Pierre Ravanas: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Pierre Etienne
|Cognome = Toussaint Ravanas
|ForzaOrdinamento = Ravanas ,Pierre
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|AnnoMorte = 1870
|Epoca = 1800
|Attività = imprenditore
|Attività2 = mercante
|Attività3 = agronomo
|Nazionalità = francese
|FineIncipit = , italianizzato in '''Pietro Ravanas''', fu un [[imprenditore]], [[mercante|commerciante]] e [[agronomo]] [[
▲|FineIncipit =, italianizzato in '''Pietro Ravanas''', fu un [[imprenditore]], [[mercante|commerciante]] e [[agronomo]] [[Francia|francese]] che [[Innovazione|innovò]] l'olivicoltura e la produzione di olio nella [[Provincia di Bari]]
}}
Introdusse in Puglia, tecniche di raccolta e lavorazione delle olive e nuovi macchinari che migliorarono notevolmente la quantità e la qualità dell'olio prodotto nella [[Terra di Bari (territorio storico)|Terra di Bari]].
Grazie al suo successo come imprenditore, assunse un ruolo di rilievo nella società civile ed economica della Terra di Bari e del [[Regno delle Due Sicilie]] della prima metà del [[XIX secolo]]. Nel [[1834]] si sposò con Emilie Bonnefoux originaria di Aix en Provence<ref
==Biografia==
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Pierre nacque nel comune di [[Aix en Provence]], nel sud della [[Francia]], in una famiglia borghese, da Sylvestre Toussaint e da Anne Mèlanie Barlantier, secondo di sette figli<ref>{{cita libro | cognome= De Stefano| nome= R.| titolo= Il Contributo di Pietro Ravanas all'agricoltura meridionale dell'Ottocento, in atti del convegno nazionale di studi sul rilancio dell'agricoltura nel III centenario della nascita di [[Sallustio Bandini]] | editore= | città= Siena| anno=1979}}, pag. 407</ref>. La sua famiglia era possidente di vari immobili, per lo più connessi con l'attività familiare di imprenditori e commercianti nel ramo dell'[[olio alimentare]]: frantoi, piscine, mulini, ecc.<ref>{{cita libro |cognome=|nome= |titolo=Aix-en-Provence: Tableau indicatif des propriétés fonciéres de leurs contenances et de leurs revenus| editore= Archives Dépertamentales des [[Bocche del Rodano (dipartimento)|Bouches-du-Rhone]], Cadastres| città= | anno=1828}}</ref>
Il padre di Pierre, Sylvestre Toussaint, di professione era commerciante e architetto ("négociant et architecte"<ref>{{cita libro | cognome=| nome= | titolo= Archives Comunales de [[Aix-en-Provence]], CC 824, Comptabilitè de la ville | editore= | città= | anno=1766 }}</ref>) in società con Henri Pascal Perier, un altro commerciante locale<ref>{{cita libro | cognome=Bernard| nome= notaire Gaspard| titolo= Archives Dépertamentales des [[Bocche del Rodano (dipartimento)|Bouches-du-Rhone]] section d'Aix-en-Provence, c.1196 ss |editore= |città= |anno=1793 }}</ref>. Una volta sciolta la società con Perier, Sylvestre creò la società ''Ravanas et cie'' e fece entrare in affari i suoi due figli maschi: Pierre e Jean Baptiste. I fratelli Ravanas studiarono la professione di famiglia, attraverso l'osservazione e la pratica del mestiere, senza trascurare una solida istruzione di base; disponevano pertanto di una buona cultura, cosa che non era comune all'epoca<ref name="books.google.it">{{cita
