Ars oratoria: differenze tra le versioni
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È detta [[oratoria]] (aggettivo sostantivato) la generale arte di parlare in pubblico, le cui origini sono rintracciabili nei [[poemi omerici]] e che è ancora praticata in tempi moderni.
== Storia ==
===Origini arcaiche===
L'oratoria rimase a [[Roma antica|Roma]] uno strumento riservato alla ''nobilitas'' per avanzare nel [[cursus honorum]]. L'arte dell'oratoria veniva applicata inizialmente solo da schiavi, liberti e italici,
====Marco Porcio Catone====
{{Vedi anche|Marco Porcio Catone}}
Marco Porcio Catone è tra le principali personalità della [[storia della letteratura latina|letteratura latina arcaica]]: egli fu oratore, storiografo e trattatista. Fu autore di una vasta raccolta di manuali tecnico-pratici, con i quali intendeva difendere i valori tradizionali del ''[[mos maiorum]]'' contro le tendenze [[ellenismo|ellenizzanti]] dell'aristocrazia legata al [[circolo degli Scipioni]], indirizzata al figlio Marco, i ''[[Libri ad Marcum filium]]'' o ''[[Praecepta ad Marcum filium]]'', di cui si conserva per intero soltanto il ''[[Liber de agri cultura]]'', in cui esamina, soprattutto, l'azienda schiavile che tanto spazio si conquisterà poi in età imperiale.<ref>Antonio Saltini ''Storia delle scienze agrarie'' (nuova edizione accresciuta coedizione Museo Galileo - Fondazione Nuova Terra Antica ISBN 9788896459096) pag. 46</ref> Affrontò, inoltre, la tematica dei valori tradizionali romani anche in un ''[[Carmen de moribus]]'' di cui sono ad oggi pervenuti pochissimi frammenti.▼
Fin dalla giovinezza si dedicò, inoltre, all'attività [[oratoria]]: pronunciò in tutta la sua vita oltre centocinquanta orazioni,<ref name="Brutus_65">Cicerone, ''Brutus'', 65.</ref> ma sono attualmente conservati frammenti di varia estensione riconducibili a circa ottanta orazioni diverse.<ref name="Pontiggia_159">Pontiggia; Grandi, p. 159.</ref> Si distinguono tra esse ''orationes deliberativae'',
▲Porcio Catone è tra le principali personalità della [[storia della letteratura latina|letteratura latina arcaica]]: egli fu oratore, storiografo e trattatista. Fu autore di una vasta raccolta di manuali tecnico-pratici, con i quali intendeva difendere i valori tradizionali del ''[[mos maiorum]]'' contro le tendenze [[ellenismo|ellenizzanti]] dell'aristocrazia legata al [[circolo degli Scipioni]], indirizzata al figlio Marco, i ''[[Libri ad Marcum filium]]'' o ''[[Praecepta ad Marcum filium]]'', di cui si conserva per intero soltanto il ''[[Liber de agri cultura]]'', in cui esamina, soprattutto, l'azienda schiavile che tanto spazio si conquisterà poi in età imperiale.<ref>Antonio Saltini ''Storia delle scienze agrarie'' (nuova edizione accresciuta coedizione Museo Galileo - Fondazione Nuova Terra Antica ISBN 9788896459096) pag. 46</ref> Affrontò inoltre la tematica dei valori tradizionali romani anche in un ''[[Carmen de moribus]]'' di cui sono ad oggi pervenuti pochissimi frammenti.
Catone individua nel culmine del percorso educativo la formazione di un
▲Fin dalla giovinezza si dedicò, inoltre, all'attività [[oratoria]]: pronunciò in tutta la sua vita oltre centocinquanta orazioni,<ref name="Brutus_65">Cicerone, ''Brutus'', 65.</ref> ma sono attualmente conservati frammenti di varia estensione riconducibili a circa ottanta orazioni diverse.<ref name="Pontiggia_159">Pontiggia; Grandi, p. 159.</ref> Si distinguono tra esse ''orationes deliberativae'', ovvero discorsi pronunciati in [[senato romano|senato]] a favore o contro una proposta di legge, e ''orationes iudiciales'', discorsi giudiziari di accusa o difesa.
