Centro-sinistra in Italia: differenze tra le versioni

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{{NN|politica|aprile 2013|}}
{{recentismo}}
[[File:Cerimonia Prodi Dini.jpg|thumb|[[Cerimonia della campanella]] del [[Governo Prodi I|primo governo Prodi]], 18 maggio 1996: [[Romano Prodi]], leader del centro-sinistra, ottiene la campanella da [[Lamberto Dini]], capo di governo uscente]]
 
L'espressione '''centro-sinistra''' sta a indicare nella politica italiana, le alleanze elettorali e di governo tra i partiti di [[Centrismo in Italia|centro]] e i partiti di [[Sinistra (politica)|sinistra.]].
 
== Storia ==
 
=== Origini ===
L'espressione centro-sinistra comparve per la prima volta nella politica [[italia]]na nel [[1850]], in seguito all'operazione del "connubio" operata da [[Camillo Benso, Conteconte di Cavour]] nel [[Parlamento del Regno di Sardegna]], che di lì a pochi anni (nel [[1861]]) sarebbe diventato il [[Parlamento del Regno d'Italia]]. L'operazione del "connubio" consisteva nel favorire un'alleanza politica fra la parte più progressista della [[Destra storica]], il cosiddetto ''centro-destra'', di cui Cavour stesso era leader, e l'ala più moderata della [[Sinistra storica]], appunto il ''centro-sinistra'', con a capo [[Urbano Rattazzi]].
 
=== La ''Prima Repubblica'' e il centro-sinistra "organico" ===
{{vedi anche|Centro-sinistra "organico"}}
Con la nascita della Repubblica Italiana, il ''centro-sinistra'' fu in politica una formula di governo che prese corpo a partire dai primi [[Anni 1960|anni sessanta]]. Essa prevedeva sostanzialmente l'alleanza tra le tradizionali forze di centro e della sinistra moderata ([[Democrazia Cristiana]] per l'ambito centrista, [[Partito Repubblicano Italiano]] e [[Partito Socialista Democratico Italiano]] per l'area più "morbida" del settore progressista) con il [[Partito Socialista Italiano]] (collocato più a sinistra rispetto agli altri due partiti laici), sulla base di un programma teso alla realizzazione di riforme che privilegiassero principalmente le classi sociali medio-basse, modernizzassero il Paese e riducessero gli squilibri esistenti al suo interno.
 
All'inizio degli [[anni sessanta]] si registrava intanto una ripresa dei conflitti operai a causa delle sperequazioni fra uomini e donne, fra impiegati e operai. Al tempo stesso, la grande pesantezza degli orari di lavoro trovava poche giustificazioni in un mondo industriale caratterizzato da innovazioni tecnologiche e da razionalizzazioni dei processi produttivi. Mutavano anche i soggetti che partecipavano alle manifestazioni, vi era una sempre più forte presenza degli studenti. Il fenomeno più vistoso di questo periodo fu la fortissima emigrazione interna dalle campagne alle città e dal Sud verso il Nord, per sfuggire alla persistente realtà di sottoccupazione cronica e di miseria.
Nel [[1960]], il democristiano [[Fernando Tambroni]], ricevette dal Presidente della Repubblica [[Giovanni Gronchi]] l'incarico di formare un [[governo Tambroni|governo]]. Tambroni inizialmente cercò di formare un'alleanza con il PSI, da parte di [[Pietro Nenni]] però la risposta fu incerta e a quel punto la reazione di Tambroni fu quella di cercare in Parlamento l'appoggio esterno della [[Destra (politica)|destra]] [[Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica|monarchica]] e [[Movimento Sociale Italiano|missina]].
 
Negli ultimi [[Anni 1950|anni cinquanta]] il Partito Socialista Italiano, a seguito della rottura del patto di unità d'azione con il [[Partito Comunista Italiano]], manifestò l'intenzione di dialogare maggiormente con la Democrazia Cristiana per avere una maggiore influenza nei programmi di governo. L'iniziativa, tuttavia, vide la DC inizialmente spaccata tra chi era favorevole al dialogo e chi ne era contrario.
A luglio, in cambio dell'appoggio esterno ai governi DC, i missini ottennero il permesso di celebrare il loro Congresso Nazionale a Genova (città di forte tradizione anti-fascista e [[Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione|medaglia d'oro per la Resistenza]]). La città rispose con una dura protesta di massa, che ebbe tra i suoi promotori la Camera del Lavoro della [[CGIL]], protesta che da Genova si estese ad altre città d'Italia assumendo le proporzioni di una vera rivolta anti-fascista. Diverse manifestazioni vennero organizzate dai sindacati e da vari partiti dell'arco costituzionale, primo fra tutti il [[Partito Comunista Italiano|PCI]]. Sulla scorta di questi avvenimenti nella DC gli orientamenti cambiarono<ref>Secondo quanto riferì <<L'Espresso>> nel pomeriggio del 19 aprile 1960, alcuni deputati e senatori pugliesi furono firmatari (con Mario Berry, Raffaele Resta, Beniamino De Maria, Italo Caiati, Onofrio Jannuzzi, [[Antonio Carcaterra]], Michele Troisi e Donato De Leonardis) della lettera ad [[Aldo Moro]], secondo la quale ''qualunque cosa accadesse, essi intendevano rimanere fedeli ai loro vescovi e combattere ogni intesa col [[Partito Socialista Italiano|PSI]]'': Pierluigi Totaro, ''L'azione politica di Aldo Moro per l'autonomia e l'unità della Dc nella crisi del 1960'', Studi Storici, Anno 46, No. 2 (Apr. - Jun., 2005), p. 467.</ref>.
 