Alla morte di Sylvestre avvenuta il 16 dicembre [[1826]], Pierre continuò gli affari di famiglia in collaborazione col fratello. I fratelli Ravanas si specializzarono nella produzione e commercializzazione di "olio fine" (ovvero olio di qualità elevata per uso alimentare)<ref>{{cita
Pierre Ravanas aveva uno spiccata tendenza all'[[impresa]], con tutti i rischi che ciò comporta. Era convinto che per avere successo negli affari non era sufficiente continuare nei commerci nel mercato di Marsiglia, dove la concorrenza era molto elevata, ma era necessario creare un nuovo ramo commerciale: "''créer une novelle branche de commerce''"<ref>{{cita
===Introduzione delle tecniche provenzali in Italia===
[[
L'olio d'oliva prodotto nel [[XVIII secolo|Settecento]]
Invece, l'olio prodotto in [[Provenza]] era riconosciuto per la sua elevata qualità<ref>{{cita
Il marchese [[Domenico Grimaldi]], originario della famiglia di commercianti genovesi dei [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]], era possessore nel [[XVIII secolo]] di vasti appezzamenti coltivati ad ulivi in [[
Anche i fratelli Ravanas decisero di espandere i propri interessi al di fuori dei confini francesi. Il loro progetto era ambizioso: creare nel
{{Doppia immagine|right|Antic Molí d'oli - Celler d'Igualada.JPG|356|Premsa hidràulica a l'antic Molí d'oli - Celler d'Igualada.JPG|200|I due macchinari introdotti da Pierre Ravanas in Terra di Bari: la mola a doppia macina e il torchio idraulico.}}
Allo scopo di realizzare il progetto di introdurre le macchine e le tecniche in suo in Provenza nel [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno d'Italia]], i fratelli Ravanas avevano bisogno che il governo del
Il decreto numero 827 del 26 giugno [[1826]] riconobbe ai fratelli Ravanas quanto richiesto. Di seguito viene riportato l'intero testo del Decreto:
Pierre ricevette un'offerta di 40.000 [[Franco francese|franchi]] per il brevetto ottenuto. Se in un primo tempo fu tentato a cedere alla proposta, suo fratello intervenne per convincerlo a perseverare sul progetto originario<ref>{{Cita
In realtà i fratelli Ravanas non erano degli [[inventore|inventori]], ma [[imprenditore|imprenditori]] e [[commercio|commercianti]]: il [[Estrazione dell'olio
===I primi tentativi imprenditoriali in Puglia===
{{Approfondimento
|larghezza = 60%
|titolo=La sfida truccata
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Un proprietario di un piccolo oleificio, interessato alle novità introdotte da Ravanas, volle testarle in una sfida fra i due frantoi. La sfida venne persa da Pierre Ravanas perché falsata in una maniera impensabile per lo stesso vincitore...
{{citazione|Nel 1827 io aveva stabilito un [[Oleificio|trappeto]] di mio conto in [[Massafra]] e quell'anno fu tanto ubertoso il ricolto delle ulive in [[Palagianello]], [[feudo]] del marchese di [[Santeramo in Colle
| {{cita | Ravanas, Memoria | p. 9 e seguenti}}}}
}}
La [[Puglia]] del Settecento era un terreno fertile per l'idea imprenditoriale dei fratelli Ravanas. In particolare due erano le caratteristiche favorevoli: un largo bacino di produzione di olive che vengono lavorate con tecniche poco efficiente; la disponibilità di edifici dove poter impiantare frantoi<ref name="ReferenceA"/>. Pierre Ravanas intraprese un viaggio in Puglia con lo scopo di studiare il territorio e di
