Assedio di Amburgo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
aggiunte
AdertBot (discussione | contributi)
m Utilizzo {{formatnum:}}
 
(18 versioni intermedie di 11 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Infobox conflitto
|Tipo=Battaglia
|Nome del conflitto=Assedio di Amburgo
Riga 9:
|Esito=Vittoria francese
|Schieramento1= {{FRA 1IMPERO}}
|Schieramento2= {{RUS Impero}} <br/> [[File:Flag of the Kingdom of Prussia (1803-1892).svg|20px|border]] [[Regno di Prussia]] <br /> {{Bandiera|SWE}} [[Svezia|Regno di Svezia]]<br/>
|Comandante1=[[Louis Nicolas Davout]]
|Comandante2= {{Bandiera|RUS}} [[Ludwig von Wallmoden-Gimborn]]<br/>{{Bandiera|RUS}} [[Levin August von Bennigsen]] <br/>{{Bandiera|SWE}} [[Jean-Baptiste Jules Bernadotte|Carlo Giovanni]]
|Effettivi1=42.000{{formatnum:42000}} uomini
|Effettivi2=tra 52.000{{formatnum:52000}} e 120.000{{formatnum:120000}} uomini a seconda del periodo
|Perdite1=6.000{{formatnum:6000}} perdite in combattimento<br/>5.000{{formatnum:5000}} morti per malattia
|Perdite2=non conteggiate con precisione
}}
{{Campagnabox Guerra della sesta coalizione}}
 
L<nowiki>{{'</nowiki>}}'''assedio di Amburgo''' si svolse dal settembredicembre 1813 al maggio 1814 durante gli eventi della [[Sesta coalizione|guerra della sesta coalizione]]: la guarnigione [[Francia|francese]] della città di [[Amburgo]], comandata dal [[Maresciallo dell'Impero|maresciallo]] [[Louis Nicolas Davout]], resistette vittoriosamente a un assedio lungo sei mesi da parte di una forza congiunta di truppe [[Impero russo|russe]], [[Regno di Prussia|prussiane]] e [[Svezia|svedesi]].
 
Isolato dal principale teatro di operazioni nella [[Germania]] orientale dopo la sconfitta riportata dai francesi nella [[battaglia di Großbeeren]], il XIII [[Corpo d'armata]] del maresciallo Davout rioccupò la regione di Amburgo, che i francesi avevano fortificato durante l'estate; dopo la [[battaglia di Lipsia]] e la ritirata della [[Grande Armata]] di [[Napoleone Bonaparte]] oltre il [[Reno]], la sollevazione dei [[Paesi Bassi]] contro il dominio francese e l'occupazione di [[Brema]] da parte dei russi, tutte le comunicazioni tra Amburgo e la Francia furono interrotte. Separati dalle difese naturali rappresentate dal corso dei fiumi [[Elba (fiume)|Elba]] e [[Bille (fiume)|Bille]], la guarnigione francese e l'armata assediante dei coalizzati condussero una guerra di posizione per tutto il mese di dicembre 1813; a partire dal gennaio 1814, il congelamento dei fiumi consentì agli assedianti di lanciare una serie di assalti, ma nonostante la perdita di alcuni avamposti i francesi riuscirono a mantenere il controllo delle posizioni strategiche di Haarbourg e Wilhelmsburg. Dal 23 marzo, il disgelo portò di nuovo a una fase di guerra di posizione.
Riga 27:
== Antefatti ==
=== La situazione strategica ===
[[File:JmdavidJMDavid hamburgHamburg vom westlichen Wall 1811.jpg|thumb|left|Veduta di Amburgo nel 1811 in un quadro di Johann Marcus David]]
 
Le città [[Lega anseatica|anseatiche]] di Amburgo e Brema furono occupate dalle forze francesi nel 1806, a partire dalla conclusione della [[Quarta coalizione|campagna di Prussia]];. dopoDopo un succedersi di governatori militari, le due città furono annesse all'[[Primo Impero francese|Impero francese]] il 13 dicembre 1810<ref>{{Cita|Tulard|p. 937}}.</ref>, e il maresciallo Davout fu nominato governatore delle città anseatiche il 1º dicembre seguente<ref>{{Cita|Tulard|p. 616}}.</ref>: l'annessione aveva lo scopo di rafforzare il dispositivo del [[Blocco Continentalecontinentale]] istituito dalla Francia<ref>{{Cita|Hulot|p. 153}}.</ref>, ma ebbe come conseguenza la distruzione dei commerci di queste città mercantili.
 
