Centro-sinistra in Italia: differenze tra le versioni
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[[File:Cerimonia Prodi Dini.jpg|thumb|[[Cerimonia della campanella]] del [[Governo Prodi I|primo governo Prodi]], 18 maggio 1996: [[Romano Prodi]], leader del centro-sinistra, ottiene la campanella da [[Lamberto Dini]], capo di governo uscente]]
L'espressione '''centro-sinistra''' sta a indicare nella politica italiana
▲L'espressione '''centro-sinistra''' sta a indicare nella politica italiana, le alleanze elettorali e di governo tra i partiti di [[Centrismo in Italia|centro]] e i partiti di [[Sinistra (politica)|sinistra.]]
== Storia ==
=== Origini ===
L'espressione centro-sinistra comparve per la prima volta nella politica [[italia]]na nel [[1850]], in seguito all'operazione del "connubio" operata da [[Camillo Benso,
=== La ''Prima Repubblica'' e il centro-sinistra "organico" ===
{{vedi anche|Centro-sinistra "organico"}}
Con la nascita della Repubblica Italiana, il ''centro-sinistra'' fu in politica una formula di governo che prese corpo a partire dai primi [[Anni 1960|anni sessanta]]. Essa prevedeva sostanzialmente l'alleanza tra le tradizionali forze di centro e della sinistra moderata ([[Democrazia Cristiana]] per l'ambito centrista, [[Partito Repubblicano Italiano]] e [[Partito Socialista Democratico Italiano]] per l'area più "morbida" del settore progressista) con il [[Partito Socialista Italiano]] (collocato più a sinistra rispetto agli altri due partiti laici), sulla base di un programma teso alla realizzazione di riforme che privilegiassero principalmente le classi sociali medio-basse, modernizzassero il Paese e riducessero gli squilibri esistenti al suo interno.
All'inizio degli
Negli ultimi [[Anni 1950|anni cinquanta]] il Partito Socialista Italiano, a seguito della rottura del patto di unità d'azione con il [[Partito Comunista Italiano]], manifestò l'intenzione di dialogare maggiormente con la Democrazia Cristiana per avere una maggiore influenza nei programmi di governo. L'iniziativa, tuttavia, vide la DC inizialmente spaccata tra chi era favorevole al dialogo e chi ne era contrario.
A luglio
▲Nel [[1960]], il democristiano [[Fernando Tambroni]], ricevette dal Presidente della Repubblica [[Giovanni Gronchi]] l'incarico di formare un [[governo Tambroni|governo]]. Tambroni inizialmente cercò di formare un'alleanza con il PSI, da parte di [[Pietro Nenni]] però la risposta fu incerta e a quel punto la reazione di Tambroni fu quella di cercare in Parlamento l'appoggio esterno della [[Destra (politica)|destra]] [[Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica|monarchica]] e [[Movimento Sociale Italiano|missina]].
[[File:Aldo Moro and Pietro Nenni.JPG|thumb|[[Pietro Nenni]], segretario del [[Partito Socialista Italiano]], e [[Aldo Moro]], segretario della [[Democrazia Cristiana]].]]
▲A luglio, in cambio dell'appoggio esterno ai governi DC, i missini ottennero il permesso di celebrare il loro Congresso Nazionale a Genova (città di forte tradizione anti-fascista e [[Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione|medaglia d'oro per la Resistenza]]). La città rispose con una dura protesta di massa, che ebbe tra i suoi promotori la Camera del Lavoro della [[CGIL]], protesta che da Genova si estese ad altre città d'Italia assumendo le proporzioni di una vera rivolta anti-fascista. Diverse manifestazioni vennero organizzate dai sindacati e da vari partiti dell'arco costituzionale, primo fra tutti il [[Partito Comunista Italiano|PCI]]. Sulla scorta di questi avvenimenti nella DC gli orientamenti cambiarono<ref>Secondo quanto riferì <<L'Espresso>> nel pomeriggio del 19 aprile 1960, alcuni deputati e senatori pugliesi furono firmatari (con Mario Berry, Raffaele Resta, Beniamino De Maria, Italo Caiati, Onofrio Jannuzzi, [[Antonio Carcaterra]], Michele Troisi e Donato De Leonardis) della lettera ad [[Aldo Moro]], secondo la quale ''qualunque cosa accadesse, essi intendevano rimanere fedeli ai loro vescovi e combattere ogni intesa col [[Partito Socialista Italiano|PSI]]'': Pierluigi Totaro, ''L'azione politica di Aldo Moro per l'autonomia e l'unità della Dc nella crisi del 1960'', Studi Storici, Anno 46, No. 2 (Apr. - Jun., 2005), p. 467.</ref>.
