Apice (Italia): differenze tra le versioni
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|Amministratore locale= Angelo Pepe
|Partito=[[Lista civica|Apice in comune]]
|Data elezione=
|Data istituzione=
|Altitudine=220
|Sottodivisioni=[[#Contrade|9 contrade]]
|Divisioni confinanti=[[Ariano Irpino]] ([[Provincia di Avellino|AV]]), [[Bonito (Italia)|Bonito]] (AV), [[Buonalbergo]], [[Calvi (Italia)|Calvi]], [[Melito Irpino]] (AV), [[Mirabella Eclano]] (AV), [[Montecalvo Irpino]] (AV), [[Paduli]], [[San Giorgio del Sannio]], [[Sant'Arcangelo Trimonte]], [[Venticano]] (AV)
|Zona sismica=1
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}}
'''Apice''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Il territorio comunale, la cui altitudine varia da 150 a 640 {{m s.l.m.}}, è solcato dai fiumi [[Calore irpino
Il vecchio centro abitato (abbandonato a seguito del [[terremoto dell'Irpinia del 1962|sisma del 1962]]) sorge a 250 metri di quota alla destra del Calore; quello moderno si erge invece a un'altitudine di 300 metri sul lato sinistro del fiume
L'agro rurale era lambito a sud-ovest dalla [[via Appia Antica]], della quale rimangono i ruderi di un ponte.
Il territorio ha una [[superficie agricola utilizzata]]<ref>Dato riferito all'anno 2000</ref> di {{formatnum:2900
=== Clima ===
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== Origini del nome ==
L'origine del toponimo è incerta. Le ipotesi principali fanno riferimento al nome comune ''apex'' (="cono", con riferimento al cocuzzolo su cui sorge il centro storico), oppure al nome personale romano ''Apicius''<ref>{{cita libro|titolo=Pompei Ercolano Napoli e dintorni|p=749}}</ref>. Altri ipotizzano invece un'origine preromana, eventualmente con riferimento al [[bue Apis]] o al popolo degli [[Iapigi]]<ref>{{cita testo|titolo=Apice|url=http://www.gnssr2019.org/files/Apice.pdf|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220917073440/http://www.gnssr2019.org/files/Apice.pdf}}</ref>.
== Storia ==
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{{chiarire|Gli apicesi si distinsero anche in [[Terra santa]] sotto [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo il Buono]], che li premiò con privilegi.}}
Nel 1186 fu costituito in [[conte]]a
Sotto gli [[Angioini]] fu teatro di sanguinosi conflitti, e nel 1417 cadde per poco in mano a [[Muzio Attendolo Sforza]]. Nel 1494, fu occupato dai francesi di [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]] ma appena partito questi, tornò contea. Nel 1647 anche Apice partecipò alla ribellione di [[Masaniello]] nel tentativo di liberarsi dal giogo feudale e spagnolo.
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=== Epoca moderna ===
Il comune fu devastato dal [[terremoto dell'Irpinia e di Benevento del 1702|terremoto del 1702]], con epicentro nelle immediate vicinanze di Apice, che provocò una trentina di morti, pari al 2,6% della popolazione dell'epoca<ref>{{cita web|url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/01270.html|titolo=Catalogue of strong earthquakes in Italy|sito=Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180108175247/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/01270.html|dataarchivio=8 gennaio 2018}}</ref>. Nel quadriennio 1743-46 il suo territorio fu soggetto alla competenza territoriale del ''[[regio consolato di commercio]]'' di [[Ariano Irpino|Ariano]]<ref>{{cita libro|Tommaso|Vitale|Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi|url=https://books.google.it/books?id=vW2YUtbHbH0C&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|
1794|Salomoni|Roma|p=174}}</ref>. Nel [[catasto onciario]] del 1753 sono in evidenza i luoghi della vecchia Apice, ossia la Terra di Apicij, il feudo di [[Cubante|Lo Covante]], Castiglione, San Lorenzo Vecchio, San Francesco, Corigliano e Monterone, quando il paese era abitato da 337 nuclei familiari ([[Fuoco (demografia)|fuochi]]).