NelIn particolare nel marzo [[1960]], il democristiano [[Fernando Tambroni]], ricevette dal Presidente della Repubblica [[Giovanni Gronchi]] l'incarico di formare un [[governo Tambroni|governo]]., Tambronisuccessivamente inizialmenteal cercòrifiuto di formare un'alleanza con ildel PSI, da parte di [[Pietroastenersi Nenni]]al peròvoto ladi risposta fu incerta e a quel punto la reazione difiducia. Tambroni fu quella di cercareottenne in Parlamento l'appoggio esterno della [[Destra (politica)|destra]] [[PartitoMovimento DemocraticoSociale Italiano di Unità Monarchica|monarchicamissina]], edeterminante [[Movimentoper Socialesuperare Italiano|missina]]il voto di fiducia.
All'inizio degli [[anni sessanta]] si registrava intanto una ripresa dei conflitti operai a causa delle sperequazioni fra uomini e donne, fra impiegati e operai. Al tempo stesso, la grande pesantezza degli orari di lavoro trovava poche giustificazioni in un mondo industriale caratterizzato da innovazioni tecnologiche e da razionalizzazioni dei processi produttivi. Mutavano anche i soggetti che partecipavano alle manifestazioni, vi era una sempre più forte presenza degli studenti. Il fenomeno più vistoso di questo periodo fu la fortissima emigrazione interna dalle campagne alle città e dal Sud verso il Nord, per sfuggire alla persistente realtà di sottoccupazione cronica e di miseria.
 
A luglio, in cambio dell'appoggio esterno ai governi DC, i missini ottennero il permesso di celebrareorganizzarono il loro Congresso Nazionale a Genova (città di forte tradizione anti-fascistaantifascista e [[Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione|medaglia d'oro per la Resistenza]]). La città rispose con una dura protesta di massa, che ebbe tra i suoi promotori la Camera del Lavoro della [[CGIL]], protesta che da Genova si estese ad altre città d'Italia assumendo le proporzioni di una vera rivolta anti-fascistaantifascista. Diverse manifestazioni vennero organizzate dai sindacati e da vari partiti dell'arco costituzionale, primo fra tutti il [[Partito Comunista Italiano|PCI]]. Sulla scorta di questi avvenimenti nella DC gli orientamenti cambiarono<ref>Secondo quanto riferì <<''[[L'Espresso>>]]'' nel pomeriggio del 19 aprile 1960, alcuni deputati e senatori pugliesi furono firmatari (con Mario Berry, [[Raffaele Resta]], [[Beniamino De Maria]], [[Italo Caiati]], [[Onofrio Jannuzzi]], [[Antonio Carcaterra]], [[Michele Troisi]] e [[Donato De Leonardis]]) della lettera ad [[Aldo Moro]], secondo la quale ''"qualunque cosa accadesse, essi intendevano rimanere fedeli ai loro vescovi e combattere ogni intesa col [[Partito Socialista Italiano|PSI]]'':". Pierluigi Totaro, ''L'azione politica di Aldo Moro per l'autonomia e l'unità della Dc nella crisi del 1960'', Studi Storici, Anno 46, No. 2 (Apr. - Jun., 2005), p. 467.</ref><ref>{{Cita news|autore=Piero Eleuteri|titolo=Una lettera sull'articolo di Villetti|pubblicazione=[[Avanti!]]|giorno=10|mese=gennaio|anno=1988|p=3|citazione=[...] a livello politico, fra mille tensioni si combatteva una difficile battaglia per far uscire la DC dall'impasse, a destra o a sinistra. E non dimentico che fu la chiave antifascista che permise il secondo sbocco con l'avvio delle prime esperienze di centro-sinistra.}}</ref>.
Nel [[1962]] prese corpo il governo monocolore DC, presieduto da [[Amintore Fanfani]], con la partecipazione attiva del PSDI e del PRI e l'astensione del PSI. Questo governo, pur non essendo propriamente di ''centro-sinistra'', attuò una serie di riforme fra cui l'istituzione della [[Scuola secondaria di primo grado|scuola media unificata]], la [[nazionalizzazione]] delle industrie elettriche con la istituzione dell'[[Enel]] e l'istituzione della ''cedolare d'acconto''.[[File:Aldo Moro.jpg|thumb|[[Aldo Moro]], a capo del [[Governo Moro I|primo governo di centrosinistra italiano]]]]
 