Nel tardo [[1963]] [[Aldo Moro]] compose il [[Governo Moro I|primo governo di centro-sinistra]] con la partecipazione attiva del [[Partito Socialista Italiano]], il cui
▲All'inizio degli [[anni sessanta]] si registrava intanto una ripresa dei conflitti operai a causa delle sperequazioni fra uomini e donne, fra impiegati e operai. Al tempo stesso, la grande pesantezza degli orari di lavoro trovava poche giustificazioni in un mondo industriale caratterizzato da innovazioni tecnologiche e da razionalizzazioni dei processi produttivi. Mutavano anche i soggetti che partecipavano alle manifestazioni, vi era una sempre più forte presenza degli studenti. Il fenomeno più vistoso di questo periodo fu la fortissima emigrazione interna dalle campagne alle città e dal Sud verso il Nord, per sfuggire alla persistente realtà di sottoccupazione cronica e di miseria.
Lo stallo politico creato dalla mancanza di una seria politica di riforme contribuì alla grande ondata di lotte e di proteste del 1968-69, che di fatto mandarono in crisi il centro-sinistra. Quest'ultimo uscì male già dalle [[
▲Nel [[1962]] prese corpo il governo monocolore DC, presieduto da [[Amintore Fanfani]], con la partecipazione attiva del PSDI e del PRI e l'astensione del PSI. Questo governo, pur non essendo propriamente di ''centro-sinistra'', attuò una serie di riforme fra cui l'istituzione della [[Scuola secondaria di primo grado|scuola media unificata]], la [[nazionalizzazione]] delle industrie elettriche con la istituzione dell'[[Enel]] e l'istituzione della ''cedolare d'acconto''.[[File:Aldo Moro.jpg|thumb|[[Aldo Moro]], a capo del [[Governo Moro I|primo governo di centrosinistra italiano]]]]
▲Nel tardo [[1963]] [[Aldo Moro]] compose il primo governo di centro-sinistra con la partecipazione attiva del [[Partito Socialista Italiano]], il cui leader [[Pietro Nenni]] ottenne la vicepresidenza: nacque così il ''[[Centro-sinistra "organico"|centro-sinistra organico]]'', formato appunto da DC, PSI, PSDI e PRI, che provocò una scissione dell'ala sinistra del Partito socialista, fedele all'idea di unità del movimento operaio e dunque all'alleanza coi comunisti, la quale diede vita al [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]], (PSIUP). Il centro-sinistra si presentò con un ambizioso programma riformatore, ma la stretta creditizia invocata dal governatore della [[Banca d'Italia]] [[Guido Carli|Carli]] e attuata dal ministro del Tesoro [[Emilio Colombo|Colombo]] restrinsero i margini economici per una politica di riforme e la costruzione di un moderno sistema di [[Welfare]]. Rilevanti resistenze conservatrici (dal Vaticano ai costruttori, fino al Presidente della Repubblica [[Antonio Segni|Segni]]) entrarono quindi in campo contro la progettata riforma urbanistica, che avrebbe comportato una parziale pubblicizzazione dei suoli. Lo scontro politico che ne derivò all'interno stesso della maggioranza portò alla caduta del governo (giugno 1964), e quindi alle minacce di colpo di Stato (il [[piano Solo]] del generale [[Giovanni De Lorenzo]]. Ciò indusse Nenni a rinunciare alle richieste più qualificanti nella stesura del programma del nuovo governo. Questo ebbe tra i suoi punti più rilevanti la realizzazione di un progetto di programmazione economica, che tuttavia avrà ben pochi riscontri concreti.
