Pierre Ravanas: differenze tra le versioni
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[[File:Frantoi.jpg|left|thumb|upright=1.6| Rappresentazione di un frantoio classico: in luoghi dalle scarse condizioni igieniche, uomini e animali utilizzavano la forza muscolare per muovere grandi macine di pietra e torchi di legno]]
L'olio d'oliva prodotto nel [[XVIII secolo|Settecento]]
Invece, l'olio prodotto in [[Provenza]] era riconosciuto per la sua elevata qualità<ref>{{cita | Grimaldi | p. 16}}.</ref>. Ciò era possibile grazie alle tecniche di coltura dell'[[olivo]], di raccolta del frutto direttamente sull'albero prima della completa maturazione e sicuramente prima della caduta dall'albero, di selezione delle varietà, di separazione dell'oliva dalle foglie prima della molitura e al breve tempo di attesa delle olive nei magazzini prima della spremitura. Questo olio era richiesto in molti mercati d'[[Europa]], delle [[Indie Orientali]] ed [[Indie Occidentali|Occidentali]] dove gli acquirenti erano disposti a pagare prezzi elevati<ref>{{cita | Grimaldi | p. 105}}.</ref>. Allo scopo di rispondere alla crescente richiesta di olio di qualità prodotto secondo le tecniche provenzali, gli imprenditori francesi dell'epoca cercarono di espandere il bacino di approvvigionamento. Pertanto inviarono in [[Toscana]] e nella [[riviera ligure]] tecnici preparati nella costruzione e nel funzionamento di frantoi. L'operazione fu un successo<ref>{{cita | Carrino, Salvemini | pp. 73-74}}.</ref>.
Il marchese [[Domenico Grimaldi]], originario della famiglia di commercianti genovesi dei [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]], era possessore nel [[XVIII secolo]] di vasti appezzamenti coltivati ad ulivi in [[Calabria]]<ref>{{cita libro | titolo= Uliveti, olio ed economia nella storia della Calabria | autore = Domenico Grimaldi }}</ref>. Egli provò a importare nel
Anche i fratelli Ravanas decisero di espandere i propri interessi al di fuori dei confini francesi. Il loro progetto era ambizioso: creare nel
{{Doppia immagine|right|Antic Molí d'oli - Celler d'Igualada.JPG|356|Premsa hidràulica a l'antic Molí d'oli - Celler d'Igualada.JPG|200|I due macchinari introdotti da Pierre Ravanas in Terra di Bari: la mola a doppia macina e il torchio idraulico.}}
Allo scopo di realizzare il progetto di introdurre le macchine e le tecniche in suo in Provenza nel [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno d'Italia]], i fratelli Ravanas avevano bisogno che il governo del
Il decreto numero 827 del 26 giugno [[1826]] riconobbe ai fratelli Ravanas quanto richiesto. Di seguito viene riportato l'intero testo del Decreto:
{{q|Decreto che accorda a' fratelli Ravanas d'Aix in Provenza una [[privativa]] di cinque anni ne' reali dominj di qua del Faro per estrarre l'olio dalle ulive all'uso di Francia adoperando la macchina ed i processi di loro invenzione restando libero a chiunque ogni altro modo conosciuto e praticato sin ora o che potrà essere inventato in avvenire per estrarre l'olio medesimo e senza che gl'indicati fratelli Ravanas possano godere alcuna esenzione di dazio. (Portici, 26 giugno 1826) |Decreti Reali, anno 1826<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | url=http://books.google.it/books?id=KaVDAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=ravanas&f=false | titolo = Collezione delle Leggi e de' Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie, semestre I | editore=Stamperia Reale | città=Napoli | anno=1826 | p=400}}</ref>}}
Pierre ricevette un'offerta di 40.000 [[Franco francese|franchi]] per il brevetto ottenuto. Se in un primo tempo fu tentato a cedere alla proposta, suo fratello intervenne per convincerlo a perseverare sul progetto originario<ref>{{Cita | Ricchioni | p.