Nel tardo [[1963]] [[Aldo Moro]] compose il primo governo di centro-sinistra con la partecipazione attiva del [[Partito Socialista Italiano]], il cui leader [[Pietro Nenni]] ottenne la vicepresidenza: nacque così il ''[[Centro-sinistra "organico"|centro-sinistra organico]]'', formato appunto da DC, PSI, PSDI e PRI, che provocò una scissione dell'ala sinistra del Partito socialista, fedele all'idea di unità del movimento operaio e dunque all'alleanza coi comunisti, la quale diede vita al [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]], (PSIUP). Il centro-sinistra si presentò con un ambizioso programma riformatore, ma la stretta creditizia invocata dal governatore della [[Banca d'Italia]] [[Guido Carli|Carli]] e attuata dal ministro del Tesoro [[Emilio Colombo|Colombo]] restrinsero i margini economici per una politica di riforme e la costruzione di un moderno sistema di [[Welfare]]. Rilevanti resistenze conservatrici (dal Vaticano ai costruttori, fino al Presidente della Repubblica [[Antonio Segni|Segni]]) entrarono quindi in campo contro la progettata riforma urbanistica, che avrebbe comportato una parziale pubblicizzazione dei suoli. Lo scontro politico che ne derivò all'interno stesso della maggioranza portò alla caduta del governo (giugno 1964), e quindi alle minacce di colpo di Stato (il [[piano Solo]] del generale [[Giovanni De Lorenzo]]. Ciò indusse Nenni a rinunciare alle richieste più qualificanti nella stesura del programma del nuovo governo. Questo ebbe tra i suoi punti più rilevanti la realizzazione di un progetto di programmazione economica, che tuttavia avrà ben pochi riscontri concreti.
[[File:Aldo Moro and Pietro Nenni.JPG|thumb|[[Pietro Nenni]], segretario del [[Partito Socialista Italiano]], e [[Aldo Moro]], segretario della [[Democrazia Cristiana]].]]
NelDopo le dimissioni di Tambroni, si insediò [[1962]]Governo preseFanfani corpo ilIII|un governo monocolore DC,]] presieduto da [[Amintore Fanfani]], che superò il voto di fiducia con il PSI che optò per l'astensione, per la prima volta nella storia repubblicana. Nel [[1962]] prese corpo [[Governo Fanfani IV|un governo ancora presieduto da Fanfani]], con la partecipazione attiva del PSDI e del PRI e ancora l'astensione del PSI. Questo governo, pur non essendo propriamente di ''centro-sinistra'', attuò una serie di riforme fra cui l'istituzione della [[Scuola secondaria di primo grado|scuola media unificata]], la [[nazionalizzazione]] delle industrie elettriche con la istituzione dell'[[Enel]] e l'istituzione della ''cedolare d'acconto''.[[File:Aldo Moro.jpg|thumb|[[Aldo Moro]], a capo del [[Governo Moro I|primo governo di centrosinistra italiano]]]]
 
Nel tardo [[1963]] [[Aldo Moro]] compose il [[Governo Moro I|primo governo di centro-sinistra]] con la partecipazione attiva del [[Partito Socialista Italiano]], il cui leadersegretario [[Pietro Nenni]] ottenne la vicepresidenza: nacque così il ''[[Centro-sinistra "organico"|centro-sinistra organico]]'', formato appunto da DC, PSI, PSDI e PRI, che provocò una scissione dell'ala sinistra del Partito socialista, fedele all'idea di unità del movimento operaio e dunque all'alleanza coi comunisti, la quale diede vita al [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964)|Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]], (PSIUP). Il centro-sinistra si presentò con un ambizioso programma riformatore, ma la stretta creditizia invocata dal governatore della [[Banca d'Italia]] [[Guido Carli|Carli]] e attuata dal ministro del Tesoro [[Emilio Colombo|Colombo]] restrinsero i margini economici per una politica di riforme e la costruzione di un moderno [[Stato sociale|sistema di [[Welfare''welfare'']]. Rilevanti resistenze [[Conservatorismo|conservatrici]] (dal [[Vaticano]] ai costruttori, fino al Presidente della Repubblica [[Antonio Segni|Segni]]) entrarono quindi in campo contro la progettata riforma urbanistica del ministro [[Fiorentino Sullo]], che avrebbe comportato una parziale pubblicizzazione dei suoli. Lo scontro politico che ne derivò all'interno stesso della maggioranza portò alla caduta del governo (giugno 1964), e quindi alle minacce di colpo di Stato (il [[piano Solo]] del generale [[Giovanni De Lorenzo]]. Ciò indusse Nenni a rinunciare alle richieste più qualificanti nella stesura del programma del nuovo governo. Questo ebbe tra i suoi punti più rilevanti la realizzazione di un progetto di programmazione economica, che tuttavia avrà ben pochi riscontri concreti.
 
