Parabeni: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
template citazione; fix formato data; elimino parametri vuoti |
m Bot: numeri di pagina nei template citazione |
||
| (28 versioni intermedie di 19 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
[[File:Paraben-2D-skeletal.png|thumb|upright=0.7| Struttura generale di parabeni <br /> (un ''para''-idrossibenzoato)<br />dove R è un gruppo alchilico]]
I '''parabeni''' sono una classe di [[composto organico|composti organici]] [[Aromaticità|aromatici]], di cui fa parte l'[[acido 4-idrossibenzoico]], chiamato anche acido ''para''-idrossibenzoico, sinonimo da cui prendono il nome, suoi sali ed [[esteri]]. Sono stati individuati per la prima volta come antimicrobici da Sabalitschka nel 1924.
Per la bassa tossicità acuta e cronica (la [[LD50|dose letale]] (LD<sub>50</sub>) di butilparaben è circa 5 g/kg peso corporeo<ref>{{Cita web | titolo = Butylparaben Review of Toxicological Literature | editore = National Toxicological Program | data = 2005-4 | formato = pdf | url =
== Attività antimicrobica ==
Riga 11 ⟶ 10:
L'attività antimicrobica verso funghi è maggiore di quella verso i batteri e tra i batteri quella verso i gram positivi è maggiore di quella verso i gram negativi.
Alcuni microorganismi, specie tra i batteri gram negativi, sviluppano specifici enzimi che degradano i parabeni.
Sono stati riportati casi di resistenza ai parabeni di ''[[Cladosporium resinae]]'', ''[[Pseudomonas aeruginosa]]'' e ''[[Burkholderia cepacia]]''.<ref>Sokoloski WT, Chidester CG, Honeywell GE. The hydrolysis of methyl p-hydroxybenzoate by Cladosporium resinae. Dev Ind Microbiol 1962;3:179-87.</ref><ref>. Hugo WB, Foster JHS. Growth of Pseudomonas aeruginosa in solutions of esters of p-hydroxybenzoic acid. J Pharm Pharmacol 1964;16:209.</ref><ref>Close JA, Neilsen PA. Resistance of a strain of Pseudomonas cepacia to esters of p-hydroxybenzoic acid. Appl Environ Microbiol 1976;31:718-22</ref>
{| name="MIC Parabeni" class="wikitable"
|-
! colspan=5 | Concentrazione Minima Inibitoria (MIC)<ref>Aalto,T.R., Firman,M.C., Rigler,N.E., p-Hydroxybenzoic acid esters as preservatives
|-
!Microorganismo
Riga 37 ⟶ 34:
| 0,0032
|-
| ''Candida albicans''
| 0,1
| 0,1
Riga 64 ⟶ 61:
== Controversie ==
I parabeni sono oggetto di dibattito scientifico per le possibili ricadute sulla salute dell'uomo o dell'ambiente.<ref name=debate>
=== Controversia sul rischio cancro ===
Una ricerca inglese, guidata da Philippa Darbre, pubblicata nel 2004, ipotizzava una relazione tra i parabeni applicati per via topica assieme al cosmetico e il [[tumore al seno]].<ref>
La controversia è stata vivacizzata dalla diffusione, soprattutto su internet e su tabloid, di una campagna allarmistica che ne denunciava la cancerogenicità, citando la ricerca della Darbre e altre ipotesi, sempre formulate dalla Darbre, relative ai sali di alluminio nei deodoranti.
