D'Adda: differenze tra le versioni
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{{nd}}
{{F|storia di famiglia|marzo 2025}}
{{Casata
|cognome =
|stemma =
|motto = '{{maiuscoletto|Ne derelinquas nos, Domine}}<br />{{maiuscoletto|Con Limpidezza}}'
|blasonatura = Fasciato di nero e d'argento controinnestato; col capo d'oro carico di un'aquila di nero coronata del campo
|stato = {{simbolo|Flag of Milan.svg|20px}} [[Ducato di Milano]]<br />{{simbolo|Flag of the Napoleonic Kingdom of Italy.svg|20px}} [[Regno d'Italia napoleonico|Regno d'Italia]]<br />{{LOM-VEN}}<br />{{simbolo|Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|20px}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]
|casataderivazione =
|casataprincipale =
|titoli = * [[Marchese d'Adda]] (poi d'Adda Salvaterra)
* [[Marchese]] di [[Pessano]] * [[Marchese]] di [[Pandino]] * [[Marchese]] di [[San Giovanni di Pomesana]] * [[Duca]] di [[Stockerau]] * [[Conte]] di [[Sale]] * [[Conte del Sacro Romano Impero]] * [[Barone#Baroni del Sacro Romano Impero|Barone del Sacro Romano Impero]] * [[Cavaliere del Sacro Romano Impero]] * [[Patrizio (titolo)|Patrizio]] [[Milano|milanese * [[Don (trattamento)|Don]]
|fondatore = [[Antonio d'Adda]]
|ultimosovrano =
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* [[Brandolini d'Adda]] (ramo veneto)
}}
'''D'Adda''' (o in alcune versioni '''d'Adda o D'adda''', poi '''D'Adda Salvaterra''') è una [[nobiltà milanese|famiglia nobile milanese]] di antichissima origine.
== Storia ==
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Tutti i rami riconoscono per loro progenitore il celebre [[Antonio D'Adda]], cameriere ducale, fiorito nell'anno [[1367]]. Egli fu padre di quel Rainaldo che ebbe per figlio il nobile ed esimio Antonio II. Quest'ultimo generò Pagano, fiorito nel [[1475]], e del quale la generosità e le virtù furono molto commentate. Dai figli di questo Pagano (Bartolino, Pietro, Costanzo e Palamede) si divisero i rami di Casa D'Adda. Palamede fu [[Tesoriere della Camera Regia]] sotto re [[Luigi XII di Francia]] e poi Consigliere del duca [[Massimiliano Sforza]] e Ministro del re [[Francesco I di Francia]] oltre che [[Governatore di Normandia]]. Egli non fu, come può sembrare, favoreggiatore dei [[Francesi]] o degli [[Austriaci]], ma si mantenne sempre caldo amatore della patria. L'imperatore [[Carlo V d'Asburgo]] lo ebbe in molta stima, e se [[Don (trattamento)|don]] [[Antonio de Leyva]], suo Generale, lo accolse con molte dimostrazioni di esultanza, se lo favorì nelle sue imprese, se gli fece dono di molti beni nei dintorni di [[Pavia]], fu proprio su segnalazione dello stesso Imperatore. Palamele ebbe come figlio Ferrante, Dottore del [[Collegio dei Giudici di Milano]], due volte Ambasciatore presso la Corte Inglese per la causa del duca [[Francesco II Sforza]].