Lo stallo politico creato dalla mancanza di una seria politica di riforme contribuì alla grande ondata di lotte e di proteste del 1968-69, che di fatto mandarono in crisi il centro-sinistra. Quest'ultimo uscì male già dalle [[elezioniElezioni politiche in Italia del 1968|elezioni politiche del 1968]] e nel 1969 il [[PSI-PSDI Unificati|Partito Socialista Unificato]] si spaccò in due gruppi che poi rifonderanno rispettivamente il PSI ed il PSDI.
 
Lo stallo politico creato dalla mancanza di una seria politica di riforme contribuì alla grande ondata di lotte e di proteste del 1968-69, che di fatto mandarono in crisi il centro-sinistra. Quest'ultimo uscì male già dalle [[elezioni politiche in Italia del 1968|elezioni politiche del 1968]] e nel 1969 il [[PSI-PSDI Unificati|Partito Socialista Unificato]] si spaccò in due gruppi che poi rifonderanno rispettivamente il PSI ed il PSDI.
[[File:Bettino Craxi-1.jpg|thumb|[[Bettino Craxi]], leader dell'ultimo ventennio del [[Partito Socialista Italiano|PSI]]]]
Nel [[1970]] il centro-sinistra, sempre costituito da DC, PSI, PSDI e PRI, sembrò avere una nuova spinta propulsiva, sotto la guida di [[Mariano Rumor]]. Tra le riforme di quegli anni si ricordino l'approvazione della [[legge sul divorzio]] (senza il sostegno della DC), dello [[statuto dei lavoratori]], dell'attuazione delle regioni, la costituzione della [[Commissione Parlamentare Antimafia]]. Nel 1970 si tennero inoltre le [[Elezioni regionali in Italia del 1970|prime elezioni regionali]], a seguito delle quali si insediarono giunte di centro-sinistra in tutte le regioni a statuto ordinario, ad eccezione di quelle dove il PCI risultò il più votato (Emilia-Romagna, Toscana, Umbria) e il Veneto.
 
Alla fine degli [[anni sessanta]], tuttavia, si erano avute forti agitazioni sindacali, il cosiddetto [[autunno caldo]], unite alla forte [[Contestazione giovanile|contestazione studentesca del 1968]] e al successivo instaurarsi di fenomeni terroristici di [[estrema destra]] ed [[estrema sinistra]]. Dall'altra parte, l'avanzata del movimento operaio e in particolare del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] poneva nei fatti il problema dell'accesso dei comunisti al governo. Il centro-sinistra terminò così definitivamenteCosì, nel [[1976]], quando ebbe inizio l'esperienza dei ''governi di solidarietà nazionale'' con il progressivo coinvolgimento del PCI nelle maggioranze parlamentari di centro-sinistra e il cosiddetto [[compromesso storico]]. Tra le riforme approvate in questo periodo si ricordino l'approvazione della [[Legge 22 maggio 1978, n. 194|legge sull'aborto]] (senza il sostegno della DC), l'istituzione del [[Servizio sanitario nazionale (Italia)|Servizio sanitario nazionale]] e l'introduzione dell'[[equo canone]].
 
Nel [[1979]], tuttavia, il PCI tolse il sostegno al presidente del Consiglio [[Giulio Andreotti]], sancendo per pochi mesi il ritorno alla formula classica del centro-sinistra, che vide un tentativo di ripresa anche dopo le [[Elezioni politiche in Italia del 1979|elezioni politiche]] con [[Bettino Craxi]] presidente incaricato, tentativo che però venne fermato dalla DC.
Nel 1981, la coalizione del centro-sinistra fu estesa anche al [[Partito Liberale Italiano]], dando vita all'esperienza del [[pentapartito]] (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI), che durò fino al 1991, quando con l'uscita del PRI, si costituì fino al 1993, il quadripartito.
 
