Centro-sinistra in Italia: differenze tra le versioni
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All'inizio degli anni sessanta si registrava una ripresa dei conflitti operai a causa delle sperequazioni fra uomini e donne, fra impiegati e operai. Al tempo stesso, la grande pesantezza degli orari di lavoro trovava poche giustificazioni in un mondo industriale caratterizzato da innovazioni tecnologiche e da razionalizzazioni dei processi produttivi. Mutavano anche i soggetti che partecipavano alle manifestazioni, vi era una sempre più forte presenza degli studenti. Il fenomeno più vistoso di questo periodo fu la fortissima emigrazione interna dalle campagne alle città e dal Sud verso il Nord, per sfuggire alla persistente realtà di sottoccupazione cronica e di miseria.
Negli ultimi [[Anni 1950|anni cinquanta]] il Partito Socialista Italiano, a seguito della rottura del patto di unità d'azione con il [[Partito Comunista Italiano]], manifestò l'intenzione di dialogare maggiormente con la Democrazia Cristiana per avere una maggiore influenza nei programmi di governo. L'iniziativa, tuttavia, vide la DC inizialmente spaccata tra chi era favorevole al dialogo e chi ne era contrario.
Nel marzo [[1960]], il democristiano [[Fernando Tambroni]] ricevette dal Presidente della Repubblica [[Giovanni Gronchi]] l'incarico di formare un [[governo Tambroni|governo]]. {{cn|Tambroni inizialmente cercò di formare un'alleanza con il PSI, da parte di [[Pietro Nenni]] però la risposta fu incerta e a quel punto la reazione di Tambroni fu quella di cercare in Parlamento l'appoggio esterno della [[Destra (politica)|destra]] [[Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica|monarchica]] e [[Movimento Sociale Italiano|missina]]}}.▼
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A luglio, i missini organizzarono il loro Congresso Nazionale a Genova (città di forte tradizione antifascista e [[Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione|medaglia d'oro per la Resistenza]]). La città rispose con una dura protesta di massa, che ebbe tra i suoi promotori la Camera del Lavoro della [[CGIL]], protesta che da Genova si estese ad altre città d'Italia assumendo le proporzioni di una vera rivolta antifascista. Diverse manifestazioni vennero organizzate dai sindacati e da vari partiti dell'arco costituzionale, primo fra tutti il [[Partito Comunista Italiano|PCI]]. Sulla scorta di questi avvenimenti nella DC gli orientamenti cambiarono<ref>Secondo quanto riferì ''[[L'Espresso]]'' nel pomeriggio del 19 aprile 1960, alcuni deputati e senatori pugliesi furono firmatari (con Mario Berry, [[Raffaele Resta]], [[Beniamino De Maria]], [[Italo Caiati]], [[Onofrio Jannuzzi]], [[Antonio Carcaterra]], [[Michele Troisi]] e [[Donato De Leonardis]]) della lettera ad [[Aldo Moro]], secondo la quale "qualunque cosa accadesse, essi intendevano rimanere fedeli ai loro vescovi e combattere ogni intesa col [[Partito Socialista Italiano|PSI]]". Pierluigi Totaro, ''L'azione politica di Aldo Moro per l'autonomia e l'unità della Dc nella crisi del 1960'', Studi Storici, Anno 46, No. 2 (Apr. - Jun., 2005), p. 467.</ref><ref>{{Cita news|autore=Piero Eleuteri|titolo=Una lettera sull'articolo di Villetti|pubblicazione=[[Avanti!]]|giorno=10|mese=gennaio|anno=1988|p=3|citazione=[...] a livello politico, fra mille tensioni si combatteva una difficile battaglia per far uscire la DC dall'impasse, a destra o a sinistra. E non dimentico che fu la chiave antifascista che permise il secondo sbocco con l'avvio delle prime esperienze di centro-sinistra.}}</ref>.
[[File:Aldo Moro and Pietro Nenni.JPG|thumb|[[Pietro Nenni]], segretario del [[Partito Socialista Italiano]], e [[Aldo Moro]], segretario della [[Democrazia Cristiana]].]]
