Apice (Italia): differenze tra le versioni

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|Data istituzione=
|Altitudine=220
|Abitanti=5310
|Note abitanti = {{Istat|062|3|2022}}
|Aggiornamento abitanti = 31-3-2022
|Sottodivisioni=[[#Contrade|9 contrade]]
|Divisioni confinanti=[[Ariano Irpino]] ([[Provincia di Avellino|AV]]), [[Bonito (Italia)|Bonito]] (AV), [[Buonalbergo]], [[Calvi (Italia)|Calvi]], [[Melito Irpino]] (AV), [[Mirabella Eclano]] (AV), [[Montecalvo Irpino]] (AV), [[Paduli]], [[San Giorgio del Sannio]], [[Sant'Arcangelo Trimonte]], [[Venticano]] (AV)
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}}
 
'''Apice''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:5310Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Benevento]] in [[Campania]].
 
== Geografia fisica ==
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L'agro rurale era lambito a sud-ovest dalla [[via Appia Antica]], della quale rimangono i ruderi di un ponte.
 
Il territorio ha una [[superficie agricola utilizzata]]<ref>Dato riferito all'anno 2000</ref> di {{formatnum:2900,.08}} ettari.<ref>Fonte [[Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura|Camera di Commercio]], [[Benevento]], dati e cifre, maggio 2007</ref>
 
=== Clima ===
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== Origini del nome ==
L'origine del toponimo è incerta. Le ipotesi principali fanno riferimento al nome comune ''apex'' (="cono", con riferimento al cocuzzolo su cui sorge il centro storico), oppure al nome personale romano ''Apicius''<ref>{{cita libro|titolo=Pompei Ercolano Napoli e dintorni|p=749}}</ref>. Altri ipotizzano invece un'origine preromana, eventualmente con riferimento al [[bue Apis]] o al popolo degli [[Iapigi]]<ref>{{cita testo|titolo=Apice|url=http://www.gnssr2019.org/files/Apice.pdf|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220917073440/http://www.gnssr2019.org/files/Apice.pdf}}</ref>.
Nel XIX secolo, lo storico beneventano [[Alfonso Meomartini]]<ref>ne "''I Comuni della provincia di Benevento. Storia, cronaca, illustrazione''", editore Giuseppe De Martini, 1907, pag. 91.</ref> ipotizzò che il toponimo derivasse da ''[[Marco Gavio Apicio]]'', gastronomo, console e funzionario del Senatus Romanus, incaricato dal senato di ripartire, tra i veterani legionari, alcune terre del [[Sannio]]. La congettura trova riscontro nel nome di una contrada apicese detta Marcopio.
 
== Storia ==
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{{chiarire|Gli apicesi si distinsero anche in [[Terra santa]] sotto [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo il Buono]], che li premiò con privilegi.}}
 
Nel 1186 fu costituito in [[conte]]a indipendenteautonoma è dato ai [[Balvano (famiglia)|Balbano]]. Successivamente passò ai Maletta, ai San Giorgio, ai [[De Sabran|Sabrano]], ai [[Guevara (famiglia)|Guevara]], ai [[Carafa (famiglia)|Carafa]], ai Gallucci e ai Di Tocco Cantelmo Stuart.
 
Sotto gli [[Angioini]] fu teatro di sanguinosi conflitti, e nel 1417 cadde per poco in mano a [[Muzio Attendolo Sforza]]. Nel 1494, fu occupato dai francesi di [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]] ma appena partito questi, tornò contea. Nel 1647 anche Apice partecipò alla ribellione di [[Masaniello]] nel tentativo di liberarsi dal giogo feudale e spagnolo.
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=== Epoca moderna ===
Il comune fu devastato dal [[terremoto dell'Irpinia e di Benevento del 1702|terremoto del 1702]], con epicentro nelle immediate vicinanze di Apice, che provocò una trentina di morti, pari al 2,6% della popolazione dell'epoca<ref>{{cita web|url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/01270.html|titolo=Catalogue of strong earthquakes in Italy|sito=Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180108175247/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/01270.html|dataarchivio=8 gennaio 2018}}</ref>. Nel quadriennio 1743-46 il suo territorio fu soggetto alla competenza territoriale del ''[[regio consolato di commercio]]'' di [[Ariano Irpino|Ariano]]<ref>{{cita libro|Tommaso|Vitale|Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi|url=https://books.google.it/books?id=vW2YUtbHbH0C&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|
1794|Salomoni|Roma|p=174}}</ref>. Nel [[catasto onciario]] del 1753 sono in evidenza i luoghi della vecchia Apice, ossia la Terra di Apicij, il feudo di [[Cubante|Lo Covante]], Castiglione, San Lorenzo Vecchio, San Francesco, Corigliano e Monterone, quando il paese era abitato da 337 nuclei familiari ([[Fuoco (demografia)|fuochi]]).
 