In realtà i fratelli Ravanas non erano degli [[inventore|inventori]], ma [[imprenditore|imprenditori]] e [[commercio|commercianti]]: il [[Estrazione dell'olio di oliva|torchio]] idraulico, definito come fortemente innovativo, in realtà era costituito da soluzioni tecniche già in uso da tempo<ref>{{cita libro | cognome= De Stefano| nome= R.| capitolo = Memoria contenente una breve idea del meccanismo e dei resultamenti del trappeto all'uso provenzane nel 1828 | titolo = Il Contributo di Pietro Ravanas all'agricoltura meridionale dell'Ottocento, in atti del convegno nazionale di studi sul rilancio dell'agricoltura nel III centenario della nascita di [[Sallustio Bandini]] | città= Siena| anno=1979 | pp= 416-418}}</ref>. Pierre ebbe modo di conoscere ampiamente queste tecniche dall'osservazione delle fabbriche di Marsiglia e in un viaggio nelle [[Fiandre]], terra che aveva stretti rapporti commerciali con Marsiglia in quanto nella produzione dei saponi era utilizzato l'[[olio vegetale|olio di semi]] prodotto con l'utilizzo di torchi idraulici<ref>{{cita | Ravanas, Précis des motif | p. 2}}.</ref>. Almeno fino al [[1840]], i fratelli Ravanas non erano nemmeno in grado di realizzare il torchio idraulico in ferro progettato e Pierre (come egli stesso ammise anni dopo) dovette acquistarlo da [[Parigi]] a costi elevatissimi: da 500 a 550 ducati, circa il 60% della spesa totale per le attrezzature di un intero frantoio<ref>{{cita | Ravanas, Memoria | p. 6}}.</ref>.
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Un proprietario di un piccolo oleificio, interessato alle novità introdotte da Ravanas, volle testarle in una sfida fra i due frantoi. La sfida venne persa da Pierre Ravanas perché falsata in una maniera impensabile per lo stesso vincitore...
{{citazione|Nel 1827 io aveva stabilito un [[Oleificio|trappeto]] di mio conto in [[Massafra]] e quell'anno fu tanto ubertoso il ricolto delle ulive in [[Palagianello]], [[feudo]] del marchese di [[Santeramo in Colle
| {{cita | Ravanas, Memoria | p. 9 e seguenti}}}}
}}
La [[Puglia]] del Settecento era un terreno fertile per l'idea imprenditoriale dei fratelli Ravanas. In particolare due erano le caratteristiche favorevoli: un largo bacino di produzione di olive che vengono lavorate con tecniche poco efficiente; la disponibilità di edifici dove poter impiantare frantoi<ref name="ReferenceA"/>. Pierre Ravanas intraprese un viaggio in Puglia con lo scopo di studiare il territorio e di
Per questo motivo, Pierre decise di recarsi a [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] per iniziare la propria impresa in un luogo dove la produzione di olive era molto superiore alla capacità di molitura dei frantoi locali. Pierre si rivolse ai più grandi proprietari di frantoi nella zona, chiedendo di usufruire dei loro locali e offrendo una partecipazione agli utili. Tutti si rifiutarono. Perciò decise di chiedere all'amministrazione comunale di poter usufruire in affitto di un locale in disuso. I produttori locali erano influenti presso il [[decurionato]]: il permesso arrivò, ma il prezzo del fitto fu molto elevato e il permesso per la ristrutturazione del locale arrivò ben oltre la stagione di raccolta delle olive<ref>{{cita | Carrino, Salvemini | p. 94}}.</ref>. Questo primo investimento non fu molto redditizio, sia perché nel primo anno di attività iniziò la macinatura delle olive molto in ritardo rispetto ai concorrenti, sia perché negli anni successivi i raccolti non furono abbondanti come nelle attese.
