Parità dello zero: differenze tra le versioni
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== Perché zero è pari ==
La definizione tradizionale di "numero pari" può essere usata per dimostrare direttamente che 0 è pari. Un numero viene chiamato "pari" se è un multiplo intero di 2. Come esempio, la ragione per cui 10 è pari è che è uguale a 5 × 2. Allo stesso modo, 0 è un multiplo intero di 2, in particolare 0 × 2 = 0, quindi 0 è pari.<ref>{{
È anche possibile spiegare perché 0 è pari senza riferimento a definizioni formali.<ref>{{
=== Spiegazioni di base ===
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La scatola con 0 oggetti non ha oggetti rossi spaiati.<ref>Compare {{Cita|Lichtenberg|p. 535|1972}} Fig. 1</ref>]]
Zero è un numero, e i numeri sono usati per contare. Dato un insieme di oggetti, si usa un numero per indicare quanti oggetti ci sono. Zero è il conteggio ''nessun oggetto'', in termini più formali, è il numero di oggetti presenti in un [[insieme vuoto]]. Il concetto di parità viene utilizzato per fare dei gruppi di due oggetti. Se gli oggetti in un insieme possono essere divisi in gruppi da due, senza che rimanga nessun oggetto, allora il numero di oggetti iniziale è pari. Se un oggetto rimane, allora il numero di oggetti è dispari. L'insieme vuoto contiene zero gruppi da due, e nessun oggetto è lasciato fuori da questo raggruppamento, quindi zero è pari.<ref>{{
Queste idee possono essere illustrate disegnando oggetti a coppie. È difficile descrivere zero gruppi da due, o sottolineare la ''non esistenza'' di un oggetto rimasto, quindi è utile disegnare altri gruppi e confrontarli con zero. Ad esempio, in un gruppo di cinque oggetti, vi sono due coppie. Ancora più importante, c'è un oggetto residuo, quindi 5 è dispari. Nel gruppo di quattro oggetti, non c'è oggetto avanzato, quindi 4 è pari. Nel gruppo di un solo oggetto, non ci sono coppie, e c'è un oggetto avanzato, di conseguenza 1 è dispari. Nel gruppo di 0 oggetti, non c'è nessun oggetto avanzato, quindi 0 è pari.<ref>{{
C'è un'altra definizione concreta di numero pari: se gli oggetti in un insieme possono essere divisi in due gruppi di uguale dimensione, allora il numero di oggetti è pari. Questa definizione è equivalente alla prima. Anche in questo caso, lo 0 è pari perché l'insieme vuoto può essere diviso in due gruppi di elementi entrambi contenenti 0 elementi e di conseguenza uguali fra loro (0/2 = 0/2 = 0).
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[[File:EvenOddNumberLine.svg|center|Interi da −4 a 10; i numeri pari sono cerchi aperti; i numeri dispari sono punti.]]
I numeri pari si alternano ai numeri dispari. A partire da qualsiasi numero pari, contando su o giù di due in due si raggiunge un altro numero pari, e non c'è nessun motivo per saltare lo zero.<ref>{{
Con l'introduzione della [[moltiplicazione]], la parità può essere affrontata in maniera più formale utilizzando espressioni aritmetiche. Ogni numero intero è il risultato di una delle seguenti formule:
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:0 = (2 × 0 ) + 0
Fare una tabella di questi risultati rafforza l'immagine della retta dei numeri sopra riportata.<ref>{{
=== Definizione di numero pari ===
La [[definizione]] precisa di un termine matematico, come ad esempio "pari" che significa "multiplo intero di due", è in definitiva una convenzione. Al contrario di "pari", alcuni termini matematici sono costruiti escludendo di proposito i casi banali o degeneri. I [[numeri primi]] sono un noto esempio. Prima del XX secolo la definizione di primalità era differente e matematici di rilievo quali [[Christian Goldbach|Goldbach]], [[Johann Heinrich Lambert|Lambert]], [[Adrien-Marie Legendre|Legendre]], [[Arthur Cayley|Cayley]] e [[Leopold Kronecker|Kronecker]] scrivevano che 1 è un numero primo. La moderna definizione di ''numero primo'' è ''un intero positivo con esattamente 2 divisori'', quindi 1 non è primo. Questa definizione è oggi preferita perché essa si adatta in modo più naturale ai teoremi matematici che riguardano i numeri primi. Per esempio il [[teorema fondamentale dell'aritmetica]] è più facile da enunciare se 1 non è considerato primo.<ref>{{
Sarebbe possibile ridefinire il termine "pari" in modo che non includa più 0. Tuttavia, in questo caso, la nuova definizione renderebbe più difficile formulare teoremi riguardanti i numeri pari. L'effetto può essere facilmente visto nelle [[numeri pari e dispari|regole algebriche dei numeri pari e dispari]].<ref name="Partee">{{
:pari ± pari = pari;
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:4 × 0 = 0.
