulla [[banchisa artica|banchisa]], sotto la quale trova il suo cibo prediletto, i [[Bivalvia|molluschi bivalvi]] [[Benthos|bentonici]]. È un animale gregario che vive piuttosto a lungo ed è considerato una specie chiave dell'[[ecosistema]] marino artico.
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Il termine inglese, ''walrus'', invece, si ritiene derivi da una [[Lingue germaniche|lingua germanica]], forse l'[[Lingua olandese|olandese]] o la [[lingua norrena]]. La prima parte della parola, dalla quale derivano anche l'inglese ''whale'' e l'olandese ''walvis'', significa «balena», mentre la seconda deriva da un termine norreno che vuol dire «cavallo»<ref>{{cita web|url=http://dictionary.reference.com/browse/walrus|titolo=Walrus|lingua=en|accesso=16 settembre 2011}}</ref>. Ad esempio, la parola [[Lingua norrena|norrena]] ''hrossvalr'' significa «cavallo-balena», e si ritiene che, invertita, si sia trasformata nell'olandese ''walros'' e nel tedesco ''Walross''<ref>{{da}} Dansk Etymologisk Ordbog, Niels Age Nielsen, Gyldendal 1966.</ref>. Alcuni, invece, ritengono che il nome derivi dai termini olandesi ''wal'' (costa) e ''reus'' (gigante)-<ref>{{cita web|url=http://iberianature.com/britainnature/miscellaneous/etymology-of-mammal-names-in-english/|titolo=Etymology of mammal names|lingua=en|sito=Iberianature.com|data=29 dicembre 2010|accesso=16 settembre 2011}}</ref>.
 
Il nome arcaico per indicare il tricheco, ''morso''<ref name="GDLI">{{cita web|url=http://www.gdli.it/sala-lettura/vol/10?seq=942|titolo=morso|sito=[[Grande dizionario della lingua italiana|GDLI]]|accesso=12 ottobre 2022}}</ref> (in [[lingua inglese|inglese]] ''morse'') si ritiene sia di origine [[Lingue slave|slava]]<ref>{{cita web|url=http://dictionary.oed.com/|titolo=morse, n., etymology of|lingua=en|sito=The Oxford English Dictionary|edizione=2|anno=1989|editore=Oxford University Press|accesso=18 marzo 2012|dataarchivio=25 giugno 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060625103623/http://dictionary.oed.com/|urlmorto=sì}}</ref>, così come il [[Lingua russa|russo]] e [[Lingua serba|serbo]] морж (''morž''), il [[Lingua croata|croato]] ''morž'', il [[Lingua ceca|ceco]] e lo [[Lingua slovena|sloveno]] ''mrož'', il [[Lingua francese|francese]] ''morse'', da cui [[lingua spagnola|spagnolo]], [[lingua catalana|catalano]] e [[lingua portoghese|portoghese]] ''morsa''. Il termine potrebbe avere origine a sua volta dal [[Lingua finlandese|finlandese]] ''mursu'' e dal [[Lingue sami|sami]] ''moršâ''.<ref name="GDLI"/> [[Olao Magno]], che rappresentò il tricheco nella ''Carta Marina'' del 1539, lo chiamò per la prima volta ''ros marus'', unendo il termine germanico per «cavallo» e latinizzando il termine ''morž'', e fu questo il nome adottato da [[Linneo]] nella sua [[nomenclatura binomiale]]<ref name=Allen1880>{{Google books|jFspFxseyC8C|annooriginale=1880|cognome=Allen|nome=Joel Asaph |titolo=History of North American pinnipeds, US Geological and Geographical Survey of the Territories|lingua=en|editore=Arno Press Inc.|anno=1974|volume=12|isbn=978-0-405-05702-1}}</ref>. La similitudine accidentale tra ''morsus'' e le parole [[lingua latina|latine]] ''mors'' («morte») e ''mordere'', si ritiene abbiano contribuito, in passato, a conferire al tricheco la reputazione di «mostro terribile».<ref name=Allen1880/>
 
Il nome generico composto ''Odobenus'' deriva {{lang-grc|ὀδούς|odús|dente|t2=βαίνω|t2'=bàinō|t2"=[io] cammino|pp=no|da=si}}, e si riferisce al fatto che i trichechi utilizzano le zanne per tirarsi fuori dall'acqua. Il termine latino ''divergens'', invece, significa «divergenti», sempre in riferimento alle zanne.
 