Nell'Ottocento, all'epoca del [[regno delle Due Sicilie]], Apice fu aggregato amministrativamente al circondario di [[Paduli]] nell'ambito del [[distretto di Ariano]], all'interno della provincia di [[Principato Ultra]].
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[[File:Apice (BN), 2007, Il paese abbandonato. (16161843302).jpg|miniatura|upright=0.8|Scorcio del paese abbandonato]]
Il 21 agosto 1962 il centro fu duramente colpito da [[Terremoto dell'Irpinia del 1962|due scosse di terremoto]] del VI e VII grado della scala Mercalli, che devastarono il Sannio e l'[[Irpinia]] facendo 17 morti. Il [[Ministero dei lavori pubblici]] ordinò l'evacuazione dei {{formatnum:6500}} abitanti, che si trasferirono in gran parte nel nuovo abitato sorto sul pianoro prospiciente il vecchio paese. Parte degli abitanti rimase (nonostante l'ordinanza di evacuazione) fino al 1980, quando il [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto dell'Irpinia]] costrinse gli ultimi abitanti a lasciare il paese.
===Simboli===
Nello stemma comunale, riconosciuto con DCG del 15 maggio 1931<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?985 |titolo= Apice |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso= 24 settembre 2023 }}</ref>, sono rappresentati tre monti di verde sormontati da sei fiamme rosse, disposte in fascia 3, 3.
Un precedente stemma, costituito da tre monti uniti sulle cui cime spiccavano delle bionde spighe di grano era stato assegnato ad Apice nel 1504 dal re Ferdinando II d'Aragona, perché il «comune, con il grano che produceva e conservava, alleviò la miseria che affliggeva quell'anno il Regno di Napoli». Nell'emblema attuale le fiammelle hanno sostituito le tre spighe di grano.<ref>{{cita web|url= http://www.comune.apice.bn.it/c062003/zf/index.php/storia-comune |titolo= Storia del Comune |sito= Comune di Apice (BN) |accesso= 24 settembre 2023 }}</ref>
[[File:Apice vecchio - strada.jpg|upright=0.8|miniatura|Una strada del centro storico abbandonato]]▼
Il gonfalone è un drappo rettangolare di azzurro.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo (Apice)}}
Di origine longobarda, la [[Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo (Apice)|chiesa]] ha forma di [[croce latina]]. Sulla facciata all'interno di due nicchie sono raffigurati una suora e un abate vestito con abiti pontificali che regge un [[pastorale (liturgia)|pastorale]]. L'interno è a tre navate separate da colonnati in [[stile ionico]]. Dei 18 altari in marmi policromi che erano presenti nel [[XV secolo]], si conservano solo alcuni; l'altare maggiore è affiancato dalle sculture settecentesche di due angeli. L'abside ospita un [[coro (mobilio)|coro]] ligneo di buona fattura. I dipinti cinquecenteschi rappresentano la [[Risurrezione di Gesù|Risurrezione di Cristo]] e l'[[Ascensione di Gesù|Ascensione]]. Il campanile originario della chiesa fu distrutto dal [[Terremoto dell'Irpinia e del Vulture del 1930|terremoto del 1930]] ed è stato sostituito da uno di edificazione recente. Nel 1693 l'arcivescovo di Benevento Orsini, successivamente pontefice con il nome di Benedetto XIII, in occasione di una sua visita alla cittadina stabilì che alla chiesa Arcipretale di Santa Maria Assunta fosse annessa la chiesa parrocchiale di San Pietro, sita nel territorio di Apice. La casa arcipretale fu ristrutturata nel [[1728]] su iniziativa dell'
==== Chiesa dei Santi Bartolomeo e Nicola ====
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==== Convento di San Francesco ====
Fu fatto costruire su una collina poco distante dal centro storico dallo stesso santo nel 1222. Il convento era per i frati luogo di preghiera e di lavoro; esso ha la pianta quadrata e all'interno conserva le celle dei monaci. Unita al convento c'è la chiesa, la cui facciata è ben conservata, di stile gotico. {{cn|Durante la costruzione del convento i frati non riuscendo a spostare una roccia enorme e molto pesante si rivolsero al santo, che con solo tre dita la sollevò facendo sgorgare in quel luogo acqua limpida e fresca}}. La sorgente esiste ancora oggi viene chiamata "Fonte Miracolosa"; si trova sotto le mura del convento, di fronte al luogo dove c'era la cella di San Francesco e vi si accede passando per una grotta. a sinistra della fonte ancora oggi c'è la pietra sulla quale si possono notare, benché corrose dal tempo, le impronte delle dita del santo.
