Trifone Gabriel: differenze tra le versioni
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{{Vescovo
|chiesa = cattolica
|nome = Trifone Gabriel
|immagine = Trifone_Gabriel_1.jpg
|larghezza =
|didascalia =
|stemma = Coat of Arms of the House of Gabrielli of Venice.svg
|motto =
|ruoliricoperti = [[Vescovo coadiutore]] di [[Diocesi di Argo|Argo]] (1499-1504)
|nato = 20 novembre [[1470]] a [[San Polo di Piave]]
|diacordinato =
|ordinato =
|nomvescovo = 14 gennaio [[1499]] da [[papa Alessandro VI]]
|consacrato =
|deceduto = {{calcola età3|1549|10|20|1470|11|20}} a [[Venezia]]
|firma =
}}▼
{{Bio
|Nome = Trifone
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|GiornoMeseMorte = 20 ottobre
|AnnoMorte = 1549
|Epoca = 1400
|Epoca2 = 1500
|Attività = umanista
|Nazionalità = italiano
|Immagine =
|Didascalia =
|Didascalia = [[Giorgione]]: Giovanni Borgherini e il suo maestro, 1505-1506. Si identifica il maestro in Trifone Gabrielli (a destra), del quale il Borgherini (a sinistra) fu allievo a Venezia negli anni giovanili▼
}}
==
[[
▲
▲[[Immagine:Bembo, Pietro (1470-1547) p. 029.gif|thumb|140px|left|Il cardinale e umanista Pietro Bembo]]
Nacque nel [[Treviso|Trevigiano]] da Bertucci e Diana [[Pizzamano]], [[patriziato veneziano|patrizi veneziani]]. Apparteneva a un'illustre [[Gabrielli|famiglia]] originaria di [[Gubbio]] un cui ramo si era stabilito in [[Laguna Veneta|laguna]] in epoca imprecisata.
Coetaneo e amico di [[Pietro Bembo]] sin dall'adolescenza, strinse con questi un sodalizio destinato a rompersi solo con la morte di quest'ultimo nel 1547. Ricoprì in gioventù alcuni incarichi pubblici nell'amministrazione della [[Repubblica di Venezia|Repubblica]], ma presto si risolse a prendere i voti e si dedicò alla carriera ecclesiastica. La grande autorevolezza, la rettitudine morale e la vastità della cultura fecero sì che gli furono offerti incarichi prestigiosi. Il 14 gennaio 1499 fu nominato da [[papa Alessandro VI]] [[vescovo coadiutore]] della [[diocesi di Argo]]; ma il 20 marzo 1504,
[[Immagine:Gaspara stampa1738.jpg|thumb|140px|right|La poetessa Gaspara Stampa]]▼
Il censo agiato gli permise di trascorrere la vita in sue proprietà di campagna nel [[Bassano|Bassanese]] e nel [[Padova]]no, tra cui la villa dei Ronchi e quella del Tergolino, situata presso la Villa Bozza del [[Pietro Bembo|Bembo]], così come nelle case di [[Venezia]], o nel suo giardino di [[Murano]], dove animò un cenacolo di intellettuali ed umanisti che ospitava presso di sé. Circondato da amici ed allievi, Trifone leggeva autori greci, latini, italiani ed europei, discuteva di scienza e di filosofia, invitava al dibattito ed alla discussione. Una speciale dispensa curiale, ottenuta nel [[1515]] grazie al Bembo stesso, gli aveva permesso di rompere il voto, fatto all'ingresso nella vita consacrata, di non leggere libri « pagani » (non religiosi).▼
Numerosi erano coloro che ricorrevano ai suoi insegnamenti e consigli, da giovani studiosi a noti intellettuali ed umanisti tra cui si ricordano [[Sperone Speroni]], [[Francesco Sansovino]], [[Pietro Bembo]], [[Giovanni Della Casa|Monsignor Della Casa]], [[Giovanni Borgherini]], [[Ludovico Ariosto]], [[Bernardo Tasso]], [[Gaspara Stampa]], [[Vittore Soranzo]], [[Benedetto Varchi]], [[Pietro Aretino]], [[Girolamo Muzio]], ed il lontano parente [[Gabriele de' Gabrielli]].▼
▲Il censo agiato gli permise di trascorrere la vita in sue proprietà di campagna nel [[Bassano del Grappa|Bassanese]] e nel [[Padova]]no, tra cui la villa dei Ronchi e quella del Tergolino, situata presso la Villa Bozza del [[Pietro Bembo|Bembo]], così come nelle case di [[Venezia]], o nel suo giardino di [[Murano]], dove animò un cenacolo di intellettuali ed umanisti che ospitava presso di sé. Circondato da amici ed allievi, Trifone leggeva autori greci, latini, italiani ed europei, discuteva di scienza e di filosofia, invitava al dibattito ed alla discussione. Una speciale dispensa curiale, ottenuta nel [[1515]] grazie al Bembo stesso, gli aveva permesso di rompere il voto, fatto all'ingresso nella vita consacrata, di non leggere libri « pagani » (non religiosi).