== Tassonomia ed evoluzione ==
Il tricheco è un mammifero dell'[[Ordine (tassonomia)|ordine]] dei [[Carnivora|Carnivori]]. È l'unico genere sopravvissuto della [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] degli Odobenidi, una delle tre raggruppate nel [[sottordine]] dei [[Pinnipedia|Pinnipedi]], insieme a foche ([[Phocidae|Focidi]]) e otarie ([[Otariidae|Otaridi]]). Sebbene in passato gli studiosi abbiano discusso a lungo per stabilire se queste famiglie fossero [[Monofilia|monofiletiche]], cioè discendenti tutte da un unico antenato, o [[Parafilia (filogenesi)|difiletiche]], recenti prove genetiche hanno dimostrato che tutte e tre discendono da un antenato [[Caniformia|caniforme]] strettamente imparentato con gli [[Ursidae|orsi]] attuali<ref name=Lento1995>{{Cita pubblicazione|autore = Lento, G.M., Hickson, R.E., Chambers, G.K., Penny, D.|anno = 1995|titolo = Molecular Biology and Evolution|volume = 12|numero = 1|pp = 28–5228-52}}</ref>. Sempre sulla base di analisi genetiche è stato visto che Odobenidi e Otaridi si separarono dai Focidi circa 20-26 milioni di anni fa, mentre Odobenidi e Otaridi si separarono tra loro 15-20 milioni di anni fa<ref name=Arnason06>{{Cita pubblicazione|autore = Arnason U|anno = 2006|titolo = Pinniped phylogeny and a new hypothesis for their origin and dispersal|rivista = Molecular Phylogenetics and Evolution|volume = 41|numero = 2|pp= 345–354345-354|doi = 10.1016/j.ympev.2006.05.022|pmid= 16815048|autore2= Gullberg A|autore3= Janke A|cognome4= Kullberg|nome4= Morgan|cognome5= Lehman|nome5= Niles|cognome6= Petrov|nome6= Evgeny A.|cognome7= Väinölä|nome7= Risto}}</ref><ref name=Higdon07>{{Cita pubblicazione|titolo=Phylogeny and divergence of the pinnipeds (Carnivora: Mammalia) assessed using a multigene dataset|autore=Higdon, Jeff W; Bininda-Emonds, Olaf; Beck, Robin and Ferguson, Steven H|rivista=BMC Evol Biol. 2007|volume=7|p=216|doi=10.1186/1471-2148-7-216|pmc=2245807|pmid=17996107|anno=2007}}</ref>. In passato gli Odobenidi costituivano una famiglia molto numerosa e diffusa, che comprendeva almeno venti specie, suddivise nelle sottofamiglie degli Imagotarini, dei Dusignatini e degli Odobenini<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Kohno, N.|anno = 2006|titolo = A new Miocene Odobenid (Mammalia: Carnivora) from Hokkaido, Japan, and its implications for odobenid phylogeny|rivista = Journal of Vertebrate Paleontology|volume = 26|numero = 2|p=411|doi = 10.1671/0272-4634(2006)26[411:ANMOMC]2.0.CO;2|issn = 0272-4634}}</ref>. Caratteristica propria a tutti questi animali era lo sviluppo di un meccanismo di nutrizione basato sulla suzione; le zanne, invece, sviluppatesi successivamente, erano attributo solo degli Odobenini, dei quali il tricheco attuale è l'unico genere rimasto (si parla, in tal caso, di popolazıone [[specie relitta|relitta]]).
 
Generalmente gli studiosi riconoscono due sottospecie: il tricheco dell'Atlantico, ''O. r. rosmarus'' {{zoo|Linnaeus|1758}}, e il tricheco del Pacifico, {{zoo|Illiger|1815}}. Le differenze genetiche tra le due sottospecie indicano un flusso genico molto scarso, ma una separazione relativamente recente, avvenuta tra i {{formatnum:500000}} e i {{formatnum:785000}} anni fa<ref name=Hoelzel2002>{{Cita libro|curatore = Hoelzel, A. R. (Ed.)|anno = 2002|titolo = Marine mammal biology: an evolutionary approach|città = Oxford|editore = Blackwell Publishing |ISBN = 0-632-05232-5}}</ref>. Questi dati coincidono con l'ipotesi, basata solamente sui ritrovamenti fossili, che il tricheco si sia evoluto da un antenato tropicale o subtropicale che rimase isolato nell'oceano Atlantico e che pian piano si adattò al rigido clima dell'Artico<ref name=Hoelzel2002/>. Da questa zona, si ritiene che abbia ricolonizzato il Pacifico settentrionale durante i periodi glaciali del [[Pleistocene]], attraverso il Canale Centroamericano<ref name="Arnason06"/>. Alcuni studiosi, tra i quali i biologi russi e lo staff di ''Mammal Species of the World''<ref name=MSW3/>, ritengono che una popolazione isolata del [[mare di Laptev]] costituisca una terza sottospecie, ''O. r. laptevi'' {{zoo|Chapskii|1940}}, trattata dai conservazionisti russi proprio come tale<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Chapskii, K.K. |anno=1940|titolo = Distribution of the walrus in the Laptev and East Siberian seas|rivista = Problemy Severa|volume = 6|pp = 80–9480-94}}</ref>. Gli studiosi che non considerano questa popolazione come una sottospecie, tuttavia, non sanno se classificarla tra i trichechi dell'Atlantico o tra quelli del Pacifico<ref name="Fay85"/><ref>{{Cita libro|autore = Born, E. W., Gjertz, I., and Reeves, R. R.|anno = 1995|titolo = Population assessment of Atlantic Walrus (Odobenus rosmarus rosmarus L.)|editore = Meddelelser. Norsk Polarinstitut|città = Oslo, Norway|ppp=100}}</ref>.
 
