Parabeni: differenze tra le versioni

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La controversia è stata vivacizzata dalla diffusione, soprattutto su internet e su tabloid, di una campagna allarmistica che ne denunciava la cancerogenicità, citando la ricerca della Darbre e altre ipotesi, sempre formulate dalla Darbre, relative ai sali di alluminio nei deodoranti.
 
Più volte, ricerche successive, a cui a volte ha partecipato la stessa Darbre, hanno concluso che non c'erano prove per un nesso causale tra parabeni cosmetici, specie nei deodoranti, e cancro al seno<ref>{{cita pubblicazione|rivista=Journal of Applied Toxicology |volume= 32| numero = 3|ppp=219–232219-232| data= Marzo 2012 |titolo= Measurement of paraben concentrations in human breast tissue at serial locations across the breast from axilla to sternum | autore= L. Barr1, G. Metaxas, C. A. J. Harbach, L. A. Savoy, P. D. Darbre|doi=10.1002/jat.1786/abstract}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=D. K.|cognome=Mirick|data=16 ottobre 2002|titolo=Antiperspirant Use and the Risk of Breast Cancer|rivista=CancerSpectrum Knowledge Environment|volume=94|numero=20|pp=1578–15801578-1580|lingua=en|accesso=4 febbraio 2018|doi=10.1093/jnci/94.20.1578|url=https://academic.oup.com/jnci/article/94/20/1578/1802711}}</ref><ref>[http://www.breastcancer.org/risk/myths/antipersp.jsp www.breastcancer.org] Antiperspirants Do Not Increase Breast Cancer Risk</ref><ref name=antiperspirantsinfo>{{cita web|editore=[[Unilever]]|url=http://www.antiperspirantsinfo.com|titolo=The Truth about Antiperspirants and Breast Cancer|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://www.webcitation.org/67JqgTHxy?url=http://www.antiperspirantsinfo.com/english/index.php|dataarchivio=30 aprile 2012|urlmorto=sì}}</ref>.
Crescendo l'allarmismo e la pressione pubblica sulla pericolosità dei parabeni, gli enti preposti alla sicurezza dei cosmetici, farmaci e alimenti, hanno confermato la sostanziale sicurezza del loro utilizzo, nell'ambito delle restrizioni e specifiche definite dalle diverse norme nazionali o sovranazionali (CDC<ref name=cdc>[http://www.cdc.gov/biomonitoring/Parabens_BiomonitoringSummary.html Centers for Disease Control and Prevention, Biomonitoring Summary : Parabens.]</ref>, FDA<ref name=fda>[http://www.fda.gov/cosmetics/productsingredients/ingredients/ucm128042.htm FDA: Parabens]</ref>, Ministero Salute Canada<ref name=canada>[http://www.hc-sc.gc.ca/cps-spc/cosmet-person/labelling-etiquetage/ingredients-eng.php#a4.7 Health Canada, Safety of Cosmetic Ingredients]</ref>, CIR<ref name=cir>[http://www.cir-safety.org/sites/default/files/paraben_build.pdf CIR, Final amended report on the safety assessment of Methylparaben, Ethylparaben, Propylparaben, Isopropylparaben, Butylparaben, Isobutylparaben, and Benzylparaben as used in cosmetic products.]</ref> SCCS 2008<ref name=sccs2008>[http://ec.europa.eu/health/archive/ph_risk/committees/04_sccp/docs/sccp_o_138.pdf Scientific Committee on Consumer Products SCCP OPINION ON Parabens 24 June 2008]</ref>, Commissione Europea<ref>[http://ec.europa.eu/health/scientific_committees/docs/citizens_parabens_en.pdf European commission. Parabens used in cosmetics]</ref>, NICNAS Australia<ref name=austr>[http://www.nicnas.gov.au/communications/publications/information-sheets/existing-chemical-info-sheets/chemicals-commonly-used-in-cosmetics-factsheet-1 Australian Government, National Industrial Chemicals Notification and Assessment Scheme, Chemicals commonly used in cosmetics] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151016131923/http://www.nicnas.gov.au/communications/publications/information-sheets/existing-chemical-info-sheets/chemicals-commonly-used-in-cosmetics-factsheet-1 |data=16 ottobre 2015 }}</ref>).
 