▲Numerosi erano coloro che ricorrevano ai suoi insegnamenti e consigli, da giovani studiosi a noti intellettuali ed umanisti tra cui si ricordano [[Sperone Speroni]], [[Francesco Sansovino]], [[Pietro Bembo]], [[Giovanni Della Casa|Monsignor Della Casa]], [[Giovanni Borgherini]], [[Ludovico Ariosto]], [[Bernardo Tasso]], [[Gaspara Stampa]], [[Vittore Soranzo]], [[Benedetto Varchi]], [[Pietro Aretino]], [[Giulio Camillo Delminio]], [[Girolamo Muzio]], ed il lontano parente [[Gabriele de' Gabrielli]].
[[Filologo]] e [[linguista]] eccelso, fu considerato uno dei « maestri della lingua » che contribuirono, tra [[XV secolo|Quattrocento]] e [[XVI secolo|Cinquecento]], alla codificazione della lingua italiana, sia parlata che scritta, attraverso lo studio rigoroso dei testi dei maggiori trecentisti, in particolare quelli di [[Dante]] e del [[Petrarca]].
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Fu detto il « Socrate di Venezia » perché, come [[Socrate]], non lasciò alcun testo scritto, preferendo impartire lezioni verbali agli allievi. Con le sue lezioni, supplì alla chiusura dell'[[Università di Padova]] al tempo della [[Lega di Cambrai]]. Uomo modesto, non volle pubblicare alcunché a suo nome, e rifiutò ogni titolo se non quello di [[Messere]]. Ebbe in dispregio ricchezze ed onori, e si conservò sempre semplice nei modi e nell'abbigliamento.
Giunto ad un'età avanzata, Trifone morì nella notte tra il 19 e il 20 ottobre 1549, «
== La famiglia ==
Trifone non si sposò e non ebbe figli. Gli fu però particolarmente caro il nipote Jacopo (anche Giacomo) Gabrielli ([[1510]] - [[1550]]), che fu il principale espositore e divulgatore dell'opera dello zio. Trifone fu inoltre
== L'opera ==
Non è semplice esaminare l'opera di Trifone Gabrielli a causa della molteplicità dei temi oggetto del suo interesse, e del fatto che il suo pensiero non fu mai oggetto di stampa e ci è giunto indirettamente, spesso pubblicato da discepoli sotto forma di dialoghi in cui Trifone Gabrielli espone il suo pensiero
Centrale fu senz'altro l'opera linguistica e filologica. Gli si attribuiscono a questo proposito vari commenti alla
[[
In ambito stilistico, il pensiero di Trifone è esposto nel trattato
Vasta e profonda fu in Trifone la conoscenza e la stima per l'opera di [[Francesco Petrarca]], e tale da influenzare anche l'opera di codificazione del [[Pietro Bembo|Bembo]], che notoriamente inviò a Trifone le sue « [[Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua]] » (1525) perché fossero riviste e corrette; e Trifone Gabrielli stesso è menzionato in vari passaggi delle « [[Prose della volgar lingua|Prose]] ». Trifone fu inoltre protagonista, assieme all'autore stesso, del dialogo « [[Della poetica]] » di [[Bernardino Daniello]], un'altra delle opere fondamentali del [[petrarchismo]]. ▼
▲Vasta e profonda fu in Trifone la conoscenza e la stima per l'opera di [[Francesco Petrarca]], e tale da influenzare anche l'opera di codificazione del [[Pietro Bembo|Bembo]], che notoriamente inviò a Trifone le sue