Bisogna altresì considerare che la definizione di sottospecie, e addirittura di specie, è sempre arbitraria, volte più volte meno.
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=== Zanne e dentatura ===
[[File:Odobenus rosmarus 01 MWNH 107.JPG|miniatura|Cranio con zanne]]
La caratteristica principale del tricheco sono le lunghe zanne d'[[avorio]]. Esse sono [[canini]] molto allungati, presenti in ambo i sessi, che possono raggiungere un metro di lunghezza e 5,4&nbsp;kg di peso<ref>{{Cita libro|autore = A. Berta|autore2= J. L. Sumich|anno = 1999|titolo = Marine mammals: evolutionary biology|url = https://archive.org/details/marinemammalsevo0000bert|editore = Academic Press|città = San Diego, CA|pp=494 pp.}}</ref>. Nei maschi sono un po' più lunghe e larghe, dal momento che vengono impiegate per combattere e nelle dimostrazioni di forza e aggressività: i gruppi sociali, infatti, sono dominati per lo più dai maschi più robusti, dotati di zanne più grandi. Le zanne vengono usate anche per creare e allargare cavità nel ghiaccio e sono di aiuto all'animale quando esso esce fuori dall'acqua arrampicandosi sul ghiaccio<ref name="Fay82">{{Cita pubblicazione|autore = Fay, F. H.|anno = 1982|titolo = Ecology and Biology of the Pacific Walrus, Odobenus rosmarus divergens Illiger|rivista = United States Department of the Interior, Fish and Wildlife Service}}</ref>. In passato si riteneva che esse venissero usate per dissotterrare le prede dal fondo marino, ma le analisi delle abrasioni indicano che esse vengono semplicemente trascinate sul fondo, mentre è il margine anteriore del muso che viene utilizzato per scavare<ref name="Ray06">{{Cita pubblicazione|autore = C. Ray|autore2=J. McCormick-Ray|autore3=P. Berg|autore5=H.E. Epstein|anno = 2006|titolo = Pacific Walrus: Benthic bioturbator of Beringia|rivista = Journal of Experimental Marine Biology and Ecology|pp = 403–419403-419|doi = 10.1016/j.jembe.2005.12.043|volume = 330}}</ref>. Sebbene la [[dentatura]] dei trichechi vari parecchio, essi possiedono solamente pochi denti, a parte le zanne. Il numero massimo dei denti è 38, con formula dentaria I 3/3, C 1/1, P 4/3 e M 2/2, ma più della metà di essi è rudimentale ed è presente in meno della metà degli esemplari, tanto che la dentatura tipica dell'animale comprende solo 18 denti (I 1/0, C 1/1, P 3/3 e M 0/0)<ref name="Fay85"/>.
 
=== Vibrisse ===
Le zanne sono circondate da un fitto tappeto di setole rigide («[[Vibrissa|vibrisse]] mistaciali»), le quali conferiscono al tricheco il caratteristico aspetto «baffuto». Esse, in numero di 400-700, sono disposte su 13-15 file e possono raggiungere i 30&nbsp;cm di lunghezza, sebbene in natura siano spesso un po' più corte a causa del costante impiego nella nutrizione<ref name=Kastelein1990>{{Cita pubblicazione|autore = Kastelein, R.A., Stevens, S., & Mosterd, P.|anno = 1990|titolo = The sensitivity of the vibrissae of a Pacific Walrus (Odobenus rosmarus divergens). Part 2: Masking|rivista = Aquatic Mammals|volume = 16|numero = 2|pp = 78–8778-87}}</ref>. Le vibrisse sono impiantate nel muscolo e sono dotate ciascuna di un piccolo vaso sanguigno e di un nervo, i quali ne fanno un organo estremamente sensibile, in grado di identificare anche oggetti spessi 3&nbsp;mm e larghi 2<ref name="Kastelein1990"/>.
 
=== Pelle ===
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== Distribuzione e habitat ==
La maggior parte dei trichechi del Pacifico trascorre l'estate a nord dello [[stretto di Bering]], nel [[mare dei Chukchi]] (lungo le coste settentrionali della [[Siberia]] orientale), attorno all'[[isola di Wrangel]], nel [[mare di Beaufort]] (lungo le coste settentrionali dell'[[Alaska]]) e nelle acque comprese tra queste località. Un numero inferiore di maschi passa l'estate nel [[golfo dell'Anadyr]], sulle coste meridionali della [[Penisola dei Ciukci]], e nella baia di Bristol, lungo le coste meridionali dell'Alaska, a ovest della [[penisola di Alaska]]. In primavera e autunno essi si radunano nelle acque dello stretto di Bering, giungendo sia dalle coste occidentali dell'Alaska che dal golfo dell'Anadyr. Svernano nel mare di Bering, lungo le coste orientali della Siberia a sud della parte settentrionale della [[Kamčatka]] e lungo le coste meridionali dell'Alaska<ref name="Fay85"/>. Un esemplare fossile risalente a 28.000 anni fa è stato rinvenuto sul fondale della [[baia di San Francisco]], il che indica che durante l'[[Glaciazione Würm#Glaciazione Wisconsin, nel Nord America|ultimo periodo glaciale]] questa specie si spingesse anche molto più a sud di oggi<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Dyke, A.S.|anno = 1999|url = http://arctic.synergiesprairies.ca/arctic/index.php/arctic/article/view/920|titolo = The Late Wisconsinan and Holocene record of walrus (''Odobenus rosmarus'') from North America: A review with new data from Arctic and Atlantic Canada|rivista = Arctic|volume = 52|numero = 2|pp = 160–181160-181|urlmorto = sì|urlarchivio = http://archive.wikiwix.com/cache/20110608161721/http://arctic.synergiesprairies.ca/arctic/index.php/arctic/article/view/920|dataarchivio = 8 giugno 2011}}</ref>.
 