=== Controversia sui parabeni come interferenti endocrini ===
 
Nella [[Unione europea]] i parabeni sono classificati come potenziali [[interferenti endocrini]]<ref>[http://eng.mst.dk/topics/chemicals/endocrine-disruptors/the-eu-list-of-potential-endocrine-disruptors/ Lista UE dei potenziali interferenti endocrini] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151016210627/http://eng.mst.dk/topics/chemicals/endocrine-disruptors/the-eu-list-of-potential-endocrine-disruptors/ |data=16 ottobre 2015 }}</ref>. Rientrano infatti, nonostante i volumi relativamente bassi, tra le sostanze di cui c'è almeno una ricerca che ne prova la potenziale capacità di mimare chimicamente gli [[Estrogeno|estrogeni]], assieme al più comune metabolita, l'[[acido 4-idrossibenzoico|acido para-idrossibenzoico]], con una possibile ricaduta in effetti sulla salute dell'uomo e dell'ambiente. Centinaia di studi<ref>{{cita web|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez?itool=pubmed_Abstract&DbFrom=pubmed&Cmd=Link&LinkName=pubmed_pubmed&IdsFromResult=16021681&retmode=ref|titolo=Studi relativi ai parabeni come interferenti endocrini su PubMed |lingua= |data= |accesso= }}</ref> hanno indagato sulla loro capacità di interferire con il sistema endocrino ottenendo diverse risposte. È stato comunque confermato che, soprattutto quelli con la catena alchilica più lunga, e i loro principali metaboliti, come l'acido p-idrossibenzoico stesso, possono debolmente interferire con il sistema ormonale<ref>{{cita pubblicazione | autore = Pugazhendhi D, Pope GS, Darbre PD.| anno = 2005 | mese= luglio-agosto| titolo = Oestrogenic activity of p-hydroxybenzoic acid (common metabolite of paraben esters) and methylparaben in human breast cancer cell lines.| rivista = J Appl Toxicol|volume = 25(4)| pp = 301–309301-309|url =https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16021681}}</ref>. Varie ricerche evidenziano come tale attività estrogenica sia di molti ordini di grandezza inferiore (1/100000) a quella dell'estradiolo o del [[etinilestradiolo]], l'ormone sintetico spesso utilizzato nelle [[pillole anticoncezionali]]<ref>[http://refhub.elsevier.com/S0378-4274(13)01365-9/sbref0480 Routledge, E.J., Parker, J., Odum, J., Ashby, J., Sumpter, J.P., 1998. Some alkyl hydroxy benzoate preservatives (parabens) are estrogenic. Toxicol. Appl. Pharmacol. 153, 12–19.]</ref><ref>[http://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/10408440490920104 Golden, R., Gandy, J., Vollmer, G., 2005. A review of the endocrine activity of parabens and implications for potential risks to human health. Crit. Rev. Toxicol. 35, 435–458.]</ref>.
 
La controversia sugli ipotetici rischi associati ai potenziali interferenti endocrini nel cosmetico è ancora viva<ref name="legend">{{cita pubblicazione|doi=10.1016/j.toxlet.2013.10.022 |titolo=Endocrine disruption: Fact or urban legend?| autore = G.J.Nohynek, C.J. Borgert, D.Dietrich, K.K.Rozman |rivista=Toxicology Letters| numero = 223| data=2013|ppp=295–305295-305 }}</ref> ed in alcuni paesi si è pensato di adottare il [[principio di precauzione]] per cosmetici applicati a neonati o infanti: per quanto debole sia l'attività estrogenica dei parabeni, questa può risultare un rischio inaccettabile nel caso il cosmetico sia applicato sulla pelle, magari lesa, di neonati o infanti.
Chi ritiene assai improbabile e non realistica l'ipotesi di danni alla salute arrecati da cosmetici contenenti parabeni fa riferimento alla loro grande diffusione in natura, alla loro minima potenzialità estrogeno-mimetica e al fatto che terapie ad alto dosaggio di estrogeni, compresa la [[pillola anticoncezionale]], non hanno una significativa relazione causale con il cancro al seno<ref name="legend" />.
 
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Tra maggio e luglio del 2011, in [[Francia]] è stata adottata la legge chiamata Lachaud dal nome del suo promotore.
Il provvedimento legislativo si compone di un solo breve articolo, che recita: “La produzione, importazione, vendita e offerta di prodotti con [[ftalati]], parabeni e [[alchilfenoli]] è proibita”.<ref>[http://www.assemblee-nationale.fr/13/cri/2010-2011/20110168.asp#P491_100825 Legge “Lachaud“:voto del Senato]</ref><ref>[http://www.assemblee-nationale.fr/13/dossiers/interdiction_phtalates.asp Proposta di legge “Lachaud”]</ref> La legge “Lachaud“ non è stata mai applicata (situazione al settembre 2015) e i parabeni in Francia continuano a essere utilizzati nei limiti delle norme europee.
 
