Assedio di Amburgo: differenze tra le versioni
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|Tipo=Battaglia
|Nome del conflitto=Assedio di Amburgo
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|Esito=Vittoria francese
|Schieramento1= {{FRA 1IMPERO}}
|Schieramento2= {{RUS Impero}} <br/> [[File:Flag of the Kingdom of Prussia (1803-1892).svg|20px|border]] [[Regno di Prussia]] <br /> {{Bandiera|SWE}} [[Svezia|Regno di Svezia]]
|Comandante1=[[Louis Nicolas Davout]]
|Comandante2= {{Bandiera|RUS}} [[Ludwig von Wallmoden-Gimborn]]<br/>{{Bandiera|RUS}} [[Levin August von Bennigsen]] <br/>{{Bandiera|SWE}} [[Jean-Baptiste Jules Bernadotte|Carlo Giovanni]]
|Effettivi1=
|Effettivi2=tra
|Perdite1=
|Perdite2=non conteggiate con precisione
}}
{{Campagnabox Guerra della sesta coalizione}}
L
Isolato dal principale teatro di operazioni nella [[Germania]] orientale dopo la sconfitta riportata dai francesi nella [[battaglia di Großbeeren]], il XIII [[Corpo d'armata]] del maresciallo Davout rioccupò la regione di Amburgo, che i francesi avevano fortificato durante l'estate; dopo la [[battaglia di Lipsia]] e la ritirata della [[Grande Armata]] di [[Napoleone Bonaparte]] oltre il [[Reno]], la sollevazione dei [[Paesi Bassi]] contro il dominio francese e l'occupazione di [[Brema]] da parte dei russi, tutte le comunicazioni tra Amburgo e la Francia furono interrotte. Separati dalle difese naturali rappresentate dal corso dei fiumi [[Elba (fiume)|Elba]] e [[Bille (fiume)|Bille]], la guarnigione francese e l'armata assediante dei coalizzati condussero una guerra di posizione per tutto il mese di dicembre 1813; a partire dal gennaio 1814, il congelamento dei fiumi consentì agli assedianti di lanciare una serie di assalti, ma nonostante la perdita di alcuni avamposti i francesi riuscirono a mantenere il controllo delle posizioni strategiche di Haarbourg e Wilhelmsburg. Dal 23 marzo, il disgelo portò di nuovo a una fase di guerra di posizione.
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== Antefatti ==
=== La situazione strategica ===
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Le città [[Lega anseatica|anseatiche]] di Amburgo e Brema furono occupate dalle forze francesi nel 1806, a partire dalla conclusione della [[Quarta coalizione|campagna di Prussia]]
Dopo la [[campagna di Russia]] e la completa distruzione della [[Grande Armata]] napoleonica, un forte sentimento nazionalista e anti-francese prese piede in tutta a Germania: il 12 marzo 1813 un'insurrezione popolare si scatenò ad Amburgo, obbligando il generale [[Claude Carra-Saint-Cyr]] (comandante della 32ª Divisione militare che comprendeva
La reazione francese non si fece attendere: il maresciallo Davout fu nominato responsabile della 32ª Divisione militare con autorità sul I Corpo d'armata del generale [[Dominique-Joseph René Vandamme]], il quale lasciò i suoi accantonamenti di Brema all'inizio di maggio e si mise in marcia su Amburgo; respinto un attacco delle forze russe di Tettenborn il 6 maggio, Vandamme iniziò a bombardare la città a partire dal 19 maggio<ref name=Hulot-188 />. Il re [[Federico VI di Danimarca]], alleato dei francesi, mise a disposizione di Davout una [[divisione (unità militare)|divisione]] di truppe danesi che mosse su [[Lubecca]]; i russi furono ben presto costretti ad abbandonare Amburgo, e le truppe franco-danesi fecero il loro ingresso nella città il 31 maggio<ref>{{Cita|Hulot|p. 189}}.</ref>. Napoleone ordinò una repressione severa degli istigatori dell'insurrezione, ma Davout decise di tenere una condotta più moderata e il 26 luglio ottenne la promulgazione di un'[[amnistia]]<ref name=Hulot-190>{{Cita|Hulot|p. 190}}.</ref>.