I ben più rari trichechi dell'Atlantico sono diffusi nell'Artico canadese, in [[Groenlandia]], nelle [[Isole Svalbard|Svalbard]] e nella parte occidentale dell'Artico russo. Sulla base della distribuzione geografica e degli spostamenti effettuati, essi sono stati suddivisi in otto sottopopolazioni, cinque a ovest della Groenlandia e tre a est<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Born, E. W., Andersen, L. W., Gjertz, I. and Wiig, Ø|anno = 2001|titolo = A review of the genetic relationships of Atlantic walrus (''Odobenus rosmarus rosmarus'') east and west of Greenland|rivista = Polar Biology|volume = 24|pp = 713–718713-718|doi = 10.1007/s003000100277|numero = 10}}</ref>. In passato il tricheco dell'Atlantico si spingeva fino a [[Capo Cod]] e si radunava in gran numero nel [[golfo di San Lorenzo]]. Nell'aprile del 2006, la Legislazione Canadese per le Specie a Rischio ha dichiarato la popolazione di trichechi dell'Atlantico nord-occidentale ([[Québec (provincia)|Québec]], [[Nuovo Brunswick]], [[Nuova Scozia]], [[Terranova e Labrador]]) come scomparsa dal [[Canada]]<ref>{{cita web|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070818123101/http://www.dfo-mpo.gc.ca/species-especes/species/species_atlanticwalrus_e.asp|titolo="Atlantic Walrus: Northwest Atlantic Population"|url=http://www.dfo-mpo.gc.ca/species-especes/species/species_atlanticwalrus_e.asp|accesso=5 ottobre 2007}}</ref>.
 
La sottospecie di Laptev è confinata tutto l'anno nelle regioni centrali e occidentali del [[mare di Laptev]], in quelle più orientali del [[mare di Kara]] e in quelle più occidentali del [[mare della Siberia orientale]]. La popolazione attuale è stimata sui {{formatnum:5000}}-{{formatnum:10000}} esemplari<ref name=MNRRF>{{Cita web|titolo = Ministry of Natural Resources of the Russian Federation protected species list|url = http://zapoved.ru/?act=oopt_rb_more&id=262|accesso = 4 ottobre 2007|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081020204503/http://zapoved.ru/?act=oopt_rb_more&id=262}}</ref>.
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[[File:Walross paar.jpg|thumb|Trichechi che abbandonano l'acqua.]]
 
I trichechi prediligono le zone di [[piattaforma continentale]] ove le acque sono meno profonde e si nutrono prevalentemente sul fondale, spesso nei pressi di piattaforme di ghiaccio galleggiante<ref name="Fay85"/>. Rispetto ad altri pinnipedi, non si spingono mai a grandi profondità: in base ai dati finora raccolti, è stato dimostrato che essi si immergono al massimo fino a 80&nbsp;m. Sono in grado, tuttavia, di rimanere sommersi anche per mezz'ora<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Schreer, J. F.; Kovacs, Kit M. and O'Hara Hines, R. J.|anno = 2001|titolo = Comparative diving patterns of pinnipeds and seabirds|rivista = Ecological Monographs|volume = 71|pp = 137–162137-162|doi = 10.1890/0012-9615(2001)071[0137:CDPOPA]2.0.CO;2|issn = 0012-9615}}</ref>.
 
Il tricheco è un predatore opportunista con una dieta molto varia: si nutre di più di 60 generi di organismi marini, come [[Caridea|gamberetti]], [[Brachyura|granchi]], [[Polychaeta|policheti]], [[Anthozoa|coralli]] molli, [[Tunicata|tunicati]], [[Holothuroidea|oloturie]], vari [[molluschi]] e perfino parti di altri pinnipedi<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Sheffield G., Fay F. H., Feder H., Kelly B. P.|anno = 2001|titolo = Laboratory digestion of prey and interpretation of walrus stomach contents|rivista = Marine Mammal Science|volume = 17|pp = 310–330310-330|doi = 10.1111/j.1748-7692.2001.tb01273.x|numero = 2}}</ref>. Tuttavia, predilige molluschi bivalvi bentonici, in special modo le [[Vongola|vongole]], delle quali va in cerca nuotando presso il fondale, localizzandole con le sensibili [[Vibrissa|vibrisse]] e liberandole dal fango dalle quali sono ricoperte con getti d'acqua e rapidi movimenti delle pinne<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Levermann, N., Galatius, A., Ehlme, G., Rysgaard, S. and Born, E.W.|anno = 2003|titolo = Feeding behaviour of free-ranging walruses with notes on apparent dextrality of flipper use|rivista = BMC Ecology|pmid = 14572316|volume = 3|numero = 9|pmc = 270045|url = https://www.biomedcentral.com/1472-6785/3/9/|doi = 10.1186/1472-6785-3-9|p=9}}</ref>. L'animale, in seguito, aderisce all'involucro con le potenti labbra e, una volta inserita la lingua attraverso l'apertura, la spinge avanti e indietro a mo' di pistone, creando un vuoto d'aria, in modo tale da riuscire a tirare fuori l'organismo. Il palato dell'animale, infatti, ha una struttura unica, che gli consente un'efficace opera di aspirazione.
 
