Programma atomico sovietico: differenze tra le versioni

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{{Doppia immagine|right|Igor DImitrovKurchatov Vladimir Raimondo001.png|165|Lavrenty Beria.jpg|160|[[Igor' Vasil'evič Kurčatov]], direttore scientifico del programma atomico|[[Lavrentij Berija]], responsabile politico del programma}}
Il '''programma atomico sovietico''' fu l'insieme dell'attività di ricerca, produzione e verifica sperimentale svolto dall'[[Unione Sovietica]] per costruire la [[bomba atomica]]. Il programma, iniziato a livello teorico negli [[anni 1930|anni '30]] e proseguito con notevoli difficoltà durante la [[seconda guerra mondiale]], si sviluppò con grande rapidità e sorprendente successo a partire dalla fine del conflitto a seguito soprattutto delle [[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|esplosioni atomiche americane di Hiroshima e Nagasaki]] e delledella decisione di [[Stalin]] di affrettare al massimo la ricerca per controbattere e neutralizzare la supremazia strategica dell'avversario della [[guerra fredda]] (1946-1991).
 
Il programma intensivo per la produzione della bomba atomica, guidato da [[Lavrentij Pavlovič Berija|Lavrentj Berija]] e denominato in codice '''operazione Borodino''' si avvalse di tutte le risorse disponibili messe a disposizione da Stalin, dei migliori ricercatori sovietici sotto la direzione di [[Igor' Vasil'evič Kurčatov]], ed anche dell'apporto della scienza tedesca e dell'delle informazioni fornite da spie occidentali favorevoli per motivi ideali all'Unione Sovietica. La prima bomba atomica sovietica, [[RDS-1]], nota anche come ''Pervaja molnija'' ("primo raggiolampo"), venne fatta esplodere con successo il 29 agosto 1949 a quattro anni dalla bomba americana.
 
== Storia del programma atomico sovietico ==
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[[File:IoffeStamp.jpg|thumb|upright=0.7|[[Abram Ioffe]], direttore del Centro Radiologico di [[Leningrado]].]]
La ricerca teorica degli scienziati sovietici degli [[anni trenta]] aveva sviluppato importanti studi nel campo dell'atomo e delle sue possibili applicazioni pratiche, tuttavia a livello politico i dirigenti sovietici, concentrati su molti altri problemi strategici e militari, non ritennero prioritario sollecitare ulteriori ricerche finalizzate all'invenzione di nuove armi<ref>{{Cita|Bellamy 2010|p. 557}}.</ref>. Prima dell'inizio del conflitto mondiale, il centro di ricerca principale era l'Istituto Radiologico di [[Leningrado]] del professor [[Abram Ioffe]], ma i programmi avevano una bassa priorità e non avevano attirato l'attenzione della dirigenza politica<ref name="JE79">{{Cita|Erickson 2002|p. 79}}.</ref>.
 
L'inizio della [[seconda guerra mondiale]] sul [[fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]] con il suo andamento catastrofico per l'[[Unione Sovietica]] provocò ulteriori conseguenze negative per la ricerca sperimentale sull'atomo. In primo luogo la frettolosa evacuazione delle industrie e anche dei centri di progettazione e ricerca causò una grande dispersione degli scienziati e degli istituti con conseguente ulteriore rallentamento dei programmi e mancanza di comunicazione teorica tra i ricercatori; il centro radiologico del professor Ioffe per esempio venne trasferito a [[Kazan']]<ref name="JE79"/>. Inoltre i dirigenti sovietici nella prima fase della guerra sollecitavano gli scienziati a sviluppare con la massima urgenza soprattutto la tecnologia del radar, gli studi per la protezione navale anti-mine e il miglioramento degli armamenti terrestri; la ricerca su quella che veniva già denominata "bomba all'uranio" era per il momento considerata meno prioritaria<ref name="JE79"/>.
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Le cose iniziarono a cambiare in seguito all'acquisizione da parte di agenti del [[Narodnyj komissariat vnutrennich del|NKVD]] ("Commissariato del popolo per gli affari interni") diretto da [[Lavrentij Berija]], di informazioni segrete sull'attività di ricerca sull'atomo in sviluppo nelle altre nazioni; il 4 ottobre 1941 una prima comunicazione ufficiale dell'NKVD riferì che un "agente nel [[Regno Unito]]" aveva sottratto un documento segreto britannico in cui si descriveva la possibilità di costruire ordigni esplosivi sfruttando l'energia nucleare<ref>{{Cita|Bellamy 2010|pp. 557-558}}.</ref>. Nel documento si parlava di una "bomba nucleare" in grado di produrre un risultato "circa mille volte superiore a quello di una bomba convenzionale dello stesso peso". L'agente segreto in Inghilterra era verosimilmente [[John Cairncross]], uno dei componenti dei famosi ''[[Cinque di Cambridge|Cambridge Five]]'' e le sue informazioni erano straordinariamente attendibili e interessanti<ref>{{Cita|Bellamy 2010|p. 558}}.</ref>.
 