Dopo la [[campagna di Russia]] e la completa distruzione della [[Grande Armata]] napoleonica, un forte sentimento nazionalista e anti-francese prese piede in tutta a Germania: il 12 marzo 1813 un'insurrezione popolare si scatenò ad Amburgo, obbligando il generale [[Claude Carra-Saint-Cyr]] (comandante della 32ª Divisione militare che comprendeva ala città) a evacuare il centro abitato con le sue truppe<ref>{{Cita|Hulot|p. 187}}.</ref>. Il 18 marzo un contingente di truppe russe al comando del generale [[Friedrich Karl von Tettenborn]] fece il suo ingresso nella città<ref name=Hulot-188>{{Cita|Hulot|p. 188}}.</ref>.
 
La reazione francese non si fece attendere: il maresciallo Davout fu nominato responsabile della 32ª Divisione militare con autorità sul I Corpo d'armata del generale [[Dominique-Joseph René Vandamme]], il quale lasciò i suoi accantonamenti di Brema all'inizio di maggio e si mise in marcia su Amburgo; respinto un attacco delle forze russe di Tettenborn il 6 maggio, Vandamme iniziò a bombardare la città a partire dal 19 maggio<ref name=Hulot-188 />. Il re [[Federico VI di Danimarca]], alleato dei francesi, mise a disposizione di Davout una [[divisione (unità militare)|divisione]] di truppe danesi che mosse su [[Lubecca]]; i russi furono ben presto costretti ad abbandonare Amburgo, e le truppe franco-danesi fecero il loro ingresso nella città il 31 maggio<ref>{{Cita|Hulot|p. 189}}.</ref>. Napoleone ordinò una repressione severa degli istigatori dell'insurrezione, ma Davout decise di tenere una condotta più moderata e il 26 luglio ottenne la promulgazione di un'[[amnistia]]<ref name=Hulot-190>{{Cita|Hulot|p. 190}}.</ref>.
Riga 37:
Il piano di Napoleone per riconquistare il controllo della Germania orientale nel maggio 1813 consistette in un vasto movimento avvolgente delle armate russo-prussiane schierate contro di lui, in cui l'esercito francese, dopo aver occupato [[Dresda]] e poi [[Berlino]], si sarebbe spinto verso sud in [[Slesia]]<ref>{{Cita|Patat|p. 89}}.</ref>; in questo schema, il ruolo delle unità francesi schierate nella zona della foce dell'[[Elba (fiume)|Elba]] risultava secondario e l'esperto I Corpo d'armata di Vandamme fu rimpiazzato dalle unità del XIII Corpo d'armata, formazione di recente costituzione<ref name=Hulot-190 />.
 
Dopo le vittorie francesi nelle battaglie [[Battaglia di Lützen (1813)|di Lützen]] (2 maggio) e [[Battaglia di Bautzen|di Bautzen]] (21 maggio) le due parti, parimenti stremate, siglarono [[Armistizio di Pleiswitz|un armistizio]] che arrestò le operazioni belliche dal 4 giugno al 10 agosto<ref>{{Cita|Patat|p. 119}}.</ref>; alla ripresa delle ostilità, Napoleone si rifiutò categoricamente di ripiegare la sicuro oltre la linea del fiume [[Reno]] e di abbandonare le zone di dominio francesi in Germania e [[Paesi Bassi]], ritenute zone di importanza strategica<ref>{{Cita|Patat|p. 124}}.</ref>. Mentre le forze al comando dell'imperatore manovravano a est in [[Sassonia]] contro le armate coalizzate dei generali [[Gebhard Leberecht von Blücher]] e [[Karl Philipp Schwarzenberg]], il maresciallo [[Nicolas Charles Oudinot]] guidò un contingente di 60.000{{formatnum:60000}} uomini a nord oltre la linea dell'Elba allo scopo di occupare la capitale prussiana [[Berlino]]; le forze di Oudinot subirono però una sconfitta ad opera dell'Armata del Nord di [[Jean-Baptiste Jules Bernadotte|Carlo Giovanni, principe ereditario di Svezia]], nella [[battaglia di Großbeeren]] (23 agosto), portando all'isolamento del XIII Corpo di Davout dal principale teatro di operazioni<ref>{{Cita|Patat|p. 143}}.</ref>.
 