Tranne che per il gran numero di organismi consumati, le abitudini alimentari del tricheco hanno un impatto positivo sulle comunità bentiche. Esso, dragando sul fondo, smuove infatti il substrato (fenomeno noto come [[bioturbazione]]), rilasciando così nutrienti nella colonna d'acqua, spingendo molti organismi a spostarsi e incrementando la discontinuità del [[benthos]]<ref name="Ray06"/>.
 
Tessuti di foca sono stati ritrovati in gran parte degli stomaci di trichechi del Pacifico esaminati, ma l'importanza della carne di foca nella dieta di questi animali è ancora sotto discussione<ref>{{Cita libro|autore = Lowry, L.F. and Frost, K.J.|anno = 1981|capitolo = Feeding and Trophic Relationships of Phocid Seals and walruses in the Eastern Bering Sea|titolo = The Eastern Bering Sea Shelf: Oceanography & Resources vol. 2.|curatore = National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA)|editore = University of Washington Press|pp=813–824813-824}}</ref>. Vi sono stati anche casi isolati di trichechi che sono riusciti a catturare foche delle dimensioni di una [[Erignathus barbatus|foca barbata]] di 200&nbsp;kg<ref>{{Cita pubblicazione|url=http://www.science.smith.edu/msi/pdf/i0076-3519-238-01-0001.pdf|autore=Fay, F. H.|titolo=Odobenus rosmarus|rivista=Mammalian Species|anno=1985|volume=238|pp=1–71-7|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130513012035/http://www.science.smith.edu/msi/pdf/i0076-3519-238-01-0001.pdf}}</ref>. In alcuni casi rarissimi essi catturano anche uccelli marini, in particolare [[Uria lomvia|urie di Brünnich]] (''Uria lomvia'')<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Mallory, M. L., Woo, K., Gaston, A. J., Davies, W. E., and Mineau, P.|anno = 2004|titolo = Walrus (Odobenus rosmarus) predation on adult thick-billed murres (Uria lomvia) at Coats Island, Nunavut, Canada|rivista = Polar Research|volume = 23|numero = 1|pp = 111–114111-114|doi = 10.1111/j.1751-8369.2004.tb00133.x}}</ref>.
 
=== Predatori ===
Grazie alle grandi dimensioni e alle zanne, il tricheco ha solo due nemici naturali: l'[[Orcinus orca|orca]] e l'[[Ursus maritimus|orso polare]]. Non costituisce, tuttavia, una preda frequente per nessuno dei due. Entrambi, infatti, abbattono soprattutto gli esemplari più piccoli. L'orso polare caccia spesso i trichechi correndo verso una colonia e catturando gli esemplari che rimangono schiacciati o feriti nel fuggi-fuggi generale, generalmente esemplari giovani o malati<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Ovsyanikov, N.|anno = 1992|titolo = Ursus ubiquitous|rivista = BBC Wildlife|volume = 10|numero = 12|pp = 18–2618-26}}</ref>. In inverno questo predatore riesce anche ad abbattere esemplari isolati che non riescono a sfuggire a una carica a causa dei buchi nel ghiaccio divenuti inaccessibili<ref>{{Cita pubblicazione|jstor=3872939|titolo=Interactions between Polar Bears and Overwintering Walruses in the Central Canadian High Arctic|autore=Calvert, Wendy and Stirling, Ian |anno=1990|pp=351–356351-356|volume=8|rivista=Bears: Their Biology and Management|doi=10.2307/3872939 }}</ref>. Tuttavia, perfino se ferito, un tricheco è un avversario temibile per l'orso polare, e gli attacchi diretti sono piuttosto rari. Gli scontri tra questi due animali sono spesso lunghi ed estenuanti e molti orsi sono costretti a rinunciare perfino dopo essere riusciti a ferire il pinnipede. Le orche attaccano regolarmente i trichechi, sebbene questi ultimi siano in grado di difendersi con successo, contrattaccando i più grossi cetacei<ref>{{Cita pubblicazione|url=http://www.cascadiaresearch.org/robin/kwinteractionsrev.pdf|titolo=A review of Killer Whale interactions with other marine mammals: Predation to co-existence|doi=10.1111/j.1365-2907.1991.tb00291.x|anno=1991|cognome=Jefferson|nome=Thomas A.|cognome2=Stacey|nome2=PAM J.|cognome3=Baird|nome3=Robin W.|rivista=Mammal Review|volume=21|numero=4|p=151}}</ref>.
 