Per questo motivo, Pierre decise di recarsi a [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] per iniziare la propria impresa in un luogo dove la produzione di olive era molto superiore alla capacità di molitura dei frantoi locali. Pierre si rivolse ai più grandi proprietari di frantoi nella zona, chiedendo di usufruire dei loro locali e offrendo una partecipazione agli utili. Tutti si rifiutarono. Perciò decise di chiedere all'amministrazione comunale di poter usufruire in affitto di un locale in disuso. I produttori locali erano influenti presso il [[decurionato]]: il permesso arrivò, ma il prezzo del fitto fu molto elevato e il permesso per la ristrutturazione del locale arrivò ben oltre la stagione di raccolta delle olive<ref>{{cita
Un secondo oleificio venne aperto da Pierre Ravanas nel [[1826]] a [[Conversano]], nei pressi di Monopoli. Ma anche qui le aspettative del francese furono deluse sempre a causa di raccolti inferiori alle attese e dell'ostilità dei produttori locali. I primi due frantoi riuscivano a malapena a coprire le spese dell'attività<ref>{{cita
Pierre non si diede per vinto. Decise di aprire un terzo frantoio a [[Massafra]], in [[Terra d'Otranto]]. Ma anche qui la fortuna non fu dalla sua parte: nell'annata [[1827]]-[[1828|28]] il raccolto fu molto abbondante in tutta la zona, tranne che a Massafra dove una grandinata aveva pregiudicato la resa degli ulivi. L'ostilità dei produttori locali gli impedì anche l'acquisto di olive dai paesi limitrofi<ref>{{cita
Questi tre investimenti poco remunerativi mettevano in serio pericolo l'impresa dei fratelli Ravanas in Puglia. Gli unici guadagni provenivano dalla possibilità di sfruttare la rete commerciale di cui disponevano: Pierre vendeva il poco olio prodotto, a [[Marsiglia]] dove era rimasto suo fratello, Jean Baptiste<ref>
Visti gli scarsi risultati, Jean Baptise Ravanas non continuò a finanziare l'apertura di frantoi in Puglia; ma Pierre non era d'accordo con la visione del fratello e decise di continuare a curare l'investimento: si assunse la piena responsabilità dell'impresa e mantenne i contatti col fratello solo per le esportazioni di olio a Marsiglia<ref>{{cita
===L'oleificio di Bitonto: il successo di Pierre Ravanas come produttore di oli pregiati e commerciante===
Nell'autunno del [[1827]], la produzione di olive a Bitonto fu abbondante e gli oleifici locali non erano in grado di lavorare tutte le olive crescite sugli alberi. I grandi proprietari terrieri bitontini erano venuti a conoscenza della presenza in Puglia di uno straniero che offriva nuove tecniche di molitura e non volevano vedere marcire sugli alberi le olive che, in un periodo di raccolti scarsi, quell'anno erano cresciute abbondanti.
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In breve tempo, Pierre Ravanas stabilì un solido [[business|giro di affari]] in Puglia, basato su due pilastri: la lavorazione delle olive con tecniche innovative che consentivano la produzione di olio di qualità elevata; una rete di approvvigionamento che procurava grandi quantità di olive da lavorare nel frantoio e offriva vantaggi ai produttori. L'oleificio di Bitonto diventò un punto di riferimento per i produttori dei paesi limitrofi<ref>{{cita libro | cognome= Sylos| nome=F.S. | titolo= Per la scuola olearia regionale| editore= |città=Giovinazzo |anno=1880}}, pag.5</ref>.