=== Azioni preliminari ===
[[File:Carte été 1813.svg|thumb|Schema delle operazioni nella Germania settentrionale nell'agosto 1813]]
 
Davanti alla prospettiva di essere tagliato fuori e assediato, il maresciallo Davout diede avvio a degli importanti lavori di fortificazione della zona di Amburgo. Per assicurarsi il controllo del fiume Elba, i francesi ripristinarono le mura del sobborgo di [[Distretto di Harburg|Haarbourg]], sulla riva sinistra del fiume, e costruirono un enorme ponte tra le due città; il ripristino delle difese della piazza rispose alle istruzioni emesse dall'imperatore in persona, che incaricò della supervisione dei lavori il generale [[François-Nicolas-Benoît Haxo]]<ref name=Places-fortes>{{cita web|url=http://marechal.davout.free.fr/index_fichiers/Napoleon_places_fortes_Allemagne.htm|titolo=Napoléon et les places fortes en Allemagne|sito=marechal.davout.free.fr|accesso=29 giugno 2016|lingua=fr|urlarchivio=httphttps://web.archive.wikiwix.comorg/cacheweb/20160303234958/?url=http%3A%2F%2Fmarechal://marechal.davout.free.fr%2Findex_fichiers%2FNapoleon_places_fortes_Allemagne/index_fichiers/Napoleon_places_fortes_Allemagne.htm|urlmorto=sì}}</ref>. Il comando dei [[genio militare|genieri]] incaricati dei lavori fu affidato al colonnello [[Charles François Deponthon]]<ref>{{Cita|Tissot|p. 298}}.</ref>.
 
Durante l'armistizio dell'estate 1813, Napoleone inviò ad Amburgo un rinforzo di artiglieria oltre a un contingente di marinai agli ordini del [[contrammiraglio]] [[Pierre Lhermite]], allo scopo di assicurare la difesa delle numerose isole e isolotti posti nel basso corso dell'Elba; alla fine di agosto, con l'abbattimento delle case poste troppo vicino alle postazioni difensive, Amburgo era pronta per essere difesa<ref name=Places-fortes />.
 
Dopo la rottura dell'armistizio l'11 agosto, Davout trasferì il suo quartier generale da Amburgo a [[Hogendorf]], sulla strada per Lubecca. Le forze dei coalizzati erano rappresentate da un corpo misto sotto il comando del generale [[Ludwig von Wallmoden-Gimborn]], distaccato dall'Armata del Nord del principe Carlo Giovanni e composto di truppe russe, prussiane, britanniche (in particolare un contingente della [[King's German Legion]])) e dell'[[Regno di Hannover|Hannover]] oltre a distaccamenti di volontari tedeschi come il [[Lützowsches Freikorps]] o la [[Hanseatische Legion]]. I coalizzati occuparono una linea che andava da [[Lauenburg/ Elbe|Lauenburg]] a [[Trittau]], poco a est di Amburgo; il XIII Corpo d'armata francese saggiò la linea nemica il 18 agosto attaccando il campo fortificato di Lauenbourg: i coalizzati furono respinti e i francesi avanzarono fino a raggiungere [[Schwerin]] il 27 agosto, ma appreso della sconfitta di Oudinot nella battaglia di Großbeeren Davout decise prudentemente di ripiegare dietro la linea che andava da Lubecca a Lauenburg lungo il corso del [[canale di Stecknitz]]<ref name=Hulot-191>{{Cita|Hulot|p. 191}}.</ref>. La situazione rimase grossomodo stazionaria, con una serie di scaramucce e scontri minori il più importante dei quali fu la [[battaglia di Göhrde]] il 16 settembre: un contingente francese inviato a ripristinare le comunicazioni tra Amburgo e [[Magdeburgo]] fu affrontato e sconfitto dalle forze di Wallmoden perdendo metà dei suoi effettivi<ref>Philip Haythornthwaite, ''Le grandi battaglie napoleoniche'', Osprey Publishing, 2005, vol. 74, p. 14. ISBN 84-9798-181-2.</ref>.
 