Nell'Ottocento, all'epoca del [[regno delle Due Sicilie]], Apice fu aggregato amministrativamente al circondario di [[Paduli]] nell'ambito del [[distretto di Ariano]], all'interno della provincia di [[Principato Ultra]].
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[[File:Apice (BN), 2007, Il paese abbandonato. (16161843302).jpg|miniatura|upright=0.8|Scorcio del paese abbandonato]]
 
Il 21 agosto 1962 il centro fu duramente colpito da [[Terremoto dell'Irpinia del 1962|due scosse di terremoto]] del VI e VII grado della scala Mercalli, che devastarono il Sannio e l'[[Irpinia]] facendo 17 morti. Il [[Ministero dei lavori pubblici]] ordinò l'evacuazione dei {{formatnum:6500}} abitanti, che si trasferirono in gran parte nel nuovo abitato sorto sul pianoro prospiciente il vecchio paese. Parte degli abitanti rimase (nonostante l'ordinanza di evacuazione) fino al 1980, quando il [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto dell'Irpinia]] costrinse gli ultimi abitanti a lasciare il paese.
 
===Simboli===
== Origini del nome ==
Nello stemma comunale, riconosciuto con DCG del 15 maggio 1931<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?985 |titolo= Apice |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso= 24 settembre 2023 }}</ref>, sono rappresentati tre monti di verde sormontati da sei fiamme rosse, disposte in fascia 3, 3.
{{F|centri abitati della Campania|ottobre 2017}}
Un precedente stemma, costituito da tre monti uniti sulle cui cime spiccavano delle bionde spighe di grano era stato assegnato ad Apice nel 1504 dal re Ferdinando II d'Aragona, perché il «comune, con il grano che produceva e conservava, alleviò la miseria che affliggeva quell'anno il Regno di Napoli». Nell'emblema attuale le fiammelle hanno sostituito le tre spighe di grano.<ref>{{cita web|url= http://www.comune.apice.bn.it/c062003/zf/index.php/storia-comune |titolo= Storia del Comune |sito= Comune di Apice (BN) |accesso= 24 settembre 2023 }}</ref>
[[File:Apice vecchio - strada.jpg|upright=0.8|miniatura|Una strada del centro storico abbandonato]]
Il gonfalone è un drappo rettangolare di azzurro.
Le sue origini sono molto antiche, alcuni storici la fanno risalire addirittura a popolazioni antichi come gli "Opici"; si dice che la cattiva pronuncia di tale parola sarebbe venuta al termine "Apice". Secondo altri, la parola Apice deriva da Marco Apicio, un console romano mandato dal Senato nel Sannio a dividere le terre conquistate per distribuirle ai Veterani ed ai Coloni. La presenza romana sul territorio è dimostrata da due ponti: uno di età Imperiale, l'altro, di Appiano, meglio conservato, di epoca Repubblicana.
Scavi archeologici hanno portato alla luce resti di strutture abitative, di reti fognarie, attrezzi e monete. Tutto ciò fa pensare che in quel luogo, nel periodo romano, vi fosse una locanda per il ristoro e per il riposo dei viaggiatori. Non molto lontano da Appiano, verso [[Bonito (Italia)|Bonito]], alla frazione Starza sono stati trovati i resti di un abitato romano e reperti quali monete, resti di vasellame, ecc. Molte sono le testimonianze medievali, in particolare modo castelli, chiese e conventi di cui esistono per alcuni la memoria, altri si trovano in ottimo stato.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo (Apice)}}
 
Di origine longobarda, la [[Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo (Apice)|chiesa]] ha forma di [[croce latina]]. Sulla facciata all'interno di due nicchie sono raffigurati una suora e un abate vestito con abiti pontificali che regge un [[pastorale (liturgia)|pastorale]]. L'interno è a tre navate separate da colonnati in [[stile ionico]]. Dei 18 altari in marmi policromi che erano presenti nel [[XV secolo]], si conservano solo alcuni; l'altare maggiore è affiancato dalle sculture settecentesche di due angeli. L'abside ospita un [[coro (mobilio)|coro]] ligneo di buona fattura. I dipinti cinquecenteschi rappresentano la [[Risurrezione di Gesù|Risurrezione di Cristo]] e l'[[Ascensione di Gesù|Ascensione]]. Il campanile originario della chiesa fu distrutto dal [[Terremoto dell'Irpinia e del Vulture del 1930|terremoto del 1930]] ed è stato sostituito da uno di edificazione recente. Nel 1693 l'arcivescovo di Benevento Orsini, successivamente pontefice con il nome di Benedetto XIII, in occasione di una sua visita alla cittadina stabilì che alla chiesa Arcipretale di Santa Maria Assunta fosse annessa la chiesa parrocchiale di San Pietro, sita nel territorio di Apice. La casa arcipretale fu ristrutturata nel [[1728]] su iniziativa dell'abate e arciprete don Paolo Barone, previo assenso della [[arcidiocesi di Benevento|curia beneventana]]. Due anni più tardi, lo stesso don Paolo Barone, insieme con gli altri membri del clero e dell'università, presentò richiesta al vicario apostolico dell'arcivescovo di elevare a dodici il numero dei partecipanti del capitolo, che allora constava di sette membri.
 