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Il piano di Napoleone per riconquistare il controllo della Germania orientale nel maggio 1813 consistette in un vasto movimento avvolgente delle armate russo-prussiane schierate contro di lui, in cui l'esercito francese, dopo aver occupato [[Dresda]] e poi [[Berlino]], si sarebbe spinto verso sud in [[Slesia]]<ref>{{Cita|Patat|p. 89}}.</ref>; in questo schema, il ruolo delle unità francesi schierate nella zona della foce dell'[[Elba (fiume)|Elba]] risultava secondario e l'esperto I Corpo d'armata di Vandamme fu rimpiazzato dalle unità del XIII Corpo d'armata, formazione di recente costituzione<ref name=Hulot-190 />.
Dopo le vittorie francesi nelle battaglie [[Battaglia di Lützen (1813)|di Lützen]] (2 maggio) e [[Battaglia di Bautzen|di Bautzen]] (21 maggio) le due parti, parimenti stremate, siglarono [[Armistizio di Pleiswitz|un armistizio]] che arrestò le operazioni belliche dal 4 giugno al 10 agosto<ref>{{Cita|Patat|p. 119}}.</ref>; alla ripresa delle ostilità, Napoleone si rifiutò categoricamente di ripiegare la sicuro oltre la linea del fiume [[Reno]] e di abbandonare le zone di dominio francesi in Germania e [[Paesi Bassi]], ritenute zone di importanza strategica<ref>{{Cita|Patat|p. 124}}.</ref>. Mentre le forze al comando dell'imperatore manovravano a est in [[Sassonia]] contro le armate coalizzate dei generali [[Gebhard Leberecht von Blücher]] e [[Karl Philipp Schwarzenberg]], il maresciallo [[Nicolas Charles Oudinot]] guidò un contingente di
=== Azioni preliminari ===
[[File:Carte été 1813.svg|thumb|Schema delle operazioni nella Germania settentrionale nell'agosto 1813]]
Davanti alla prospettiva di essere tagliato fuori e assediato, il maresciallo Davout diede avvio a degli importanti lavori di fortificazione della zona di Amburgo. Per assicurarsi il controllo del fiume Elba, i francesi ripristinarono le mura del sobborgo di [[Distretto di Harburg|Haarbourg]], sulla riva sinistra del fiume, e costruirono un enorme ponte tra le due città; il ripristino delle difese della piazza rispose alle istruzioni emesse dall'imperatore in persona, che incaricò della supervisione dei lavori il generale [[François-Nicolas-Benoît Haxo]]<ref name=Places-fortes>{{cita web|url=http://marechal.davout.free.fr/index_fichiers/Napoleon_places_fortes_Allemagne.htm|titolo=Napoléon et les places fortes en Allemagne|sito=marechal.davout.free.fr|accesso=29 giugno 2016|lingua=fr|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303234958/http://marechal.davout.free.fr/index_fichiers/Napoleon_places_fortes_Allemagne.htm|urlmorto=sì
Durante l'armistizio dell'estate 1813, Napoleone inviò ad Amburgo un rinforzo di artiglieria oltre a un contingente di marinai agli ordini del [[contrammiraglio]] [[Pierre Lhermite]], allo scopo di assicurare la difesa delle numerose isole e isolotti posti nel basso corso dell'Elba; alla fine di agosto, con l'abbattimento delle case poste troppo vicino alle postazioni difensive, Amburgo era pronta per essere difesa<ref name=Places-fortes />.
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[[File:Davout-Adams.jpg|thumb|Il maresciallo [[Louis Nicolas Davout]] ]]
All'inizio di agosto, il XIII Corpo d'armata francese disponeva di
Gli effettivi delle forze coalizzate assedianti variarono parecchio durante i sei mesi di assedio. Inizialmente l'assedio fu portato avanti dal corpo d'armata del generale Wallmoden, forte di
== L'assedio ==
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Sperando di rinnovare la rivolta amburghese di marzo e di indurre all'insurrezione i reparti olandesi in forza al XIII Corpo, il generale Bennigsen lanciò due proclami chiamando alla sollevazione contro i francesi ma la mossa rimase senza esito per effetto delle forti misure di disciplina adottate dal maresciallo Davout<ref name=Hulot-195 />.