=== Riproduzione ===
[[File:Noaa-walrus12.jpg|thumb|left|Combattimento tra trichechi.]]
In natura i trichechi vivono circa 20-30 anni<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Fay, F.H.|anno = 1960|titolo = Carnivorous walrus and some arctic zoonoses|url = http://pubs.aina.ucalgary.ca/arctic/Arctic13-2-111.pdf|rivista = Arctic|volume = 13|numero = 2|pp = 111–122111-122|accesso = 18 marzo 2012|dataarchivio = 9 agosto 2017|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170809040102/http://pubs.aina.ucalgary.ca/arctic/Arctic13-2-111.pdf|urlmorto = sì}} {{cita testo|url=http://pubs.aina.ucalgary.ca/arctic/Arctic14-1-76.pdf|titolo=Comment|accesso=18 marzo 2012|dataarchivio=9 aprile 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080409082148/http://pubs.aina.ucalgary.ca/arctic/Arctic14-1-76.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. I maschi raggiungono la maturità sessuale non prima dei 7 anni, ma generalmente non si accoppiano fino a quando non sono pienamente sviluppati, verso i 15 anni<ref name="Fay85"/>. Essi vanno in calore da gennaio ad aprile, riducendo drasticamente l'assunzione di cibo. Le femmine iniziano a ovulare verso i 4-6 anni<ref name="Fay85"/>. Esse sono [[Ciclo estrale|poliestrali]]: vanno in calore due volte all'anno, una alla fine dell'estate e l'altra intorno a febbraio, ma dato che i maschi sono fertili solo a febbraio, la potenziale fertilità dell'altro periodo è sconosciuta. Gli accoppiamenti avvengono tra gennaio e marzo, con un picco in febbraio. I maschi radunano nelle acque davanti alla banchisa gruppi di femmine in estro e ingaggiano manifestazioni vocali di forza<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Nowicki, S. N.; Stirling, Ian and Sjare, Becky|anno = 1997|titolo = Duration of stereotypes underwater vocal displays by make Atlantic walruses in relation to aerobic dive limit|rivista = Marine Mammal Science|volume = 13|numero = 4|pp = 566–575566-575|doi = 10.1111/j.1748-7692.1997.tb00084.x}}</ref>. Le femmine si avvicinano ai maschi e si accoppiano nell'acqua<ref name="Fay82"/>.
 
La [[gestazione]] dura 15-16 mesi. Durante i primi 3-4 mesi, però, la [[blastula]] sospende lo sviluppo prima di impiantarsi nella placenta. Questa strategia di impianto ritardato, comune tra i pinnipedi, si è evoluta presumibilmente per ottimizzare sia la stagione degli accoppiamenti che quella delle nascite, determinate da condizioni ecologiche che favoriscono la sopravvivenza dei neonati<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Sandell, M.|anno = 1990|titolo = The Evolution of Seasonal Delayed Implantation|url = https://archive.org/details/sim_quarterly-review-of-biology_1990-03_65_1/page/23|rivista = [[The Quarterly Review of Biology]]|volume = 65|numero = 1|pp = 23–4223-42|doi = 10.1086/416583|pmid = 2186428}}</ref>. I piccoli nascono durante la migrazione primaverile, tra aprile e giugno. Alla nascita pesano 45–75&nbsp;kg e sono già in grado di nuotare. Essi vengono allattati dalle madri per più di un anno, fino allo svezzamento, ma rimangono in loro compagnia fino all'età di 3-5 anni<ref name="Fay82"/>. Poiché l'ovulazione è soppressa fintanto che allattano, le femmine partoriscono al massimo una volta ogni due anni: questa caratteristica fa del tricheco il pinnipede con il più basso tasso riproduttivo<ref>{{Cita libro|curatore = Evans, P.G.H. & Raga, J.A. (eds)|anno = 2001|titolo = Marine mammals: biology and conservation|città = London & New York|editore = Springer|url=http://books.google.com/books?id=riDDOeRd9JAC&printsec=frontcover|isbn=0-306-46573-6}}</ref>.
 
=== Migrazione ===
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[[File:PolarBearWalrusTuskCarving.jpg|thumb|Zanna intagliata da artigiani [[Ciukci|chukchi]] con scena raffigurante orsi polari che attaccano trichechi (Museo Regionale di [[Magadan]]).]]
 
Nel XVIII e XIX secolo i trichechi vennero cacciati intensamente da cacciatori di foche e [[Caccia alla balena|balenieri]] americani ed europei, che portarono quasi alla [[Estinzione|scomparsa]] della popolazione dell'Atlantico<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Bockstoce, J.R. and Botkin, D.B.|anno = 1982|titolo = The Harvest of Pacific Walruses by the Pelagic Whaling Industry, 1848 to 1914|url = https://archive.org/details/sim_arctic-antarctic-and-alpine-research_1982-08_14_3/page/183|rivista = Arctic and Alpine Research|volume = 14|numero = 3|pp = 183–188183-188|doi = 10.2307/1551150|jstor = 1551150}}</ref>. Oggi la caccia al tricheco è vietata in tutto l'areale, sebbene [[Ciukci|Chukchi]], [[Yupik]] e [[Inuit]]<ref>{{Cita web|autore = Chivers, C.J.|data = 25 agosto 2002|url = https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9B03EFD9103DF936A1575BC0A9649C8B63|titolo = A Big Game|sito = New York Times Online|accesso = 18 marzo 2012|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080604003126/http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9B03EFD9103DF936A1575BC0A9649C8B63|urlmorto = sì}}</ref> continuino a uccidere qualche esemplare verso la fine dell'estate.
 