Il suddetto Pagano ebbe inoltre per figli il magnifico Francesco (o Franceschino) da cui discende il ramo estintosi nel [[1808]]. Da Francesco nasce Agostino, conte e Cavaliere di molta splendidezza, assai stimato dai Principi italiani, era ricchissimo e nelle sue azioni mostrava un grande animo. Istituì fedecommesso comuni a tutti i rami della famiglia, lasciando la priorità del godimento alla linea di suo fratello Costanzo, conte di Sale. Costanzo fu Generale sotto [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] e fu uno dei XII Provveditori tra il [[1568]] ed il [[1576]]. Ferrante, figlio di Costanzo, fu un valoroso Capitano di cavalleria dell'Imperatore, morì sul campo di battaglia nella difesa di [[Malta]] contro i [[Ottomani|Turchi]]. Suo fratello Francesco fu Comandante di fanteria e cavalleria al servizio del [[Re di Spagna]], combattendo in [[Piemonte]] e [[Monferrato]]. Fu poi capitano di lance d'ordinanza e Maestro di Campo in [[Italia]] e [[Fiandra]], infine Generale della piazza d'armi di Milano. Da Francesco discende suo figlio Costanzo II, Provveditore e Nunzio della città di Milano. Suo figlio Don Ferdinando, Giureconsulto Collegiato di Milano, venne creato dal [[Papa]] Referendario di ambo le Segnature, divenne [[Arcivescovo di Amasi]], [[Nunzio Apostolico]] presso re [[Giorgio II d'Inghilterra]], Cardinale della S.R.C., Decano del Sacro Collegio, Capo della Propaganda (a cui lasciò tutta la sua eredità) e Legato di Bologna. Il Lingard, nella sua "[[Storia d'Inghilterra]]", cita Ferdinando come "gran politico e nunzio a Giacomo II, a cui diede saggi pareri, che se li avesse seguiti avrebbe forse conservato il regno"...tomo 14, pagina 120 e seguenti). Costanzo II ebbe anche Francesco conte di Sale , Provveditore e Decurione dal [[1672]]. Da lui Costanzo Maria, conte di Sale, marchese di San Giovanni in Piumesana, Provveditore, Decurione dal [[1702]] al [[1710]], Tribuno della Milizia dal [[1727]]. Suo figlio Francesco fu Vicario di Provvigione e Cameriere della Chiave d'Oro delle Loro Imperiali e Regie Maestà l'Imperatore [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco I]] e l'Imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]]. Noto per preferire la compagnia maschile a quella femminile, morì senza prole nel [[1779]]. Dei suoi due fratelli, il conte Lorenzo, comandante di fanteria austriaco, morì anch'esso senza prole, mentre l'altro fratello, don Ferdinando, abate, rifiutò il cappello
L'illustre propagatore del ramo tuttora fiorente in [[Milano]], insignito dei titoli di duca, marchese, conte, barone, fu [[cavaliere del Sacro Romano Impero]] e fu il nobile ed augusto don [[Gaspare D'Adda]], figlio del sunnominato Pagano. Gaspare fu padre di Giacomo, Ottaviano e Ludovico. Ottaviano morì senza stirpe, mentre Giacomo, amico e confidente di San Carlo Borromeo, dava ospizio ai poveri presso il feudo di [[Varallo]] in [[Valsesia]]. Fu capitano di cavalleria, alla sua morte, lascio in eredità
Egli procreò Paolo Camillo, Ercole e Dominione. Paolo Camillo fu Decurione, e dopo di se lasciò il figlio Ludovico membro di provvigione, questi fu padre di Camillo II, cameriere di Palazzo e Decurione. Il Dominione generò Giovanni, Decurione. Ercole fu consigliere del [[Duca di Savoia]] e propago la seguente discendenza: Giuseppe, che l'Imperatore [[Leopoldo I d'Asburgo|Leopoldo I]] creò '''[[Duca di Cassano]] e [[Stockerau]], [[Marchese di Pandino]], [[Conte del Sacro Romano Impero|Conte]], [[Cavaliere del Sacro Romano Impero|Cavaliere]], [[Barone del Sacro Romano Impero]]''' e lo fece cavaliere del [[Ordine del Toson d'Oro|Toson d'Oro]] con tutti i suoi discendenti e successori; ed inoltre nel caso di estinzione della famiglia, gli diede ampia facoltà di nominare "personam tibi magno benevisam, vive per quamcumque ultima voluntatem, vive per quemcumque acuta inter vivo, et quandocumque, quale cum omnibus ejus filius et hoeredibus descendentibus nati, et Dei beneficio nascituri in infinitum utriusque sexus universi succeda, privilegiis et prerogative, tibi, tuisque filius et haeredibus descendentibus ut sopra concessi" ([[Diploma Cesareo]] del 3 ottobre [[1682]], [[Vienna]]). Sempre a don Giuseppe fu accordato il privilegio di batter moneta nel feudo di [[Valsesia]], ma non esistono al momento fonti che attestino l'avvenuta coniazione di monete.