Il maresciallo approfittò dell'iniziale periodo di stasi dell'assedio per perfezionare le fortificazioni della "strada Deponthon" che collegava Amburgo con Haarbourg, costruendo una [[ridotta]] sull'isola davanti
A partire da gennaio, il freddo divenne così intenso che il corso dell'Elba e del [[Bille (fiume)|Bille]] iniziò a congelare, nonostante il lavoro incessante dei francesi che cercavano di mantenere la naturale protezione della rete di canali. I coalizzati lanciarono quindi un paio di attacchi che costrinsero i francesi a ritirarsi dai villaggi di Eimsbüttel e Eppendorf a nord, come pure da diverse posizioni a est; il 20 gennaio 1814 i russi del generale [[Pavel Aleksandrovič Stroganov|Stroganov]] attaccarono le fortificazioni davanti ad Haarbourg: le colonne russe avanzarono lungo il corso dell'Elba e attraverso il villaggio di Wilstorf, ma furono respinte dalle truppe del generale Delcambre lasciando sul terreno circa 800 morti, mentre le perdite dei francesi ammontarono a 200 uomini<ref>{{Cita|Tissot|p. 304}}.</ref>. Il 26 gennaio, in occasione dell'anniversario dell'incoronazione della [[Luisa Maria di Baden|zarina Elisaveta]], Bennigsen ordinò un assalto generale sui fronti nord ed est: l'unico risultato di questa offensiva, che costò 700 perdite al XIII Corpo e 300 ai russi, fu la conquista della chiesa di Hamm; a seguito di questo assalto, Davout ordinò la distruzione di gran parte delle abitazioni del borgo di Altona<ref name=Hulot-197>{{Cita|Hulot|p. 197}}.</ref><ref>{{Cita|Tissot|p. 306}}.</ref>.
[[File:Hamburg 1790 große karte varendorf.jpg|thumb|Carta della regione del basso [[Elba (fiume)|Elba]] con le città di Amburgo, Altona e Haarbourg]]
Il 9 febbraio, dopo aver ricevuto l'appoggio del corpo d'armata del generale [[Pëtr Aleksandrovič Tolstoj|Tolstoj]], Bennigsen lanciò un nuovo assalto generale, anche se la collocazione da parte di Davout di un posto di osservazione in cima al campanile della chiesa di Saint-Michel privò russi dell'effetto sorpresa. L'attacco principale fu diretto verso l'isola di Wilhelmsburg, che divenne oggetto di intensi combattimenti durante la giornata: i russi inizialmente presero il vantaggio, e la colonna del generale [[Yevgeni Ivanovich Markov|Markov]] da Altona e quella del generale Emme da sud-est aggirarono Haarbourg convergendo verso l'ingresso del ponte che collegava l'isola con Amburgo; con i loro comandanti messi fuori combattimento (il colonnello del 29º Reggimento di fanteria di linea rimase ucciso e il generale Osten ferito), i francesi iniziarono a ripiegare disordinatamente sul ponte, ma il maresciallo Davout si fece avanti in prima persona per comandare l'azione e ordinò di lanciare al contrattacco le riserve rimaste ad Amburgo. Nel tardo pomeriggio il generale [[Louis Nicolas Marin Leclerc des Essarts|Leclerc]], dopo aver sconfitto una colonna russa comandata da Tolstoj, fu in grado di inviare rinforzi sul ponte mentre, allo stesso tempo, il generale Pécheux ad Haarbourg, che difese con successo dall'assalto di una colonna russa, liberò la sezione di ponte che lo collegava a Wilhelmsburg e prese i russi alle spalle. Respinti dal contrattacco, i russi ripiegarono quindi su Altona; questa battaglia costò alla guarnigione francese circa
