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{{nd}}[[File:Annibale, Ludovico and Agostino Carracci, Bolognese School.jpg|thumb|Annibale, Ludovico e Agostino Carracci]]
 
I '''Carracci''' erano tre parenti [[Bologna|bolognesi]], : [[Annibale Carracci|Annibale]] ([[1560]]-[[1609]]) e [[Agostino Carracci|Agostino]] ([[1557]]-[[1602]]) erano fratelli, mentre [[Ludovico Carracci|Ludovico]] ([[1555]]-[[1619]]) era loro cugino, . provenivanoProvenivano da una famiglia della piccola borghesia locale e si dedicarono alla pittura formandosi nell'ambiente cittadino che, negli anni della loro giovinezza, era dominato daglida artisti della tradizione del [[Manierismo|tardo-manierista]] locale, come: [[Domenico Tibaldi]], [[Prospero Fontana]] e [[Bartolomeo Passarotti]].
 
==L'arte e la teoria==
[[File:Carracci-Assumption of theMary Virgin- MaryCerasi Chapel - Santa Maria del Popolo - Rome 2015.jpg|thumb|Annibale Carracci, ''Assunzione della Vergine'' (1600-1601), [[Basilica di Santa Maria del Popolo]], Roma ]]
L'importanza della loro dell'attività artistica e teorica, riconosciuta aidei tre pittori, riconosciuta e sottolineata dagli studi deidi critici e degli storici dell'arte come [[André Chastel]], [[Giulio Carlo Argan]], e molti altri, sta nell'aver contribuito in maniera determinante all'uscita dalla crisi del [[Manierismo]], alla formazione della cultura figurativa [[Barocco|Barocca]], a nuove soluzioni pittoriche basate sul recupero della tradizione classica e [[Arte del Rinascimento|rinascimentale]] ma rinnovata seguendo la pratica e i precetti dello studio del vero e del disegno.
 
La crisi della cultura del [[Cattolicesimo]] si evidenziò dopo la [[Riforma protestante]] (nel [[1517]] [[Martin Lutero]] espose le sue [[95 tesi]] a [[Wittenberg]]), ede il successivo “[[Sacco di Roma (1527)|sacco di Roma]]” ad opera delle truppe di [[Carlo V]] nel [[1527]], fatti che resero la capitale [[papa]]le più insicura e instabile, meno appetibile per gli artisti dell'epoca, [[Roma]] alla fine del [[XVI secolo]] era meno incline a produrre una nuova corrente artistica.
 
L'arte manierista che riproduceva stancamente lo stile dei grandi del [[Rinascimento]], accentuandone le complicazioni formali e il virtuosismo, non obbediva più all'esigenza di chiarezza e devozionalità.
 
Bologna era al centro di un territorio in cui l'opera degli artisti aveva per tradizione un accentuato carattere devozionale e pietistico, ede inoltre si trovava a contatto ravvicinato con l'arte padana e veneta, su queste basi culturali ed estetiche i Carracci svolsero il loro compito di teorici del rinnovamento artistico, accentuando l'umanità dei personaggi e la chiarezza delle scene sacre.
 
L'eclettismo della loro arte, il rispetto della tradizione, un linguaggio adatto ai luoghi pubblici frequentati dalle classi popolari soddisfaceva le esigenze della Chiesa della [[Controriforma]] che necessitava di un nuovo modo di esprimere il suo primato sulle altre confessioni e confermava che l'[[arte]] poteva e doveva essere veicolo verso la [[fede]].
 
I Carracci si inserirono perfettamente nel momento politico ede artistico dell'epoca, capirono il bisogno di una tensione artistica che potesse rispecchiare le nuove esigenze e che fosse libera dagli artifici e dalla complessità del Manierismo.
 
Nel [[1582]] istituirono una scuola che aveva il preciso compito di formare culturalmente e pittoricamente nuovi artisti, chiamandola prima ''[[Accademia dei Desiderosi]]'' e successivamente di ''[[Accademia degli Incamminati]]'' ([[1590]]).
 
Il più anziano, Ludovico si assunse il ruolo di teorico ede impose l'indirizzo verso lo studio del vero (prima disegnato e poi ripulito dai difetti) l'approccio diretto al soggetto raffigurato era il primo passo della rappresentazione al fine di renderla più naturale.
 