L'opera letteraria di Porcio Catone, in particolare quella storica e oratoria, fu elogiata da [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]],<ref>''Brutus'', 63-69.</ref> che definì il censore primo grande oratore romano, e il più degno d'essere letto. Nella prima [[
▲Catone individua nel culmine del percorso educativo la formazione di un "vir bonus, dicendi peritus''(uomo di valore, esperto nel dire) espressione che sarà il cardine del successivo modello educativo romano. (pedagogia dall'età antica al medioevo, avalle maranza ed paravia)
▲L'opera letteraria di Porcio Catone, in particolare quella storica e oratoria, fu elogiata da [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]],<ref>''Brutus'', 63-69.</ref> che definì il censore primo grande oratore romano, e il più degno d'essere letto. Nella prima [[impero romano|età imperiale]], nonostante l'ideologia di Porcio Catone coincidesse in buona parte con la politica restauratrice del ''[[mos maiorum]]'' promossa da [[Augusto]], l'opera di Porcio Catone fu oggetto di sempre minore interesse. Con l'affermarsi delle tendenze arcaizzanti nel [[II secolo|II secolo d.C.]], invece, essa fu oggetto di grandi attenzioni, seppure a carattere esclusivamente linguistico ed erudito: [[Aulo Gellio|Gellio]] e [[Marco Cornelio Frontone|Cornelio Frontone]] ne tramandarono molti frammenti, e l'[[imperatore romano|imperatore]] [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] dichiarò di preferire Porcio Catone anche allo stesso Cicerone.<ref name="Pontiggia_165">Pontiggia; Grandi, p. 165.</ref>
=== L'oratoria latina nell'ultimo secolo della repubblica ===
Tra il 150 a.C. e il 100 a.C. circa si opposero tra loro due scuole oratorie nate in Grecia: quella asiana e quella atticista. L'ampollosità caratteristica dello stile asiano fu incarnata dall'oratore [[Quinto Ortensio Ortalo]]. Tra gli oratori atticisti, invece, uno dei più importanti fu certamente [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], anche se i suoi discorsi sono andati perduti. Accanto alla scuola attica e alla scuola asiana, vi era anche una terza scuola retorica, detta rodiense,
====Marco Tullio Cicerone====
{{Vedi anche|Marco Tullio Cicerone}}
{{citazione|
Cicerone è certamente il più celebre oratore dell'antica Roma.<ref name="Rawson_303">{{cita|Rawson|p. 303
{{senza fonte|Per memorizzare i suoi discorsi Cicerone utilizzava una [[Mnemotecnica#La tecnica dei loci|tecnica associativa]] che venne chiamata tecnica dei ''loci'' o tecnica delle stanze.
=== ''Ars dicendi'' ciceroniana ===
===L’oratoria alto-imperiale===▼
L'arte oratoria per Cicerone era "il cosa deve fare un buon oratore in un [[processo (diritto)|processo]]" e si divide in:
* ''[[inventio]]'': consiste nel trovare gli argomenti;
* ''[[dispositio]]'': consiste nel creare una scaletta e nel mettere in ordine logico le informazioni raccolte;
* ''[[elocutio]]'': consiste nel sistemare il testo da un punto di vista stilistico (''colores orationes'');
* ''[[memoria (retorica)|memoria]]'': consiste nell'imparare a memoria il testo;
* ''[[actio]]'': consiste nell'esporre l'orazione con grande gestualità, quasi teatrale, come se fosse una parte scenica.
La struttura dell'orazione in sé si divide invece in:
* ''exordium'': è la parte iniziale (può essere ''[[ex abrupto]]'', cioè attaccando direttamente il personaggio, come nelle ''[[Catilinarie]]'');
* ''narratio'': è l'esposizione dei fatti;
* ''divisio'': consiste nell'esporre la situazione attuale e i punti che si vogliono toccare;
* ''propositio'': è dove si focalizza e si chiariscono i punti meno chiari tra quelli esposti nella ''divisio'';
* ''argomentatio'' o ''confirmatio'': si espongono gli argomenti a favore e contro la tesi; è il cuore dell'orazione;
* ''peroratio'': è l'ultima fase, dove l'oratore si rivolge al pubblico, facendo un appello alla sua emotività.