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Pierre non si diede per vinto. Decise di aprire un terzo frantoio a [[Massafra]], in [[Terra d'Otranto]]. Ma anche qui la fortuna non fu dalla sua parte: nell'annata [[1827]]-[[1828|28]] il raccolto fu molto abbondante in tutta la zona, tranne che a Massafra dove una grandinata aveva pregiudicato la resa degli ulivi. L'ostilità dei produttori locali gli impedì anche l'acquisto di olive dai paesi limitrofi<ref>{{cita | Salvemini | p. 492}}.</ref>.
Questi tre investimenti poco remunerativi mettevano in serio pericolo l'impresa dei fratelli Ravanas in Puglia. Gli unici guadagni provenivano dalla possibilità di sfruttare la rete commerciale di cui disponevano: Pierre vendeva il poco olio prodotto, a [[Marsiglia]] dove era rimasto suo fratello, Jean Baptiste<ref>Archives Dépertamentales des Bouches-du-Rhone,
Visti gli scarsi risultati, Jean Baptise Ravanas non continuò a finanziare l'apertura di frantoi in Puglia; ma Pierre non era d'accordo con la visione del fratello e decise di continuare a curare l'investimento: si assunse la piena responsabilità dell'impresa e mantenne i contatti col fratello solo per le esportazioni di olio a Marsiglia<ref>{{cita | Carrino, Salvemini | p. 95}}.</ref>
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Inoltre, l'olio di elevata qualità che Pierre Ravanas introduceva nel [[Porto vecchio di Marsiglia|porto di Marsiglia]] aveva mostrato ai mercanti provenzali il potenziale commerciale dei prodotti pugliesi. Questo indusse altri imprenditori francesi, come i Sue, ad emulare Ravanas nell'aprire oleifici in Terra di Bari. E, dagli anni trenta del [[XIX secolo]], diversi commercianti francesi arrivavano in Puglia al momento della raccolta delle olive per accaparrarsi la materia prima direttamente dai produttori. Fra questi, si ricorda [[Felice Garibaldi]], fratello minore di [[Giuseppe Garibaldi]], commerciante di olio per conto della società di [[Nizza]] ''Avigdor ainé et fils'' e per la famiglia Sue<ref>{{cita libro | cognome= Cotugno | nome=R. | titolo=Un fratello di Garibaldi a Bari (1835-1852) in "Archivio pugliese del Risorgimento italiano", nn.2-4, pagg.103-114| editore= | città= | anno=1915 }}</ref><ref>{{cita libro | cognome=Riccardi | nome=Riccardo | titolo=L'impresa di felice Garibaldi, fratello dell'eroe dei due mondi | editore=Congedo editore | città=Galatina | anno= 2007}}</ref>.
Allo scadere della privativa, per cercare di contrastare la [[Concorrenza (diritto commerciale)|concorrenza]], Pierre Ravanas decise di ricorrere ancora una volta alla via istituzionale. Nel settembre [[1831]] tramite il ministro dell'interno Marchese di Pietracatella, inviò una lettera al Re
Nonostante ciò, il venir meno del regime di concorrenza attenuata di cui Pierre ha potuto godere nei primi cinque anni della sua attività nel Regno delle Due Sicilie, almeno nel primo periodo, non incise negativamente sugli affari di Ravanas. Se è vero che nei primi anni trenta dell'[[XIX secolo|Ottocento]] si assisté all'ingresso di molti concorrenti nel mercato della compravendita di olio e olive nella Terra di Bari, è anche vero che questo mercato è in forte espansione e vede sempre Pierre Ravanas fra i principali attori. Nel [[1834]]-[[1835|35]] erano state esportate dalla Provincia di Bari 8000 salme di olio; nel giro di qualche anno si arriva ad una media confresa fra le 18000 e le 24000 salme, con un picco di 36000 nel [[1845]]<ref>{{cita libro | cognome= Bursotti (a cura di)| nome=Giovanni | titolo= Sul commercio di olii di olive delle Due Sicilie in Biblioteca di Commercio | editore= |città= | anno=1842 }}</ref>. Infatti, l'azione di Ravanas ha prodotto sia un aumento della domanda di olio prodotto nella
[[File:Chiesa s.domenico -modugno.jpg|thumb|upright=1.6| Facciata dell'[[Convento dei Domenicani (Modugno)|ex convento dei Domenicani]] a [[Modugno (Italia)|Modugno]] dove Pierre Ravanas creò il suo oleificio più grande.]]