==== Chiesa dei Santi Bartolomeo e Nicola ====
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=== Architetture militari ===
==== Il Castello dell'Ettore o Castello Medievalemedievale ====
[[File:Apice - castello.jpg|miniatura|sinistra|Veduta panoramica del castello]]
Di epoca normanna, si trova nel centro storico, è in ottime condizioni. Oggi le sue stanze sono sedi del museo civico della civiltà contadina, di esposizione di reperti archeologici, di mostre e di altre attività culturali, nonché la Biblioteca comunale.
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=== Architetture civili ===
Il nucleo antico della cittadina di Apice era abbellito da alcuni palazzi signorili:
* Palazzopalazzo Barone in via Cavour, posto nelle vicinanze del Castello dell'Ettore e anticamente arricchito da affreschi, in parte andati perduti nel 1930, in occasione di un evento sismico;
* palazzo Cantelmo in piazza Umberto I, ornato da fini decorazioni esterne, che conserva ancora oggi un affresco raffigurante due donne, opera del Maestro Auciello (1932);
* palazzo Falcetti;
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[[File:Ponte Appiano.jpg|miniatura|Ponte Appiano]]
==== Ponte Appiano ====
Situato a circa {{M|3 |u=km}} da Apice, posto poco distante dal castello di Federico II, il ponte Appiano (ponte Rotto per i paesani) con i suoi resti ancora oggi sfida il tempo e gli uomini. Esso nell'antichità permetteva alla [[via Appia antica|via Appia]] di superare il fiume [[Calore irpino|Calore]] per continuare verso il [[porto di Brindisi]]. In origine era formato da 16 arcate, lungo 150m ed alto 9m; oggi è in buone condizioni solo la parte centrale mentre i resti dei pilastri si trovano poco distanti.
 
== Società ==
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=== Religione ===
Il territorio di Apice haappartiene sempre fatto parte dellall'[[arcidiocesi di Benevento]]; tuttaviafacevano almeno fino al XV secoloeccezione le località ''[[Tignano (Apice)|Tinchiano]]'' (l'attuale ''Tignano'') e ''[[Tropoaldo]]'' (l'attuale ''Castello del Fiego''), dipendevanolegate almeno fino al XV secolo dallaalla [[diocesi di Ariano]].
 
== Geografia antropica ==
[[File:Apice vecchio - strada.jpg|upright=0.8|miniatura|Una strada del centro storico abbandonato]]
 
Il centro storico di Apice, sito a ridosso del fiume [[Calore irpino|Calore]], si caratterizza per l'intrico di vicoli e per la forma compatta, ben delimitata da una cerchia ellittica di scarpate. Esso è stato progressivamente abbandonato a seguito delle numerose frane verificatesi a seguito del [[terremoto dell'Irpinia del 1962|terremoto del 1962]].<ref>{{cita web|url=https://www.comune.apice.bn.it/portale/citta-di-apice/apice-vecchia/|titolo=Apice centro storico|sito=Comune di Apice|accesso=30 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171230182603/https://www.comune.apice.bn.it/portale/citta-di-apice/apice-vecchia/|dataarchivio=30 dicembre 2017|urlmorto=sì}}</ref>
 
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===Contrade===
LeSecondo lo statuto comunale, le contrade di Apice sono nove: Santa Lucia, Alvino, San Martino, Cupazzo, Calvano, Morroni, San Lorenzo, [[Tignano (Apice)|Tignano]] e San Donato.<ref>{{Cita testo|titolo=Statuto del comune di Apice, art. 5|url=https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-bn-apice.pdf}}</ref>
 
===Altre località===
* [[Tignano Scalo]]: è situata nella parte bassa della contrada Tignano, in adiacenza alla linea ferroviaria.
* Castello del Fiego: ubicato nella contrada Cupazzo, è l'antica ''[[Tropoaldo]]'', borgo fortificato di epoca medievale.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
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Le [[Ferrovie dello Stato]] decisero di fare esperimenti di trazione a corrente continua a 3000 [[Volt|V]] sulla [[Benevento]] - [[Foggia]] ottenendo brillanti risultati (soprattutto grazie ai raddrizzatori a vapori di [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]] installati ad Apice).
 
Tra le prime locomotive elettriche a corrente continua in Italia vi furono le E.626 costruite per effettuare i primi servizi sulla Benevento - Foggia nel 1927. Il punto di forza di questo tipo di trazione era la possibilità di impiegare più motori di trazione, a differenza dei classici due del trifase; ciò, essendo ogni singolo asse mosso dal proprio motore, permetteva di eliminare i complessi biellismi motori di accoppiamento. Le E.626 avevano una velocità massima di {{M|90&nbsp;|u=km/h}} e avevano una cassa rigida in livrea castano-isabella.
 
== Amministrazione ==