Poco dopo l'apertura dell'oleificio bitontino, nel [[1830]] ne acquisì un quinto a [[Modugno (Italia)|Modugno]]<ref>{{cita libro | cognome=Milano | nome=Nicola | titolo=Modugno. Memorie storiche |
===Arrivo della concorrenza: diffusione della nuova tecnologia e allargamento del mercato===
Il successo raggiunto da Pierre Ravanas e l'efficacia della tecnologia da lui importa in Puglia portavano gli stessi proprietari di frantoi tradizionali che lo ostacolavano ad imitarne i metodi di lavorazione delle olive. Alla scadenza della [[privativa]], nel giugno [[1831]], si moltiplicarono i torchi idraulici per la spremitura delle olive in tutta la provincia di Bari: solo cinque anni dopo, nel [[1836]], a Bitonto se ne contavano 120, mentre i macchinari tradizionali utilizzati prima dell'arrivo di Ravanas rapidamente scomparvero<ref>{{cita
Da questo aspetto, si evince uno dei meriti più grandi che ebbe l'impresa di carattere puramente commerciale di Pierre Ravanas: quello di migliorare notevolmente le tecniche di lavorazione delle olive nella provincia di Bari con conseguente aumento sia della quantità che della qualità dell'olio prodotto. E questo era già palese ai suoi stessi contemporanei se affermavano che "il signor Ravanas sta ora rendendo nella provincia di Bari il più grande de servizi. Egli ha stabilito in Monopoli un nuovo sistema di macinare e di premere la pasta delle olive [...]. Giova bensì il dire che con questo nuovo meccanismo vi sia un risparmio di tempo e di spesa estraendosi fino a quattro o cinque some al giorno di olio di miglior qualità mentre ne trappeti ordinari non si estrae che una soma e mezza a due some al giorno."<ref>{{cita libro |cognome=Rotondo| nome=Mauro Luigi| titolo=[http://books.google.it/books?id=ong5AAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false Saggio politico su la popolazione, e le pubbliche contribuzioni del regno delle due Sicilie al di qua del Faro] | editore=Tipografia Flautina | città=Napoli | anno= 1834}}, pag. 310</ref>
Ma, nel giro di poco tempo, anche il vantaggio commerciale che Pierre Ravanas aveva nei confronti dei mercanti locali si assottigliò notevolmente. Potendo disporre anch'essi di un prodotto di qualità e fortemente richiesto, i commercianti baresi si arricchirono rapidamente sfruttando la storica rete di rapporti sul territorio e contatti con i principali porti dell'[[Adriatico]]<ref>{{cita
Inoltre, l'olio di elevata qualità che Pierre Ravanas introduceva nel [[Porto vecchio di Marsiglia|porto di Marsiglia]] aveva mostrato ai mercanti provenzali il potenziale commerciale dei prodotti pugliesi. Questo indusse altri imprenditori francesi, come i Sue, ad emulare Ravanas nell'aprire oleifici in Terra di Bari. E, dagli anni trenta del [[XIX secolo]], diversi commercianti francesi arrivavano in Puglia al momento della raccolta delle olive per accaparrarsi la materia prima direttamente dai produttori. Fra questi, si ricorda [[Felice Garibaldi]], fratello minore di [[Giuseppe Garibaldi]], commerciante di olio per conto della società di [[Nizza]] ''Avigdor ainé et fils'' e per la famiglia Sue<ref>{{cita libro | cognome= Cotugno | nome=R. | titolo=Un fratello di Garibaldi a Bari (1835-1852) in "Archivio pugliese del Risorgimento italiano", nn.2-4, pagg.103-114| editore= | città= | anno=1915 }}</ref><ref>{{cita libro | cognome=Riccardi | nome=Riccardo | titolo=L'impresa di felice Garibaldi, fratello dell'eroe dei due mondi | editore=Congedo editore | città=Galatina | anno= 2007}}</ref>.
Allo scadere della privativa, per cercare di contrastare la [[Concorrenza (diritto commerciale)|concorrenza]], Pierre Ravanas decise di ricorrere ancora una volta alla via istituzionale. Nel settembre [[1831]] tramite il ministro dell'interno Marchese di Pietracatella, inviò una lettera al Re
Nonostante ciò, il venir meno del regime di concorrenza attenuata di cui Pierre ha potuto godere nei primi cinque anni della sua attività nel Regno delle Due Sicilie, almeno nel primo periodo, non incise negativamente sugli affari di Ravanas. Se è vero che
[[
Qui si può notare l'altro grande merito dell'azione di Pierre Ravanas: l'allargamento di un mercato fortemente strategico nell'economia barese dell'epoca e lo stravolgimento delle gerarchie commerciali esistenti prime del suo arrivo<ref>{{cita