Nel 2011 il [[governo danese]] ha introdotto una restrizione nell'uso di alcuni parabeni (propyl-, isopropyl-, butyl- isobutyl-), bandendone l'utilizzo nei prodotti destinati a infanti fino a 3 anni di età. (BEK no. 166 24/02/2011) .
L'SCCS, il Comitato scientifico europeo per la sicurezza dei consumatori, alla luce dei provvedimenti danesi, si è pronunciato valutando la sicurezza dei parabeni anche nei cosmetici per infanti o neonati, confermando che limiti e restrizioni specificate nel regolamento sono adeguati anche nel caso di cosmetici applicati a minori.<ref>[http://ec.europa.eu/health/scientific_committees/consumer_safety/docs/sccs_o_069.pdf Clarification on Opinion SCCS/1348/10 in the light of the Danish clause of safeguard banning the use of parabens in cosmetic products intended for children under three years of age]</ref>
 
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=== Utilizzo cosmetico ===
Il principale utilizzo dei parabeni, in volume, è per il mercato cosmetico, anche se negli ultimi anni c'è il boom della dicitura "non contiene parabeni".
Varie indagini hanno individuato i parabeni come ingredienti della grande maggioranza dei cosmetici sul mercato (>90% negli anni novanta)<ref>Rastogi S. C., Schouten A., de Kruijf N., Weijland J. W. (1995). Contents of methyl-, ethyl-, propyl-, butyl- and benzylparaben in cosmetic products. Contact Derm. 32, 28–30</ref> La percentuale di cosmetici con parabeni risulta in calo a seguito della pressione pubblica e della loro stigmatizzazione: indagini effettuate nel 2011 rilevano il ridursi della loro presenza nei prodotti, scesa al 44%<ref>{{cita pubblicazione|autore=Yazar K, Johnsson S, Lind ML, et al.|titolo= Preservatives and fragrances in selected consumer-available cosmetics and detergents. Rivista= Contact Dermatitis.|data=Maggio 2011 |volume=64 | numero = 5 |ppp=265–72265-72 }}</ref>.
 
Nella UE sono autorizzati per l'utilizzo come conservanti cosmetici due gruppi di parabeni con diverse limitazioni:
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== Presenza in natura ==
La controversia sulla sicurezza dei parabeni si è focalizzata anche sulla loro presenza in natura.
Sono [[xenoestrogeni]] alcuni composti fenolici, affini ai parabeni, come ad esempio gli idrossi-[[Anisolo|anisoli]] alchilati, e i [[Acido gallico|gallati]] alchilici (utilizzati anche come additivi preservanti e antiossidanti): come in generale molti altri esteri idrossibenzoici, si tratta di composti naturali di origine vegetale, utilizzati dalle piante per difendersi dai loro parassiti o dagli erbivori; tipico esempio è il [[salicilato di metile]] in ''[[Betula lenta]]'' e in ''[[Spiraea]]'', che le rende commestibili a poche specie. Il metil parabene è presente nei [[mirtillo|mirtilli]]<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Antimicrobial Agents From Higher Plants. Antimicrobial Agents From Peganum harmala Seeds |autore=Al-Shamma A, Drake S, Flynn DL, Mitscher LA, Park YH, Rao GSR, Simpson A, Swayze JK, Veysoglu T, Wu STS |rivista=J Nat Prod |anno=1981 |volume=44(6)|pp=745–747745-747|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7334386|abstract=x}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |autore=Bais HP, Vepachedu R, Vivanco JM, |titolo=Root specific elicitation and exudation of fluorescent beta-carbolines in transformed root cultures of Oxalis tuberosa |rivista=Plant Physiology and Biochemistry |volume=41 |numero=4 |data=1º aprile 2003 |pp=345–353345-353 |doi=10.1016/S0981-9428(03)00029-9}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione |titolo=In Vitro Cellular and Developmental Biology |rivista=Plant |volume=37 |numero=6 |data=2001 |pp=730–741730-741 }}</ref>, dove svolge la sua azione antimicrobica.
 