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Da don Giuseppe II discendono don Giorgio, don Girolamo e don Paolo Camillo IV
Da don Paolo Camillo IV discendono don Ercole, don Girolamo, abate di S. Apollinare in Baggio (ora di padronato della famiglia D'Adda) e [[Cavaliere di Santo Stefano|cavaliere di S. Stefano]], e don Felice. Da don Felice discendono Donna Francesca, sposata al marchese [[Luigi Cagnola]] (insigne architetto dell'[[arco di Trionfo di Milano]] e dell'arco di [[Porta Ticinese]] oltre che tra gli ideatori del piano regolatore della città di Milano) e don Paolo Francesco Camillo. Questi fu: paggio dell'Imperatore Francesco I e suo ciambellano, addetto al servizio dell'[[Arciduca Ranieri]], Principe del [[Sacro Romano Impero]], cavaliere della Corona Ferrea e cavaliere dell'[[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro|Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro]] in diamanti (concessione di
Da Rinaldo, altro figlio del suddetto Pagano e capostipite del tuttora florido ramo, discesero Giovanni, Erasmo e Pagano II. Giovanni generò Teodoro, mentre Pagano II fu insignito dei feudi di Cassano (marchesato e ducato) e della contea di Pandino, come pure dei feudi di Garlate ed Oggionno. Egli procreò Ambrogio, Rinaldo, cameriere della chiave d'oro del Duca di Savoia, e Paolo Camillo che tra i molti onori ebbe dal [[Re di Francia]], [[Francesco I di Francia|Francesco I]], il grano collare di [[Ordine di San Michele|San Michele]] e venne nominato cavaliere e [[Pari di Francia]].
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Alla morte di Febo III, a ridosso del periodo risorgimentale italiano, si verificò una spaccatura in seno ai cinque fratelli. Vitaliano, ciambellano dell'Imperatore, prese la strada di Vienna, il fratello Carlo fu tra quelli che, a seguito delle [[cinque giornate di Milano]], andarono a [[Torino]] a portare le chiavi della città di Milano. Ritornati poi gli austriaci, rimase come consigliere di re [[Vittorio Emanuele II]] e fu poi eletto [[Senatore del Regno d'Italia|Senatore]] nel primo parlamento dell'Italia unita. Emanuele rimase a Milano e fu tra i fautori del restauro del [[Castello Sforzesco]] di [[Milano]], Giovanni divenne abate, Ferdinando, rimasto fedele all'impero, rimase come consigliere del Viceré presso la [[Villa Reale di Monza]], sino all'abbandono della stessa da parte degli Asburgo, inviso al resto della famiglia, non si vide mai riconoscere i titoli da casa Savoia, neppure quando tutti i fratelli rimasero senza prole. Si ritirò in provincia e si dedicò alla cura dei possedimenti terrieri tra [[Pandino]], [[Crema (Italia)|Crema]] ed il [[cremonese]]. Solo il ramo che discende da Ferdinando è al momento esistente e, grazie al riconoscimento del Diploma Cesareo di [[Leopoldo I d'Asburgo|Leopoldo I]] da parte dell'arciduca [[Ottone d'Asburgo-Lorena]] nel [[2006]], detiene tutti i titoli e privilegi conferiti nei secoli alla famiglia.
Protettori delle arti, uno dei membri e citato nella composizione ''[[Alla musa]]'' di [[Giuseppe Parini]], dove l'autore esorta l'amico [[Febo D'Adda]] a riprendere a scrivere poesie. Questa famiglia fu molto generosa verso i più poveri creando asili, scuole, collegi, fondazioni. Sempre secondo il Tettoni-Saladini fecero una donazione di oltre 250.000 scudi. Questa nobile casa fu anche benemerita dell'illustrissima Religione di Malta, poiché è ben noto come don Giulio D'Adda si sia recato a soccorrere [[Malta]] a proprie spese e con un esercito interamente da lui pagato al fine di scacciare i [[Ottomani|Turchi]] che la tenevano stretta d'assedio.
==Albero genealogico della famiglia D'Adda==
Sono riportati i membri titolati della famiglia<ref>V. Spreti, ''Enciclopedia Storico-nobiliare italiana'', Milano 1928-1930, rist. Bologna, 1969; Consulta araldica del Regno d'Italia, Libro d'Oro della nobiltà italiana-Serie aggiornata, annate varie</ref>.