Inoltre, si ebbe un rinnovamento dell'intero tessuto economico barese, sia per quanto riguarda i grandi commercianti che avevano la possibilità di agire in nuovi mercati, sia per i piccoli produttori i quali, se durante il Settecento erano costretti a vendere le olive dei propri alberi all'intermediario agricolo ai prezzi decisi da quest'ultimo, ora avevano la possibilità di macinare gratuitamente presso i frantoi Ravanas ed essere in possesso di olio che potevano vendere al [[prezzo di mercato]]<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo=Fondo Industria Agricoltura Commercio | editore= Archivio di Stato di Bari| città= | anno=1836 }}, b 15 fs 22</ref>. Conseguenza di questi cambiamenti è un miglioramento generale del benessere, non solo economico ma anche sociale, nella regione<ref>{{Cita
Questo era il momento più alto della sua [[carriera]]: la cittadinanza civile e il tessuto mercantile della provincia di Bari gli riconoscevano i meriti della sua azione commerciale ed apprezzavano quanto fatto dal francese per diffondere una nova tecnologia produttiva e per espandere un mercato cruciale per l'economia barese dell'epoca<ref>{{cita libro | cognome= Bursotti (a cura di)| nome=Giovanni | titolo= Sul commercio di olii di olive delle Due Sicilie in Biblioteca di Commercio | editore= | città= | anno=1842 }}, pagg. 69 e seguenti</ref>. I cittadini di Bitonto, grati per il suo operato, inviarono una petizione al re del Regno delle Due Sicilie, Ferdinando II, il quale rispose con un [[rescritto]] che conferiva a Pierre Ravanas una medaglia d'oro al merito civile.<ref name="emeroteca.provincia.brindisi.it"/>.
Nel
In seguito aprì un grande frantoio a [[Bari]], in contrada San Marco, lungo la via che conduce a [[Mola di Bari]]. Trasferì la propria nel capoluogo della Provincia dal cui [[porto di Bari|porto]] partivano le esportazioni di olio. Sempre a Bari, Pierre possedeva dei magazzini in via Melo<ref>{{Cita
===Il fallimentare ingresso nella Borsa di Napoli===
Dopo quelli di Modugno e Bari non
Pierre decise di entrare nel rischioso circuito dei "giochi di carta" e cercò un accordo con la casa d'affari di origine francese ''Claudio Duchaliot'' che godeva della "classe di eccezione" presso la Camera di Commercio di Napoli che le consentiva una posizione privilegiata negli scambi nella [[
Tuttavia, il rapido incremento del volume di affari aumentò notevolmente anche il rischio connesso alle attività di scambio nel mercato borsistico napoletano e nei casi in cui Pierre non era in grado di onorare le commesse ricevute, era costretto a cercare accordi economici per rimandare il loro soddisfacimento. Questi fattori produssero un grave indebitamento che indussero Pierre ad ipotecare le sue proprietà<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo= Memoria per D Francesco Lopane contro D Pietro Ravanas-ainé| editore= | città=Trani | anno=10/02/1846 }}</ref>. Inoltre anche la ''Ravanas et cie'' accumulò un forte indebitamento nei confronti della società ''Claudio Duchaliot'': nel bilancio del 30 agosto [[1844]] venne registrato un debito di 89.521,69 ducati<ref>{{cita libro | cognome= Boursier | nome= avvocato | titolo= lettera alla Ravanas et cie per conto di Duchaliot | editore=Archives Ravanas | città= | anno=17/04/1845
Per cercare di sanare la posizione debitoria della ''Ravanas et cie'', Jean Baptiste dovette far ricorso alle proprie conoscenze in Provenza. Nel 1844, il signor Lezeaud di Aix acquistò un quinto della partecipazione nella società Ravanas-Duchaliot per 100.000 ducati ed effettuò l'[[avallo]] di cambiali intestate a Pierre Ravanas per un valore di 11.500 ducati<ref>{{cita libro | cognome= | nome= |titolo=Lettera di Duchaliot a Lezeaud | editore=Archives Ravanas | città= | anno= 31/08/1844}}</ref>. Pierre, inoltre, decise di rischiare ancora, aumentando gli ordini che si impegnava ad evadere di ulteriori 55.243 ducati<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo=Memoria del signor Ravanas Ainé di Bari contro D Francesco Lopane di detto comune | editore= | città= Bari| anno= 1846}}, pag. 12</ref>.