Più volte, ricerche successive, a cui a volte ha partecipato la stessa Darbre, hanno concluso che non c'erano prove per un nesso causale tra parabeni cosmetici, specie nei deodoranti, e cancro al seno<ref>{{cita pubblicazione
Crescendo l'allarmismo e la pressione pubblica sulla pericolosità dei parabeni, gli enti preposti alla sicurezza dei cosmetici, farmaci e alimenti, hanno confermato la sostanziale sicurezza del loro utilizzo, nell'ambito delle restrizioni e specifiche definite dalle diverse norme nazionali o sovranazionali (CDC<ref name=cdc>[http://www.cdc.gov/biomonitoring/Parabens_BiomonitoringSummary.html Centers for Disease Control and Prevention, Biomonitoring Summary : Parabens.]</ref>, FDA<ref name=fda>[http://www.fda.gov/cosmetics/productsingredients/ingredients/ucm128042.htm FDA: Parabens]</ref>, Ministero Salute Canada<ref name=canada>[http://www.hc-sc.gc.ca/cps-spc/cosmet-person/labelling-etiquetage/ingredients-eng.php#a4.7 Health Canada, Safety of Cosmetic Ingredients]</ref>, CIR<ref name=cir>[http://www.cir-safety.org/sites/default/files/paraben_build.pdf CIR, Final amended report on the safety assessment of Methylparaben, Ethylparaben, Propylparaben, Isopropylparaben, Butylparaben, Isobutylparaben, and Benzylparaben as used in cosmetic products.]</ref> SCCS 2008<ref name=sccs2008>[http://ec.europa.eu/health/archive/ph_risk/committees/04_sccp/docs/sccp_o_138.pdf Scientific Committee on Consumer Products SCCP OPINION ON Parabens 24 June 2008]</ref>, Commissione Europea<ref>[http://ec.europa.eu/health/scientific_committees/docs/citizens_parabens_en.pdf European commission. Parabens used in cosmetics]</ref>, NICNAS Australia<ref name=austr>[http://www.nicnas.gov.au/communications/publications/information-sheets/existing-chemical-info-sheets/chemicals-commonly-used-in-cosmetics-factsheet-1 Australian Government, National Industrial Chemicals Notification and Assessment Scheme, Chemicals commonly used in cosmetics] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151016131923/http://www.nicnas.gov.au/communications/publications/information-sheets/existing-chemical-info-sheets/chemicals-commonly-used-in-cosmetics-factsheet-1 |data=16 ottobre 2015 }}</ref>).
=== Controversia sui parabeni come interferenti endocrini ===
Nella [[Unione europea]] i parabeni sono classificati come potenziali [[interferenti endocrini]]<ref>[http://eng.mst.dk/topics/chemicals/endocrine-disruptors/the-eu-list-of-potential-endocrine-disruptors/ Lista UE dei potenziali interferenti endocrini] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151016210627/http://eng.mst.dk/topics/chemicals/endocrine-disruptors/the-eu-list-of-potential-endocrine-disruptors/ |data=16 ottobre 2015 }}</ref>. Rientrano infatti, nonostante i volumi relativamente bassi, tra le sostanze di cui c'è almeno una ricerca che ne prova la potenziale capacità di mimare chimicamente gli [[Estrogeno|estrogeni]], assieme al più comune metabolita, l'[[acido 4-idrossibenzoico|acido para-idrossibenzoico]], con una possibile ricaduta in effetti sulla salute dell'uomo e dell'ambiente. Centinaia di studi<ref>{{cita web|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez?itool=pubmed_Abstract&DbFrom=pubmed&Cmd=Link&LinkName=pubmed_pubmed&IdsFromResult=16021681&retmode=ref|titolo=Studi relativi ai parabeni come interferenti endocrini su PubMed |lingua= |data= |accesso= }}</ref> hanno indagato sulla loro capacità di interferire con il sistema endocrino ottenendo diverse risposte. È stato comunque confermato che, soprattutto quelli con la catena alchilica più lunga, e i loro principali metaboliti, come l'acido p-idrossibenzoico stesso, possono debolmente interferire con il sistema ormonale<ref>{{cita pubblicazione | autore = Pugazhendhi D, Pope GS, Darbre PD.| anno = 2005 | mese= luglio-agosto| titolo = Oestrogenic activity of p-hydroxybenzoic acid (common metabolite of paraben esters) and methylparaben in human breast cancer cell lines.| rivista = J Appl Toxicol|volume = 25(4)| pp = 301-309|url =https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16021681}}</ref>. Varie ricerche evidenziano come tale attività estrogenica sia di molti ordini di grandezza inferiore (1/100000) a quella dell'estradiolo o del [[etinilestradiolo]], l'ormone sintetico spesso utilizzato nelle [[pillole anticoncezionali]]<ref>[http://refhub.elsevier.com/S0378-4274(13)01365-9/sbref0480 Routledge, E.J., Parker, J., Odum, J., Ashby, J., Sumpter, J.P., 1998. Some alkyl hydroxy benzoate preservatives (parabens) are estrogenic. Toxicol. Appl. Pharmacol. 153, 12–19.]</ref><ref>[http://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/10408440490920104 Golden, R., Gandy, J., Vollmer, G., 2005. A review of the endocrine activity of parabens and implications for potential risks to human health. Crit. Rev. Toxicol. 35, 435–458.]</ref>.
