Matteo Ferchio: differenze tra le versioni
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|GiornoMeseMorte = 8 settembre
|AnnoMorte = 1669
|Epoca = 1600
|Attività = francescano
|Attività2 = filosofo
|Attività3 = teologo
|Nazionalità =
|PostNazionalità = , di impronta [[Duns Scoto|scotista]], attivo in [[Italia]] nel primo Seicento
|Immagine =
}}
== Biografia ==
[[
Nativo dell'[[Veglia (isola)|isola di Veglia]], all'epoca dominio della [[Repubblica di Venezia]], Matteo Ferchio entrò in convento nel 1591 e fece la sua professione religiosa nel 1599 come [[Ordine dei Frati Minori Conventuali|Frate minore conventuale]].
Entrò nel prestigioso [[Collegio San Bonaventura]] a [[Roma]] nel 1608, dove conseguì il [[Dottorato in teologia|dottorato]] nel 1611. Fu reggente dello ''Studium'' di Rimini (1611-1617), poi presso il convento di [[Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari|Santa Maria Gloriosa dei Frari]] a Venezia (1617). Lo stesso anno, il Ministro generale [[Giacomo Montanari]] da [[
Successivamente divenne Reggente dello ''Studium'' di Bologna (1620-1623). Maestro dell'ordine (1623-1625), egli partecipò attivamente alla stesura di nuove Costituzioni, venendo infine chiamato nel 1629 come professore di [[metafisica]] ''in via Scoti'' presso l'[[Università di Padova|Università degli Studi di Padova]], come successore di [[Ottaviano Strambiati]] di [[Ravenna]]. Nel 1631 fu promosso alla cattedra di teologia della medesima università, succedendo a [[Filippo Fabri (1564-1630)|Filippo Faber]].
Rimase a Padova fino alla sua morte, avvenuta l'8 settembre 1669, insegnando teologia fino al 1665. Figura influente e di grande prestigio, si distinse in una dura polemica con [[Bartolomeo Mastri]] e [[Bonaventura Belluto]], suoi confratelli, circa l'interpretazione di alcuni punti della dottrina di Duns Scoto.
Il ''De caelesti substantia et eius ortu ac motu in sententia Anaxagorae, philosophi celeberrimi'', edito a Venezia nel 1646, rappresenta «un tentativo originale di superamento di alcune difficoltà epistemologiche, sempre più evidenti e gravi, inerenti al mondo della «naturalis philosophia» aristotelica, mediante il ricorso alle dottrine fisico-astronomiche e all'autorità dei [[presocratici]], nel caso nostro di [[Anassagora]]. [...] Tale aggiramento alle spalle della cosmologia aristotelico-tolemaica consentirà al Ferchio, pur rimanendo all'interno della visione biblica dell'immobilità della terra, l'accoglimento di una tesi fondamentale della nuova fisica, cioè la materialità e corruttibilità dei cieli i quali, pertanto, essendo non altro che un oceano immenso di fuoco, più denso negli astri e raro negli spazi interastrali, vengono omologati con gli altri elementi del [[mondo sublunare]], l'aria, l'acqua, la terra, tutti egualmente oggetto di creazione e di provvidenza governatrice da parte dell'intelletto unico trascendente (il ''nous'' anassagoreo), secondo la più genuina dogmatica cattolica del ''de Deo creante'': verità, queste, sovente messe in discussione o apertamente negate dalle interpretazioni paganeggianti di Aristotele, attribuenti ai cieli i caratteri della divinità stessa.»<ref>{{cita|Antonino Poppi (1992)|p. 23}}.</ref>
Negando l'incorruttibilità dei cieli, che sono creati e materiali (centri di fuoco irradianti luce e calore) come tutti gli altri corpi sublunari Ferchio «ammetteva che molte scoperte della nuova scienza sperimentale, come la mutabilità e le [[Macchia solare|macchie solari]], che intorbidavano la filosofia peripatetica, erano accoglibili.»<ref>{{cita libro|p=170|isbn=9788885155633|titolo=I frati minori conventuali tra giurisdizionalismo e rivoluzione: il P. Federico Lauro Barbarigo ministro generale dell'ordine (1718-1801)|autore=Isidoro Gatti|editore=Centro studi antoniani|anno=2006}}</ref>
Il suo monumento funebre si trova nella [[Basilica di Sant'Antonio di Padova]], nei pressi della cappella di santa Rosa da Lima.
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== Opere ==
*''Aduentus episcopalis illustrissimi, et reuerendissimi d.d. archiepiscopi Lucae Stellae Veneti ad episcopatum Patauinum. Celebratus nomine sacri collegij theologorum Patauinae Vniuersitatis, a Matthaeo Ferchio Vglensi min. con. theologo publico, & collega'', typis Ioannis Baptistae Pasquati, Patauii 1639.
* {{Cita libro|editore= typis Sebastani Bonomij
*''Apologiae pro Ioanne Duns Scoto doctore substili libri tres. In Ioannem Fridericum Matenesium. In Abrahamum Bzouium Polonum. In Paulum Iouium Nouocomensem authore Matthaeo Ferchio Veglense...'', typis Sebastani Bonomij, Bononiae 1620.▼
|lingua= la
|cognome= Ferkić
|nome= Matija
▲
|città= Bononiae
|accesso= 11 aprile 2020
|data= 1620
|url= https://books.google.it/books?id=bu-fMmQz9f4C&printsec=frontcover&hl
}}
*''De angelis ad mentem sancti Bonauenturae tomus primus authore Matthaeo Veglense, min. con. ... Additio item De creatione scripturali cum ss. Augustino, & Bonauentura...'', typis Pasquati, Patauii 1658.
* {{Cita libro|editore= Giovanni Salis
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*''Vita f. Ioannis Dunsii Scoti franciscani doctoris subtilis. Authore Matthaeo Ferchio...'', typis Nicolai Tebaldini, Bononiae 1622.
*''Vita Ioannis Dunsij Scoti Franciscani Doctoris Subtilis. Et Apologiae pro eodem. Authore Mattheo Ferchio...'', ex typographia Io. Dominici Roncalioli, Bononiae 1629.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Nikola Mate Roščić, «Mateo Frce (Ferkic, Ferchius). Un grande scotista croato», in ''Studia mediaevalia et mariologica p. Carolo Balic OFM septuagesimum explenti annum dicata'', Roma 1971, pp. 377–402.
*
* Branko Franolic, ''Works of Croatian Latinists recorded in the British Library General Catalogue'', Zagreb 1998.
* Marco Forlivesi, ''Scotistarum princeps. Bartolomeo Mastri (1602-1673) e il suo tempo'', Centro Studi Antoniani, Padova 2002, pp. 202–207.
== Altri progetti ==
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{{Francescanesimo}}
{{Controllo di autorità}}
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