Dopo le dimissioni di Tambroni, si insediò [[Governo Fanfani III|un governo monocolore DC]] presieduto da [[Amintore Fanfani]],
Nel tardo [[1963]] [[Aldo Moro]] compose il [[Governo Moro I|primo governo di centro-sinistra]] con la partecipazione attiva del [[Partito Socialista Italiano]], il cui segretario [[Pietro Nenni]] ottenne la vicepresidenza: nacque così il ''[[Centro-sinistra "organico"|centro-sinistra organico]]'', formato appunto da DC, PSI, PSDI e PRI, che provocò una scissione dell'ala sinistra del Partito socialista, fedele all'idea di unità del movimento operaio e dunque all'alleanza coi comunisti, la quale diede vita al [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964)|Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]]
Lo stallo politico creato dalla mancanza di una seria politica di riforme contribuì alla grande ondata di lotte e di proteste del 1968-69, che di fatto mandarono in crisi il centro-sinistra. Quest'ultimo uscì male già dalle [[
[[File:Bettino Craxi-1.jpg|thumb|[[Bettino Craxi]], leader dell'ultimo ventennio del [[Partito Socialista Italiano|PSI]]]]
Nel [[1970]] il centro-sinistra, sempre costituito da DC, PSI, PSDI e PRI, sembrò avere una nuova spinta propulsiva, sotto la guida di [[Mariano Rumor]]. Tra le riforme di quegli anni si ricordino l'approvazione della [[legge sul divorzio]] (senza il sostegno della DC), dello [[statuto dei lavoratori]], dell'attuazione delle regioni, la costituzione della [[Commissione Parlamentare Antimafia]]. Nel 1970 si tennero inoltre le [[Elezioni regionali in Italia del 1970|prime elezioni regionali]], a seguito delle quali si insediarono giunte di centro-sinistra in tutte le regioni a statuto ordinario, ad eccezione di quelle dove il PCI risultò il più votato (Emilia-Romagna, Toscana, Umbria) e il Veneto.
Alla fine degli anni sessanta, tuttavia, si erano avute forti agitazioni sindacali, il cosiddetto [[autunno caldo]], unite alla forte [[Contestazione giovanile|contestazione studentesca del 1968]] e al successivo instaurarsi di fenomeni terroristici di [[estrema destra]] ed [[estrema sinistra]]. Dall'altra parte, l'avanzata del movimento operaio e in particolare del
Nel [[1979]], tuttavia, il PCI tolse il sostegno al presidente del Consiglio [[Giulio Andreotti]], sancendo per pochi mesi il ritorno alla formula classica del centro-sinistra, che vide un tentativo di ripresa anche dopo le [[Elezioni politiche in Italia del 1979|elezioni politiche]] con [[Bettino Craxi]] presidente incaricato, tentativo che però venne fermato dalla DC.
▲Alla fine degli anni sessanta si erano avute forti agitazioni sindacali, il cosiddetto [[autunno caldo]], unite alla forte [[Contestazione giovanile|contestazione studentesca del 1968]] e al successivo instaurarsi di fenomeni terroristici di [[estrema destra]] ed [[estrema sinistra]]. Dall'altra parte, l'avanzata del movimento operaio e in particolare del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] poneva nei fatti il problema dell'accesso dei comunisti al governo. Così, nel [[1976]], ebbe inizio l'esperienza dei ''governi di solidarietà nazionale'' con il progressivo coinvolgimento del PCI nelle maggioranze parlamentari di centro-sinistra e il cosiddetto [[compromesso storico]]. Tra le riforme approvate in questo periodo si ricordino l'approvazione della [[Legge 22 maggio 1978, n. 194|legge sull'aborto]] (senza il sostegno della DC), l'istituzione del [[Servizio sanitario nazionale (Italia)|Servizio sanitario nazionale]] e l'introduzione dell'[[equo canone]]. Nel [[1979]], tuttavia, il PCI tolse il sostegno al presidente del Consiglio [[Giulio Andreotti]], sancendo per pochi mesi il ritorno alla formula classica del centro-sinistra.
Nel 1981, la formula classica del centro-sinistra venne estesa anche al [[Partito Liberale Italiano]], dando inizio all'esperienza del [[Pentapartito]] (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI), coalizione che durò fino al 1991
=== La ''Seconda Repubblica'' e le coalizioni di centro-sinistra ===
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Con il cambio del sistema politico avvenuto con la cosiddetta ''[[Seconda Repubblica (Italia)|Seconda Repubblica]]'', in occasione delle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del 1994]] i partiti crearono delle coalizioni per poter vincere nei collegi uninominali della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] e del [[Senato della Repubblica]]. Si venne così a delineare una sfida elettorale tra tre aree politiche: il centro-destra (rappresentato dalle coalizioni [[Polo delle Libertà]] e [[Polo del Buon Governo]]), il centro ([[Patto per l'Italia]]) e il centro-sinistra ([[Alleanza dei Progressisti]]). A vincere le elezioni del [[1994]] furono le coalizioni di centro-destra, entrambe guidate dall'imprenditore [[Silvio Berlusconi]], già presidente della [[Fininvest]].