La controversia sugli ipotetici rischi associati ai potenziali interferenti endocrini nel cosmetico è ancora viva<ref name="legend">{{cita pubblicazione|
Chi ritiene assai improbabile e non realistica l'ipotesi di danni alla salute arrecati da cosmetici contenenti parabeni fa riferimento alla loro grande diffusione in natura, alla loro minima potenzialità estrogeno-mimetica e al fatto che terapie ad alto dosaggio di estrogeni, compresa la [[pillola anticoncezionale]], non hanno una significativa relazione causale con il cancro al seno<ref name="legend" />.▼
▲La controversia sugli ipotetici rischi associati ai potenziali interferenti endocrini nel cosmetico è ancora viva<ref name=legend>{{cita pubblicazione|url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0378427413013659 |titolo=Endocrine disruption: Fact or urban legend?| autore = G.J.Nohynek, C.J. Borgert, D.Dietrich, K.K.Rozman |rivista=Toxicology Letters| numero = 223| data=2013|pagina= 295–305 }}</ref> ed in alcuni paesi si è pensato di adottare il [[principio di precauzione]] per cosmetici applicati a neonati o infanti: per quanto debole sia l'attività estrogenica dei parabeni, questa può risultare un rischio inaccettabile nel caso il cosmetico sia applicato sulla pelle, magari lesa, di neonati o infanti.
▲Chi ritiene assai improbabile e non realistica l'ipotesi di danni alla salute arrecati da cosmetici contenenti parabeni fa riferimento alla loro grande diffusione in natura, alla loro minima potenzialità estrogeno-mimetica e al fatto che terapie ad alto dosaggio di estrogeni, compresa la pillola anticoncezionale, non hanno una significativa relazione causale con il cancro al seno<ref name=legend />.
== Assetto regolatorio ==
Dal 1972 i principali parabeni sono stati classificati come sicuri dalla [[
Non essendo possibile definire la [[NOAEL]] dell'[[Propilparaben|idrossibenzoato di propile]], gli additivi E216 e E217 sono stati rimossi dal [[regolamento UE]] 1129/2011<ref name=reg1129>[
I parabeni sono autorizzati come conservanti cosmetici con limitazioni o restrizioni che possono variare da nazione a nazione.
Negli USA non è stato definito alcun limite legale di concentrazione dei parabeni nei cosmetici. Il Cosmetic Ingredient Review (CIR), ente privato di riferimento che studia la sicurezza degli ingredienti cosmetici, in una revisione del 1984 fissava una concentrazione limite del 25%. Anche a seguito della pressione pubblica, nel 2005 e nel 2008 la valutazione di sicurezza dei parabeni cosmetici fatta dal CIR, (considerando che l'effettivo utilizzo nel cosmetico contempla concentrazioni tipiche <0,3%) si è allineata alle norme europee<ref name="cir" />.
In Europa i parabeni sono classificati come [[conservanti (cosmetica)|conservanti]] ed elencati nell'apposito allegato del regolamento. Dopo una consultazione pubblica, non avendo l'industria fornito informazioni a supporto di <small>ISOPROPYLPARABEN, ISOBUTYLPARABEN, PHENYLPARABEN, BENZYLPARABEN, PENTYLPARABEN</small> e non essendo possibile valutare i margini di sicurezza per il loro utilizzo, si è deciso di cancellarli dalla lista dei conservanti cosmetici autorizzati nella [[Unione europea|UE]].