Dopo questo primo documento, nei mesi seguenti i servizi di informazione sovietici raccolsero molte altre notizie riguardo alle ricerche segrete sulle nuove armi nucleari svolte dai più importanti paesi occidentali; nel marzo 1942 Berija in persona comunicò a [[Stalin]] una sintesi di queste informazioni anche se apparentemente egli sottovalutò l'importanza delle notizie e la potenza teorica di questa nuova arma<ref>{{Cita|Bellamy 2010|p. 559}}.</ref>. Anche successive informazioni raccolte dai partigiani ucraini che avevano sottratto documenti tedeschi in cui si parlava di ricerche in corso di uranio, non sembrarono impressionare gli esperti sovietici che erano stati consultati da [[Sergej Kaftanov]], il ministro dell'istruzione e il principale consulente scientifico del Comitato statale di Difesa, il comando supremo politico-militare diretto da Stalin<ref>{{Cita|Bellamy 2010|ppp. 559-560}}.</ref>.
 
[[File:Pyotr Kapitsa 1930s.jpg|thumb|upright=0.7|Foto degli [[anni 1930|anni trenta]] di [[Pëtr Leonidovič Kapica]]]]
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Nel frattempo alcuni scienziati sovietici non intendevano abbandonare le loro ricerche sull'atomo nonostante le enormi difficoltà create dalla guerra; in particolare [[Georgij Flërov]] nel dicembre del 1941 era giunto a Kazan' per parlare con i ricercatori dell'istituto trasferito da Leningrado e soprattutto con [[Igor' Vasil'evič Kurčatov]] a cui egli intendeva chiedere di guidare un gruppo di ricerca sulla nuova arma, ma Kurčatov non era più a Kazan' essendosi trasferito a [[Murmansk]] per guidare il gruppo di ricerca sulle mine anti-nave<ref name="JE79"/>. Flërov quindi parlò con gli altri scienziati tra cui Ioffe e [[Pëtr Leonidovič Kapica]] ma in quel momento non si giunse ad alcuna conclusione concreta<ref name="JE79"/>. Flërov aveva lavorato prima della guerra alla ricerca teorica sulla [[fissione nucleare]] insieme a Konstantin Petržak e, mentre prestava servizio come ufficiale inferiore nelle forze aeree sovietiche a [[Voronež]], si convinse, dopo aver rilevato che tutte le riviste scientifiche internazionali dopo l'inizio della guerra mantenevano un assoluto silenzio sulla fisica nucleare, che le altre potenze stavano progettando in segreto una bomba atomica<ref name="CB560">{{Cita|Bellamy 2010|p. 560}}.</ref>. Nell'aprile 1942 egli prese l'audace decisione di scrivere personalmente a Stalin una lettera in cui sollecitava provvedimenti operativi immediati per colmare il divario con le altre nazioni; Flërov affermava che ci sarebbe stata "una rivoluzione negli armamenti militari pesanti" e che l'Unione Sovietica rischiava di "non prenderne parte"<ref name="CB560"/>.
 
[[File:Kaftanov SV.jpg|thumb|left|upright=0.6|[[Sergej Vasil'evič Kaftanov]], il consulente scientifico del Comitato statale di difesa dell'[[Unione Sovietica]], invitò [[Stalin]] a proseguire la ricerca sulla "bomba all'uranio".]]
 