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===Il fallimentare ingresso nella Borsa di Napoli===
Dopo quelli di Modugno e Bari non aprì altri stabilimenti, limitandosi alla gestione di quelli già in suo possesso e concentrandosi sullo sviluppo dell'aspetto commerciale della sua impresa<ref name = p103>{{cita | Carrino, Salvemini | p.
Pierre decise di entrare nel rischioso circuito dei "giochi di carta" e cercò un accordo con la casa d'affari di origine francese ''Claudio Duchaliot'' che godeva della "classe di eccezione" presso la Camera di Commercio di Napoli che le consentiva una posizione privilegiata negli scambi nella [[borsa di Napoli]]<ref>{{cita libro | cognome= Russo| nome=G. | titolo=La Camera di Commercio di Napoli dal 1808 al 1979. Una presenza nell'economia | editore= | città=Napoli | anno=1985 }}, pagg. 25 e 28</ref>: l'8 luglio [[1841]] Pierre propose alla ''Claudio Duchaliot'' di creare una società con la ''Ravanas et cie'' dei fratelli Ravanas. Da quel momento i rapporti fra le due società si fecero intensi e si registrò un notevole aumento del volume commerciale dell'olio prodotto nei frantoi Ravanas sia verso la Francia che nell'Adriatico. Per esempio, se in precedenza Pierre Ravanas non aveva contatti a [[Venezia]], nei cinque anni compresi fra il [[1841]] e il [[1845]] inviò 28 carichi di olio fine nel porto dell'alto Adriatico<ref>{{cita | Salvemini | p. 508}}.</ref>.
Tuttavia, il rapido incremento del volume di affari aumentò notevolmente anche il rischio connesso alle attività di scambio nel mercato borsistico napoletano e nei casi in cui Pierre non era in grado di onorare le commesse ricevute, era costretto a cercare accordi economici per rimandare il loro soddisfacimento. Questi fattori produssero un grave indebitamento che indussero Pierre ad ipotecare le sue proprietà<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo= Memoria per D Francesco Lopane contro D Pietro Ravanas-ainé| editore= | città=Trani | anno=10/02/1846 }}</ref>. Inoltre anche la ''Ravanas et cie'' accumulò un forte indebitamento nei confronti della società ''Claudio Duchaliot'': nel bilancio del 30 agosto [[1844]] venne registrato un debito di 89.521,69 ducati<ref>{{cita libro | cognome= Boursier | nome= avvocato | titolo= lettera alla Ravanas et cie per conto di Duchaliot | editore=Archives Ravanas | città= | anno=17/04/1845
Per cercare di sanare la posizione debitoria della ''Ravanas et cie'', Jean Baptiste dovette far ricorso alle proprie conoscenze in Provenza. Nel 1844, il signor Lezeaud di Aix acquistò un quinto della partecipazione nella società Ravanas-Duchaliot per 100.000 ducati ed effettuò l'[[avallo]] di cambiali intestate a Pierre Ravanas per un valore di 11.500 ducati<ref>{{cita libro | cognome= | nome= |titolo=Lettera di Duchaliot a Lezeaud | editore=Archives Ravanas | città= | anno= 31/08/1844}}</ref>. Pierre, inoltre, decise di rischiare ancora, aumentando gli ordini che si impegnava ad evadere di ulteriori 55.243 ducati<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo=Memoria del signor Ravanas Ainé di Bari contro D Francesco Lopane di detto comune | editore= | città= Bari| anno= 1846}}, pag. 12</ref>.