{{Vedi anche|Alto Impero romano}}
Negli ultimi secoli dell'[[
====Quintiliano====
{{Vedi anche|Marco Fabio Quintiliano}}
Le fonti dell'opera furono, quasi certamente, la
Diversamente da [[Seneca il Vecchio]] e da [[Tacito]], che misero in relazione la decadenza dell'oratoria con il più generale declino della società romana, Quintiliano attribuiva la crisi dell'oratoria del suo tempo, primo, alla carenza di buoni insegnanti
===Età tardo-imperiale===
{{Vedi anche|Tardo Impero romano|Panegyrici latini}}
La forma oratoria più fiorente nella tarda antichità è quella del [[panegirico]]. Si trattava di discorsi elogiativi rivolti agli imperatori da parte degli oratori e commissionati spesso da comunità che richiedevano all'imperatore degli interventi: sebbene il carattere propagandistico sia ovviamente preponderante, le scelte degli attributi imperiali da elogiare erano però dettate dallo scopo di convincere sia l'imperatore che gli altri ascoltatori a concordare sulla scala di valori proposta da chi commissionava il panegirico. Per gli studiosi moderni, inoltre, i panegirici sono preziose fonti di informazione sulle politiche imperiali, sulle biografie dei sovrani e sui singoli eventi che calamitavano l'attenzione dei sudditi; spesso si tratta, anzi, delle sole fonti per diversi di questi eventi. Infine, attraverso i panegirici è possibile comprendere gli stili e le tematiche delle scuole
Tra gli oratori di questa epoca è figura di spicco [[Quinto Aurelio Simmaco]] (340 circa-403 circa), membro dell'aristocrazia senatoria pagana, che ricoprì cariche di rilievo sotto diversi imperatori. Di lui si sono conservate: otto orazioni, di cui tre panegirici agli imperatori Valentiniano e Graziano, e cinque orazioni lette dinanzi al Senato; circa cinquanta lettere ufficiali inviate durante la sua prefettura e raccolte sotto il nome di ''Relazioni'', tra cui la famosa relazione III, in cui Simmaco espone il punto di vista pagano sulla disputa per la rimozione dell'altare della Vittoria dal Senato che lo vide opposto ad Ambrogio da Milano; dieci libri di ''Lettere'', che conservano la sua corrispondenza con personaggi del calibro di [[Vettio Agorio Pretestato]], [[Virio Nicomaco Flaviano]], [[Ausonio]] e [[Ambrogio da Milano]].
== Caratteristiche ==
Le caratteristiche di un'orazione e dell'oratore nella retorica greco-romana possono essere così riassunte:
*''[[Inventio]]'' (in greco
*''[[Dispositio]]'' (in greco
**naturalis: nel disporre gli elementi si segue un filo logico;
**artificialis: modo molto elaborato nell'ordinare i documenti.
*''[[Elocutio]]'' (in greco λέξις, dal verbo λέγω, "io dico"): riguarda la scelta dello stile, della parola, possono entrare in campo anche le figure retoriche (l'ornatus)
*''[[Memoria (retorica)|Memoria]]'' (in greco
*''[[Actio]]'' (in greco
*Il "Genus Deliberativum": il comportamento da tenere in una assemblea o al senato;
*Il "Genus Iudiciale": nei processi è l'accusa e la rispettiva difesa;
*Il "Genus Demonstrativum":
*
*
*
*
**
**''confutatio'': consiste nel confutare le tesi degli avversari;
*
L'oratore aveva una funzione persuasiva e le sue caratteristiche erano:
*''
*''Delectare'': divertire il pubblico;
*''Movere animum'' o ''flectere'': persuadere il pubblico.
==Note==
== Voci correlate ==
* [[Ars dictandi]]▼
* [[Oratoria]]
* [[Retorica]]
▲* [[Ars dictandi]]
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[[Categoria:Terminologia latina]]
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