I cacciatori indigeni utilizzavano ogni parte del tricheco<ref>{{Cita web|cognome = US Fish and Wildlife Service|titolo = Hunting and Use of Walrus by Alaska Natives|anno = 2007|url = https://alaska.fws.gov/fisheries/mmm/mtrp/pdf/factsheet_walrus.pdf|formato = PDF|accesso = 3 maggio 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130328235204/http://alaska.fws.gov/fisheries/mmm/mtrp/pdf/factsheet_walrus.pdf|urlmorto = sì}}</ref>. La carne, che veniva spesso conservata, costituiva un'importante fonte di cibo durante i mesi invernali; le pinne, fatte fermentare, erano considerate una prelibatezza e venivano mangiate in primavera; con le zanne e le ossa venivano fabbricati utensili e oggetti di artigianato; l'olio veniva impiegato per riscaldare e illuminare; con lo spesso cuoio venivano fatte corde e coperture per abitazioni e imbarcazioni; con gli intestini e le pareti del tubo digerente venivano confezionati parka impermeabili. Sebbene alcuni di questi utilizzi siano divenuti ormai inutili in seguito all'introduzione di tecnologie moderne, la carne continua a costituire una parte importante della dieta dei locali<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Eleanor, E.W., Freeman, M.M.R. and Makus, J.C. |anno = 1996|titolo = Use and preference for Traditional Foods among Belcher Island Inuit|url = https://archive.org/details/sim_arctic_1996-09_49_3/page/256 |rivista = Arctic|volume = 49|numero = 3|pp = 256–264256-264}}</ref> e l'intaglio e l'incisione delle zanne sono forme d'arte ancora praticate dagli artigiani.
 
La caccia al tricheco è regolata dai ministeri delle risorse di [[Russia]], [[Stati Uniti]], [[Canada]] e [[Danimarca]] e dai rappresentanti delle comunità di cacciatori. Ogni anno 4-{{formatnum:7000}} esemplari di trichechi del Pacifico vengono abbattuti in [[Alaska]] e Russia, tra i quali numerosi capi (circa il 42%) colpiti ma riusciti a fuggire<ref>{{Cita pubblicazione|rivista = Fish. Bull.|autore = Garlich-Miller, J.G. and Burn, D.M. |anno = 1997|titolo = Estimating the harvest of Pacific walrus, ''Odobenus rosmarus divergens'', in Alaska|volume = 97|numero = 4|pp = 1043–10461043-1046}}</ref>. In [[Groenlandia]] vengono abbattute ogni anno alcune centinaia di esemplari<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Witting, L. and Born, E. W.|anno = 2005|titolo = An assessment of Greenland walrus populations|rivista = ICES Journal of Marine Science|volume = 62|numero = 2|pp = 266–284266-284|doi = 10.1016/j.icesjms.2004.11.001}}</ref>. La sostenibilità di questi livelli di caccia è difficile da determinare, data l'incertezza delle stime di popolazione e dei parametri come la [[Tasso di fecondità totale|fecondità]] e la [[Tasso di mortalità|mortalità]].
 