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*Col rescritto del 6 maggio [[1854]] Re Ferdinando II gli conferì una seconda medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione iscritta sulla medaglia: "Petro Ravanasio sen. quod artem oleariam in Peucetia auxerit diffuserit - MDCCCLIV"<ref name="ReferenceB"/>.
*Le città di Bari, Bitonto, Modugno<ref>{{cita libro | cognome=Milano | nome=Nicola | titolo= Curiosando per Modugno| editore=Levante, II edizione | città=Bari | anno=1997 }}, pag. 278</ref> e [[Ruvo di Puglia]] gli hanno intitolato una via.
*Il 17 dicembre [[1949]] il consiglio comunale di Bari stabilì che un [[Mezzobusto (scultura)|mezzo busto]] di Pierre Ravanas sarebbe stato collocato nel giardino di [[
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro | cognome=Annastella Carrino e Biagio Salvemini | nome= | titolo= Un "homme à projets" fra Provenza e mezzogiorno: Pierre Ravanas e l'olivicoltura sette-ottocentesca | cid = Carrino, Salvemini}} in {{cita libro | autore = Felice Moretti | curatore = Vincenzo Robles | url = http://books.google.it/books?id=Ws2eMDAtZ8gC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false | titolo = Cultura e società a Bitonto nell'Ottocento | editore= Edipuglia | città=Bari |anno=2003}}
* {{cita libro|cognome=Salvemini| nome=Biagio | url = http://books.google.it/books?id=70ZltMzMCJAC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false | titolo = Il territorio sghembo. Forme e dinamiche degli spazi umani in età moderna. Sondaggi e letture | editore=Edipuglia srl| città=Bari | anno=2006 | cid = Salvemini}}
* {{Cita news|autore =|nome = Vincenzo|cognome = Ricchioni|url = http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Japigia/1938/Articoli/Fascicolo%201/L'Olivicoltura%20Meridionale%20e%20l'Opera%20di%20P%20Ravanas.pdf
|titolo = L'olivicultura meridionale e l'opera di Pietro Ravanas |pubblicazione = Japigia |città = Bari |anno =1938 |accesso = 23 febbraio 2021 | cid
* {{cita libro | cognome=Ravanas | nome= Pierre| titolo=Précis des motif qui m'ont amené dans le Rouyaume, et de mes travaux pendant six anéees pour créer une bonne fabrication d'huile fine si nécessaire et si importante pour tous les pays d'oliviers, et indispensabile pour la prospérité de la province de Bari, in [[Archivio di Stato di Napoli]] | editore=Ministero degli Interni |città= | anno= 3/9/1831 | cid = Ravanas, Précis des motif}}, II Inventario, b. 571, 1
* {{cita libro|cognome=Ravanas | nome= Pierre|titolo=Memoria sulle innovazioni introdotte sul modo di macinar le ulive in provincia di Bari| editore=tipografia Sante Cannone e figli | città= Bari| anno= 1845 |cid = Ravanas, Memoria}}
* {{cita libro | cognome= Grimaldi| nome=Domenico |wkautore = Domenico Grimaldi| titolo=Istruzioni sulla nuova manifattura dell'Olio introdotta nel Regno di Napoli | città=Napoli | anno= 1777 | cid = Grimaldi}}
* {{cita libro|cognome=Polacchi |nome=Italo | titolo= Pietro Ravanas, in Rassegna Pugliese 9, pagg.206-207 | editore= | città= | anno=1884
*{{cita libro|cognome=Beltrani|nome=Giovanni| titolo= Pietro Ravanas e Valdemero Vecchi, in Rassegna Pugliese 9-10| editore= | città=| anno=1905 | cid = Beltrani}}
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