Apparentemente Stalin comprese l'importanza della questione e una fondamentale riunione del Comitato statale di difesa si tenne poco dopo la lettera di Flërov; il dittatore sovietico aveva convocato alcuni dei massimi scienziati ed esperti, tra cui Kapica, Ioffe, [[Vitalij Grigor'evič Chlopin]] e [[Vladimir Ivanovič Vernadskij]], furono richiamati a Mosca, oltre al responsabile scientifico del comitato Kaftanov<ref name="JE79"/><ref name="CB560"/>. In questa occasione si discusse sulla "bomba all'uranio" di cui aveva scritto Flërov. Le opinioni non erano concordi; tutti ritenevano che le ricerche sull'atomo fossero importanti, ma alcuni pensavano che al momento fossero questioni secondarie e irrealistiche rispetto ai pressanti problemi di sopravvivenza che stava affrontando l'Unione Sovietica<ref name="CB560"/>. Kaftanov invece affermò che il problema era cruciale; indipendentemente dagli enormi investimenti che avrebbe richiesto, il programma sulla bomba andava portato avanti visto che era prevedibile che i tedeschi riuscissero a fabbricare la "loro bomba" guadagnando un vantaggio decisivo<ref name="CB560"/>. Stalin in un primo tempo non sembrò completamente convinto ma alla fine disse a Kaftanov: "dovremmo procurarcela"<ref name="CB560"/>.
 
Il dittatore richiese una intensificazione massima dell'attività di informazione e spionaggio all'estero per accelerare la raccolta di notizie sui progetti atomici delle altre nazioni e favorire gli sviluppi della ricerca sovietica; gli agenti dell'NKVD a Berlino, Londra e New York ricevettero il 14 giugno 1942 messaggi in codice che ordinavano di raccogliere a tutti i costi il maggior numero di informazioni possibile sugli aspetti scientifici e costruttivi della ricerca atomica<ref>{{Cita|Bellamy 2010|ppp. 560-561}}.</ref>. Ebbe quindi inizio, in condizioni di enorme difficoltà organizzativa con l'esercito tedesco in [[battaglia di Stalingrado|marcia su Stalingrado]] e l'[[Armata Rossa]] che sembrava vicina al crollo definitivo, il programma sovietico di progettazione e costruzione della "bomba all'uranio". Berija aveva proposto di nominare a capo del programma Kapica o Ioffe; anche Kaftanov aveva indicato Ioffe come possibile direttore della ricerca segreta, ma Stalin non fu d'accordo<ref name="CB561">{{Cita|Bellamy 2010|p. 561}}.</ref>. Egli riteneva che la scomparsa dalla vita pubblica di questi eminenti ricercatori avrebbe insospettito gli informatori tedeschi e anglo-sassoni<ref name="CB561"/>. Abram Ioffe peraltro non si dichiarò disponibile a causa delle sue condizioni fisiche, mentre Kapica sembrò pessimista sulla riuscita dell'impresa<ref name="CB561"/>. Alla fine, nel settembre 1942, venne scelto Igor' Kurčatov che fin dall'inizio era stato il candidato di Flërov e aveva fatto ottima impressione su Stalin, Berija e [[Vjaceslav Molotov]] per la sua grande energia, la sua forte personalità e la sua preparazione specifica, avendo in passato lavorato alla ricerca sperimentale sull'atomo<ref name="CB561"/>. Kurčatov aveva avuto grandi dubbi inizialmente sull'utilità di questa ricerca, ma ben presto si dedicò con il massimo impegno al suo nuovo incarico<ref name="JE79"/>.
 
