Nadīm: differenze tra le versioni
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L'onore di sedere alla mensa, assai generosa, del Califfo non era riservato a persone qualunque, senza qualità, ma a quanti erano in grado d'assolvere sostanziosamente al dovere d'intrattenitore colto e sensibile dell'augusto ospite.
Quanti s'erano saputi segnalare per il loro spessore culturale (artistico o scientifico) e quanti potevano vantare qualità umane fuori del consueto, erano ritenuti in grado di suscitare l'interesse del Califfo, col quale perciò non dovevano limitarsi a consumare i pasti, interloquendo invece e confrontandosi con lui su temi quali la [[poesia]] e la [[letteratura araba|letteratura]], la [[musica]] e tutte le [[arte|arti]] e le [[scienze]] di cui il Califfo era spesso munifico committente.
Nel sentire popolare s'immaginava, non solo nei periodi di decadenza politica e istituzionale, che il ''nadīm'' accompagnasse il Califfo nelle generose bevute del proibitissimo vino e in avventure galanti che si diceva avvenissero regolarmente nel chiuso delle
Le attività del ''nadīm'', ma anche gli intrighi che facilmente potevano essere intessuti alla mensa califfale, sono magistralmente e minuziosamente descritti nell'opera di [[
==Note==
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*M. Inostranzef, ''Iranian Influence on Moslem Literature'', 1918 (rist. da "The Echo Library", 2007, [http://www.fullbooks.com/Iranian-Influence-on-Moslem-Literature-Part1.html consultabile online]).
*[[Charles Pellat]], ''Le livre de la couronne attribué à Ǧāḥiẓ'', Parigi, 1954, pp. 8-10.
{{Portale|Islam}}
[[Categoria:Storia dei califfati islamici]]
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