Nel 1981, la coalizioneformula classica del centro-sinistra fuvenne estesa anche al [[Partito Liberale Italiano]], dando vitainizio all'esperienza del [[pentapartitoPentapartito]] (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI), coalizione che durò fino al 1991, quando con l'uscita del PRI, si costituì fino al 1993, il quadripartito.
=== La ''Seconda Repubblica'' e le coalizioni di centro-sinistra ===
 
=== La ''Seconda Repubblica'' e le coalizioni di centro-sinistra ===
==== L'Ulivo ====
{{Vedi anche|L'Ulivo}}
Con il cambio del sistema politico avvenuto con la cosiddetta ''[[Seconda Repubblica (Italia)|Seconda Repubblica]]'', in occasione delle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del 1994]] i partiti crearono delle coalizioni per poter vincere nei collegi uninominali della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] e del [[Senato della Repubblica]]. Si venne così a delineare una sfida elettorale tra tre aree politiche: il centro-destra (rappresentato dalle coalizioni [[Polo delle Libertà]] e [[Polo del Buon Governo]]), il centro ([[Patto per l'Italia]]) e il centro-sinistra ([[Alleanza dei Progressisti]]). A vincere le elezioni del [[1994]] furono le coalizioni di centro-destra, entrambe guidate dall'imprenditore [[Silvio Berlusconi]], già presidente della [[Fininvest]].
 
Nel mese di agosto 1994 cominciarono a circolare dichiarazioni e progetti per una coalizione di centro-sinistra guidata dal professor [[Romano Prodi]], già presidente dell'[[IRI]] fino al 27 luglio nonché storicamente vicino alla sinistra DC, il quale disse di non escludere la possibilità di impegnarsi attivamente in politica<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/08/12/la-politica-impegnarsi-un-dovere.html|titolo=' LA POLITICA? IMPEGNARSI È UN DOVERE ... '|pubblicazione=la Repubblica|data=12 agosto 1994|accesso=}}</ref>. Le dichiarazioni di Prodi suscitarono reazioni di cauto ottimismo tra i principali interessati dalla costruzione della coalizione: [[Gianni Francesco Mattioli|Gianni Mattioli]] ([[Federazione dei Verdi|Verdi]]) e [[Cesare Salvi]] ([[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]) invitò a pensare prima al programma politico e poi alle persone<ref>{{Cita news|autore=Paola Di Caro|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/14/Prodi_leader_ombra_frenata_sinistra_co_0_9408144770.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151024024853/http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/14/Prodi_leader_ombra_frenata_sinistra_co_0_9408144770.shtml|titolo=Prodi leader ombra ? Frenata a sinistra|pubblicazione=Corriere della Sera|data=14 agosto 1994|p=4|accesso=|urlmorto=sì}}</ref>, mentre esponenti dell'area sindacale come [[Pierre Carniti]] e [[Sergio D'Antoni]] invitarono Prodi a non essere rappresentante di una sola area politica<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/08/19/faremo-noi-il-partito-democratico.html|titolo=' FAREMO NOI IL PARTITO DEMOCRATICO'|pubblicazione=la Repubblica|data=19 agosto 1994|accesso=}}</ref>.
Con il cambio del sistema politico avvenuto con la cosiddetta ''[[Seconda Repubblica (Italia)|Seconda Repubblica]]'', e la sconfitta elettorale dell'[[Alleanza dei Progressisti]] alle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni del 1994]], a partire dal [[1995]] si creò un'alleanza di partiti di centro, di sinistra e di centro-sinistra chiamata [[L'Ulivo]].
 
A partire dal [[1995]] si creò un'alleanza di partiti di centro, di sinistra e di centro-sinistra chiamata [[L'Ulivo]].
Tale coalizione, guidata da [[Romano Prodi]] (da sempre vicino alla sinistra DC), vinse le [[Elezioni politiche in Italia del 1996|elezioni politiche del 1996]]. Il [[governo Prodi I]] cadde nel [[1998]] a causa dell'uscita dalla maggioranza di governo del [[Partito della Rifondazione Comunista]] di [[Fausto Bertinotti]]. Tuttavia, grazie anche all'apporto di alcuni parlamentari provenienti dal centro-destra (allora diviso in [[Polo per le Libertà]] e [[Lega Nord]]), fu trovata una nuova maggioranza che permise al centro-sinistra di continuare a governare l'[[Italia]] fino al [[2001]], con i successivi governi guidati da [[Massimo D'Alema]] e [[Giuliano Amato]].
 