Sebbene Brema fosse stata occupata dalle forze russe del generale Tettenborn, il XIII Corpo mantenne una propria linea di comunicazione con la Francia via Paesi Bassi<ref name=Hulot-192>{{Cita|Hulot|p. 192}}.</ref>; la situazione mutò con la sconfitta delle forze di Napoleone nella [[battaglia di Lipsia]] il 19 ottobre 1813: l'armata francese iniziò una ritirata alla volta della Francia, mentre tutta la Germania si sollevava contro il regime di Napoleone seguita subito dopo dai Paesi Bassi<ref>{{Cita|Patat|p. 180}}.</ref>. Solo l'11 novembre Davout ricevette l'ordine da Napoleone di ripiegare da Amburgo verso la Francia con il suo XIII Corpo lasciando una guarnigione in città, ma ciò si rivelò troppo tardi: per quella data la riva sinistra dell'Elba era già stata occupata da forti contingenti di truppe dei coalizzati. A partire dal 1º dicembre le paludi nelle vicinanze di Amburgo nonché il canale di Stecknitz, dietro cui i francesi si erano trincerati, iniziarono a congelare: con queste difese naturali ora percorribili a piedi da parte del nemico, il maresciallo Davout ordinò a tutte le forze francesi di ripiegare dentro le difese cittadine, mentre la divisione ausiliaria danese tornava a nord per difendere i confini della propria patria<ref name=Hulot-194>{{Cita|Hulot|p. 194}}.</ref>.
Riga 53:
[[File:Davout-Adams.jpg|thumb|Il maresciallo [[Louis Nicolas Davout]] ]]
 
All'inizio di agosto, il XIII Corpo d'armata francese disponeva di 32.000{{formatnum:32000}} uomini, assistiti da circa 10.000{{formatnum:10000}} uomini della divisione ausiliaria danese<ref name=Hulot-190 />; tornato ad Amburgo, il corpo si rafforzò inglobando diversi reparti francesi ritiratisi nella zona dopo la sconfitta di Lipsia e all'inizio dell'assedio poteva contare su 42.000{{formatnum:42000}} effettivi tra cui però 8.000{{formatnum:8000}} degenti negli ospedali<ref name=Hulot-195>{{Cita|Hulot|p. 195}}.</ref>. Il XIII Corpo era suddiviso in tre divisioni di fanteria: la 3ª del generale [[Louis Henri Loison]], la 40ª del generale [[Marc Nicolas Louis Pécheux]] (secondo altre fonti del generale [[Louis Joseph Vichery]]) e la 50ª del generale [[Paul Thiébault]] (secondo altre fonti del generale Pécheux); vi era poi una divisione di cavalleria sotto il generale [[Pierre Wattier]] e 1.200{{formatnum:1200}} marinai del contrammiraglio Lhermite<ref>{{Cita|Hourtoulle|p. 344}}.</ref>. Oltre ai 24 pezzi dell'artiglieria delle divisioni, Amburgo era difesa anche dai 52 cannoni provenienti dall'8º Reggimento artiglieria a piedi e da vari altri reggimenti, oltre ai 350 pezzi integrati nelle fortificazioni cittadine<ref>{{Cita|Tissot|p. 297}}.</ref>.
 
Gli effettivi delle forze coalizzate assedianti variarono parecchio durante i sei mesi di assedio. Inizialmente l'assedio fu portato avanti dal corpo d'armata del generale Wallmoden, forte di 52.000{{formatnum:52000}} uomini per la maggior parte provenienti dall'Hannover e dalle città anseatiche; il corpo dipendeva dall'Armata del Nord del principe Carlo Giovanni. Il generale russo [[Levin August von Bennigsen]] assunse poi la direzione delle operazioni portando con sé in rinforzo vari contingenti di truppe russe; nel gennaio 1814 i coalizzati avevano circa 120.000{{formatnum:120000}} uomini nella zona di Amburgo, ma quando Carlo Giovanni iniziò a spostare la sua armata verso il Reno questo numero si ridusse a circa 80.000{{formatnum:80000}}<ref name=Hulot-195 /><ref name=Hourtoulle-345>{{Cita|Hourtoulle|p. 345}}.</ref>.
 
== L'assedio ==
Riga 63:
Sperando di rinnovare la rivolta amburghese di marzo e di indurre all'insurrezione i reparti olandesi in forza al XIII Corpo, il generale Bennigsen lanciò due proclami chiamando alla sollevazione contro i francesi ma la mossa rimase senza esito per effetto delle forti misure di disciplina adottate dal maresciallo Davout<ref name=Hulot-195 />.
 