Un altro fattore di rischio sono gli effetti del [[Mutamento climatico|cambiamento climatico globale]]. In alcuni anni recenti l'estensione e lo spessore della banchisa hanno raggiunto livelli insolitamente bassi. I trichechi sostano su questo strato di ghiaccio galleggiante per partorire e per raggrupparsi durante il periodo riproduttivo. L'assottigliamento della banchisa nel mare di Bering ha ridotto la disponibilità delle aree di sosta nei pressi dei territori di foraggiamento migliori. Questo fa sì che le femmine che allattano rimangano separate per un periodo di tempo maggiore dai piccoli, provocando un aumento dello stress nutrizionale nei giovani e una diminuzione del tasso riproduttivo<ref>{{Cita news|nome = M|cognome = Kaufman|titolo = Warming Arctic Is Taking a Toll, Peril to Walrus Young Seen as Result of Melting Ice Shelf|url = http://www.ngsednet.org/news/sample.cfm|pubblicazione = Washington Post|p=A7|data=15 aprile 2006}}</ref>. La riduzione dei ghiacci nelle regioni costiere è implicata anche nell'aumento dei decessi da affollamento sulle coste del [[mare dei Chukchi]] tra Russia orientale e Alaska occidentale<ref>Revkin, Andrew C.. (2009-10-02) {{cita web|url=https://www.nytimes.com/2009/10/03/science/earth/03walrus.html?ref=todayspaper|titolo=NY Times, Global warming could reverse a walrus comeback|data= 3 ottobre 2009|accesso=16 settembre 2011}}</ref><ref>{{cita web|url=http://wwfblogs.org/climate/content/arctic-sea-ice-reaches-annual-minimum-large-number-walrus-corpses-found-along-alaska-shoreli|titolo=World Wildlife Fund, As Arctic Sea ice reaches annual minimum, large number of walrus corpses found|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090924005822/http://wwfblogs.org/climate/content/arctic-sea-ice-reaches-annual-minimum-large-number-walrus-corpses-found-along-alaska-shoreli|data= 18 settembre 2009|accesso=16 settembre 2011}}</ref>. Tuttavia, i dati climatici finora raccolti sono ancora insufficienti per fare previsioni sull'andamento delle popolazioni<ref>{{Cita news|nome = Michael|cognome = Lemonick|titolo = As the Sea Ice Retreats, Walruses Come Ashore in Alaska|url = http://climatecentral.org/breaking/blog/as_the_sea_ice_retreats_walruses_come_ashore_in_alaska/|pubblicazione = Climate Central|data = 13 settembre 2010|accesso = 18 marzo 2012|dataarchivio = 20 novembre 2010|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20101120013116/http://www.climatecentral.org/breaking/blog/as_the_sea_ice_retreats_walruses_come_ashore_in_alaska|urlmorto = sì}}</ref>.
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Il tricheco gioca un ruolo importante nella [[religione]] e nel [[folklore]] di molti popoli [[artide|artici]]. La pelle e le ossa vengono impiegate in alcune cerimonie e l'animale compare frequentemente nelle leggende. Ad esempio, in una versione [[ciukci]] del largamente diffuso mito del Corvo, nel quale il [[Kutkh|Corvo]] recupera il sole e la luna da uno spirito maligno seducendone la figlia, il padre adirato scaglia la figlia da un'alta scogliera e questa, una volta precipitata in acqua, ne riemerge come un tricheco - probabilmente il tricheco originale. Secondo varie leggende, le zanne erano formate dalle strisce di muco della fanciulla in lacrime o dalle sue lunghe trecce<ref name="Bogoras">{{Cita pubblicazione|autore=Bogoras, W.|anno= 1902|titolo= The Folklore of Northeastern Asia, as Compared with That of Northwestern America|url=https://archive.org/details/jstor-659376|rivista=American Anthropologist|volume=4|numero=4|pp={{cita testo|url=https://archive.org/details/jstor-659376/page/n1|titolo=577}}–683|doi=10.1525/aa.1902.4.4.02a00020}}</ref>. Questo mito è probabilmente correlato al mito chukchi del vecchio tricheco dalla testa di donna che domina il fondo del mare, che a sua volta è in stretta relazione con la dea inuit [[Sedna (mitologia)|Sedna]]. Sia in [[Circondario autonomo della Čukotka|Čukotka]] che in [[Alaska]], si crede che l'[[aurora boreale]] sia un mondo particolare abitato dagli uomini uccisi con violenza, i cui raggi cangianti rappresentano le anime decedute che giocano a palla con la testa di un tricheco<ref name="Bogoras"/><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Boas, Franz|anno= 1901|titolo=The Eskimo of Baffin Land and Hudson Bay|rivista= Bull. Am. Mus. Nat. History|volume=xv|url=http://books.google.com/books?id=FOkiAQAAMAAJ|numero= Pt. I|p=146}}</ref>.
 
A causa dell'aspetto caratteristico, della grande mole e dei baffi e delle zanne immediatamente riconoscibili, il tricheco compare anche nella cultura popolare di popoli che non hanno diretta esperienza con l'animale, in particolare nella letteratura per bambini inglese. Forse il più noto di essi è quello che compare nella bizzarra poesia ''[[The Walrus and the Carpenter|Il Tricheco e il Carpentiere]]'' di [[Lewis Carroll]], che comparve per la prima volta, nel 1871, nel libro ''[[Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò|Attraverso lo Specchio]]''. Nella poesia, l'[[antieroe]] [[eponimo]] usa l'inganno per mangiarsi un gran numero di [[Ostrea|ostriche]]. Sebbene Carroll ritragga con accuratezza l'appetito biologico del tricheco per i molluschi bivalvi, le ostriche, diffuse prevalentemente in ambienti [[Battigia|litorali]] e [[Piano mesolitorale|intertidali]], costituiscono in realtà solo una parte insignificante della dieta dell'animale, perfino in cattività<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Kastelein, R.A., Wiepkema, P.R. and Slegtenhorst, C.|anno = 1989|titolo = The use of molluscs to occupy Pacific walrusses (''Odobenus rosmarus divergens'') in human care|rivista = Aquatic Mammals 15.1|pp = 6–86-8|volume = 15|url = http://en.scientificcommons.org/1064548|accesso = 18 marzo 2012|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110928220552/http://en.scientificcommons.org/1064548|urlmorto = sì}} {{cita testo|url=http://www.aquaticmammalsjournal.org/share/AquaticMammalsIssueArchives/1989/Aquatic_Mammals_15_1/Kastelein_Wiepkema_Slegtenhorst.pdf|titolo=PDF copy|accesso=18 marzo 2012|dataarchivio=29 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200229232717/https://www.aquaticmammalsjournal.org/share/AquaticMammalsIssueArchives/1989/Aquatic_Mammals_15_1/Kastelein_Wiepkema_Slegtenhorst.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Un'altra apparizione del tricheco nella letteratura è nel racconto ''La Foca Bianca'' nel ''[[Il libro della giungla|Libro della Giungla]]'' di [[Rudyard Kipling]], ove compare il «vecchio Sea Vitch, l'enorme tricheco, gonfio e pustoloso, dal collo grosso e dalle lunghe zanne, il tricheco del Pacifico settentrionale, che dormiva con le pinne posteriori a contatto con la schiuma»<ref>Kipling, Rudyard. (1894) ''The Jungle Book''; (1994) Harmondsworth, England:Penguin Popular Classics, p. 84, ISBN 0-14-062104-0</ref>.