=== Architetture militari ===
[[File:Apice - castello.jpg|miniatura|sinistra|Veduta panoramica del castello]]▼
Di epoca normanna, si trova nel centro storico, è in ottime condizioni. Oggi le sue stanze sono sedi del museo civico della civiltà contadina, di esposizione di reperti archeologici, di mostre e di altre attività culturali, nonché la Biblioteca comunale.▼
Il castello ha una pianta a forma decagonale e difeso da possenti mura, l'edificio nel passato era dotato di quattro torri; oggi ce ne sono solo due al di sotto delle quali c'erano i sotterranei, adibiti ai prigionieri e, secondo alcuni, gallerie che permettevano di uscire dal paese in caso di assedio. Dentro le mura c'è un grande cortile con una fontanella che serviva l'acqua agli abitanti e per abbeverare gli animali. Intorno al cortile c'erano le stanze dei servitori, salita una grande scalinata, al primo piano, c'erano i saloni di rappresentanza, mentre le camere padronali erano al piano superiore e nelle torri. Adibito per un certo periodo a civili abitazioni ora è in fase di ristrutturazione e molte sale hanno ripreso le antiche dimensioni.▼
====Castello del Fiego====
Sorto su un poggio a breve distanza dal [[fiume Ufita]], era la sede baronale dell'antico feudo [[Tropoaldo]], appartenuto alla [[contea di Ariano]]; vi risiedette la stessa contessa Minora. Ne rimangono i ruderi presso la [[contrada (geografia)|contrada]] ''Cupazzo''.
====''Castrum Templani''====
Di tale maniero alto-medievale, anticamente ubicato presso l'opposta sponda dell'Ufita, a valle della confluenza con il [[fiume Miscano]], non restano che scarse tracce. Appartenuto anch'esso alla contea di Ariano, ha dato il nome alla contrada [[Tignano (Apice)|Tignano]].
=== Architetture civili ===
Il nucleo antico della cittadina di Apice era abbellito da alcuni palazzi signorili:
*
* palazzo Cantelmo in piazza Umberto I, ornato da fini decorazioni esterne, che conserva ancora oggi un affresco raffigurante due donne, opera del Maestro Auciello (1932);
* palazzo Falcetti;
* palazzo Perriello, posto nelle vicinanze del castello.
===
▲==== Il Castello dell'Ettore o Castello Medievale ====
▲[[File:Apice - castello.jpg|miniatura|sinistra|Veduta panoramica del castello]]
▲Di epoca normanna, si trova nel centro storico, è in ottime condizioni. Oggi le sue stanze sono sedi del museo civico della civiltà contadina, di esposizione di reperti archeologici, di mostre e di altre attività culturali, nonché la Biblioteca comunale.
▲Il castello ha una pianta a forma decagonale e difeso da possenti mura, l'edificio nel passato era dotato di quattro torri; oggi ce ne sono solo due al di sotto delle quali c'erano i sotterranei, adibiti ai prigionieri e, secondo alcuni, gallerie che permettevano di uscire dal paese in caso di assedio. Dentro le mura c'è un grande cortile con una fontanella che serviva l'acqua agli abitanti e per abbeverare gli animali. Intorno al cortile c'erano le stanze dei servitori, salita una grande scalinata, al primo piano, c'erano i saloni di rappresentanza, mentre le camere padronali erano al piano superiore e nelle torri. Adibito per un certo periodo a civili abitazioni ora è in fase di ristrutturazione e molte sale hanno ripreso le antiche dimensioni.