Il 17 febbraio i russi tentarono un nuovo assalto di massa che non riuscì a sopraffare la resistenza delle truppe dei generali Vichery e [[Jean-François Rome|Rome]]. Le perdite ammontano a 200 uccisi per i francesi, mentre i russi persero quasi
=== La resa ===
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Il 19 aprile, il comandante delle truppe assedianti furono avvertiti dell'avvenuta abdicazione di Napoleone e inviarono un parlamentare a Davout per avvertirlo: non avendo fiducia in Bennigsen, il maresciallo accolse la notizia e la proposta di un [[armistizio]] avanzata dal generale russo con la massima circospezione; tuttavia, la notizia dell'avvenuta abdicazione fu confermata da una lettera dello zar [[Alessandro I di Russia]] recapitata da un ufficiale olandese, spingendo Davout a sollecitare l'invio del generale Delcambre per prendere istruzioni dal nuovo governo<ref>{{Cita|Hulot|p. 200}}.</ref>. Per forzare la mano al suo avversario, Bennigsen fece innalzare davanti agli avamposti francesi una bandiera bianco-fiordaliso, l'emblema del re [[Luigi XVIII di Francia]], sperando che la guarnigione si sollevasse e aderisse al nuovo cambio di regime; di fronte a questa sfida, il maresciallo Davout fece prendere a cannonate il vessillo. Mentre le ostilità tra le potenze alleate e la Francia cessarono ufficialmente con la proclamazione dell'abdicazione il 6 aprile, ad Amburgo gli scontri continuarono e il 27 aprile i russi, appoggiati da [[cannoniera|cannoniere]] britanniche, assaltarono nuovamente Haarbourg: questo attacco non riuscì e aumentò ulteriormente la sfiducia dei francesi verso le intenzioni dei russi<ref>{{Cita|Hulot|p. 201}}.</ref>.
Il 28 aprile un cugino del maresciallo Davout, François Davout, si presentò alla sede del comando russo e fu subito accompagnato alle posizioni francesi: egli portava lettere della moglie del maresciallo spedite per informarlo degli eventi avvenuti a [[Parigi]], le quali convinsero infine Davout a capitolare. I due comandanti in capo conclusero
== Conseguenze ==
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Napoleone impose alla città di Amburgo un forte contributo di guerra come punizione per la sua ribellione nel marzo 1813<ref name="Hulot-188"/>. Tuttavia, l'elemento di cassa del XIII Corpo d'armata venne immediatamente inviato in Francia e il 15 settembre 1813 il conte di Chaban, sovrintendente generale delle finanze della 32ª Divisione militare, informò Davout che l'esercito non poteva più fornire il normale funzionamento del servizio di paga a partire da fine ottobre, anche in considerazione del fatto che il maresciallo aveva dato disposizione di pagare in contanti tutte le forniture, onde evitare di spingere la popolazione alla rivolta. Per quanto il termine per il pagamento del contributo di guerra fissato al 1º ottobre non fu onorato, al comando francese pervennero delle informazioni circa il trasferimento di lingotti dalla Banca di Amburgo alla città danese di Altona, e il 2 novembre venne presa la decisione di requisire i fondi bancari della [[Hamburger Bank]]<ref name=Hulot-196>{{Cita|Hulot|p. 196}}.</ref>.