Altro principio della dottrina carraccesca era l'aspetto devozionale, il rispetto dell'ortodossia delle storie rappresentate.
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Seguendo questi dettami l'arte avrebbe svolto un preciso compito di educazione e di elevazione spirituale, pur negando l'umanizzazione divina, la scena sacra si faceva più vicina alla dimensione umana.
 
L'intento dei Carracci era quello di formare i nuovi talenti dell'arte con una un'educazione che fosse valida sia dal punto di vista pratico che culturale, un concetto moderno di scuola.
L'accademia era organizzata in parte come una bottega del quattrocentoQuattrocento dove si faceva molta pratica, si apprendeva la tecnica e la manualità pittorica, si abituava l'allievo ad acquisire una personale visione della realtà tramite il disegno dal vero, questo approccio eliminava le complessità teoriche dell'arte manierista, ma contemporaneamente gli artisti venivano avvicinati alla cultura umanistica (lettere, scienze, filosofia) per dotarli di una base culturale insieme alla professionalità artistica.
 
La direzione e la scelta degli indirizzi programmatici dell'accademia spettavano al più anziano Ludovico, ma altrettanto importante fu la figura di Agostino, uomo di grande cultura, nella scuola diventò l'insegnante di [[anatomia]] e [[prospettiva]], come profondo conoscitore di [[mitologia]] poté influenzare il fratello Annibale.
 
Agostino fu anche un importante incisore, riprodusse le opere dei maestri del Cinquecento (soprattutto Correggio e Veronese) esempi da imitare per i numerosi allievi della loro scuola.
Annibale era il più dotato e colui che in seguito al suo viaggio a Roma nel [[1595]] e le opere eseguite fino alla morte nel 1609, esercitò un'influenza decisiva sulle sorti della pittura italiana agli albori del seicentoSeicento, probabilmente rivestì il ruolo di docente di tecnica pittorica.
 
== Le opere collettive ==
[[File:La conquista del vello d'oro, Palazzo Fava Bologna.jpg|thumb|left|''La conquista del vello d'oro'', affresco, 1584 ca., Bologna, [[Palazzo Fava]]. I fregi di Palazzo Fava sono la prima opera collettiva dei cugini Carracci]]
Oltre alle opere singole i tre cugini Carracci furono attivi in imprese realizzate collettivamente.
Nel 1584 affrescarono alcune sale del palazzo del conte Filippo Fava a Bologna. La decorazione più famosa che realizzarono nella dimora del conte Fava è il fregio con ''[[Storie di Giasone e Medea]]''. L'opera forse mostra ancora qualche incertezza giovanile, ma già vi si scorge la forte carica innovativa dei tre pittori quasi esordienti. Come essi si siano ripartiti il lavoro e a chi dei tre spettino le singole scene affrescate (sia per il fregio di Giasone e Medea che per le altre storie di [[Palazzo Fava]]) è questione ancora non chiarita dagli studi.
 
Sempre negli anni ottanta Annibale e Ludovico lavorarono (con altri maestri bolognesi) alla decorazione di una cappella della famiglia Paleotti (quella del celebre cardinale [[Gabriele Paleotti]]), opera però andata perduta.
 
Nei primi anni novanta del Cinquecento i tre decorarono ad affresco il salone d'onore di [[Palazzo Magnani]], realizzando un fregio con le ''[[Storie della fondazione di Roma]]''. A Palazzo Magnani fu, forse, Annibale a prendere il sopravvento come dimostrerebbe lo stile plastico (le figure solide e possenti e muscolari, dall'aspetto classicheggiante, i colori vivi ede accesi) ede illusionistico (i riquadri delle scene simulano l'aspetto di tele riportate con finte spaccature).
Ma anche in ordine a questo bellissimo fregio poco si sa di certo circa il ruolo di ognuno dei Carracci.
 
Nel 1592 nel [[Palazzo dei Diamanti]] di [[Ferrara]] furono collocati alcuni ovali a carattere mitologico dipinti dai tre cugini, tra i quali spicca la ''Venere e Cupido'' di Annibale, ora nella Galleria Estense di [[Modena]].
 