Tale coalizione, guidata da [[Romano Prodi]] (da sempre vicino alla sinistra DC), vinse le [[Elezioni politiche in Italia del 1996|elezioni politiche del 1996]]. Il [[governo Prodi I]] cadde nel [[1998]] a causa dell'uscita dalla maggioranza di governo del [[Partito della Rifondazione Comunista]] di [[Fausto Bertinotti]]. Tuttavia, grazie anchealla all'apportoscissione didel alcuni[[Partito parlamentaridei provenientiComunisti dalItaliani]] centro-destradi (allora[[Armando divisoCossutta]] ine all'apporto di [[PoloUnione Democratica per lela Libertà]]Repubblica|alcuni eparlamentari [[Legaprovenienti Norddal centro-destra]]), fu trovata una nuova maggioranza che permise al centro-sinistra di continuare a governare l'[[Italia]] fino al [[2001]], con i successivi governi guidati da [[Massimo D'Alema]] e [[Giuliano Amato]].
 
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 2001|politiche del 2001]] l'Ulivo, guidato da [[Francesco Rutelli]], viene sconfitto dalla [[Casa delle Libertà]].
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==== Italia. Bene Comune ====
{{Vedi anche|Italia. Bene Comune}}
[[File:Pier Luigi Bersani daticamera 2013.jpg|thumb|left|[[Pier Luigi Bersani]], ex segretario del [[Partito Democratico (Italia)|PD]] e ex leader della [[coalizione politica|coalizione]] [[Italia. Bene Comune]].]]
[[File:Enrico Letta 2013.jpg|thumb|left|[[Enrico Letta]], ex [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] a capo del primo governo di [[grande coalizione]] della storia della [[Repubblica Italiana]]]]
[[File:Matteo Renzi crop.png|thumb|[[Matteo Renzi]], vince le [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2013 (Italia)|elezioni primarie del Partito Democratico]], divenendo il nuovo segretario del partito. A febbraio 2014, diviene il nuovo [[PresidenteGoverno delRenzi|nuovo Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] succedendo]] a [[Enrico Letta]].]]
Dopo l'opposizione al centrodestra la coalizione tra PD e Italia dei Valori si spacca con la nascita del [[Governo Monti]], sostenuto dal PD e non dal partito di [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]]. Nel [[2012]] nasce [[Italia. Bene Comune]] che unisce PD, [[Partito Socialista Italiano (2007)|PSI]] e [[Sinistra Ecologia Libertà|SEL]]. La nuova coalizione di centro-sinistra vince di stretta misura le [[Elezioni politiche in Italia del 2013|successive elezioni]], che hanno consegnato alle aule parlamentari una composizione di eletti che non vede nessuna delle coalizioni ottenere una maggioranza netta in entrambi i rami del Parlamento, determinando un risultato senza precedenti nella storia delle elezioni politiche italiane<ref>{{cita web|url=http://www.agi.it/politica/notizie/201302260620-pol-rt10001-italia_ingovernabile_senato_spaccato_grillo_primo_partito|titolo=Italia "ingovernabile" Senato spaccato, Grillo primo partito|editore=[[Agenzia Giornalistica Italia|AGI.it]]|data=25 febbraio 2013|accesso=25 febbraio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130301002431/http://www.agi.it/politica/notizie/201302260620-pol-rt10001-italia_ingovernabile_senato_spaccato_grillo_primo_partito|dataarchivio=1º marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2013/febbraio/26/Conti_con_Realta_co_0_20130226_0927ca2e-7fdc-11e2-84b9-98ae4978b0e4.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2013/febbraio/26/Conti_con_Realta_co_0_20130226_0927ca2e-7fdc-11e2-84b9-98ae4978b0e4.shtml|dataarchivio=1º gennaio 2016|titolo=i Conti con la Realtà|editore=[[Corriere della Sera]]|data=26 febbraio 2013|accesso=26 febbraio 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/02/26/il-pd-crolla-ma-vince-alla-camera.html?ref=search|titolo=Il Pd crolla ma vince alla Camera risorge il Pdl, boom di M5S E al Senato non c' è maggioranza|autore=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica.it]]|data=26 febbraio 2013|accesso=26 febbraio 2013}}</ref>.
 
Alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]], Italia. Bene Comune ottiene il premio di maggioranza (345 seggi su 630), assegnato grazie a uno scarto di poco più dello 0,30% del totale dei voti rispetto alla coalizione di [[centro-destra]] guidata da [[Silvio Berlusconi]], mentre il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] è il primo partito per numero di voti.<ref>[http://www.huffingtonpost.it/2013/03/01/risultato-elezioni-2013-con-i-voti-degli-italiani-allestero-il-pd_n_2788002.html Risultato elezioni 2013: con i voti degli italiani all'estero il Pd è il primo partito alla Camera], Huffington Post del 1º marzo 2013</ref> Al [[Senato della Repubblica|Senato]] invece, nessuna delle coalizioni raggiunge la maggioranza assoluta di 158 seggi, e [[Italia. Bene Comune]], pur avendo ricevuto più voti complessivi rispetto alle altre coalizioni ottiene 123 seggi, mentre al Senato la maggioranza dei seggi è fissata a quota 158. Questo risultato era inatteso, in quanto le prime proiezioni dopo l'inizio dello scrutinio ed i sondaggi pre-elettorali avevano fatto ritenere che Italia. Bene Comune riuscisse ad ottenere la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento<ref>{{cita news|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1191173/Elezioni-2013--ecco-i-risultati----.html|titolo=Elezioni 2013, ecco gli exit poll|data=25 febbraio 2013|pubblicazione=Il Fatto quotidiano}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.dottorsalute.info/2013/02/25/votazioni-febbraio-2013-risultati-exit-poll-grillo-movimento-5-stelle/|titolo=Votazioni febbraio 2013: risultati exit poll|data=25 febbraio 2013|pubblicazione=Dottor news salute}}</ref>.
 
Nei giorni e nelle settimane successive alle elezioni, si creò una situazione perdurante di stallo politico, che si risolse solamente due mesi dopo le elezioni, il 28 aprile, con la formazione del [[Governo Letta]]<ref name="corriere.it">{{cita news|url=http://www.corriere.it/politica/13_aprile_27/enrico-letta-dopo-braccio-ferro-governo_bcf59786-af46-11e2-a5a6-3fc36303fbd5.shtml|titolo=Nasce il governo Letta, ora la fiducia. Il premier: «Sobria soddisfazione»|data=27 aprile 2013|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>: la carica di [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio dei ministri]], viene affidata da Napolitano ad [[Enrico Letta]]<ref name="corriere.it"/>, vice segretario del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]. Il governo Letta si configura come il primo esecutivo di [[grande coalizione]] della storia della Repubblica Italiana, in quanto comprende esponenti di entrambe le principali coalizioni che si contrapponevano prima delle elezioni, e con esso si conclude di fatto la coalizione [[Italia. Bene Comune]], dato che SEL va all'opposizione del nuovo governo. Nel febbraio 2014 Letta viene sostituito alla guida del governo da [[Matteo Renzi]].
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==== La coalizione di centro-sinistra per le elezioni politiche del 2022 ====
{{Vedi anche|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022}}
 
In seguito alle dimissioni del [[Governo Draghi]] il 21 luglio 2022, il Presidente della Repubblica [[Sergio Mattarella]] decide di sciogliere anticipatamente le Camere, e indice nuove elezioni per il successivo 25 settembre 2022.
 
La caduta del Governo Draghi, causata in parte dal voto di non fiducia del [[Movimento 5 Stelle]], sancisce la rottura definitiva fra i grillini e il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]].
 
In vista delle elezioni, il Partito Democratico forma una lista unica denominata [[Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista]] insieme ad [[Articolo Uno (partito politico)|Articolo Uno]], [[Partito Socialista Italiano (2007)|Partito Socialista Italiano]] e, [[Democrazia Solidale]] e [[Centristi per l'Europa]], con a capo lo stesso segretario del PD [[Enrico Letta]]. Questa lista forma una [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022|coalizione di centro-sinistra]] che comprende [[+Europa]] di [[Emma Bonino]], la lista [[Impegno Civico]], formata da [[Insieme per il futuro]] didel ministro degli esteri [[Luigi Di Maio]] e [[Centro Democratico (Italia)|Centro Democratico]] di [[Bruno Tabacci]], guidata dal ministro degli esterida Di Maio, e la lista [[Alleanza Verdi e Sinistra]], formata da [[SinistraEuropa ItalianaVerde]] di [[NicolaAngelo FratoianniBonelli]] e [[EuropaSinistra VerdeItaliana]] di [[AngeloNicola BonelliFratoianni]], guidata da Bonelli. Inizialmente avrebbe dovuto far parte della coalizione pure [[Azione (partito politico)|Azione]] di [[Carlo Calenda]], ma, in seguito all’accordo del Partito Democratico con Di Maio e Fratoianni, Calenda decide di abbandonare la coalizione e forma insieme a [[Italia Viva]] di [[Matteo Renzi]] un “Terzo“[[Azione Polo”- Italia Viva|Terzo Polo]]” centrista. Questo porterà anche alla fine della federazione tra Azione e +Europa.
 