Le regole qui sopra sarebbero pertanto errate se 0 non fosse pari.<ref name="Partee" /> Nella migliore delle ipotesi, queste regole dovrebbero essere modificate. Per esempio, un testo di studio di prova afferma che i numeri pari sono "multipli interi di due", ma afferma anche che zero non è "né pari né dispari".<ref name="MarkAlanStewart">{{
* pari ± pari = pari (o zero);
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== Contesti matematici ==
Innumerevoli risultati nella [[teoria dei numeri]] invocano il [[teorema fondamentale dell'aritmetica]] e le proprietà algebriche dei [[numeri pari]], quindi la scelta della definizione di numero pari ha conseguenze di vasta portata. Ad esempio, il fatto che i numeri positivi abbiano una [[fattorizzazione]] unica significa che si può determinare se un numero ha un numero pari o dispari di fattori primi distinti. Poiché 1 non è primo, né ha fattori primi, è un [[prodotto vuoto|prodotto di 0]] primi distinti, poiché 0 è un numero pari, 1 ha un numero pari di fattori primi distinti. Ciò implica che la [[funzione di Möbius]] assuma il valore μ(1) = 1, che è necessario affinché essa sia una [[funzione moltiplicativa]] e affinché la [[formula di inversione di Möbius]] funzioni.<ref>{{
=== Zero non è dispari ===
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=== Teoria dei grafi ===
Un risultato classico della [[teoria dei grafi]] afferma che un [[grafo]] di ordine dispari ha sempre almeno un vertice pari (l'ordine di un grafo è il numero dei suoi vertici). (Già questa affermazione richiede che zero sia pari: il grafo vuoto ha ordine pari e un [[vertice isolato]] è pari.)<ref name=Berlinghoff>{{
Il [[lemma di Sperner]] è
[[File:RecursiveEvenBipartite.svg
Un altro uso della proprietà di 0 di essere pari nella [[teoria dei grafi]] è il seguente. Un [[grafo bipartito]] è un grafo i cui vertici sono divisi in due colori tali che vertici adiacenti hanno colori differenti. Se un [[grafo connesso]] non ha [[Grafo#Percorsi, cammini e circuiti (cicli)|cicli]] dispari, allora è possibile costruire una bipartizione scegliendo un vertice base ''v'' e colorando ogni vertice nero o bianco a seconda se la sua distanza da ''v'' è pari o dispari. Poiché la distanza di ''v'' da se stesso è 0, e 0 è pari, il vertice base è colorato in modo diverso dai vertici ad esso adiacenti, cioè quelli che sono a distanza 1.<ref>{{
=== Alternanza fra pari e dispari ===
[[File:RecursiveEven.svg
Il fatto che lo 0 sia pari, insieme al fatto che i numeri pari e dispari sono alternati, è sufficiente per determinare la parità di ogni altro numero naturale. Questa idea può essere formalizzata in una [[definizione ricorsiva]] dell'insieme dei numeri naturali pari:
* 0 è pari;
* (''n'' + 1) è pari [[se e solo se]] ''n'' '''non''' è pari.