I francesi misero le mani su
Una contabilità dell'uso di tali monete fu mantenuta dal conte di Chaban e poi, dopo la sua morte il 23 marzo 1814, da una commissione creata per questo scopo; entro la fine dell'assedio, molte voci tuttavia furono sollevate contro il sequestro della banca di Amburgo e alcuni accusarono poi Davout di essersi intascato parte dei fondi. Il caso segnò l'opinione pubblica e fu successivamente utilizzato per rilanciare il sentimento anti-francese in Germania: così, nel 1890 il maresciallo [[Helmuth Karl Bernhard von Moltke]] utilizzò il ricordo di questo evento per ottenere l'approvazione del bilancio dell'esercito da parte del Parlamento tedesco; più in generale, la storiografia tedesca mantenne l'immagine di un periodo buio e l'occupazione francese è ancora presente nella memoria collettiva di Amburgo come una "catastrofe"<ref name="
=== Conseguenze sulla carriera del maresciallo Davout ===
Appena rientrò in Francia, il maresciallo Davout venne raggiunto dall'ordine del ministro della guerra di non risiedere a Parigi, e si ritirò quindi nella sua residenza di [[Savigny-sur-Orge]]. Il 17 giugno, meno di una settimana dopo il suo arrivo, il generale Dupont de l'Étang lo informò che il re aveva ricevuto reclami circa il suo comportamento ad Amburgo; tre accuse furono levate contro di lui: aver sparato contro la [[bandiera bianca]] dopo aver acquisito la certezza della restaurazione dei Borboni, essersi accaparrato dei fondi della banca di Amburgo, e aver commesso "atti arbitrari che tendevano a rendere odioso il nome dei francesi"<ref>{{Cita|Tulard|p. 617}}.</ref><ref>{{Cita|Hulot|p. 204}}.</ref>. Dopo aver ricevuto la fine di giugno gli archivi del suo comando, Davout scrisse un proprio resoconto (''Mémoire de M. le Maréchal Davout, Prince d'Eckmühl au Roi'') che spedì a Luigi XVIII il 20 luglio; in questo lavoro di trenta pagine, il maresciallo confutò con attenzione tutte le accuse mosse contro di lui, senza utilizzare lo stile da cortigiano in voga all'epoca. Il 26 luglio, il ministro della guerra informò Davout che il re aveva accettato la sua memoria, che nessuna procedura sarebbe stata intentata contro di lui, e che gli era anche permesso di pubblicare il documento per mettere a tacere i suoi critici<ref name="
Nonostante ciò, nei confronti del maresciallo proseguì la condanna da parte degli ambienti ultra-realisti e sotto Luigi XVIII Davout fu mantenuto in disgrazia; nonostante le pressioni, fatte anche da suoi colleghi marescialli come [[Michel Ney]] e [[Nicolas Jean-de-Dieu Soult]], perché aderisse al partito pro-Borboni, Davout si rifiutò sempre di giurare fedeltà al nuovo monarca. Questa caduta in disgrazia ebbe di converso il rendere Davout un punto di riferimento per i dissidenti e gli esponenti del bonapartismo, tanto che il maresciallo riguadagnò rapidamente la fiducia di Napoleone quando questi si reinsediò a Parigi durante i "[[cento giorni]]"<ref>{{Cita|Hulot|pp. 206-208}}.</ref>.
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== Bibliografia ==
* Louis Nicolas Davout, ''Memorie del Maresciallo Davout, Principe d'Eckmühl, al Re'', tr. it. Francesco Rubini, Pubblicazione indipendente, Mosca, 2023.
* {{cita libro|autore=Frédéric Hulot|titolo=Le Maréchal Davout|editore=Pygmalion|anno=2003|isbn=2-85704-792-4|cid=Hulot}}
* {{cita libro|autore=François-Guy Hourtoulle|titolo=Davout le Terrible: duc d'Auerstaedt, prince d'Eckmhül, le meilleur lieutenant de Napoléon, colonel-général des grenadiers, 1770-1823|città=Parigi|editore=Maloine|anno=1975|isbn=2-224-00175-4|cid=Hourtoulle}}
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* {{cita libro|curatore=Pierre-François Tissot|titolo=Trophées des Armées Françaises depuis 1792 jusqu'en 1825: Campagne de France, vol. 6|città=Parigi|editore=Le Fuel|anno=1830|cid=Tissot}}
* {{cita libro|curatore=Jean Tulard|titolo=Dictionnaire Napoléon, vol. A-H|città=Parigi|editore=Fayard|anno=1999|isbn=2-213-60485-1|cid=Tulard}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Portale|guerre napoleoniche}}
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[[Categoria:Guerra nel 1813]]
[[Categoria:Battaglie della Sesta coalizione|Amburgo]]
[[Categoria:Assedi delle guerre napoleoniche|Amburgo]]
[[Categoria:Storia di Amburgo]]
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