▲Lo stallo politico creato dalla mancanza di una seria politica di riforme contribuì alla grande ondata di lotte e di proteste del 1968-69, che di fatto mandarono in crisi il centro-sinistra. Quest'ultimo uscì male già dalle [[elezioni politiche in Italia del 1968|elezioni politiche del 1968]] e nel 1969 il [[PSI-PSDI Unificati|Partito Socialista Unificato]] si spaccò in due gruppi che poi rifonderanno rispettivamente il PSI ed il PSDI.
[[File:Bettino Craxi-1.jpg|thumb|[[Bettino Craxi]], leader dell'ultimo ventennio del [[Partito Socialista Italiano|PSI]]]]
Nel [[1970]] il centro-sinistra, sempre costituito da DC, PSI, PSDI e PRI, sembrò avere una nuova spinta propulsiva, sotto la guida di [[Mariano Rumor]]. Tra le riforme di quegli anni si ricordino l'approvazione della [[legge sul divorzio]] (senza il sostegno della DC), dello [[statuto dei lavoratori]], dell'attuazione delle regioni, la costituzione della [[Commissione Parlamentare Antimafia]]. Nel 1970 si tennero inoltre le [[Elezioni regionali in Italia del 1970|prime elezioni regionali]], a seguito delle quali si insediarono giunte di centro-sinistra in tutte le regioni a statuto ordinario, ad eccezione di quelle dove il PCI risultò il più votato (Emilia-Romagna, Toscana, Umbria) e il Veneto.
Alla fine degli
Nel [[1979]], tuttavia, il PCI tolse il sostegno al presidente del Consiglio [[Giulio Andreotti]], sancendo per pochi mesi il ritorno alla formula classica del centro-sinistra, che vide un tentativo di ripresa anche dopo le [[Elezioni politiche in Italia del 1979|elezioni politiche]] con [[Bettino Craxi]] presidente incaricato, tentativo che però venne fermato dalla DC.
Nel 1981, la coalizione del centro-sinistra fu estesa anche al [[Partito Liberale Italiano]], dando vita all'esperienza del [[pentapartito]] (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI), che durò fino al 1991, quando con l'uscita del PRI, si costituì fino al 1993, il quadripartito.▼
▲Nel 1981, la
=== La ''Seconda Repubblica'' e le coalizioni di centro-sinistra ===▼
▲=== La ''Seconda Repubblica'' e le coalizioni di centro-sinistra ===
==== L'Ulivo ====
{{Vedi anche|L'Ulivo}}
Con il cambio del sistema politico avvenuto con la cosiddetta ''[[Seconda Repubblica (Italia)|Seconda Repubblica]]'', in occasione delle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del 1994]] i partiti crearono delle coalizioni per poter vincere nei collegi uninominali della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] e del [[Senato della Repubblica]]. Si venne così a delineare una sfida elettorale tra tre aree politiche: il centro-destra (rappresentato dalle coalizioni [[Polo delle Libertà]] e [[Polo del Buon Governo]]), il centro ([[Patto per l'Italia]]) e il centro-sinistra ([[Alleanza dei Progressisti]]). A vincere le elezioni del [[1994]] furono le coalizioni di centro-destra, entrambe guidate dall'imprenditore [[Silvio Berlusconi]], già presidente della [[Fininvest]].