Il maresciallo approfittò dell'iniziale periodo di stasi dell'assedio per perfezionare le fortificazioni della "strada Deponthon" che collegava Amburgo con Haarbourg, costruendo una [[ridotta]] sull'isola davanti ilal sobborgo di [[Distretto di Altona|Altona]] e un'altra davanti ilal sobborgo di Hamm; Davout ordinò poi l'evacuazione degli orfani e dei bambini delle famiglie cittadine: 15.360{{formatnum:15360}} persone furono così evacuate da Amburgo tra il 24 e il 26 dicembre<ref>{{cita web|url=http://www.perspectivia.net/publikationen/francia/francia-retro/36-2009/0181-0207|autore=Helmut Stubbe da Luz|titolo=Le maréchal Davout, "le beau siège de Hambourg" en 1813/14 et "le nom français"|lingua=fr|sito=perspectivia.net|accesso=30 giugno 2016|dataarchivio=16 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160816192104/http://www.perspectivia.net/publikationen/francia/francia-retro/36-2009/0181-0207|urlmorto=sì}}</ref>. Il maresciallo ripartì quindi le diverse funzioni tra i suoi generali: Thébault divenne responsabile degli approvvigionamenti e Loison della sicurezza entro le mura cittadine, mentre a Vichery fu affidata la difesa della zona a est della città, a [[Louis Thomas Gengoult|Gengoult]] e [[Victor Joseph Delcambre|Delcambre]] quella della zona nord e di Altona e a Pécheux quella di Haarbourg, con la brigata distaccata di [[Pierre-Jacques Osten|Osten]] a presidio delle isole dell'Elba<ref name=Hourtoulle-345 />.
 
A partire da gennaio, il freddo divenne così intenso che il corso dell'Elba e del [[Bille (fiume)|Bille]] iniziò a congelare, nonostante il lavoro incessante dei francesi che cercavano di mantenere la naturale protezione della rete di canali. I coalizzati lanciarono quindi un paio di attacchi che costrinsero i francesi a ritirarsi dai villaggi di Eimsbüttel e Eppendorf a nord, come pure da diverse posizioni a est; il 20 gennaio 1814 i russi del generale [[Pavel Aleksandrovič Stroganov|Stroganov]] attaccarono le fortificazioni davanti ad Haarbourg: le colonne russe avanzarono lungo il corso dell'Elba e attraverso il villaggio di Wilstorf, ma furono respinte dalle truppe del generale Delcambre lasciando sul terreno circa 800 morti, mentre le perdite dei francesi ammontarono a 200 uomini<ref>{{Cita|Tissot|p. 304}}.</ref>. Il 26 gennaio, in occasione dell'anniversario dell'incoronazione della [[Luisa Maria di Baden|zarina Elisaveta]], Bennigsen ordinò un assalto generale sui fronti nord ed est: l'unico risultato di questa offensiva, che costò 700 perdite al XIII Corpo e 300 ai russi, fu la conquista della chiesa di Hamm; a seguito di questo assalto, Davout ordinò la distruzione di gran parte delle abitazioni del borgo di Altona<ref name=Hulot-197>{{Cita|Hulot|p. 197}}.</ref><ref>{{Cita|Tissot|p. 306}}.</ref>.
[[File:Hamburg 1790 große karte varendorf.jpg|thumb|Carta della regione del basso [[Elba (fiume)|Elba]] con le città di Amburgo, Altona e Haarbourg]]
 