== Il bando francese e le restrizioni danesi ==
Tra maggio e luglio del 2011, in [[Francia]] è stata adottata la legge chiamata Lachaud dal nome del suo promotore.
Il provvedimento legislativo si compone di un solo breve articolo, che recita: “La produzione, importazione, vendita e offerta di prodotti con [[ftalati]], parabeni e [[alchilfenoli]] è proibita”.<ref>[http://www.assemblee-nationale.fr/13/cri/2010-2011/20110168.asp#P491_100825 Legge “Lachaud“:voto del Senato]</ref><ref>[http://www.assemblee-nationale.fr/13/dossiers/interdiction_phtalates.asp Proposta di legge “Lachaud”]</ref>
Nel 2011 il [[governo danese]] ha introdotto una restrizione nell'uso di alcuni parabeni (propyl-, isopropyl-, butyl- isobutyl-), bandendone l'utilizzo nei prodotti destinati a infanti fino a 3 anni di età. (BEK no. 166 24/02/2011) .
L'SCCS, il Comitato scientifico europeo per la sicurezza dei consumatori, alla luce dei provvedimenti danesi, si è pronunciato valutando la sicurezza dei parabeni anche nei cosmetici per infanti o neonati, confermando che limiti e restrizioni specificate nel regolamento sono adeguati anche nel caso di cosmetici applicati a minori.<ref>[http://ec.europa.eu/health/scientific_committees/consumer_safety/docs/sccs_o_069.pdf Clarification on Opinion SCCS/1348/10 in the light of the Danish clause of safeguard banning the use of parabens in cosmetic products intended for children under three years of age]</ref>
== Chimica ==
L'acido 4-idrossibenzoico, uno dei più diffusi [[acidi fenolici]], è in comune a tutti i parabeni. Rientrano nella classe dei parabeni l'acido 4-idrossibenzoico stesso, i suoi esteri e sali.
I più comuni sono [[metilparabene]] (methylparaben, E218), [[etilparabene]] (ethylparaben, E214), [[propilparabene]] (propylparaben, E216) e [[butilparabene]] (butylparaben) e rispettivi sali di sodio. Parabeni meno diffusi sono [[isobutilparabene]] (isobutylparaben), [[isopropilparabene]] (isopropylparaben), [[benzilparabene]] (benzylparaben) e loro rispettivi sali. La struttura chimica generale è raffigurata nell'illustrazione, in cui R rappresenta un [[gruppo alchilico]], come [[metile]], [[etile]], [[propile]] o [[butile]], legato all'acido 4-idrossibenzoico. Allungando la catena alchilica si alza il coefficiente di partizione ottanolo/acqua, che passa da un valore di 1,96 per il 4-idrossibenzoato di metile a 3,57 per il 4-idrossibenzoato di butile.
== Sintesi ==
Tutti i parabeni presenti in commercio sono di origine sintetica, sebbene alcuni siano identici a molecole presenti in natura. Sono sintetizzati mediante [[esterificazione]] dell'[[acido 4-idrossibenzoico]] con l'[[Alcoli|alcool]] appropriato. L'acido 4-idrossibenzoico è, a sua volta, prodotto industrialmente mediante una variante della [[reazione di Kolbe-Schmitt]], usando [[Fenolo|fenato di potassio]] e [[anidride carbonica]].
Lo schema generale di esterificazione di un acido con un alcool (conosciuto come [[Esterificazione di Fischer]]) è il seguente:
[[File:
L'acido è fatto reagire in eccesso di alcool e con sottrazione successiva di acqua, in presenza di un [[catalizzatore]] [[base (chimica)|acido]]
Trattandosi di una reazione di [[equilibrio chimico|equilibrio]], la sottrazione di acqua e l'eccesso di
== Utilizzo ==
Il basso costo, l'efficacia tecnologica, il basso profilo tossicologico e l'impiego decennale
=== Utilizzo cosmetico ===
Il principale utilizzo dei parabeni, in volume, è per il mercato cosmetico, anche se negli ultimi anni c'è il boom della dicitura "non contiene parabeni".