== Risultati elettorali ==
Seguono i risultati elettorali delle varie coalizioni di centro-sinistra nelle [[elezioni politiche in Italia|elezioni politiche]] dal 1994 in poi.
{| class="wikitable floatleft" style="width:5045%; border:1px #AAAAFF solid"
|-
! colspan="5" |[[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]]
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! [[Elezioni politiche in Italia del 1994|1994]]
| [[Alleanza dei Progressisti]]
| style="text-align:right;" |{{formatnum:13308244}}
| 34,3
| {{Seggi|213|630|Alleanza dei Progressisti}}
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! [[Elezioni politiche in Italia del 1996|1996]]
| rowspan="2" | [[L'Ulivo]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:16355985}}
| 43,6
| {{Seggi|323|630|L'Ulivo}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2001|2001]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:16209944}}
| 43,5
| {{Seggi|247|630|L'Ulivo}}
Riga 128 ⟶ 136:
! [[Elezioni politiche in Italia del 2006|2006]]
| [[L'Unione]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:19036986}}
| 49,8
| {{Seggi|348|630|L'Unione}}
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! [[Elezioni politiche in Italia del 2008|2008]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2008|Coalizione di centro-sinistra del 2008]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:13689303}}
| 37,5
| {{Seggi|239|630|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2008}}
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! [[Elezioni politiche in Italia del 2013|2013]]
| [[Italia. Bene Comune]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:10047603}}
| 29,5
| {{Seggi|345|630|Italia. Bene Comune}}
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! [[Elezioni politiche in Italia del 2018|2018]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2018|Coalizione di centro-sinistra del 2018]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:7506723}}
| 22,9
| {{Seggi|122|630|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2018}}
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! [[Elezioni politiche in Italia del 2022|2022]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022|Coalizione di centro-sinistra del 2022]]
| {{formatnum:7337624}}
| style="text-align:center;" | TBD
| 26,1
| style="text-align:center;" | TBD
| {{Seggi|085|400|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022}}
|}
 
{| class="wikitable floatright" style="width:5045%; border:1px #AAAAFF solid"
|-
! colspan="5" |[[Senato della Repubblica]]
Riga 169 ⟶ 177:
! [[Elezioni politiche in Italia del 1994|1994]]
| [[Alleanza dei Progressisti]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:10881320}}
| 32,9
| {{Seggi|122|315|Alleanza dei Progressisti}}
Riga 175 ⟶ 183:
! [[Elezioni politiche in Italia del 1996|1996]]
| rowspan="2" | [[L'Ulivo]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:14548006}}
| 44,6
| {{Seggi|167|315|L'Ulivo}}
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 2001|2001]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:13282495}}
| 39,2
| {{Seggi|128|315|L'Ulivo}}
Riga 186 ⟶ 194:
! [[Elezioni politiche in Italia del 2006|2006]]
| [[L'Unione]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:17118364}}
| 49,2
| {{Seggi|158|315|L'Unione}}
Riga 192 ⟶ 200:
! [[Elezioni politiche in Italia del 2008|2008]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2008|Coalizione di centro-sinistra del 2008]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:12457182}}
| 38,7
| {{Seggi|130|315|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2008}}
Riga 198 ⟶ 206:
! [[Elezioni politiche in Italia del 2013|2013]]
| [[Italia. Bene Comune]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:9686683}}
| 31,6
| {{Seggi|127|315|Italia. Bene Comune}}
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! [[Elezioni politiche in Italia del 2018|2018]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2018|Coalizione di centro-sinistra del 2018]]
| style="text-align:right;" | {{formatnum:6947199 }}{{formatnum:}}
| 23,0
| {{Seggi|58|315|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2018}}
Riga 210 ⟶ 218:
! [[Elezioni politiche in Italia del 2022|2022]]
| [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022|Coalizione di centro-sinistra del 2022]]
| {{formatnum:7161688}}
| style="text-align:center;" |TBD
| 26,0
| style="text-align:center;" |TBD
| {{Seggi|044|200|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022}}
|}
 
{{clear}}
 
== Simboli ==
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File:Alleanza dei Progressisti.svg|alt=|Simbolo di [[Alleanza dei Progressisti]] (1994-1995)
File:SimboloAlleanza L'Ulivodei Progressisti.jpg|alt=svg|Simbolo dedi [[L'UlivoAlleanza dei Progressisti]] (19951994-20071995)
File:Simbolo L'UnioneUlivo.svg|alt=jpg|Simbolo de [[L'UnioneUlivo]] (20041995-20082007)
File:Logo Italia. Bene Comune.svg|alt=|Simbolo di [[Italia. Bene Comune]] (2012-2013)
File:Free and Equal (Italy) logo.svg|alt=|Simbolo di [[Liberi e Uguali]] (2017-2019)
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