Nel mese di agosto 1994 cominciarono a circolare dichiarazioni e progetti per una coalizione di centro-sinistra guidata dal professor [[Romano Prodi]], già presidente dell'[[IRI]] fino al 27 luglio nonché storicamente vicino alla sinistra DC, il quale disse di non escludere la possibilità di impegnarsi attivamente in politica<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/08/12/la-politica-impegnarsi-un-dovere.html|titolo=' LA POLITICA? IMPEGNARSI È UN DOVERE ... '|pubblicazione=la Repubblica|data=12 agosto 1994|accesso=}}</ref>. Le dichiarazioni di Prodi suscitarono reazioni di cauto ottimismo tra i principali interessati dalla costruzione della coalizione: [[Gianni Francesco Mattioli|Gianni Mattioli]] ([[Federazione dei Verdi|Verdi]]) e [[Cesare Salvi]] ([[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]) invitò a pensare prima al programma politico e poi alle persone<ref>{{Cita news|autore=Paola Di Caro|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/14/Prodi_leader_ombra_frenata_sinistra_co_0_9408144770.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151024024853/http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/14/Prodi_leader_ombra_frenata_sinistra_co_0_9408144770.shtml|titolo=Prodi leader ombra ? Frenata a sinistra|pubblicazione=Corriere della Sera|data=14 agosto 1994|p=4|accesso=|urlmorto=sì}}</ref>, mentre esponenti dell'area sindacale come [[Pierre Carniti]] e [[Sergio D'Antoni]] invitarono Prodi a non essere rappresentante di una sola area politica<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/08/19/faremo-noi-il-partito-democratico.html|titolo=' FAREMO NOI IL PARTITO DEMOCRATICO'|pubblicazione=la Repubblica|data=19 agosto 1994|accesso=}}</ref>.
Tale coalizione, guidata da
Alle [[Elezioni politiche
==== L'Unione ====
{{Vedi anche|L'Unione}}
Nel [[2005]], dopo gli anni di opposizione al governo di [[Silvio Berlusconi]], il centro-sinistra costituì un'alleanza più ampia, denominata [[L'Unione]], estesa anche a [[Rifondazione Comunista]] e all'[[Italia dei Valori]] di [[Antonio Di Pietro]], con il rinnovato intento di coinvolgere la società civile. L'Unione debuttò con le [[elezioni regionali
[[File:Valter Veltroni 2008.jpg|thumb|[[Walter Veltroni]], primo segretario del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]]]
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Alla fine del [[2007]] si svolse così la prima riunione dell'Assemblea Costituente Nazionale del Partito Democratico a Milano, ma senza lo [[Socialisti Democratici Italiani|SDI]] che (dopo l'esperienza della [[Rosa nel Pugno]] insieme ai [[Radicali Italiani]] nel [[2005]]) aveva deciso di seguire una strada diversa: nel [[2008]] nacque così il nuovo [[Partito Socialista Italiano (2007)|Partito Socialista]] che, nella linea della tradizione del vecchio [[Partito Socialista Italiano|PSI]], cercò di riunire in sé tutte le forze di stampo socialdemocratico non intenzionate a confluire nel Partito Democratico.
All'inizio del 2008 la crisi politica innescata dall'[[UDEUR]] di [[Clemente Mastella]] sancisce la fine del [[governo Prodi II|secondo Governo Prodi]]. Alle [[Elezioni politiche
==== Italia. Bene Comune ====
{{Vedi anche|Italia. Bene Comune}}
[[File:Pier Luigi Bersani daticamera 2013.jpg|thumb|left|[[Pier Luigi Bersani]], ex segretario del [[Partito Democratico (Italia)|PD]] e ex leader della [[coalizione politica|coalizione]] [[Italia. Bene Comune]].]]