Il 9 febbraio, dopo aver ricevuto l'appoggio del corpo d'armata del generale [[Pëtr Aleksandrovič Tolstoj|Tolstoj]], Bennigsen lanciò un nuovo assalto generale, anche se la collocazione da parte di Davout di un posto di osservazione in cima al campanile della chiesa di Saint-Michel privò russi dell'effetto sorpresa. L'attacco principale fu diretto verso l'isola di Wilhelmsburg, che divenne oggetto di intensi combattimenti durante la giornata: i russi inizialmente presero il vantaggio, e la colonna del generale [[Yevgeni Ivanovich Markov|Markov]] da Altona e quella del generale Emme da sud-est aggirarono Haarbourg convergendo verso l'ingresso del ponte che collegava l'isola con Amburgo; con i loro comandanti messi fuori combattimento (il colonnello del 29º Reggimento di fanteria di linea rimase ucciso e il generale Osten ferito), i francesi iniziarono a ripiegare disordinatamente sul ponte, ma il maresciallo Davout si fece avanti in prima persona per comandare l'azione e ordinò di lanciare al contrattacco le riserve rimaste ad Amburgo. Nel tardo pomeriggio il generale [[Louis Nicolas Marin Leclerc des Essarts|Leclerc]], dopo aver sconfitto una colonna russa comandata da Tolstoj, fu in grado di inviare rinforzi sul ponte mentre, allo stesso tempo, il generale Pécheux ad Haarbourg, che difese con successo dall'assalto di una colonna russa, liberò la sezione di ponte che lo collegava a Wilhelmsburg e prese i russi alle spalle. Respinti dal contrattacco, i russi ripiegarono quindi su Altona; questa battaglia costò alla guarnigione francese circa 1.200{{formatnum:1200}} tra morti, feriti e prigionieri<ref>{{Cita|Tissot|pp. 310-311}}.</ref><ref>{{Cita|Hulot|pp. 197-199}}.</ref>.
 
Il 17 febbraio i russi tentarono un nuovo assalto di massa che non riuscì a sopraffare la resistenza delle truppe dei generali Vichery e [[Jean-François Rome|Rome]]. Le perdite ammontano a 200 uccisi per i francesi, mentre i russi persero quasi 5.000{{formatnum:5000}} uomini. Dopo un ultimo attacco tentato la notte del 27 febbraio, le operazioni si limitarono scaramucce finché l'inizio del disgelo del corso dell'Elba a partire dal 23 marzo mise al sicuro la città da altri tentativi di espugnazione mediante assalto<ref>{{Cita|Tissot|p. 312}}.</ref><ref>{{Cita|Hulot|p. 199}}.</ref>. Il tardo inverno e l'inizio della primavera videro Bennigsen moltiplicare gli inviti alla defezione del presidio e le misure di disinformazione: nonostante alcuni singoli episodi di diserzioni, questi tentativi non raggiunsero il loro scopo ma installarono un clima di estrema sfiducia nei confronti del comando russo nel personale francese<ref>{{Cita|Hulot|pp. 199-200}}.</ref>. Il 29 marzo, la guarnigione francese lanciò una serie di attacchi nei dintorni di Haarbourg per procurarsi foraggio e rifornimenti.
 
=== La resa ===
Riga 77:
Il 19 aprile, il comandante delle truppe assedianti furono avvertiti dell'avvenuta abdicazione di Napoleone e inviarono un parlamentare a Davout per avvertirlo: non avendo fiducia in Bennigsen, il maresciallo accolse la notizia e la proposta di un [[armistizio]] avanzata dal generale russo con la massima circospezione; tuttavia, la notizia dell'avvenuta abdicazione fu confermata da una lettera dello zar [[Alessandro I di Russia]] recapitata da un ufficiale olandese, spingendo Davout a sollecitare l'invio del generale Delcambre per prendere istruzioni dal nuovo governo<ref>{{Cita|Hulot|p. 200}}.</ref>. Per forzare la mano al suo avversario, Bennigsen fece innalzare davanti agli avamposti francesi una bandiera bianco-fiordaliso, l'emblema del re [[Luigi XVIII di Francia]], sperando che la guarnigione si sollevasse e aderisse al nuovo cambio di regime; di fronte a questa sfida, il maresciallo Davout fece prendere a cannonate il vessillo. Mentre le ostilità tra le potenze alleate e la Francia cessarono ufficialmente con la proclamazione dell'abdicazione il 6 aprile, ad Amburgo gli scontri continuarono e il 27 aprile i russi, appoggiati da [[cannoniera|cannoniere]] britanniche, assaltarono nuovamente Haarbourg: questo attacco non riuscì e aumentò ulteriormente la sfiducia dei francesi verso le intenzioni dei russi<ref>{{Cita|Hulot|p. 201}}.</ref>.
 
