D'Afflitto: differenze tra le versioni

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{{nd|persone di cognome d'Afflitto}}
{{Casata
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|titoli = {{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Principe]]<br /> {{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Duca]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Marchese]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Conte]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Barone]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Patrizio (titolo)|Patrizio di Napoli]]<br /> {{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Patrizio (titolo)|Patrizio di Amalfi]]<br /> {{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Patrizio (titolo)|Patrizio di Scala]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Gran Maestro|Gran Maestro dei Templari]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Viceré|Viceré di Basilicata]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Viceré|Viceré di Napoli]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Viceré|Viceré d'Abruzzo]]<br />
* [[Principe]]
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|fondatore = Leone - Duca d'Amalfi
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}}
La famiglia '''d'Afflitto''' è un’antica casata aristocraticanobile originaria di [[Amalfi]], documentata fin dal [[XI secolo]], e diffusa in tutta l’[[Italia meridionale]].
 
Le mitiche origini risalgono al generale romano Placido, vissuto ai tempi di Traiano (II secolo), poi divenuto [[Eustachio (martire)|Santsant'Eustachio]], ma la famiglia è attestata storicamente a partire dal IX secolo, quando Leone d'Afflitto fu nominato [[Ducato di Amalfi|Duca di Amalfi]].
 
I feudi famigliari erano sparsi per tutto il Meridione d’Italia: Sicilia, Puglia, Calabria, Basilicata e negli Abruzzi. Si hanno notizie di 5 principati, 5 ducati, 5 marchesati, 6 contadi, 49 baronie, oltre all'attuale titolo di Marchesi (''mpr''), Patrizi di Amalfi (''m'').
 
Accanto ai nobili di [[Scala (Italia)|Scala]], [[Amalfi]] e [[Napoli]], la famiglia espresse funzionari reali per la dinastia [[Angioini|Angioina]], [[Borbone|Borboni]], [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] e [[Casa Savoia|Savoia]]; oltre a giuristi, ecclesiastici, comandanti militari.
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== Le origini: dal Castrum Pini a Scala (Secolo XI e XII) ==
I genealogisti avevano ritenuto che le diverse forme del cognome d’Afflittod'Afflitto, e cioè ''d’Africtod'Africto'', ''de Fricto'', ''de Flicto'', ''de Afflicto'', ''de Afflictis'', e le loro varianti, fossero riferibili alla stessa famiglia.<ref>{{Cita libro|titolo=C. DE LELLIS, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, vol. III, In Napoli, per gli heredi di Roncagliolo, 1671, pp. 243.}}</ref>
 
Con riguardo alla forma originaria ''de'' o ''da Filicto'', in particolare, ne è stata più recentemente proposta la derivazione dal termine ''afflictus'', quale variante di ''affictus'' con il significato di censo o reddito.
 
Una delle prime attestazioni documentarie della famiglia risale al 7 marzo del 1041<ref>{{Cita libro|titolo=Codice diplomatico amalfitano, cura di Riccardo Filangieri di Candida, Napoli, Stab. tipografico Silvio Morano, 1917, pp. 83-84, n. LIII.}}</ref>. Arrivarono invece a Scala, in età normanna (1131-1194), i d’Afflittod'Afflitto divennero ''domini'', cioè componenti dell’aristocraziadell'aristocrazia cittadina.
 
Alla famiglia appartennero anche alcuni vescovi della stessa città, eretta in diocesi nel 1069 circa: [[Vescovo di Scala|Orso]] (ca. 1144), [[Vescovo di Scala|Alessandro II]] (1171-1191 ca.), [[Vescovo di Scala|Costantino]] (1207-1220 ca.), [[Vescovo di Scala|Matteo]] (1227-1269 ca). Più tardi vi furono invece [[Vescovo di Scala|Natale Mastini d’Afflittod'Afflitto]] (1418-1450) e [[VescovoFrancesco di Scalad'Afflitto|Francesco]] (1583-†1593).
 
Nel 1280-1282 i d’Afflittod'Afflitto furono a più riprese giudici della città.
 
