Frida Misul: differenze tra le versioni

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|AnnoMorte = 1992
|Epoca = 1900
|Attività = reducesuperstite dell'olocaustoOlocausto
|Nazionalità = italiana
|PostNazionalità = , di origine ebraica, autrice nel 1946 di una delle prime testimonianze letterarie di deportati italiani nel [[campo di concentramento di Auschwitz]]
|Categorie = no
}}
 
==Biografia==
Frida Misul nasceNasce a [[Livorno]] da una famiglia ebraica, figlia di Gino Misul e Zaira Samaia.<ref>Liliana Picciotto, ''Il libro della memoria'' (II ed.; Milano: Mursia, 2001), p.447.</ref>
 
Studia canto e dopo l'introduzione delle [[leggi razziali fasciste]] del 1938 continua talora ad esibirsi sotto lalo pseudonimo di '''Frida Masoni'''. Il periodo dopo l'8 settembre 1943 è segnato dalla morte per malattiainfarto della madre e dalle continua preoccupazione per le sorti dei familiari: il padre e le due sorelle minori.
Frida Misul nasce a [[Livorno]] da una famiglia ebraica, figlia di Gino Misul e Zaira Samaia.<ref>Liliana Picciotto, ''Il libro della memoria'' (II ed.; Milano: Mursia, 2001), p.447.</ref>
 
Arrestata aad Ardenza (LI) il 1 aprile 1944 dalla polizia italiana, è detenuta alle carceri di Livorno e di li' inviata al [[campo di transito di Fossoli]]. Qui è sottoposta a brutali interrogatori perché riveli il nascondiglio dei familiari e del cugino, Umberto Misul, unitosi ai partigiani. Frida non cede ed è quindi deportata a Auschwitz il 16 maggio 1944. All'arrivo al campo, il 22 maggio, è immatricolata con il n. A-5383. Sottoposta ai lavori forzati, è stremata nel fisico finché ammalata è ricoverata nell'ospedale del campo. Qui scampa alla morte grazie alla sua voce di cantante lirica; è da allora adibita nel Kanada a condizioni di lavoro meno brutali e la domenica canta per le SS. La stessa storia si ripete al campo di Villistat, in Germania, dove è trasferita il 16 novembre 1944.
Studia canto e dopo l'introduzione delle [[leggi razziali fasciste]] del 1938 continua talora ad esibirsi sotto la pseudonimo di '''Frida Masoni'''. Il periodo dopo l'8 settembre 1943 è segnato dalla morte per malattia della madre e dalle continua preoccupazione per le sorti dei familiari: il padre e le due sorelle minori.
 
Arrestata a Ardenza (LI) il 1 aprile 1944 dalla polizia italiana, è detenuta alle carceri di Livorno e di li' inviata al [[campo di transito di Fossoli]]. Qui è sottoposta a brutali interrogatori perché riveli il nascondiglio dei familiari e del cugino, Umberto Misul, unitosi ai partigiani. Frida non cede ed è quindi deportata a Auschwitz il 16 maggio 1944. All'arrivo al campo, il 22 maggio, è immatricolata con il n. A-5383. Sottoposta ai lavori forzati, è stremata nel fisico finché ammalata è ricoverata nell'ospedale del campo. Qui scampa alla morte grazie alla sua voce di cantante; è da allora adibita nel Kanada a condizioni di lavoro meno brutali e la domenica canta per le SS. La stessa storia si ripete al campo di Villistat, in Germania, dove è trasferita il 16 novembre 1944.
 
L'ultimo trasferimento la conduce al [[campo di concentramento di Theresienstadt]], pochi giorni prima della Liberazione il 9 maggio 1945.
 
Trascorsi tre mesi in un ospedale sovietico e un mese in un campo di raccolta americanostatunitense, Frida Misul intraprende il viaggio di ritorno che la riporta a Livorno, dove ritrova la famiglia, scampata alle deportazioni.
 
Nel 1946 Frida Misul pubblica a Livorno uno dei primissimi memoriali di deportati ebrei nei campi di sterminio nazisti. Sette furono i deportati ebrei autori di racconti autobiografici pubblicati in Italia nei primi anni del dopoguerra: Lazzaro Levi alla fine del 1945, [[Luciana Nissim Momigliano]], [[Giuliana Fiorentino Tedeschi]], [[Alba Valech Capozzi]] e appunto Frida Misul nel 1946, e infine nel 1947 [[Primo Levi]] e [[Liana Millu]]. Ad essi vanno aggiunti: [[Luigi Ferri (deportato)|Luigi Ferri]], la cui deposizione (in tedesco) è resa nell'aprile 1945 di fronte ad uno dei primi tribunali d'inchiesta sui crimini nazisti, [[Sofia Schafranov]], la cui testimonianza è raccolta nel 1945 in un libro-intervista di [[Alberto Cavaliere]], e [[Bruno Piazza]], il cui memoriale, scritto negli stessi anni, sarà però pubblicato solo nel 1956.<ref>Anna Baldini (2012), "La memoria italiana della Shoah (1944-2009)", in ''Atlante della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, Vol.3, pag. 758-763.</ref>
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Nel 1980, sollecitata dal Comune di Livorno, pubblica un altro volume di ricordi (''Deportazione: il mio diario'') che amplia e arricchisce la sua testimonianza con nuovi particolari.<ref>Frida Misul, ''Deportazione: il mio diario'', supplemento a CN-COMUNE NOTIZIE n.52-53 (1980). III Ristampa, Ospedaletto (Pisa) 2006.</ref>
 
Frida Misul muore nel 1992.

== Omaggi ==
* Una via le è stata dedicata nella sua città natale, [[Livorno]].
 
==Opere==
 
* Frida Misul, ''Fra gli artigli del mostro nazista: la più romanzesca delle realtà, il più realistico dei romanzi'' (Livorno: Stabilimento Poligrafico Belforte, 1946)
* Frida Misul, ''Deportazione. Il mio diario'', a cura dell'Ufficio Storico della Resistenza del Comune di Livorno (Livorno: Tipografia Benvenuti & Cavaciocchi, Livorno 1980). Riedizione riveduta e accresciuta del volume del '46. III ristampa: Ospedaletto (Pisa) 2006.
 
==Note==
 
<references/>
 
==Bibliografia==
 
* Liliana Picciotto, ''Il libro della memoria'' (II ed.; Milano: Mursia, 2001)
 
== Voci correlate ==
 
* [[Ada Michlstaedter Marchesini]]
 
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{{Portale|biografie|Ebraismo|nazismo}}
 
[[Categoria:Superstiti italiani dell'Olocausto]]
[[Categoria:Persone legate ad Auschwitz]]
[[Categoria:Ebrei italiani]]