Kurčatov ricevette pieni poteri e la possibilità di richiedere e ottenere ogni scienziato o tecnico che egli avesse ritenuto necessario al programma di sviluppo<ref name="JE79"/>. Mentre Flërov dava inizio ad una serie di ricerche sperimentali sull'uranio nei laboratori di Kazan', Kurčatov si trasferì a Mosca dove, con l'aiuto del personale operativo fornito dal Comitato statale di difesa, gli scienziati cominciarono, inizialmente all'Istituto Sismologico e poi all'Istituto di Chimica inorganica, a progettare un nuovo [[ciclotrone]]<ref name="JE79"/>. Dopo l'estate 1943 la situazione militare migliorò grandemente per l'Unione Sovietica e il programma di ricerca e produzione fece progressi e ampliò le sue strutture: Kurčatov organizzò il cosiddetto "Laboratorio N. 2" a Mosca e svolse, insieme a Kapica, la maggior parte del lavoro teorico sulla fissione nucleare e la reazione a catena<ref name="JE80">{{Cita|Erickson 2002|p. 80}}.</ref>. Dall'agosto 1943 venne aperto a [[Char'kov]] liberata dall'occupante tedesco, il "Laboratorio N. 1" dove anche [[Kirill Dmitrievič Sinel'nikov]] si mise al lavoro sul "progetto della bomba"<ref name="JE80"/>.
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{{Citazione|[[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Vjačeslav Molotov]]: vogliono alzare il prezzo....[[Stalin]]: lo alzino pure...Bisogna parlare oggi stesso con Kurčatov per dirgli di accelerare il nostro lavoro...|Dialogo tra Stalin e Molotov durante la [[conferenza di Potsdam]] dopo aver appreso dal presidente [[Harry Truman]] del riuscito [[Trinity (test nucleare)|esperimento atomico americano]]<ref>{{Cita|Boffa 1990|p. 286}}.</ref>}}
 
[[File:Potsdam conference 1945-3.jpg|thumb|upright=1.2|Da sinistra a destra: [[Stalin]], [[Harry Truman]] e [[Winston Churchill]] durante la [[Conferenzaconferenza di Potsdam]].]]
 
Stalin era il capo supremo dell'Unione Sovietica e durante la [[seconda guerra mondiale]] svolse un enorme lavoro di supervisione, controllo e direzione di praticamente tutti gli aspetti economici, politici, diplomatici e militari dello sforzo bellico sovietico<ref>{{Cita|Boffa 1990|p. 195}}.</ref>; egli in particolare prendeva le decisioni finali e definitive anche sugli aspetti di programmazione e sviluppo dell'industria degli armamenti e quindi era informato dei programmi connessi con lo studio e la produzione di una "super-bomba". Sembra tuttavia che, dopo le prime decisioni operative del 1942-43, fino al 1945 egli non assegnasse ancora un'alta priorità a questi programmi; Kurčatov fu ricevuto dal dittatore per la prima volta solo nel gennaio 1945<ref name=GV224>{{Cita|Valdevit 2010|p. 224}}.</ref>.
 
La [[Conferenzaconferenza di Potsdam]] tra i [[Tre Grandi]] del luglio 1945 dopo la sconfitta totale della [[Germania nazista]] provocò cambiamenti decisivi della situazione politico-militare mondiale; il 16 luglio 1945 aveva avuto pieno successo l'[[Trinity (test nucleare)|esperimento atomico americano di Alamogordo]] e il 21 luglio il presidente [[Harry Truman]] venne informato della riuscita superiore alle aspettative del test nucleare<ref>{{Cita|Lattanzio 2009|p. 23}}.</ref>. Il presidente quindi il 24 luglio inaugurò la sua cosiddetta "diplomazia atomica"<ref>{{Cita|Alperovitz 1996|pp. 150-185}}.</ref>, dimostrando subito un atteggiamento di ferma superiorità e di rigidità politico-diplomatica verso i sovietici, dopo aver brevemente comunicato a Stalin la riuscita dell'esperimento e quindi il possesso da parte degli Stati Uniti di un'arma rivoluzionaria di straordinaria potenza<ref name="GV224"/>. Truman fu vago e misterioso; non pronunciò né la parola "atomica" né "nucleare" e non disse sinceramente a Stalin che si trattava di una bomba atomica<ref>{{Cita|Alperovitz 1996|pp. 159-160}}.</ref>; egli era convinto di aver ottenuto, con il suo annuncio, una superiorità decisiva sul suo interlocutore sovietico e ritenne possibile, grazie al possesso in esclusiva della nuova arma, iniziare finalmente una politica più aggressiva per contrastare l'espansionismo sovietico in Europa e in Asia<ref>{{Cita|Alperovitz 1996|pp. 195-220}}.</ref>.
 