Questa definizione ha il vantaggio concettuale di basarsi solo sugli [[Assiomi di Peano|assiomi]] minimali dei [[numeri naturali]]: l'esistenza di 0 e l'esistenza del successore di un numero. Dunque, è utile per l'implementazione di sistemi logici al computer come [[Logical framework|LF]] e l{{'}}''[[Isabelle theorem prover]]''.<ref>{{
=== Geometria computazionale ===
[[File:RecursiveEvenPolygon.svg|left|thumb|alt=Non-convex polygon penetrated by an arrow, labeled 0 on the outside, 1 on the inside, 2 on the outside, ecc. |Test punto nel poligono]]
Il classico test del [[punto nel poligono]] della [[geometria computazionale]] utilizza le precedenti idee. Per determinare se un punto giace all'[[Parte interna|interno]] di un [[poligono]], si considera una [[semiretta]] dal punto all'[[Infinito (matematica)|infinito]] e si conta il numero di volte che la semiretta [[intersezione (insiemistica)|interseca]] il [[Frontiera (topologia)|bordo]] del poligono. Il numero di intersezioni è pari se e solo se il punto è esterno al poligono. Questo [[algoritmo]] funziona perché, se la semiretta non incrocia mai il poligono, allora il numero di intersezioni è 0, che è pari, e il punto è esterno. Ogni volta che la semiretta incrocia il poligono il numero di intersezioni si alterna tra pari e dispari e il punto tra interno ed esterno.<ref>{{
=== Algebra astratta ===
[[File:EvenIntegersSubgroup.svg|left|thumb|alt=Integers −4 through +4 arranged in a corkscrew, with a straight line running through the evens |2'''Z''' (blu) come sottogruppo di '''Z''']]
In [[algebra astratta]], gli interi pari formano varie [[strutture algebriche]] che richiedono l'inclusione dello 0. Il fatto che l'[[identità additiva]] (lo 0) sia pari, insieme con la parità delle somme, degli [[Opposto (matematica)|inversi additivi]] dei numeri pari e dell'[[associatività]] dell'addizione, comporta che gli interi pari formano un [[gruppo (algebra)|gruppo]]. Inoltre, il gruppo degli interi pari rispetto all'addizione è un [[sottogruppo]] del gruppo di tutti gli interi (questo è un esempio elementare del concetto di sottogruppo). La precedente osservazione che la regola "pari - pari = pari" forzi 0 a essere pari è un comportamento generale: ogni sottoinsieme non [[insieme vuoto|vuoto]] di un gruppo additivo che è [[Proprietà di chiusura|chiuso]] rispetto alla [[sottrazione]] deve essere un sottogruppo e in particolare, deve contenere l'[[elemento neutro|identità]].<ref>{{
Poiché gli interi pari formano un sottogruppo degli interi, essi [[partizione (teoria degli insiemi)|partizionano]] gli interi in [[Classe laterale|classi laterali]]. Queste classi laterali possono essere descritte come [[Relazione d'equivalenza|classi di equivalenza]] della seguente [[relazione di equivalenza]]: {{Tutto attaccato|''x'' ~ ''y''}} se {{Tutto attaccato|(''x'' − ''y'')}} è pari. Qui la proprietà di 0 di essere pari è direttamente manifestata come la [[relazione riflessiva|riflessività]] della [[relazione binaria]] ~.<ref>{{
Analogamente, il [[gruppo alternante]] è un sottogruppo di indice 2 del [[gruppo simmetrico]] su ''n'' oggetti. Gli elementi del gruppo alternante, dette [[Permutazione#Definizione|permutazioni pari]], sono i prodotti di un numero pari di [[Permutazione#Cicli|trasposizioni]]. La [[funzione identità]], che è un [[prodotto vuoto]] di trasposizioni, è una permutazione pari poiché 0 è pari ed è l'[[elemento neutro]] del gruppo.<ref>{{
La regola "pari × intero = pari" significa che i numeri pari formano un [[Ideale (matematica)|ideale]] nell'[[Anello (algebra)|anello]] degli interi e la precedente [[relazione d'equivalenza]] può essere descritta come un'equivalenza [[Aritmetica modulare|modulo]] questo ideale. In particolare, gli interi pari, sono esattamente quegli interi ''k'' con {{Tutto attaccato|''k'' ≡ 0 (mod 2).}} Questa formulazione è utile per la ricerca delle [[Radice (matematica)|radici]] intere di un [[polinomio]].<ref>{{
=== Ordine 2-adico ===