Altro campo della riflessione intellettuale di Trifone Gabrielli fu quello scientifico, ed astronomico in particolare. Il suo pensiero è esposto nel « Dialogo […] nel quale de la sphera, et de gli orti et occasi de le stelle, minutamente si ragiona », pubblicato nel 1545 ad opera del nipote Jacopo Gabrielli, e nella « Sferetta », appendice alle « Tavole del mondo e della sfera » di [[Giasone di Nores]] (1582). Le due opere si configurano come trattati dove astronomia, astrologia, teologia e filosofia si fondono, ancora influenzate dal pensiero esoterico rinascimentale ma basate su osservazioni scientifiche.▼
[[File:Vita di M Triphone Gabriele 1543.jpg|thumb|upright=1.1|left|Frontespizio della ''Vita di M. Triphone Gabriele: nella quale si mostrano a pieno le lodi della vita soletaria e contemplativa'' (1543)]]
Altra area di interesse di Trifone Gabrielli fu quella politica. Il suo pensiero è esposto nell'opera « Della repubblica de'Viniziani » di [[Donato Giannotti]] (1540), immaginata come un dialogo avvenuto a [[Padova]], in casa di [[Pietro Bembo]], tra Trifone Gabrielli e il suo allievo prediletto, il fiorentino [[Giovanni Borgherini]]. Nell'opera è esposta la superiorità della [[Repubblica di Venezia]] su tutti i modelli politici dell'antichità, del Medioevo e del [[Rinascimento]]. ▼
Tra i commenti agli autori classici, sono da ricordare alcuni commenti al ''[[De officiis]]'' e al ''[[Somnium Scipionis]]'' di [[Cicerone]] contenuti in alcuni codici della Biblioteca ambrosiana di Milano. Questi commenti, la cui attribuzione non è del tutto certa, sembrano essere delle trascrizioni delle lezioni del maestro stilate da alcuni anonimi discepoli.
▲Altro campo della riflessione intellettuale di Trifone Gabrielli fu quello scientifico, ed astronomico in particolare. Il suo pensiero è esposto nel
In ambito poetico, sono ricordati di Trifone alcuni sonetti, tra cui uno in morte dell'amico [[Pietro Bembo]].▼
▲Altra area di interesse di Trifone Gabrielli fu quella politica. Il suo pensiero è esposto nell'opera
==La fama==▼
Trifone Gabrielli fu ammirato dai contemporanei e considerato il modello dell'umanista quattrocentesco, le cui « mille rare doti » ne fanno un esempio di autorità non solo intellettuale, ma anche e soprattutto morale, non ancora contaminata dall'incipiente cortigianesimo. La sua « umanità infinita » e la « singolare gentilezza » coagularono intorno al Gabrielli numerosi intellettuali, in maggioranza veneti e toscani, impegnati in un rinnovamento della lingua che simbolizzò ed incarnò il vento nuovo del [[Rinascimento]] italiano.▼
I pregi di una vita dedicata alle ''divine e humane speculationi'' sono esposti nella ''Vita di M. Triphone Gabriele: nella quale si mostrano a pieno le lodi della vita soletaria e contemplativa'', concepita come un dialogo nel quale Trifone descrive al nipote Jacopo le motivazioni della sua scelta di vita. L'opera, pubblicata a Bologna nel 1543, include anche l'epitaffio che Trifone aveva composto per il proprio sepolcro: ''Contento vissi di poco una piccola vita, / Senza mai pace rompere, senza grave / Alcun errore. Ma se cosa empia volli, / Non chiedo, che tu terra benigna sij''.