[[File:Ponte Appiano.jpg|miniatura|Ponte Appiano]]
==== Ponte Appiano ====
Situato a circa {{M|3
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Apice}}
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=== Lingue e dialetti ===
Accanto alla [[lingua italiana]], nel territorio comunale si parla l'''apicese''<ref>{{cita web|url=http://www.napolitoday.it/cronaca/mappa-lingue-dialetti-parlati-campania.html|titolo=Mappa delle lingue e dei dialetti parlati in Campania|sito=Napoli Today|accesso=1º novembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181101204327/http://www.napolitoday.it/cronaca/mappa-lingue-dialetti-parlati-campania.html|dataarchivio=1º novembre 2018}}</ref>, un idioma di transizione tra il [[vernacolo beneventano]] e il [[dialetto irpino]].
=== Religione ===
Il territorio di Apice appartiene all'[[arcidiocesi di Benevento]]; facevano eccezione le località ''[[Tignano (Apice)|Tinchiano]]'' (l'attuale ''Tignano'') e ''[[Tropoaldo]]'' (l'attuale ''Castello del Fiego''), legate almeno fino al XV secolo alla [[diocesi di Ariano]].
== Geografia antropica ==
▲[[File:Apice vecchio - strada.jpg|upright=0.8|miniatura|Una strada del centro storico abbandonato]]
Il centro storico di Apice, sito a ridosso del fiume [[Calore irpino|Calore]], si caratterizza per l'intrico di vicoli e per la forma compatta, ben delimitata da una cerchia ellittica di scarpate. Esso è stato progressivamente abbandonato a seguito delle numerose frane verificatesi a seguito del [[terremoto dell'Irpinia del 1962|terremoto del 1962]].<ref>{{cita web|url=https://www.comune.apice.bn.it/portale/citta-di-apice/apice-vecchia/|titolo=Apice centro storico|sito=Comune di Apice|accesso=30 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171230182603/https://www.comune.apice.bn.it/portale/citta-di-apice/apice-vecchia/|dataarchivio=30 dicembre 2017|urlmorto=sì}}</ref>
Il centro abitato moderno, fondato nel dopo-terremoto su di un ampio pianoro sull'opposta sponda del fiume, si contraddistingue invece per le strade larghe e rettilinee.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.apice.bn.it/portale/citta-di-apice/il-comune/|titolo=Il comune|sito=Comune di Apice|accesso=30 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171230182558/http://www.comune.apice.bn.it/portale/citta-di-apice/il-comune/|dataarchivio=30 dicembre 2017|urlmorto=sì}}</ref>
Una parte cospicua della popolazione vive però nelle numerose ''[[Contrada (geografia)|contrade]]'' rurali, disseminate per lo più tra il bacino del Calore e la [[valle dell'Ufita]];
===Contrade===
Secondo lo statuto comunale, le contrade di Apice sono nove: Santa Lucia, Alvino, San Martino, Cupazzo, Calvano, Morroni, San Lorenzo, [[Tignano (Apice)|Tignano]] e San Donato.<ref>{{Cita testo|titolo=Statuto del comune di Apice, art. 5|url=https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-bn-apice.pdf}}</ref>
===Altre località===
* [[Tignano Scalo]]: è situata nella parte bassa della contrada Tignano, in adiacenza alla linea ferroviaria.
* Castello del Fiego: ubicato nella contrada Cupazzo, è l'antica ''[[Tropoaldo]]'', borgo fortificato di epoca medievale.
== Infrastrutture e trasporti ==
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Le [[Ferrovie dello Stato]] decisero di fare esperimenti di trazione a corrente continua a 3000 [[Volt|V]] sulla [[Benevento]] - [[Foggia]] ottenendo brillanti risultati (soprattutto grazie ai raddrizzatori a vapori di [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]] installati ad Apice).
Tra le prime locomotive elettriche a corrente continua in Italia vi furono le E.626 costruite per effettuare i primi servizi sulla Benevento - Foggia nel 1927. Il punto di forza di questo tipo di trazione era la possibilità di impiegare più motori di trazione, a differenza dei classici due del trifase; ciò, essendo ogni singolo asse mosso dal proprio motore, permetteva di eliminare i complessi biellismi motori di accoppiamento. Le E.626 avevano una velocità massima di {{M|90
== Amministrazione ==
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== Voci correlate ==
* [[Stazione di Apice-Sant'Arcangelo-Bonito]]
* [[
* [[Tropoaldo]]
== Altri progetti ==
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