Nel 1144 il vescovo Orso donò alla chiesa di S. Stefania della stessa città due cervi d’argentod'argento recanti alla base le insegne dei d’Afflittod'Afflitto<ref>{{Cita libro|titolo=«1144, Ursus…donavit bibliam vetustissimam manu scriptam literis Langobardicis, Ecclesiae S. Stephaniae: codex argentea lamina coopertus erat. Idem donavit eidem Ecclesiae cervos duos argenteos, quorum pedibus spectantur Afflictorum insignia: forte Ursus ex ea nobili gente genitus fuerat», in F. PANSA, Istoria dell’anticadell'antica Repubblica d’Amalfid'Amalfi, Napoli, Severini, 1724, vol. II, p. 33.}}</ref>. Il dono lascerebbe intendere la diffusione a quest’epocaquest'epoca della tradizione circa la discendenza della famiglia da S. Eustachio, generale romano dell’imperatoredell'imperatore Traiano. Un episodio della leggenda del Santo, infatti, è incentrato su di un cervo che, durante una battuta di caccia, sarebbe apparso al generale romano Placido, poi passato alla storia come [[Eustachio (martire)|Sant’EustachioSant'Eustachio]], recando tra le corna la Croce e la figura di Cristo.
 
Dai testamenti dei membri emerge fra XI e XII secolo l’esistenzal'esistenza di un cospicuo patrimonio comprendente palazzi e possedimenti a Benevento, nonché proprietà a Scala e in tutto il ducato amalfitano.<ref>{{Cita libro|titolo=G. GARGANO, I primi tempi della "Civitas Scalensium" e la formazione del patriziato locale, in A. V., Scala nel medioevo. Atti del convegno di studi (Scala, 27-28 ottobre 1995), Amalfi, CCSA, 1997, pp. 105-106.}}</ref>
 
== I d’Afflitto nelle altre città del Regno ==
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== Rami della famiglia d’Afflitto ==
La famiglia si suddivise in numerosi rami<ref name="AFFLITTO">{{Cita web|url=http://www.famiglienobilinapolitane.it/Genealogie/d%27Afflitto.htm|titolo=D'AFFLITTO|sito=www.famiglienobilinapolitane.it|accesso=2020-05-11}}</ref>, ed in particolare:
 
# '''Ramo dei conti di [[Trivento]]''', poi duchi di Barrea e principi di Scanno, ascritti in Napoli al seggio di Porto, estinti nella famiglia Caracciolo di Melissano;
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# '''Ramo dei duchi di Campomele e Castropignano''', marchesi di Frignano maggiore, Montefalcone ed Agropoli, estinti nella famiglia Nunziante<ref>{{Cita libro|titolo=Secondo la distinzione proposta da R. FILANGIERI DI CANDIDA, s. v. D’Afflitto, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931, all’indirizzo: http://www.treccani.it/enciclopedia/d-afflitto_(Enciclopedia-Italiana)/.}}</ref>;
 
a questi, deve aggiungersi il '''Ramo di Sicilia'''<ref>{{Cita web|url=http://www.sardimpex.com/|titolo=GENEALOGIE DELLE FAMIGLIE NOBILI ITALIANE|sito=www.sardimpex.com|accesso=2020-05-11}}</ref> estinto nella famiglia Ventimiglia, e disceso probabilmente dal già menzionato Bartolomeo (†1240), che ottenne tra l’altro il titolo di principe di Belmonte.
 