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[[Immagine:Ludovico Ariosto.jpg|thumb|140px|right|Ludovico Ariosto]]▼
▲== La fama ==
▲Trifone Gabrielli fu ammirato dai contemporanei e considerato il modello dell'umanista quattrocentesco, le cui «
A Trifone ''et ad alcuni altri gentil'huomini'' fu dedicato da [[Giulio Camillo Delminio]] il ''[[Anfiteatro della memoria|Discorso in materia del suo theatro]]'', lavoro di carattere filosofico, mnemonico e cabalistico. Molti furono poi gli umanisti che nelle loro opere ricordarono ed onorarono Trifone Gabrielli:
*[[Ludovico Ariosto]] lo ricordò nel quarantaseiesimo canto dell'[[Orlando Furioso]] tra i suoi amici più cari:
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''Io veggo il Fracastorio, il Bevazano,''
''Trifon Gabriele, e il Tasso più lontano.''
</poem>
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''Perché non sia tra noi spento ogni raggio''
''Di bel costume, e cortesia non pera.''
</poem>
[[
*[[Benedetto Varchi]] gli dedicò il Sonetto 209 delle Rime:
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''Pensai, e tali al cor mi nacquer vanni,''
''Che peso uman non fia, che più l'aggravi.''
</poem>
*Anche [[Girolamo Muzio]] lo ricordò nella sua ''Arte Poetica'', invocandolo in aiuto quale "maestro della lingua":
<poem>
''Ricorrerò ai maestri de la lingua,''
''Al buon Trifon Gabriello, al sacro Bembo.''
''Andrò in Toscana al Varchi, al Tolomei,''
''E correrò a Vinegia al buon Veniero.''
</poem>
== Iconografia ==
[[File:Trifone_Gabriel_1.jpg|thumb|upright=0.6|left|[[Danese Cattaneo]] (1512-1572). Medaglia bronzea raffigurante Trifone Gabriel]]
Trifone Gabrielli sarebbe stato ritratto dal [[Giorgione]] assieme all'allievo [[Giovanni Borgherini]] nel celebre dipinto intitolato
Nelle ''[[Le Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Vite]]'', il [[Vasari]] riferisce che l'opera fu realizzata dal Giorgione durante la permanenza del Borgherini a [[Venezia]], intorno al 1505-1506, quando intensa fu la frequentazione con il Gabrielli. La [[sfera armillare]] tenuta in mano dalla figura del maestro sarebbe un accenno agli interessi astronomici del Gabrielli, poi condensati dal nipote Jacopo nel
Trifone fu anche rappresentato in una medaglia in bronzo realizzata da [[Danese Cattaneo]], anch'egli inserito nell'ambiente intellettuale veneziano. La medaglia, databile agli anni della maturità dell'effigiato, lo rappresenta di profilo sul ''recto'', mentre sul ''verso'' rappresenta una donna presso una fonte, con il motto ''innocens manibus et mundo corde'', una citazione tratta dal [[Libro dei Salmi]] (23.4).
▲Nelle [[Le Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Vite]], il [[Vasari]] riferisce che l'opera fu realizzata dal Giorgione durante la permanenza del Borgherini a [[Venezia]], intorno al 1505-1506, quando intensa fu la frequentazione con il Gabrielli. La [[sfera armillare]] tenuta in mano dalla figura del maestro sarebbe un accenno agli interessi astronomici del Gabrielli, poi condensati dal nipote Jacopo nel « Dialogo della Sfera ». Il cartiglio con il motto « Non valet ingenium nisi facta valebunt » (non è sufficiente l'ingegno se non seguono i fatti), rimanda a quell'unità di pensiero ed azione, a quella coerenza morale che Trifone perseguì per tutta la sua vita.
== Bibliografia ==
*
* {{cita libro|autore=Autori vari
* {{cita libro|autore=Carol Kidwell
* {{cita libro|autore=Giovanni Da Pozzo
* {{DBI|nome = GABRIEL (Gabriele), Trifone|nomeurl = trifone-gabriel|autore = Laura Fortini |anno = 1998 |volume = 51 |accesso = 5 settembre 2011}}
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==▼
* {{Collegamenti esterni}}
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{{Controllo di autorità}}
▲==Collegamenti esterni==
{{Portale|biografie|letteratura}}
[[Categoria:Gabrielli|Trifone]]
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