Arte della Controriforma: differenze tra le versioni
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Per '''arte della Controriforma''' si intende quella parte di arte europea della seconda metà del [[XVI secolo]] che è più fortemente influenzata dagli indirizzi teorici sull'[[arte]] sviluppati a seguito del [[Concilio di Trento]].
== Quadro storico ==
Il ruolo della Chiesa come mediatrice super-partes tra Dio e l'uomo era definitivamente messo in dubbio, l'intoccabilità stessa della figura del papa era ormai un ricordo lontano. È con [[papa Paolo III]] Farnese (1534-1549) che si iniziò a pensare ad un cambiamento, egli promosse a cardinali dei prelati notoriamente riformatori, come [[Gasparo Contarini]] e [[Reginald Pole]]. Inoltre i nuovi ordini diventano uno dei baluardi dell'ortodossia: nel [[1540]] il papa conferma la [[Compagnia di Gesù]]. Ad avversare Pole e i riformatori sarà l'intransigenza del potentissimo cardinale [[Gian Pietro Carafa]], il campione dei conservatori romani. Quando nel [[1542]] viene ripristinato il [[Tribunale dell'Inquisizione]] sarà una commissione guidata da Carafa ad esserne al vertice. Nel [[1543]] si ripristina la [[censura]] contro le opere
considerate contrarie alla dottrina cattolica.
Nel [[1545]] Paolo III convoca, con il beneplacito dell'imperatore [[Carlo V]], il [[Concilio di Trento]]. In questo clima il ruolo delle immagini viene poi ripensato, ed è quindi logico che, pur non essendoci delle direttive specifiche in materia emanate dal Concilio, alla chiusura delle sedute nel [[1563]] gli artisti sentirono sulle loro spalle una responsabilità enorme, il dovere di emendare una delle cause scatenanti della Riforma protestante, la licenziosità e il lusso delle loro opere.
== La questione delle immagini sacre ==
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== ''De invocatione, veneratione et reliquis sanctorum et sacris imaginibus'' ==
[[File:Lud. Carracci La Carraccina.jpg|''[[Madonna col Bambino tra i santi Giuseppe, Francesco ed i committenti|Madonna col Bambino, i santi Giuseppe, Francesco e due committenti]]'' ("La Carraccina", 1591), Cento, Pinacoteca civica|thumb|left]]
In questo decreto la Chiesa romana introduce il controllo delle opere da parte delle autorità religiose locali. Le opere devono essere vagliate con attenzione e in esse vi deve essere ''chiarezza'', ''verità'', aderenza alle scritture. La piena leggibilità, il decoro, devono essere caratteristiche imprescindibili; le deformazioni, i lussi e i viluppi e le disinvolture del [[Manierismo]] sono condannati senza appello.
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Ma il decreto non pone delle regole ferree, non mette confini espliciti, si affida al controllo delle gerarchie locali. Nascono dei trattati che tentano di codificare queste norme: le ''Instructiones fabricae et suppellectilis ecclesiasticae'' ([[1577]]) di [[Carlo Borromeo]], [[arcivescovo di Milano]], e il ''Discorso intorno le immagini sacre e profane'' ([[1582]]) dell'[[arcivescovo di Bologna]] [[Gabriele Paleotti]] sono i più importanti.
Eppure né i decreti conciliari né i trattati ebbero un impatto significativo sulle scelte stilistiche degli artisti. Esemplare l'episodio di [[Botticelli]] svoltosi ai tempi del [[Savonarola]]. L'artista venne influenzato direttamente dalle prediche del frate e decise, di sua spontanea volontà, di non dipingere più soggetti profani e licenziosi e di gettare nel fuoco le sue opere più scabrose. Anche alcuni artisti che videro il Sacco di Roma, come [[Sebastiano del Piombo]], che credette l'invasione dei [[Lanzichenecchi]] una punizione divina, cambiarono il loro modo di dipingere. Anche questa volta, più che le indicazioni venute da terzi, in molti casi inesperti delle cose artistiche,
== Il Giudizio universale di Michelangelo ==
Dipinto tra il [[1536]] e il [[1541]] il [[Giudizio universale (Michelangelo)|Giudizio universale]] della Cappella Sistina rappresentava in pieno il profondo sentimento religioso di [[Michelangelo]] e della cerchia intellettuale di [[Gasparo Contarini|Contarini]] e [[Reginald Pole|Pole]]: qui 400 figure in pose diverse sono accomunate dalla nudità, l'immenso dramma universale che esprime è messo in luce dalla semplicità dell'impianto, dalla mancanza di costruzioni retoriche, dalla nudità stessa. L'affresco, pregno di citazioni letterarie e figurative, venne poco compreso.
Un documento conciliare del 21 gennaio [[1564]] decreta che «le pitture nella cappella apostolica vengano coperte, nelle altre chiese vengano invece distrutte qualora mostrino qualcosa di osceno o di patentemente falso.» A nemmeno un anno dalla morte del maestro uno dei suoi seguaci, [[Daniele da Volterra]], viene incaricato di velare con delle ''braghe'' a secco le vergogne dei personaggi del Giudizio e di rifare a fresco la figura scabrosa di [[San Biagio]], accovacciato impudicamente su [[Santa Caterina d'Alessandria]].
Anche [[Paolo Veronese]] subirà un processo per la sua ''Ultima cena'' dipinta nel [[1573]]. Il dipinto venne accusato dall'[[Inquisizione]] di essere troppo affollato di figure poco consone alla scena sacra, e si accusa il pittore di aver inserito questi personaggi per svilire il senso mistico dell'episodio. Il processo scagionerà però Paolo, che sarà comunque condannato a ''correggere et
== Pittura ==
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* [[Giulio Cesare Procaccini]]
* [[Giovanni Domenico Caresana]]
* [[Guglielmo Caccia]] detto il Moncalvo
== Architettura ==
Due sono le chiese che diventano modelli per tutte le nuove edificazioni: a [[Roma]] la [[Chiesa del Gesù]] la cui pianta nacque dall'idea di [[Giovanni Tristano (architetto)|Giovanni Tristano]] e da [[Jacopo Barozzi]] detto il Vignola mentre la progettazione della facciata fu
L'altra è [[Chiesa di San Fedele (Milano)|San Fedele]] a [[Milano]], nata sotto il vigile controllo di [[Carlo Borromeo]], con progetto dell'architetto bolognese [[Pellegrino Tibaldi]], realizzata dal 1569. L'[[architettura barocca]] ([[Gian Lorenzo Bernini]], [[Francesco Borromini]], [[Pietro da Cortona]], [[Baldassarre Longhena]]) si sviluppò a partire dall'età controriformistica.
Dell'età della Controriforma sono anche vari [[Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia]] e i [[complessi parrocchiali della Bretagna]].
== Voci correlate ==
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*[[Arte del secondo Cinquecento a Milano]]
{{Storia del cristianesimo}}
{{Portale|arte}}
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