Francesco Martinengo Colleoni: differenze tra le versioni
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{{militare
|Nome = Francesco Martinengo Colleoni
|Immagine = Francesco Martinengo Colleoni.jpg
|Didascalia =
|Data_di_nascita = [[1548]]
|Nato_a = [[Scanzorosciate|Scanzo]]
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|Guerre =
|Campagne =
|Battaglie = * [[Battaglia di Lepanto]] (1571)
* [[Guerra franco-savoiarda#L'attacco al marchesato di Saluzzo|Attacco al marchesato di Saluzzo]] 1600
* [[Guerra di Gradisca]] (1615-1617)
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|Attività2 = diplomatico
|Nazionalità = italiano
|Immagine =
|Didascalia = Stemma Martinengo Colleoni
|DimImmagine = 120
}}
== Biografia ==
Francesco nacque a [[Scanzorosciate|Scanzo]], paese d'origine della madre, da una delle più potenti famiglie di [[Bergamo]] e [[Brescia]], la famiglia [[Martinengo Colleoni (famiglia)|Martinengo Colleoni]] originata dall'unione delle famiglie [[Colleoni (famiglia)|Colleoni]] e [[Martinengo (famiglia)|Martinengo]] per volontà del [[condottiero]] [[Bartolomeo Colleoni]]. Il padre Bartolomeo Martinengo Colleoni era conte di [[Malpaga (Calvisano)|Malpaga]] e [[Cavernago]] e nel 1539 aveva sposato Paola da Ponte.<ref>{{DBI}}</ref> Dal matrimonio erano nati oltre a Francesco, anche i figli Gradilia, Polissena, Bianca e Giovanni Estore. Dopo la morte della moglie nel 1550, Bartolomeo si risposò con Minerva Secco d'Aragona, e da questo matrimonio nacque Gerardo. Il 16 novembre 1558 anche il padre Bartolomeo morì e il giovane Francesco fu educato dal nonno materno Giovanni Pietro da Ponte e dallo zio Luigi Martinengo.<ref>{{cita web|url=http://www.asbergamo.beniculturali.it/getFile.php?id=58|titolo=Carte Martinengo Colleoni|citazione=La contessa Minerva Secco d'Aragona e il conte Luigi Martinengo, tutori dei conti Francesco, Estore e Gherardo Martinengo Colleoni, eleggono per podestà di Malpaga e Cavernago Giovanni Battista Medolago|accesso=7 settembre 2021|dataarchivio=6 settembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210906091933/http://www.asbergamo.beniculturali.it/getFile.php?id=58|urlmorto=sì}}</ref>
Francesco si sposò nel 1583 con [[Beatrice Langosco]] dei conti di [[Stroppiana]]. Beatrice aveva sposato in prime nozze il conte [[Scarampi|Giovanni Francesco Scarampi]] di Vesme, rimasta vedova,<ref>Giovanni Francesco morì nel 1575 senza eredi, con lui finì la nobile famiglia Scarpani [[asti]]giana {{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=dgcUAAAAQAAJ&pg=PA458&lpg=PA458&dq=Giovanni+Francesco+Scarampi+di+Vesme,&source=bl&ots=bj3lbz7rSO&sig=ACfU3U0MtxQjcKvEkWWhblDeeRyzsz4uZg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjwlfWKlfHyAhVw_7sIHbOkA7oQ6AF6BAgZEAM#v=onepage&q=Giovanni%20Francesco%20Scarampi%20di%20Vesme%2C&f=false|autore=Goffredo Caslis|titolo=Dizionario geografico storico statistico degli stati di S. M.re di Sardegna|anno=1839|città=Torino}}</ref> ebbe poi tre figli dal duca [[Emanuele Filiberto di Savoia|Emanuele Filiberto]]. Dall'unione matrimoniale con Francesco, sposato in seconde nozze, nacquero sei figli: Gasparo Antonio militare che si unì in matrimonio con Patrizia Avogadro, Caterina che sposò con
[[File:24050 Malpaga BG, Italy - panoramio (1).jpg|thumb|Castello di Malpaga]]
Oltre alle importanti attività militari Francesco si dedicò anche alla ricostruzione delle sue proprietà immobiliari, incaricando anche per l'edificazione di un nuovo palazzo a [[Torino]], [[Ascanio Vittozzi]] nella centralissima piazza Castello. Nel 1597 fece rimodernare il [[castello di Malpaga]] e la [[Chiesa di San Marco (Cavernago)|chiesa di San Marco]], dove la moglie dettò nel testamento del 1607 di realizzare un dipinto che fu poi commissionato al pittore [[Gian Paolo Cavagna]]. La [[pala d'altare|pala]] [[Madonna del Rosario (Cavagna)|Madonna del Rosario]] che fu poi dipinta, lo vede raffigurato con la famiglia e conservato nella [[Chiesa di San Giovanni Battista (Cavernago)|chiesa di San Giovanni]]. Si dedicò anche alla bonifica dei territori paludosi per incrementare l'agricoltura con la deviazione di una [[Seriola (idraulica)|seriola]] del [[lago
Non furono sempre facile anche i rapporti tra le famiglie del tempo. In particolare Francesco nel 1570 nacque una diatriba con la famiglia Avogadro a causa del matrimonio del figlio Gaspare con Emilia Avogadro, e quando nel 1619 furono uccidi due fedeli degli Avogadro fu accusato di essere il mandante, erano famosi infatti gli atteggiamenti dei suoi bravi. Quando fu accusato di essere filospagnolo fu processato dai veneziani e condannato all'esilio di cinque anni a Udine e all'arresto si rifugiò nel suo castello di Cavernago ben difeso da torri e fossati facendo desistere chi era incaricato del suo arresto, anzi sfrontatamente con i suoi quaranta soldati amava spostarsi tra i territori di Bergamo e Brescia. Ubbidendo però alla repubblica si presentò a Udine dove rimase fino al 1621.