[[File:Enrico Letta 2013.jpg|thumb|left|[[Enrico Letta]],
[[File:Matteo Renzi crop.png|thumb|[[Matteo Renzi]], vince le [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2013 (Italia)|elezioni primarie del Partito Democratico]], divenendo il nuovo segretario del partito. A febbraio 2014, diviene il
Dopo l'opposizione al centrodestra la coalizione tra PD e Italia dei Valori si spacca con la nascita del [[Governo Monti]], sostenuto dal PD e non dal partito di [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]]. Nel [[2012]] nasce [[Italia. Bene Comune]] che unisce PD, [[Partito Socialista Italiano (2007)|PSI]] e [[Sinistra Ecologia Libertà|SEL]]. La nuova coalizione di centro-sinistra vince di stretta misura le [[Elezioni politiche
Alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]], Italia. Bene Comune ottiene il premio di maggioranza (345 seggi su 630), assegnato grazie a uno scarto di poco più dello 0,30% del totale dei voti rispetto alla coalizione di [[centro-destra]] guidata da [[Silvio Berlusconi]], mentre il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] è il primo partito per numero di voti.<ref>[http://www.huffingtonpost.it/2013/03/01/risultato-elezioni-2013-con-i-voti-degli-italiani-allestero-il-pd_n_2788002.html Risultato elezioni 2013: con i voti degli italiani all'estero il Pd è il primo partito alla Camera], Huffington Post del 1º marzo 2013</ref> Al [[Senato della Repubblica|Senato]] invece, nessuna delle coalizioni raggiunge la maggioranza assoluta di 158 seggi, e [[Italia. Bene Comune]], pur avendo ricevuto più voti complessivi rispetto alle altre coalizioni ottiene 123 seggi, mentre al Senato la maggioranza dei seggi è fissata a quota 158. Questo risultato era inatteso, in quanto le prime proiezioni dopo l'inizio dello scrutinio ed i sondaggi pre-elettorali avevano fatto ritenere che Italia. Bene Comune riuscisse ad ottenere la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento
Nei giorni e nelle settimane successive alle elezioni, si creò una situazione perdurante di stallo politico, che si risolse solamente due mesi dopo le elezioni, il 28 aprile, con la formazione del [[Governo Letta]]<ref name="corriere.it">{{cita news|url=http://www.corriere.it/politica/13_aprile_27/enrico-letta-dopo-braccio-ferro-governo_bcf59786-af46-11e2-a5a6-3fc36303fbd5.shtml|titolo=Nasce il governo Letta, ora la fiducia. Il premier: «Sobria soddisfazione»|data=27 aprile 2013|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>: la carica di [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio dei ministri]], viene affidata da Napolitano ad [[Enrico Letta]]<ref name="corriere.it"/>, vice segretario del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]. Il governo Letta si configura come il primo esecutivo di [[grande coalizione]] della storia della Repubblica Italiana, in quanto comprende esponenti di entrambe le principali coalizioni che si contrapponevano prima delle elezioni, e con esso si conclude di fatto la coalizione [[Italia. Bene Comune]], dato che SEL va all'opposizione del nuovo governo. Nel febbraio 2014 Letta viene sostituito alla guida del governo da [[Matteo Renzi]].
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Nel frattempo, [[Giuseppe Conte]] diventa Presidente del Movimento 5 Stelle e l’ex Presidente del Consiglio [[Enrico Letta]] segretario del Partito Democratico. Nei mesi successivi l'asse tra Letta e Conte diventa sempre più solido, portando così anche il Movimento 5 Stelle (nato come movimento trasversale) nel campo del centro-sinistra, come è evidente nelle tornate elettorali successive. L’asse tra PD e M5S porta la fuoriuscita dal campo di Italia Viva, che inizia a dialogare con [[Coraggio Italia]] in vista dell'elezione del [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]]. Invece [[Azione (partito politico)|Azione]], pur rimanendo nell'ottica di un centro-sinistra [[Progressismo|progressista]], ha criticato duramente il Partito Democratico per questa nuova alleanza con i pentastellati. In seguito all'apertura da parte del PD all'adesione del Movimento 5 Stelle al gruppo dell'[[Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici]] insieme ad Azione, quest’ultimo esce dal gruppo parlamentare europeo e aderisce a [[Renew Europe]] di cui [[+Europa]], membro dell'[[Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa|ALDE]], faceva già parte. Azione e +Europa sottoscriveranno successivamente la nascita di una federazione tra i partiti.
==== La coalizione di centro-sinistra per le elezioni politiche del 2022 ====
{{Vedi anche|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022}}
In seguito alle dimissioni del [[Governo Draghi]] il 21 luglio 2022, il Presidente della Repubblica [[Sergio Mattarella]] decide di sciogliere anticipatamente le Camere e indice nuove elezioni per il successivo 25 settembre 2022.
La caduta del Governo Draghi, causata in parte dal voto di non fiducia del [[Movimento 5 Stelle]], sancisce la rottura definitiva fra i grillini e il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]].