Varie indagini hanno individuato i parabeni come ingredienti della grande maggioranza dei cosmetici sul mercato (>90% negli anni novanta)<ref>Rastogi S. C., Schouten A., de Kruijf N., Weijland J. W. (1995). Contents of methyl-, ethyl-, propyl-, butyl- and benzylparaben in cosmetic products. Contact Derm. 32, 28–30</ref> La percentuale di cosmetici con parabeni risulta in calo a seguito della pressione pubblica e della loro stigmatizzazione: indagini effettuate nel 2011 rilevano il ridursi della loro presenza nei prodotti, scesa al 44%<ref>{{cita pubblicazione|autore=Yazar K, Johnsson S, Lind ML, et al.
Nella UE sono autorizzati per l'utilizzo come conservanti cosmetici due gruppi di parabeni con diverse limitazioni:
Riga 125 ⟶ 117:
|-
|
<small>4-HYDROXYBENZOIC ACID
|massima concentrazione di ogni singola sostanza 0,4%
|-
Riga 131 ⟶ 123:
| massima concentrazione di ogni singola sostanza o della loro somma 0,14%
|-
|
|La somma delle concentrazioni di tutti i parabeni contenuti nel cosmetico non può superare lo 0,8%.
|-
Riga 138 ⟶ 130:
=== Utilizzo alimentare ===
Nella UE sono utilizzati e considerati sicuri<ref>[
== Presenza in natura ==
La controversia sulla sicurezza dei parabeni si è focalizzata anche sulla loro presenza in natura.
Sono [[xenoestrogeni]] alcuni composti fenolici, affini ai parabeni, come ad esempio gli idrossi-[[Anisolo|anisoli]] alchilati, e i [[Acido gallico|gallati]] alchilici (utilizzati anche come additivi preservanti e antiossidanti): come in generale molti altri esteri idrossibenzoici, si tratta di composti naturali di origine vegetale, utilizzati dalle piante per difendersi dai loro parassiti o dagli erbivori; tipico esempio è il [[salicilato di metile]] in ''[[Betula lenta]]'' e in ''[[Spiraea]]'', che le rende commestibili a poche specie. Il metil parabene è presente nei [[mirtillo|mirtilli]]<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Antimicrobial Agents From Higher Plants. Antimicrobial Agents From
Spesso, gli argomenti di chi ribadisce la sicurezza dei parabeni nell'utilizzo cosmetico o alimentare fanno leva proprio sulla loro diffusione nel mondo vegetale<ref name=cdc /><ref name=cir />.
In realtà, mentre i fenoli sono diffusissimi nel mondo vegetale, l'acido 4-idrossibenzoico, un acido fenolico, e i suoi esteri in forma libera, sono stati rintracciati solo in poche analisi. I parabeni in frutta e vegetali possono essere presenti<ref>Determination of Free and Total Phenolic Acids in Plant-Derived Foods by HPLC with Diode-Array Detection Pirjo Mattila * and Jorma Kumpulainen MTT Agrifood Research Finland, Food Research, ET-talo, 31600 Jokioinen, Finland J. Agric. Food Chem., 2002, 50 (13), pp 3660–3667 DOI: 10.1021/jf020028p</ref><ref>[
▲L'olio di [[Açaí]], ottenuto dai frutti di ''[[Euterpe oleracea]]'', è risultato essere uno dei più ricchi di acido para-idrossibenzoico (892 ± 52 mg/kg).<ref>{{cita pubblicazione|rivista = J Agric Food Chem |data=Giugno 2008 | volume = 56 | numero = 12 | pagina = 4631–6 | titolo = Chemical composition, antioxidant properties, and thermal stability of a phytochemical enriched oil from Acai (Euterpe oleracea Mart.) | autore = Pacheco-Palencia LA, Mertens-Talcott S, Talcott ST |PMID = 18522407| doi = 10.1021/jf800161u }}</ref>
== Note ==
| |||