{{Discendenza
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|10| 5|Ottaviano|†[[1560]]<small><br/>Elisabetta Croce</small>
|11| 5|Bianca|<small><br/>Girolamo Aliprandi</small>
|12| 5|Giacomo|†[[1563]]<small><br/>Francesca
|13|12|{{Discendenza/P|.}}|<br>Linea estinta nel XVII secolo
|14| 5|Ludovico|<small><br/>Eleonora Dominioni</small>
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|18|16|Giuseppe<br>I marchese D'Adda, I duca di Stockerau|*[[1635]] †[[1692]]<small><br/>Giovanna Ottolini</small>
|19|17|'''MARCHESI D'ADDA'''<br><br>Ercole<br>II marchese D'Adda|*[[1642]] † d. [[1692]]<small><br/>Orsola Alippia</small>
|20|19|Giuseppe<br>III marchese D'Adda|† d. [[1743]]<small><br/>Livia
|21|20|Paolo Camillo<br>IV marchese D'Adda|*[[1710]] †[[1787]]<small><br/>?</small>
|22|21|Ercole<br>V marchese D'Adda|*[[1750]] †[[1799]]<small><br/>Teresa Capitani di Settala</small>
Line 97 ⟶ 108:
|33|32|Girolamo<br>VIII marchese D'Adda Salvaterra|*[[1883]] †[[1951]]<small><br/>Carla Fabiani</small>
|34|33|Gioacchino<br>IX marchese D'Adda Salvaterra|*[[1915]] † ?<small><br/>Maria Luisa Bernai</small>
|35|34|[[Francesco D'Adda (attore)|Francesco
|36| 8|'''MARCHESI DI PESSANO'''<br><br>Pagano<br>I marchese di Pessano|†[[1553]]<small><br/>Ippolita Fiorenza</small>
|37|36|Rinaldo<br>II marchese di Pessano|*[[1534]] †[[1599]]<small><br/>?</small>
Line 111 ⟶ 122:
|47|46|Febo<br>IV marchese di Pandino|†[[1757]]<small><br/>1. ?<br>2. Ippolita Biglia</small>
|48|47|Giovanni Battista<br>V marchese di Pandino|*[[1737]] †[[1784]]<small><br/>Margherita Litta Visconti Arese</small>
|49|48|Febo<br>VI marchese di Pandino|*[[1772]] †[[1836]]<small><br/>
|50|49|Benedetto|† infante
|51|49|Vitaliano<br>VII marchese di Pandino|*[[1800]] †[[1879]]<small><br/>Carolina Doria</small>
Line 117 ⟶ 128:
|53|51|Emmanuele|*[[1840]] †[[1845]]
|54|49|Giovanni|*[[1808]] †[[1859]]<small><br/>Maria Isimbardi</small>
|55|54|[[Emanuele D'Adda|Emmanuele
|56|55|'''Linea estinta'''|
|57| 9|Gian Augusto|†[[1550]]<small><br/>Zenobia Mauruzzi</small>
Line 126 ⟶ 137:
|62|61|Francesco<br>IV conte di Sale|*[[1647]] †[[1716]]<small><br/>Ludovica Gallarati</small>
|63|62|Costanzo<br>V conte di Sale<br>I marchese di San Giovanni di Pomesana|*[[1676]] †[[1749]]<small><br/>1. Anna Visconti Aicardi<br>2. Giuseppina Castelbarco</small>
|64|63|[[Francesco D'Adda|Francesco]]<br>VI conte di Sale<br>II marchese di San Giovanni di Pomesana|*[[1726]] †[[1779]]<small><br/>1. Barbara Corbella<br>2. Teresa Litta Visconti Arese</small>
|65|64|Maria|*[[1772]] †[[1788]]<small><br/>Giulio Gregorio Orsini, V marchese di Mosate</small>
|66|65|'''Estinzione della linea maschile'''|
|67|61|[[Ferdinando d'Adda|Ferdinando]]|*[[1650]] †[[1719]]<small><br/>Cardinale</small>
|68|49|[[Carlo d'Adda|Carlo]]|*[[1816]] †[[1900]]<small><br/>Maria
|69|68|
|70|23|[[Francesca D'Adda|Francesca]]|*[[1794]] †[[1877]]<small><br/>[[Ambrogio Nava]]</small>
|71|68|Giovanni|*[[1856]] †[[1900]]
}}
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==Bibliografia==
* [[Giuseppe Benaglio]], ''La verità smascherata. Dignità e venture di 398 famiglie nobili lombarde, piemontesi, ticinesi e d'altre terre e città d'Italia nei ranghi del patriziato milanese tra XIV e XVIII secolo secondo il manoscritto del 1716-19'', Germignaga, Magazzeno Storico Verbanese, 2009, pp. 45–46
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