Si può stabilire che alcuni multipli di 2 sono "più pari" di altri nel seguente senso. Un [[numero intero]] è ''più pari'' di un altro se è diviso da una potenza di 2 maggiore. Ad esempio, i multipli di 4 sono doppiamente pari, poiché possono essere divisi per 2 due volte e sono "più pari" di quelli che possono essere divisi per 2 una sola volta. Si ha che 0 non è solo divisibile per 4, ma è l'unico numero ad essere divisibile per ogni [[potenza di 2]], sorpassando quindi tutti gli altri numeri in "essere pari".<ref>{{
Una conseguenza di questo fatto compare nell'[[ordinamento a bit invertiti]] dei dati di tipo [[numero intero (informatica)|intero]] usato da alcuni algoritmi informatici, come la [[trasformata di Fourier veloce]] di [[Algoritmo FFT di Cooley-Tukey|Cooley-Tukey]]. Questo ordinamento ha la proprietà che quanto più il primo 1 che compare è a sinistra nell'espansione [[Base (aritmetica)|binaria]] di un numero, cioè quante più volte esso è divisibile per 2, tanto prima quel numero comparirà. Poiché l'inversione dei bit di 0 è sempre 0, esso può essere diviso per 2 un qualunque numero di volte e la sua espansione binaria non contiene nessun 1, così esso è sempre il primo.<ref>{{
Sebbene 0 sia divisibile per 2 più volte di ogni altro numero, non è immediato quantificare esattamente quante volte lo sia. Per ogni intero non nullo ''n'', si definisce ''[[ordine 2-adico]]'', o ''2-ordine'', di ''n'' come il numero di volte che ''n'' è divisibile per 2. Questa descrizione non funziona per 0, non importa quante volte 0 è diviso per 2, esso sarà comunque divisibile per 2 ancora una volta. La convenzione utilizzata è porre il 2-ordine di 0 uguale a [[infinito (matematica)|infinito]] in questo caso particolare.<ref>{{
Le potenze di 2, cioè 1, 2, 4, 8,..., formano una semplice [[successione (matematica)|successione]] di numeri con 2-ordine crescente. Nell'insieme dei [[numeri p-adici|numeri 2-adici]] tale successione [[limite di una successione|converge]], in effetti, a 0.<ref>{{
== Educazione ==
[[File:FrobisherZeroParity-it.svg|thumb|upright=1.8|alt=Bar chart; vedi la descrizione nel corpo del testo|Statistiche percentuali nel tempo di un'indagine sulla parità di zero<ref name="Frobisher41">{{
Il concetto della parità di zero è trattato spesso nei primi due o tre anni dell'[[educazione primaria]], mentre è introdotto il concetto di numeri pari o dispari.<ref>Questo è vero negli Stati Uniti D'America, in Canada, in Gran Bretagna, in Australia, e in Israele; vedi{{
=== Conoscenza degli studenti ===
Il grafico a destra<ref name="Frobisher41" /> descrive le credenze dei bambini circa la parità di zero, man mano che avanzano dal primo al sesto anno del [[sistema educativo inglese]] (dai 5 ai 10 anni). I dati provengono da [[Len Frobisher]], che ha condotto due indagini sugli scolari inglesi. Frobisher era interessato a come la conoscenza della parità delle cifre da sole si traducesse nella conoscenza della parità di un [[numero composto]] da multiple cifre e zero era importante nei risultati (se un numero termina con 0,2,4,6,8 allora è pari).<ref>{{
In un sondaggio preliminare condotto su circa 400 bambini di sette anni, il 45% ha risposto che zero è pari.<ref>{{
* pari
* dispari
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* nessuna risposta
Questa seconda volta, il numero di bambini della stessa fascia di età che rispondevano che lo zero è pari scese al 32%.<ref>{{
Nelle interviste, Frobisher stimolava il ragionamento degli studenti. Uno studente del 5º anno (9 anni) aveva deciso che 0 è pari perché si trovava nella [[Tabellina pitagorica|tabellina]] del 2. Uno studente del 4º anno (8 anni) si rese conto che 0 può essere diviso in parti uguali. Un altro studente del 4º anno aveva motivato la parità di 0 dicendo "1 è dispari e se vado giù [0] è pari".<ref>{{
==== Idee sbagliate degli studenti sulla parità di zero ====
Le interviste hanno rivelato anche le idee sbagliate che stanno dietro alle risposte errate. Uno studente del secondo anno era "convinto" che lo zero fosse dispari, sulla base del fatto che "è il primo numero da cui si comincia a contare".<ref>{{
==== Ulteriori indagini ====
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|Lo zero è speciale.