In vista delle elezioni, il Partito Democratico forma una lista unica denominata [[Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista]] insieme ad [[Articolo Uno (partito politico)|Articolo Uno]], [[Partito Socialista Italiano (2007)|Partito Socialista Italiano]], [[Democrazia Solidale]] e [[Centristi per l'Europa]], con a capo lo stesso segretario del PD [[Enrico Letta]]. Questa lista forma una [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022|coalizione di centro-sinistra]] che comprende [[+Europa]] di [[Emma Bonino]], la lista [[Impegno Civico]], formata da [[Insieme per il futuro]] del ministro degli esteri [[Luigi Di Maio]] e [[Centro Democratico (Italia)|Centro Democratico]] di [[Bruno Tabacci]], guidata da Di Maio, e la lista [[Alleanza Verdi e Sinistra]], formata da [[Europa Verde]] di [[Angelo Bonelli]] e [[Sinistra Italiana]] di [[Nicola Fratoianni]], guidata da Bonelli. Inizialmente avrebbe dovuto far parte della coalizione pure [[Azione (partito politico)|Azione]] di [[Carlo Calenda]], ma, in seguito all’accordo del Partito Democratico con Di Maio e Fratoianni, Calenda decide di abbandonare la coalizione e forma insieme a [[Italia Viva]] di [[Matteo Renzi]] un “[[Azione - Italia Viva|Terzo Polo]]” centrista. Questo porterà anche alla fine della federazione tra Azione e +Europa.
== Risultati elettorali ==
Seguono i risultati elettorali delle varie coalizioni di centro-sinistra nelle [[elezioni politiche
{|
|-
|-
! width=13%|Elezione
Riga 101 ⟶ 116:
! width=5%|%
! width=2%|Seggi
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 1994|1994]]
| [[Alleanza dei Progressisti]]
| {{formatnum:13308244}}
| 34
| {{Seggi|213|630|Alleanza dei Progressisti}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 1996|1996]]
| rowspan="2" | [[L'Ulivo]]
| {{formatnum:16355985}}
| 43
| {{Seggi|323|630|L'Ulivo}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2001|2001]]
| {{formatnum:16209944}}
| 43
| {{Seggi|247|630|L'Ulivo}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2006|2006]]
| [[L'Unione]]
| {{formatnum:19036986}}
| 49
| {{Seggi|348|630|L'Unione}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2008|2008]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche
| {{formatnum:13689303}}
| 37
| {{Seggi|239|630|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2013|2013]]
| [[Italia. Bene Comune]]
| {{formatnum:10047603}}
| 29
| {{Seggi|345|630|Italia. Bene Comune}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2018|2018]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche
| {{formatnum:7506723}}
| 22
| {{Seggi|122|630|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2022|2022]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022|Coalizione di centro-sinistra del 2022]]
| {{formatnum:7337624}}
| 26,1
| {{Seggi|85|400|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022}}
|}
{|
|-
|-
! width=13%|Elezione
Riga 161 ⟶ 174:
! width=5%|%
! width=2%|Seggi
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 1994|1994]]
| [[Alleanza dei Progressisti]]
| {{formatnum:10881320}}
| 32
| {{Seggi|122|315|Alleanza dei Progressisti}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 1996|1996]]
| rowspan="2" | [[L'Ulivo]]
| {{formatnum:14548006}}
| 44,6
| {{Seggi|167|315|L'Ulivo}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2001|2001]]
| {{formatnum:13282495}}
| 39
| {{Seggi|128|315|L'Ulivo}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2006|2006]]
| [[L'Unione]]
| {{formatnum:17118364}}
| 49
| {{Seggi|158|315|L'Unione}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2008|2008]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche
| {{formatnum:12457182}}
| 38
| {{Seggi|130|315|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2013|2013]]
| [[Italia. Bene Comune]]
| {{formatnum:9686683}}
| 31
| {{Seggi|127|315|Italia. Bene Comune}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2018|2018]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche
| {{formatnum:6947199}}
| 23
| {{Seggi|58|315|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2022|2022]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022|Coalizione di centro-sinistra del 2022]]
| {{formatnum:7161688}}
| 26,0
| {{Seggi|44|200|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022}}
|}
{{clear}}
== Simboli ==
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File:
File:Simbolo L'
File:Logo Italia. Bene Comune.svg
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