== Principali personaggi della famiglia ==
 
=== Uomini d’arme ===
 
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* ''Antonio'' (fine sc. XIV-inizi sec. XV), patrizio napoletano e scalese; fu reggente della Gran Corte della Vicaria, cavaliere di parte angioina, durante il conflitto tra angioini e durazzeschi diresse le operazioni militari nel ducato amalfitano. Re [[Ladislao I di Napoli]] gli confiscò i beni e lo esiliò; diede origine al ramo che fu poi insignito della contea di Trivento.
* ''Giovanni Battista'' (†1556) fu al servizio spagnolo a Tunisi nel 1535 e a Siena nel 1554, capitano per Carlo V, governatore delle armi in Terra d’Otranto, [[viceré]] di Principato, viceré d’Abruzzo e capitano in quelle province, governatore di Veroli, Tivoli e Vicovaro in Campagna Romana, viceré della Basilicata.
* ''Giovanni Girolamo'' (†1591), conte di Trivento e duca di Castel di Sangro, sposa Cornelia Lannoy, figlia di Don Giorgio 2º Duca di Boiano e pronipote di Jeanne<ref>{{Cita web|url=http://www.angelfire.com/realm/gotha/gotha/lannoy.html|titolo=Lannoy|sito=www.angelfire.com|accesso=2020-05-11}}</ref> de [[Casato di Croÿ|Croÿ]] fu un valoroso condottiero nelle Fiandre.
* ''Giorgio'' (†1633), conte di Trivento e duca di Castel di Sangro, (figlio del precedente) fu valoroso uomo d’armi. Più volte menzionato da [[Torquato Tasso]] nella ''[[Gerusalemme conquistata|Gerusalemme Conquistata]]'' quale quarto duca al seguito di [[Riccardo I d'Inghilterra|Riccardo in Palestina]], con chiaro riferimento al martirio di S. Eustachio
 
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=== Letterati e scienziati ===
 
* ''[[Gennaro Maria D'Afflitto|Gennaro Maria]]''<ref>{{Cita libro|titolo=B. SIGNORELLI, s. v., in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 31 (1985) all’indirizzo http://www.treccani.it/enciclopedia/gennaro-maria-d-afflitto_%28Dizionario-Biografico%29/}}</ref>,''' ''' nacque a Napoli nel 1618. Nel 1633 fu ammesso nel convento di S. Maria della Sanità dei domenicani, dove emise la professione nel 1634. Fu ingegnere militare al seguito degli eserciti spagnoli e docente di matematica. Incontrò a Napoli il suo protettore, il figlio naturale di Filippo IV, don [[Giovanni d'Austria|Giovanni Giuseppe d’Austria]] (1647-1648), che seguì a Madrid, ove il Supremo Consiglio di Guerra lo prescelse come professore di matematiche del Real Palazzo, e poi nella campagna di Orbetello e Porto Longone (1650). Passò poi al servizio di [[Ferdinando II de' Medici|Ferdinando II di Toscana]] sempre come docente di matematica e ingegnere militare. Fu a Roma alla fine del 1667 e poi a Genova, dove diede il proprio parere sulle opere di difesa della rada di Vado Ligure. Fu infine a Savona nel 1669. Gli sono attribuiti lavori di fortificazione a Cuneo e Nizza Marittima per conto dei Savoia. Morì a Napoli nel 1673. Opere: ''Muniendarum urbium, methodus modernus''<ref>{{Cita libro|titolo=Firenze, Bibl. nazionale, Fondo Magliabechiano, cl. XIX, 1}}</ref>; ''De igne et ignivomis'' (1661).
* ''Eustachio''<ref>{{Cita libro|titolo=C. CASSANI, s. v., in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 31 (1985) all’indirizzo http://www.treccani.it/enciclopedia/eustachio-d-afflitto_%28Dizionario-Biografico%29/}}</ref>, nacque a [[Roccagloriosa|Rocca Gloriosa]] il 29 luglio 1742. Nel 1748 entrò nel Collegio dei nobili a Napoli, retto dai gesuiti; nel 1758 divenne chierico e fu eletto cappellano dei Tesoro di S. Gennaro dai nobili del seggio di Nilo, cui era aggregata la famiglia. Il 26 settembre 1761 entrò nell'Ordine Domenicano e studiò teologia a Roma e Perugia. Ritornato a Napoli, insegnò filosofia. Nel 1773 gli fu conferita la cattedra di storia della religione e fu chiamato ad insegnare nella nuova università di Malta. Nel 1778 entrò a far parte della Reale Accademia delle scienze e delle lettere, e l'anno successivo gli fu conferito l’incarico di vice-bibliotecario e coadiutore per la sistemazione della Biblioteca farnesiana. Nel 1782 terminò il primo volume dell'opera ''Memorie degli scrittori del Regno di Napoli'', e fu nominato custode del museo di Capodimonte. Il 14 luglio del 1784 assunse la direzione della biblioteca, ma l’8 dicembre 1787 morì lasciando stampata solo metà del secondo volume, pubblicato postumo nel 1794.
 