|}
Ricerche più approfondite furono condotte da Esther Levenson, Pessia Tsamir e Dina Tirosh, che intervistarono 2 studenti del 6º anno (prima media) che andavano molto bene alle loro lezioni di matematica. Uno studente preferiva utilizzare la teoria per dimostrare le affermazioni matematiche mentre l'altro preferiva utilizzare esempi pratici. Entrambi gli studenti all'inizio pensavano che 0 non fosse né pari né dispari per ragioni differenti. Levenson, Tsamir e Tirosh mostrarono come il ragionamento degli studenti rifletteva i loro concetti di zero e di divisione.<ref>{{
[[Deborah Loewenberg Ball]] analizzò le idee di qualche studente appartenente al 3º anno (8 anni) a proposito dei numeri pari, dei numeri dispari e di 0 di cui avevano appena discusso con un gruppo di studenti del quarto anno (9 anni). Gli studenti avevano discusso la parità dello zero, le proprietà dei numeri pari e come venisse fatta la matematica. La questione dello zero assunse varie forme, come si può vedere nella lista qui a destra.<ref name=BallFig>{{
Uno dei temi affrontati più vastamente nella letteratura di ricerca è il disaccordo fra le ''[[immagini di concetto]]'' della parità e le loro ''definizioni di concetto''.<ref>{{
* disegnarono una combinazione di immagini;
* utilizzarono delle definizioni;
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=== Conoscenza degli insegnanti ===
Dei ricercatori di [[didattica della matematica]] all'Università del Michigan hanno incluso in una loro indagine un quiz vero falso con la seguente domanda "0 è un numero pari?" all'interno di un database di più di 250 domande progettato per misurare la conoscenza dei contenuti delle professoresse. Per loro la domanda rappresentava "cultura generale... che ogni adulto istruito dovrebbe avere"; inoltre considerarono la loro domanda "ideologicamente neutrale", poiché la sua risposta non sarebbe variata fra la matematica insegnata in modo [[tradizionale]] e la matematica insegnata con metodi innovativi. In uno studio svolto dal 2000 al 2004 su un campione di 700 professori delle elementari negli Stati Uniti, le performance generali su queste domande prevedettero in maniera significativa i risultati degli studenti in [[test standardizzati]] dopo aver partecipato alle lezioni dei professori.<ref>{{
==== Quanti professori hanno idee sbagliate sulla parità di zero? ====
Non è certo quanti professori abbiano conoscenze sbagliate a proposito dello 0 poiché gli studi del Michigan non pubblicarono dati per le domande individuali. Betty Lichtenberg un professore associato di [[didattica della matematica]] all'[[Università della Florida del Sud]] in uno studio del 1972 riportò che, quando fu dato ad un gruppo di professori delle elementari un quiz vero o falso che includeva la domanda "0 è pari?", essi la considerarono una domanda "tosta" e i due terzi risposero "falso".<ref>{{
=== Implicazioni nell'istruzione ===
Da un punto di vista puramente matematico, dimostrare che 0 è pari richiede solamente l'applicazione di una definizione, ma nel contesto dell'educazione sono necessarie delle spiegazioni aggiuntive. Un problema riguarda un fondamento della prova la definizione di pari come multiplo intero di 2 non è sempre conosciuta: uno studente nei primi anni dell'istruzione primaria potrebbe non aver ancora imparato cosa significano i termini "intero" o "multiplo" ed è ancora meno probabile che sappiano come moltiplicare per 0.<ref>{{
==== Effetti positivi conseguenti all'insegnare che zero è pari ====
Il fatto che 0 sia pari può aiutare a capire che, mentre il concetto di numero viene esteso dai soli numeri interi positivi a tutti gli interi, includendo 0 e i numeri negativi, anche le proprietà dei numeri come la parità
== Cognizione numerica ==
[[File:Nuerk figure 4 bare.svg|thumb|alt=Numbers 0–8, repeated twice, in a complex arrangement; the 0s are on top, separated by a dotted line|Questo grafico mostra i tempi di reazione nel dire la parità delle cifre da uno a dieci. Più le cifre sono vicine fra loro meno tempo è necessario.<ref>{{