Nel mese di agosto 1994 cominciarono a circolare dichiarazioni e progetti per una coalizione di centro-sinistra guidata dal professor [[Romano Prodi]], già presidente dell'[[IRI]] fino al 27 luglio nonché storicamente vicino alla sinistra DC, il quale disse di non escludere la possibilità di impegnarsi attivamente in politica<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/08/12/la-politica-impegnarsi-un-dovere.html|titolo=' LA POLITICA? IMPEGNARSI È UN DOVERE ... '|pubblicazione=la Repubblica|data=12 agosto 1994|accesso=}}</ref>. Le dichiarazioni di Prodi suscitarono reazioni di cauto ottimismo tra i principali interessati dalla costruzione della coalizione: [[Gianni Francesco Mattioli|Gianni Mattioli]] ([[Federazione dei Verdi|Verdi]]) e [[Cesare Salvi]] ([[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]) invitò a pensare prima al programma politico e poi alle persone<ref>{{Cita news|autore=Paola Di Caro|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/14/Prodi_leader_ombra_frenata_sinistra_co_0_9408144770.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151024024853/http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/14/Prodi_leader_ombra_frenata_sinistra_co_0_9408144770.shtml|titolo=Prodi leader ombra ? Frenata a sinistra|pubblicazione=Corriere della Sera|data=14 agosto 1994|p=4|accesso=|urlmorto=sì}}</ref>, mentre esponenti dell'area sindacale come [[Pierre Carniti]] e [[Sergio D'Antoni]] invitarono Prodi a non essere rappresentante di una sola area politica<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/08/19/faremo-noi-il-partito-democratico.html|titolo=' FAREMO NOI IL PARTITO DEMOCRATICO'|pubblicazione=la Repubblica|data=19 agosto 1994|accesso=}}</ref>.
A partire dal [[1995]] si creò un'alleanza di partiti di centro, di sinistra e di centro-sinistra chiamata [[L'Ulivo]].
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[[File:Pier Luigi Bersani daticamera 2013.jpg|thumb|left|[[Pier Luigi Bersani]], ex segretario del [[Partito Democratico (Italia)|PD]] e ex leader della [[coalizione politica|coalizione]] [[Italia. Bene Comune]].]]
[[File:Enrico Letta 2013.jpg|thumb|left|[[Enrico Letta]], [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] a capo del primo governo di [[grande coalizione]] della storia della [[Repubblica Italiana]]]]
[[File:Matteo Renzi crop.png|thumb|[[Matteo Renzi]], vince le [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2013 (Italia)|elezioni primarie del Partito Democratico]], divenendo il nuovo segretario del partito. A febbraio 2014, diviene il [[Governo Renzi|nuovo Presidente del Consiglio]] succedendo a [[Enrico Letta]].]]
Dopo l'opposizione al centrodestra la coalizione tra PD e Italia dei Valori si spacca con la nascita del [[Governo Monti]], sostenuto dal PD e non dal partito di [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]]. Nel [[2012]] nasce [[Italia. Bene Comune]] che unisce PD, [[Partito Socialista Italiano (2007)|PSI]] e [[Sinistra Ecologia Libertà|SEL]]. La nuova coalizione di centro-sinistra vince di stretta misura le [[Elezioni politiche in Italia del 2013|successive elezioni]], che hanno consegnato alle aule parlamentari una composizione di eletti che non vede nessuna delle coalizioni ottenere una maggioranza netta in entrambi i rami del Parlamento, determinando un risultato senza precedenti nella storia delle elezioni politiche italiane<ref>{{cita web|url=http://www.agi.it/politica/notizie/201302260620-pol-rt10001-italia_ingovernabile_senato_spaccato_grillo_primo_partito|titolo=Italia "ingovernabile" Senato spaccato, Grillo primo partito|editore=[[Agenzia Giornalistica Italia|AGI.it]]|data=25 febbraio 2013|accesso=25 febbraio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130301002431/http://www.agi.it/politica/notizie/201302260620-pol-rt10001-italia_ingovernabile_senato_spaccato_grillo_primo_partito|dataarchivio=1º marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2013/febbraio/26/Conti_con_Realta_co_0_20130226_0927ca2e-7fdc-11e2-84b9-98ae4978b0e4.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2013/febbraio/26/Conti_con_Realta_co_0_20130226_0927ca2e-7fdc-11e2-84b9-98ae4978b0e4.shtml|dataarchivio=1º gennaio 2016|titolo=i Conti con la Realtà|editore=[[Corriere della Sera]]|data=26 febbraio 2013|accesso=26 febbraio 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/02/26/il-pd-crolla-ma-vince-alla-camera.html?ref=search|titolo=Il Pd crolla ma vince alla Camera risorge il Pdl, boom di M5S E al Senato non c' è maggioranza|autore=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica.it]]|data=26 febbraio 2013|accesso=26 febbraio 2013}}</ref>.
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==== La coalizione di centro-sinistra per le elezioni politiche del 2022 ====
{{Vedi anche|Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2022}}
In seguito alle dimissioni del [[Governo Draghi]] il 21 luglio 2022, il Presidente della Repubblica [[Sergio Mattarella]] decide di sciogliere anticipatamente le Camere
La caduta del Governo Draghi, causata in parte dal voto di non fiducia del [[Movimento 5 Stelle]], sancisce la rottura definitiva fra i grillini e il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]].
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File:Simbolo L'Ulivo.jpg|Simbolo de [[L'Ulivo]] (1995-2007)
File:Logo Italia. Bene Comune.svg|Simbolo di [[Italia. Bene Comune]] (2012-2013)
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