Tra il 1593 e il 1594 sempre a Bologna affrescano tre sale di Palazzo Sampieri con ''Storie di Ercole''. Qui agli affreschi si aggiunsero tre grandi tele: ''Cristo e la Samaritana'' di Annibale, ''Cristo e la donna Cananea'' di Ludovico e ''Cristo e l'adultera'' di Agostino. I tre dipinti (che compongono un ciclo unitario) in epoca napoleonica furono trasferiti nella [[Pinacoteca di Brera]], dove tuttora (forse incongruamente) si trovano.
 
Annibale ed Agostino Carracci lavorarono, dal 1596 in poi, anche alla decorazione di alcune stanze di [[Palazzo Farnese (Roma)|Palazzo Farnese]] a Roma. Il primo ambiente, il [[Camerino Farnese]], è senza dubbio opera di Annibale, mentre è discusso se Agostino abbia preso parte o meno a questa impresa decorativa. Il secondo, la celeberrima [[Galleria Farnese]], è il capolavoro di Annibale, ma anche Agostino contribuì all'opera, spettandogli due quadri riportati della volta. Ludovico, che non si trasferì mai a Roma, è estraneo a questi lavori, salvo, forse, che per l'esecuzione di un ''ignudo'' della Galleria, da eglilui realizzato durante una breve visita fatta ad Annibale a Roma.
 
La collaborazione tra i tre Carracci, inoltre, verosimilmente non si limitò alle grandi imprese decorative, ma riguardò, almeno per un certo tempo, anche la pittura da cavalletto. Depongono in questo senso sia alcune testimonianze delle fonti sia la circostanza che opere finite da uno dei Carracci sembrano basarsi su disegni preparatori di un altro Carracci. Valgano ad esempio sia la ''[[Comunione di san Girolamo (Agostino Carracci)|Comunione di san Girolamo]]'' di Agostino, in riferimento alla quale esiste un disegno di Ludovico che molto probabilmente è il parziale prototipo dell'opera finita, sia il ''Ritorno del figliol prodigo'', perduto dipinto di Annibale Carracci, per il quale si conoscono più disegni preparatori, quasi tutti ritenuti di suo fratello Agostino.
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L'Accademia degli Incamminati fu il luogo di formazione di molti artisti [[Emilia-Romagna|emiliani]] del XVII secolo che diventeranno protagonisti dell'arte italiana: [[Domenichino]], [[Giovanni Lanfranco]], [[Francesco Albani]], [[Guido Reni]], [[Alessandro Tiarini]] e [[Sisto Badalocchio]].
 
All'elenco si può aggiungere il [[Guercino]]: questi, per ragioni anagrafiche, non ebbe rapporti diretti di allievato con nessuno dei Carracci (e non ne frequentò l'Accademia bolognese), ma, come egli stesso narra, imparò l'arte della pittura esercitandosi sulla ''[[Madonna col Bambino tra i santi Giuseppe, Francesco ed i committenti|Sacra Famiglia con san Francesco e committenti]]'' di Ludovico Carracci (opera del 1591), al tempo nella chiesa dei CappuciniCappuccini di Cento (ede ora nella locale Pinacoteca Civica). Nel piccolo centro emiliano, senza maestri degni del suo talento, il giovane Barbieri si formò studiando quest'opera, che egli stesso ribattezzò la ''[[Carraccina]]''.
 
== Gli ''altri'' Carracci ==
La famiglia Carracci, oltre ad Annibale, Ludovico ed Agostino contempla altri tre pittori. Si tratta di [[Antonio Carracci]], figlio di Agostino e di questi inizialmente allievo poi entrato nella bottega dello zio a Roma, dove, dopo la morte di Annibale, condusse una discreta carriera interrotta dalla morte precoce.
 
Vi sono poi Paolo Carracci (1568 - 1625), fratello di Ludovico, la cui vicenda artistica si svolge tutta all'ombra di quest'ultimo, e Francesco[[Franceschino Carracci]] (1595 – 1622), figlio di Giovanni Antonio a sua volta fratello di Annibale ed Agostino Carracci.
Anche FrancescoFranceschino Carracci morì molto giovane: l'opera principale che ce ne resta è una pala d'altare nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Bologna.
 