Gli esperimenti di Dehaene non erano stati progettati specificamente per indagare la parità dello 0, ma per confrontare modelli concorrenti di come l'informazione di parità
Ripetuti esperimenti hanno mostrato un ritardo in 0 per soggetti di diversa età, nazione e conoscenze linguistiche, messi a guardare numeri in cifre, detti lettera per lettera e detti lettera per lettera in uno specchio. Il gruppo di Dehaene ha trovato un fattore di differenziazione: la competenza matematica. In uno dei loro esperimenti, gli studenti della [[École normale supérieure]] sono stati divisi in due gruppi: quelli impegnati in studi letterari e quelli impegnati a studiare matematica, fisica o biologia. Il rallentamento nel definire la parità dello 0 è stato "trovato sostanzialmente nel primo gruppo [letterario]", e infatti, "prima dell'esperimento, alcuni soggetti [
Questa forte dipendenza del tempo di risposta con la familiarità mina nuovamente l'ipotesi di calcolo mentale.<ref>{{
== Vita di tutti i giorni ==
Alcuni dei contesti in cui la parità dello zero fa la sua apparizione sono puramente retorici. L'argomento fornisce il materiale per bacheche Internet e siti web in cui si chiedono consigli agli esperti.<ref>{{
Intorno al 2000, i media hanno notato un paio di pietre miliari insolite: la data "19/11/1999" è stata l'ultima [[data]] del [[calendario]] composta solo da cifre dispari che si sarebbe verificata per un tempo molto lungo e che la data "02/02/2000" sarebbe stata la prima data formata da solo cifre pari dopo molto tempo.<ref>{{
Nei [[test standardizzati]], se una domanda riguarda il comportamento dei numeri pari, potrebbe essere necessario tenere a mente che 0 è pari.<ref>{{
Il fatto che 0 sia pari è rilevante nella suddivisione fra pari e dispari con cui le automobili possono guidare o acquistare la [[benzina]] a giorni alterni, secondo la parità
Sulle navi della US Navy, gli scomparti contrassegnati da numeri pari si trovano sul lato sinistro, ma lo zero è riservato per i comparti che intersecano la linea di mezzeria. Cioè, i numeri da sinistra a destra erano nel seguente ordine: 6-4-2-0-1-3-5.<ref>{{
Nel gioco della [[
Anche il gioco del [[pari o dispari]] ne è influenzato: se entrambi i giocatori gettano zero dita, il numero totale delle dita è uguale a 0, quindi il giocatore che aveva scelto pari vince.<ref>{{
Reminiscenza filosofica del parimpari, studiato durante il percorso scolastico, potrebbe generare confusione. Nella [[Scuola pitagorica]] il parimpari è riferito al numero 1, come elemento di collegamento tra i numeri pari ed i numeri dispari. A diversi anni di distanza dallo studio, il termine parimpari potrebbe essere inteso come sia pari che dispari, o nessuno di questi, ed il numero a cui più facilmente si può associare questo significato è lo 0, distorcendo notevolmente il significato originario. Infatti per i
{{citazione|Sembra adunque che questi filosofi nel considerare il numero come principio delle cose esistenti ne facciano una causa materiale come proprietà e come modo. Come elementi del numero fissano il pari e il dispari, il primo infinito, l'altro finito. L'uno partecipa di ambedue questi caratteri (essendo insieme pari e dispari). Ogni numero proviene dall'uno e l'intero universo, come già ho detto, è numeri. Altri fra di loro dicono che i principi sono dieci [...]|[[Aristotele]], ''Metafisica'', I, 5, 986a<ref>Citato in Pier Michele Giordano, ''I presocratici'', Edizioni ARS G. L., Vercelli 1996, pp. 103-104.</ref>}}