Francesco fu anche un ottimo giocatore di scacchi, e il noto scacchista [[Orazio Gianuzio della Mantia]] nel 1597 gli dedicò la pubblicazione del libro “Libro nel quale si stratta della maniera di Giuocar'à Scacchi”.<ref name="Medolago">{{cita|Medolago|p. 10}}.</ref> Nel 1614 acquistò la [[casa del Carmagnola]] di Brescia.<ref>{{cita|Medolago|p
Redisse il suo primo testamento il 22 giugno 1619 e un secondo il 24 gennaio 1621. Tra i beneficiari, oltre ai suoi prossimi, indicò alcuni lasciati anche per il suo scalco e il cuoco, morendo dopo pochi giorni a Bergamo l'8 febbraio in [[via Porta Dipinta]].<ref name="Medolago" />
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Occupò il ruolo di generale di cavalleria ducale sostituendo il marchese [[Filippo I d'Este]]. Il 12 febbraio 1576 fu insignito del più alto riconoscimento sabaudo da Emanuele Filiberto: il collare dell'[[Ordine supremo della Santissima Annunziata]]. La riconoscenza ai suoi servizi proseguì anche con il re [[Carlo Emanuele I di Savoia]]. Con il matrimonio con Beatrice Langosco di Stroppiana si legò maggiormente il suo legame con le famiglie patrizie piemontesi.
[[File:Castello Cavernago vista.jpg|thumb|Castello Cavernago vista]]
Dal 1574 al 1579 fu al servizio come generale in tempo di guerra del principe [[Carlo IX di Svezia|Carlo di Svezia]] restando sempre a
Fu incaricato di accompagnare nel 1585 [[Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele]] il giorno del suo matrimonio con l'infante [[Caterina Michela d'Asburgo|Caterina]] figlia di [[Filippo II di Spagna|Filippo II]]. La sua vicinanza al duca di Francia si mise in crisi con la sua vicinanza ai Savoia che avevano rafforzato i propri rapporti con gli [[Casa d'Asburgo|asburgo]], egli infatti malgrado gli ottimi rapporti non aveva mai voluto ottenere una rendita vitalizia, cosa che lo lasciava libero.<ref>{{cita libro|autore=Francesco Vendramin|titolo=Relazioni degli ambasciatori veneti…|p=446|anno=1589|citazione=«mai voluto obbligarsi con pensioni al re Cattolico né ad altri principi»}}</ref>
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Combatté per il duca Savoia nel 1588-1598 nella guerra per il marchesato di Saluzzo e sempre, nel 1588, contro i francesi per la riconquista di Revello e Centallo. Sempre per il duca nel 1589 raggiunse il lago di Ginevra con il suo esercito e a Thonon-les-Bais fu ferito a una gamba, ferita che lo infastidì per molti anni. Nel 1590 fu insignito del titolo di maestro della cavalleria leggera e due anni dopo maestro generale di tutta la cavalleria. Partecipò alla conquista di [[Barcelonnette]] dove si distinse per le sue capacità nella conquista di molte località conquistando la regione della Provenza. Nella battaglia dell'aprile del 1591 per la conquista di Esparron fece ritorno all'accampamento riportando, sia lui che il suo cavallo, molte ferite rischiando d'essere fatto prigioniero. Durante l'assedio al castello di Berre les Alpes si prodigò a prestare il suo servizio anche come tramite perché si potesse raggiungere un accordo alla resa così che non ci fosse un inutile dispendio di forza umana. Dopo aver accompagnato il duca nell'ingresso trionfale a [[Aix-en-Provence]] fece ritorno al castello di Malpaga per un periodo di riposo.
Fece poi il suo ritorno sul fronte francese dove riconquistò il forte di Exilles riconquistato dal
Malgrado la sua avanzata età combatté poi nella [[guerra di Gradisca]] volendo al suo fianco i figli Gaspare e Gherardo nonché il nipote. Ottenne il comando generale dell'esercito dopo la morte di [[Pompeo Giustiniani]].
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[[Categoria:Martinengo Colleoni (famiglia)|Francesco]]
[[Categoria:Partecipanti alla battaglia di Lepanto]]
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