==Tavola genealogica==
{{Discendenza
| 1|-1| Giovan Maria|
| 2| 1| Vincenzo|
| 3| 1| Antonio|
| 4| 1| Carlo|
| 5| 2| [[Ludovico Carracci|Ludovico]] | (1555-1619)
| 6| 2| Paolo |(1568-1625)<br>garzone nella <br>bottega dei Carracci
| 7| 2| Prudenza |⚭ Francesco Tacconi
| 8| 2| ''Altri due figli''|
| 9| 3| [[Agostino Carracci|Agostino]] | (1557-1602)
|10| 3| [[Annibale Carracci|Annibale]] | (1560-1609)
|11| 3| Giovanni Antonio|
|12| 3| ''Altri due figli''|
|13| 4| ''Due figli''|
|14| 7| [[Innocenzo Tacconi]] | (1575-post 1625)<br> nato dalle prime nozze<br> di Francesco con una Isabella
|15| 9| [[Antonio Carracci|Antonio ]] | (1583?-1618)
|16|11| [[Franceschino Carracci|Franceschino]]| (1595-1622)
|17|11| ''Altri quattro figli''|
}}
 
== Bibliografia ==
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*Dennis Mahon, ''Studies in seicento art and theory'' Londra, 1947
*''Mostra dei Carracci: disegni'' catalogo critico a cura di Dennis Mahon, Bologna 1956
*''Maestri della pittura del Seicento emiliano'' catalogo della mostra a cura di GiulioGian Carlo Cavalli, Francesco Arcangeli, Andrea Emiliani, Maurizio Calvesi e Carlo Volpe, Bologna 1959
*''The Carracci: drawings and paintings'' catalogo della mostra a cura di Ralph Holland, 1961
*Donald Posner, ''The Roman style of Annibale Carracci and his school'', New York 1962
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*Francesco Arcangeli, ''Sugli inizi dei Carracci'' in «Paragone» n.79, pp.&nbsp;17–48, 1956
*Maurizio Calvesi, ''Note ai Carracci'' in «Commentari» n. 7, pp.&nbsp;263–276, 1956
*Augusta Ghidiglia Quintavalle, ''I Carracci e Parma'' in «[[Aurea Parma]]» n. 4, pp.&nbsp;284–288, 1956
*Roberto Longhi, ''Annibale, 1584?'' in «Paragone» n.89, pp.&nbsp;33–42, 1957
*Alessandro Del Vita, ''L'animosità di Agostino Carracci contro il Vasari'' in «Il Vasari» pp.&nbsp;64–78, 1958
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*Andrea Emiliani, ''Gli esordi dei Carracci'' in ''La pittura in Emilia e in Romagna. Il Seicento'' pp.&nbsp;77–112, 1992
*Ann Sutherland Harris, ''Ludovico, Agostino, Annibale: "... l'abbiam fatta tutti noi"'' in «Atti e memorie dell'Accademia Clementina» n. 33/34, pp.&nbsp;69–84, 1995
*Charles Dempsey, ''Annibale Carracci'' in ''L'idea del bello: viaggio per Roma nel Seicento con Giovan Pietro Bellori'' catalogo della mostra a cura di Evelina Borea e Carlo Gasparri'' pp. 199-211, Roma 2000
*Ann Sutherland Harris, ''Agostino Carracci'' in ''L'idea del bello''... pp. 212-228, Roma 2000
*Charles Dempsey, ''I Carracci a Palazzo Farnese'' in ''L'idea del bello''... pp. 229-257, Roma 2000
*Silvia Ginzburg, ''Sulla datazione e sul significato degli affreschi della Galleria Farnese'' in ''Studi di storia dell'arte in onore di Denis Mahon'' a cura di M. G. Bernardini, S. Danesi Squarzina e C. Strinati, pp. 95-108, 2000
''L'arte in Emilia e in Romagna: da Correggio a Morandi'' catalogo della mostra a cura di Andrea Emiliani e Michela Scolaro, pp.
 
==Voci correlate==
*[[Annibale Carracci]]
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*[[Gabriele Bombasi]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web |1=http://eca.provincia.fe.it/ |2=ECA - Catalogo on-line del patrimonio artistico degli Estensi sparso per i musei del mondo |accesso=4 gennaio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151205134119/http://eca.provincia.fe.it/ |dataarchivio=5 dicembre 2015 |urlmorto=sì }}
 
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