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== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Anderson |nome1=Ian |anno=2001 |titolo=A First Course in Discrete Mathematics |città=London |editore=Springer |isbn=1-85233-236-0|cid=Anderson, 2001}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Anderson |nome1=Marlow |nome2=Todd |cognome2=Feil |anno=2005 |titolo=A First Course in Abstract Algebra: Rings, Groups, And Fields |città=London |editore=CRC Press |isbn=1-58488-515-7}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Andrews |nome1=Edna |anno=1990 |titolo=Markedness Theory: the union of asymmetry and semiosis in language |città=Durham |editore=Duke University Press |isbn=0-8223-0959-9|cid=Andrews, 1990}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Arnold |nome1=C. L. |data=gennaio 1919|titolo=The Number Zero |rivista=The Ohio Educational Monthly |volume=68 |numero=1 |url=http://books.google.com/books?id=v3QbAQAAIAAJ&pg=PA21 |pp=21-22 |accesso=11 aprile 2010|cid=Arnold 1919}}
* {{Cita pubblicazione |cognome1=Arsham |nome1=Hossein |url=http://www.pantaneto.co.uk/issue5/arsham.htm |titolo=Zero in Four Dimensions: Historical, Psychological, Cultural, and Logical Perspectives |serie=The Pantaneto Forum |data=gennaio 2002 |accesso=24 settembre 2007 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070925163556/http://www.pantaneto.co.uk/issue5/arsham.htm |
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Ball |nome1=Deborah Loewenberg |nome2=Heather C. |cognome2=Hill |nome3=Hyman |cognome3=Bass |anno=2005|titolo=Knowing Mathematics for Teaching: Who Knows Mathematics Well Enough To Teach Third Grade, and How Can We Decide? |rivista=American Educator |url=http://deepblue.lib.umich.edu/handle/2027.42/65072 |accesso=16 settembre 2007|formato=PDF|cid=Ball Hill Bass, 2005}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Ball |nome1=Deborah Loewenberg |nome2=Jennifer |cognome2=Lewis |nome3=Mark Hoover |cognome3=Thames |titolo=Making mathematics work in school |anno=2008 |rivista=Journal for Research in Mathematics Education |volume=M14 |pp=13–44 and 195–200 |url=http://www-personal.umich.edu/~dball/articles/BallLewisThames08.pdf |accesso=4 marzo 2010|cid=Ball Lewis Thames, 2008}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Barbeau |nome1=Edward Joseph |anno=2003 |titolo=Polynomials |editore=Springer |isbn=0-387-40627-1}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Baroody |nome1=Arthur |nome2=Ronald |cognome2=Coslick |titolo=Fostering Children's Mathematical Power: An Investigative Approach to K-8 |anno=1998 |editore=Lawrence Erlbaum Associates |isbn=0-8058-3105-3}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Berlinghoff |nome1=William P. |nome2=Kerry E. |cognome2=Grant |nome3=Dale |cognome3=Skrien |anno=2001 |titolo=A Mathematics Sampler: Topics for the Liberal Arts |edizione=5th rev. |editore=Rowman & Littlefield |isbn=0-7425-0202-3|cid=Berlinghoff Grant Skrien, 2001}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Border |nome1=Kim C. |anno=1985 |titolo=Fixed Point Theorems with Applications to Economics and Game Theory |editore=Cambridge University Press |isbn=0-521-38808-2}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Brisman |nome1=Andrew |titolo=Mensa Guide to Casino Gambling: Winning Ways |url=https://archive.org/details/mensaguidetocasi0000bris |editore=Sterling |anno=2004 |isbn=1-4027-1300-2}}
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* {{Cita pubblicazione|cognome1=Crumpacker |nome1=Bunny |anno=2007 |titolo=Perfect Figures: The Lore of Numbers and How We Learned to Count |url=https://archive.org/details/perfectfigureslo00crum |editore=Macmillan |isbn=0-312-36005-3}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Cutler |nome1=Thomas J. |titolo=The Bluejacket's Manual: United States Navy |anno=2008 |edizione=Centennial |editore=Naval Institute Press |isbn=1-55750-221-8}}
* {{Cita pubblicazione |cognome1=Dehaene |nome1=Stanislas |wkautore1=Stanislas Dehaene |nome2=Serge |cognome2=Bossini |nome3=Pascal |cognome3=Giraux |titolo=The mental representation of parity and numerical magnitude |rivista=Journal of Experimental Psychology: General |volume=122 |numero=3 |pp=371-396 |anno=1993 |url=http://www.unicog.org/publications/Dehaene_ParitySNARCeffect_JEPGeneral1993.pdf |accesso=13 settembre 2007 |doi=10.1037/0096-3445.122.3.371 |formato=PDF |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110719224828/http://www.unicog.org/publications/Dehaene_ParitySNARCeffect_JEPGeneral1993.pdf