Questi tentativi non furono sufficienti ad evitare, nel 1846, la condanna da parte del [[Tribunale]] di [[Trani]] di Pierre Ravanas per il mancato pagamento di alcune cambiali<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo= Memoria per D Francesco Lopane contro D Pietro Ravanas-ainé| editore= | città=Trani | anno=10/02/1846 }}, pag. 35</ref>. Pierre, assicurò i propri [[creditore|creditori]] di provvedere al saldo dei debiti (che avevano raggiunto un
Con l'intento di riscattare la sua immagine agli occhi degli affaristi di Napoli, pubblicò uno scritto dove elencava i suoi meriti nell'ambito dell'innovazione tecnologica e della lavorazione delle olive al quale allegò un "Certificato rilasciato al Sig. Pietro Ravanas ainé da' proprietari della provincia di Bari" corredato da 455 firme di diversi [[
Tuttavia il sostegno di quanti hanno visto ed apprezzato le capacità di Ravanas nei suoi oleifici non fu capace di influenzare i pareri dei grandi mercanti della capitale del Regno. Inoltre, non tardarono ad arrivare le risposte dei suoi oppositori nelle aule di tribunale che criticarono la maniera in cui Pierre andò "strappando firme, e falsi attestati per proclamarsi da sé medesimo l'eroe del commercio"<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo= Supplemento di difese per D Francesco Lopane contro D Pietro Ravanas-ainé| editore= | città=Trani | anno=1846 }}, pagg. 26-27</ref>.
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Pur rendendosi contro di trovarsi ad un passo dal [[fallimento (diritto)|fallimento]], Pierre non si dava per vinto, continuava nella commercializzazione dell'olio prodotto nei suoi stabilimenti affidandosi a [[Capitale (economia)|capitali]] provenienti da finanziatori napoletani e della provincia di Bari. Ma questo peggiorava ulteriormente la sua condizione debitoria mentre le cambiali continuano a scadere e le cause intentate dai suoi creditori sono immancabilmente perse. Per evitare il tracollo Pierre dovette [[Liquidazione|liquidare]] tutte le sue [[proprietà (diritto)|proprietà]] già gravate da [[ipoteca|ipoteche]].
Ormai, Pierre Ravanas non poteva più utilizzare il suo nome per ottenere fiducia e credito dagli acquirenti e si avvalse del nipote Charles Pons (commerciante attivo nel porto di Marsiglia e sostenitore dei Ravanas con prestiti) che fece venire a Bari da Aix per poter concludere affari utilizzando un nuovo nome<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo=Lettera di Abèle Durand a Jean Baptiste Ravanas | editore=Archives Ravanas |
Si ritirò definitivamente dagli affari nel [[1850]], all'età di 53 anni.
La sua parabola nel mondo degli affari si era conclusa lasciandolo senza il patrimonio che aveva costruito negli anni precedenti. L'ingresso nel mondo di opportunità e speculazioni che era già allora la Borsa della capitale del Regno ha causato la fine della sua avventura di imprenditore e gli ha procurato aspre critiche e miseria. Ciò nonostante, non era svanita la stima che la comunità della provincia continuava a tributargli con pubblicazioni e pubblici [[encomio|encomi]]<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo= Risoluzione del 14 maggio 1854| editore=Consiglio Provinciale di Terra di Bari | città= | anno= }}</ref>. Il 6 maggio [[1854]] Re Ferdinando II gli conferì una seconda medaglia d'oro al merito civile<ref name="ReferenceB">{{cita libro | cognome= Ricchioni| nome=Vincenzo | titolo=Un pioniere " forestiero " del risorgimento meridionale | editore= | città= | anno= 1938}}, pag. 158</ref>.