Spesso, gli argomenti di chi ribadisce la sicurezza dei parabeni nell'utilizzo cosmetico o alimentare fanno leva proprio sulla loro diffusione nel mondo vegetale<ref name=cdc /><ref name=cir />.
In realtà, mentre i fenoli sono diffusissimi nel mondo vegetale, l'acido 4-idrossibenzoico, un acido fenolico, e i suoi esteri in forma libera, sono stati rintracciati solo in poche analisi. I parabeni in frutta e vegetali possono essere presenti<ref>Determination of Free and Total Phenolic Acids in Plant-Derived Foods by HPLC with Diode-Array Detection Pirjo Mattila * and Jorma Kumpulainen MTT Agrifood Research Finland, Food Research, ET-talo, 31600 Jokioinen, Finland J. Agric. Food Chem., 2002, 50 (13), pp 3660–3667 DOI: 10.1021/jf020028p</ref><ref>[https://www.researchgate.net/publication/222004840_Phenolic_acids_in_potatoes_vegetables_and_some_of_their_products._J_Food_Compost_Anal Phenolic acids in potatoes, vegetables, and some of their products. J Food Compost Anal Pirjo Mattila Jarkko Hellström MTT Agrifood Research Finland, Biotechnology and Food Research, ET-talo, FIN-31600 Jokioinen, Finland Journal of Food Composition and Analysis (Impact Factor: 1.99). 05/2007; 20(3-4):152-160. DOI: 10.1016/j.jfca.2006.05.007 ]</ref> in prevalenza come glucosidi mentre liberi sono stati rintracciati in qualche decina di piante, le più significative delle quali sono mirtillo e vaniglia. Sono presenti in vari oli ottenuti da frutti come l'[[olio di oliva]]<ref>{{cita pubblicazione | url= https://www.mdpi.com/1420-3049/12/8/1679/pdf | rivista= Molecules | data= 2007 | numero= 12, |ppp=1679-1719 | titolo= Phenolic Molecules in Virgin Olive Oils: a Survey of Their Sensory Properties, Health Effects, Antioxidant Activity and Analytical Methods. An Overview of the Last Decade | autore= A.Bendini, G.Lercker e al. | urlmorto= sì | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150926010614/http://www.mdpi.com/1420-3049/12/8/1679/pdf | dataarchivio= 26 settembre 2015 }}</ref>, l'olio di palma<ref>{{cita pubblicazione| |url= http://www.ccsenet.org/journal/index.php/ijb/article/download/10164/7262 |titolo= Phenolic Compounds and Antioxidant Potential of Nigerian Red Palm Oil (Elaeis Guineensis) |rivista= International Journal of Biology |volume=. 3,|numero=. 2;|data=Aprile 2011 | autore=E. Atawodi L.Yusufu e al.}}</ref> o di cocco<ref>Profiling C6–C3 and C6–C1 phenolic metabolites in Cocos nucifera. Gargi Dey, Moumita Chakraborty and Adinpunya Mitra, Journal of Plant Physiology, Volume 162, n=4, 22 Aprile 2005, Pagina 375-381 {{doi|10.1016/j.jplph.2004.08.006}}</ref>.
Alcuni oli di [[Açaí]], ottenuti dai frutti di ''[[Euterpe oleracea]]'', sono risultati essere tra i più ricchi di acido para-idrossibenzoico (892 ± 52&nbsp;mg/kg).<ref>{{cita pubblicazione|rivista = J Agric Food Chem |data=Giugno 2008 | volume = 56 | numero = 12 |pp=4631–64631-6 | titolo = Chemical composition, antioxidant properties, and thermal stability of a phytochemical enriched oil from Acai (Euterpe oleracea Mart.) | autore = Pacheco-Palencia LA, Mertens-Talcott S, Talcott ST |PMID = 18522407|doi=10.1021/jf800161u }}</ref> Anche vino e sidro possono contenerne in funzione del frutto da cui sono prodotti.<ref>Comparison of Phenolic Acids and Flavan-3-ols During Wine Fermentation of Grapes with Different Harvest Times. Rong-Rong Tian, Qiu-Hong Pan, Ji-Cheng Zhan, Jing-Ming Li, Si-Bao Wan, Qing-Hua Zhang and Wei-Dong Huang, Molecules, 2009, 14, pages 827-838, {{doi|10.3390/molecules14020827}}</ref>
 
== Note ==