Il 28 aprile un cugino del maresciallo Davout, François Davout, si presentò alla sede del comando russo e fu subito accompagnato alle posizioni francesi: egli portava lettere della moglie del maresciallo spedite per informarlo degli eventi avvenuti a [[Parigi]], le quali convinsero infine Davout a capitolare. I due comandanti in capo conclusero quiniquindi un armistizio: il generale Delcambre ricevette il permesso di andare a Parigi a chiedere istruzioni, e il 29 aprile la bandiera regia bianca con i gigli fu innalzata sulla città. Se era chiaro che Amburgo dovesse essere restituita alle autorità tedesche, la questione del trattamento da riservare alla guarnigione fu fonte di discussioni: Bennigsen ritenne di dover trasferire i soldati francesi in Russia come prigionieri di guerra e frappose diversi ostacoli all'evacuazione della guarnigione dalla città. Il 5 maggio arrivò ad Amburgo il generale [[Louis François Foucher de Careil]], incaricato dal nuovo governo francese di trattare la resa della città; l'11 maggio il generale [[Étienne Maurice Gérard]], incaricato dal capo del governo [[Carlo X di Francia|conte di Artois]] e dal nuovo ministro della guerra generale [[Pierre Dupont de l'Étang]], rilevò il maresciallo Davout dal comando del XIII Corpo. I 26.000{{formatnum:26000}} uomini ancora in forza alla guarnigione lasciarono Amburgo alla volta della Francia muovendo in tre colonne partite il 27, 29 e 31 maggio 1814, portando con sé un centinaio di pezzi d'artiglieria e 4.000{{formatnum:4000}} cavalli; i 5.000{{formatnum:5000}} feriti e malati ancora ricoverati negli ospedali di Amburgo tornarono in Francia alla fine della loro convalescenza<ref>{{Cita|Hulot|pp. 202-203}}.</ref>.
 
== Conseguenze ==
Riga 90:
 
=== Il caso dei lingotti della Banca di Amburgo ===
Napoleone impose alla città di Amburgo un forte contributo di guerra come punizione per la sua ribellione nel marzo 1813<ref>{{Cita| name="Hulot|p. -188}}.<"/ref>. Tuttavia, l'elemento di cassa del XIII Corpo d'armata venne immediatamente inviato in Francia e il 15 settembre 1813 il conte di Chaban, sovrintendente generale delle finanze della 32ª Divisione militare, informò Davout che l'esercito non poteva più fornire il normale funzionamento del servizio di paga a partire da fine ottobre, anche in considerazione del fatto che il maresciallo aveva dato disposizione di pagare in contanti tutte le forniture, onde evitare di spingere la popolazione alla rivolta. Per quanto il termine per il pagamento del contributo di guerra fissato al 1º ottobre non fu onorato, al comando francese pervennero delle informazioni circa il trasferimento di lingotti dalla Banca di Amburgo alla città danese di Altona, e il 2 novembre venne presa la decisione di requisire i fondi bancari della [[Hamburger Bank]]<ref name=Hulot-196>{{Cita|Hulot|p. 196}}.</ref>.
 
I francesi misero le mani su 7.489.343{{formatnum:7489343}} [[Mark Banco]] (una [[moneta di conto]] utilizzata per le operazioni bancarie ad Amburgo), l'equivalente di circa 13 milioni di [[franco francese|franchi]]; dopo che i commercianti di Amburgo si rifiutarono di essere pagati con lingotti provenienti dalla banca, i francesi installarono due zecche dove fondere i lingotti e coniare monete aventi corso legale in città: questo denaro fu poi impiegato per pagare il soldo della guarnigione, gli stipendi dei lavoratori civili impegnati nei lavori di fortificazione e per mantenere l'attività economica nella città assediata<ref name=Hulot-196 />.
 
Una contabilità dell'uso di tali monete fu mantenuta dal conte di Chaban e poi, dopo la sua morte il 23 marzo 1814, da una commissione creata per questo scopo; entro la fine dell'assedio, molte voci tuttavia furono sollevate contro il sequestro della banca di Amburgo e alcuni accusarono poi Davout di essersi intascato parte dei fondi. Il caso segnò l'opinione pubblica e fu successivamente utilizzato per rilanciare il sentimento anti-francese in Germania: così, nel 1890 il maresciallo [[Helmuth Karl Bernhard von Moltke]] utilizzò il ricordo di questo evento per ottenere l'approvazione del bilancio dell'esercito da parte del Parlamento tedesco; più in generale, la storiografia tedesca mantenne l'immagine di un periodo buoibuio e l'occupazione francese è ancora presente nella memoria collettiva di Amburgo come una "catastrofe"<ref name="cita-Hulot-p205">{{Cita|Hulot|p. 205}}.</ref>
 