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Devlin |nome1=Keith |titolo=The golden age of mathematics |rivista=New Scientist |data=aprile 1985|volume=106 |numero=1452|cid=Devlin, 1985}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Diagram Group |titolo=The Official World Encyclopedia of Sports and Games |editore=Paddington Press |anno=1983 |isbn=0-448-22202-7}}
* {{Cita pubblicazione |cognome=Dickerson |nome=David S |cognome2=Pitman |nome2=Damien J |data=luglio 2012 |titolo=Advanced college-level students' categorization and use of mathematical definitions |curatore=Tai-Yih Tso |rivista=Proceedings of the 36th Conference of the International Group for the Psychology of Mathematics Education |volume=2 |pp=187-195 |url=https://www.ruhr-uni-bochum.de/imperia/md/content/mathematik/Roesken/pme36_taipeh_volume2.pdf#page=193 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131218115041/http://www.ruhr-uni-bochum.de/imperia/md/content/mathematik/Roesken/pme36_taipeh_volume2.pdf#page=193
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Dummit |nome1=David S. |nome2=Richard M. |cognome2=Foote |anno=1999 |titolo=Abstract Algebra |edizione=2e |città=New York |editore=Wiley |isbn=0-471-36857-1}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Educational Testing Service |anno=2009 |titolo=Mathematical Conventions for the Quantitative Reasoning Measure of the GRE® revised General Test |editore=Educational Testing Service |url=https://www.ets.org/s/gre/pdf/gre_math_conventions.pdf |accesso=6 settembre 2011}}
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* {{Cita pubblicazione|autore=Graduate Management Admission Council |data=settembre 2005|titolo=The Official Guide for GMAT Review |edizione=11th |isbn=0-9765709-0-4 |editore=Graduate Management Admission Council |città=McLean, VA}}
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* {{Cita pubblicazione|cognome1=Hartsfield |nome1=Nora |nome2=Gerhard |cognome2=Ringel |anno=2003 |titolo=Pearls in Graph Theory: A Comprehensive Introduction |città=Mineola |editore=Courier Dover |isbn=0-486-43232-7|cid=Hartsfield Ringel, 2003}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Hill |nome=Heather C. |nome2=Merrie L. |cognome2=Blunk |nome3=Charalambos Y. |cognome3=Charalambous |nome4=Jennifer M. |cognome4=Lewis |nome5=Geoffrey C. |cognome5=Phelps |nome6=Laurie |cognome6=Sleep |nome7=Deborah Loewenberg |cognome7=Ball |anno=2008 |titolo=Mathematical Knowledge for Teaching and the Mathematical Quality of Instruction: An Exploratory Study |rivista=Cognition and Instruction |volume=26 |numero=4 |doi=10.1080/07370000802177235 |pp=430-511}}
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* {{Cita pubblicazione|cognome1=Siegel |nome1=Robert |titolo=Analysis: Today's date, November <!--arbitrary comment to avoid AndyZ/peerreviewer script flagging date format--> 19th, 1999, contains all odd numbers; the next even-numbered date will be February <!--arbitrary comment to avoid AndyZ/peerreviewer script flagging date format--> 2nd, 2000 |data=19 novembre 1999 |serie=[[All Things Considered]] |editore=[[National Public Radio]] |id={{Factiva|ltcn000020010910dvbj003b3}}}}
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* {{Cita pubblicazione|cognome1=Stewart |nome1=Mark Alan |titolo=30 Days to the GMAT CAT |anno=2001 |città=Stamford |editore=Thomson |isbn=0-7689-0635-0|cid=Stewart, 2001}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Stingl |nome1=Jim |titolo=01:02:03 04/05/06; We can count on some things in life |data=5 aprile 2006 |serie=[[Milwaukee Journal Sentinel]] |edizione=Final |p=B1 |id={{Factiva|MLWK000020060405e2450003l}}}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Tabachnikova |nome1=Olga M. |nome2= Geoff C. |cognome2=Smith |wkautore2=Geoff Smith (mathematician) |anno=2000 |titolo=Topics in Group Theory |città=London |editore=Springer |isbn=1-85233-235-2}}
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