"Gloria e miseria, l'eterna antitesi degli uomini veramente insigni"<ref>{{cita
Il 18 dicembre dello stesso anno il monarca gli conferì un vitalizio di 360 ducati annui, a carico della Provincia, per la durata della vita sua e di sua figlia<ref>{{cita libro | cognome= Sylos| nome=F.S. | titolo= Per la scuola olearia regionale| editore= | città=Giovinazzo | anno=1880 }}, pag.10</ref>. Questo sostegno economico poté garantirgli una vita in tranquillità. Si trasferì a Trani, dove nel [[1856]] morì sua moglie Emilie Bonnefoux. Nel [[1857]] la sua unica figlia Mélanie sposò Roberto Del Balzo, di [[Del Balzo|nobile famiglia]] napoletana e nel [[1862]] seguì il coniuge a Napoli<ref>{{Cita
A quel punto fece ritorno in Francia e si trasferì a [[Arles]]. Nella sua terra d'origine, la sua famiglia aveva abbandonato il campo degli affari: suo fratello Jean Baptiste era morto da poco, ancora impegnato nelle [[causa legale|cause legali]] che il fallimento degli investimenti nella Borsa di Napoli gli aveva procurato; i tre figli maschi dei quattro che ebbe Jean Baptiste intrapresero carriere differenti da quella paterna<ref>{{cita
Pierre Ravanas morì a Marsiglia l'11 giugno [[1870]].
== Onorificenze ==
[[
*Col [[rescritto]] del 10 gennaio [[1836]] Re [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] conferì a Pierre Ravanas una medaglia d'oro al merito civile. La medaglia riportava l'iscrizione: "a Pietro Ravanas per aver ridotto a perfezione il modo di estrarre l'olio"<ref name="emeroteca.provincia.brindisi.it"/>
*Col rescritto del 6 maggio [[1854]] Re Ferdinando II gli conferì una seconda medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione iscritta sulla medaglia: "Petro Ravanasio sen. quod artem oleariam in Peucetia auxerit diffuserit - MDCCCLIV"<ref name="ReferenceB"/>.
*Le città di Bari, Bitonto, Modugno<ref>{{cita libro | cognome=Milano | nome=Nicola | titolo= Curiosando per Modugno| editore=Levante, II edizione | città=Bari | anno=1997 }}, pag. 278</ref> e [[Ruvo di Puglia]] gli hanno intitolato una via.
*Il 17 dicembre [[1949]] il consiglio comunale di Bari stabilì che un [[Mezzobusto (scultura)|mezzo busto]] di Pierre Ravanas sarebbe stato collocato nel giardino di [[
== Note ==
== Bibliografia ==
* {{cita libro | cognome=Annastella Carrino e Biagio Salvemini | nome= | titolo= Un "homme à projets" fra Provenza e mezzogiorno: Pierre Ravanas e l'olivicoltura sette-ottocentesca | cid = Carrino, Salvemini}} in {{cita libro | autore = Felice Moretti
* {{cita libro|cognome=Salvemini| nome=Biagio |
* {{Cita news|autore =|nome = Vincenzo|cognome = Ricchioni|url = http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Japigia/1938/Articoli/Fascicolo%201/L'Olivicoltura%20Meridionale%20e%20l'Opera%20di%20P%20Ravanas.pdf
|titolo = L'olivicultura meridionale e l'opera di Pietro Ravanas |pubblicazione = Japigia |città = Bari |anno =1938 |accesso = 23 febbraio 2021 | cid= Ricchioni}}
* {{cita libro | cognome=Ravanas | nome= Pierre| titolo=Précis des motif qui m'ont amené dans le Rouyaume, et de mes travaux pendant six anéees pour créer une bonne fabrication d'huile fine si nécessaire et si importante pour tous les pays d'oliviers, et indispensabile pour la prospérité de la province de Bari, in [[Archivio di Stato di Napoli]] | editore=Ministero degli Interni |città= | anno= 3/9/1831 | cid = Ravanas, Précis des motif}}, II Inventario, b. 571, 1
* {{cita libro
* {{cita libro | cognome=
* {{cita libro
*{{cita libro|cognome=
{{Portale|biografie|due Sicilie|economia|storia}}
[[Categoria:Olivicoltura]]
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