=== Conseguenze sulla carriera del maresciallo Davout ===
Appena rientrò in Francia, il maresciallo Davout venne raggiunto dall'ordine del ministro della guerra di non risiedere a Parigi, e si ritirò quindi nella sua residenza di [[Savigny-sur-Orge]]. Il 17 giugno, meno di una settimana dopo il suo arrivo, il generale Dupont de l'Étang lo informò che il re aveva ricevuto reclami circa il suo comportamento ad Amburgo; tre accuse furono levate contro di lui: aver sparato contro la [[bandiera bianca]] dopo aver acquisito la certezza della restaurazione dei Borboni, essersi accaparrato dei fondi della banca di Amburgo, e aver commesso "atti arbitrari che tendevano a rendere odioso il nome dei francesi"<ref>{{Cita|Tulard|p. 617}}.</ref><ref>{{Cita|Hulot|p. 204}}.</ref>. Dopo aver ricevuto la fine di giugno gli archivi del suo comando, Davout scrisse un proprio resoconto (''Mémoire de M. le Maréchal Davout, Prince d'Eckmühl au Roi'') che spedì a Luigi XVIII il 20 luglio; in questo lavoro di trenta pagine, il maresciallo confutò con attenzione tutte le accuse mosse contro di lui, senza utilizzare lo stile da cortigiano in voga all'epoca. Il 26 luglio, il ministro della guerra informò Davout che il re aveva accettato la sua memoria, che nessuna procedura sarebbe stata intentata contro di lui, e che gli era anche permesso di pubblicare il documento per mettere a tacere i suoi critici<ref>{{Cita|Hulot|p. 205}}.<name="cita-Hulot-p205"/ref>.
 
Nonostante ciò, nei confronti del maresciallo proseguì la condanna da parte degli ambienti ultra-realisti e sotto Luigi XVIII Davout fu mantenuto in disgrazia; nonostante le pressioni, fatte anche da suoi colleghi marescialli come [[Michel Ney]] e [[Nicolas Jean-de-Dieu Soult]], perché aderisse al partito pro-Borboni, Davout si rifiutò sempre di giurare fedeltà al nuovo monarca. Questa caduta in disgrazia ebbe di converso il rendere Davout un punto di riferimento per i dissidenti e gli esponenti del bonapartismo, tanto che il maresciallo riguadagnò rapidamente la fiducia di Napoleone quando questi si reinsediò a Parigi durante i "[[cento giorni]]"<ref>{{Cita|Hulot|pp. 206-208}}.</ref>.
 
== Note ==
{{<references}}/>
 
== Bibliografia ==
* Louis Nicolas Davout, ''Memorie del Maresciallo Davout, Principe d'Eckmühl, al Re'', tr. it. Francesco Rubini, Pubblicazione indipendente, Mosca, 2023.
* {{cita libro|autore=Frédéric Hulot|titolo=Le Maréchal Davout|editore=Pygmalion|anno=2003|isbn=2-85704-792-4|cid=Hulot}}
* {{cita libro|autore=François-Guy Hourtoulle|titolo=Davout le Terrible: duc d'Auerstaedt, prince d'Eckmhül, le meilleur lieutenant de Napoléon, colonel-général des grenadiers, 1770-1823|città=Parigi|editore=Maloine|anno=1975|isbn=2-224-00175-4|cid=Hourtoulle}}
Riga 110 ⟶ 111:
* {{cita libro|curatore=Pierre-François Tissot|titolo=Trophées des Armées Françaises depuis 1792 jusqu'en 1825: Campagne de France, vol. 6|città=Parigi|editore=Le Fuel|anno=1830|cid=Tissot}}
* {{cita libro|curatore=Jean Tulard|titolo=Dictionnaire Napoléon, vol. A-H|città=Parigi|editore=Fayard|anno=1999|isbn=2-213-60485-1|cid=Tulard}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{Portale|guerre napoleoniche}}
Riga 115 ⟶ 119:
[[Categoria:Guerra nel 1813]]
[[Categoria:Battaglie della Sesta coalizione|Amburgo]]
[[Categoria:Assedi delle guerre napoleoniche|Amburgo]]
[[Categoria:Storia di Amburgo]]