== Gli ultimi discendenti ==
 
Le ultime quattro linee<ref>{{Cita libro|titolo=V. SPRETI, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, Enciclopedia storico nobiliare italiana, 1928, vol. I, p. 322.}}</ref> della famiglia sono quelle:
 
# dei '''d’Afflitto d’Aragona''', patrizi napoletani ascritti al seggio di Nido, discendenti da Antonio (1772-1850), che sposò la nobile Camilla d'Aragona (1769, †1810), estinti;
# della '''linea di Scala''', patrizi di Scala (1887, 1907), la cui propaggine principale si estinse in Maria Stefania, duchessa di Campomele, duchessa di Castropignano, marchesa di Montefalcone, marchesa di Frignano Maggiore, marchesa di Agropoli (†1914), andata in sposa, nel 1876, a Riccardo Nunziante dei marchesi di S. Ferdinando; la propaggine secondogenita di don Bonaventura, figlio di Matteo, patrizio di Scala (1833-1904) si è altresì estinta; Di uno dei marchesi d’Afflitto, probabilmente don Bonaventura d'Afflitto dei Principi di Scanno, la pittrice [[Tamara de Lempicka|Tamara de Łempicka]] eseguì due celebri ritratti a Parigi (1925, 1926).
# della '''linea di Ravello''', patrizi di Ravello, discendenti da Diego, nato nel 1797, estinti;
# della '''linea di Amalfi'''<ref>{{Cita web|urlname=http://www.famiglienobilinapolitane.it/Genealogie/d%27Afflitto.htm|titolo=D'"AFFLITTO|sito=www.famiglienobilinapolitane.it|accesso=2020-05-11}}<" /ref>, patrizi di Amalfi (''maschi'', 1915), marchesi (''maschi primogeniti'', D.R. 16 febbraio 1922), alla quale appartenne Camillo (1818-1899), figlio di don Raffaele e di donna Carolina Lanzetta Sforza, Capitano dell’esercito borbonico nel III Reggimento Dragoni (1859), patrizio di Amalfi, dal quale sono poi discesi il marchese Francesco (1861-1934) sposato con Ida dei Marchesi [[Bartolommei]], da cui don Camillo II (1890-1949), da cui don Francesco II (1921-1996), fu ufficiale dell’esercito e Croce di guerra, da cui Camillo III (1951-2008). L’attuale capofamiglia è il marchese Cosimo (1996-). Discende da don Camillo II il celebre enologo di [[Castel Ruggero (Bagno a Ripoli)|Castel Ruggero]], il nobiluomo Nicolò d'Afflitto, enologo e direttore tecnico dei Marchesi de [[Frescobaldi]].
 
== Feudi in titolarità ==
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'''Contadi''': Civitasantangelo, Lizzanello, Loreto, Nicotera, Trivento, Ventimiglia.
 
'''Baronie''': Acqua della Vena, Angri, Borrello, Brittoli, Cancellara, Carpineto, Cardito, Casella, Casalpiscopo, Castignano, Castiglione, Civitella, Collare, Ferrazzano, Gratteri, Larderia, Macchia, Molpa, Monteroduno, Mosellara, Muro, Nocciano, Ortona, Papasidero, Pesco, Petranico, Petruro, Pettorano, Pietrapulcina, Pietrarosella, Pizzoferrato, Redine, Roccasassone, Rocchetta, Roccapimonte, Roccaimperiale, Roccamainolfi, Rodegaldo, Rufo, Santangelo in Grisone, Santagapito, San Martino, Sinagra, Somma, Tocco, Torre deide' passeri, Valenzano, Villetta.
 
== Edifici storici ==
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File:Palazzo_d'Afflitto_Ravello.jpg|Il Palazzo d'Afflitto a Ravello, oggi Hotel Caruso Belmod
File:Ravello_Villa_Rufolo.JPG|Villa Rufolo a Ravello, già Villa d'Afflitto
File:La Scheggia d&#039;'Afflitto.jpg|La Scheggia a Anghiari. Borgo agricolo del XV secolo
</gallery>
 
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== Bibliografia ==
* {{EI|d-afflitto|autore=Riccardo Filangieri di Candida|anno=1931}}
 
== Voci correlate ==
* [[Basilica di Sant'Eustachio (Scala)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{Portale|storia di famiglia|medioevo}}