Stalin replicò con apparente imperturbabilità al clamoroso annuncio di Truman e sul momento non fece domande, non chiese chiarimenti e si limitò ad augurare un "buon uso" della nuova arma, ma in realtà egli comprese subito la portata dell'evento e l'importanza potenzialmente decisiva di questa scoperta per l'equilibrio mondiale e per la sicurezza dell'Unione Sovietica che, nonostante la vittoria, usciva stremata e vulnerabile dalla seconda guerra mondiale di fronte alla straripante potenza economico-militare degli Stati Uniti<ref>{{Cita|Boffa 1990|pp. 286-287}}.</ref>. Il dittatore decise di accettare la sfida e di non sottomettersi alla supremazia americana; egli la sera stessa dell'annuncio di Truman parlò con Molotov e apparve ben deciso a potenziare la ricerca nucleare sovietica e iniziare una vera "corsa contro il tempo" per recuperare a tutti i costi lo svantaggio. Subito dopo l'impressionante dimostrazione di forza del [[bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki]] del 6 e 9 agosto 1945, Stalin creò seduta stante un "Comitato statale per il problema N. 1" (che era la bomba atomica), a cui sarebbe presto stato aggiunto un "Comitato statale per il problema N. 2", che riguardava la progettazione e la costruzione degli armamenti, bombardieri e missili, per poter impiegare concretamente la bomba contro gli Stati Uniti<ref name=AG51 />.
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=== Operazione Borodino ===
 
Ebbe quindi inizio la cosiddetta "Operazioneoperazione Borodino" che fu il nome in codice assegnato al programma atomico sovietico dopo la costituzione del "Comitato statale per il problema N. 1"<ref name=GV224 />; Stalin assegnò la direzione del programma a Lavrentij Berija che ebbe pieni poteri e l'autorizzazione ad utilizzare tutti i mezzi e le risorse ritenuti necessari per raggiungere l'obiettivo della super-bomba<ref name=AG51>{{Cita|Graziosi 2008|p. 51}}.</ref>; oltre a Berija, gli altri membri del comitato furono [[Georgij Maksimilianovič Malenkov|Georgij Malenkov]], il capo del [[Gosplan|GOSPLAN]] [[Nikolaj Alekseevič Voznesenskij]], e i due scienziati Kurčatov e Kapica<ref>{{Cita|Valdevit 2010|pp. 224-225}}.</ref>. In un colloquio con Kurčatov, il dittatore affermò esplicitamente che il comitato poteva chiedere "tutto ciò che vi piace. Non vi verrà detto di no."<ref>{{Cita|Valdevit 2010|p. 225}}.</ref>; Stalin fece anche pressioni su Voznesenskij affinché fornisse, con priorità su ogni altro programma economico statale, i mezzi richiesti per l'operazione Borodino<ref name="AG51"/>.
 
Berija divenne subito il capo supremo del programma atomico e diresse il lavoro con grande energia impiegando anche metodi e sistemi basati sull'intimidazione e le minacce, a lui consueti dai tempi della direzione del sistema concentrazionario-repressivo dello statoStato sovietico<ref name="AG51"/>. Egli impiegò per dirigere il programma e accelerare al massimo la ricerca e la produzione, uomini a lui fedeli provenienti dagli apparati della polizia segreta del [[Ministero degli affari interni dell'Unione Sovietica|MVD]]-[[Ministerstvo gosudarstvennoj bezopasnosti|MGB]] che ripresero i vecchi sistemi intimidatori, ed esercitò enorme pressione sui suoi collaboratori affinché ottenessero i risultati richiesti da Stalin; in alcune occasioni minacciò di trasformarli, in caso di insuccesso, in "polvere di lager"<ref>{{Cita|Graziosi 2008|pp. 51-52}}.</ref>. I suoi principali luogotenenti incaricati degli aspetti organizzativi dell'operazione Borodino, furono il capace Boris Vannikov, sottoposto ad arresti e torture nel 1941 e ritornato poco dopo alla direzione dell'industria degli armamenti, che assunse anche la guida del cosiddetto ministero per la "Costruzione di macchinari medi", che divenne da quel momento la denominazione ufficiale dell'industria nucleare sovietica, e [[Avraamij Pavlovič Zavenjagin]], uomo di grande preparazione e abilità, duro, determinato, ma in precedenza costruttore di alcune delle più grandi strutture del sistema [[GULAG]]<ref name="AG51"/>.
 
[[File:2003. Марка России 0819 hi.jpg|thumb|left|upright=1.2|[[Igor Kurčatov]], direttore scientifico dell'operazione Borodino, ritratto in un francobollo russo del 2003.]]
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{{Armi nucleari}}
{{Guerra nucleare}}
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